di Moreno Biagioni
Paul Ginsborg, tempo fa, si era ironicamente auto-definito anglo-becero ed aveva così sottolineato le sue origini inglesi e la sua fiorentinità acquisita. Nella vita politica fiorentina si era profondamente immerso, partecipando ai vari tentativi di dar vita a movimenti e soggetti che dessero rappresentanza, in forme rinnovate, alle istanze progressiste presenti in città e non più confinabili nei vecchi contenitori partitici.
Il Laboratorio per la Democrazia e Libertà e Giustizia, di cui era stato fra i promotori, avevano tale obiettivo, in un’ottica che andava oltre l’ambito cittadino, e costituivano efficaci alternative, basate sulla nostra Carta Costituzionale, al berlusconismo ed al renzismo dilaganti.
All’attività di ricerca e di studio, portata avanti a livelli molto alti, ha sempre unito l’impegno politico, attraverso i suoi scritti ed anche con la militanza nelle iniziative di piazza. Lo ricordo infatti presente nelle manifestazioni locali e romane contro Berlusconi e la sua corte, quando l’ascesa dell’oligarca di Arcore – come si può definire Silvio B., con un termini oggi assai ricorrente quando ci si riferisce ai russi – appariva inarrestabile. Alla causa della democrazia Ginsborg ha dato anche importanti contributi teorici, in cui il tema della rappresentanza era collegato a quello della partecipazione e veniva sottolineata l’importanza della mitezza nel condurre la lotta politica. Paul Ginsborg, quindi, un cittadino attivamente, positivamente, pienamente inserito nella vita della città e del Paese in cui, da anglo-becero, aveva scelto di vivere.
Immagine da lanazione.it
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