Iniziamo questa Pillola con la politica interna. Secondo quanto reso noto dal quotidiano comunista Akahata sulla base dei bilanci pubblicati dalla Segreteria Generale del Gabinetto, negli ultimi 11 anni, il governo ha speso 1,23 miliardi di yen l’anno per spese che non richiedono la presentazione di ricevute e che sono prelevate dai fondi messi a disposizione dell’esecutivo. Appare quantomeno singolare che, ad esempio, il 2016 ed il 2021 hanno avuto un prelievo da questi fondi identico: 1.230.190.000 yen. Inoltre, negli ultimi dieci anni, quanto restituito da questo fondo perché non speso ammontava ad appena 910.000 yen. Ben il 92,8% delle spese rientrava nella voce di bilancio denominata “promozione delle politiche” del governo. Proprio tra le spese di questa specifica voce si registra un’impennata a marzo, ultimo mese dell’anno fiscale. Il sospetto è questo fondo venga in realtà utilizzato per coprire spese personali.
Tra gli scandali, il deputato ex PLD, Masatoshi Akimoto, è stato incriminato, mercoledì scorso, per un caso di corruzione. Secondo la Procura, Akimoto avrebbe ricevuto – tra il 2019 ed il 2021 – da Masayuki Tsukawaki, ex presidente di Japan Wind Development, 70 milioni di yen come contropartita per un appoggio alla realizzazione di un progetto eolico a largo delle coste di Aomori. Lo stesso giorno, anche Tsukawaki è stato incriminato.
Rimanendo in questo campo, diversi gruppi di sostegno al premier hanno riportato erroneamente le donazioni ricevute nell’anno fiscale 2021. I loro bilanci, resi noti giovedì scorso, contengono 10 errori e tra essi una donazione da 100.000 (ricevuta dalla federazione del PLD di Hiroshima, collegio ove è stato eletto Kishida) non riportata.
Analoghe mancanze, sempre per il 2021, sono emerse nei bilanci della federazione del PLD di Nara, collegio ove è stata eletta l’ultraconservatrice ministra della Sicurezza Economica, Sanae Takaichi.
In parlamento, venerdì scorso, Natsuo Yamaguchi, numero uno del Nuovo Komeito, ha reso noto che la coalizione di maggioranza ha deciso di convocare, per il 20 ottobre, una sessione straordinaria dei lavori della Dieta. La sessione è stata convocata, principalmente, per discutere dell’ormai certo bilancio suppletivo.
Il medesimo giorno, Kishida ha ribadito che non prevede di sciogliere la Camera bassa – e convocare quindi nuove elezioni – durante la sessione.
Il 25 settembre, a pochi giorni dalla scadenza del suo mandato, il Presidente del Consiglio delle Scienze, Takaaki Kajita, ha convocato una conferenza stampa di commiato augurandosi che presto venga risolta la questione della mancata nomina, prima con Suga e adesso con Kishida, di sei membri dell’organismo. I sei accademici non sono stati nominati per le posizioni antimilitariste espresse. Se da un lato il Consiglio ritiene che la firma del premier sui nomi presentati dall’organismo sia un atto dovuto (e dunque la mancata nomina rappresenta un’omissione di atti d’ufficio), i conservatori hanno ritenuto che il capo del governo disponga di un potere discrezionale potendo dunque rifiutarsi di approvare i nomi che gli sono stati presentati.
Nell’informazione, il Congresso giapponese dei giornalisti ha premiato, lo scorso 23 settembre, il giornalista Eito Suzuki. Suzuki ha studiato e raccontato, per oltre vent’anni la Chiesa dell’Unificazione. Tra gli altri premiati vi è stata la testata Ryukyu Shimpo per una serie di articoli che ridimensionano l’emergenza intorno allo Stretto di Taiwan e che raccontano la militarizzazione delle isole Nansei.
Proprio sulle questioni inerenti il culto fondato dal sudcoreano Moon, il 27 settembre si è tenuta una nuova audizione parlamentare di persone che hanno denunciato di essere state vittime della Chiesa. Tra le testimonianze ascoltate dai parlamentari vi è stata quella di una donna che ha affermato di aver fatto campagna elettorale utilizzando mezzi e strutture del culto il che costituirebbe una violazione delle normative dato che il trattamento fiscale favorevole di cui godono le organizzazioni religiose è dato da fatto che si occupano, per l’appunto, di materie spirituali.
Nell’immigrazione, l’Agenzia nazionale che si occupa del tema ha annunciato, martedì scorso, che i profughi provenienti dall’Ucraina, dal primo dicembre, potranno chiedere un permesso di soggiorno a lungo termine che consente a chi lo ottiene di poter lavorare. A rendere possibile questo nuovo regime migratorio è stata la riforma che proprio il primo dicembre entrerà in vigore.
Sempre in quest’ambito, la Procura di Nagoya ha nuovamente deciso di non inquisire nessuno in relazione alla morte di Wishma Sandamali. La donna srilankese, trentatreenne all’epoca dei fatti, morì nel centro di detenzione per migranti irregolari a causa del mancato soccorso da parte del personale.
Ad Osaka, il comitato organizzatore dell’Esposizione del 2025 ha rivisto al rialzo, nuovamente, i costi di realizzazione dell’evento che sono adesso pari a 230 miliardi di yen. La stima iniziale fu di 125 miliardi poi cresciuti a 185 nella stima di dicembre 2020. Oltre ai costi crescenti, a preoccupare l’opposizione locale e nazionale sono anche i ritardi di realizzazione dell’opera: ad oggi, di fatto, appena due nazioni hanno presentato i progetti definiti dei loro padiglioni.
Una nuova richiesta per annullare l’evento è giunta dal Segretario del PCG, Akira Koike.
Sempre ad Osaka, la locale Corte Distrettuale ha condannato lo Stato a pagare 350 milioni di yen complessivi a 128 cittadini per essersi ammalati a seguito di contaminazione con il mercurio. I ricorrenti – provenienti da 12 diverse Prefetture – erano stati esclusi da una legge del 2009 che riconosceva dei risarcimenti a quanti si erano ammalati in seguito alle condotte dell’azienda Chisso, un’impresa del settore chimico che aveva scaricato mercurio in mare.
Nella capitale, sono oltre 224.000 le firme raccolte in calce ad una petizione che chiede la cancellazione di un progetto di trasformazione del parco Jingu Gaien il quale prevede l’abbattimento di numerosi alberi. Diversi urbanisti hanno parimenti espresso la propria contrarietà al piano.
Una petizione per chiedere un referendum sulla candidatura della città di Sapporo alle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali è stata invece lanciata ad Hokkaido. Già 34.000 le firme raccolte.
Sul nucleare, il 24 settembre in 1.000 hanno manifestato a Kashiwazaki (Niigata) contro la riattivazione della centrale di Kashiwazaki-Kariwa. Nel corso della conferenza parte dell’evento, i diversi intervenuti hanno messo in guardia circa i rischi derivanti dalla produzione di questo tipo di energia e dalle grandi quantità di scorie.
A Tsushima, il sindaco, Naoki Hitakatsu, ha deciso di non richiedere – nonostante il parare favorevole, espresso su spinta dello stesso sindaco, del consiglio comunale – all’esecutivo di iniziare i lavori di esame su un sito candidato alla ricezione di scorie nucleari. Hitakatsu aveva deciso di candidare la città ad ospitare un deposito per scorie radioattive attratto dagli importanti sussidi governativi assicurati. “Non c’è abbastanza consenso nell’opinione pubblica” ha riconosciuto il sindaco rilevando come i danni d’immagine per il settore primario rischiano di non essere compensati dal contributo proveniente dallo Stato.
Nella Prefettura di Fukushima, TEPCO ha annunciato, per il prossimo 5 ottobre, un nuovo rilascio in mare di acque contaminate. Questa volta, ad essere immesse nell’oceano – in un periodo di 17 giorni – dovrebbero essere 7.800 tonnellate.
In ambito militare, lo scorso 21 ottobre, un gruppo di ricerca guidato da Koji Harada, professore associato presso l’università di Kyoto, ha trovato tra gli abitanti di Tama (Tokyo) livelli di PFAS nel sangue superiori alla media nazionale. “Rispetto ai casi di Okinawa e Osaka, dove sono stato precedentemente coinvolto in indagini, le concentrazioni di PFAS nell’area settentrionale di Tama sono elevate e non possono essere spiegate senza una fonte di contaminazione. Le sostanze chimiche sono state rilevate anche in altre aree ed è importante chiarire la situazione in ciascuna di esse” ha affermato il docente presentando i risultati dall’indagine condotta tra 791 persone. Proprio nell’area settentrionale di Tama è presente la base militare statunitense di Yokota.
Anche ad Hamamtsu (Shizuoka), il comune ha annunciato, lo scorso 25 settembre, di aver trovato – a seguito di un’indagine che ha coinvolto 250 famiglie – contaminazioni da PFAS: anche in questo caso, per pura casualità, la città si trova nei pressi di una base militare (in questo caso dell’aviazione nipponica).
Le forze armate USA sono già responsabili della contaminazione da PFOS e PFAS ad Okinawa ove materiali di rifiuto provenienti da sistemi antincendio vennero smaltiti nella normale rete fognaria per gli elevati costi derivanti da uno smaltimento corretto degli stesso.
Rimanendo nella più meridionale delle Prefetture nipponiche, lo scorso mercoledì, il Governatore, il progressista Denny Tamaki, ha respinto, con una lettera, la richiesta proveniente dal governo centrale di approvare il piano – leggermente modificato – di costruzione della nuova base statunitense di Henoko il quale è al centro di numerose battaglie legali tra l’esecutivo e l’ente locale e che vede la larghissima opposizione della popolazione locale.
Contro le servitù militari manifestazioni si sono svolte davanti i cancelli del cantiere di Henoko e ad Uruma ove la popolazione si oppone allo schieramento di batterie missilistiche per la base di Katsuren.
A Kagoshima, il deputato comunista Takaaki Tamura ha visitato l’isola di Amami Oshima ove dovrebbero essere schierate batterie missilistiche. Il parlamentare ha visitato l’area di Setouchi ove, oltre ai missili, dovrebbe essere costruito un deposito di munizioni. Proprio questo mese l’isola ha ospitato un’esercitazione nippo-statunitense che ha visto l’atterraggio, per ben nove volte, di un velivolo Osprey.
Lo stesso deputato, insieme ai rappresentanti delle federazioni del PCG di Oita, Kumamoto, Kagoshima e Miyazaki, ha chiesto al dicastero della Difesa di annullare le esercitazioni nippo-statunitensi “Resolute Dragon” che si svolgeranno nel Giappone meridionale dal 14 al 31 ottobre.
Giovedì scorso, nell’ambito della cooperazione militare con altri Paesi, 60 appartenenti alle forze di terra delle FA hanno partecipato ad un’esercitazione con 250 omologhi francesi nella regione della Nuova Caledonia. Si tratta della prima esercitazione congiunta tra i due Paesi che ha coinvolto le forze di terra ed il loro scopo principale è quello di tenere alta la tensione con la Repubblica Popolare Cinese e testare le capacità del suo contenimento.
Lo stesso giorno, il neoministro della Difesa, Minoru Kihara, ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo statunitense Lloyd Austin. I due hanno concordato di rafforzare la capacità di deterrenza in violazione – occorre ricordarlo – della Costituzione nipponica e della Dichiarazione di Potsdam.
Si è trattato del primo colloquio tra i due dalla nomina di Kihara.
Frattanto, il 26 settembre, si sono svolte in tutto il Paese iniziative per chiedere che il Sol Levante aderisca al trattato ONU per l’abolizione totale delle armi nucleari.
In economia, martedì scorso, in vista di un possibile bilancio suppletivo, il premier Kishida ha dato istruzione ai ministri ad utilizzare “tutti i possibili strumenti” al fine di sostenere la crescita ed alleviare i problemi causati dall’inflazione. Secondo il capo del governo, l’esecutivo sta studiando di “ridurre le tasse ed i fardelli gravanti sulla sicurezza sociale introducendo diversi benefit”.
Tra i punti del nuovo pacchetto di misure vi saranno sussidi destinati a contenere l’inflazione, interventi sui salari ed azioni volte al contrasto del crollo demografico.
Tra le opzioni in campo per incentivare la crescita vi è allo studio la possibilità di esentare dalle imposte le aziende che investono in settori considerati strategici quali la produzione di batterie e di semiconduttori.
Dal primo ottobre, intanto, aumenteranno i prezzi di oltre 4.500 prodotti alimentari. Svariati salumi aumenteranno del 20% mentre l’olio d’oliva crescerà tra il 14 ed il 57%. Lo stesso giorno, scatterà anche una riforma fiscale che aumenta la tassazione su alcuni tipi di alcolici. A crescere saranno anche i costi di alcuni servizi postali.
Nelle politiche monetarie, il ministro alle Finanze, Shunichi Suzuki, ha dichiarato, martedì scorso e dopo che lo yen è stato vicino a quota 150 sul dollaro, che “tutte le opzioni sono sul tavolo” per limitare l’eccessiva volatilità della moneta nazionale giapponese. Nessun dettaglio circa le opzioni che il governo e la Banca centrale starebbero progettando è stata fornita. Dichiarazioni fotocopia sono state rilasciate in chiusura di settimana.
Frattanto, nonostante la debolezza dello yen e l’aumento del costo delle importazioni che ne consegue (e che si salda con l’aumento di prezzo di molte materie prime), il governo ha lasciato invariate, nel rapporto sullo stato dell’economia per settembre, invariate le prospettive. Secondo il rapporto, l’economia del Sol Levante è in fase di “recupero moderato”: la stessa definizione del mese precedente.
Nel lavoro, una ricerca condotta dal Ministero degli Interni e Comunicazioni ha mostrato come, in media, a cercare un secondo impiego siano tanto i lavoratori a basso stipendio quanto quelli con alte competenze.
Nel 2022, tra i lavoratori dipendenti, il 6,25% di quanti guadagnano oltre i 10 milioni di yen annui dal proprio lavoro principale avevano un’altra occupazione. La percentuale di persone con oltre un impiego è stata identica tra coloro che avevano ricevuto meno di 3 milioni di yen di stipendi mentre tra quanti avevano salari compresi tra i 3 ed i 10 milioni di yen all’anno la percentuale è scesa al 2,82%. La media per tutte le fasce di retribuzione è stata pari al 4,61%.
Secondo quanto reso noto dall’Istituto Giapponese per le Politiche del Lavoro e della Formazione, ben il 38,4% quanti non hanno un secondo impiego ha dichiarato di non averlo cercato perché il proprio datore di lavoro glielo ha impedito.
Sempre in questo campo, la disoccupazione di agosto è rimasta invariata rispetto al mese precedente al 2,7%. La disponibilità di posti di lavoro è stata pari ad 1,29 (ciò significa che per ogni 100 cercatori di lavoro erano disponibili 129 posti).
Il numero di occupati è stato pari a 67,5 milioni di persone (+0,1%) mentre i non occupati sono stati pari a 1,85 milioni (+0,5%).
Coloro che si sono licenziati sono cresciuti dell’8,1% rispetto a luglio mentre coloro che sono stati lasciati a casa sono diminuiti del 12,2%.
Tra i settori dove vi è stata una crescita del numero di lavoratori vi sono stati il commercio (+2,1% per 10,55 milioni di lavoratori complessivi) ed il comparto alberghiero (+4,1% per un totale di 4,05 milioni di occupati). Di contro, il numero di impiegati nel settore finanziario è diminuito del 9,3% rispetto a luglio per un totale di 1,46 milioni di lavoratori ed un calo si è avuto anche nel settore immobiliare (-9,6% e 1,32 milioni di occupati).
A Tokyo, mercoledì scorso, si è invece tenuta un’assemblea dei lavoratori del settore pubblico della confederazione sindacale Zenroren. Al centro dell’assemblea vi è stata la richiesta di aumentare i salari e di contrastare l’esternalizzazione dei servizi pubblici al privato.
Nella produzione industriale, ad agosto essa è stata uguale percentualmente a luglio. Fatta 100 la produzione del 2020, l’indice che misura questo aspetto dell’economia ha toccato quota 103,8.
Tra le imprese, il colosso dell’acciaio Nippon Steel ha chiuso, sabato scorso, lo stabilimento di Kure (Hiroshima). Il sito era in funzione da 72 anni ed a motivare la chiusura – decisa nel 2020 – è stato il calo della domanda interna. All’inizio del 2020, il grande complesso industriale impiegava 3.300 lavoratori.
Sul fronte della decarbonizzazione, lunedì scorso, il ministro Nishimura incontrando a Tokyo i vertici dell’azienda petrolifera malese Petronas per parlare di un progetto che, dal 2028, dovrebbe consentire l’invio e lo stoccaggio sotto il suolo della nazione sudasiatica di CO2 nipponica.
Nell’auto, Nissan ha annunciato, lunedì scorso, che entro il 2023, tutte le auto che saranno vendute in Europa saranno elettriche.
Nell’elettronica, la società olandese ASML Holdings, operante nella produzione di macchinari destinati all’industria dei semiconduttori, ha annunciato, martedì scorso, che potrebbe aprire egli uffici per il supporto tecnico ad Hokkaido, Prefettura ove il nuovo colosso Rapidus (società nella quale hanno investito alcune tra le maggiori imprese del Sol Levante e tra esse Sony e Toyota) costruirà un grande impianto per la produzione di chip.
Rapidus ha, tra gli altri compiti, quello di rappresentare un’alternativa alle forniture di chip taiwanesi alle forze armate statunitensi.
Sempre in questo campo, Japan Display ha comunicato, venerdì scorso, che si ritirerà da un accordo con la cinese HKC che prevedeva di impiantare in RPC nuove fabbriche destinate a produrre schermi di nuova generazione. “I nostri clienti ci hanno detto che vogliono compare direttamente da Japan Display” ha affermato l’amministratore delegato della ditta, Scott Callon.
Nel settore elettrico, Kyushu Electric Power ha annunciato, lo scorso giovedì, che – ad ottobre e novembre – un certo numero di famiglie che hanno siglato una particolare offerta, non pagheranno le bollette grazie alla forte produzione di energia solare.
Nell’edilizia, sono iniziati nella capitale i lavori di costruzione del grattacielo “The Torch Tower”. L’edificio, parte di un più ampio progetto edilizio portato avanti da Mitsubishi Estate, dovrebbe essere completato nel 2028 e, con i suoi 390 metri d’altezza, sarà il più alto dell’Arcipelago.
Nei servizi postali, Yamato Transport, nell’ambito di un accordo con il Gruppo Poste del Giappone che prevede di lasciare a quest’ultima società svariate attività di consegna, ha annunciato che rescinderà, unilateralmente, i contratti con circa 30.000 imprenditori cui è stata esternalizzata parte del lavoro di consegna nonché un numero imprecisato (ma nell’ordine di qualche migliaio) di lavoratori assunti direttamente nei 77 centri di smistamento del gruppo.
Nell’agricoltura, il 24 settembre, il Segretario del Partito Comunista, Akira Koike, si è recato ad Onagawa (Miyagi) per interloquire con i pescatori locali i quali sono duramente colpiti dagli effetti sul mercato ittico del rilascio in mare dell’acqua contaminata da trizio proveniente dall’ex centrale di Fukushima. Un pescatore locale ha spiegato che il prezzo delle capesante è sceso dai 600 o 550 yen al chilo a circa 400 in virtù dell’impossibilità per il prodotto di essere venduto in Cina. Il governo ha predisposto delle compensazioni ma esse rischiano di non essere sufficienti a coprire i mancati introiti.
Lunedì, l’esecutivo ha presentato un rapporto sui test al pesce prelevato nell’area dal quale emerge che non si rilevano contaminazioni da trizio.
Nella Prefettura di Hyogo, il deputato del Partito Costituzionale Democratico, Takashi Shinohara ha incontrato alcuni rappresentanti del settore. “Basta guardare il bilancio del Paese e si può vedere quanto l’agricoltura sia stata trascurata sotto i governi del Partito Liberal-Democratico. Il contributo dell’agricoltura al PIL era dell’11,5% nel 1970 ed è sceso all’1,9% nel 2023. […] L’agricoltura attuale è focalizzata sull’efficienza, il che ha portato alla perdita di biodiversità. Coltivare la stessa area per lunghi periodi di tempo fa sì che il terreno diventi duro e si salinizzi. Nel 21° secolo, un’agricoltura che si concentri sulla produttività della terra, che enfatizza la produttività della terra rispetto a quella del lavoro, è più sana e più sostenibile” ha affermato il deputato.
Chiudendo con l’esplorazione spaziale, la ditta nipponica ispace ha rimandato di un anno, fissando adesso il termine nel 2026, il lancio del proprio terzo esploratore lunare. Il mezzo doveva essere venduto alla NASA.
(con informazioni di jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.