“Non possiamo appoggiare la decisione del governo circa il fatto che il rilascio nell’oceano sia l’unica soluzione”: questo è quanto è stato dichiarato da Masanobu Sakamoto, numero uno di Zengyoren, la Federazione Nazionale delle Cooperative di Pesca, circa il piano dell’esecutivo che prevede di scaricare in mare le acque contaminate da radiazioni che si trovano stoccate all’interno dell’ex impianto di Fukushima. Il presidente dell’organizzazione ha rilasciato le dichiarazioni dopo un incontro, tenutosi il 22 giugno, con il ministro dell’Economia, Industria e Commercio, Yasutoshi Nishimura.
TEPCO, lunedì scorso, ha annunciato di aver completato tutti i lavori necessari per il rilascio in mare delle acque.
Mercoledì, l’Agenzia Regolatrice per il Nucleare ha annunciato di aver iniziato la propria ispezione in situ. Entro luglio, dovrebbe venire in visita in Giappone anche il numero uno dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Mariano Grossi.
Per quanto concerne la pandemia, il numero di casi di COVID-19 registrati nella seconda metà di giugno è stato in crescita. Secondo quanto rilevato nel periodo tra il 12 ed il 18 giugno, il numero di ricoverati per struttura è stato di 5,60: 1,10 in più rispetto alla settimana precedente. Particolarmente preoccupante la situazione ad Okinawa ove il numero di ospedalizzati per struttura è stato di 28,74. Il 21 giugno, la giunta prefettizia aveva chiesto ai residenti di procurarsi test per il SARS-CoV-2 ed antipiretici e di evitare, qualora non sia indispensabile, di recarsi nei pronto soccorso.
La nona ondata pandemica “potrebbe essere iniziata” ha dichiarato, lunedì scorso, Shigeru Omi, uno dei principali consulenti dell’esecutivo sul tema.
Il 26 giugno, misure per il contenimento del virus sono state annunciate dal Governatore della Prefettura di Okinawa, Denny Tamaki.
In ambito sociale, lo scorso 26 giugno, l’associazione “Kids Door”, realtà che si occupa dell’assistenza a bambini poveri, ha reso noti i risultati di un’indagine condotta su 1.538 famiglie. Il 40% degli intervistati ha dichiarato di spendere meno di 10.000 yen mensili a persona per l’alimentazione (meno 110 yen a pasto). Il 90% delle famiglie erano famiglie monogenitoriali con madri sole ed il 60% poteva contare su un reddito inferiore ai 2 milioni di yen l’anno. Il 35% ha dichiarato di non avere risparmi ed il 45% di aver chiesto dei prestiti. Ben il 64% delle famiglie ha affermato di non accendere il condizionatore ed il 30% di lottare contro la fame.
In politique politicienne, PLD e Nuovo Komeito hanno concordato, martedì scorso, di andare uniti – alle prossime elezioni della Camera dei Rappresentanti – in tutti i collegi elettorali che saranno rinnovati al maggioritario tranne quelli di Tokyo. A generare lo scontro sui collegi della capitale è stata la nuova distribuzione dei collegi elettorali con Tokyo che avrà dieci collegi in più mentre dieci Prefetture avranno un collegio in meno ciascuna.
Sull’abolizione della tessera per l’assicurazione sanitaria pubblica e la sua integrazione con la contestatissima “My number”, il Partito Comunista Giapponese ha tenuto, il 27 giugno, la prima riunione del proprio comitato volto ad indagare i numerosissimi problemi emersi negli ultimi mesi (associazioni sbagliate dei conti correnti usati per ricevere i sussidi, costi per le aziende sanitarie per l’acquisto dei lettori delle carte, certificati anagrafici e di Stato Civile consegnati a persone diverse dai titolari del certificato ecc.). Molte delle problematiche, secondo i comunisti, non sono state nemmeno prese in considerazione dall’equipe che l’Agenzia Digitale ha messo in piedi per tentare di normalizzare la situazione.
“Viene chiamata ispezione completa ma la responsabilità fondamentale della confusione è del governo. Sembra che si stiano spingendo contro i governi locali e le autorità decentrate dello Stato. Vari problemi sono sorti dall’essere stati troppo frettolosi. Vorrei che il PLD, la coalizione di governo ed il Partito dell’Innovazione sentano un forte senso di responsabilità (per aver votato la norma ndr)” ha dichiarato il Segretario Generale del Partito Costituzionale Democratico, Katsuya Okada il quale ha anche citato le enormi somme (pare 2.000 miliardi di yen) destinate a finanziare la campagna di erogazione di buoni sconto per gli acquisti destinati a coloro che – prima dell’obbligatorietà – avessero acquisito “My number”.
In ambito meteorologico, le forti piogge che ogni estate colpiscono l’Arcipelago, anche quest’anno hanno lasciato il loro carico di danni. Ad essere colpite sono state soprattutto le Prefetture di Yamaguchi (dove, il primo luglio, un uomo è morto dopo essere finito in un canale) e di Oita (un disperso alla stessa data).
Venerdì scorso, intanto, la giunta della Prefettura di Tochigi ha annunciato che non ricorrerà in appello per la condanna a risarcire (con 290 milioni di yen complessivi) i familiari delle 40 persone decedute per una valanga che li travolse, il 27 marzo 2017, mentre si trovavano vicino ad una stazione sciiistica di Nasu. In quell’occasione morirono quattro studenti ed un docente. La Corte Distrettual di Utsunomiya ha stabilito che l’evento avrebbe potuto essere previsto.
Nel campo della memoria storica, Masahiro Sazaki, fratello di Sadako, la bambina di Hiroshima morta di leucemia a 12 anni come conseguenza del bombardamento atomico statunitense, ha annunciato di voler chiedere all’UNESCO che gli uccellini di carta fatti dalla sorella e diventati un simboli dell’orrore del bombardamento entrino a far parte della lista dei patrimoni dell’umanità.
Frattanto, secondo il gruppo civico Kodomo to Kyokasho Zenkoku Net 21, il ruolo dell’esercito nei suicidi di massa avvenuti ad Okinawa durante la tragicamente nota battaglia, sono stati rimossi da alcuni testi di storia che dovrebbero essere utilizzati nel prossimo anno scolastico.
“La principale causa dei suicidi di massa durante la Battaglia di Okinawa sono dovuti al fatto che l’esercito giapponese non consentì ai residenti di arrendersi portando queste persone in un angolo ma descrizioni di questo tipo sono state rimosse. La storia mostra che in realtà, l’esercito non ha compiuto il proprio dovere di protezione degli abitanti” ha commentato Haruyuki Matsuura, responsabile dell’associazione nella Prefettura di Toyama.
In politica estera, lo scorso 24 giugno, il Presidente della Federazione Russa ha firmato una legge – il cui disegno era stato approvato, tre giorni prima, dal Consiglio della Federazione – che rinomina il 3 settembre come “Giorno della Vittoria sul Giappone Militarista e della Fine della Seconda Guerra Mondiale”. Per il Segretario Generale del Gabinetto, il nuovo nome della giornata che celebra la sconfitta del Sol Levante da parte dell’Unione Sovietica, potrebbe far risorgere sentimenti anti-russi.
Alcuni giorni prima, commemorando presso il cimitero di Fuchu la spia sovietica Richard Sorge, l’Incaricato d’Affari della Russia in Giappone, Gennadij Ovechko, aveva criticato le costanti rivendicazioni territoriali del Sol Levante verso le Curili meridionali (l’ultima volta, per bocca di Kishida, in chiusura della sessione dei lavori della Dieta).
Di recente, intanto, il parlamentare giapponese Muneo Suzuki, ex consigliere dell’ex primo ministro Shinzo Abe , ha affermato, intervistato da TASS, di non avere dubbi “che la Russia abbia un predominio schiacciante e che “di giorno in giorno, i media occidentali hanno riferito dell’avanzata dell’Ucraina e della sconfitta della Russia” e che ciò accade perché “ci sono persone che beneficiano di tali rapporti”.
Suzuki ha quindi chiesto un cessate il fuoco e manifestato la propria contrarietà a che il Sol Levante fornisca armi all’Ucraina: “il Giappone è l’unico paese del G7 che non ha inviato armi letali. Lavorerò affinché si mantenga questa posizione”.
Sempre nei rapporti con la Russia, lunedì scorso, il premier ha dichiarato che i Paesi del G7 seguiranno con attenzione quanto accade all’interno della Federazione Russa dopo il maldestro, ma ugualmente sanguinoso, tentativo di golpe messo in atto dal numero di Wagner, Evgenij Prigozhin.
Di Russia ma anche di Cina nonché della cooperazione del nuovo blocco politico-militare che gli Stati Uniti stanno costruendo per contrastare questi due Paesi, hanno discusso, durante la loro visita in Europa ove hanno incontrato i vertici dell’UE, il ministro dell’Economia, Industria e Commercio, Nishimura, e quello degli Esteri Hayashi.
Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea ha sottolineato l’efficacia – vista a dire il vero soltanto da lui – delle sanzioni imposte dai Paesi NATO alla Federazione Russa.
Nelle relazioni con la Corea del Sud, l’arrendevolezza di quel Paese sul tema degli asset sequestrati ad aziende nipponiche che hanno sfruttato lavoratori forzati durante l’occupazione coloniale della Penisola, sta iniziando a produrre i propri frutti. Il prossimo 21 luglio, infatti, la RdC tornerà ad essere inserita nella lista dei Paesi con i quali i rapporti economici sono facilitati e ciò comporta meno burocrazia, meno restrizioni alle esportazioni e quindi maggiore commercio bilaterale. La Corea del Sud venne rimossa dalla “lista bianca” del dicastero dell’Economia, Industria e Commercio subito dopo la sentenza che confiscò le proprietà di alcune aziende nipponiche connesse alla vicenda di cui sopra.
Giovedì scorso, intanto, i ministri delle Finanze dei due Paesi, Suzuki e Choo Kyung Ho, hanno deciso di rinnovare un accordo per lo scambio di valute in situazioni d’emergenza che era scaduto otto fa.
Nei rapporti con l’altra Corea, il portavoce dell’esecutivo Matsuno ha fatto appello alla RPDC affinché si realizzi un incontro per chiudere la questione dei cittadini giapponesi rapiti da agenti nordcoreani tra gli anni ’70 ed ’80. Kishida, ha detto Matsuno, è pronto ad incontrare Kim Jong Un “senza condizioni”.
Sempre in politica estera, il premier Kishida ha annunciato, lo scorso martedì, che si recherà l’undici luglio in Lituania per partecipare ad un vertice NATO e poi in Belgio per incontri con i vertici dell’Unione Europea. A fine mese, inoltre, il premier dovrebbe recarsi in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.
In ambito militare, il governo nipponico ha reso note, mercoledì scorso, le linee guida che regoleranno lo sviluppo delle tecnologie di difesa, l’obiettivo è quello di spingere le aziende del settore e gli istituti di ricerca a produrre materiali auto-riparabili, robot di piccole dimensioni e tecnologie in altri dieci campi. Il documento prevede anche la creazione di un ufficio con compiti di selezione dei progetti di ricerca all’interno dell’Agenzia per le Acquisizioni, la Tecnologia e la Logistica delle forze armate.
Le norme che regolano la vita accademica nel Sol Levante vieterebbero ai ricercatori di dedicarsi alla ricerca ai fini bellici.
Il 28 giugno, negli uffici della Dieta, si è tenuta un’assemblea del gruppo civico Rete contro il traffico di armi. La rete si oppone alle norme che già oggi consentono alle aziende nipponiche di vendere armi e componentistica bellica all’estero e che in futuro consentiranno la piena integrazione del Sol Levante nel mercato mondiale delle armi. La Dichiarazione di Potsdam vieterebbe ai nipponici di possedere un’industria destinata alla produzione di armi.
Il 22 giugno, l’Ufficio del Ministero della Difesa di Naha ha ammesso di non poter diffondere informazioni precise circa la costruzione di depositi di armi connessi alla nuova base statunitense di Henoko. Circa dieci prima, un giornalista aveva scoperto che nel piano 2019 per la “gestione integrata delle risorse naturali e culturali” preparato dai Marines di stanza ad Okinawa nascondeva – a differenza del piano precedente – informazioni sulla costruzione di magazzini per lo stoccaggio di armi e munizioni.
Proprio ad Okinawa, lo scorso 28 giugno, Haruyuki Kamatani, capo del quartier generale della polizia locale, ha reso noto che – tra gennaio e maggio di quest’anno – sono stati registrati 29 casi di reati commessi da personale militare o civile degli Stati Uniti e che sono stati archiviati. Lo scorso anno, per il medesimo periodo, il numero fu di nove. La giunta prefettizia ha chiesto di costituire un gruppo di lavoro per la prevenzione dei crimini commessi dai militari statunitensi che coinvolga la Prefettura, il governo nazionale e le stesse forze armate USA.
A Saga, venerdì scorso, Takaaki Tamura, parlamentare del PCG, si è recato a Saga per parlare con alcuni residenti che si oppongono allo schieramento di velivoli osprey presso l’aeroporto del capoluogo. Il dicastero della Difesa ha comunicato che i lavori per costruire hangar e piste andranno avanti “24 ore su 24”.
In economia, “nessuna opzione è esclusa” circa il rapido deprezzamento dello yen. A dichiararlo è stato Masato Kanda, viceministro delle Finanze con delega agli Affari Internazionali. Dopo un periodo di normalizzazione del rapporto yen-dollaro, la moneta nazionale nipponica è crollata attestandosi a quota 143 e persino, venerdì scorso, a quota 145: un dato che non si era visto da oltre sette mesi.
Sul debito, a marzo di quest’anno, la Banca del Giappone deteneva il 53,34% dei titoli di Stato nipponici. Esclusi i titoli a medio termine, la BdG possedeva 576.060 miliardi di yen di titoli.
Il capo della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, intervenendo ad una riunione a Sintra (Portogallo) ha difeso la continuazione delle politiche di allentamento monetario.
Sul lavoro, la disponibilità di posti di maggio è scesa dello 0,01 rispetto al mese precedente toccando quota 1,31 (cioè per ogni 100 persone che cercavano lavoro vi erano disponibili 131 posti). I settori nei quali si è registrato il calo maggiore sono stati il manifatturiero (-5,4%) e l’edilizia (-0,8%) mentre un grande aumento (+13,5%) si è avuto nel settore alberghiero e della ristorazione. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 2,6%. In termini assoluti, i disoccupati sono stati 1.770.000 e di questi 710.000 hanno lasciato volontariamente il lavoro (-2,7%) e 440.000 sono stati licenziati o non hanno visto il rinnovo del contratto.
Il 30 giugno, intanto, il Consiglio Centrale per il Salario Minimo, l’organismo che stabilisce le linee guida per gli organismi decentrati nelle Prefetture, ha iniziato a discutere dei prossimi salari minimi orari. Il governo Kishida ha indicato che si debba arrivare ad una media nazionale pari a 1.000 yen l’ora ma sindacati come Zenroren e Zenrokyo – che hanno manifestato, lo stesso giorno, davanti il Ministero del Lavoro – hanno chiesto si giunga ad un salario minimo nazionale e che esso sia di almeno 1.500 yen l’ora.
Sull’inflazione, secondo una ricerca di Teikoku Databank, entro ottobre, gli alimenti che hanno visto un aumento di prezzo o che, entro quel mese, vedranno un aumento, saranno 29.106 contro i 25.768 dell’anno precedente. A crescere sono stati soprattutto i prodotti importati o i cui processi produttivi dipendono dalle importazioni come quelli base di grano. Oltre alla crescita del costo delle materie prime, degli alimenti base, dei carburanti e dei fertilizzanti, a determinare l’impennata di quest’anno è stata anche la debolezza dello yen che rende più care le importazioni.
Nell’industria, la produzione industriale di maggio è scesa dell’1,6% rispetto ad aprile. Fatto 100 la produzione del 2020, l’indice che misura la produzione ha toccato quota 103,8.
Tra i settori importanti che hanno visto un forte calo vi è stato quello dell’auto che ha registrato un -8,9%.
Nell’elettronica, il fondo a partecipazione pubblica Japan Investment, comprerà la società che produce materiali per semiconduttori JSR. L’operazione avrà un costo pari a 900 miliardi di yen. La mossa si colloca nell’ambito di un processo di rafforzamento delle catene globali di approvvigionamento in un settore considerato indispensabile per la sicurezza economica del Paese.
Nell’auto, gli azionisti di Nissan ha approvato, martedì scorso, un piano di rinnovo della dirigenza che ridurrà l’influenza dell’alleato e socio Renault. Dalla nuova dirigenza sarà escluso Ashwani Gupta, ex dirigente di Renault e poi tra i massimi esponenti della casa giapponese.
In casa Toyota, la produzione di maggio si è assestata intorno alle 847.000 unità e cioè il 33,4% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. A determinare il dato sono state le minori problematiche affrontate dall’azienda nel reperimento di chip. La produzione nell’Arcipelago è cresciuta del 72,2% (248.287 vetture) e del 22% all’estero (598.713 auto).
Cresciute, del 10,1%, anche le vendite per complessive 838.478 veicoli.
(con informazioni di zengyoren.or.jp; .tdb.co.jp; tass.com; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.