Settimana iniziata con un singolare fatto di criminalità:
almeno 5 aziende ed il quotidiano Asahi, stando a quanto comunicato dalla
polizia, hanno ricevuto buste contenenti cianuro.
Ad essere vittima dell’azione criminale, probabilmente un tentativo di
estorsione, aziende farmaceutiche ed alimentari di Tokyo ed Osaka.
In campo ambientale le
microplastiche presenti nell’Oceano Pacifico potrebbero raddoppiare entro il
2030 e quadruplicare entro il 2060. A fornire questi allarmanti dati una
equipe di ricercatori dell’Università del Kyushu e dell’Università di Scienze
Marine di Tokyo.
Da una recente ricerca è emerso, intanto, che circa il 70% delle Prefetture non
abbiano ancora pronti i piani per la costituzione di centri di ricerca per il
cambio climatico.
Nel dicembre 2018 il Parlamento ha approvato una norma che obbliga le
Prefetture a costituire insieme alle università dei centri per la ricerca e lo
studio del clima mentre il governo deve redigere un piano nazionale per il contrasto al cambiamento climatico ogni
cinque anni.
Allo stato attuale soltanto tre Prefetture hanno già in piedi le strutture
richieste dalla normativa: Saitama, Tokushima e Nagano.
Il governo starebbe, intanto, pensando di designare a riserva marina le acque intorno la fossa di Izu-Ogasawara. La mossa dovrebbe favorire, limitando attività umane come la pesca, la ricerca scientifica i cui “progressi sulle acque profonde potrebbero portare ad un uso sostenibile della vita marina per scopi alimentari ed in campo medico” secondo Katsunori Fujikura dell’Agenzia Giapponese di Scienza e Tecnologia Marittima-Terrestre.
In politica la
maggioranza conservatrice ha vinto le elezioni per il rinnovo della carica di
Governatore della Prefettura di Yamagushi. Lo scorso 27 dicembre Kotaro
Nagasaki – ex funzionario del Ministero delle Finanze ed ex deputato –
appoggiato dal Partito Liberal-Democratico e dal Nuovo Komeito, ha sconfitto il
Governatore uscente, Hitoshi Goto (sostenuto dal Partito Costituzionale
Democratico e dal Partito Democratico per il Popolo), ottenendo 198.047 voti
contro i 166.666 dell’avversario. Molto distanziati gli altri due candidati:
Hitoshi Haneda del Partito Comunista (il quale ha ottenuto 16.467 voti) e l’ex
senatore democratico Harunobu Yonenaga (17.198 voti).
Di “una buona base per le prossime
battaglie” ha parlato il responsabile elettorale del Nuovo komeito Shigeki
Sato.
Al 57,93% l’affluenza (oltre il 16% in più rispetto al 2015).
Aperta, intanto, lo scorso 28 gennaio la prima sessione ordinaria della Dieta del
2019. Nel proprio discorso il premier Abe ha dedicato grande attenzione al
tema dei rapporti con la Corea del Nord
affermando di voler “agire con
determinazione senza perdere nessuna occasione”.
“Dobbiamo rompere il muro della sfiducia
al fine di risolvere la questione missilistica e nucleare della RPDC nonché la
più importante vicenda dei rapiti” ha aggiunto Abe sottolineando che
l’obiettivo finale è “la normalizzazione
delle relazioni diplomatiche” con la vicina nazione asiatica.
Sempre in politica estera Abe ha
promesso di “accelerare i negoziati con
Mosca” sulla base della Dichiarazione nippo-sovietica del 1956 che
nell’interpretazione di Tokyo (e soltanto nella loro interpretazione)
rappresenterebbe un via libera alla cessione di Habomai e Shikotan al Sol
Levante.
Nel proprio discorso il premier ha anche accennato ad una possibile riforma
delle pensioni mentre per quanto concerne lo scandalo dei dati farlocchi
raccolti ed elaborati dal Ministero del Lavoro (scandalo che ha danneggiato
circa 20 milioni di cittadini dal 2004 in poi), il capo del governo ha parlato
di “danno alla fiducia del sistema di
sicurezza sociale” promettendo che “ristabilirà
la fiducia nelle statistiche”.
Il premier ha anche rassicurato sull’aumento
della tassa sui consumi (che passerà dall’otto al dieci per cento ad
ottobre di quest’anno) promettendo l’istituzione di buoni spesa destinati alle
famiglie a basso reddito.
Sulle statistiche truccate il premier “non ha detto nulla di concreto”, ha commentato il presidente del
Partito Costituzionale Democratico Yukio Edano, mentre sull’aumento della tassa
sui consumi il leader del maggior partito dell’opposizione ha ironicamente
commentato che “non si capisce perché
vogliono aumentarla se poi dicono di restituirla per intero”.
Il 29 gennaio il Ministero del Lavoro ha inoltre dovuto ammettere che circa il
70% dei funzionari sentiti dal “comitato indipendente” di indagine interno al
dicastero erano in realtà funzionari dello stesso e dunque colleghi delle
persone sulle quali investigavano.
Nel caso della viceministra Yumiko Jozuka è emerso, ad esempio, che essa è
stata ascoltata unicamente da membri del comitato interni al Ministero e dunque
suoi sottoposti.
Intervenendo poi in Camera dei Consiglieri il premier ha continuato a sostenere Takumi
Nemoto respingendo la richiesta dell’opposizione affinché le sue deleghe
siano ritirate: “più domande che risposte
sorgono rispetto all’operato di Nemoto” ha dichiarato il Segretario del PCD
Tetsuro Fukuyama.
“Lo avevamo previsto ma è una risposta
vergognosa” ha rimarcato il Presidente del PCD Edano mentre per il collega
di partito Naoki Kazama è tutta
l’abenomics a fondarsi su presupposti fasulli nel momento in cui i salari
reali non sono cresciuti nella stessa misura mostrata dalle statistiche.
Il giorno precedente i rappresentanti dei cinque partiti dell’opposizione di centro-sinistra (liberali, socialdemocratici, PCD, PDP e PCG) hanno tenuto un’importante riunione nella quale hanno stabilito di dare battaglia comune sulle statistiche truccate, di bloccare ogni tentativo di modificare la Costituzione, di coordinare le posizioni in politica estera nonché di presentare candidati comuni in tutti e 32 i collegi uninominali per le prossime elezioni della Camera dei Consiglieri.
Per accertare se vi siano stati tentativi di insabbiare lo
scandalo anche Michiyo Takagi, responsabile del dipartimento salute e lavoro
del Nuovo Komeito.
A partire dal primo febbraio nuovi impiegati saranno assegnati dal Ministero
degli Interni e Comunicazioni agli uffici che si occupano delle statistiche
nonché l’istituzione di un nuovo comitato d’indagine (questa volta esterno al
Ministero del Lavoro) che indagherà su 233 statistiche sulle quali sussistono
incertezze.
Sempre il primo febbraio Yasuyuki Onishi, Direttore dell’Ufficio Statistiche
del Ministero, è stato spostato ad altro incarico.
Nel corso della settimana, nello specifico durante il proprio intervento nella
plenaria della Camera dei Consiglieri, il premier ha promesso nuove ispezioni
indipendenti sulla vicenda dopo che dall’opposizione Kazuya Shinba del Partito
Democratico per il Popolo aveva definito l’inchiesta del comitato d’indagine
del Ministero del Lavoro come “fatta in
casa”.
“Nemoto non ha capito la situazione e va
rimosso dal proprio incarico” ha rimarcato Edano poco dopo mentre di “falsificazione dell’abenomics” aveva
parlato Tamaki del PDP.
Persino nella maggioranza si sono levate
voci critiche verso il Ministro: “le
domande circa la neutralità e l’obiettività dei metodi di indagine crescono”
ha dichiarato il Segretario del Nuovo Komeito Tetsuo Saito.
Finalmente lo scorso 30 gennaio Kiyohiko Nishimura, responsabile della
commissione per le statistiche del Ministero degli Interni, ha richiesto una
revisione di tutti i dati a partire dal 2004 al fine di ottenere numeri e cifre
precise sullo stato del lavoro nel Sol Levante negli ultimi 15 anni.
Una complessiva
alternativa programmatica di governo è stata presentata nel proprio
discorso di risposta la premier dal presidente
del Partito Democratico per il Popolo Yuichiro Tamaki il quale ha insisto
sulla necessità di tutelare il reddito degli agricoltori mentre sul tema del
tasso di natalità ha presentato la proposta di assicurare sussidi per 10
milioni di yen (dalla nascita fino al 18° anno) per coloro che decidono di fare
il terzo figlio.
Tamaki ha anche insistito sulla necessità di reperire risorse per aumentare le
pensioni (dal prossimo anno fiscale dovrebbe entrare in vigore un aumento che
sarà in media di 60.000 yen l’anno deciso molti anni fa dall’ultimo governo
progressista), sulla necessità di ridurre le esclusioni di giudicabilità da
parte di tribunali nipponici previste dal SOFA per i militari statunitensi
mentre una chiusura totale è giunta sul tentativo di riformare la Costituzione.
In ambito militare il Sol Levante starebbe pensando di non invitare più, secondo quanto
programmato per questa primavera, un cacciatorpediniere sudcoreano. Il
clima di tensione tra le due Nazioni,provocato da alcuni voli a bassa quota
di aerei nipponici verso naviglio sudcoreano, potrebbe avere ripercussioni
anche sulle future esercitazioni Giappone, RdC e Paesi ASEAN (dal 29 aprile al
13 maggio), nonché sulla partecipazione ad esse della portaelicotteri Izumo a
Busan anche se quest’ultima eventualità è stata smentita da Seul: “per quanto riguarda questa esercitazione le
decisioni dei vari Paesi sono già state prese” ha dichiarato Choi Hyun-soo,
Portavoce del Ministero della Difesa della RdC.
“Giudicherò occasione per occasione ciò che
sarà opportuno fare” ha detto il ministro della Difesa di Tokyo Iwaya.
Domenica scorsa, frattanto, il contrammiraglio sudcoreano Kim Myung-soo,
comandante della Prima Flotta della Marina, ha cancellato la propria visita in
Giappone prevista per febbraio.
Di “serie provocazioni di un alleato”
aveva parlato lo scorso 27 gennaio il ministro della Difesa di Seul Jeong
Kyeong-doo invitando la propria Marina a controllare attentamente i voli
militari delle Forze Aeree nipponiche.
Nel contempo una inquietante lista contenente 60 nomi e relative fotografie di oppositori alla base
militare di Henoko è stata ottenuta dal quotidiano Mainichi. La lista,
della cui esistenza si parla dal 2016, è stata compilata dalla ditta di
sicurezza privata Risingsun, incaricata dal Ministero della Difesa di
sorvegliare il cantiere di Camp Schwarb.
Il governo, in risposta ad una interrogazione parlamentare dell’agosto 2016,
aveva smentito di aver richiesto all’azienda di svolgere questa schedatura:
posizione ribadita in forma scritta la scorsa settimana.
Il locale Ufficio della Difesa ha frattanto annunciato la costruzione di una lunga barriera, circa 135 metri di
lunghezza, da posizionare nell’area della baia oggetto dei lavori di
sbancamento mentre un’altra struttura (lunga questa volta 515 metri) sarà
costruita in primavera.
Sul referendum consultivo locale che dovrebbe tenersi il prossimo mese, lo
scorso giovedì l’Assemblea della Prefettura ha approvato, ma non all’unanimità,
una mozione che prevede che sulla scheda siano inserite le opzioni “sì”, “no” e
“nessuna delle due”.
Il referendum dovrebbe svolgersi il
prossimo 24 febbraio anche se cinque comuni, tra cui quello di Ginowan, sui
41 totali che compongono la Prefettura si oppongono ad esso.
Nelle municipalità che hanno posto ostacoli burocratici le operazioni di voto
saranno effettuate in alcuni asili.
Da Washington è, frattanto, giunta l’approvazione della vendita al Giappone, per 2,15 miliardi di dollari, di missili destinati al sistema antimissilistico Aegis. Gli armamenti saranno destinati alle batterie installate a terra nelle Prefetture di Akita e Yamaguchi dove saranno dispiegati entro il 2023.
Sul disarmo il 26 gennaio scorso Daisaku Ikeda, presidente dalla potente associazione buddista Soka Gakkai aveva diffuso la 37° proposta annuale per la pace elaborata dal gruppo religioso ed intitolata “Verso una Nuova Era di Pace e Disarmo: per un approccio centrato sulle persone”. Il documento ha salutato positivamente il trattato per bando totale delle armi atomiche siglato nel 2017 (al quale il Giappone non aderisce) e proposto l’organizzazione di una conferenza internazionale per il disarmo nucleare.
In politica estera il Segretario Generale del Gabinetto
Yoshihide Suga ha tagliato corto circa le preoccupazioni
francesi per la lunga detenzione dell’ex manager di Nissan e cittadino francese
Carlos Ghosn. “L’indagine è condotta
da un’organizzazione indipendente in rigido accordo con le procedure
giudiziarie e relative garanzie” ha affermato lo scorso lunedì il Portavoce
dell’esecutivo.
Il giorno precedente il Presidente francese Macron in visita in Egitto aveva
parlato di una “lunga detenzione” in “dure condizioni” per l’ex numero uno
del colosso automobilistico.
Sui conti di Ghosn anche la Commissione per i Titoli e gli Scambi degli Stati
Uniti ha avviato una propria indagine.
Lo scorso mercoledì l’ex dirigente,
nel corso della sua prima intervista dal momento del suo arresto, ha sostenuto che la sua situazione è stata
generata da “complotto e tradimento” orditi in casa Nissan da coloro che si
opponevano ad una maggiore integrazione tra la casa automobilista giapponese e
Renault.
“C’era un piano di integrazione” ha
spiegato Ghosn al quotidiano economico Nikkei al quale si sarebbe opposto il
presidente di Nissan Saikawa.
Sulla conclusione del trattato
di pace con la Russia il portavoce del Cremlino Peskov ha ribadito che l’adesione del Sol Levante alle sanzioni
anti-russe promosse dagli Stati Uniti “impedisce
molto la firma dell’accordo”.
“Sono territori che spettano al Giappone”
ha dichiarato dal fronte dell’opposizione Yukio Edano, preoccupato, all’opposto
dei russi, che il governo stia concedendo troppo alla controparte non
difendendo l’interesse nazionale.
Frattanto, dopo che già a dicembre erano sorte alcune dispute, si fanno più stringenti i controlli dei russi sulle
loro acque territoriali: lo scorso 26 gennaio la Guardia Costiera russa ha
sequestrato una nave da pesca che era entrata in Zona Economica Esclusiva di
Mosca.
Sulla vicenda dei risarcimenti
che diversi tribunali sudcoreani hanno stabilito vadano corrisposti ad ex
forzati di guerra sfruttati da aziende nipponiche durante l’occupazione
coloniale il ministro degli Esteri di Tokyo Taro Kono si è appellato lo scorso
lunedì al governo della RdC “affinché si
attenga con fermezza ai propri impegni internazionali” e cioè considerando
il capitolo sui risarcimenti sepolto dall’accordo stretto dalle due nazioni nel
1965.
Kono, inoltre, aumentando la tensione più del dovuto e del consigliabile, nel
proprio discorso in parlamento ha anche ribadito che il governo giapponese proseguirà nella propria rivendicazione delle
isole Dokdo (chiamate isole Takeshima da Tokyo).
Per un’azione più decisa contro la Corea del Sud si sono invece pronunciati lo
scorso mercoledì un gruppo di parlamentari liberal-democratici i quali
avrebbero discusso circa l’opportunità di richiamare addirittura l’ambasciatore
edochiano a Seul Nagamine presente per altro alla riunione.
Lo scorso mercoledì, nel contempo, un’altra sentenza, emessa dall’Alta Corte di
Seul, ha confermato la condanna, inflitta nel 2016 da una corte di grado
inferiore, all’azienda meccanica Nanchi-Fujikoshi la quale dovrà risarcire con
100 milioni di won ciascuno 5 ex schiavi coreani sfruttati nel corso del
secondo conflitto mondiale.
Per quanto concerne i rapporti
con la Cina nuovo e rituale appello affinché non si alteri lo status quo
nel Mar Cinese Orientale e Meridionale è stato rivolto alla Repubblica Popolare
nella medesima occasione.
Nonostante la sempre latente tensione lo scorso venerdì si sono tenuti i
colloqui, ormai periodici, volti ad evitare incidenti marittimi ed aerei
nell’area. Presente per il Giappone il viceministro degli Esteri Takeo Mori
mentre a rappresentare la RPC Kong Xuanyou: “lavoreremo
per rafforzare le nostre relazioni lavorando senza riserve con il Giappone”
ha dichiarato il viceministro di Pechino.
Frattanto ad Osaka la locale Corte Distrettuale ha respinto il tentativo di alcuni ex forzati di guerra cinesi e dei loro
parenti di ottenere un risarcimento dal Governo.
La causa era iniziata nel 2015 e la richiesta dei 19 ricorrenti (ex schiavi
nella miniera di Hanaoka) ammontava a 82,5 milioni di yen. La sentenza si basa
sull’accordo sino-giapponese del 2015 con il quale la Cina negava ai propri
cittadini la richiesta di risarcimenti di guerra dal Sol Levante.
Sul gioco d’azzardo sarebbero tre le Prefetture pronte ad
ospitare casinò dopo che lo scorso anno una controversa legge ne ha consentito,
anche se con alcune restrizioni, la loro apertura all’interno degli alberghi.
Un sondaggio condotto dall’agenzia di stampa Kyodo e che ha interessato tutte e
47 le Prefetture del Giappone nonché le 20 città più grandi ha rilevato come il comune di Osaka e le Prefetture di
Wakayama e Nagasaki sono le tre realtà maggiormente propense a favorire
l’apertura di case da gioco nei loro territori.
Tra le altre realtà interessate, anche se in misura minore alle prime tre, vi
sarebbero anche Nagoya, la Prefettura di Ibaraki, Tokyo, Yokohama e la
cittadina turistica di Tomakomai (Hokkaido).
In economia le vendite di elettrodomestici lo scorso anno hanno raggiunto un valore superiore ai 19 miliardi di euro: si tratta della cifra più alta degli ultimi 22 anni (la crescita sul 2017 è stata del 4,1%) ed a guidare la crescita sono state le vendite record di condizionatori. A rendere noto il dato l’associazione datoriale di categoria.
In casa Nissan,
al netto delle vicende che coinvolgono Ghosn, sono stati forniti la scorsa
settimana i dati sulle vendite del 2018. L’alleanza delle tre case automobilistiche
Nissan-Renault-Mitsubishi ha totalizzato vendite per 10.760.000 veicoli
segnando un +1,4% rispetto al 2017.
A trainare le vendite soprattutto i piccoli veicoli commerciali (circa 2
milioni di mezzi e +13,5% rispetto all’anno precedente) e le auto elettriche
(+34%).
Tra le singole aziende le vendite di Renault sono cresciute del 3,2%, quelle di
Mitsubishi del 18,3% mentre quelle di Nissan sono calate del 2,8%.
Primo mercato di destinazione delle
produzioni è stato la Cina (con 1.920.000 veicoli) seguita da Stati Uniti
(1.611.000), Francia (763.000), Giappone (727.000) e Russia (648.000) mentre
l’Italia si è piazzata nona tra le prime dieci nazioni con 277.000 veicoli.
Lo scorso venerdì ad Amsterdam si sono riuniti i nuovi vertici di Nissan e
Renault per la prima dall’arresto dell’ex manager e a meno di una settimana dei
nuovi incarichi conferiti a Bollore e Senard in Renault (a rappresentare Nissan
è stato invece Saikawa). Presente in videoconferenza anche Osamu Masuko di
Mitsubishi.
Tra le aziende giapponesi del settore automobilistico la
seconda posizione è stata conquistata da Toyota
(la quale ha però raggiunto i risultati non facendo parte di alleanze
multinazionali) con 10.590.000 autovetture.
Per la cronaca la prima posizione a livello mondiale è occupata da Volkswagen
con 10.830.000 veicoli.
Prospettive di crescita ipotizzate da Honda specialmente per quanto concerne il mercato cinese. La
società ha previsto di chiudere l’anno fiscale con profitti pari a 695 miliardi
di yen (+20 miliardi rispetto alla precedente previsione). Nel periodo
aprile-dicembre l’azienda ha segnato utili per un +34,5% (in termini assoluti
oltre 623 miliardi di yen).
Nei primi nove mesi dell’anno Honda ha venduto 1.130.000 automobili in Cina ed
1.240.000 negli Stati Uniti. Per quanto riguarda i ciclomotori nel solo mercato
asiatico le vendite sono ammontate a 11.360.000.
Ad Iwate, nel contempo, le Ferrovie del Giappone Orientale hanno iniziato i test di un bus a guida automatica su di una tratta stradale aperta nel 2013 in sostituzione ad una ferrata chiusa a causa del disastro naturale del marzo 2011. Il mezzo ha percorso complessivamente 400 metri raggiungendo una velocità massima di 40 chilometri orari.
Nel settore aereo ANA Holding ha annunciato che potrebbe
acquistare 38 aerei da Boing ed Airbus (per una spesa complessiva di 4,33
miliardi di dollari) nonché un pacchetto di azioni della filippina PAL Holding
(il 9,5% della società per una spesa di poco inferiore ai 100 milioni di
dollari) al fine di espandersi maggiormente sul mercato asiatico.
A Montréal prosegue nel contempo lo scontro
tra Mitsubishi Aircraft e Bombardier: la compagnia canadese – che lo scorso
anno aveva accusato la società nipponica di aver contrattualizzato propri ex
dipendenti i quali avrebbero portato in dote alcuni segreti industriali – è
stata accusata condotte contrarie alla concorrenza.
Nell’energia la liberalizzazione
del mercato del gas nella capitale avvenuta nell’aprile 2017 è costata a
Tokyo gas 650.000 utenze: a dichiararlo il presidente della società Takashi
Uchida.
“La competizione è cresciuta più del
previsto” ha dichiarato il manager la cui società conserva comunque oltre
1.600.000 contratti nella Prefettura.
Nel carbone si assiste invece un
sempre maggiore allontanamento degli
investimenti dovuto alle nuove politiche ecologiche implementate o in fase
di proposizione legate agli accordi sul clima di Parigi.
Tra le aziende che potrebbero non acquistare più diritti o altre opzioni
finanziarie sulle miniere di carbone vi sono Itochu Corporation la quale
continuerà però a sviluppare le miniere possedute in Colombia ed Australia (la
società ha venduto lo scorso anno circa 11,5 milioni di tonnellate di carbone).
Anche Mitsui e Mitsubishi sono pronte a ridurre la propria presenza nel
settore: entrambe le società hanno annunciato che venderanno le proprie
partecipazioni concernenti le miniere australiane mentre Marubeni (che gestisce
centrali elettriche a carbone) dovrebbe uscire da questo tipo di produzioni per
il 2030.
In Giappone la produzione elettrica da carbone attualmente ammonta a circa il
30% del totale.
In Hitachi riviste parzialmente le prospettive di crescita per l’anno fiscale che terminerà a marzo in virtù di ipotizzate vendite di azioni possedute nell’automobile e nei sistemi ferroviari. Stando alla nuova elaborazione la società si attende profitti per 180 miliardi (-50,4% rispetto allo scorso anno ma +80 miliardi rispetto al precedente previsione).
Il 28 gennaio intanto sono informalmente partite le trattative per i rinnovi contrattuali annuali.
In quella data a Tokyo si è tenuto il forum annuale di Keidanren che dovrà
rispondere a governo e sindacati circa la necessità,
vitale per la domanda interna, di aumento generalizzato dei salari. Sulla
vicenda il leader della confindustria Hiroaki Nakanishi con vari giri di parole
ha sostenuto che la propria organizzazione spingerà piuttosto ad aumentare il
welfare aziendale e che i salari aumenteranno su base annuale “se le condizioni degli utili saranno
globalmente favorevoli”.
Di tutt’altro avviso Rengo, la maggiore confederazione sindacale del Paese, per
la quale i salari debbono aumentare su base mensile.
“Nel corso del periodo di deflazione
degli ultimi vent’anni il divario salariale è cresciuto ogni anno. Il Giappone
è diventato una società ineguale” ha affermato il presidente di Rengo in
una conferenza stampa volta a presentare le proposte della confederazione sulla
questione salariale.
Tra le varie categorie il sindacato dei metalmeccanici è propensa a richiedere
alla parte datoriale aumenti su base mensile ma legati ad obiettivi di
produzione mentre il sindacato dei lavoratori dell’industria elettronica
chiederà aumenti uniformi di 3.000 yen.
Frattanto gli ultimi dati sul tasso di
disoccupazione riferiti all’anno solare 2018 hanno mostrato che esso ha
raggiunto il livello più basso degli
ultimi 26 anni toccando la cifra del 2,4% (-0,4% rispetto al 2017). In
termini assoluti i disoccupati sono stati 1.660.000 mentre la popolazione
lavoratrice ha raggiunto la cifra di 66.640.000.
Rassicurazioni, come già aveva fatto Abe, sull’andamento
economico dell’Arcipelago sono state fornite dal vicepremier Taro Aso nel
proprio discorso tenuto alla Dieta il 28 gennaio: “useremo ogni strumento affinché l’economia rimanga sul binario della
crescita” ha affermato il titolare delle Finanze. Risultati positivi nella
crescita economica del Paese da quando Abe è al potere sono stati sottolineati
anche dal ministro per la Rivitalizzazione Economica Motegi il quale però ha
messo in guardia circa i rischi del protezionismo per l’economia nipponica.
Nonostante l’ottimismo profuso a piene mani un recentissimo report presentato
dagli uffici dell’esecutivo ha rivisto al ribasso l’export per il mese corrente
a causa della tensione commerciale USA-Cina.
Parziale tranquillità sul fronte delle
esportazioni i giapponesi sperano di trovarla nell’Unione Europea: il primo
febbraio è entrato ufficialmente in vigore l’accordo di partenariato economico che porterà il Sol Levante ad
abolire entro il 2035 la quasi totalità dei dazi doganali sui prodotti europei
e viceversa.
I dazi sul vino sono già stati quasi del tutto aboliti mentre quelli sul
formaggio, sullo zucchero e sulla carne di maiale scenderanno gradualmente.
“L’Unione Europea è la casa del vino e
saremo costretti ad affrontare la concorrenza e ci aspettiamo un aumento del
vino importato” ha commentato Toru Mochizuki dell’Associazione dei
Produttori di Vino di Yamaguchi.
Di tutt’altro avviso Toshihisa Sugita della Camera di Commercio di Kofu per il
quale l’abolizione dei dazi potrebbe aprire le porte dell’Europa ai vini
prodotti nella Prefettura.
Preoccupatissimi sono invece i produttori di formaggio (anche se il settore è
piuttosto marginale in seno all’agricoltura nipponica) ed in particolare quelli
di Hokkaido.
Sul nucleare Toshiba ha presentato
lo scorso martedì un robot che dovrebbe operare nella centrale di Fukushima
raggiungendo il combustibile nucleare presente nel secondo reattore. Il mezzo
avrà un lungo braccio (11 metri) che servirà a toccare e, così sperano in casa
TEPCO, rimuovere il combustibile fuso.
Frattanto polemiche sono sorte circa la progressiva
diminuzione degli aiuti ai circa 40.000 sfollati dell’area: “non è appropriato terminare o ridurre il
sostegno per coloro che stanno soffrendo ed occorre valutare caso per caso”
ha detto Edano del PCD.
In settimana l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha diffuso un
proprio rapporto che invita TEPCO a predisporre adeguati spazi per lo
stoccaggio del materiale maggiormente radioattivo presente nei tre reattori prima
di iniziare le attività di prelevamento.
“È molto meglio fare bene piuttosto che
fare presto” ha convenuto Dale Klein, ex Presidente della Commissione
Regolatrice per il Nucleare degli Stati Uniti.
A Tokyo il Ministero dei Trasporti ha annunciato un piano
per il rafforzamento della prevenzione
antisismica in previsione delle prossime Olimpiadi del 2020. In particolare
sarà potenziata l’assistenza per i numerosissimi stranieri che visiteranno in
quel periodo la capitale assicurando una maggiore pubblicità dei luoghi di
concentramento e delle vie di fuga.
Secondo recenti dati elaborati dal governo vi è una probabilità del 70% che nei
prossimi 30 anni un terremoto di elevata magnitudo colpisca Tokyo uccidendo
potenzialmente 23.000 persone e danneggiando 610.000 edifici.
Nell’istruzione il sindaco di Osaka, Hirofumi Yoshimura, ha presentato al consiglio cittadino che
si occupa del settore una proposta che prevede di legare il 20% del salario dei dirigenti scolastici di elementari e
medie alla media dei voti dei loro studenti. La proposta giunge dopo che
per il secondo anno di fila la città si è posizionata ultima, tra le 20 città
più grandi del Paese, nella classifica sui risultati scolastici.
La città ha frattanto presentato lo scorso mercoledì l’organismo che
organizzerà l’Esposizione Universale del 2025 che le è stata recentemente
assegnata. Presidente dell’organismo il leader di Keidanren Nakanishi mentre
altri membri del corpo direttivo sono – oltre, ovviamente, al sindaco ed al
Governatore della Prefettura Ichiro Matsui – Yoshimitsu Kobayashi (presidente
dell’Associazione dei Dirigenti d’Azienda) ed Akio Mimura (Presidente della
Camera di Commercio e Industria del Giappone).
In ambito pensionistico perdite
record sono state registrate nell’ultimo trimestre del 2018 dal fondo pensione pubblico GPIF: ben
14.800 miliardi di yen.
Le perdite, causate dalla contrazione economica globale causata dalla guerra
commerciale che gli USA hanno dichiarato al mondo, sono state di 7.655 miliardi
di yen sul portafoglio azionario posseduto nel Sol Levante e di 6.858 miliardi
all’estero mentre 718,2 miliardi sono state le perdite da investimenti in bond
sempre all’estero.
In campo demografico
gli ultimi dati governativi, resi noti lo scorso giovedì, mostrano come la forza attrattiva di Tokyo ai danni delle
altre Prefetture abbia provocato, nell’ultimo anno solare, un saldo
positivo pari a 140.000 unità (+14.000 rispetto al 2017).
Nell’area metropolitana di Tokyo (comprendendo anche Saitama e Kanagawa)
l’ultimo anno è stato complessivamente il 23° di crescita della popolazione.
Tra le Prefetture che più hanno perso popolazione vi sono invece Ibaraki
(-7-744), Fukushima (-7.421) e Niigata (-6.901).
(con informazioni di yna.co.kr; tass.com; asia.nikkei.com; nissan-global.com; cdp-japan.jp; dpfp.or.jp; mainichi.jp; asahi.com; the-japan-news.com)
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Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.