Dopo qualche settimana di polemiche e numerose richieste provenienti dalle opposizioni, il premier Kishida ha sostituito, il 21 novembre, il titolare del dicastero agli Interni e Comunicazioni, Minoru Terada, con Takeaki Matsumoto.
Terada era finito nell’occhio del ciclone per alcune irregolarità nella rendicontazione di spese elettorali per le quali si era comunque sempre dichiarato non responsabile e per alcune somme di denaro che avrebbe elargito, secondo il periodico Shukan Bunshun, a sei consiglieri prefettizi di Hiroshima, collegio ove eletto ad ottobre 2021.
Matsumoto è stato deputato con il Partito Democratico e, per cinque mesi nel 2011, ministro degli Esteri nel governo guidato da Naoto Kan, salvo poi aderire al PLD.
Il Presidente del Partito Costituzionale Democratico, Kenta Izumi, ha chiesto al premier di “spiegare con sincerità alla Dieta la direzione futura del governo” mentre Akira Koike del Partito Comunista ha chiesto le dimissioni dell’intero governo.
Terada è il terzo ministro ad essere sostituito in meno di un mese. Gli altri due membri del governo ad essere stati rimpiazzati sono stati il titolare alla Rivitalizzazione Economica, Daishiro Yamagiwa, dimessosi per i legami con la Chiesa dell’Unificazione, ed il ministro della Giustizia, Yasuhiro Hanashi, silurato per dichiarazioni poco opportune sulla pena di morte e sull’importanza del proprio ruolo.
Secondo il periodico comunista Akahata, anche il neoministro ha omesso di registrare alcune donazioni ricevute tra il 2018 ed il 2020. Una organizzazione di sostenitori di Matsumoto ha raccolto 21,6 milioni di yen nel 2018, la stessa cifra l’anno dopo e 19,88 milioni nel 2020 mediante la vendita di biglietti ad una festa tuttavia tali cifre non risultano nelle dichiarazioni sul finanziamento all’attività politica che ogni candidato è obbligato a presentare.
Giovedì mattina, il premier ha negato di aver intenzione di effettuare un rimpasto di governo entro la fine di quest’anno. Nonostante ciò, appare in bilico la posizione di un altro ministro, quello alla Ricostruzione Kenya Akiba. Secondo accuse apparse sulla stampa – la cui veridicità è negata dal politico – Akiba avrebbe elargito 200.000 yen ad un proprio collaboratore, in quel momento pagato dallo Stato, per aiutarlo nella campagna elettorale di ottobre 2021: un atto illecito per la stretta legge nipponica in materia elettorale.
Akiba, giovedì, è stato anche accusato dal deputato Yuichi Goto del PCD di aver partecipato ad un evento della Chiesa dell’Unificazione senza farne menzione nell’inchiesta interna condotta dal PLD alcuni mesi fa.
Nel 2021, la federazione del PLD della Prefettura di Miyagi, guidata all’epoca proprio da Akiba, pagò una sorta di quota associativa alla locale sezione della Federazione per la Pace Mondiale.
Rimanendo nel campo delle questione connesse con la Chiesa dell’Unificazione, martedì scorso, è ufficialmente iniziata l’indagine condotta da un tavolo del dicastero dell’Istruzione e dei Beni Culturali volta ad accertare se sussistono ancora le condizione che consentono alla “Federazione per la Pace Mondiale” (questo l’attuale nome del culto) di conservare lo status di organizzazione religiosa con tutte le conseguenze, principalmente in termini di tasse da pagare, che una eventuale rimozione comporterebbe.
La prima parte dell’inchiesta consiste in una serie di domande che il tavolo ha inviato alla Chiesa la quale avrà tempo fino al 9 dicembre per rispondere.
La perdita dello status di organizzazione religiosa potrebbe essere il primo passo che potrebbe (i condizionali sono molti perché la questione è complessa a livello giuridico) condurre ad un ordine di scioglimento della confessione.
Fino ora soltanto due organizzazioni religiose sono state sciolte nell’Arcipelago (ed in entrambi i casi a seguito di sentenze di condanna in ambito penale): il gruppo terroristico-religioso AUM Shinrikyo (per ovvi motivi) ed il tempio Myokakuji (per somme di denaro ottenute mediante pressioni psicologiche sugli aderenti).
Sul sostegno alle vittime, il Partito Comunista, con il suo Segretario Akira Koike, ha sollevato alcune problematicità rispetto al disegno di legge – in discussione – sulla restituzione delle donazioni estorte. Per Koike, la legge punisce unicamente le sollecitazioni a donare non affrontando adeguatamente le pressioni psicologiche che le sette mettono in atto verso gli aderenti. Il numero del PCG ha anche chiesto che, oltre al divieto di donare somme provenienti da prestiti, siano incluse anche le donazioni di abitazioni o le somme provenienti dall’annullamento di assicurazioni sulla vita.
Il 23 novembre si sono riuniti alcuni ex aderenti di seconda generazione i quali hanno lamentato che nella proposta del governo sono previsti risarcimenti soltanto per i figli minorenni di vittime economiche dei culti.
Di una legge “non in grado di sostenere le vittime” ha parlato il responsabile del programma del Partito Costituzionale Democratico, Akira Nagatsuma, il quale, nel corso di un incontro con rappresentanti della maggioranza, ha sottolineato una serie di criticità: dal controllo mentale che i culti esercitano (e che rendono difficile distinguere donazioni “spontanee” ed “estorsioni”) fino al limite, fissato in dieci anni, per chiedere la restituzione delle cifre donate sotto pressione psicologica. Il deputato del PCD ha ribadito le critiche alla norma anche nel corso della seduta della commissione Bilancio della Camera dei Rappresentanti del 25 novembre aggiungendo che l’attuale bozza prevede, a carico del donante, dimostrazioni del proprio stato psico-fisico e della propria condizione patrimoniale per ogni singolo atto donativo contestato mentre la facoltà di richiedere indietro le somme non è attribuibile ai figli minori (salvo che per mancanze alle spese di mantenimento) ed al coniuge.
Per quanto concerne gli scandali sulla selezione degli sponsor dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, la Procura della capitale ha inviato, venerdì scorso, i propri ispettori nella sede del colosso della pubblicità Dentsu per acquisire informazioni circa eventuali illeciti ed episodi di corruzione nella procedura di scelta delle aziende.
Su un’altra vicenda, quella del suicidio di Toshio Akagi, il funzionario del dicastero delle Finanze che si tolse la vita accusando i propri funzionari di avergli comandato di falsificare dati sulla vendita di un terreno demaniale nella Prefettura di Osaka ad un’associazione, Moritomo Gakuen, prossima all’ex premier Abe, la Corte Distrettuale di Osaka ha respinto, venerdì, una richiesta di risarcimento avanzata dalla vedova, Masako, a Nobuhisa Sagawa, ex direttore dell’ufficio finanziario del Ministero. La donna aveva chiesto 16,5 milioni di yen.
Il 25 novembre è stato invece pubblicato il rapporto sui finanziamenti ai partiti politici per l’anno 2021. Le entrate complessive di tutti i partiti sono state pari a 99,6 miliardi (-4 miliardi rispetto al 2020). A guidare la classifica delle entrate è stato il PLD con 24,34 miliardi (+268 milioni rispetto al 2020) dei quali il 69,9% provenienti dal finanziamento pubblico.
I contributi dati da organizzazioni di sostenitori ed imprese per tutti i partiti sono stati pari a 2,96 miliardi di yen e la maggioranza di questo denaro (2,47 miliardi) è andata ai conservatori.
Tra gli altri partiti, 19,59 miliardi sono stati incassati dal Partito Comunista (il quale li ha spesi tutti) che però rifiuta il finanziamento pubblico e quindi tale denaro è stato frutto di sottoscrizioni, lasciti testamentari, utili derivanti dalla vendita di Akahata, feste di partito ecc.
Il Partito Costituzionale Democratico ha incassato 1,83 miliardi; 786 milioni Nippon Ishin no Kai e 499 il Nuovo Komeito.
Nell’istruzione, 900 persone hanno manifestato a Nagoya, lo scorso 20 novembre, per chiedere maggior investimenti negli asili ed in particolare più assunzioni di maestre. Per le classi di bambini tra i 4 ed i 5 anni il rapporto insegnanti/bambini è di 1 a 30: lo stesso da 74 anni.
Nell’università, otto docenti dell’ateneo del Tokai hanno invece fatto causa al proprio datore di lavoro contentando la scelta di lasciarli a casa piuttosto che offrirgli un contratto a tempo indeterminato così come prevede la legge che fissa in dieci anni il termine massimo di precariato per queste figure. Molte università e centri di ricerca hanno deciso, per evitare di applicare la norma e perché sottofinanziate dallo Stato di lasciare a casa i ricercatori prima che si avvicini il termine dei dieci anni.
In campo sanitario, sono stati diffusi i risultati di uno studio clinico effettuato dalla Scuola di Medicina dell’Università Santa Marianna di Kawasaki sulle gravidanze con gameti femminili precedentemente congelati. Si tratta di tre donne tra i 30 ed 40 anni che hanno subito trattamenti per la cura di tumori e che, in precedenza, avevano congelato le ovaie. Le tre donne hanno partorito e tali nascite sono le prime avvenute in Giappone utilizzando queste possibilità tecniche.
Sempre in questo settore, la Federazione Giapponese delle Istituzioni Mediche Democratiche ha presentato, lunedì scorso, i risultati di un sondaggio sulle conseguenze dell’aumento dell’importo dell’assicurazione sanitaria per coloro che necessitano di cure a lungo termine. Su 514 persone ricoverate nell’equivalente di una RSA, il 13% ha dichiarato che qualora il premio mensile fosse raddoppiato (passando al 20% così come suggerito da un tavolo consultivo del dicastero) abbandonerebbe la struttura. Sull’assistenza a domicilio, sulle oltre mille persone intervistate, il 57,1% ha dichiarato che qualora fosse raddoppiato l’importo per la fruizione dei servizi infermieristici ricevuti in casa, lo interromperebbe o continuerebbe ad usufruirne ma riducendo i tempi delle visite od il numero di volte. L’organizzazione ha chiesto il ritiro delle proposte.
Il giorno successivo, quasi 138.000 firme sono state consegnate alla Dieta in calce ad una petizione (appoggiata anche dal sindacato Zenroren) contro la riforma.
Giovedì scorso, un collettivo di associazioni ha intanto depositato al Ministero della Salute oltre 84.000 firme per chiedere che non siano aumentati gli oneri per l’assistenza infermieristica a carico delle persone che necessitano di assistenza a lungo termine.
La Federazione Giapponese degli Ordini degli Avvocati ha chiesto, frattanto, che non diventi obbligatoria la tessera “My number” (una sorta di codice fiscale) per l’accesso ai servizi sanitari da parte dei minori. Il sistema “My number” suscita preoccupazioni circa la tutela dei dati personali.
Per quanto concerne la pandemia, dopo le raccomandazioni provenienti dal Concilio per il Sistema Fiscale, si è avviato un dibattito circa la possibilità che il vaccino contro il SARS-CoV-2 possa diventare a pagamento. Contrarietà è stata, al momento, espressa dal Nuovo Komeito.
La nipponica Shionogi & Co. Ha depositato, giovedì scorso, la propria domanda di approvazione di un vaccino contro il nuovo coronavirus sviluppato dalla stessa. Si tratterebbe, se approvato, del primo vaccino prodotto da un’azienda giapponese.
Nell’immigrazione, il senatore comunista Nihi ha interrogato il ministro della Giustizia Saito sulla morte di un cittadino italiano che si sarebbe suicidato all’interno del centro di detenzione ed espulsione di Tokyo. Il parlamentare ha sottolineato l’esigenza di adeguata assistenza psichiatrica a quanti si trovano detenuti.
Sul welfare, il dicastero competente, a seguito di un’interrogazione della deputata Tomoko Tamura, ha rassicurato circa la prosecuzione – in automatico, con la sola presentazione della disponibilità al lavoro – dei contributi per i nuclei familiari in difficoltà a pagare l’affitto. Il contributo, da 100.000 yen, era erogato ad appena 4.000 famiglie nel 2019 ma, nel 2020, il loro numero è schizzato in alto a 135.000.
La parlamentare ha anche interrogato anche Shunichi Uchida della Banca del Giappone rimproverando all’ente di emissione che le politiche di allentamento monetario sono tra le principali cause dell’aumento dei prezzi.
Venerdì, un comitato di associazioni ha depositato, presso la Dieta, oltre 80.000 firme per chiedere l’abbattimento al 5% dell’imposta sui consumi.
In politica estera, si è conclusa con un accordo al ribasso la COP27 tenutasi in Egitto e terminata il 20 novembre. La conferenza ha raggiunto, come unico risultato positivo, la creazione di un fondo per i danni ambientali causati dai Paesi più ricchi.
Il ministro Hayashi ha intanto annunciato un viaggio che, in gennaio, lo porterà a visitare quattro nazioni sudamericane (Messico, Argentina, Brasile e Perù) e gli Stati Uniti.
Gli USA hanno deciso, in settimana, di escludere il greggio proveniente dal progetto Sakhalin 1 e diretto in Giappone dal prezzo al tetto del petrolio operato da quel Paese nell’ambito della guerra economica scatenata contro la Federazione Russa.
In ambito militare, secondo un rapporto recentemente diffuso dal dicastero alla Difesa degli Stati Uniti, le basi militari a stelle e strisce nell’Arcipelago sono costate al contribuente nordamericano oltre 20.600 miliardi di yen: tre volte ciò che costano le basi in Germania e quattro volte ciò che costano quelle in Corea del Sud.
La base più costosa – la quale è anche la più grande in assoluto degli Stati Uniti all’estero – è quella di Kadena (Okinawa).
Nella base di Kanoya (Kagoshima) è iniziato, il 21 novembre, il dispiegamento di droni statunitensi MQ-9 Reaper. I droni saranno impiegati, fino a novembre prossimo, per la sorveglianza del Mar Cinese Orientale e, per la loro gestione, saranno impiegati tra i 150 ed i 200 militari statunitensi.
Domenica 20 novembre circa mille persone hanno manifestato fuori dalla base di Yokosuka (Kanagawa) per protestare contro il dispiegamento di portaerei a propulsione nucleare come la “Ronald Regan” che è dislocata nella base dal 2015. Presente anche la senatrice comunista Yoshiko Kira.
Lo stesso giorno, si è tenuto – con la partecipazione della deputata comunista Nobuko Motomura – un incontro tra i comitati delle Prefetture di Gifu ed Aichi che si oppongono alle servitù militari. I militanti hanno lamentato soprattutto il rumore prodotto dai velivole dell’aeronautica militare nipponica.
Sempre in questo campo, un tavolo consultivo dell’esecutivo guidato da Kenichiro Sasae, ha elaborato e consegnato al premier un documento che invita ad aumentare drasticamente le spese militare e ad acquisire la tanto contestata “capacità di contrattacco” e cioè – in concreto – la possibilità per il Giappone di avere missili in grado di colpire il territorio cinese e nordcoreano.
Per discutere di questo argomento, venerdì, si sono incontrati i parlamentari ed i funzionari di partito coinvolti sul tema di PLD e Nuovo Komeito.
A sostegno di un aumento delle spese militari è giunto anche il rapporto per il 2023 dell’Istituto Nazionale di Studi sulla Difesa che ha messo in guardia circa il rafforzamento delle capacità militari cinesi. Il rapporto cita la militarizzazione della Guardia Costiera della RPC come fattore di rischio per la sicurezza nipponica nonché la supposto volontà cinese di creare operazioni da “zona grigia” e cioè attività militari che non conducano però ad uno scontro diretto tra la Cina ed altri Paesi.
Lunedì, intanto, il dicastero della Difesa ha aumentato da sei ad otto il numero di cacciatorpediniere inserite nel sistema di difesa missilistica nippo-statunitense Aegis.
Sull’export bellico, il responsabile alla difesa del PLD – nonché ex ministro con questa delega – ha chiesto che si rivedano le, già permissive, regole sulle esportazioni affinché possa andare avanti il progetto nippo-britannico di produzione di un nuovo caccia che sarebbe, altrimenti, invendibile a Paesi terzi. La Dichiarazione di Potsdam vieterebbe non soltanto le esportazioni ma nemmeno l’esistenza di aziende potenzialmente in grado di produrre materiale bellico né la possibilità, per il Sol Levante, di avere un esercito.
In economia, il ministro delle Finanze, Shunichi Suzuki, ha dichiarato, lunedì scorso, che il governo farà quanto in proprio potere per contenere la galoppante inflazione. Il ministro ha anche presentato al parlamento il bilancio suppletivo da 28.900 miliardi di yen contente alcune misure giudicate largamente insufficienti dalle opposizioni le quali hanno anche contestato l’espropriazione, dati gli enormi fondi che rimangono come riserva nelle mani del governo, dei poteri del parlamento da parte dell’esecutivo.
Di “quadrupla sofferenza” per il popolo giapponese ha parlato il deputato Masahito Ozawa del PCD in riferimento a coronavirus, inflazione, bassi salari e calo degli importi pensionistici. Il parlamentare ha qualificato le misure del bilancio presentato dal governo come “temporanee ed irrazionali” ribadendo la sottrazione di funzioni operata dal governo sulla Dieta.
La deputata Takahashi del Partito Comunista ha ribadito, invece, la necessità di aumentare a 1.500 il salario minimo orario nazionale e di tagliare al 5% l’imposta sui consumi nonché di investire per aumentare il tasso di autosufficienza alimentare e quello energetico al fine di ridurre le importazioni.
Critiche a come è stato formulato il bilancio, e cioè senza che le discussioni interne alla maggioranza siano state rese pubbliche, e sul fatto che è aumentato a dismisura il fondo di riserva a disposizione del governo (senza che sussistano ragioni di urgenza dato che quello precedente è stato speso soltanto per il 6,2%) sono state avanzate dal deputato del PCD Satoshi Honjo.
Con le questioni pensionistiche al centro, si è tenuta, a Kyoto, la trentacinquesima conferenza nazionale degli anziani. Alla conferenza ha partecipato Leopoldo Tartania in rappresentanza dello SPI-CGIL.
L’inflazione nella capitale ha raggiunto, a novembre, il 3,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Si tratta dell’aumento più alto dal 1982. I prezzi dell’energia sono schizzati ad un +24,4% mentre i cibi non deperibili sono aumentati del +6,7%. Cresciute del 33% le bollette del gas e del 26% quelle della luce.
Giovedì scorso, il governo ha mantenuto, nonostante l’inflazione, le prospettive economiche del Paese contenute nel report mensile come in “recupero moderato”.
All’estero, il 77% delle aziende giapponesi presenti in Europa ha lamentato, secondo una ricerca effettuata dall’Organizzazione Giapponese per il Commercio Estero su 1.445 aziende, perdite dovute alla guerra civile in corso in Ucraina. L’impatto più significativo ha interessato il settore manifatturiero con l’83,7% delle aziende che ha sostenuto di aver ottenuto minori utili.
Tra le cause principali della crisi, il 65,1% delle aziende ha indicato l’aumento dei costi per l’energia ed il 55,9% quelli delle materie prime. Il 54% delle imprese ha invece sofferto per le interruzioni alla logistica.
Sempre fuori dall’Arcipelago, Mitsubishi UFJ Financial Group ha annunciato di voler acquisire, per l’equivalente di 596 milioni di euro, le filiari in Asia meridionale dell’olandese Home Credit. Il gruppo nipponico comprerà il 100% della Home Credit Consumer Finance Philippines e l’85% Home Credit Indonesia.
L’OCSE ha intanto rivisto leggermente al rialzo le stime di crescita del Sol Levante nel 2023. L’organizzazione con sede a Parigi, pur avendo ribassato le stime di crescita globali, ha alzato quelle del Giappone. Il PIL nipponico dovrebbe crescere dell’1,8% contro l’1,4% ipotizato a settembre.
Pesanti perdite, 30,9 miliardi di yen, sono state registrate dal fondo pubblico-privato Cool Japan, un fondo creato nel 2013 per promuovere all’estero beni e servizi di aziende giapponesi. Il Ministero delle Finanze ha suggerito che il fondo venga fuso con altri o chiuso.
A marzo di quest’anno, il governo ha assegnato a Cool Japan 106,6 miliardi di yen mentre 10,7 miliardi sono stati versati da 24 aziende private.
Nell’energia, il rapporto del governo sul tema diffuso martedì scorso ha riaffermato la necessità di un uso maggiore del nucleare al fine di raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di CO2 entro il 2050. Il rapporto ha evidenziato come, nel 2021, le emissioni di diossido di carbonio sono cresciute dell’1,2% (980 milioni di tonnellate in termini assoluti) in virtù della modesta ripresa economica seguita alla crisi più acuta causata dalla pandemia nel 2020.
L’energia prodotta da rinnovabili è stata pari, complessivamente, al 20,3% (+0,5% rispetto al 2020) mentre quella derivata da nucleare ha raggiunto la quota del 6,9% (+3%). Poco meno del 73% dell’energia utilizzata è stata invece prodotta da centrali termoelettriche alimentate da carbone, petrolio o gas.
La produzione di energia è cresciuta del 3,2% con una crescita complessiva delle fonti non fossili pari al 3,5%.
In settimana, intanto, la centrale della Kansai Electric di Takahama (Fukui) ha ricevuto un carico di combustibile MOX (misto di uranio e plutonio) che era stato processato in Francia. Il combustibile, giunto con un anno di ritardo a causa di difficoltà dell’operatore francese, dovrebbe alimentare il terzo reattore dell’impianto nipponico. Nel 2017, la Kansai Electric aveva ordinato 32 unità di combustibile MOX ma fino ad ora ne era giunte soltanto la metà. La centrale è l’unica nell’Arcipelago ad utilizzare MOX ed il suo uso è legato anche alla promessa da parte nipponica di far rientrare parte delle 46 tonnellate di plutonio che il Paese sta stoccando all’estero.
La Tohoku Electric Power ha invece chiesto al governo, lo scorso giovedì, di poter alzare – della mostruosa percentuale del 32,94% – la parte regolata delle proprie bollette. Se approvati, gli aumenti scatteranno dal prossimo aprile e coinvolgeranno 5.280.000 utenze domestiche.
Nel settore alberghiero, secondo quanto comunicato da Mitsubishi Estate, la britannica Dorchester Collection aprirà un proprio albergo nel grattacielo da 390 metri di altezza attualmente in costruzione nella capitale giapponese. Il palazzo, che prenderà il nome di Torch Tower, dovrebbe essere completato nel 2027.
Il ministro con delega al Turismo, Tetsuo Saito, ha affermato, venerdì scorso, che il programma di bonus per le vacanze rimarrà in vigore anche nel 2023. Lo “Sconto Viaggi Nazionale”, questo il nome del programma, prevede un sussidio di 11.000 yen a notte per un massimo di sette giorni. Il prossimo anno il sussidio dovrebbe scendere a 7.000 yen.
Nella distribuzione, Isetan Mitsukoshi Holdings ha aperto, il 18 novembre, il primo negozio nelle Filippine. Il centro commerciale ha sede nella capitale Manila ed occupa 28.000 metri quadri. Al suo interno saranno presenti numerose aziende nipponiche (da una di ramen ad un marchio cosmetico fino ad un negozio di una libreria specializzata in manga).
In agricoltura, la deputata Kaori Ishikawa del PCD è intervenuta, in sede di commissione bilancio della Camera bassa, per sottolineare una serie di questioni non adeguatamente tenute in conto dal bilancio suppletivo in discussione.
Ishikawa ha affermato che, dati alla mano, anche se gli agricoltori si impegneranno a ridurre, così come richiesto dallo schema di richiesta dei sussidi, del 20% i fertilizzanti, rischiano di non aver compensato il 70% degli aumenti dei costi degli stessi.
La deputata ha poi chiesto di verificare se esistono fondi a sufficienza per compensare l’aumento del costo dei mangimi che dovrebbe essere sussidiato qualora esso sia superiore del 15% rispetto all’anno precedente dato che già quest’anno l’aumento è stato del 30%.
Critiche sono state poi avanzate alla politica di incentivo alla macellazione delle vacche da latte: punto sul quale il ministro Nomura ha aperto alla possibilità di incentivare il convogliamento di parte dell’invenduto verso la produzione di latte in polvere.
Sul lavoro, dopo decenni di abusi di ogni tipo, il governo giapponese ha finalmente istituito un tavolo di esperti con il compito di elaborare un progetto di riforma del programma che regola l’afflusso in Giappone di tirocinanti stranieri. Il tavolo, composto da 14 persone, sarà diretto da Akihiko Tanaka, presidente dell’Agenzia per la Cooperazione Internazionale del Giappone.
Il 25 novembre, intanto, la Commissione per le Relazioni Lavorative della Prefettura di Tokyo ha riconosciuto ai fattorini Uber Eats il diritto a formare un sindacato e ad aver accesso ai tavoli di contrattazione collettiva. L’azienda, dopo che già nel 2020 i lavoratori avevano avanzato richieste su salari e sicurezza, aveva negato ad essi il diritto a chiedere la contrattazione collettiva sostenendo che essi erano semplici lavoratori autonomi prestatori d’opera per Uber.
Nei lavori pubblici, la Prefettura di Tokyo ha annunciato una nuova linea di metropolitana, il cui completamento dovrebbe avvenire nel 2040, che collegherà la principale stazione cittadina con ‘area dell’ex mercato del pesce di Tsukiji e con il distretto di Harumi (dove venne ospitato il villaggio olimpico e dove oggi, a seguito delle consuete speculazioni edilizie, sorgono complessi di appartamenti). I sei chilometri di metrò dovrebbero costare 500 miliardi di yen.
Chiudendo con l’esplorazione spaziale, l’Agenzia Aerospaziale del Giappone ha comunicato, martedì scorso, di aver avuto problemi di comunicazione con la sonda, orbitante intorno alla luna, Omotenashi. La sonda, lanciata il 16 novembre dagli USA, avrebbe dovuto comunicare con un lander che, a questo punto, non toccherà il suolo lunare. Sfuma quindi, almeno per il momento, la possibilità per il Giappone di convertirsi nella quarta nazione ad aver fatto giungere qualcosa (sonde o personale) sul nostro satellite.
Rimanendo in questo campo, il 25 novembre, l’Agenzia ha reso noto che alcune ricerche supervisionate dal cosmonauta Satoshi Furukawa hanno mostrato falsificazioni dei dati. Le ricerche, condotte tra il 2015 ed il 2017, concernevano le conseguenze sul corpo della vita in spazi ristretti ed hanno coinvolto 42 volontari che hanno vissuto per 14 giorni all’interno di strutture per l’addestramento situate a Tsukuba. L’Agenzia si è scusata per l’accaduto che, quasi certamente, costerà il ritorno, previsto per il prossimo anno, di Furukawa nel cosmo.
(con informazioni di oecd.org; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.