Si sono svolte, domenica 10 luglio, le elezioni per il rinnovo di 125 dei 248 componenti della Camera dei Consiglieri, il blocco PLD-Nuovo Komeito ha confermato la maggioranza e raggiunto l’obiettivo dei 166 seggi necessari per ottenere la modifica della Costituzione (ai voti del PLD e dei centristi vanno, in questo caso, sommati quelli di Nippon Ishin no Kai e, probabilmente, quelli del Partito Democratico per il Popolo che sul tema si è detto possibilista).
Prima del voto il PLD aveva 111 senatori (55 quelli oggetto di rinnovo); il Partito Costituzionale Democratico 45 (23 oggetto di rinnovo); il Nuovo Komeito 28 (con 14 seggi da rinnovare); Nippon Ishin no Kai 15 (con 6 oggetto di rinnovo); il Partito Comunista 13 (anche qui sei seggi oggetto di rinnovo); il PDP 12 (7 da rinnovare); Reiwa Shinsengumi 2 (nessuno oggetto di rinnovo); il Partito Socialdemocratico 1 (oggetto di rinnovo); 15 i seggi occupati da indipendenti dei quali 8 oggetto di rinnovo.
Il Partito Liberal-Democratico ha ottenuto 63 seggi: 45 al maggioritario e, con 35,37% pari a 17.712.373 voti e cioè 2,4 milioni di voti in meno rispetto a tre anni fa, 18 al proporzionale).
Il Partito Costituzionale Democratico 17: dei quali 10 al maggioritario e, con il 15,77% pari a 7.917.720 voti, 7 al proporzionale. I democratici, sotto altro nome, presero 11,75 milioni di voti al proporzionale alle precedenti elezioni.
Il Nuovo Komeito ha eletto 13 senatori: 7 al maggioritario e, con l’11,66% pari a 6.536.336 voti, 6 al proporzionale. 1,03 milioni i voti in meno rispetto alle precedenti consultazioni.
Nippon Ishin no Kai ha ottenuto 12 seggi: di questi 4 al maggioritario ed 8, con 9,8% pari a 4.907.844 voti, al proporzionale. -245.000 voti rispetto alle precedenti elezioni.
Il Partito Comunista ha conquistato 4 seggi: 1 al maggioritario e 3, con l’8,95% pari a 4.483.411 voti e cio -1,53 milioni di voti, al proporzionale.
Il PDP 5: 2 al maggioritario e 3, con 6,95% pari a 3.481.078 voti, al proporzionale. Reiwa Shinsengumi 3 (al proporzionale con il 4,55% pari a 2.280.252 voti); il Partito Socialdemocratico 1 (al proporzionale con il 2,09% pari ad 1.046.011 voti e cioè 490.000 voti in meno) e lo stesso il Partito per Proteggere il Popolo dall’NHK (anche questa forza ha eletto nella quota proporzionale ottenendo l’1,97% pari a 987.885 voti). Un eletto anche per Sanseito, formazione populista di destra (con posizioni nazionaliste ed antivacciniste); 5 i seggi vinti da candidati indipendenti. Al 52,05% (+3,25%) l’affluenza.
Nella quota maggioritaria il PLD ha ottenuto 20.030.330 voti (il 39,77%, quasi stessa percentuale di tre anni fa ma oltre 2 milioni e mezzo di voti in meno); 7.951.430 il PCD (15,79%. Difficile il confronto con tre anni fa data la composizione delle forze di opposizione all’epoca ma la flessione è forte considerando che i democratici ottennero all’epoca oltre 14 milioni di voti); 3.256.859 il PDP (6,47% e idem come il PCD il confronto); 3.913.359 il Nuovo Komeito (7,77%. Tre anni prima aveva ottenuto il 7,54% e 4.263.000 voti); 3.664.530 Nippon Ishin no Kai (7,28% contro i 3.303.419 voti di tre anni che gli valsero il 5,84%); 3.710.768 il Partito Comunista (7,37%. Nelle precedenti elezioni ottenne nella quota maggioritaria 4.103.514 voti pari al 7,28%); 191.820 il PS (0,39%. Nelle precedenti consultazioni ottenne 289.899 voti pari allo 0,51%); 214.438 Reiwa Shinsengumi (0,43%); 1.521.344 il Partito per Protegger il Popolo dall’NHK (3,02%)
Alla luce dei risultati e sommando i seggi non sottoposti al rinnovo, il nuovo senato sarà occupato da 119 liberal-democratici (+8 rispetto alla precedente composizione); 39 costituzional-democratici (-6); 27 centristi del Nuovo Komeito (-1); 21 di Nippon Ishin no Kai (+6); 11 del Partito Comunista (-2); 10 del PDP (-2); 5 di Reiwa Shinsengumi (+3); 2 del Partito per Proteggere il Popolo dall’NHK (+1); 1 socialdemocratico mentre formazioni minori ed indipendenti si dividono il resto dei seggi.
Tanto i socialdemocratici quanto il Partito per Proteggere il Popolo dall’NHK hanno conquistato, grazie al risultato elettorale, l’obiettivo di mantenere l’iscrizione nel registro dei partiti politici. Record di donne elette in una consultazione nazionale: il 33,2% (35 senatrici in termini assoluti) numero che porta le senatrici a costituire il 28% della nuova Camera alta.
“Assumo il fatto che gli elettori non vogliono mandare via il PLD e darci la fiducia per governare” ha affermato, nell’immediatezza dei risultati, il numero unocdel PCD Izumi il quale potrebbe, come già fece il predecessore Yukio Edano, rassegnare le proprie dimissioni.
“L’unica via per cambiare le politiche in Giappone è la lotta congiunta. Voglio andare in questa direzione con forza” ha dichiarato il Presidente dei comunisti Kazuo Shii.
Soddisfazione è stata espressa dalla leader dei socialdemocratici Mizhuo Fukushima mentre il numero due di Nippon Ishin no Kai, Fumitake Fujita, ha manifestato la volontà di “lottare per mostrare l’esistenza di una terza opzione” e cioè di un’opposizione a destra del PLD.
Il risultato dell’ultradestra non è stato comunque entusiasmante (il partito non ha eletto né a Tokyo né a Kyoto segnando così un riflusso che lo riconsegna alla dimensione di partito locale di Osaka) ed il Presidente, Ichiro Matsui, ha già annunciato il ritiro dalla politica per la prossima primavera.
Tra i nomi noti eletti in questa consultazione, il leader dei Reiwa Shinsengumi Taro Yamamoto (il quale si era dimesso dalla Camera dei Rappresentanti per concorrere a queste elezioni); l’ex cantante Akiko Ikuina e l’ex attrice Junko Mihara (entrambe per il PLD); il comunista Taku Yamazoe (riconfermato a Tokyo); Renho Murata per il PCD e la collega di partito Kiyomi Tsujimoto la quale rientra in parlamento dopo aver perso il seggio alla Camera dei Rappresentanti ad ottobre dello scorso anno.
Lo stesso giorno, oltre a svariati sindaci e consigli comunali, si sono svolte le elezioni per il rinnovo della carica di Governatore della Prefettura di Shiga. A vincere, con l’86,85% (poco più di 530.000 voti), Mikazuki Taizo (sostenuto da PLD, Nuovo Komeito, PDP, PCD e PS), Governatore uscente e già ministro delle Infrastrutture con Hatoyama e viceministro dello stesso dicastero nel governo Kan. Sconfitto Kiyoji Konishi (appoggiato dal solo Partito Comunista) che ha comunque ottenuto un ragguardevole 13,15% (80.301 voti).
Nel dibattito politico, adesso, il tema centrale dei prossimi mesi tornerà ad essere il cambiamento in senso militarista della Costituzione con l’introduzione, all’articolo 9, di un comma che citi l’esistenza delle Forze di Autodifesa (le quali, comunque, sorsero in violazione della Dichiarazione di Potsdam). Ago della bilancia potrebbero essere Nuovo Komeito e PDP. In particolare, il partito guidato da Natsuo Yamaguchi ha aperto alla possibilità di modificare il nono articolo della Carta ma in maniera ritenuta troppo timida per la maggioranza dei liberal-democratici.
La modifica della Costituzione sarebbe l’ultimo atto di una politica bellicista che è passata, dal 2012 ad oggi, per l’aumento delle spese militari, per l’interpretazione autentica circa “l’autodifesa collettiva” (con la possibilità quindi di cooperare a guerre con gli Stati Uniti e di colpire in via preventiva basi nemiche), per gli investimenti in missili, caccia e portaerei (mascherate da portaelicotteri) nonché l’export di materiale bellico (di fatto liberalizzato) e per la presenza di truppe nipponiche all’estero.
(con informazioni di soumu.go.jp; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.