Un altro ministro è, ormai da settimane, sotto la graticola delle opposizioni. Il titolare della Ricostruzione Kenya Akiba, non avrebbe infatti correttamente riportato delle entrate realizzate nel corso della campagna elettorale del 2021 ed avrebbe poi girato 6 milioni di yen ad un fantomatico “Istituto di Ricerca di Economia Politica” che ha la propria sede a casa del cognato del ministro. A riproporre nuovamente la questione è stato, in apertura di settimana, Seiji Osaka del Partito Costituzionale Democratico il quale ha sottolineato che il ministro ha partecipato, nel 2021, ad un evento della Chiesa dell’Unificazione senza comunicarlo nel corso dell’indagine interna del PLD.
“Non ho memoria, non ho i documenti. Esattamente lo stesso del ministro Yamagiwa” ha affermato Yuichi Goto del PCD in riferimento alle amnesie manifestate dal ministro circa i propri legami con la Chiesa.
Il Segretario dei comunisti, Akira Koike, ha nuovamente chiesto a Kishida di sollevare il ministro dal proprio incarico sottolineando come lo stesso abbia mentito al proprio partito, mentito in conferenza stampa e pagato alla Chiesa 24.000 yen sostenendo si trattasse di abbonamenti a riviste ma, a giudizio del numero due del PCG, tale quota non corrisponde ad alcun abbonamento ma semmai ad una quota associativa comprensiva di riviste (2.000 yen al mese, cioè quanto costerebbe una modalità di associazione al gruppo, per 12 mesi fa, appunto, 24.000 yen l’anno).
Proprio sulle questione che riguardano il culto fondato da Moon, Chinami Nishimura ha nuovamente sollevato la curiosa vicenda che vide coinvolta l’Agenzia per gli Affari Culturali la quale autorizzò, nel 2015, la Chiesa dell’Unificazione a cambiare il nome legale con il quale era registrata nell’Arcipelago. La scusa sempre fornita dal Ministero dell’Istruzione, responsabile dell’Agenzia, è che un eventuale diniego, anche in assenza di ragioni fornite per giustificare il cambio, avrebbe potuto portare il dicastero in tribunale per omissione d’atti d’ufficio. Nishimura ha affermato che il ministro all’epoca dei fatti, Hakubun Shimomura, ha avuto vari contatti con il culto ed ha chiesto di sentirlo in parlamento come testimone.
Il numero uno del PCD, Kenta Izumi, ha ribadito, martedì scorso, che il disegno di legge proposto dalla maggioranza presenta delle criticità e che i progressisti fanno proprie le richieste avanzate dagli avvocati della “Rete contro le vendite spirituali”.
Lo stesso giorno, il compagno di partito di Izumi, Kazunori Yamai, interrogando il premier ha sottolineato tutti i limiti della normativa che rendono, di fatto, molto difficile per una vittima (ed ancora di più per i suoi familiari) ottenere indietro il denaro donato ad un culto abusante.
Giovedì, nonostante le critiche dell’opposizione, il governo ha approvato il disegno di legge sulle donazioni alle organizzazioni religiose. Il disegno di legge contiene il limite di dieci anni per sollecitare la restituzione delle somme donate sotto pressione psicologica e stabilisce una pena che può essere di un anno di carcere e fino ad un milione di yen di sanzione per i membri di culti che sollecitano donazioni in violazione della legge. Il testo passa adesso alla discussione in parlamento.
“Non possiamo avere una legge che abbia requisiti troppo rigidi e non possa aiutare le vittime” ha affermato Izumi commentando la mossa del governo.
Il 29 novembre, la Federazione Giapponese delle Associazioni Forensi ha presentato, nel corso di una conferenza stampa, il numero di consultazioni legali richieste da ex aderenti a culti religiosi tra il 5 settembre ed il 27 ottobre. Si tratta di 389 casi complessivi e di questi 309 riguardavano ex membri della Chiesa fondata da Moon. In 253 casi, le richieste di consulenza hanno riguardato donazioni di immobili; in 229, donazioni superiori al milione di yen; in 128 superiori ai dieci milioni ed in 17 casi superiori a 100 milioni (le varie categorie si sovrappongono parzialmente).
Il 76,4% delle persone che hanno chiesto aiuto erano di mezz’età ed il 60% donne. In ben 187 casi (il 60,5%) le donazioni erano state effettuate più di vent’anni fa.
Takaaki Tamura del Partito Comunista ha invece chiesto che il governo si attivi per la restituzione di 9,55 milioni di yen di fondi pubblici finiti – come aiuti allo sviluppo – al finanziamento di una scuola di formazione professionale in Senegal gestita dalla Federazione Femminile per la Pace Mondiale (una delle realtà legate alla Chiesa) e che in realtà, stando a quanto denunciato dai parlamentari comunisti, altro non sarebbe se non un centro di proselitismo. Quando venne concesso il finanziamento, nel 2015, Fumio Kishida era ministro degli Esteri.
Continuando con gli scandali, oltre ad Akiba, secondo indiscrezioni apparse sulla stampa, un altro appartenente al PLD, il parlamentare Kentaro Sonoura, è sospettato di non aver dichiarato 43,62 milioni di yen di fondi. Un collaboratore di Sonoura avrebbe ammesso, mercoledì scorso, ai magistrati di non aver riportato, secondo quanto prescrive la legge, somme donate tra il 2018 ed il 2020 in occasione di sei feste di autofinanziamento. Il parlamentare si è scusato per “non aver controllato”.
Sul titolare degli Interni, Takeaki Matsumoto, oltre ai rapporti con la Chiesa dell’Unificazione e con questioni attinenti finanziamenti non correttamente riportati, in settimana, Takeshi Miyamoto del PCG ha contestato al ministro di aver tenuto, il 27 dicembre 2021, una manifestazione elettorale violando le norme anti-covid che prevedevano una limitazione del numero di persone. Matsumoto ha rigettato le accuse e sostenuto che sono state rispettare le regole. Il limite, sulla base della metratura dei locali messi a disposizione da un albergo, sarebbe stato di 280 persone mentre i presenti sarebbero stati quasi 900.
Sempre nel campo conservatore, Mio Sugita, viceministra agli Interni ha dichiarato, il 30 novembre, che, in Giappone, non esistono discriminazioni verso le donne tali da metterne a rischio la vita. Ormai da alcuni mesi, parlamentari delle opposizioni chiedevano all’esponente liberal-democratica di correggere delle dichiarazioni, rilasciate nel lontano 2014, nelle quali veniva negata l’esistenza nell’Arcipelago di discriminazioni di genere. La toppa rischia però di essere peggiore del buco.
Sugita non è nuova a dichiarazioni che hanno suscitato scalpore: alcuni anni fa definì le coppie omosessuali come “improduttive” poiché non possono generare figli (su quest’ultima dichiarazione ha chiesto scusa venerdì) mentre, in un’altra occasione, parlando delle violenze sessuali affermò che “le donne possono dichiarare ciò che vogliono”.
Alla richiesta di Shiomura del PCD di sollevare Sugita dall’incarico, il premier Kishida si è lanciato in un’appassionata difesa definendo la viceministra “la persona giusta al posto giusto”.
Prosegue l’indagine volta ad accertare casi di corruzione nel processo di selezione degli sponsor delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Lo scorso lunedì, a finire sotto la lente della magistratura e degli ispettori dell’antitrust sono state le concessionarie di pubblicità Tokyu Agency e Hakuhodo DY Holdings e le società Fuji Creative e Same Two. Perquisizioni sono proseguite martedì presso le sedi di Dentsu Group e di ADK Holdings.
Sul punto, la senatrice Eri Tokunaga del PCD la quale ha chiesto, tanto all’Agenzia per lo Sport quanto alla ministra Nagaoka, i verbali del comitato organizzatore. Tanto la ministra quanto l’Agenzia hanno dichiarato che, per motivi di riservatezza delle aziende coinvolte, tali dati non possono essere divulgati. La senatrice ha anche chiesto, ottenendo dal premier una risposta piuttosto vaga, che qualora la magistratura accerti violazioni da parte di Dentsu delle norme contro i monopoli, la società venga esclusa dai rapporti con la pubblica amministrazione.
Per quanto concerne la pandemia, soltanto il 15,5% dei giapponesi ha ricevuto una dose del vaccino – la cui somministrazione è iniziata il 20 settembre – atto a proteggere dalla variante omicron del SARS-CoV-2. In nessuna giornata di somministrazione si è raggiunto l’obiettivo del milione di inoculazioni: il numero più alto si è avuto il 24 novembre con 840.000 dosi.
Il Ministero della Salute ha comunicato che, al 2 dicembre, il numero di persone decedute a causa del virus era stato pari a 50.034. La Prefettura con più decessi è stata Osaka (6.764 persone) seguita da Tokyo (6.215), Hokkaido (3.348), Kanagawa (3.179) ed Aichi (3.095). Il medesimo giorno, il numero di nuovi contagi era stato pari a 109.928 dei quali 11.244 a Tokyo.
Nel welfare, l’associazione Kidsdoor ha presentato, lunedì scorso, i risultati di un sondaggio condotto su oltre 1.800 nuclei familiari fragili e mostrato come il 49% di essi mostra preoccupazione per lo sviluppo fisico e psicologico dei figli. L’87% dei nuclei ascoltati dall’associazione era composto dalla sola madre con i figli ed il 57% aveva ingressi annui inferiori ai due milioni di yen.
Il 16% delle famiglie ha affermato che l’aumento dei prezzi colpirà il benessere dei figli “fortemente”; il 70% ha manifestato preoccupazioni legate alla qualità dell’alimentazione; il 31% che i figli “non saranno in grado di concentrarsi negli studi” ed il 28% che essi “si ammaleranno con più facilità”.
Sull’alimentazione, il 60% delle famiglie ha risposto che ridurrà le occasioni nelle quali si mangia fuori casa e che diminuirà la quantità di pesce e carne consumata. Il 47% dei genitori ed il 13% dei figli hanno dichiarato di consumare due pasti al giorni mentre il 17% dei genitori ha sostenuto di consumare un unico pasto al giorno. Il 54% dei nuclei con figli alle scuole superiori ha affermato di non essere in grado di inviare i figli a corsi preparatori per l’istruzione superiore.
In settimana, i risultati di un altro sondaggio sono stati invece presentati da un comitato di genitori con figli che hanno disabilità intellettive di Kyoto. Oltre il 94% dei rispondenti, tutte famiglie che si trovano nella condizione sopra descritta, ha mostrato preoccupazione per il futuro dei figli a causa della carenza di fondi pubblici.
Sempre nel welfare, il Consiglio per la previdenza sociale, organismo consultivo del Ministero del Lavoro e Salute, ha proposto, nell’ambito di un pacchetto di misure di riforma che lo stesso sta elaborando da circa un mese, di aumentare la quota di persone per le quali il contributo dato per l’assistenza infermieristica a lungo termine aumenterà tra il 20 ed il 30% (oggi è in media il 10%).
Tra le altre misure allo studio dell’organismo vi è la riduzione delle prestazioni assicurate, il passaggio a livelli di assistenza inferiori per un numero maggiore di persone, l’aumento dei letti per stanza nelle strutture per lungodegenti (quelle che in Italia si chiamano RSA), l’aggiunta dei beni immobili nella base imponibile utilizzata per il calcolo del premio per l’assicurazione sanitaria pubblica.
Per ridurre gli oneri a carico delle famiglie e per far riprendere la domanda interna, Takaaki Tamura del PCG ha sottolineato come il salario minimo debba aumentare oltre i 1.000 yen orari che, in linea di principio, il governo ha posto come soglia e che vadano sostenute maggiormente le lavoratrici (dato che il 70% degli occupati nel settore sono donne) che si occupano di infanzia, mense scolastiche ed assistenza infermieristica.
In settimana, il sindacato Zenroren ed il comitato di azione per la prossima campagna di rinnovi contrattuali, hanno incontrato i parlamentari di quattro partiti (compreso il PLD per la maggioranza) chiedendo un aumento del salario minimo orario a 1.500 yen.
A Nagasaki, venerdì scorso, i sopravvissuti della “pioggia nera” e cioè delle piogge radioattive successive allo sgancio da parte degli Stati Uniti della bomba atomica, hanno chiesto al governo di riconoscere i risarcimenti come si era impegnato a fare dopo che, a seguito di ricerche storiche e di sentenze dei tribunali, è stato accertato che l’area colpita da queste precipitazioni fu più ampia di quella sempre considerata.
“E’ imperdonabile trattare le vittime di Nagasaki ed Hiroshima in maniera diversa” aveva affermato, parlando con i funzionari del comune della città martire, il sopravvissuto Koichi Kawano.
Nel luglio 2021, l’Alta Corte di Hiroshima aveva riconosciuto come hibakusha 84 cittadini che all’epoca dei fatti abitavano tra i 7 ed i 12 chilometri al di fuori dell’area dell’ipocentro. A partire da quella sentenza, il governo ha iniziato ad inviare il riconoscimento a questi cittadini ma nulla di simile è stato avviato per i superstiti di Hiroshima.
Sull’istruzione, lunedì scorso, una delegazione di parlamentari Partito Costituzionale Democratico ha incontrato dei rappresentanti del Sindacato degli Insegnanti delle Scuole Private del Giappone. I sindacalisti hanno chiesto l’intervento dei costituzional-democratici affinché le scuole private ricevano maggiori sussidi.
Sulla formazione professionale è invece intervenuta Tomoko Tamura del PCG la quale ha sottolineato come soltanto il 30% delle imprese ha fornito formazione professionale ai lavoratori precari (contro il 70% che ha formato i lavoratori a tempo indeterminata) nonostante ormai questi lavoratori siano il 40% del totale (ed il 50% tra le lavoratrici).
Nell’università, uno sciopero è stato annunciato dai ricercatori precari dell’ateneo del Tokai. Le università ed i centri di ricerca, nella maggior parte dei casi, hanno intenzione di rompere i rapporti di lavoro con i ricercatori con contratto a tempo determinato prima che scattino i dieci anni di continuità lavorativa che impongono, secondo una legge approvata alcuni fa, la stabilizzazione.
A Sasebo (Nagasaki), il comune intende tutelare l’ex stazione telegrafica, costruita ad inizio ‘900 ed utilizzata dalla Marina militare nipponica anche in occasione dell’attacco a Pearl Harbor. Allo scopo, l’amministrazione cittadina ha inserito a bilancio 20 milioni di yen.
Sempre nel campo dei beni culturali, l’UNESCO ha riconosciuto, mercoledì scorso, 41 danze tradizionali giapponesi, nate in epoca medievale, come patrimonio immateriale dell’umanità.
Nella giustizia, i familiari di tre persone che, oltre dieci anni fa, hanno subito la pena capitale per impiccagione hanno depositato una causa civile presso la Corte Distrettuale di Osaka chiedendo allo Stato un risarcimento complessivo di 33 milioni di yen. Secondo gli avvocati dei familiari, i cui nomi al momento non sono stati resi noti, sostengono che tale modalità di esecuzione della pena di morte è in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione e con i trattati ONU sul tema ratificati dal Giappone.
Rimanendo nel campo dei diritti civili, mercoledì scorso, la Corte Distrettuale di Tokyo ha rigettato un ricorso e dichiarato costituzionale l’impossibilità per due persone appartenenti al medesimo sesso di contrarre matrimonio. Allo stesso tempo, però, la sentenza ha stabilito che non è costituzionale l’assenza di una norma che regoli questo tipo di unioni qualificando tale mancanza come “pesante minaccia ed ostacolo” ai diritti dei cittadini. Commentando la sentenza, la deputata progressista Masako Okawara ha chiesto che finalmente il Giappone si doti, come gli altri Paesi del G7, di una legge che regoli il tema.
Nell’energia, lunedì, il Segretario del PCD, Katsuya Okada, ha ribadito la contrarietà del proprio partito ad un aumento della vita delle centrali nucleari dai 40 attuali a 60 anni. “Se vogliamo cambiare le regole scritte insieme, occorre una discussione solida” ha affermato il politico.
Frattanto, venerdì, i Paesi del G7 si sono accordati per un tetto al petrolio russo pari a 60 dollari al barile. La Federazione Russa ha già annunciato che non venderà petrolio ai Paesi che imporranno questa misura che comunque, a seguito di pressioni da parte nipponica, non si applicherà al greggio comprato dal Sol Levante dal progetto “Sakhalin 1”.
In ambito militare, l’aviazione delle Forze di Autodifesa ha svolto, lunedì scorso, un’esercitazione volta a testare la capacità di intercettazione di eventuali missili nordcoreani nei pressi della centrale nucleare di Oi, uno dei possibili obiettivi militari in caso di conflitto con la RPDC.
A nome del Partito Comunista, il vicepresidente Yamazoe ha ribadito che il possesso di armi in grado di colpire basi nemiche sul loro territorio è anticostituzionale e che i missili Tomahawk che il Sol Levante sta pensando di acquistare (pare 500 dal prossimo anno al 2027) sono “armi esclusivamente offensive”.
Sul punto, venerdì scorso, PLD e Nuovo Komeito hanno raggiunto un accordo che prevede, da parte dei centristi, l’accettazione della linea bellicista dei liberal-democratici.
Secondo il Segretario del Nuovo Komeito, Keiichi Ishii, il Giappone “mantiene la posizione di esclusiva autodifesa prevista dall’articolo 9 della Costituzione anche acquisendo capacità di contrattacco”.
“Terremo d’occhio quali saranno le proposte del governo” ha commentato Izumi per il PCD mentre Koike, per i comunisti, ha parlato di “un importante cambiamento nelle politiche di sicurezza” che può portare ad “attacchi preventivi” verso altri Paesi.
Lunedì, come chiesto dalla commissione interna al PLD deputata al tema nonché dagli ultimi due Presidenti statunitensi, il premier ha dato indicazione ai dicasteri di Finanze e Difesa di ricercare i fondi necessari a giungere a spese militari pari al 2% del PIL entro il 2027. La mossa poterà al raddoppio, rispetto ad oggi, delle spese belliche.
Tanto il capo del governo quanto il ministro delle Finanze Suzuki hanno rilasciato dichiarazioni che mostrano un senso d’urgenza (“non abbiamo più molto tempo” ha detto Suzuki).
Di un “aumento improvviso” e del quale non si era discusso nell’ultima campagna elettorale ha parlato Katsuya Okada a nome del PCD. Il Segretario della maggiore forza di opposizione ha anche sottolineato la vaghezza con la quale si sta muovendo il governo nell’individuare dove tagliare e quali tasse alzare.
Di “decisione inaccettabile” ha parlato, a nome del Partito Comunista Toru Miyamoto, il quale ha ribadito l’incostituzionalità del possesso di missili in grado di colpire basi nel territorio di un altro Stato.
In un impeto militarista, il leader del Partito dell’Innovazione, Noboyuki Baba, ha chiesto che, quando la pandemia sarà meno forte (bontà sua che non lo chieda già adesso), siano dirottate risorse non spese per le contromisure verso le spese belliche.
Contro l’aumento delle spese militari ed un riforma dell’articolo 9 della Carta, il 30 novembre, in 1.500 hanno manifestato a Tokyo. Presenti alla manifestazione, convocata da un comitato di associazioni, i parlamentari Akira Koike per il Partito Comunista, Shoichi Kondo per quello Costituzionale Democratico, Mari Kushibuchi per Reiwa Shinsengumi e Kunio Aragaki del Partito Socialdemocratico.
In campo internazionale, Giappone ed Australia terranno a Tokyo, il 9 dicembre, un summit nel formato 2+2 e cioè con la presenza dei ministri di Esteri e Difesa delle due nazioni. Al centro dei colloqui vi sarà il contenimento della Cina ed il contrasto alla Corea del Nord.
Sulle servitù militari, il Governatore di Kagoshima, Koichi Shiota, ha dato via libera, martedì scorso, alla costruzione di una nuova base che le Forze di Autodifesa realizzeranno sull’isola disabitata di Mageshima. Con il parere, comunque non vincolante, favorevole del Governatore, sarà adesso più semplice per gli Stati Uniti spostare le portaerei di stanza ad Iwoto verso il nuovo sito.
Mercoledì, dei comitati civici di abitanti della Prefettura di Kagoshima ha incontrato diversi parlamentari chiedendogli di battersi contro la militarizzazione dell’isola.
Frattanto, il periodico comunista Akhata ha segnalato che il 29 novembre, i cieli di Kofu (Yamanashi) sono stati protagonisti di un rifornimento in volo di due velivoli statunitensi (due caccia F35B riforniti da un KC130J). La pratica è contestata dai progressisti e da comitati locali di cittadini in quanto molto rischiosa per coloro che che hanno la sventura di abitare sotto gli spazi utilizzati dai piloti nordamericani per queste operazioni.
A Naha, il 30 novembre, si è invece svolta la prima udienza di una causa, che coinvolge 30 ricorrenti, intentata contro lo Stato da cittadini che abitano nei pressi della base di Futenma. La causa è stata intentata per i forti rumori che gli abitanti di quelle aree sono costretti a sentire.
Sempre a Naha, il primo dicembre, si è tenuta la prima udienza dell’ennesima causa intentata dalla Prefettura di Okinawa contro la costruzione della nuova base di Henoko. Nello specifico, in discussione è la richiesta, da parte dell’ente locale, di annullamento dell’annullamento (può sembrare un gioco di parole ma la battaglia contro la nuova base si gioca anche su questi cavilli) da parte della Prefettura di alcune autorizzazioni (in dettaglio, la modifica al progetto dei lavori) necessarie all’interramento della baia di Henoko.
In economia, secondo un sondaggio realizzato dall’agenzia di stampa Kyodo e diffuso il 27 novembre, il 23% delle maggiori aziende giapponesi pensa di aumentare i prezzi l’anno prossimo o comunque nel futuro a causa dell’aumento del costo delle materie prime, dei combustibili e del deprezzamento dello yen che produce una maggiorazione del prezzo su quanto si importa. Il 49% delle 80 imprese sentite si è detto incerto.
Sugli aumenti effettuati quest’anno, il 13% delle aziende ha affermato di non averne fatti, il 29% di averne fatto uno, il 14% due ed il 3% tre.
Alla domanda se intendono alzare anche i salari dei propri dipendenti, soltanto il 6% ha risposto affermativamente, il 18% ha sostenuto che potrebbe farlo ed 3% che non lo farà.
Venerdì, con il voto della Camera dei Consiglieri, è giunta la scontata approvazione del bilancio suppletivo dal 28.920 miliardi di yen. Tra le principali misure del pacchetto vi è un sussidio sulle bollette di luce e gas che consentirà – tra gennaio e settembre 2023 – un modesto (circa 5.000 al mese) contenimento delle stesse per le famiglie. Previsti, inoltre, alcuni sussidi su benzina e cherosene.
“È necessario adottare misure concrete ed efficaci, in particolare per i giovani e le generazioni che allevano figli, per contrastare gli effetti del prolungato disastro del coronavirus e dell’aumento dei prezzi, tuttavia la proposta del governo è insufficiente. Abbiamo poi aggiunto 3,74 trilioni di yen al fondo di riserva per le misure contro la nuova infezione da coronavirus, i prezzi del greggio e l’impennata dei prezzi delle materie prime e, di conseguenza, il fondo di riserva totale per questo anno fiscale raggiungerà gli 11.760 miliardi di yen e ciò è contrario alla democrazia fiscale” ha affermato nella propria dichiarazione di voto Hiroyuki Moriyama del PCD il quale ha anche valutato come grave la scelta della maggioranza di non accogliere un emendamento che il PCD ha scritto insieme al Partito dell’Innovazione che riorganizzava il bilancio ponendo maggiori fondi sulle mense scolastiche e sulle borse di studio.
L’aumento dei fondi di riserva per “evitare le deliberazioni della Dieta” è stato criticato, nella dichiarazione di voto, anche da Miyamoto del PCG mentre la collega di partito Tamura ha sottolineato come nulla di concreto sia stato fatto per l’aumento dei salari (che il PCG sostiene debba avvenire mediante la tassazione dei profitti non reinvestiti) e per le ristrutturazioni delle piccole e medie impre le quali – nonostante rappresentino il 99,7% delle imprese ed impieghino il 70% della forza lavoro totale – soltanto nello 0,5% dei casi hanno potuto beneficiare di sovvenzioni per la ristrutturazione aziendale.
A votare favorevolmente al bilancio, oltre a PLD e Nuovo Komeito, è stato anche il Partito Democratico del Popolo che si allontana così, forse definitivamente, dal blocco delle forze progressiste. Il PDP ha giustificato il voto favorevole valutando positivamente i sussidi per le bollette della luce e per i veicoli elettrici. Purtuttavia, il partito guidato da Yuichiro Tamaki ha espresso lo stesso giudizio delle forze progressiste circa gli enormi fondi sottratti al controllo del parlamento e lamentato che il prossimo anno potrebbero non esserci fondi a sufficienza per gli interventi previsti in questo bilancio.
Sulle politiche monetarie, nella settimana appena trascorsa, lo yen si è leggermente apprezzato sul dollaro attestandosi prima a quota 137 e poi, giovedì, a 135.
Lunedì, intanto, l’istituto di emissione ha comunicato la perdita più alta dal 1998 registrata nei primi sei mesi dell’anno sui titoli di Stato. La perdita è stata pari a 874,9 miliardi di yen.
Rimanendo in ambito marcoeconomico, i profitti pre-imposte delle aziende nipponiche tra luglio e settembre sono cresciuti del 18,3% rispetto al medesimo periodo del 2021 (in termini assoluti 19,810 miliardi di yen). Cresciute, del 9,8%, anche le spese in conto capitale. Le vendite complessive sono cresciute dell’8,3% (350.370 miliardi). A generare questi dati vi è stato il rientro di utili dalle filiali estere delle aziende (cresciuti grazie alla debolezza dello yen) e dall’allentarsi globalmente della pandemia.
Caduta del 2,6% rispetto al mese precedente, la produzione industriale. Fatto 100 la produzione del 2015, l’indice ha toccato quota 95,9. A calare maggiormente è stata la meccanica (-5,4%) seguita dall’elettronica (-4,1%). Cresciuta, invece, del 5,6%, la produzione di automobili.
Le maggiori aziende automobilistiche giapponesi hanno visto, infatti, una produzione globale (che tiene quindi conto anche della produzione all’estero) cresciuta del 14,4% (2.110.000 vetture) rispetto ad ottobre 2021.
Delle otto maggiori imprese, Toyota ha registrato un +23% (oltre 771.000 vetture delle quali 203.000, e cioè il 33,7% in più, prodotte in Giappone) nella produzione ed un +22,8% nelle vendite (oltre 832.000 vetture); Honda un +1,1% (330.000 auto prodotte); Suzuki +14,1% (267.000 vetture); Subatu +43,1% (88.000 veicoli). Calata la produzione per Nissan (297.000 vetture e -2,4%) e Mitsubishi (86.000 auto e -17,6%).
In agricoltura, Takaaki Tamura del PCG ha chiesto al ministro Nomura interventi decisi nel settore lattiero-caseario a fronte del rischio, denunciato dal parlamentare, che circa il 50% delle aziende del settore possa fallire. Tamura ha poi sottolineato come il governo abbia preferito acquistare riso all’estero piuttosto che sostenere la produzione locale.
Sul punto è intervenuta anche la senatrice Tokunaga la quale ha chiesto che il latte accumulatosi ed invenduto sia ridotto in polvere e destinato, come aiuto, a Paesi che hanno carenze.
Una manifestazione di allevatori, alla quale ha portato il proprio saluto Koike del PCG, si è tenuta, il 30 novembre, davanti la sede del Ministero dell’Agricoltura. “L’industria del bestiame è in una situazione critica che potrebbe portare al suo crollo. Lotteremo insieme ai consumatori” ha dichiarato Toshiro Hasegawa, presidente della Federazione degli agricoltori. Oltre il 30% del valore della produzione agricola nipponica è dato dal settore lattiero-caseario.
Sempre in questo campo, la senatrice Tomoko Kami ha messo in guardia circa i rischi per il settore bovino causati dagli impegni presi con il CPTPP e con l’accordo commerciale bilaterale con gli USA. I due accordi combinati prevedono che, entro il 2027, il Sol Levante importi 699.000 tonnellate di manzo: 399.000 dai Paesi dell’accordo del Pacifico e 300.000 dai soli Stati Uniti. Il rischio, per la senatrice, è che le importazioni siano addirittura superiori al consumo interno. Il ministro Hayashi, rispondendo alla parlamentare, ha affermato che il governo prenderà non meglio specificate “misure interne” ma che non è disposto a rivedere gli accordi commerciali.
Tra le imprese, la Commissione Giappone per il Commercio Equo (equivalente alla nostra antitrust) ha annunciato, il primo dicembre, che tre aziende hanno violato la normativa contro i cartelli. Chubu Electric Power, Chugoku Electric Power e Kyushu Electric Power sarranno adesso ascoltate dall’ente e, se condannate, dovranno pagare multe per un totale di 100 milioni di yen.
Nella distribuzione, Daiso, catena specializzata nella vendita di articoli a basso costo, ha manifestato la volontà di decuplicare, nel prossimo futuro, il numero dei propri negozi negli Stati Uniti giungendo a gestirne mille.
L’azienda giapponese – la quale gestisce circa 80 negozi negli USA, localizzati soprattutto in California e Texas – prevede di aprire altri 30 punti vendita il prossimo anno. Al febbraio di quest’anno, Daiso possedeva circa 2.300 negozi in 25 nazioni: 1.300 di questi nella sola Corea del Sud.
Nell’occupazione, ottobre ha registrato il decimo mese consecutivo di miglioramento della disponibilità di posti di lavoro. Il dato è stato apri a 1,35 (+0,01) e ciò significa che per ogni 100 cercatori di lavoro erano disponibili 135 posizioni.
Il settore che più ha occupato è stato quello alberghiero e della ristorazione (+29,3%) seguito dalla distribuzione (+11,7%).
Nello stesso mese, la disoccupazione è stata pari al 2,6%: la stessa percentuale di settembre. In termini assoluti, i disoccupati sono stati 1.780.000 e di questi 650.000 (-11% rispetto a settembre) hanno lasciato volontariamente il lavoro mentre 410.000 sono stati licenziati o i loro contratti non sono stati rinnovati.
Chiudendo con le iniziative sindacali, il sindacato Rengo, la maggiore confederazione del Paese, ha comunicato che, nell’ambito dei tradizionali rinnovi contrattuali di primavera, chiederà aumenti salariali del 5%. Si tratta della più alta richiesta in termini percentuali degli ultimi 28 anni. Il sindacato guidato da Tomoko Yoshino ha chiesto, inoltre, un aumento del salario minimo orario nazionale a 1.150 yen.
(con informazioni di jcp.or.jp; cdp-japan.jp; kyodonews.net; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.