Il deputato liberal-democratico Kentaro Sonoura ha deciso, mercoledì scorso, di rassegnare le proprie dimissioni dalla Camera dei Rappresentanti. Il politico è l’ennesimo, nel campo conservatore, ad essere stato coinvolto da scandali. Nello specifico, Sonoura non ha riportato, come ammesso ai magistrati dopo aver inizialmente negato, circa 40 milioni di yen ricevuti da sostenitori quale contributo nel corso di eventi organizzati dalla sua segreteria. Il deputato si è dimesso anche dal PLD. Sonoura, di professione giornalista, è molto vicino all’ex vicepremier Taro Aso ed è stato viceministro degli Esteri.
Giovedì, come era naturale aspettarsi, il deputato ha ricevuto una notizia di inizio indagini dalla Procura.
Dall’opposizione, Kenta Izumi, ha chiesto una “indagine rigorosa” ai vertici del PLD affinché si sincerino dell’esistenza di casi analoghi. Di “grande responsabilità” del partito con il quale Sonoura è stato eletto (ben cinque volte) ha parlato Kokuta a nome del Partito Comunista.
In settimana, il periodico comunista Akahata ha pubblicato le somme percepite come donazioni dai parlamentari nell’anno 2021. A guidare la classifica è stato il premier Kishida con 229,26 milioni di donazione (+46,5% rispetto al 2020) seguito dall’ex vicepremier Taro Aso che ha ricevuto invece 219,5 milioni (+39,8%) e dal Segretario del PLD Toshimitsu Motegi (149 milioni di yen, +3,7%).
Rimanendo nel campo degli scandali, giovedì scorso, tre ex dirigenti di Aoki Holdings hanno ammesso le proprie responsabilità nell’episodio di corruzione che ha riguardato Haruyuki Takahashi, già dirigente di Dentsu e prossimo, per la Procura di Tokyo, a Yoshino Mori, ex presidente del disciolto comitato organizzatore delle Olimpiadi di Tokyo 2020.
Sempre in politica interna, il governo ha approvato, venerdì scorso, il bilancio di previsione per l’anno fiscale 2023. L’ammontare complessivo delle spese è di 114.380 miliardi di yen. Dato che le entrate fiscali stimate saranno pari a 69.400 miliardi per finanziare il bilancio sarà necessario emettere titoli di Stato (suddivisi in diverse categorie: una consistente consentirà il finanziamento di progetti per la decarbonizzazione).
Le spese per sanità e previdenza sociale sono cresciute dell’1,7% rispetto al 2022 rappresentando il 35% del totale (36.900 miliardi) anche se il governo ha dovuto rimangiarsi la promessa di aumento da 150 miliardi l’anno come indispensabile stante la tendenza demografica. Buona parte dei 150 miliardi sono coperti con riduzioni degli emolumenti ed aumento della contribuzione (a queste misure si sommano poi gli aumenti al fondo di compartecipazione delle spese mediche per gli ultrasettantacinquenni ed una riduzione dei sussidi per le ferie). Sostanzialmente stabili gli investimenti infrastrutturali (6.100 miliardi) mentre le spese militari saranno pari a 6.800 miliardi (contro i 5.400 di quest’anno).
Oltre 5.000 miliardi sono stati assegnati ai fondi di riserva dell’esecutivo (e cioè le somme la cui spesa non va autorizzata in dettaglio dal parlamento) dei quali 4.000 sono destinati all’emergenza coronavirus e 1.000 alle ricadute economiche della guerra in Europa.
Forti polemiche, tanto per l’incertezza che aleggia sulla copertura degli aumenti delle spese militari, quanto sull’enorme quantità dei fondi di riserva, è stato espressa da Akira Nagatsuma per i costituzional-democratici.
A fronte delle enormi polemiche che hanno suscitato i funerali di Stato organizzati a settembre per l’ex premier Abe, giovedì, il Segretario Generale del Gabinetto, Hirokazu Matsuno, ha promesso che il governo proporrà un disegno di legge sulla materia. Nei mesi scorsi, l’esecutivo aveva raccolto sulla questione i pareri di 21 esperti in materie giuridiche e diplomatiche.
Rimanendo in relazione con l’omicidio dell’ex premier, a seguito del parere favorevole espresso dagli psichiatri che hanno svolto la perizia, Tetsuya Yamagami può andare a processo per l’attentato che costò la vita al leader conservatore.
Il 21 dicembre, i Consiglio delle Scienze del Giappone ha tenuto un’assemblea nazionale nella quale si è espressa contrarietà alla volontà del governo di inserire un comitato di esterni nella selezione dei membri dello stesso. Per l’organismo, che fino alla crisi prodotta dalle sei mancate nomine (ed i sei posti risultano ancora vacanti) di altrettanti accademici anti-bellicisti, l’intromissione di esterni mina l’indipendenza del Consiglio i cui membri sono sempre stati scelti dall’ente stesso e la cui nomina era poi ratificata dal premier.
Per quanto concerne la pandemia, venerdì è stato un giorno nero per il Sol Levante sul fronte dei deceduti: ben 371 e record assoluto di morti. Lo stesso giorno i contagiati erano stati 174.079: +20.000 rispetto al venerdì della settimana precedente (di questi 17.332 a Tokyo, 10.938 ad Aichi e 10.537 ad Osaka).
In ambito criminale, il quotidiano Mainichi ha riportato, lunedì scorso, sei casi di profilazione razziale attuati dalla polizia nel 2021. La Commissione per l’Eliminazione delle Discriminazioni Razziali delle Nazioni Unite ha raccomandato, lo scorso anno, a tutti i Paesi di elaborare linee guida che prevengano l’uso, da parte della polizia, di attività che includano il colore della pelle o l’origine etnica. Tra i casi riportati vi è quello di una donna di origine straniera ha fatto causa all’Agenzia Nazionale di Polizia chiedendo 4,4 milioni di yen per un caso di maltrattamento verbale avvenuto nel giugno dello scorso anno.
Nell’immigrazione, un cittadino del Bangladesh ha fatto causa allo Stato nipponico per negligenza dei medici in seguito una coltellata ricevuta quando l’uomo si trovava presso il centro di espulsione di Omura. Nella causa, depositata presso la Corte Distrettuale di Nagasaki, l’uomo chiede un risarcimento di 3 milioni di yen.
Sempre in quest’ambito, la Corte Distrettuale di Tokyo ha stabilito che l’Agenzia per i Servizi Migratori tentò di espellere un cittadino straniero senza renderlo edotto del diritto a chiedere lo status di rifugiato bloccando così l’iter di espulsione. Stabilito anche un modesto risarcimento in favore dell’uomo (30.000 yen contro i 4,5 milioni richiesti dal danneggiato).
Si tratta della seconda sentenza, l’altra è del settembre 2021, che riconosce come non costituzionali, ed in particolare in violazione dell’articolo 32 della Carta, le procedure adottate dall’Agenzia.
Proprio l’Agenzia per i Servizi Migratori ha rilasciato, venerdì scorso, i risultati di un sondaggio che ha mostrato come circa un quarto delle tirocinanti donne si sia sentito dire che avrebbero dovuto tornare a casa in caso fossero rimaste incinta e ciò nonostante la legge tuteli il periodo di maternità estendendo la durata del visto. Oltre il 25% delle lavoratrici ha affermato di non aver ricevuto alcuna informazione a riguardo delle tutele ed una percentuale inferiore al 40% ha dichiarato di sapere della possibilità di sospendere il tirocinio durante la gravidanza.
In oltre il 70% dei casi, le dichiarazioni sono state effettuate dall’agenzia che ha trovato ai tirocinanti il lavoro.
In campo meteorologico, un’allerta per neve nelle regioni del Tohoku e del Hokuriku è stato emanato, per il 19 dicembre, dall’Agenzia Meteorologica del Giappone. Interrotta la circolazione sulla linea dei treni superveloci Yamagata.
Lo stesso giorno è stata sospesa, ma a causa di una interruzione della corrente, per quattro ore la linea dei treni shinknsen tra Tokyo ed Osaka. Oltre 110.000 le persone rimaste a terra. Centinaia, martedì notte, i camion e le auto bloccate sull’autostrada tra Ojiya e Nagaoka. Molti i treni cancellati, il medesimo giorno, dalle Ferrovie del Giappone Orientale. Quattro, i morti, nella Prefettura di Niigata mentre diverse località (ad Hokkaido, Shimane e Kagoshima) hanno registrato record di neve depositatasi al suolo.
Sul nucleare, il 20 dicembre, la Corte Distrettuale di Osaka ha respinto un ricorso presentato da alcuni cittadini che chiedeva lo stop alla riattivazione del terzo reattore della centrale di Mihama. L’impianto, di proprietà della Kansai Electric Power, ha più di 40 anni e la sentenza, quindi, rappresenterà un avvallo alle intenzioni del governo e dell’Agenzia Regolatrice per il Nucleare circa l’estensione a 60 anni del periodo massimo di attività di una centrale. I reattori 1 e 2 hanno cessato la propria attività nel 2015 rispettando le linee guida nazionali che, ad oggi, fissano in quarant’anni il periodo massimo di operatività. Il 21 dicembre, l’Agenzia ha effettivamente approvato delle linee guida che consentiranno, dopo un’ispezione volta ad accertare lo stato di conservazione delle strutture, ad un operatore di prolungare di altri vent’anni la vita di una centrale. Le linee guida saranno sottoposte dal governo al parlamento nel corso della prima sessione dei lavori della Dieta del 2023.
Tanto Kasai per il Partito Comunista quanto Izumi per il PCD hanno chiesto al governo di non proseguire su questa linea. In settimana, inoltre, alcuni parlamentari del PCG hanno ispezionato l’ex centrale di Fukushima ribadendo la propria contrarietà al rilascio in mare delle acque contaminate da radiazioni.
Nella demografia, gli ultimi dati raccolti dal Ministero della Salute hanno mostrato che il numero di nati nell’anno 2022 dovrebbe attestarsi sotto quota 800.000: il dato più basso da quando queste statistiche sono effettuate e cioè dal 1899.
I nuovi nati tra gennaio e ottobre di quest’anno sono stati 669.871 e cioè il 4,8% in meno rispetto al medesimo intervallo di tempo del 2021. Con l’attuale trend, quindi, al 31 dicembre i nuovi cittadini nipponici dovrebbero essere 770.000 contro gli 811.604 con i quali si era chiuso il 2021.
Il declino è stato maggiore da quando previsto, nel 2017, dall’Istituto Nazionale di Ricerca su Popolazione e Sicurezza Sociale il quale aveva stimato il crollo sotto quota 800.000 per il 2030.
In politica estera, l’ambasciatore statunitense a Tokyo si è ovviamente complimentato con il Giappone per essere andato incontro, mediante l’approvazione dei tre documenti sulla sicurezza nazionale, alle richieste ed alle strategie globali degli Stati Uniti. La decisione di Tokyo di acquistare i missili Tomahawk (per oltre 211 miliardi di yen nel 2023 a cui si sommano 110 miliardi per equipaggiamenti e software connessi) ad esempio, oltre a dirigere un largo flusso di denaro a Washington, consentirà di aumentare la pressione sulla Cina e di liberare risorse statunitensi verso l’Europa (ove il nemico principale è la Russia) o il Medio-Oriente (e quindi contro l’Iran). Le visioni del Giappone “sono molto allineate con le nostre” ha sostenuto Rahm Emanuel.
In ambito militare, Giappone e Stati Uniti hanno costituito, presso la base di Yokota, un’unità congiunta per la gestione di droni di sorveglianza, nonché per lo studio delle informazioni raccolte, che saranno inviati in direzione del Mar Cinese Orientale. Gli USA hanno dispiegato, presso la base di Kanoya, dei droni MQ-9 destinati al controllo delle attività cinesi.
Il 19 dicembre, intanto, la Corea del Nord ha lanciato due missili balistici (forse dei Pukguksong-2, armi in grado di percorrere fino a 2.000 chilometri se lanciati con la corretta traiettoria) in direzione del Mar dell’Est. I due missili sono stati lanciati dalla regione di Pyongan Settentrionale ed hanno percorso 500 chilometri e raggiunto un’altitudine pari a 550. La mossa è una chiara risposta agli ultimi documenti sulla strategia di sicurezza approvati dal Sol Levante. Immediata la condanna da parte del Giappone che, con Toshiro Ino, viceministro della Difesa, ha sostenuto che i lanci minacciano la stabilità regionale e globale.
Shunji Izutsu, Capo di Stato Maggiore dell’Aviazione delle Forze di Autodifesa, ha intanto convenuto, nel corso di una conferenza stampa, circa l’appropriatezza del cambiamento del nome del proprio corpo cui è stato aggiunto lo spazio. Oltre a mutare il nome di questo ramo delle forze armate, i tre documenti specificano l’intenzione di lanciare piccoli satelliti per il controllo del Paese e delle nazioni vicine. La prima unità delle FA dedicata allo spazio è nata nel maggio 2020 ed ha il proprio quartier generale nella base di Fuchu (Tokyo).
Tra gli acquisti deliberati in settimana per i prossimi anni, frattanto, oltre ai succitati Tomahawk, trovano posto missili aria-terra norvegesi destinati agli F-35A e missili a lungo raggio della Lockheed Martin per gli F-15. 94 miliardi sono stati invece destinati alla produzione dei missili terra-nave Type-12 sviluppati da Mitsubishi Heavy Industries. Programmato anche l’acquisto di altri otto F-35B (destinati alle portaelicotteri Izumo e Kaga) per 143,5 miliardi. 220 miliardi sono invece allocati per la costruzione di due cacciatorpediniere in grado di montare i radar del sistema Aegis.
Probabili, nei prossimi anni, anche piani di sviluppo per armi e missili ipersonici da mettersi in relazione con il progetto di un nuovo caccia che vede insieme Giappone, Italia e Gran Bretagna.
I costi per le navi potrebbero essere finanziati con l’emissione di titoli di Stato legati alle infrastrutture: una destinazione contraria alla legge per il Presidente dei comunisti Kazuo Shii.
Venerdì, per ribadire la direzione che il Sol Levante vuole prendere, il premier ha anche promesso una revisione delle linee guida sulle politiche oceaniche.
Il giorno precedente sono state invece annunciate esercitazioni insieme all’India con il coinvolgimento di caccia: le prime di questo tipo a coinvolgere il Subcontinente. Le esercitazioni, che dureranno 11 giorni e si svolgeranno a gennaio 2023, conteranno su quattro F-2 e quattro F-15 per il Giappone e su quattro Su-30MKI e due aerei da trasporto C-17 per l’India.
In economia, secondo le prime indiscrezioni, le richieste di ministeri ed agenzie nazionali per il prossimo anno fiscale potrebbero attestarsi a 114.000 miliardi di yen. Ben 828,3 miliardi – contro i 200 dello scorso anno – dovrebbero essere assegnati all’acquisto di munizioni (e missili) e con ciò le spese militari dovrebbero passare da 5.400 a 6.800 miliardi.
A settembre del 2022, è intanto emerso che la Banca del Giappone ha detenuto oltre la metà dei titoli di stato in circolazione: 536.000 miliardi di yen e cioè il 50,26% del totale. Il dato è successivo ai massicci acquisti fatti dall’ente di emissione a sostegno delle spese affrontate dallo Stato per contrastare la pandemia. Da aprile a settembre 2022, la Banca centrale ha registrato perdite, derivanti dal possesso dei titoli, pari a 874,9 miliardi di yen.
Gli ultimi dati forniti dalla Banca del Giappone hanno anche mostrato un aumento, rispetto al 2021, dello 0,8% (poco più di 2 milioni di miliardi di yen) del patrimonio posseduto dalle famiglie. Gli asset detenuti in contanti e depositi hanno rappresentato quasi il 55% del totale (+2,5% rispetto al 2021) mentre sono scesi quelli posseduti in azioni e fondi comuni (rispettivamente -8,1 e -1,7%).
La moneta nazionale si intanto apprezzata, martedì, di ben 5 yen sul dollaro giungendo a quota 132. La decisione è un riflesso delle decisioni prese dall’istituto guidato da Kuroda, al termine di una due giorni del tavolo direttivo, che portano i titoli a 10 anni a poter essere venduti con un tasso d’interesse compreso tra -0,5 e +0,5% contro il precedente tasso che era compreso tra -0,25 e +0,25%. Kuroda ha smentito che tale decisioni si inquadri in una politica di allentamento monetario anche se in realtà lo è.
Intatta la valutazione – secondo la quale l’economia nipponica mostra “moderati segni di ripresa” – effettuata dall’esecutivo nel report sullo stato dell’economia per il mese di dicembre.
Il tasso di aumento dei prezzi al consumo è stato, a novembre, del 3,7%: il più alto dal 1981 nonché quindicesimo mese consecutivo di crescita. Gli alimenti a lunga conservazione hanno registrato +6,8%; quelli dell’energia il +13,3%; il gas per l’uso domestico il +28,9%; le bollette della luce il +20,1%; il cherosene il 5,5% mentre la benzina, in virtù di un sussidio pubblico, è costata l’uno per cento in meno.
Martedì, nell’ambito delle disposizioni previste dalla legge per la sicurezza economica approvata lo scorso maggio, l’esecutivo ha stabilito 11 settori quali aree chiave ove tale norma si applicherà. Tra i diversi comparti industriali oggetto della designazione vi sono i semiconduttori, i minerali rari, la componentistica per velivoli e navi, i robot industriali e le batterie.
Nel turismo, le prenotazioni per le vacanze – all’interno dell’Arcipelago – di fine anno sono state pari al 71,8% dell’ultimo anno prepandemico. In termini assoluti, i giapponesi che pernotteranno per qualche giorno saranno 21 milioni, circa 3 milioni in più del 2021.
La spesa media dovrebbe aggirarsi intorno ai 37.000 yen a persona (+12,1% rispetto allo scorso anno). Circa 150.000 persone, invece, trascorreranno le vacanze all’estero: il 20% in meno rispetto al 2019 ma sette volte in più rispetto al 2021. A fornire i dati è stata JTB Corporation, una delle maggiori catene di agenzie di viaggio del Paese.
Per quanto riguarda gli arrivi dall’estero, a novembre sono giunti nell’Arcipelago 934.500 persone: 1,9 volte il dato di novembre 2021 ma pari al 61,7% degli arrivi del 2019.
Per singoli Paesi, a guidare la classifica è stata la Corea del Sud (315.400 arrivi) seguita da Taiwan (99.500), USA (84.300) e Hong Kong (83.000).
Nello stesso mese, i giapponesi che si sono recati all’estero sono stati 379.200: 7,3 volte in più di novembre 2021 e 76,9% rispetto allo stesso mese del 2019.
In agricoltura, il rapporto sulla produzione lattiero-casearia per il 2023 realizzato dal Consiglio alimentare, agricolo e rurale del Ministero dell’Agricoltura è stato criticato dagli operatori del settore. Secondo l’organismo consultivo, il prossimo anno, il sussidio andrebbe aumentato di appena 43 yen al chilogrammo giungendo a 8,69 yen ed il quantitativo massimo oggetto di sostegno è stato ridotto a 150.000 tonnellate riducendo così di molto il modesto aumento. Secondo le statistiche ufficiali, a novembre 2022, i prezzi dei mangimi sono cresciuti del 23,8% rispetto a novembre 2021.
Di “rabbia in tutto il Paese” generata da queste politiche ha parlato Toshiro Hasegawa, numero uno della Federazione degli Agricoltori.
Chiudendo con le questioni finanziarie, le compagnie assicurative nipponiche potrebbero presto sospendere la copertura per le navi che dovessero entrare in acque russe. Per motivi legati alla pesca ed al trasporto di gas e petrolio dall’isola di Sachalin, sono moltissimi i bastimenti giapponesi che entrano in acque territoriali della Federazione Russa.
(con informazioni di fmprc.gov.cn; boj.or.jp; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.