Cominciamo questa Pillola con le ultime novità sul fronte della pandemia. La prima, poco piacevole, notizia è che circa 740.000 dosi di vaccino Moderna, consegnate ai centri vaccinali di 27 città, sono scadute (o lo saranno nei prossimi giorni). A rivelarlo è stata un’indagine condotta dall’agenzia di stampa Kyodo che ha fotografato la situazione al 17 maggio.
Per ciò che concerne la diffusione del virus, Prefettura Metropolitana di Tokyo, area ove si sono registrati il maggior numero di contagi in questi due anni, ha registrato 1.013 casi lunedì, 1.800 martedì, 1.935 mercoledì, 1.876 giovedì, 1.600 venerdì, 1.526 sabato.
All’undici giugno, la capitale aveva accumulato 1.560.574 contagi e 4.535 deceduti. Alla stessa data, il tasso di occupazione dei posti letto covid nella Prefettura era del 13,9% (701 su 5.047 posti designati) per coloro che manifestano sintomi lievi e del 4,3% (18 su 420) nei reparti di terapia intensiva.
Il calo complessivo dei contagi consente anche un allentamento delle misure di contenimento della diffusione del virus. La Prefettura di Kanagawa, ad esempio, ha annunciato la riapertura di 20 spiagge nei comuni di Kamakura e Oiso.
Il ministro delegato al Turismo, Tetsuo Saito, ha intanto ribadito che i turisti, i quali – a partire dal 10 giugno – potranno arrivare nell’Arcipelago grazie alla ripresa nella concessione dei visti, dovranno indossare la mascherina e sottoscrivere un’assicurazione sanitaria.
Il tetto degli arrivi dall’estero è stato fissato, a partire dal primo giugno, a 20.000 giornalieri.
Sempre nella sanità, ma fuori dall’emergenza covid, si è svolta, l’otto giugno, davanti la sede della Dieta una manifestazione per chiedere lo stop al sostanziale raddoppio (dal 10 al 20%) del contributo per le spese mediche a carico degli ultrasettantacinquenni sopra una determinata fascia di reddito. La battaglia è stata fatta propria dalle opposizioni progressiste.
In politica interna, le opposizioni continuano a chiedere interventi decisi contro il carovita. Da Sendai, dove si trovava per un comizio, il Presidente del Partito Costituzionale Democratico, Kenta Izumi, ha sottolineato che “l’aumento dei costi dei servizi pubblici e dei prezzi dei generi alimentari stanno colpendo le famiglie” ed auspicato che la sconfitta del PLD alle prossime elezioni per il rinnovo parziale della Camera dei Consiglieri possa invertire la rotta.
“Sarebbe bello se ad un aumento dei prezzi corrispondesse un aumento salariale, ma l’aumento dei salari è stato insufficiente. L’attuale governo Kishida non ha fatto quasi nulla sul costo della benzina e non riesce a liberarsi dall’abenomics. Si può dire che si tratti di un governo fantoccio Abe” ha proseguito Izumi.
Da Osaka, dove era anch’egli impegnato nella campagna elettorale, il Segretario del Partito Comunista, Akira Koike, ha rimarcato che l’aumento dei prezzi è causato in primo luogo dalla crescita dei costi delle importazioni la quale è dovuta, in gran parte, alle politiche di allentamento monetario ed al conseguente deprezzamento dello yen.
“Il premier dice che si deve andare dalla crescita alla distribuzione ma la distribuzione non arriva mai. La strategia del Partito Comunista è, invece, dalla distribuzione alla crescita” ha affermato il numero due del PCG. La collega di partito Tamura, da Chiba, ha invece rimarcato altre due proposte dei comunisti: l’aumento a 1.500 yen orari del salario minimo orario e l’aumento della tassazione sugli utili delle aziende.
Sul carovita sono intervenuti, il 5 giugno, anche Junya Ogawa e Renho Murata del PCD. La senatrice ha sottolineato come a giugno e luglio si avranno aumenti di prezzo su circa 3.000 articoli e che, entro fine anno, gli aumenti potranno riguardarne 10.000.
Giovedì, la Camera dei Rappresentanti ha respinto, senza sorpresa, le mozioni di sfiducia presentate dal Partito Costituzionale Democratico contro il premier Kishida (per l’inadeguatezza nell’affrontare la crisi economica) e contro il Presidente della stessa, Hiroyuki Hosoda, coinvolto in un episodio di molestie (negate dal politico).
“L’inflazione di Kishida porta la nazione alla rovina” era scritto nella mozione, particolarmente critica sugli interventi, giudicati insufficienti, sulla benzina e sugli alimenti.
Oltre al PCD, hanno votato a favore di entrambe le mozioni i comunisti ed i socialdemocratici mentre Nippon Ishin no Kai ha votato contro la mozione sul governo ed è uscito dall’aula quando si è discusso di quella contro Hosoda.
Proseguendo, invece, in una politica di avvicinamento alla maggioranza e di spostamento dal centro al centro-destra, i deputati del Partito Democratico per il Popolo hanno sommato i propri voti a quelli della maggioranza: una scelta che di fatto li pone fuori dall’alleanza progressista guidata da Izumi e che certamente provocherà un ulteriore allontanamento dal PDP da parte del sindacato Rengo.
“I sospetti non sono stati risolti” ha affermato Kazuo Shii motivando il voto favorevole dei comunisti alla mozione contro il Presidente del secondo ramo della Dieta mentre sul governo, per Shii “tutto è degno di sfiducia, dal possesso della capacità di attaccare le basi nemiche al raddoppio della spesa militare fino alla revisione dell’articolo 9 della Costituzione”. In economia, il Presidente del PCG ha criticato le politiche di allentamento monetario ed un governo “inefficace nel contrastare l’aumento dei prezzi”. “È chiaro che l’amministrazione Kishida non è degna di fiducia né per la pace né per le condizioni di vita” ha chiosato Shii.
L’attuale Presidente della Camera bassa è stato, frattanto, colpito, mercoledì, da un ennesimo scandalo. Secondo quanto riportato sulla stampa (senza che al momento vi siano commenti da parte di Hosoda o del suo ufficio), il parlamentare avrebbe pagato, in violazione della legge, dei consiglieri comunali della città di Matsue (località sita nel collegio n. 1 di Shimane ove Hosoda era candidato) affinché cooperassero nella campagna elettorale che lo ha poi visto vincitore di un seggio nell’ottobre 2021. Alcune delle persone coinvolte avrebbero negato l’accaduto mentre altre hanno sostenuto di aver ricevuto del denaro ma che ciò non sarebbe illegale in quanto non avrebbero svolto lavori connessi alla propaganda.
Un ulteriore affaire ha riguardato un altro parlamentare del PLD. Takeru Yoshikawa, deputato da tre legislature, secondo indiscrezioni apparse sulla stampa, avrebbe consumato alcolici con una ragazza diciottenne. Tanto Kishida quanto il Presidente del Nuovo Komeito, Keiichi Ishii, hanno chiesto spiegazioni al deputato dato che in Giappone l’età legale per consumare alcolici è di vent’anni.
Sui diritti civili, l’otto giugno, PCD, PCG, PS e Reiwa Shinsengumi hanno presentato congiuntamente una serie di disegni di legge: uno che consenta alle donne sposate di mantenere il cognome da nubili, uno per il sostegno alle vittime di violenza sessuale (aumentando la dotazione finanziaria del centro di supporto nazionale) ed un altro per ridurre le discriminazioni a danno degli omosessuali nel settore pubblico, nelle imprese e nelle scuole.
Ad Hokkaido, il comune di Sapporo ha negato la possibilità che si tenga un referendum consultivo circa la candidatura dello stesso ai Giochi Olimpici del 2030. Il consiglio comunale, che esprime una maggioranza di destra, ha respinto la proposta proveniente da comitati civici e da forze dell’opposizione.
Sul lavoro, il 6 giugno si è tenuta a Tokyo un’assemblea nazionale del Sindacato dei Lavoratori Forestali. Alla manifestazione ha partecipato Takashi Shinohara del PCD il quale ha sottolineato come sia cruciale per il Paese assicurarsi un approvvigionamento stabile di risorse forestali e di alimenti nazionale.
Ad Hokkaido, impegnati nella campagna elettorale, Tomoko Kami e Toshiko Sasaki del PCG hanno invece ribadito, nel corso di un incontro con alcuni sindacalisti, la proposta dei comunisti per la realizzazione di aumenti salariali utilizzando i profitti delle aziende.
Sempre in questo campo, 190 persone hanno depositato – il 7 giugno – delle cause, in dieci diversi tribunali, contro oltre 20 aziende edili ritenendole responsabili di non averli protetti dall’asbestosi. I ricorrenti sono vittime dell’amianto e familiari di lavoratori che, a causa di questo materiale, hanno perso la vita. Ogni ex lavoratore ha chiesto un risarcimento per 28,6 milioni di yen.
Le cause sono una conseguenza di una sentenza della Corte Suprema che – nel maggio 2021 – riconobbe la responsabilità dello Stato nelle politiche intorno all’amianto e la scarsa cooperazione delle aziende. La responsabilità di almeno 11 aziende è già stata accertata in sede giudiziaria.
Dopo la sentenza, lo Stato nipponico ha proposto risarcimenti compresi tra i 5,5 ed i 13 milioni di yen per lavoratori che hanno già intentato cause in tribunale mentre un fondo di compensazione è stato previsto per coloro che non hanno ancora avviato l’iter giudiziario.
Yosuke Minaguchi, co-capo del team legale che rappresenta i querelanti di Tokyo, ha commentato: “Le aziende non hanno ancora chiesto scusa direttamente alle vittime né hanno accettato accordi nelle cause in corso. Miriamo a completi ristori per le vittime” ha affermato Yosuke Minaguchi, uno dei coordinatori dell’equipe di avvocati sottolineando la “tattica dello struzzo” adottata dalle aziende coinvolte nella vicenda.
Nell’immigrazione, alla prima udienza della causa con la quale hanno richiesto un risarcimento, i familiari di Wishma Sandamali hanno chiesto che lo Stato nipponico si assuma la responsabilità negli eventi che hanno condotto alla morte, per omissione di soccorso, della propria congiunta. La donna, trentatreenne all’epoca della morte, nel marzo 2021, dopo che, almeno da gennaio di quell’anno e poi nelle ore immediatamente prima della morte, aveva segnalato di stare male non venne condotta in ospedale. I familiari della cittadina srilankese hanno chiesto un risarcimento pari a 156 milioni di yen.
A Nagasaki, il sindaco, Tomihisa Taue, ha comunicato, in conferenza stampa, che il comune non ricorrerà in appello rispetto ad una sentenza di condanna che ha stabilito che l’ente locale dovrà corrispondere un risarcimento pari a 19,75 milioni di yen ad una giornalista che, nel 2007, venne molestata sessualmente da un funzionario comunale oggi deceduto.
Nell’istruzione, secondo quanto elaborato dal britannico Quacquarelli Symonds, cinque atenei nipponici si sono classificati tra i primi 100 nella classifica che esamina 1.418 università di tutto il mondo. Tra i 50 atenei giapponesi prese in esame, l’Università di Tokyo si è classificata ventitreesima seguita da quella di Kyoto (trentaseiesima), dall’Istituto di Tecnologia di Tokyo (cinquantacinquesimo), dall’Università di Osaka (sessantottesima) ed infine da quella del Tohoku (settantanovesima).
Al primo posto della classifica si è piazzato l’Istituto di Tecnologia del Massachusetts (USA) mentre in Asia, a battere gli atenei dell’Arcipelago sono state l’Università Nazionale di Singapore (undicesima) e le cinesi Università di Pechino (dodicesima) e Università Tsinghua.
Rispetto alla precedente classifica, tra le 50 università giapponesi, 19 hanno peggiorato la propria posizione, 18 sono rimaste stabili ed 11 l’hanno migliorata.
In politica estera, il cinque giugno, la Corea del Nord ha effettuato un nuovo lancio di missili balistici. Stando a quanto comunicato dallo Stato Maggiore Congiunto delle forze armate della Repubblica di Corea, sono stati lanciati, dall’area di Sunan, otto missili a corto raggio. Si tratta del diciottesimo lancio dall’inizio di quest’anno e sembra essere una risposta alla presenza, nelle acque prossime alla RPDC, della portaerei statunitense Ronald Regan la quale è stata impiegata in esercitazioni congiunte con la marina di Seul. Condanna al lancio è giunta, ovviamente, da tutte le forze politiche nipponiche.
La parte meridionale della Penisola ha, intanto, annunciato la nomina di Yun Duk Min quale prossimo ambasciatore della RdC a Tokyo.
Lo scorso mercoledì si sono incontrati a Seul i rispettivi viceministri degli Esteri – Takeo Mori per il Giappone e Cho Hyun Dong per la RdC – al fine di creare un clima più favorevole che possa portare alla risoluzione delle controversie bilaterali (controversia sulle Dokdo/Takeshima e sentenze che hanno condannato aziende nipponiche a risarcire ex forzati di guerra).
Intervenendo, venerdì scorso, da Singapore, ove si trovava per partecipare allo Shangri-La Dialogue, Kishida ha sostenuto che “è un compito urgente risolvere le questioni tra le due nazioni” ribadendo, dunque, un’apertura al dialogo con la nuova presidenza sudcoreana.
Nel proprio discorso, Kishida ha anche annunciato un ruolo “maggiormente proattivo” del proprio Paese nella strategia volta a realizzare un’area indo-pacifica libera ed aperta e cioè, uscendo dal linguaggio diplomatese, a contrastare la presenza della Cina nell’Asia centrale e meridionale tanto sul piano economico quanto su quello militare.
Nel corso della propria visita nella piccola nazione asiatica, Kishida ha incontrato l’omologo Lee Hsien Loong per iniziare la discussione su un trattato di condivisione e cooperazione sul fronte degli equipaggiamenti bellici.
Il premier ha intanto annunciato il probabile incontro tra i leader del G7 (il cui summit del prossimo anno si terrà proprio nell’Arcipelago) ed alcuni hibakusha. Allo scopo, Kishida ha incontrato, giovedì, il sindaco di Hiroshima Matsui.
In ambito militare, la coalizione “Tutta Okinawa”, cioè il raggruppamento di partiti ed associazioni che sosterrà Denny Tamaki nella corsa per la riconferma a Governatore della Prefettura, ha tenuto, il 4 giugno una manifestazione con oltre 800 partecipanti (la prima dopo quasi due anni nei quali i progressisti hanno evitato assembramenti) per ribadire l’opposizione alla costruzione della nuova base di Henoko. Nel corso della manifestazione, il locale segretario del PCG, Osamu Toguchi ha evidenziato che, qualora il Giappone condividesse l’arsenale nucleare statunitense, così come in molti hanno iniziato a chiedere, la Prefettura di Okinawa diventerebbe un bersaglio sicuro delle forze ostili agli USA.
Tamaki ha tenuto il primo comizio della nuova corsa verso la rielezione sabato scorso.
Frattanto, l’ex premier Abe è sceso in campo per appoggiare la bozza di modifica dell’articolo 9 approvata dalla commissione interna del PLD e sottoposta a governo e parlamento che prevede l’inserimento delle Forze di Autodifesa all’interno dell’articolo.
“Coloro che danno la vita per proteggere il Paese non possono rimanere incostituzionali” ha affermato l’ex capo di governo. Un eventuale modifica richiederebbe il voto favorevole dei due terzi dei parlamentari e l’approvazione in un referendum. Qualora però il referendum non dovesse vedere vincitrice la proposta si porrebbe il problema dell’esistenza delle FA: era stata questa la principale preoccupazione che aveva portato Shigeru Ishiba ad opporvisi.
Alle critiche del PLD, il Partito Comunista, con il Presidente Shii ed il Segretario Koike, ha confermato la posizione dei comunisti per un superamento delle forze armate (le quali vennero costituite in violazione della Dichiarazione di Potsdam) anche se, nell’ambito dell’attuale clima di tensione e dato che il PCD non sposa questa visione, l’obiettivo non sarà di breve realizzazione anche in caso di un governo progressista.
Il 5 giugno, in 1.500 hanno manifestato a Saitama a difesa del carattere pacifista della Carta mentre a Takae (Okinawa) si è celebrato il 15° anniversario del comitato che lotta per lo smantellamento dell’eliporto militare statunitense sito in quell’area.
L’otto giugno, oltre 40.000 firme, in calce ad una petizione che chiede il mantenimento dell’articolo 9 nella sua forma attuale, sono state consegnate alla Dieta da un gruppo di associazioni edochiane.
Il giorno successivo, a manifestare davanti alla Dieta sono stati un gruppo di avvocati. A fronte di un considerevole aumento del numero di riunioni della commissione per gli affari costituzionali della Camera dei Rappresentanti, Takashi Tanaka, avvocato e portavoce di un gruppo di sigle civiche che si oppongono al militarismo, ha sottolineato come PLD e Nippon Ishin no Kai stiano utilizzando la pandemia (per ciò che concerne l’allargamento dei poteri nello stato di emergenza) ed il coinvolgimento russo nella guerra civile ucraina come scuse per muovere il Paese verso una politica estera non in linea con la Costituzione.
Secondo il quotidiano comunista Akahata, intanto, stanno emergendo, nell’ambito di un esame sulla costituzionalità del pacchetto di modifiche in senso bellicista di diverse leggi entrate in vigore nel 2016, nuove prove che mostrano come, con ogni probabilità, l’ex premier Abe e diversi ministri (tra cui Taro Kono) potessero essere informati circa il rischio di un possibile conflitto tra Stati Uniti e Corea del Nord nel 2017. Quell’anno, tra USA e RPDC la tensione fu alle stelle e l’allora Capo di Stato Maggiore delle forze armate statunitensi, Joseph Francis Dunford, stimò al “60%” il rischio di una guerra che avrebbe coinvolto, almeno sul piano logistico, anche il Giappone. Dunford, secondo quanto riferito dopo il ritiro dagli incarichi militari, avrebbe informato del rischio anche l’allora ministro degli Esteri nipponico Kono.
“Se il senso concreto della crisi che si stava affrontando fu condiviso dal Capo di Stato Maggiore, dallo Stato Maggiore Congiunto del Ministero della Difesa e dal Consiglio di Sicurezza Nazionale, sarebbe realistico vedere una violazione del diritto del popolo a vivere in pace. Si può affermare che vi fosse un pericolo” ha affermato l’avvocato Shimoyama, rappresentante dei circa 200 ricorrenti presso l’Alta Corte di Tokyo.
Per meglio coordinare le provocazioni nei confronti della Federazione Russa, il ministro Kishi ha incontrato, martedì, Rob Bauer, capo della Commissione Militare dell’Alleanza Atlantica. La visita di Bauer è contemporanea ad un’esercitazione di Paesi NATO, nel Mediterraneo, che coinvolge la Marina militare di Tokyo.
Per allentare, invece, la tensione con la Cina, il titolare della Difesa nipponica e l’omologo cinese Wei dovrebbero incontrarsi, il 12 giugno, nell’ambito di un forum sulla sicurezza di Singapore. Sempre in questa cornice, e come contropartita con gli USA in quello strano balletto che è la politica internazionale, Kishi ha incontrato, sabato, l’omologo statunitense Lloyd Austin e quello sudcoreano Lee Jong Sup. I tre hanno discusso principalmente delle mosse cinesi intorno allo Stretto di Taiwan e menzionato espressamente quelle che sono state definite “rivendicazioni ed attività marittime nel Mar Cinese Meridionale al di fuori del diritto”.
Frattanto è emerso che a Matsudo (Chiba), su alcuni alberi considerati sacri e siti in diversi templi scintoisti, sono state trovate inchiodate delle bamboline di legno con l’effige del Presidente russo, Vladimir Putin. Un invito a rispettare la sacralità del luogo è stato effettuato da Yukihiro Tajima, responsabile del tempio di Akagi.
In economia, il Governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha sostenuto, lo scorso lunedì, che un cambio dalle attuali politiche di allentamento monetario non sia “sostenibile” per il Sol Levante. Nonostante ad aprile si sia registrato un tasso d’inflazione del 2,1%, l’obiettivo di giungere stabilmente ad un tasso superiore al 2% non è stato ancora raggiunto e che quindi l’istituto continuerà a contribuire a mantenere basso il valore dello yen.
Proprio la moneta nazionale è crollata, il 7 giugno, a 133 sul dollaro: si tratta della cifra più bassa da aprile 2002. Lo yen si è mantenuto agli stessi livelli anche il giorno successivo ed è crollato a 134 giovedì.
Kuroda ha chiesto scusa, martedì, per aver sostenuto che l’atteggiamento dei consumatori nipponici verso l’inflazione sia divenuto più “tollerante”.
Le frasi di Kuroda ed il deprezzamento dello yen sono state al centro anche degli interventi dell’opposizione nella discussione sulla mozione di sfiducia ed in particolare in quello di Goto del PCD.
Venerdì, il governo e la Banca centrale hanno rilasciato una dichiarazione congiunta nella quale esprimo la “volontà di cooperare strettamente e di monitorare gli sviluppi sul mercato monetario ed il loro impatto sull’economia e sui prezzi delle materie prime anche con un’ulteriore vigilanza”.
Venerdì, sono stato, intanto diffusi i dati sui prezzi all’ingrosso di maggio. Nel mese scorso, essi hanno subito un aumento del 9,1%: quindicesimo mese consecutivo di crescita anche se minore di quello registrato ad aprile (9,8%).
Il basso yen ha portato, nel mese in oggetto, ad un aumento dei prezzi delle importazioni del 43,3% rispetto a maggio 2021 mentre i prezzi delle esportazioni so cresciuti soltanto del 16,7%.
“Se il deprezzamento dello yen si aggravasse ad un cambio a 140, la sua debolezza porterebbe a sorpassare il 50% (di aumento dei costi delle importazioni ndr) ed il governo e la Banca del Giappone dovrebbero cambiare il loro messaggio secondo il quale la recente inflazione è principlmente dovuta agli alti costi dell’energia” ha affermato Toru Suehiro, economista presso Daiwa Securities.
A maggio i prezzi di carbone e greggio sono cresciuti del 21,6%, quelli di ferro ed acciaio del 29,8%, del legno e dei prodotti forestali del 56,1% mentre le bollette di luca, gas ed acqua hanno segnato un +28,6%.
In calo anche la spesa delle famiglie, ad aprile, ultimo mese disponibile, essa è stata dell’1,7% in meno rispetto allo stesso mese del 2021. In termini assoluti, la spesa delle famiglie di due o più componenti è stata pari a 304.510 yen. Il dato segue quello di marzo ove si registrò un -2,3%.
Per categorie: le spese per trasporti e comunicazione sono diminuite dell’8,1% (primo calo negli ultimi sette mesi), quelle per alimenti del 2,1% (terzo mese consecutivo di calo in questo settore), -2,5% nelle spese per bollette di luce ed acqua.
Cresciute, invece, del 5,4% le spese per attività culturali e ricreative (primo aumento in due mesi).
Nel medesimo mese, le entrate reali dei nuclei con almeno due persone sono diminuite del 3,5% per una media pari a 539.738 yen.
Crollato, ad aprile, anche l’avanzo delle partite correnti. L’indicatore economico ha registrato un -55,6% rispetto al medesimo mese del 2021 per una cifra pari a 3,55 miliardi di euro.
A determinare il dato è stata la crescita del valore delle importazioni le quali hanno raggiunto, in termini di valore, il record degli ultimi vent’anni.
Per il comparto merci, il deficit del mese è stato pari a 668,4 miliardi di yen.
L’import è cresciuto del 32,8% (per complessivi 8,7 miliardi di yen e 15° mese consecutivo di crescita) trascinato dal carbone (i cui costi sono cresciuti di tre volte) e del gas liquefatto (cresciuti di due volte e mezzo).
Cresciute – ma molto meno – anche le esportazioni: +17,2% rispetto ad aprile 2021 e 14° mese consecutivo con il segno più. Nei servizi, il deficit è stato pari a 965,3 miliardi di yen registrando un lieve miglioramento. L’avanzo primario ha registrato un surplus pari a 2.400 miliardi di yen (+18,2%).
Secondo dati diffusi mercoledì, il PIL nipponico nel periodo gennaio-marzo 2022 si è contratto, in termini reali, dello 0,5% contro una precedente stima che ipotizzava un -1%. I consumi privati hanno segnato, sempre nel trimestre, un +0,06. Calati, dello 0,8%, i consumi in beni durevoli.
Tra gli altri dati del periodo: -0,7% negli investimenti delle aziende, +1,1% nell’export e +3,3% nelle importazioni.
Le spese pubbliche correnti sono cresciute dello 0,5% mentre gli investimenti pubblici sono diminuiti del 3,9%.
Nel commercio internazionale, la Rappresentate al Commercio degli Stati Uniti, Katherine Tai, ha dichiarato, lunedì scorso, che quest’estate entreranno in una fase decisiva i negoziati dell’Indo-Pacific Economic Framework, l’accordo commerciale – a guida USA – che dovrebbe far concorrenza (o integrarsi) al RCEP ed al CPTPP.
Ad aprile, il deficit commerciale degli Stati Uniti verso il Giappone è calato del 10,9% rispetto al mese precedente per complessivi 6,03 miliardi di dollari. Il Giappone è stato il quinto Paese per volume di deficit accumulato dagli USA dietro a Cina, Messico, Vietnam e Canada.
Nell’energia, martedì scorso, l’esecutivo ha chiesto ad aziende e famiglie di risparmiare sul consumo elettrico al fine di evitare interruzioni di corrente. Si tratta della prima richiesta di questo tipo dal 2015 ad oggi.
“Prenderemo ogni possibile misura, compresa la riattivazione di risorse non utilizzate e l’approvvigionamento di ulteriore carburante così come l’uso, al massimo possibile, di rinnovabili e nucleare” ha dichiarato il ministro responsabile Koichi Hagiuda.
L’otto giugno, nell’ambito di un’iniziativa promossa da un insieme di associazioni ed imprese sono state accese 15.000 candele, nel municipio Kita di Osaka, per sensibilizzare sul tema del risparmio energetico.
Nella Prefettura di Fukui, il terzo reattore della vecchia centrale di Mihama (gestita dalla Kansai Electric Power) dovrebbe essere riattivato, stando a quanto dichiarato dall’azienda venerdì, due mesi prima del previsto, e cioè ad agosto. La centrale, esistente da oltre 40 anni, è stata ferma per dieci anni per effettuare i lavori di miglioramento della sicurezza richiesti, a partire dal 2012, dall’Agenzia Regolatrice per il Nucleare. Il terzo reattore dell’impianto aveva ripreso l’attività nel giugno 2021 ma, dopo soli 4 mesi, il regolatore ne aveva disposto il nuovo spegnimento perché l’azienda non aveva rispettato il termine del 25 ottobre per la piena realizzazione delle prescrizioni contro il rischio di attacchi terroristici.
Frattanto, martedì, è uscito il rapporto annuale sull’energia del governo. Il rapporto ha confermato, nonostante le pressioni esercitate dagli Stati Uniti, l’importanza di mantenere le partecipazioni nipponiche nel progetto russo di rigassificazione “Sakhalin 2”.
La Russia fornisce al Giappone il 3,6% del greggio e l’8,8% del gas. Il solo progetto Sakhalin 2 contribuisce alla generazione di circa il 3% dell’energia elettrica prodotta in Giappone ed è definito “indispensabile” dal rapporto.
Tra gli altri temi affrontati dal rapporto vi è stata la decarbonizzazione ed il progresso, in verità piuttosto lento, nello smantellamento dell’ex centrale di Fukushima.
Nella distribuzione, la Corte Distrettuale di Tokyo ha sentenziato, il sei giugno, che un gruppo di commercianti in affiliazione con la catena Seven-Eleven non possono agire collettivamente nell’ambito della contrattazione con l’azienda in quanto non sono qualificabili come lavoratori.
La sentenza è giunta in seguito ad una causa intentata da un gruppo di proprietari di minimarket di Okayama i quali aveva chiesto l’accesso alla contrattazione collettiva per migliorare le proprie condizioni di lavoro. Keiji Sato, responsabile del gruppo, ha già dichiarato un ricorso in appello.
Sempre in questo settore, a Tsukuba (Ibaraki), Rakuten Group, Panasonic e Seiyu hanno iniziato la sperimentazione di un robottino a guida autonoma per l’effettuazione di consegne. L’area di consegna compre potenzialmente 1.000 nuclei familiari che abitano in un raggio di 850 metri da un supermercato Seiyu. Il mezzo si muove ad una velocità di circa 4 chilometri orari ed il costo per consegna è pari a 110 yen. La sperimentazione è l’ennesima condotta da aziende nipponiche nelle politiche di risparmio dei costi del lavoro.
(con informazioni di meti.go.jp; yna.co.kr; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.