Nelle elezioni tenutesi lo scorso 7 luglio, la Governatrice uscente della Prefettura Metropolitana di Tokyo, Yuriko Koike, si è confermata ottenendo poco più di 2.918.000 voti (il 42,77%). Koike ha comunque ottenuto il 16,93% in meno (poco più di 743.000 voti) in meno rispetto alle consultazioni che la videro vincitrice nel 2020 e ciò nonostante l’ingresso in maggioranza dei liberal-democratici i quali quattro anni fa non candidarono nessuno alla guida dell’ente locale.
Dietro Koike – sostenuta dalla sua lista, “Tomin First no Kai”, e da PLD, Nuovo Komeito e dai centristi del Partito Democratico per il Popolo – si è piazzato, a sorpresa, Shiji Ishimaru, candidato indipendente e sindaco – tra il 2020 e quest’anno – di Akitakata che ottenuto il 24,3% (1.658.000 voti).
Soltanto terza la portabandiera dei progressisti Renho Murata – appoggiata dal Partito Costituzionale Democratico nonché da comunisti e socialdemocratici – che ha portato a casa appena il 18,81% (1.283.000 voti).
Nel 2020, il principale candidato dei progressisti, l’avvocato vicino ai comunisti Kenji Utsunomiya che fu appoggiato dal PCG, PCD, PDP e PS, ottenne il 13,76% purtuttavia, all’epoca, un altro candidato progressista, Taro Yamamoto di Reiwa Shinsengumi, ottenne il 10,72%.
Dietro Renho, l’ex generale dell’Aviazione Toshio Tamogami, candidato indipendente dalle posizioni di ultradestra che ha ottenuto il 3,92% pari a 267.000 voti (l’8,5% in meno rispetto al 2020). Sotto il 3% tutti gli altri 52 candidati tra i quali si segnalano l’indipendente Takahiro Anno, un’ingegnera informatica, che si è piazzata quinta ottenendo 154.000 voti (il 2,27%); Satoshi Utsumi, uno youtuber ed imprenditore nel settore delle pseudomedicine (si occupa di medicina tradizionale cinese, di paccottiglia pseudoquantistica ed è un noto antivaccinista), che ha totalizzato 121.000 voti (l’1,78%); Kiyoteru Mizuhara (noto con lo pseudonimo di Himasora Akane), un giocatore di videogiochi su youtube che ha ottenuto 110.000 voti (l’1,62%) e l’avvocato Yukito Ishimaru (96.000 voti pari all’1,41%).
Nessun candidato è stato presentato e nessun appoggio è stato fornito ad alcuno dei candidati poi schieratisi dal Partito della Restaurazione e da Reiwa Shinsengumi.
Particolare la campagna elettorale condotta dal Partito per Proteggere il Popolo dall’NHK che ha schierato numerosi candidati (ben 24) alla carica di Governatore con l’unico obiettivo di vedersi assegnati più spazi elettorali, tabelloni poi concessi, dietro donazione, a singoli sostenitori del partito i quali potevano stampare da sé un manifesto ed incollarlo negli spazi assegnati alla formazione politica. Diversi manifesti sono stati rimossi (uno perché pubblicizzava un sito pornografico, un altro perché raffigurava un artista deceduto senza il consenso della società che ne detiene i diritti ecc.).
Contestualmente sono stati rinnovati nove seggi dell’assemblea prefettizia i quali sono andati a Tomin First no Kai (3 seggi), al PLD (2), al PCD (1) ed a tre candidati indipendenti. Il dato negativo del PLD sarà “preso con serietà” ha dichiarato Fumio Kishida. Al 60,62% (+5,62% rispetto al 2020) l’affluenza.
Un elogio per aver sollevato alcune questioni, come l’auspicata da Koike distruzione del parco Jingu Gaien, è stato espresso, in un comunicato di commento al risultato, dalla federazione edochiana del Partito Comunista.
Di un “risultato molto deludente” ha parlato, a nome del Partito Costituzionale Democratico, Katsuya Okada.
Negli scandali, la Corte Distrettuale di Tokyo ha condannato Hakuhodo, società che si occupata di parte della pubblicità delle Olimpiadi di Tokyo 2020, a pagare una sanzione di 200 milioni di yen per tentata turbativa d’asta. Il tribunale ha anche condannato Kenichiro Yokomizo, ex presidente di Hakuhodo DY Sports Marketing, ad un anno e mezzo di prigione – con pena sospesa per tre anni – per il medesimo reato. Hakuhodo è la prima delle sei società coinvolte ad essere condannata in relazione alla vicenda.
Circa la vicenda della Chiesa dell’Unificazione, giovedì scorso, la Corte Suprema ha annullato la sentenza dell’Alta Corte di Tokyo che aveva esentato la Chiesa dell’Unificazione dalla restituzione delle donazioni alla famiglia di un ex membro deceduta valutando non valido il documento firmato dalla stessa e con il quale rifiutava eventuali restituzioni. Il massimo organismo giudiziario ha quindi rimandato il caso all’Alta Corte della capitale.
In politica estera, il 7 luglio si è avuto il settimo anniversario dell’adozione da parte delle Nazioni Unite del Trattato per l’abolizione delle armi atomiche poi approvato il 22 gennaio del 2021 con la ratifica di almeno 50 Paesi.
In previsione della conferenza di revisione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare, le associazioni nipponiche che si battono per il disarmo hanno chiesto, lo scorso 9 luglio, che il Sol Levante prenda l’iniziativa in direzione del disarmo.
“E’ molto deludente che il governo non si sia impegnato chiaramente nella soddisfazione delle nostre richieste” ha affermato Terumi Tanaka, rappresentante della Confederazione delle organizzazioni delle vittime delle Bombe Atomiche ed all’Idrogeno, al termine dell’incontro con funzionari del dicastero degli Esteri che hanno ribadito la necessità per l’esecutivo nipponico di mantenersi nella politica di deterrenza nucleare.
Al sette luglio di quest’anno sono state quasi 700 le mozioni approvate da enti locali per chiedere che il Sol Levante aderisca al trattato.
Mercoledì, intanto, il premier Kishida è volato a Washington per partecipare, anche se il Giappone non ne fa parte, al vertice NATO ove coordinerà con gli altri Paesi del blocco il contrasto a Cina e Russia che è stato il cuore dell’incontro.
Nel corso del vertice, Kishida ha incontrato il Presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol nel corso del quale è stata confermata la cooperazione e cioè, nei fatti, la copertura per gli Stati Uniti del fianco settentrionale del Pacifico.
Venerdì poi Kishida è poi volato per la Germania ove ha incontrato il capo del governo, Olaf Scholz, con il quale ha concordato un rafforzamento della cooperazione militare bilaterale al fine di contrastare più efficacemente la Cina. In campo militare, il viceministro della Difesa, Makoto Oniki, ha reso noto, lunedì scorso, che, nell’anno fiscale terminato in marzo, le Forze di Autodifesa hanno reclutato appena il 51% dei nuovi soldati che il dicastero aveva in animo di reclutare: 9.959 contro i 19.598 fissati come obiettivo.
Ad Okinawa, nonostante le proteste dei cittadini e della Prefettura, lo scorso otto luglio si sono svolte, presso la base di Kadena, delle esercitazioni condotte da militari statunitensi e che hanno visto la partecipazione di paracadutisti. L’area è densamente popolata.
Due giorni dopo, inoltre, l’assemblea prefettizia ha approvato una mozione di protesta e di richiesta di risarcimento in relazione ai casi, ormai diventati numerosi, di violenza contro le donne da parte di militari statunitensi dislocati nelle numerosi base sparse nella Prefettura.
Lo stesso giorno, in sede di commissione Esteri e Difesa della Camera dei Consiglieri, il dirigente del Ministero degli Esteri Hiroshi Arima ha affermato che nessuno dei cinque casi di violenza sessuale accaduti tra dicembre 2023 e il giugno di quest’anno è stato segnalato allo stesso Ministero dalle autorità statunitensi così come prevede un accordo siglato nel 1997 tra le due nazioni.
Il 4 luglio, intanto, stando a notizie filtrate alla stampa e non commentate dalle parti, il cacciatorpediniere Suzutsuki sarebbe entrato in acque territoriali cinesi nei pressi della provincia dello Zhejiang. Il giorno precedente la violazione, la Marina militare cinese aveva svolto delle manovre di cinque giorni che il Suzutsuki aveva il compito di monitorare.
Circa i bilanci definitivi del dicastero della Difesa per l’anno fiscale 2023, è emerso che Mitsubishi Heavy Industries ha ricevuto per i propri servizi (principalmente per la vendita di sistemi d’arma come i missili terra-nave Tipo 12) 1.680,3 miliardi di yen: 4,6 volte quanto incassato nel 2022.
Al secondo posto vi sono gli Stati Uniti con 1.368,6 miliardi incassati e cioè 3,7 volte in più rispetto all’anno precedente; al terzo Kawasaki Heavy Industries con 388,6 miliardi (2,3 volte in più); al quarto NEC con 295,4 miliardi (3,1 volte in più) e al quinto Mitsubishi Electric con 268,5 miliardi (3,6 volte in più).
Venerdì, è stato intanto pubblicato il rapporto annuale sulla Difesa il quale ha definito, senza sorpresa, come maggiori pericoli per l’Arcipelago le capacità missilistiche nordcoreane (in particolare in riferimento ai missili Hwasong-18) e la cooperazione militare tra RPDC e Russia nonché le tensioni tra la Cina e la sua provincia ribelle di Taiwan.
Il Sol Levante intende quindi contrastare la RPC in primo luogo mediante un rafforzamento del formato QUAD e dell’AUKUS.
Lo stesso giorno, il ministro Kihara ha annunciato che sono state comminate sanzioni a 218 militari per varie violazioni della disciplina o veri e propri reati (dalla cessione di informazioni riservate al non pagamento di pasti in mensa). Tra i soldati colpiti, 11 sono stati radiati, 2 retrocessi di grado, 83 sospesi e 14 hanno ricevuto tagli al salario.
In relazione a questi casi, che hanno riguardo in primo luogo la Marina, sono state annunciate le dimissioni del capo di Stato Maggiore, l’ammiraglio Ryo Sakai, che sarà sostituito dal viceammiraglio Akira Saito. Ammonimenti sono stati indirizzati anche al viceministro Kazuo Masuda ed al capo di Stato Maggiore Congiunto Yoshihide Yoshida.
Assumendosi la responsabilità quale ministro, Kihara ha annunciato la restituzione di un mese del proprio stipendio.
In economia, i salari reali di maggio sono calati dell’1,4%: si tratta del ventiseiesimo mese con il segno meno. A determinare il dato è stata, largamente, la debolezza dello yen che ha portato ad un rialzo dei prezzi delle importazioni: in primo luogo quelle di greggio che trascinano a loro volta quasi tutto il resto.
In campo monetario, il dollaro si è leggermente deprezzato rispetto allo yen toccando quota 1 a 157 dopo che nella settimana precedente la moneta nipponica era stata quotata tra 160 e 161 rispetto a quella statunitense. L’intervento, non commentato dai vertici finanziari del Paese, è costato circa 19 miliardi di dollari.
Nell’elettronica, la nipponica Resonac Holdings ha annunciato il lancio di un consorzio di dieci imprese giapponesi e statunitensi volto allo sviluppo di chip. Gli investimenti saranno effettuati negli Stati Uniti.
Nell’energia, la nipponica Mitsui & Co. Ha annunciato che comprerà il 10% delle azioni di un progetto, da 5,5 miliardi di dollari, di liquefazione di gas operante negli Emirati Arabi Uniti. Il progetto dovrebbe dare i propri frutti dal 2028 e si prefissa l’obiettivo di produrre 9,6 milioni di tonnellate di gas liquefatto all’anno. A dirigere le operazioni sarà la società emiratina Abu Dhabi National Oil la quale conserverà il 60% delle azioni della società cui sarà affidata la concessione di estrazione.
(con informazioni di mod.go.jp; yna.co.kr; mitsui.com; cdp-japan.jp; jcp.or.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.