Iniziamo questa Pillola con la politica estera. Il 17 dicembre si è tenuto a Tokyo l’incontro tra il Sol Levante ed i Paesi dell’ASEAN volto a celebrare i cinquant’anni di cooperazione tra l’Arcipelago ed il blocco delle nazioni dell’area meridionale dell’Asia. Nel corso del vertice sono stati confermati 130 progetti di collaborazione tra le due realtà mentre nella dichiarazione finale si è riaffermato l’impegno a muoversi nel solco della Carta della Nazioni Unite e della Convenzione ONU sul Diritto del Mare.
Nel corso dell’incontro, Kishida ha espresso la volontà del proprio Paese di guidare la decarbonizzazione in Asia ed a tal fine i Paesi presenti hanno sottoscritto una dichiarazione comune nell’ambito della Comunità Asiatica per le Emissioni Zero: un nuovo tavolo di coordinamento volto alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.
Nei rapporti con la Corea del Nord, domenica 17 dicembre, la forze armate di quel Paese hanno lanciato – a distanza di poche ore l’uno dall’altro – due missili balistici in direzione del Mar dell’Est. Il primo missile è caduto in acqua a nord dell’isola di Hokkaido (ed al di fuori della Zona Economica Esclusiva di Tokyo) mentre il secondo, stando a quanto dichiarato dalle autorità sudcoreane, avrebbe avuto il potenziale di percorrere 15.000 chilometri (anche se ne ha percorsi, effettivamente, soltanto 1.000). Tradizionale la convocazione, in Giappone, del Consiglio di Sicurezza Nazionale ed il consueto scambio di informazioni con le autorità militari statunitensi e sudcoreane.
“Qualsiasi tentativo delle forze ostili di utilizzare armi nucleari dovrà affrontare una reazione preventiva e mortale: gli Stati Uniti ed i banditi militari della Repubblica di Corea hanno aggravato la situazione nella Penisola coreana con le loro sconsiderate provocazioni militari come il dispiegamento di mezzi di attacco nucleare e con esercitazioni militari congiunte su larga scala durante tutto l’anno ed inoltre finiranno l’anno con un’anteprima della guerra nucleare. I guerrafondai degli Stati Uniti e della Repubblica di Corea hanno tenuto il secondo incontro del Gruppo consultivo nucleare (NCG) a Washington il 15 dicembre. Hanno annunciato pubblicamente che avrebbero completato le linee guida sul piano strategico nucleare ed il suo funzionamento nonché l’istituzione di un sistema di deterrenza esteso entro la metà del prossimo anno con un’esercitazione operativa nucleare che si terrà durante le esercitazioni militari congiunte su larga scala Ulji Freedom Shield nell’agosto del prossimo anno. Questa è una aperta dichiarazione circa lo scontro nucleare per rendere l’uso delle armi nucleari contro la RPDC un fatto compiuto in caso di emergenza ed esaminare le procedure operative per la sua attuazione in un’atmosfera di vera guerra. Le forze armate rivoluzionarie della Corea del Nord denunciano fermamente le sconsiderate mosse militari degli Stati Uniti e dei banditi militari della RdC che massimizzeranno la tensione dentro ed intorno alla Penisola coreana con atti ostili e provocatori contro la Corea del Nord fino alla fine dell’anno. È chiara l’intenzione degli Stati Uniti, che hanno inviato il sottomarino nucleare Missouri nella Penisola coreana nell’ambito di un pericoloso piano per una guerra nucleare ordito a Washington. Una situazione così critica spinge le nostre forze armate ad optare per contromisure più offensive. L’instabilità della situazione politica e militare di quest’anno, iniziata con l’ingresso del bombardiere strategico B-1B dell’aeronautica statunitense a gennaio e terminata con la visita di un sottomarino nucleare della Marina americana a dicembre, dimostra chiaramente che gli Stati Uniti ed i suoi vassalli intensificano unilateralmente la tensione militare nella Penisola coreana verbalmente o con i fatti. In ogni momento, la crisi di un conflitto nucleare nella Penisola coreana si sta trasformando in una questione di tempo, non di possibilità, poiché l’avventurosa dottrina militare degli Stati Uniti, la quale presuppone l’uso di mezzi di attacco nucleare, si è sviluppata in un modo sempre più pericoloso. […] La RPDC non trascurerà mai le provocazioni degli Stati Uniti che, con l’avvicinarsi della fine dell’anno e l’inizio del nuovo anno, stanno introducendo nuovamente mezzi strategici nucleari nella Penisola coreana, andando contro l’aspirazione ed il desiderio della comunità regionale ed internazionale per la distensione, la pace e la stabilità” si legge in un lungo comunicato del Ministero della Difesa Nazionale della Corea del Nord.
Nelle relazioni con la Cina, il nuovo ambasciatore nipponico a Pechino, Kenji Kanasugi, ha dichiarato che si sforzerà per quanto possibile nel convincere la Cina ad accettare il piano di rilascio in mare delle acque contaminate stoccate all’interno dell’ex impianto di Fukushima ed a rimuovere il divieto alle importazioni di prodotti ittici giapponesi nell’Impero di Mezzo. L’ambasciatore ha anche sostenuto che il processo a carico di un ex rappresentante della Camera Giapponese di Commercio e Industria in Cina “manca di trasparenza” ed ha quindi chiesto la liberazione dell’uomo che si trova in carcere con l’accusa di spionaggio. Kanasugi ha anche chiuso ad ogni dialogo circa le isole Senkaku/Diaoyu le quale “sono territorio afferente il Giappone”. Su queste basi, sembra di capire che i rapporti tra le due nazioni rimarranno tesi anche nel prossimo futuro.
Contro il rilascio in mare delle acque stoccate all’interno dell’ex centrale ha manifestato, lo scorso 19 dicembre, la locale Federazione dei movimenti contadini.
Frattanto, con una mossa che potrebbe alimentare tensioni proprio con Pechino, venerdì scorso, il governo giapponese ha deciso di dichiarare come estesa a 1.000 chilometri a sud di Tokyo la propria piattaforma continentale consentendogli, così, di poterne sfruttare le risorse marittime. La Convenzione ONU per il Diritto del Mare stabilisce che adesso un organismo nominato proprio nel rispetto di quella convenzione stabilisca il diritto o meno del Giappone alla pretesa.
In campo militare, un gruppo di residenti di Saga ha fatto causa al Ministero della Difesa chiedendo lo stop alla costruzione di una base delle Forze di Autodifesa destinata ad ospitare velivoli Osprey. Ad avanzare l’azione legale sono stati alcuni pescatori i quali hanno sostenuto che la cooperativa di pesca che ha venduto al Ministero il terreno necessitasse del voto dell’unanimità dei soci e non soltanto di quello della maggioranza.
Ad Okinawa, invece, la locale Alta Corte ha stabilito, mercoledì scorso, che la giunta prefettizia deve approvare le modifiche al piano di costruzione della nuova base di Henoko. Dalla pubblicazione delle motivazioni, il Governatore, Denny Tamaki, ha tempo tre settimane per approvare il piano ma anche in caso contrario il Ministero delle Infrastrutture potrà comunque procedere. Possibile adesso il ricorso da parte della Prefettura alla Corte Suprema. Il 20 dicembre, in 300 hanno manifestato a Naha in solidarietà col Governatore.
Sempre in ambito militare, il Sol Levante ha ceduto alle Filippine un sistema di sorveglianza radar prodotto da Mitsubishi Electric. Si tratta del primo macchinario completo di questa tipologia ad essere esportato dopo l’introduzione delle norme che hanno facilitato la vendita all’estero di prodotti bellici nipponici. L’evento è stato celebrato dal ministro della Difesa della nazione dell’Asia meridionale, Gilberto Teodoro, il quale ha espressamente condannato la proiezione cinese in quei mari.
Da ormai molti anni, il Giappone sta lavorando per coinvolgere le Filippine in un’asse volto a contenere la Repubblica Popolare Cinese nell’Asia del sud.
“Ieri, su richiesta delle Filippine, il membro dell’Ufficio Politico del Comitato centrale del PCC e ministro degli Esteri Wang Yi ha avuto una telefonata con il ministro degli Esteri filippino Enrique Manalo. Il ministro degli Esteri Wang Yi ha affermato che le relazioni Cina-Filippine affrontano gravi difficoltà e che la causa principale risiede nel cambiamento di politica e posizione delle Filippine le quali rifiutano di onorare i propri impegni nonché nelle ripetute provocazioni che minano i diritti e gli interessi legittimi e pienamente nel diritto della Cina. Le relazioni bilaterali sono ora ad un bivio. Dove andranno dipende dalla scelta che verrà fatta. Le Filippine devono essere molto prudenti al riguardo” ha affermato, il giorno successivo, il Portavoce del Ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin il quale ha poi sostenuto che “quando si tratta di controversie marittime con i nostri vicini, la posizione della Cina è coerente, chiara e senza alcun cambiamento. Il nostro impegno nel gestire adeguatamente le controversie attraverso il dialogo e la consultazione non è cambiato. La nostra volontà di collaborare con le Filippine per attuare le intese raggiunte in precedenza non è cambiata. La nostra politica di collaborazione con le Filippine e gli altri Paesi dell’ASEAN per salvaguardare la pace e la stabilità nel Mar Cinese Meridionale non è cambiata. Ultimo ma non meno importante, la nostra determinazione a salvaguardare la nostra sovranità e i nostri diritti ed interessi legittimi non è cambiata e non cambierà. Ci auguriamo che le Filippine decidano razionalmente, seguano la strada giusta per far sì che i vicini vadano d’accordo tra loro e collaborino con la Cina per gestire e gestire adeguatamente la situazione marittima”.
Venerdì, intanto, il Giappone ha rivisto le proprie linee guida all’esportazione di armamenti le quali consentiranno ai Patriot prodotti in Giappone su licenza statunitense di essere ceduti anche ad un Paese terzo (e cioè all’Ucraina). La mossa non potrà che essere seguita, come risposta, da una maggiore cooperazione militare russo-nordcoreana.
La riforma, un semplice aggiornamento di un regolamento senza alcuna necessità di un passaggio parlamentare, consentirà, allo stato attuale, l’esportazione di 79 tra sistemi d’arma e componenti (tra questi: granate da mortaio da 120 mm prodotte per la Francia, canne per il fuoco rapido in mare prodotte per l’Italia ecc. ecc.).
“Oggi è stata presa la decisione del Consiglio dei Ministri di rivedere i tre principi e le linee guida operative per il trasferimento di attrezzature di Difesa. Non posso fare a meno di trovare strano che una simile decisione del governo, la quale tocca i fondamenti della politica estera e di difesa del Giappone, sia stata presa senza alcuna spiegazione al popolo o dibattito in seno alla Dieta. Basandosi sul pacifismo della nostra Costituzione, il Giappone ha gestito con attenzione le esportazioni di armi per evitare di aggravare i conflitti internazionali. I tre principi per il trasferimento di attrezzature di difesa devono essere conformi allo spirito pacifista della Costituzione e, in particolare, sulla base della storia passata di non trasferimento di armi letali, i tre principi per il trasferimento di attrezzature di difesa devono essere mantenuti e le esportazioni di armi dovrebbero essere strettamente limitate. Questa decisione rende possibile il trasferimento di prodotti finiti per prodotti su licenza, nonché trasferimenti verso Paesi licenziatari diversi dagli Stati Uniti e Paesi terzi. Per quanto riguarda lo sviluppo congiunto internazionale (di armi ndr), consentiamo anche il trasferimento di prodotti finiti da un Paese partner ad un Paese terzo e la fornitura diretta di componenti e tecnologia dal Giappone a un Paese terzo. Inoltre, in linea di principio, le parti possono essere trasferite. Anche se comprendiamo la necessità di rispondere alle apparecchiature con prestazioni più elevate e ai costi crescenti, la portata delle apparecchiature che possono essere trasferite è stata notevolmente ampliata mentre la Dieta non è in sessione, senza spiegazioni o discussioni dettagliate all’interno della stessa. Inoltre, il supporto alle attrezzature per i Paesi invasi dovrebbe continuare a concentrarsi sull’equipaggiamento difensivo, in modo che i civili in luoghi come l’Ucraina non perdano la vita a causa delle armi di fabbricazione giapponese. Il Partito Costituzionale Democratico del Giappone continuerà a promuovere il progresso del Giappone come nazione pacifica, garantendo anche la possibilità di trasferimenti singoli (di sistemi d’arma ndr), garantendo l’ottenimento del consenso preventivo in caso di trasferimento in un Paese terzo e conducendo controlli rigorosi al fine di non incoraggiare conflitti internazionali […]. si legge in una dichiarazione di Koichiro Genba, responsabile Esteri e Difesa del Partito Costituzionale Democratico.
Lo stesso giorno, l’esecutivo ha approvato – nell’ambito delle richieste provenienti anche dagli altri dicasteri – la richiesta di bilancio per la Difesa per l’anno fiscale 2024. La somma richiesta è pari a a 7.900 miliardi di yen: l’ennesimo record ed un +16,5% rispetto al 2023.
All’interno del megabilancio, la cui approvazione parlamentare è pressoché scontata, ben 734 miliardi saranno impiegati al fine di potenziare le capacità di attacco di basi nemiche. Uno dei progetti mira infatti ad aumentare la gittata di un missile terra-nave “tipo 12” a 1.000 chilometri.
Dal 2025, poi, il Giappone acquisterà dagli USA ben 400 missili Tomahawks in grado ci colpire la Cina, la Russia o la Corea del Nord.
In politica interna, la Procura della capitale ha effettuato, lo scorso martedì, due perquisizioni presso le sedi di due correnti del PLD (quella che fu di Abe e quella di Nikai) sospettate di aver creato dei fondi neri non dichiarando alcune entrate derivanti da cene a sottoscrizione. I fondi non dichiarati potrebbero essere stati, dal 2018 al 2022, circa 500 milioni per la corrente Abe e circa 100 per quella di Nikai.
Di una “situazione anormale e senza precedenti” ha parlato il Presidente del Partito Costituzionale Democratico, Kenta Izumi.
In chiusura di settimana, come era nell’aria da tempo, Kishida ha rimosso Koichi Hagiuda dall’incarico di capo dell’ufficio politico e lo ha sostituito con l’ex ministro dell’Istruzione, Kisaburo Tokai. Hagiuda, il quale ufficialmente si dimesso di sua iniziativa, rimarrà nel proprio incarico fino ad aprile. Decisa, contestualmente, la sostituzione – all’ufficio per le questioni parlamentari, di Tsuyoshi Takagi con l’ex ministro della Difesa, Yasukazu Hamada.
Mercoledì scorso, i rappresentanti del Partito Costituzionale Democratico, del Partito Comunista del Giappone, di quello Socialdemocratico, del Partito Democratico per il Popolo, del Partito dell’Innovazione e di Reiwa Shinsengumi hanno incontrato i rappresentanti del PLD e chiesto, congiuntamente, che si tenga un comitato d’indagine parlamentare sui fondi neri creati da correnti liberal-democratiche. Sulla questione, il PCD sta comunque portando avanti una propria indagine.
Rimanendo negli scandali, l’Alta Corea di Osaka ha respinto, il 19 dicembre, la richiesta di risarcimento presentata da Masako Akagi all’indirizzo dell’ex responsabile dell’Ufficio Finanziario del Ministero delle Finanze, Nobuhisa Sagawa.
Masako è la vedova di Toshio, dipendente dell’Ufficio delle Finanze del Kinki che si suicidò, nel marzo del 2018, dopo essere stato invitato dai propri superiori a manipolare dei documenti – poi consegnati al parlamento che svolse su quelli un’indagine – nei quali si affrontava il massiccio sconto offerto a Moritomo Gakuen (un’associazione legata all’allora premier Abe) per l’acquisto di un terreno demaniale.
Sempre ad Osaka, il governo nazionale ha reso noto, martedì scorso, che i costi complessivi di realizzazione dell’Esposizione del 2025 saranno pari a 9.700 miliardi. La stima tiene in conto anche dei lavori infrastrutturali non direttamente legati al sito ove si svolgerà l’evento.
In parlamento, Seiji Maehara (già ministro alle Politiche Economie e Fiscali nel governo Noda ed agli Esteri con Kan nonché Presidente, in due brevi occasioni, del Partito Democratico), ha lasciato il Partito Democratico per il Popolo e fondato una nuova forza politica “Istruzione Libera per Tutti” alla quale hanno aderito anche la senatrice Yukiko Kada ed il deputato Alex Saito (entrambi ex PDP anch’essi). Maehara, presentando il nuovo partito, ha esortato il Partito Costituzionale Democratico ed il Partito dell’Innovazione a cooperare per sconfiggere i liberal-democratici. Le due formazioni hanno, in realtà, ampiamente cooperato, anche nel corso dell’ultima sessione della Dieta, ma hanno importanti divergenze in politica estera, in politica economica e sui temi costituzionali. Nippon Ishin no Kai è infatti spesso all’opposizione del PLD ma da destra mentre il Partito Costituzionale Democratico lo è ugualmente ma da sinistra.
Nella sanità, lo scorso 20 dicembre, nella maggioranza si è trovato un accordo per una futura riforma della sanità che avrà come cardine la riduzione delle spese a carico dello Stato. A partire dall’ottobre del prossimo anno, il 25% della differenza di costo tra farmaci di marca dai brevetti scaduti e gli equivalenti (i quali sono, in genere, ottimi ma in taluni casi possono presentare degli eccipienti problematici per alcuni pazienti) sarà a carico dell’utente e non più del sistema assicurativo pubblico mentre una nuova tariffa da 8.000 yen al mese sarà introdotta per alcune strutture mediche che prevedono il ricovero dei pazienti.
Sempre in quest’ambito, presentando i risultati di un’inchiesta condotta su oltre 3.500 strutture mediche, la Federazione nazionale dei medici delle assicurazioni sanitarie (la Hodanren) ha nuovamente chiesto che sia rivista la soppressione della tessera sanitaria e la sua sostituzione con la “My number” la quale ha mostrato di presentare numerosi problemi di sicurezza dei dati personali e che porta con sé maggiori costi (per la lettura delle carte) per le strutture mediche.
Nella demografia, stime pubblicate venerdì scorso hanno mostrato come, per il 2050, la popolazione di tutte le Prefetture eccetto Tokyo sarà inferiore a quella del 2020.
Secondo quanto elaborato dall’Istituto Nazionale di Popolazione e Sicurezza Sociale, per quella data, la popolazione nipponica calerà del 17% attestandosi a 104,69 milioni di persone.
Alcune Prefetture subiranno cali molto maggiori di altre. La popolazione di Akita dovrebbe diminuire del 41,6%, quella di Aomori del 39% e quella di Iwate del 35,3%.
Unica Prefettura a crescere sarebbe, per l’appunto, quella di Tokyo la cui popolazione, per il 2050, dovrebbe attestarsi a 14,40 milioni di persone e cioè il 2,5% in più rispetto al 2020.
In economia, martedì scorso, il Governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, ha dichiarato che la politica monetaria del Sol Levante non subirà cambiamenti derivanti dalle politiche portate avanti dall’ente di emissione statunitense e che il suo istituto continua a cercare il momento nel quale il tasso d’inflazione del 2% si potrà dire raggiunto in maniera stabile (a novembre, per la cronaca, è stato del 2,5%).
Frattanto secondo dati resi noti nella settimana appena trascorsa, i giapponesi, a fine settembre, possedevano 2.121.000 miliardi di yen in investimenti, fondi ed altre attività. Lo stesso rapporto ha mostrato come la Banca del Giappone possedeva 574.110 miliardi di yen di titoli di Stato ovvero il 53,9% del totale.
Come si menzionava poco sopra, il governo ha approvato, il 22 dicembre, le richieste di bilancio per l’anno fiscale 2024 che saranno esaminate nel corso della prossima sessione della Dieta. L’importo complessivo della prossima finanziaria dovrebbe essere pari a 112.717 miliardi di yen il che significa una riduzione delle spese che non avveniva da 12 anni.
I costi a copertura del debito sono pari a 27.090 miliardi; 37.719,3 miliardi sanno spesi per la previdenza sociale (con un taglio del cosiddetto “aumento naturale” di 140 miliardi di yen); 1.500 miliardi sono confluiti nei fondi di emergenza che il governo può spendere a sua discrezione (di questi 1.000 sono destinati al contrasto dell’inflazione ed agli aumenti salariali); 267,8 miliardi sono destinati ad okinawa (con un taglio secco di 100 milioni rispetto all’attuale anno fiscale).
Tra le varie mancate entrate sono da registrate quelle delle aziende che producono semiconduttori (le quali potranno beneficiare di una riduzione delle imposte per dieci anni) e quelle dei redditi derivanti da proprietà intellettuale (altro settore che beneficerà di sconti fiscali dall’anno 2024).
Per quanto attiene ai servizi postali, il Ministero delle Comunicazioni ha proposto di aumentare il costo dei francobolli per le buste di dimensioni medie del 31% a partire dal prossimo anno. Il costo di una spedizione normale dovrebbe quindi passare da 84 a 110 yen. Le tariffe per questo tipo di spedizioni erano rimaste invaiate dal 1994.
Nei trasporti, le Ferrovie Elettriche di Nankai, un operatore privato della Prefettura di Osaka, hanno sperimentato, lo scorso 18 dicembre, un treno a guida automatica. Il test è il primo nel Sol Levante a coinvolgere un operatore ferroviario privato di superficie. In una scala di 4 nei processi di automazione, il test si è fermato a quota 2,5 e ciò significa che un macchinista era presente ma con il compito di intervenire soltanto in caso di emergenza. Il test è stato effettuato su un percorso di 2,8 chilometri tra le stazioni di Wakayamashi e Wakayamako.
Sempre in quest’ambito, il governo ha deciso, mercoledì scorso, che – a partire da aprile – i divieti alla circolazione di autisti privati a chiamata potrebbero essere parzialmente aboliti. La modifica del regolamento consentirà a quegli autisti che avrebbero i requisiti per far domanda per richiedere una licenza per un’auto pubblica di lavorare con il proprio mezzo nelle aree e nei tempi nei quali vi è una carenza di tassì e purché operino sotto la direzione di una compagnia di servizio tassì.
Nell’elettronica, dallo scorso mercoledì e dopo 74 anni di quotazione, Toshiba non è più una società per azioni. La mossa è l’ultima conseguenza dell’acquisizione (per 2.000 miliardi di yen) del colosso da parte di un consorzio d’imprese guidato da Japan Industrial Partners.
Nell’auto, Daihatsu Motors ha annunciato, mercoledì scorso, la sospensione di tutte le consegne in patria ed all’estero dopo che un tavolo indipendente richiesto dall’azienda aveva accertato la manipolazione di alcuni dati di sicurezza su 64 modelli dal 1989 ad oggi e tra questi tutti gli 11 modelli attualmente venduti dall’azienda in Giappone.
“C’è stata un’enorme pressione sui dipendenti poiché la modifica dei programmi di vendita a causa del fallimento dei test era ampiamente considerata inaccettabile” ha affermato Makoto Kaiami, guida del tavolo investigativo indipendente.
Un’ispezione è stata avviata, il 21 dicembre, anche dal Ministero dei Trasporti. Lo scandalo è l’ennesimo che ha coinvolto, negli ultimi anni, imprese giapponesi. Proprio in casa Toyota (Daihatsu è infatti parte del gruppo), lo scorso marzo, emerse che Hino Motors (altra società del gruppo) aveva presentato alle autorità competenti dei dati sui consumi e sulle emissioni truccati.
Venerdì, l’azienda ha ripreso le consegne verso l’Indonesia.
Un enorme richiamo in casa Honda Motor. L’azienda, a causa di problemi alla pompa del carburante (prodotta de Denso), sta richiamando 2,6 milioni di vetture negli Stati Uniti.
Per problemi agli airbag, invece, Toyota ha annunciato il richiamo di un milione di vetture prodotte tra il 2020 ed il 2022.
Nell’industria cosmetica, Shiseido ha annunciato, sabato scorso, la futura acquisizione – per circa 450 milioni di dollari – della DDG Skincare Holdings. La mossa si colloca nell’ambito del tentativo da parte del colosso nipponico di ridurre la propria dipendenza dal mercato cinese.
Problemi di acquisizione potrebbero invece sorgere circa l’acquisizione della statunitense U.S. Steel da parte della giapponese Nippon Steel. Secondo Lael Brainard, direttrice del Consiglio Nazionale di Economia degli Stati Uniti, il Presidente Biden “ritiene che l’acquisto di questa iconica azienda di proprietà americana da parte di un’entità straniera, anche da parte di uno stretto alleato, sembra meritare un serio esame in termini di potenziale impatto sulla sicurezza nazionale e sull’affidabilità della catena di approvvigionamento”: proprio lo stesso ragionamento fatto in Italia all’epoca della svendita della rete Tim ha affermato.
Chiudendo con il turismo, i dati sui viaggiatori stranieri per i primi 11 mesi del 2023 si sono chiusi a quota 22.332.000 persone: si tratta per la prima volta dal 2019 che si supera nuovamente la cifra dei 20 milioni. Se la tendenza di arrivi si mantenesse per dicembre, Ichiro Takahashi, responsabile dell’Agenzia per il Turismo, spera che si possa giungere ad almeno 5.000 miliardi di yen spesi quest’anno dai turisti provenienti da fuori Arcipelago.
(con informazioni di asean.org; fmprc.gov.cn; mofa.go.jp; kcna.kp; daihatsu.com; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.