Iniziamo questa Pillola con le notizie di politica interna. I funerali di Stato che il governo guidato da Kishida ha deciso di celebrare, a fine settembre, per l’ex premier Abe, continuano a far discutere maggioranza e opposizioni. Lunedì, Jun Azumi del Partito Costituzionale Democratico ha chiesto a Kishida di riferire in parlamento sulla vicenda ed il 31 agosto, sei gruppi dell’opposizione hanno chiesto congiuntamente conto al premier di spiegare la decisione e di rendere chiari i costi (circa 250 milioni di yen) a carico dell’erario.
Contro i funerali di Stato e sulla base di un appello promosso da 17 accademici, è stato costituito un comitato che coinvolge 45 associazioni mentre, il 31 agosto, in 4.000 hanno manifestato nei pressi della sede della Dieta. Alla manifestazione hanno portato il proprio saluto, Akira Koike del Partito Comunista e Mizuho Fukushima di quello Socialdemocratico. In 150.000 hanno firmato una petizione per chiedere che non si svolga la commemorazione.
Nei rapporti tra il PLD e la controversa Chiesa dell’Unificazione, mercoledì scorso, sono giunte le scuse di Fumio Kishida nonché la promessa di tagliare qualunque legame tra il partito e le realtà connesse al culto.
Intanto, secondo quanto pubblicato dal quotidiano comunista Akahahta, il candidato del PLD alla ccarica di Governatore della Prefettura di Okinawa, Atsushi Sakima, oltre agli eventi già noti (di cui un a Taiwan) avrebbe partecipato, nel 2020, anche ad una manifestazione promossa da un gruppo prossimo alla chiesa nei pressi di Seul.
Tanto il Partito Costituzionale Democratico quanto quello Comunista, nel corso della settimana hanno proseguito ad audire persone che si ritengono vittime della confessione fondata da Moon.
“Questo è un problema che la Dieta deve affrontare in forma bipartisan, ma è frustrante chiedersi se le voci delle vittime siano arrivate al governo e al partito al governo. […] Penso che il primo ministro sia consapevole che si trattava di un’organizzazione problematica. Adesso accettano questo fatto ma è troppo tardi” ha commentato Chinami Nishimura del PCD nel corso di un’audizione tenutasi il primo settembre. “Il PLD, in quanto partito di governo avrebbe dovuto fare ciò che facciamo noi” ha sottolineato il leader del PCD Izumi, anch’egli presente alla riunione.
Su iniziativa delle opposizioni anche l’Agenzia per i Consumatori ha avviato incontri con esperti in relazione alle cosiddette “vendite spirituali” e cioè per studiare se la legge sui consumatori è applicabile ad un contesto di natura religiosa.
Per ciò che attiene alla pandemia, la Prefettura Metropolitana di Tokyo – area ove, da inizio emergenza, si sono registrati il maggior numero di contagi – ha registrato 9.880 casi lunedì, 14.219 martedì, 15.428 mercoledì, 14.451 giovedì, 12.413 venerdì, 12.561 sabato. Al 3 di settembre, la capitale aveva cumulato 2.965.044 casi.
Venerdì, a fronte dei non isolati casi di persone che non hanno trovato ricovero negli ospedali, il governo ha deciso di sanzionare quei nosocomi che non dovessero prevedere sufficienti posti destinati ai pazienti colpiti dal SARS-CoV-2. “In maniera sistematica creeremo un quadro nel quale i servizi medici possano affrontare con sicurezza alcune emergenze” ha dichiarato Kishida presentando le misure.
Prevista, inoltre, la creazione dell’ennesimo carrozzone burocratico: nel corso della prossima sessione della Dieta la maggioranza dovrebbe depositare un disegno di legge per la creazione di un’Agenzia nazionale deputata alla gestione delle infezioni.
In campo vaccinale, il 29 agosto, il tavolo di consulenti del dicastero della Salute che si occupa del tema ha dato il via libera alla somministrazione anche della terza dose del vaccino Pfizer per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Alla stessa data, soltanto il 17,9% di coloro che si trovano in questa fascia d’età erano vaccinati.
Confermato, intanto, l’innalzamento da 20.000 a 50.000 al giorno, del tetto sugli arrivi dall’estero. A partire da questa data, inoltre, chi arriva da una lista di 98 nazioni ed ha ricevuto almeno tre dosi di un vaccino riconosciuto dal Giappone non avrà più bisogno di presentare all’arrivo un test PCR effettuato nelle 72 antecedenti il volo.
L’alto numero dei casi ha avuto un impatto anche sulle esercitazioni annuali della protezione civile – svoltesi il primo settembre – volte a testare la capacità di risposta in caso di terremoto che colpisca la costa pacifica del Paese. Le attività, che si basavano su una simulazione di terremoto con conseguente tsunami originato dalla fossa di Nankai, hanno infatti coinvolto un numero ridotto di personale.
Nel meteo, un’allerta per la Prefettura di Okinawa è stata emessa, per il 31 agosto, dall’Agenzia delegata. L’undicesimo tifone stagionale – che ha colpito anche le isole Amami – ha scosso, con forti venti, da giovedì fino a sabato. L’Agenzia ha messo in guardia circa il rischio di frane e di esondazioni.
Nella ricostruzione delle aree colpite dalla catastrofe del marzo 2011, piccoli segnali di speranza arrivano da Futaba. Dopo undici anni, per la prima volta, parti del territorio comunale (circa il 20%) non sono più soggette, dal 30 agosto, al divieto di residenza. Nelle intenzioni del comune, l’obiettivo è quello di raggiungere, per il 2030, i 2.000 abitanti. Una recente inchiesta, tuttavia, ha mostrato come oltre il 60% dei vecchi abitanti della cittadina non abbiano intenzione di tornare.
Rimanendo sul nucleare, il 30 agosto, Kasai del PCG ha contestato all’Agenzia per le Risorse Naturali e l’Energia, i dati forniti all’esecutivo sulle reali forniture erogate dagli impianti esistenti. Il funzionario dell’Agenzia, Yasuhiro Matsuyama, si è scusato per gli errori. “E’ un fatto esternamente grave. Il primo ministro Kishida ha annunciato il riavvio delle centrali nucleari sulla base della scarsa offerta di energia in rapporto alla domanda ma la premessa era sbagliata” ha ribattuto il parlamentare comunista.
In ambito demografico, i primi dati sulle nascite nella prima metà del 2022 dicono che, in questo lasso di tempo, nell’Arcipelago sono nati 384.942 bambini e cioè 20.087 in meno rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente e prima volta in assoluto nella quale i nuovi nati sono meno di 400.000 in sei mesi.
Tutti i partiti dell’opposizione progressista, frattanto, hanno audito, lo scorso 30 agosto, funzionari del Ministero della Giustizia circa il sondaggio, effettuato dal governo, per conoscere il parere dell’opinione pubblica sulla separazione dei cognomi all’interno del nucleo familiare. Secondo le opposizioni, le domande sono state cambiate rispetto ad una precedente consultazione per influenzare le risposte ed avere così una percentuale più bassa di sostenitori del mantenimento per la moglie del proprio cognome.
Sempre nel campo dei diritti civili, in settimana è emerso che l’Agenzia Nazionale di Polizia ha acquistato, tra il 2016 ed il 2020, 179 volte immagini provenienti da satelliti commerciali spendendo 110 milioni di yen. Si tratta della prima ammissione da parte della polizia di questo tipo di politica investigativa ma non sono state fornite informazioni riguardo il tipo di indagini condotte.
Chiudendo con gli eventi di politica interna, in settimana si sono svolte due commemorazioni: la prima per ricordare i caduti nipponici nei campi di lavoro sovietici (questione sulla quale Izumi del PCD ha chiesto che il governo si attivi per effettuare i test del DNA necessari ad identificare quei caduti ancora senza nome) e la seconda per ricordare i coreani morti nel terribile terremoto che colpì la capitale giapponese nel 1923. In quest’ultimo evento, come accade ormai dal 2017, la Governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, si è rifiutata di presenziare o mandare un omaggio alla cerimonia come invece hanno sempre fatto i propri predecessori.
In politica estera, delusione per il fallimento della conferenza di revisione del Trattato di Non Proliferazione è stata espressa da Gensuikyo (il Consiglio Giapponese Contro le Bombe Atomiche e all’Idrogeno) e dall’associazione degli hibakusha Nihon Hidankyo.
In settimana si è intanto appreso che, il mese scorso, alcuni parlamentari nipponici si sono recati in visita a Taiwan per iniziare a discutere di come evacuare i cittadini giapponesi presenti nella provincia ribelle di Pechino nel caso in cui le forze armate della RPC dovessero intervenire. Nell’isola, indipendente de facto dal 1949, abitano circa 20.000 cittadini del Sol Levante.
In Indonesia si è invece tenuto il G20 dei ministri con delega all’energia. Il vertice si è concluso senza un documento unitario a causa delle diverse opinioni tra le delegazioni rispetto al conflitto ucraino. “Anche se è disdicevole la mancanza di un comunicato unitario, ho l’impressione che si stia avanzando con decisione verso la transizione energetica” ha dichiarato il ministro Nishimura riferendosi alle discussioni circa il potenziamento della produzione di energia da fonti sostenibili.
Nelle stesse ore si è tenuto anche il G7 dei ministri delle Finanze che ha avuto come primo punto in agenda il cosiddetto tetto al prezzo del petrolio russo. Il vertice si è concluso con l’accordo per l’applicazione di un tetto a partire dal 5 dicembre per il greggio e di uno, dal 5 febbraio 2023, per i prodotti derivati dal petrolio. La mossa, volta ad influenzare il mercato, avrà scarso o nullo impatto stante il fatto che la Federazione Russa può contare su compratori alternativi (Cina ed India in primo luogo) dei propri prodotti petroliferi.
In ambito militare, le forze di terra delle Forze di Autodifesa e l’esercito statunitense hanno effettuato, il 28 agosto presso il poligono di Yamato (Kumamoto), un’esercitazione con i missili javellin, diventati ormai celebri per le abbondanti forniture assicurate dagli USA al regime ucraino.
Frattanto, anche in virtù della nuova legge sulla sicurezza nazionale, soltanto parte dei 5.600 miliardi di yen destinati alle spese militari per il prossimo anno fiscale hanno una destinazione certa. Il bilancio delle Forze di Autodifesa, inoltre, potrebbe crescere ulteriormente fino a raggiungere i 6.500 miliardi. Obiettivo dichiarato da più parti all’interno della maggioranza è quello di raddoppiare le spese militari arrivando al 2% del PIL e cioè quanto spendono i Paesi NATO.
Tra le spese accertate vi è un potenziamento delle capacità (e degli effettivi) nei settori della cybersicurezza e dello spazio, una cifra imprecisata destinata la miglioramento ed alla produzione nazionale di missili terra-nave Type 12, l’acquisto di missili aria-terra con gittata da 500 chilometri (dalla Norvegia) e da 900 (da Lockheed Martin) nonché di droni.
Tra le spese che potrebbero vedere la luce nel 2024 vi è, invece, la costruzione di un cacciatorpediniere destinato ad ospitare il sistema anti-missile nippo-statunitense Aegis. Dopo gli enormi costi preventivati per il dispiegamento del sistema a terra (con anche un piccolo scandalo dato dal fatto che il Ministero ha sbagliato le misure di alcune colline), il dicastero della Difesa ha infatti optato per un sistema ospitato sulle navi che costerebbe circa 1.000 miliardi di yen.
Sempre in campo militare, nonostante la violazione da parte israeliana delle risoluzioni ONU sui territori palestinesi e sulle alture del Golan siriano (evidentemente i “valori universali” valgono solo se le violazioni, vere o presunte, provengono da parte russa), il ministro della Difesa nipponico Hamada ha siglato, martedì scorso, un memorandum con l’omologo israeliano Gantz volto a migliorare la cooperazione tra i due Paesi.
Il 31 agosto, invece, l’ex militare Rina Gonoi, ha depositato, presso il Ministero della Difesa, la richiesta di un tavolo investigativo indipendente che accerti quanto denuncia le sia accaduto. La donna, in servizio presso le forze di terra delle FA tra settembre 2020 e giugno di quest’anno, ha denunciato delle molestie sessuali subite da parte di commilitoni. Purtuttavia, la Procura ha deciso di non procedere. La donna ha raccolto in suo sostegno oltre 105.000 firme ed è stata audita da diversi parlamentari dell’opposizione ed uno di essi, la deputata del PCD Akiko Okamoto, ha accompagnato l’ex milite al deposito della richiesta.
In economia, migliorata, anche se di appena lo 0,02, la disponibilità di posti di lavoro di luglio. Secondo dati diffusi martedì, il tasso di posti disponibili era pari ad 1,29 (il che significa che per ogni 100 persone che cercano lavoro vi erano 129 posti disponibili). Cresciute, nello stesso mese, dello 0,8% le offerte di lavoro (in particolare nella ristorazione e nel settore alberghiero).
Al 2,2% il tasso di disoccupazione (-40.000 per complessive 1.760.000 persone) con 750.000 lavoratori che si sono dimessi (+2,7%) e 430.000 licenziati o i cui contratti non sono stati rinnovati (-6,5%). A causa della diffusione del SARS-CoV-2 è cresciuto di molto – da 1,57 a 2,58 milioni – il numero di persone in malattia.
Nello stesso mese, la produzione industriale è cresciuta dell’1% rispetto a luglio 2021. Purtuttavia, fatto 100 la produzione industriale del 2015 l’indice di luglio 2022 ha toccato quota 97,1. A crescere maggiormente è stato il comparto auto (+12%) seguito dalla meccanica per il mercato privato (+8,6%) e per le imprese (+5,9%). Calata invece la produzione di apparecchi elettronici e di componentistica connessa (-9,2%), del settore chimico (tolto il farmaceutico si è attestato ad un -4,9%) e dei metalli ferrosi e non ferrosi (-1,6%).
Frattanto, secondo una stima effettuata dall’agenzia di stampa Kyodo, le richieste di ministeri ed agenzie nazionali per il prossimo anno fiscale dovrebbero attestarsi intorno ai 110.000 miliardi di yen. Se la cifra fosse alla fine confermata, si tratterebbe della prima volta negli ultimi cinque anni nella quale le richieste non sono in crescita. Per l’anno fiscale 2022, le richieste sono state pari a 111.660 miliardi. Oltre ai 5.590 miliardi richiesti dal Ministero della Difesa (contro i 5.450 del 2022), 33.260 miliardi sono stati chiesti dal Ministero del Lavoro e Salute. Ben 26.990 miliardi (contro i 24.340 del 2022) sono stati preventivati per pagare gli interessi sul debito.
In campo monetario, giovedì scorso, lo yen ha subito un nuovo crollo che lo ha portato a due nuovi record negativi da 24 anni a questa parte: 139 e, dopo qualche ora, 140 sul dollaro. Questi rapidi movimenti dell’andamento della moneta nazionale sono “indesiderabili” ha commentato – probabilmente in un tentativo di imitazione del famoso monsieur La Palice – il Segretario Generale del Gabinetto Matsuno, Lo yen si è attestato a 140 anche nel corso della giornata di venerdì.
Nelle aziende, per il periodo aprile-giugno, i profitti delle aziende non operanti nel settore finanziario sono cresciuti del 17.6% (per complessivi 28.320 miliardi di yen) rispetto al medesimo periodo del 2021. Nel manifatturiero, la crescita è stata dell’11,7% (11.230 miliardi) mentre nel non manifatturiero si è registrato un +21,9% (17.090 miliardi).
Cresciute del 4,6% (per complessivi 10.610 miliardi) le spese in conto capitale e, del 13,7% (3.860 miliardi) gli investimenti.
Nell’energia, il governo russo ha autorizzato la società giapponese Mitsui & Co. a mantenere la propria partecipazione azionaria (il 12,5%) nel progetto di rigassificazione Sakhalin 2 per il quale è stata costituita una nuova società che ha rilevato, il 5 agosto, gli asset della precedente. Dall’impianto proviene poco meno del 9% del gas importato dal Sol Levante. In settimana, anche l’altra azienda nipponica coinvolta nel progetto, Mitsubishi, ha ufficialmente confermato non voler rinunciare ai propri diritti acquisendo quindi nella nuova entità la stessa percentuale che deteneva nella precedente (il 10%).
Nel turismo, il colosso nipponico H.I.S. Co. ha annunciato, martedì scorso, la vendita – per l’equivalente di 480 milioni di dollari – della propria partecipazione azionaria (il 66,7%) del parco (in stile vagamente olandese) di Huis Ten Bosch, ad una società con base ad Hong Kong. Anche gli altri azionisti nipponici (tra cui Kyushu Electric Power e Ferrovie del Kyushu) hanno annunciato la vendita delle proprie azioni per circa 29,2 miliardi di yen.
Il parco, aperto nel 1992 e situato a Sasebo (Nagasaki), è già fallito nel 2003 ed è stato acquisito da H.I.S. nel 2010.
Nell’auto, Honda Motor e LG Energy Solution hanno annunciato la costituzione di una joint venture deputata alla produzione, negli USA, di batterie per veicoli elettrici. L’investimento complessivo è pari a 4,4 miliardi di dollari. La produzione dovrebbe entrare a pieno regime del 2025.
Investimenti multimiliardari anche per Toyota. L’azienda guidata da Akio Toyoda ha annunciato, mercoledì scorso, la destinazione di 730 miliardi di yen per la produzione di batterie per veicoli elettrici. Circa 400 miliardi serviranno per potenziare le linee in alcuni impianti Toyota in Giappone nonché in uno della Prime Planet Energy & Solution. 325 miliardi, invece, saranno destinati alla fabbrica che Toyota possiede nella Carolina del Nord (Stati Uniti). Quest’ultimo potenziamento sembra essere legato agli enormi sussidi statali, concessi sotto forma di detrazioni, previste negli USA per chi acquista un veicolo elettrico.
Rimanendo nel gruppo Toyota, Hino Motors, società del gruppo specializzata nella produzione di camion e veicoli commerciali, ha annunciato, sabato scorso, che cancellerà i propri piani d’investimento nella Federazione e che venderà la fabbrica, attualmente in costruzione nell’oblast di Mosca, in quel Paese. L’azienda ha precisato che l’operazione è parte di una riorganizzazione degli investimenti all’estero e che non è legata al conflitto in corso.
Nell’automazione, ad Akashi (Hyogo) è iniziata la sperimentazione di un robottino, prodotto da Kawasaki Heavy Industries, chiamato “Nyokkey”, in grado di bussare alle porte e portare bevande.
Il robot è uno dei diversi che si stanno testando nell’Arcipelago in previsione della sostituzione con essi dei camerieri ai piani degli alberghi.
Nell’esplorazione spaziale, l’Agenzia Giapponese per l’Esplorazione Spaziale e la società assicurativa Mitsui Sumitomo Insurance hanno annunciato lo sviluppo congiunti di prodotti assicurativi destinati ad eventuali, e futuri, turisti spaziali.
Chiudendo col lavoro, la tv pubblica NHK ha riconosciuto, lo scorso 2 settembre, che la morte di un proprio funzionario avvenuta nell’ottobre 2019 è stata causata da stress da superlavoro. Le cause della morte del lavoratore erano già state accertate dell’Ispettorato del Lavoro di Shibuya (Tokyo) che ha anche accertato un basso tasso di consultazioni da parte dell’azienda con medici del lavoro.
Un caso analogo era già avvenuto nel 2013. L’azienda ha promesso di consultare anche esperti esterni per migliorare l’ambiente di lavoro.
(con informazioni di tass.com; global.toyota; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; nhk.or.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.