Sono ben 334 su 2.570 i membri di assemblee prefettizie che, secondo una ricerca condotta dall’agenzia di stampa Kyodo, hanno avuto rapporti con la Chiesa dell’Unificazione. L’80% di essi (279) sono iscritti al Partito Liberal-Democratico, 11 al Nuovo Komeito, 7 al Partito Costituzionale Democratico ed altrettanti al Partito dell’Innovazione (Nippon Ishin no Kai), 27 sono indipendenti ed uno al PDP. Il sondaggio ha mostrato inoltre che 13 Governatori (su 47 totali e nello specifico quelli di Hiroshima, Niigata, Kagoshima, Fukui, Gifu, Nara, Akita, Tochigi, Tokushima, Aichi, Toyama, Ishikawa e Yamanashi) e 9 dei sindaci delle 20 città più grandi (tra questi quelli di Osaka, Nagoya, Okayama e Kitakyushu), hanno avuto qualche superficie di contatto con il culto.
A rispondere al sondaggio sono stati il 94% degli intervistati mentre 157 non hanno inteso rispondere (tra essi il Governatore di Miyagi che però ha detto di aver già risposto a domande similari in altri contesti). Ben 33 membri di assemblee (31 del PLD) hanno ammesso di aver ricevuto appoggio da affiliati alla Chiesa nelle elezioni e 61 (il 70% di essi del PLD) di aver pagato quote per partecipare a degli eventi.
Di “mezzo secolo di azioni antisociali” ha parlato il Presidente del Partito Comunista, Kazuo Shii, in riferimento alla Chiesa nel corso di una conferenza stampa nella quale ha sottolineato i rapporti tra il PLD, ed in particolare ben tre generazioni della famiglia Abe, e la confessione religiosa.
Sulla legge a tutela delle vittime dei culti abusanti e per la restituzione delle donazioni estorte, rappresentanti di PLD e PCD si sono incontrati, ad inizio settimana, al fine di trovare un punto d’incontro sul disegno di legge presentato dal governo.
Akira Koike ha ribadito, il 5 dicembre, che la proposta della maggioranza non tiene in conto delle donazioni effettuate da quanti si trovano in stato di controllo mentale da parte di una confessione religiosa e soprattutto non precisa il concetto di “confusione” mentale pur stabilendo che un culto non possa sollecitare donazioni creando tale stato.
Lo stesso giorno, i rappresentanti dei comunisti, del Partito Costituzionale Democratico, del Partito Democratico per il Popolo e del Partito dell’Innovazione si sono incontrati al fine di raggiungere una linea comune delle opposizioni sul disegno di legge.
Il disegno di legge, nella forma nella quale è stato presentato dall’esecutivo, è stato approvato, giovedì scorso, dalla Camera dei Rappresentanti. Il premier ha comunque promesso di incontrare persone che hanno denunciato la Chiesa dell’Unificazione in modo da rendere la legge “più effettiva”.
Pur ribadendo le proprie perplessità (rispetto alle tempistiche entro le quali si può chiedere indietro la donazione, rispetto a chi può avanzare tale richiesta, circa la definizione giuridica dello stato di confusione mentale), il Partito Costituzionale Democratico ha votato a favore del testo “assumendosi la responsabilità di cambiarlo di modo da avere una legge più utilizzabile”. I costituzional-democratici hanno anche sottolineato che senza l’impegno delle vittime dei culti e dei loro avvocati non si sarebbe mai giunti ad una legge la cui necessità era stata inizialmente negata dalla maggioranza.
Di “un passo in avanti” sia pure insufficiente ha parlato il responsabile al programma del PCD, Nagatsuma, per il quale l’approvazione del testo “non può essere la fine”, mentre il deputato Yamai ha posto, interrogando il premier, la questione dello status giuridico della Chiesa dell’Unificazione: “per 30 anni, il governo ha sostenuto la Chiesa dell’Unificazione, la quale ha continuato a causare danni, mediante un trattamento fiscale preferenziale” ha affermato il parlamentare.
Il Presidente del Partito Democratico per il Popolo, Yuichiro Tamaki, ha invece sottolineato l’esigenza di giungere, nel caso un culto violi la normativa sollecitando donazioni fuori dalla legge, ad un rapido processo di scioglimento dello stesso.
“Tutto l’onere della prova spetta alla vittima” aveva sottolineato la deputata comunista Motomura il giorno prima del via libera al disegno di legge. La parlamentare ha ribadito che i tempi per discutere la legge sono troppo ristretti e lo stesso ha fatto il collega di partito Nihi. Il testo è giunto in parlamento il 6 dicembre ed è passato alla discussione in plenaria due giorni dopo per essere approvato in prima lettura ed inviato, lo stesso giorno, alla Camera dei Consiglieri.
La Camera alta ha quindi approvato il testo (che si compone, in realtà, di una legge specifica sulle donazioni e di una riforma del codice del consumo) nella giornata di sabato e cioè l’ultimo giorno di lavoro della sessione della Dieta.
Il PCD, con Nishimura e Nagatsuma, ha sostenuto, subito dopo l’approvazione definitiva della legge, l’esigenza di un nuovo testo, più chiaro ed efficace, che andrà discusso nella prossima sessione della Dieta.
Diverse persone che hanno avviato azioni legali contro la Chiesa e gli avvocati che si occupano di questi temi hanno espresso perplessità circa l’efficacia della norma.
In settimana, una petizione, firmata da 205.000 persone, che chiede lo scioglimento della confessione fondata da Moon è stata consegnata all’Agenzia per gli Affari Culturali.
Rimanendo in politica interna, una richiesta di estensione della seduta della Dieta è stata chiesta, a nome del PCG, da Keiji Kokuta. Il parlamentare ha sostenuto che per consentire alle opposizioni di discutere delle varie proposte di legge depositate, è necessario più tempo.
L’otto dicembre, Akira Koike, ha depositato una richiesta formale per il prolungamento dei lavori della Camera dei Consiglieri almeno fino al 16 dicembre. Entrambe le richieste sono state respinte dai conservatori.
Approvata, l’otto dicembre, in sede di commissione Giustizia della Camera dei Consiglieri una riforma di alcuni articoli del codice civile. Con il sostengo di maggioranza ed opposizione – e dunque con la scontata approvazione del testo in plenaria – è abolito il periodo di divieto a contrarre nuove nozze per le donne divorziate mentre, e su questo aspetto si è opposto il Partito Comunista, si allarga la possibilità di perdita della cittadinanza per minori che l’hanno acquisita in assenza del possesso pieno dei requisiti previsti.
Commentando i risultati ottenuti nell’ultima sessione, e dopo un incontro con Baba e Fujita del Partito dell’Innovazione del Giappone, Kenta Izumi si è detto soddisfatto: tanto di quanto è stato approvato in parlamento con il voto delle opposizioni, quanto della cooperazione con Nippon Ishin no Kai che ha, almeno parzialmente, impedito la saldatura di questo partito con il PLD.
Per quanto concerne gli scandali nel campo conservatore, il 9 dicembre, secondo quanto riportato dal quotidiano comunista Akahata, l’associazione dei sostenitori dell’attuale ministro Akiba (in sostanza il suo comitato elettorale) e la federazione di Miyagi del PLD avrebbero pagato un affitto, variato però di anno in anno e per 11 anni fino al 2021, per complessivi 15,29 milioni di yen alla madre ed alla moglie dello stesso Akiba. La questione, insieme ad alcuni bilanci dell’associazione dei sostenitori che presentano errori formali (manca, ad esempio, l’indicazione di un nuovo responsabile dopo che il precedente era morto), potrebbe portare alle dimissioni o alla rimozione di Akiba.
Nel welfare, un gruppo di cittadini di Tokyo ha consegnato al governo della Prefettura una petizione con la quale si chiedono investimenti per assicurare posti caldi dove dormire destinati a quanti non hanno una casa. La petizione chiede inoltre alla giunta di pubblicizzare meglio l’esistenza di un sussidio (da 50.000 yen) destinato alle famiglie incapienti.
La Zenseiren (la Federazione delle associazioni nazionali per la protezione della vita e della salute) ha intanto tenuto una due giorni nella quale ha elaborato una serie di proposte tra le quali l’esclusione delle borse di studio e dei lavori a tempo parziale degli studenti dal calcolo reddituale per stabilire i sussidi per gli affitti ed il rischio che gli aumenti del costo per l’assicurazione per i malati cronici porti molti ad abbandonare l’università.
Sempre in questo campo, il 5 dicembre, si è svolto, davanti gli uffici del Ministero della Salute, una manifestazione – convocata dal Sindacato Pan-nipponico dei Pensionati – contro la politica di raddoppio (da una media del 10 al 20%) della quota di partecipazione alle spese mediche da parte degli ultrasessantacinquenni e contro il calo, dello 0,4%, degli assegni pensionistici.
“Le pensioni sono state ridotte del 6,7% in termini reali negli ultimi dieci anni” ha affermato il segretario del sindacato, Motoho Hirooka, incontrando il viceministro Hanyuda.
Contro l’aumento delle spese belliche a danno di quelle sanitarie, si è espresso il Sindacato dei lavoratori ospedalieri pubblici i quali, nel corso di una conferenza stampa, hanno lamentato la mancanza di assunzioni e di investimenti nelle strutture.
Il 5, la Camera dei Consiglieri ha, intanto, approvato una modifica della legge per il supporto alle persone disabili. La legge, criticata da Kurabayashi del PCG, ha criticato la possibilità del rinnovo, indefinito, dei ricoveri forzati mentre non viene aggiunto nulla sul fronte del reddito e della sicurezza abitativa o sulla questione della carenza di manodopera nel settore dell’assistenza.
Il Consiglio per la Sicurezza Sociale, un organo consultivo del Ministero, ha intanto preparato una bozza di riforma della normativa sull’assistenza a lungo termine (tanto disabili quanto anziani che risiedono nelle strutture) tagliando, almeno al momento, la questione dell’aumento delle quote di uso dei servizi.
Il 4 dicembre si è invece tenuto a Tokyo il congresso della Federazione nazionale delle associazioni di locazione di terreni ed abitazioni. Il sindacato degli inquilini ha chiesto maggiore tutela dalle truffe e l’istituzione di un sistema di garanzia pubblica sugli affitti.
Per quanto attiene la pandemia, secondo quanto comunicato dal dicastero della Salute, tra luglio ed agosto, le persone decedute in casa a causa del COVID-19 sono state 776: 460 uomini e 316 donne. Il 58% erano ultraottantenni ed il 21% ultrasettantenni. Ben il 41,4% dei deceduti aveva ricevuto una diagnosi nella quale i sintomi prodotti dal SARS-CoV-2 erano definiti “lievi o assenti”.
Nell’istruzione, sono state raccolte 43.000 firme in calce ad una petizione che chiede l’inserimento obbligatorio dell’educazione sessuale nelle scuole.
Nel corso della stessa settimana, la “Associazione Nazionale delle Madri e delle Insegnanti per Proteggere la Costituzione, la Pace e l’Istruzione”, movimento nato nel 1954, ha incontrato una delegazione del PCD per chiedere, oltre all’inserimento dell’educazione sessuale nei piani scolastici, un impegno per rivedere il SOFA (l’accordo che regola lo status giuridico delle forze armate USA in Giappone), per superare le disparità nella qualità della formazione esistenti tra diverse aree del Paese e per ridurre le servitù militari nell’Arcipelago.
Preoccupazione per le minacce all’indipendenza della ricerca scientifica sono state espresse dal Consiglio per le Scienze del Giappone. Il 6 dicembre, nel tentativo di risolvere la questione della mancata nomina di sei accademici critici verso il PLD, il governo ha sostenuto che presto sarà presentato un disegno di legge per determinare in maniera più definita la responsabilità sulle nomine magari, è questa l’ipotesi, coinvolgendo un tavolo terzo.
Due giorni dopo, nel corso della propria assemblea generale, l’organismo ha condannato l’ingerenza del governo e affermato che il Consiglio sta già mettendo a punto i criteri di selezione dei suoi componenti per i prossimi rinnovi.
Per quanto concerne le richieste di apertura dei casinò ad Osaka e Nagasaki, il dicastero al Turismo e Infrastrutture ha comunicato, giovedì scorso, che molto difficilmente le domande potranno essere esaminate entro l’anno e che dunque l’apertura prevista per le due strutture slitta al 2029 ed al 2027.
Tanto la città e la Prefettura di Osaka quanto la Prefettura di Nagasaki, grandi sostenitori della realizzazione di alberghi con annesse sale da gioco, avevano auspicato che i progetti presentanti dalle società e già approvati dagli enti locali, potessero ricevere il via libera già questo autunno.
Nel caso di Osaka, il principale problema individuato dai tecnici del Ministero è stata la presenza di contaminanti nell’area ove si vuole costruire il casinò. A Nagasaki, invece, l’obiezione avanzata è stata di natura finanziaria e riguarda la sostenibilità dell’investimento.
Rimanendo nella Prefettura di Nagasaki, sono stati, fino ad ora, 1.500 i sit-in tenuti da cittadini che si oppongono alla costruzione della diga di Ishiki a Kawatana. La diga è in costruzione dal 2010 ed il Governatore ha ribadito la necessità di termine i lavori “il prima possibile”.
Nell’energia, Tomo Iwabuchi del PCG, ha ribadito, in sede di commissione economia della Camera alta, l’opposizione dei comunisti alle proposte della maggioranza di estendere a 60 anni la vita operativa delle centrali nucleari. L’otto dicembre, il sottocomitato l’energia atomica del Ministero dell’Economia, Industria e Commercio ha approvato delle linee guida che, tra le principali questioni affrontate, danno il via libera all’estensione della vita delle centrali. L’Agenzia Regolatrice per il Nucleare, ente dal quale tale dibattito è partito, ha già dato il proprio assenso alla misura che potrebbe, a questo punto, diventare legge il prossimo anno.
In ambito criminale, la polizia della capitale ha perquisito, lunedì scorso, l’ufficio di un capo dei sostenitori della teoria della cospirazione nordamericana di QAnon. Otto membri del gruppo sono stati arrestati a seguito di un’irruzione in un centro vaccinale avvenuta a marzo.
In politica estera, lunedì scorso, la Camera dei Consiglieri ha approvato – con un’ampia maggioranza – una mozione con la quale si esprime preoccupazione per le supposte violazioni dei diritti umani nelle regioni cinesi di Hong Kong e Xinjiang. La mozione – nella quale non è citata in maniera esplicita la Cina – invita il governo giapponese ad un non meglio precisato monitoraggio di tali violazioni.
“La risoluzione ignora i fatti fondamentali. Non contiene altro che disinformazione ed interferisce negli affari interni della Cina. Viola il diritto internazionale e le norme nelle relazioni internazionali. La Cina ha compiuto seri passi avanti verso il Giappone. Il mondo ricorda ancora la guerra di aggressione condotta dal Giappone ed un elenco di violazioni dei diritti umani che il Giappone deve ancora affrontare. Puntare il dito contro altri Paesi non cancellerà il passato del Giappone. La politicizzazione e la strumentalizzazione delle questioni relative ai diritti umani per danneggiare l’immagine della Cina e bloccarne lo sviluppo non avrà successo” ha commentato, lo stesso giorno, la Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning.
Sempre in politica estera, un tavolo consultivo del dicastero ha invitato a raddoppiare, in dieci anni, gli aiuti allo sviluppo passando dallo 0,34% allo 0,7% del PIL.
Nel 2020, il Sol Levante ha speso in aiuti allo sviluppo 20,3 miliardi di dollari e cioè il 7,4% in più rispetto al 2019.
In campo militare, il 4 dicembre, tre aerei non hanno potuto atterrare all’aeroporto di Naha, a causa del sorvolo di un drone nell’area.
Lunedì, i ministri della Difesa, Yasukazu Hamada, e delle Finanze, Shunichi Suzuki, hanno comunicato l’impegno ad aumentare di circa il 50% le spese per la guerra dal 2023 al 2027. In termini assoluti, si tratta di una spesa aggiuntiva pari a 43.000 miliardi di yen. Il vecchio piano quinquennale prevedeva spese per 27.470 miliardi.
Sul medesimo punto, mercoledì, Yoichi Miyazawa, responsabile delle politiche fiscali del PLD, ha incontrato il premier il quale, giovedì, ha reso noto che il governo intende aumentare le imposte, a partire dal 2027, per ottenere 1.000 miliardi di yen l’anno.
Tra le spese previste dai conservatori vi è l’acquisto, in cinque anni, di 5.000 miliardi di yen di missili in grado di colpire Cina e Corea del Nord.
Pur ribadendo che l’alleanza USA-Giappone non è messa in discussione, il PCD ha avanzato perplessità circa l’attuale linea bellicista.
“Il diritto all’autodifesa collettiva e la capacità di attaccare le basi nemiche saranno implementati come un insieme basato sui tre nuovi requisiti per l’uso della forza ai sensi delle leggi incostituzionali relative alla sicurezza. Questo complesso di misure implicano che anche se il Giappone non venisse attaccato, attaccherà se gli Stati Uniti lo chiederanno. Se il Giappone effettua un attacco preventivo, c’è ovviamente il timore che il paese attaccato contrattacchi. L’intero Giappone diventerà un campo di battaglia. Il primo ministro Kishida afferma che si è nell’ambito della Costituzione, della difesa esclusiva, che non ci sarà alcun attacco preventivo […] sta calpestando la Costituzione: non è una difesa esclusiva ma un attacco preventivo” ha affermato la Presidentessa del Partito Socialdemocratico, Mizhuo Fukushima la quale ha anche sottolineato che non sono state ancora individuate dal governo le fonti di finanziamento dell’aumento delle spese militari e che tale vaghezza, da parte della maggioranza, nel fornire risposte è anche legata alle prossime elezioni amministrative.
Di “una mossa molto pericolosa che rovescia le fondamenta” sulle quali si è basata la politica estera nipponica ha parlato il Presidente del Partito Comunista Shii per il quale le politiche del PLD “distruggono i mezzi di sussistenza, la Costituzione e la pace”.
Per una espansione delle spese militari si è invece appellato il leader del Partito dell’Innovazione, Noboyuki Baba, il quale, nel corso della seduta della Camera dei Rappresentanti di mercoledì, non solo ha confermato la disponibilità del proprio partito ad appoggiare la revisione di tre documenti attinenti la sicurezza nazionale, ma ha chiesto più risorse per la guerra e definito “naturale” il possesso di missili in grado di colpire le nazioni vicine.
Izumi, a nome del PCD, ha invece espresso perplessità, pur riconoscendo le esigenza di difesa del Paese, circa una spesa bellica sostenuta producendo ulteriore debito pubblico e priva, ad oggi, di obiettivi ben definiti.
In settimana, il ministro Suzuki ha anche affermato, non si sa sulla base di quali elementi, che l’obiettivo di rimettere in salute le finanze del Paese entro il 2025 rimane invariato nonostante l’enorme aumento delle spese belliche.
Nell’aeronautica, Giappone, Italia e Gran Bretagna hanno comunicato l’intenzione di sviluppare un nuovo caccia entro il 2035. Ad annunciarlo, con un comunicato diffuso venerdì, sono state la nipponica Mitsubishi Heavy Industries, la britannica BAE Systems e l’italiana Leonardo.
Il Sol Levante spera di avere, per quell’anno, 100 nuovi caccia che andranno a sostituire gli F-2 attualmente in dotazione alle forze armate nipponiche.
Tra le altre aziende che parteciperanno al progetto vi sono Mitsubishi Electric, IHI, Rolls-Royce e Ge Avio.
Il sei dicembre, intanto, per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, due aerei militari nipponici – nello specifico due caccia F-15 – sono atterrati nelle Filippine nell’ambito di un progetto di cooperazione che vede coinvolti 60 avieri delle Forze di Autodifesa del Sol Levante.
Sulle servitù militari, la Corte Suprema ha respinto, giovedì scorso, uno dei numerosi appelli avanzati dalla Prefettura di Okinawa per bloccare la costruzione della base di Henoko. Il caso specifico concerneva l’annullamento (da parte del Ministero delle Infrastrutture) del diniego (da parte della giunta locale) alle modifiche del piano di insabbiamento di parte della baia di Henoko.
Il 9 dicembre, intanto, i rappresentanti di un’associazione di madri ed insegnanti di Futenma, ha fatto visita a diversi gruppi parlamentari per chiedere il divieto di sorvolo ai velivoli militari sulle scuole (alcune volte è capitato che pezzi di aerei siano precipitati su scuole ed aree abitate) e per chiedere chiarezza circa la contaminazione da PFOS.
Venerdì, frattanto, l’ammiraglio statunitense Benjamin Nicholson, ha sostenuto che il trasferimento di 4.000 marines da Okinawa a Guam avverrà nei tempi prestabiliti, e cioè entro il 2024, sostenendo che vi sono progressi nella costruzione di una nuova base. Dopo un primo accordo del 2006 ed un punto fatto nel 2012, i due Paesi si sono accordati per il trasferimento fuori dal territorio nipponico di 9.000 dei circa 19.000 marines presenti nella Prefettura di Okinawa.
La nuova base di Guam, chiamata Camp Blaz, è stata costruita anche con denaro – tantissimo – proveniente dai contribuenti nipponici.
Sempre nell’ambito delle servitù, la riforma dei tre documenti sulla sicurezza nazionale, potrebbe implicare, qualora approvata, l’uso degli aeroporti civili di Shimojishima e di Narita da parte delle forze armate degli Stati Uniti. Seiken Akamine del PCG ha sottolineato come un memorandum nippo-statunitense del 1971 escluda il coinvolgimento degli aeroporti civili dagli usi militari.
In chiusura di settimana, un appello contro le armi atomiche è giunto da un forum, tenutosi a Tokyo, al quale ha portato un saluto l’ex Presidente statunitense Obama.
In economia, la spesa delle famiglie di ottobre è cresciuta dell’1,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In termini assoluti, la spesa dei nuclei di due o più componenti è stata pari a 298.006 yen. I salari reali sono tuttavia calati del 2,6%: settimo mese consecutivo di declino.
L’inflazione è cresciuta del 3,6%.
Ad ottobre, il Sol Levante ha, frattanto, registrato un deficit delle partite correnti pari a 64,1 miliardi di yen: il primo dato negativo su questa voce in nove mesi (a settembre si era avuto invece un +1.730 miliardi).
Nel settore merci, il deficit nella bilancia commerciale è stato pari a 1.880 miliardi con le importazioni cresciute del 56,9% rispetto ad ottobre 2021 per complessivi 10.860 miliardi.
A determinare, in larghissima misura, il dato sono stati i maggiori costi delle materie prime connessi alla debolezza dello yen che rende più care le importazioni. Ad esempio, il prezzo del petrolio è cresciuto, nel mese in oggetto, del 79,4% rispetto ad un anno prima.
Le esportazioni sono salite del 26,9% (8.990 miliardi), trainate dal settore auto e dalla richiesta di semiconduttori.
Il deficit nei servizi è stato pari a 722,4 miliardi. Il bilancio nel settore viaggi (e cioè la differenza tra quanto hanno speso gli stranieri in Giappone ed i giapponesi all’estero) ha registrato un surplus pari a 43 miliardi.
L’avanzo primario è stato pari a 2.830 miliardi (+451,5 miliardi rispetto ad un anno prima).
Il PIL nipponico annualizzato si è contratto, nel periodo luglio-settembre, giungendo allo 0.8% rispetto all’1,2% del trimestre precedente. Corretto con l’inflazione, il PIL per il periodo è aumentato dello 0.2%. La domanda interna è cresciuta dello 0,42% (leggermente superiore al trimestre precedente).
Cresciute dell’1,5% le spese in conto capitale mentre gli investimenti pubblici sono aumentati dello 0,9%.
Giappone Gran Bretagna hanno siglato, il 7 dicembre, un accordo di cooperazione su 14 tematiche inerenti la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e la sicurezza informatica. Tra gli auspici del memorandum vi è una maggiore tenuta delle catene di approvvigionamento nel campo, ormai cruciale, dei semiconduttori.
Un altro accordo è stato invece siglato venerdì con la Repubblica del Congo. L’accordo prevede la cooperazione nell’estrazione e lavorazione dei minerali rari: elementi che fanno la fortuna delle multinazionali nipponiche ma che lasciano miseria e morte nel continente africano.
Nello specifico, l’accordo – siglato da Nishimura per il Sol Levante e dalla ministra Antoinette N’Samba Kalambayi per il Congo – faciliterà il finanziamento dello Stato giapponese a realtà nipponiche interessate ad investire in Congo ed è propedeutico alla stesura di contratti che assicurino stabili diritti d’estrazione a società giapponesi o comunque la destinazione di quanto estratto verso l’Arcipelago.
Tra le aziende statali, Nobuo Inaba, ex direttore esecutivo della Banca del Giappone, è stato scelto dal CdA della tv pubblica NHK come suo nuovo presidente. Inaba entrerà in servizio il 25 dicembre e sostituirà Terunobu Maesa.
In casa SoftBank, un ex impiegato del colosso finanziario e delle telecomunicazioni è stato condannato, venerdì scorso, a due anni di carcere e ad un milione di yen di multa per aver passato – secondo quanto accertato dalla Corte Distrettuale di Tokyo – informazioni sul sistema 5G alla concorrente Rakuten Mobile. L’uomo, Kuniaki Aiba, aveva lavorato in SoftBank fino alla fine del 2019 per poi passare al servizio di Rakuten, società per la quale ha poi smesso di lavorare nel gennaio 2021.
Lo stesso giorno, Rakuten Mobile, ha ricevuto una raccomandazione dal governo nella quale si invita a migliorare i propri servizi dopo che – a settembre – 110.000 clienti hanno avuto problemi a telefonare ed 1.300.000 nella trasmissione dati.
Nell’auto, il colosso cinese BYD, ha annunciato, lunedì scorso, che a gennaio 2023 sarà disponibile per il mercato giapponese la “Atto 3”, prima vettura per passeggeri prodotta dall’azienda. Il costo del mezzo, a trazione elettrica, sarà pari a circa 4,4 milioni di yen. Da quando è disponibile, e cioè il febbraio di quest’anno, BYD ha già venduto 140.000 vetture.
Nella distribuzione, il marchio di vendita on line Zozo aprirà, a metà dicembre, il primo negozio fisico.
Nel turismo, il tasso di occupazione delle stanze d’albergo di Kyoto è cresciuto del 63,7% rispetto ad ottobre 2021. La crescita rispetto a settembre è stata del 9,3%. Il dato è comunque significativamente più basso di quello di ottobre 2019 quando il tasso di occupazione fu pari all’86,1%.
In settimana, rappresentanti della Federazione dei sindacati dei lavoratori dell’industria dei servizi e del turismo insieme a quelli del Sindacato giapponese dei lavoratori delle ferrovie e di quelli della Federazione delle compagnie aeree, hanno incontrato Kenta Izumi e Yukio Edano per chiedere un intervento tanto sul fronte dei sostegni economici al settore quanto sulla carenza di mandopera aggravata dalla pandemia.
Nell’elettronica, la neocostituita società nipponica Rapidus (azienda che produrrà chip e che vede tra gli azionisti Toyota e Sony) ha stretto un accordo con lo Interuniversity Microelectronics Centre, istituto belga per lo sviluppo delle nanotecnologie. Le due realtà hanno siglato l’accordo, martedì scorso, negli uffici del Ministero dell’Economia di Tokyo.
In agricoltura, l’influenza aviaria avanza veloce negli allevamenti dell’Arcipelago. Al 7 dicembre, i casi accertati erano 28 in 16 diverse Prefetture. Circa 4 milioni il numero di capi che è stato necessario abbattere. Un appello a che si prendano misure di prevenzione è stato avanzato dal ministro Nomura.
Sempre in questo settore, il 9 dicembre, un comitato che raggruppa associazioni di consumatori e contadini, ha convocato una conferenza stampa per annunciare future mobilitazioni. Al centro delle richieste del comitato vi sono sussidi per migliorare il tasso di autosufficienza alimentare, sospendere le importazioni di riso e misure per attutire l’impatto dell’aumento dei costi di fertilizzanti e mangimi.
(con informazioni di fmprc.gov.cn; jcp.or.jp; sdp.or.jp; cdp-japan.jp; new-kokumin.jp; mainichi.jp; asahi.com)
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