Iniziamo questa Pillola con la politica estera. Il premier Kishida è giunto lo scorso primo maggio in Vietnam, nel corso del suo tour diplomatico che lo ha già portato in Indonesia e che, oltre al Paese del Mekong, lo porterà in Tailandia, Italia e Regno Unito.
Nel proprio incontro con l’omologo vietnamita Pham Minh Chinh, Kishida ha sottolineato che il Giappone riconosce le rivendicazioni territoriali di Hanoi su Pechino nel Mar Cinese Meridionale. Il Giappone è per il Vietnam il primo finanziatore di progetti (per oltre 64 miliardi di dollari lo scorso anno), il terzo Paese per provenienza di turisti ed il quarto partner commerciale.
Proprio nella scorsa settimana, l’azienda nipponica Mitsui O.S.K. Lines ha annunciato il lancio di un progetto volto alla raccolta, nelle aree di mare di competenza della nazione del Sud-Est asiatico, di rifiuti plastici. Oltre ad attività di monitoraggio, si prevede la costruzione di un natante atto allo scopo. Il progetto conta sulla collaborazione dell’Agenzia Giapponese per la Cooperazione Internazionale.
Dal Vietnam, Kishida è poi volato a Bangkok per incontrare l’omologo Prayut Chan-o-cha nonché una delegazione del governo tailandese che comprendeva, tra gli altri, il ministro degli Esteri, Don Pramudwinai, quello dell’Energia e vicepremier, Supattanapong Punmeechaow ed il titolare delle Finanze, Arkhom Termpittayapaisith.
Il premier tailandese ha espresso la volontà di trasformare la cooperazione tra i due Paesi in una “partnership strategica globale” (tema sul quale è stato firmato un memorandum d’intesa) e discusso circa lo stato di avanzamento dei progetti congiunti. Tra gli argomenti affrontati nell’incontro vi è stata la realizzazione di una bozza per un piano quinquennale di partnership economica; l’appoggio tailandese al nipponico Asia-Japan Investing for the Future all’interno del quale Bangkok spera di attrarre investimenti nel cosiddetto Eastern Economic Corridor (in particolare nella produzione di auto elettriche); l’appoggio nipponico affinché il Regno raggiunga la neutralità delle emissioni di CO2; l’inizio delle negoziazioni per un accordo nel campo della cooperazione giudiziaria. Il capo del governo tailandese ha inoltre ringraziato il Giappone per le consistenti donazioni di vaccini AstraZeneca nonché di presti a basso tasso d’interesse destinati alle spese sanitarie.
In termini non meglio dettagliati, i due capi di governo hanno poi discusso di cooperazione militare – bilaterale e nel quadro regionale – nonché delle crisi in Ucraina e Myanmar.
Giovedì, a Bangkok, è stata lanciata la Piattaforma Giapponese per le Esportazioni Alimentari. L’iniziativa si colloca nell’ambito dell’obiettivo del governo giapponese di giungere, per il 2030, ad un export di prodotti ittici, agricoli e dell’economia forestale pari a 5.000 miliardi di yen annui. Presente al lancio dell’iniziativa, che sarà presto esportata in altri Paesi e regioni quali Hong Kong, il ministro dell’Agricoltura Genjiro Kaneko.
Il quattro maggio, Kishida è poi giunto a Roma per colloqui con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Tra gli argomenti in discussione vi è stata ovviamente la guerra in Ucraina. Nel corso delle dichiarazioni alla stampa, il premier nipponico ha dichiarato che “Italia e Giappone sono uniti nell’imporre sanzioni senza precedenti” alla Russia anche se ciò non è vero dato che il Sol Levante, almeno sulla questione dei combustibili, tende a smarcarsi da UE e Stati Uniti.
Come già nel corso della visita effettuata da Kishida nel 2016, all’epoca in veste di ministro degli Esteri, il capo del governo giapponese ha sottolineato che entrambi i Paesi lavorano per “un’area indo-pacifica libera ed aperta” e cioè per il contenimento della presenza cinese nell’area.
Dopo la breve visita in Italia, Kishida è poi partito per l’ultima tappa di questo lungo tour che lo ha portato in Regno Unito. Al centro dell’incontro con Boris Johnson vi è stato l’accordo, in linea di principio, per un trattato di cooperazione militare con il Regno Unito (probabilmente un qualcosa simile all’ACSA firmato con l’India o al RAA con l’Australia). Tra gli argomenti sul tavolo vi è stata la crisi ucraina, il contenimento della Cina in Asia ed Oceania ed il futuro (due argomenti sui quali si attende uno scambio: maggiori sanzioni giapponesi alla Russia per far piacere agli inglesi e maggiore presenza militare britannica nel Pacifico per compiacere il Giappone) ed infine il futuro, tanto atteso, ingresso del Regno Unito nell’accordo di libero commercio per l’area del Pacifico (il CPTPP).
“L’Ucraina di domani potrebbe essere l’Asia orientale” ha affermato Kishida per entrare meglio in sintonia con l’incendiario Johnson.
Per quanto concerne invece il tour del ministro Hayashi, dopo il Kazakistan, il titolare della diplomazia nipponica si è recato in Uzbekistan ove ha incontrato l’omologo Norov ed il presidente Mirziyoev. Al centro dei colloqui vi è stata la cooperazione economica bilaterale ed in particolare gli investimenti nipponici nel Paese dell’Asia centrale nei settori energetico, turistico ed elettronico. Tra gli argomenti trattati vi è stata anche la difficile situazione in Afganistan la cui instabilità genera problemi a tutte le nazioni dell’area.
Hayashi è poi volato ad Ulan Bator ove ha incontrato l’omologa Battsetseg, il capo del governo Oyun-Erdene ed il presidente Khurelsukh. Con il premier mongolo, il titolare della diplomazia nipponica ha discusso della cooperazione in campo vaccinale, di possibili investimenti giapponesi nella produzione dei carburanti (anche qui con un occhio alla decarbonizzazione) e del progetto di costruzione di un’area industriale – dotata di un regime fiscale particolarmente favorevole – nella valle di Khushig. I capi delle due diplomazie hanno poi fatto il punto sull’attuazione del Programma di Partenariato Strategico 2017-2021.
Hayashi sarà presente, la conferma è stata data in settimana, alla cerimonia di inaugurazione del mandato presidenziale di Yoon Suk-yeol. La presenza del ministro alla cerimonia è un tentativo di ravvicinamento tra Giappone e RdC.
Mercoledì, intanto, la RPDC ha lanciato un missile in direzione del Mare dell’Est. Secondo quanto è stato reso noto dalle forze armate sudcoreane, l’ordigno è partito dalla regione di Pyongyang, ha percorso 470 chilometri e raggiunto un’altitudine di 780 chilometri.
Immediata e consueta la convocazione del governo e la rituale condanna da parte delle autorità nipponiche.
Rimanendo in ambito militare, un gruppo di cittadini abitanti nei pressi della base militare statunitense di Iwakuni ha annunciato, il 2 maggio, una prossima causa contro lo Stato per i rumori prodotti dai velivoli in arrivo ed in partenza dalla struttura. Nel 2009, un altro gruppo di cittadini ottenne un risarcimento pari a 735 milioni di yen ma il tribunale rigettò la richiesta dei ricorrenti circa l’imposizione di uno stop dei voli.
Nella loro protervia, le forze armate statunitensi hanno annunciato un aumento dei velivoli da rifornimento stanziati nella base che saliranno da 12 a 17. Lo scorso cinque maggio, caccia statunitensi hanno sorvolato aree densamente abitate per circa due ore.
Per tenere sempre alta la tensione, il 3 maggio, Masahisa Sato, responsabile esteri del Partito Liberal-Democratico, ha sostenuto che il Giappone debba, in cooperazione con gli USA, schierare a Hokkaido missili a medio raggio che abbiano come possibili obiettivi Cina, Russia e Corea del Nord. Sato ha espressamente fatto riferimento ai “sentimenti relativamente favorevoli” degli abitanti della Prefettura alle attività delle forze armate nazionali e di quelle statunitensi.
Per un rapporto con la Cina più incentrato sulla cooperazione e meno sull’esibizione di muscoli ha fatto appello il governatore di Okinawa Denny Tamaki. Intervenendo da remoto ad una seduta del parlamento commemorativa del ritorno della Prefettura alla sovranità giapponese (evento che avrà il suo cinquantenario il prossimo 15 maggio), Tamaki si è detto preoccupato per la tensione intorno allo Stretto di Taiwan e per il rischio che un conflitto tra la provincia ribelle e la RPC possa coinvolgere il più meridionale degli arcipelaghi nipponici. “Faccio appello al governo giapponese affinché mantenga dialogo ed una diplomazia cauta e pacifica al fine di migliorare le relazioni con la Cina e nel contempo si adoperi a ridurre le tensioni sino-statunitensi” ha affermato il Governatore.
Sulle servitù militari, uno dei principali problemi che la Prefettura si trova a vivere da ormai oltre settant’anni, Tamaki ha ribadito che “il peso per Okinawa delle basi militari statunitensi è una questione diplomatica e di sicurezza chiave che riguarda tutto il popolo giapponese. Dobbiamo tornare al principio di base della condivisione di tale onere su tutto il Giappone”.
Sempre per ciò che concerne le servitù militari, il deputato comunista Seiken Akamine ha chiesto al ministro Kishi – il quale ha risposto in maniera piuttosto generica – di avviare un’indagine sull’inquinamento da PFOS prodotto dagli statunitensi a Kadena e Camp Hansen. Tra incidenti e rilasci voluti (per risparmiare sullo smaltimento), le forze armate statunitensi hanno scaricato, negli ultimi anni, decine di volte inquinanti PFOS nella rete fognaria ordinaria.
Frattanto, per la prima volta, personale delle Forze di Autodifesa parteciperà ad esercitazioni in Polinesia con truppe francesi e di altre 17 nazioni. Le manovre hanno lo scopo di tenere allenate le unità di assistenza in caso di disastri naturali.
Nei rapporti con la Russia, mercoledì scorso, la Federazione ha comunicato il divieto d’ingresso al premier Kishida e ad altri 63 funzionari di alto rango nipponici tra cui i ministri Hayashi e Kishi. Le misure adottate dal Cremlino sono una risposta speculare a quelle adottate dal Sol Levante.
Il medesimo giorno, il ministro dell’Economia Koichi Hagiuda ha dichiarato di non approvare la proposta proveniente dalla maggioranza dei Paesi dell’UE di non importare più petrolio russo. “Il Giappone ha limitate risorse ed ha difficoltà ad allinearsi immediatamente” con la misura, ha dichiarato Hagiuda da Washington ove ha incontrato la ministra la Commercio statunitense Raimondo. Il titolare dell’Economia nipponica ha dichiarato che pur “condividendo la stessa direzione” degli Stati Uniti nei fatti non la condivide dato che “è necessario che ogni nazione faccia ciò che può per tenere il passo” delle sanzioni. Il ministro ha espresso le medesime preoccupazioni anche nell’incontro con la titolare del dicastero dell’Energia USA, Jennifer Granholm.
Nel 2021, la Russia ha fornito al Sol Levante il 3,6% del suo fabbisogno di greggio e l’8,8% di gas liquefatto.
Per coordinare meglio l’aggressione economica alla Federazione Russa, martedì prossimo voleranno a Tokyo (con lo scopo esplicito di chiedere al Giappone di impegnarsi di più sulle sanzioni) il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
Nonostante l’atteggiamento poco amichevole di Tokyo, la Guardia Costiera russa ha consentito alla controparte nipponica di effettuare anche nelle proprie acque territoriali (e cioè intorno alle Curili meridionali rivendicate dal Giappone) le ricerche delle 12 persone ancora ufficialmente disperse (14 i morti accertati) della Kozu I, la nave turistica affondata a largo di Hokkaido il 23 aprile.
In politica interna, la propaganda bellicista portata avanti dal Partito Liberal-Democratico almeno dal 2008 mostra un certo successo. Stando ad un sondaggio commissionato dall’agenzia di stampa Kyodo su circa 3.000 maggiorenni, mostra come il 50% ritenga che l’articolo 9 della Costituzione vada modificato mentre il 48% ritiene che la Carta debba rimanere così com’è.
“La via da seguire per il Giappone è una politica estera di pace che fa uso dell’articolo 9 per rendere l’Asia orientale una regione pacifica senza timore della guerra” ha affermato nel corso di un dibattito televisivo, lo scorso primo maggio, il Presidente del Partito Comunista Shii per il quale è centrale cooperazione del Sol Levante con i Paesi dell’ASEAN.
Il medesimo giorno quasi 3.000 persone hanno partecipato ad un corteo indetto dal sindacato Zenroren. Si tratta per l’organizzazione del primo corteo del primo maggio dall’inizio della pandemia.
Il 29 aprile, un’iniziativa era stata indetta dal sindacato Rengo, la principale confederazione del Paese. Nel corso dell’iniziativa, la leader di Rengo, Tomoko Yoshino, ha espresso preoccupazione per la crescita dei prezzi e impegnato le strutture del sindacato a strappare i migliori aumenti contrattuali possibili nel corso delle negoziazioni di primavera tra sindacati ed organizzazioni datoriali.
Oltre 1.200 persone hanno invece celebrato in piazza il primo maggio ad Osaka. Al centro della manifestazione, l’opposizione al progetto di costruzione di un casinò.
Il 2 maggio, nel corso di un comizio in strada a Kyoto è stato invece aggredito fisicamente l’ex segretario generale del Partito Costituzionale Democratico Tetsuro Fukuyama. L’aggressore è stato arrestato ed il politico non ha riportato ferite gravi.
Nella città di Soka (Saitama), è emerso che l’amministrazione comunale abbia sbagliato, per circa vent’anni, a calcolare le tasse su circa 14.000 tra case e terreni (il 9% circa del totale delle unità catastali). Il sindaco si è scusato ed annunciato un’inchiesta interna per accertare le responsabilità nonché per ricalcolare i corretti importi.
Il 3 maggio è stato invece il “Giorno della Costituzione”, data nella quale si celebra l’adozione dell’attuale Carta.
“Il Partito Costituzionale Democratico è determinato a trasmettere alla prossima generazione la Costituzione del Giappone, la sostiene la sovranità nazionale, il pacifismo ed il rispetto dei diritti umani fondamentali” ha affermato, in un proprio comunicato, il presidente del PCD Kenta Izumi. “Oggi, la diffusione della nuova infezione da coronavirus e l’invasione russa dell’Ucraina mettono in pericolo la pace e la vita quotidiana delle persone in tutto il mondo. Tuttavia, in questi momenti, dobbiamo proteggere la libertà ed i diritti delle persone, piuttosto che cercare un sistema politico potente e centralizzato. Molte disposizioni sui diritti umani stabilite al momento dell’emanazione della Costituzione del Giappone continuano a brillare come disposizioni avanzate a livello mondiale anche nel 75° anniversario dalla loro applicazione” ha proseguito Izumi.
Oltre all’aggressione verso l’articolo 9, i liberal-democratici hanno, da inizio pandemia, portato avanti con forza una serie di proposte di modifica della Costituzione e di leggi ordinarie tese a rafforzare ed estendere le disposizioni connesse allo stato di emergenza.
“Il Partito Liberal-Democratico e Nippon Ishin no Kai mirano a modificare l’articolo 9, coinvolgendo il Partito Democratico per il Popolo, e stanno proseguendo le discussioni sull’emendamento costituzionale in commissione. L’emendamento dell’articolo 9 che trasformerebbe il Giappone in un “paese di guerra” non può essere consentito. È responsabilità della politica creare un’Asia orientale pacifica da realizzarsi con la fiducia ed attraverso una politica estera di pace che utilizzi al meglio l’articolo 9” ha dichiarato, nel proprio discorso in occasione dell’anniversario della Carta, il segretario del Partito Comunista Akira Koike ribadendo l’opposizione dei comunisti ai tentativi della maggioranza di innalzare al 2% le spese militari e di far diventare il Giappone un Paese in grado, giuridicamente e materialmente, di colpire in via preventiva basi nemiche.
La giornata della Costituzione è stata celebrata in piazza a Tokyo da oltre 15.000 persone. Al comizio di chiusura del corteo sono intervenuti Kenta Izumi per il Partito Costituzionale Democratico, Kazuo Shii per i comunisti e Mizhuo Fukushima del Partito Socialdemocratico nonché diversi rappresentanti di associazioni e movimenti civici.
“La guerra in Ucraina insegna che la pace non si può creare con la forza e che non si deve combattere con la spinta a rafforzare i nostri armamenti. L’articolo 9 della Costituzione, la decisione di non combattere, splende nel mondo. Il ruolo più importante della politica consiste nel fare del nostro meglio, anche attraverso la diplomazia, per evitare la guerra” ha dichiarato nel proprio discorso la Presidente dei socialdemocratici.
Nella settimana appena conclusasi si è anche svolta una manifestazione per chiedere l’abolizione della legge per il contrasto alla cospirazione in quanto limitante la libertà di espressione. Al sit-in ha partecipato il senatore comunista Taku Yamazoe e Haruhito Sumita, vicepresidente della Federazione dei Sindacati dell’Editoria.
In campo demografico, il numero di giovani sotto i 14 anni, stando a dati comunicati dall’Esecutivo mercoledì scorso, ha toccato nel 2021 la quota più bassa degli ultimi 41 anni. In termini assoluti, al primo aprile di quest’anno, i bambini e ragazzi sotto questa soglia sono stati 14.650.000 e cioè 250.000 in meno rispetto all’anno precedente.
Calata, ovviamente, anche la percentuale dei giovanissimi in rapporto alla popolazione complessiva che ha raggiunto l’11,7% (-0,1% e quarantottesimo anno consecutivo con il segno meno). Il Sol Levante ha dunque la più bassa percentuale di popolazione sotto i 14 anni tra le nazioni con più di 40 milioni di abitanti (immediatamente dietro vi sono, con il 12,9%, l’Italia e, con l’11,9%, la RdC).
Al primo ottobre dello scorso anno, per la prima volta dal 1999, tutte e 47 le Prefetture dell’Arcipelago avevano meno popolazione giovanile rispetto alla stessa data del 2020. La Prefettura meno vecchia è stata quella di Okinawa (con una popolazione di giovanissimi pari al 16,5%) mentre quella più anziana è stata Akita (9,5%).
Per ciò che attiene all’emergenza Coronavirus, la Prefettura Metropolitana di Tokyo, centro ove si è registrato il maggior numero di casi da inizio crisi, ha registrato 2.403 casi lunedì, 3.357 martedì, 2.999 mercoledì, 2.230 giovedì, 2.681 venerdì, 3.809 sabato (record di casi, il medesimo giorno, ad Okinawa: 2.375). Al 7 maggio, la Prefettura Metropolitana ha avuto, da inizio pandemia, 1.459.374 casi e 4.362 morti. Alla stessa data gli ospedalizzati con sintomi moderati erano 1.128 (occupando il 15,6% dei 7.229 posti disponibili) e 29 quelli ospitati nei reparti di terapia intensiva (pari al 3,6% degli 804 posti predisposti).
Da Londra, intanto, Kishida ha promesso un allentamento delle misure di controllo in linea con quanto stanno facendo gli altri Paesi del G7.
Nella settimana appena conclusasi è proseguita la discussione sulla riforma della legge per le procedure di approvazione di farmaci e di macchinari medicali. La senatrice comunista Akiko Kurabayashi ha ribadito l’importanza di mantenere l’attuale sistema che prevede le tre fasi di sperimentazione e ricordato quanto di poco edificante avvenuto con l’Avigan ed il suo uso contro il SARS-CoV-2.
Frattanto è emerso che, da gennaio 2020 ad oggi, il Sol Levante ha speso 16.000 miliardi di yen (116,07 miliardi di euro) in spese correlate al COVID-19 (vaccini, spese per il personale, mascherine ecc.). Tra le diverse voci di spesa: 6.000 miliardi sono stati destinati alle Prefetture per assicurare i posti letti (e di questi 440 miliardi per stipendi), 4.700 per l’acquisto di vaccini e per la predisposizione dei centri vaccinali, 1.300 in farmaci (in larga parte inutili) per il trattamento della malattia ed altrettanti in sussidi per la produzione nazionale di vaccini.
A Nagasaki, il 7 maggio il sindaco, Tomihisa Taue, ha espresso preoccupazione per il rischio di un conflitto nucleare in Europa.
“Sarà una dichiarazione importante e differente, date le circostanze, dagli anni precedenti” ha affermato il sindaco in riferimento al discorso solenne che viene tenuto, ogni 9 agosto, dal primo cittadino della città martire del bombardamento atomico statunitense.
Sul nucleare a scopi civili, a Tomari (Hokkaido) si è tenuta, il 5 maggio, una manifestazione cittadina per chiedere la non riattivazione della centrale nucleare sita nel paesino e spenta da dieci anni.
Su quanto avviene a Fukushima, il senatore comunista Yoshiki Yamashita ha invece presentato un’interrogazione a funzionari del Ministero dell’Ambiente per essere aggiornato circa l’avanzamento dello smaltimento di circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti a bassa radioattività. Il dicastero ha concesso la possibilità di utilizzo di questi rifiuti per la costruzione di massetti stradali ma, stando a quanto comunicato dal parlamentare, vi sono aziende che hanno prelevato arbitrariamente questi materiali senza che vi sia stato alcun controllo ed alcuna autorizzazione.
In economia, secondo un sondaggio condotto da Teikoku Databank su 1.855 aziende, il 43,2% di esse è intenzionato, con certezza, ad innalzare i prezzi entro fine anno; mentre soltanto il 7,4% ha escluso con chiarezza futuri aumenti.
Per ciò che concerne l’inflazione nella Prefettura Metropolitana di Tokyo, ad aprile essa è cresciuta dell’1,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Si tratta dell’aumento mensile più alto degli ultimi sette anni. A determinare il dato è stata, in larga misura, la crescita dei prezzi dell’energia (+24,6%), delle bollette elettriche per i consumatori (+25,8%), del gas (+27,6%) e del cherosene (+21%). Aumento significativo anche del prezzo del pane bianco (+8,4%), dei refrigeratori (+21%), delle camere d’albergo (+6,1%).
Nell’energia, la nipponica Eneos Holdings ha annunciato, il 2 maggio, che uscirà da una joint venture nel settore del gas in Myanmar.
JX Nippon Oil & Gas Exploration, controllata locale di Eneos Holdings, possiede circa il 40% del capitale azionario di un’azienda la quale, a sua volta, detiene il 19,3% delle quote di estrazione del giacimento di Yetagun. La metà delle azioni sono in mano al governo giapponese ed il 10% a Mitsubishi Corporation. A motivare la decisione vi è la difficile situazione politica del Paese.
Nel trasporto aereo, JAL prevede di tornare ad avere numeri negativi nell’anno fiscale iniziato il primo aprile di quest’anno. Lo scorso anno, la compagnia ha registrato un utile netto pari a 45 miliardi di yen. Purtuttavia, il conflitto in Europa (e le conseguenti sanzioni che impediscono alla compagnia di sorvolare il territorio russo) e l’aumento del prezzo del cherosene rischiano di ricondurre il settore aereo ai poco felici mesi più duri della pandemia.
Nell’agricoltura, interventi decisi da parte dell’Esecutivo nell’economia forestale sono stati chiesti, in sede della competente commissione della Camera dei Consiglieri, dalla senatrice comunista Tomoko Kami. La parlamentare ha messo in luce come le importazioni di legame continuino a crescere e che il recente blocco degli arrivi di legame russo abbia avuto un impatto su cittadini e piccole imprese. Contestualmente Kami ha ricordato come il numero di lavoratori del settore sia calato in modo drammatico: dai 146.000 del 1980 ai 45.000 del 2015. La maggior parte di questi lavoratori ha un salario inferiore ai 200.000 yen mensili e spesso il lavoro non è continuo nel corso dell’anno.
Sempre nello stesso settore economico, il deputato comunista Ryosuke Takeda è intervenuto in parlamento nell’ambito per criticare la bozza di legge presentata dalla maggioranza circa la destinazione dei terreni di cui non possibile accertare più i proprietari o con proprietari assenti. Una delle proposte dei conservatori prevede l’istituzione, a livello territoriale, di comitati misti pubblico-privati per l’elaborazione di progetti di uso di questi terreni. Takeda ha sottolineato il rischio che le imprese possano spingere per l’installazione di pannelli solari piuttosto che in meno remunerativi, ma più utili ai fini dell’autosufficienza alimentare e dell’assetto dei suoli, progetti di sviluppo di coltivazioni.
(con informazioni di baochinhphu.vn; thaigov.go.th; mongolia.gov.mn; mfa.gov.mn; gov.uz; mfa.uz; governo.it; gov.uk; vnexpress.net; yna.co.kr; hd.eneos.co.jp; rengo.or.jp; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp)
Immagine 首相官邸ホームページ (dettaglio) da Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.