Iniziamo questa Pillola con una notizia di politica estera. Nella giornata del 16 aprile, infatti, la Repubblica Popolare Democratica di Corea ha lanciato due nuovi missili in direzione Mar dell’Est. I missili – una versione aggiornata dei KN-23 ed al cui lancio ha assistito il Presidente della Commissione per gli Affari di Stato Kim Jong Un – hanno percorso circa 110 chilometri con un apogeo di 25. I KN-23 sono dei missili tattici lanciabili da veicoli TEL (Trasportatore Elevatore Lanciatore) ed hanno una portata massima di circa 400-600 chilometri.
Nelle questioni concernenti le sanzioni economiche ai danni della Federazione Russa, lo scorso 18 aprile si sono incontrati a Tokyo Fumio Kishida ed il Presidente svizzero Ignazio Cassis. Il numero uno della Confederazione Elvetica ha confermato la politica di abbandono della neutralità e la prosecuzione delle azioni finanziarie ed economiche volte a far ritirare la Russia dall’Ucraina.
Martedì, il Ministero della Difesa di Tokyo ha annunciato l’invio all’esercito ucraino di maschere ed abiti in grado di proteggere contro attacchi chimici (il tema della settimana nelle cancellerie occidentali) nonché droni.
In settimana, secondo quanto comunicato da un parlamentare nipponico, l’India avrebbe negato lo stop in un proprio aeroporto ad un velivolo giapponese da trasporto C-2 destinato a consegnare armamenti alle forze armate ucraine.
Il 19 aprile, si è invece tenuta una videoconferenza alla quale hanno partecipato Kishida, Biden, gli altri capi di governo dei Paesi del G7 nonché di Romania e Polonia ed il Segretario NATO Stoltenberg. Nel corso della riunione, il capo del governo di Tokyo si è impegnato ad aumentare – da 100 a 300 milioni di dollari – il prestito allo Stato ucraino.
Il ministro degli Esteri Hayashi ha intento espresso preoccupazione per episodi di razzismo che hanno colpito, nell’ambito di un clima di isteria russofobica, cittadini russi che vivono nell’Arcipelago. “Vorrei reiterare un appello ai cittadini a non ostacolare o diffamare russi soltanto perché sono russi” ha sostenuto, lo scorso martedì, il titolare della diplomazia nipponica.
Mercoledì, la Dieta ha intanto cancellato lo status di “nazione più favorita” alla Russia. La mossa produrrà un aumento dei dazi doganali per una serie di prodotti importati dal Paese vicino ed una, scontata, risposta da parte russa. Nell’anno fiscale 2021, gli scambi commerciali tra le due nazioni erano cresciuti del 56,9%. L’export giapponese verso la Russia aveva registrato un +37,4% mentre le importazioni di prodotti russi da parte del Sol Levante sono cresciute del 68,5%. Il solo export nipponico di auto era aumentato di oltre il 21% mentre le importazioni di carburanti russi erano impennate del 49,9%.
In chiusura di settimana, è stato pubblicato dal Ministero degli Esteri il rapporto annuale sulla diplomazia nel quale si definiscono, per la prima volta dal 2003, le Curili meridionali come “illegalmente occupate”. La mossa è il segno dell’adozione da parte di Tokyo di una linea di scontro con la Federazione Russa sulle isole confusamente – dato che questa volta pare che Tokyo le consideri tutte e quattro sue e non soltanto Iturup e gli isolotti di Habomai – rivendicate dai nipponici. “Tutte e quattro le isole sono parte integrante del territorio della Federazione Russa” ha commentato da Mosca il Portavoce della presidenza Peskov.
Il Ministero della Difesa di Tokyo ha invece comunicato, lo scorso mercoledì, il passaggio di alcuni navi da guerra russe dallo Stretto di Tsushima. I mezzi militari scortavano bastimenti di Gazprom.
Il segretario del Partito Comunista, Akira Koike, ha denunciato, il 18 aprile, che un documento realizzato dal dicastero guidato da Kishi citava le manifestazioni contro la guerra come “ostili” e necessarie di sorveglianza da parte delle Forze di Autodifesa. Il “pericolo” rappresentato dai pacifisti era stato inserito all’interno di un rapporto distribuito alla stampa nel corso di una iniziativa ufficiale poi dichiarato “da scartare” in quanto non rivisto. Una giustificazione giudicata come un “tentativo di occultamento” da parte del deputato del PCG Kokuta che ha sollevato il tema nel corso di una seduta della Commissione Esteri della Camera bassa.
Sempre in campo militare, il 20 aprile si è tenuta, negli uffici della Dieta, una iniziativa promossa dai parlamentari contrari alla costruzione della nuova base di Henoko.
Denny Tamaki, Governatore della Prefettura di Okinawa, ha inviato un messaggio ribadendo l’opposizione dell’ente locale alla realizzazione della nuova base la cui battaglia si è adesso spostata nei tribunali amministrativi con il ministro delle Infrastrutture Saito che ha revocato l’atto amministrativo con il quale la giunta locale disapprovava le modifiche al progetto presentato dall’Ufficio della Difesa di Naha.
La commissione interna al Partito Liberal-Democratico che si occupa di questioni militari ha intanto elaborato un documento che invita – per altro come richiesto da Donald Trump durante la sua presidenza – ad innalzare al 2% del PIL (e cioè a quasi il doppio di quanto destinato oggi) le spese militari.
Nei rapporti con la Repubblica di Corea, il futuro ministro degli Esteri di quel Paese, Park Jin, ha affermato, mercoledì scorso, che l’accordo sulle “comfort women” – sottoscritto nel 2015 dalla presidenza Park e rigettato da Moon Jae In due anni dopo – è “ufficiale”.
La mossa, la quale farà sicuramente discutere in parlamento e nel Paese, potrebbe essere un tentativo di riavvicinamento tra Giappone e Corea del Sud dopo le enormi tensioni diplomatiche di questi anni (culminate con patti come il GSOMIA non rinnovati e con sentenze che hanno stabilito il sequestro di beni di aziende nipponiche per risarcire ex forzati di guerra).
“Abbiamo la necessità di riallacciare rapporti sulla base di una relazione di amicizia e cooperazione così come costruita dopo la normalizzazione dei rapporti nel 1965” ha sostenuto Park mercoledì scorso.
Puntuali come un orologio sono giunte, intanto, le polemiche conseguenti la glorificazione, da parte di politici giapponesi, del passato militarista e coloniale dell’Impero. Giovedì scorso, l’ex premier Abe ha visitato il santuario Yasukuni, ove si celebrano i caduti per l’Imperatore (e tra questi numerosi criminali di guerra) mentre, il medesimo giorno, l’attuale premier Kishida si è limitato ad inviare un’offerta cerimoniale (“come privato cittadino” ha precisato il segretario generale del Gabinetto Hirokazu Matsuno).
“Le negative mosse del Giappone riflettono, ancora una volta, il suo atteggiamento sbagliato nel guardare alla sua storia di aggressione” ha commentato Wang Wenbin, Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino. “La Cina ha esortato il Giappone ad onorare seriamente il suo impegno nell’affrontare e nel riflettere sulla sua storia di aggressione, a rompere nettamente con il militarismo e a conquistare, mediante azioni concrete, la fiducia dei suoi vicini asiatici e della comunità internazionale” ha aggiunto il funzionario cinese.
Scontata anche la condanna coreana con il prossimo ministro Park che ha invitato il Giappone ad “affrontare la propria storia” ed a “riflettere”. Venerdì si sono recati al tempio un centinaio di parlamentari in carica.
Il 21 aprile, è giunta nell’Arcipelago la premier neozelandese Jacinda Ardern. Al termine dell’incontro con Fumio Kishida è stato rilasciato un comunicato che ribadisce l’impegno delle due nazioni a mantenere “un’area indo-pacifica libera ed aperta” (e cioè a contenere la proiezione internazionale della Cina) nonché la stesura di un accordo per la cooperazione in materia di sicurezza. Lo scambio commerciale nippo-neozelandese si aggira intorno agli 8 miliardi di dollari annui ed il Giappone è per la Nuova Zelanda il quarto partner commerciale.
In politica interna, lunedì scorso, la numero uno di Rengo, Tomoko Toshino, ha partecipato ad una riunione del Partito Liberal-Democratico sulla sicurezza sociale. “Vogliamo lavorare insieme al PLD per attuare delle politiche” ha affermato Yoshino al termine del raro incontro. Il sindacato, infatti, è storicamente (e formalmente) schierato con le opposizioni e manifesta il proprio appoggio a candidati che si oppongono a quelli del blocco conservatore. Lo scorso gennaio, e per la prima volta negli ultimi nove anni, il premier Kishida aveva partecipato ad un evento di Rengo.
La numero uno del sindacato, il 19 aprile, ha incontrato il presidente del Partito Costutzionale Democratico Izumi per discutere delle prossime elezioni per il rinnovo della Camera dei Consiglieri nonché di vari disegni di legge presentati dai progressisti.
Il 18, si è intanto riunito a distanza il Consiglio delle Scienze del Giappone. L’assise ha confermato la richiesta al premier di nominare i sei membri proposti dal Consiglio stesso e la cui nomina non è mai stata ratificata per motivi politici: i sei, infatti, sono contrari alle politiche militariste portate avanti dal PLD.
“È indiscutibile che il rifiuto alla nomina sia illegale” ha ribadito il Presidente del Consiglio delle Scienze Takaaki Kajita. I sei accademici, proposti – come da norma – dal Consiglio stesso, attendono la nomina da un anno e mezzo.
Il 22 aprile sono state intanto consegnate al dicastero degli Affari Esteri 960.538 firme in calce ad una petizione che chiede che il Giappone sottoscriva il trattato ONU per il bando totale della armi atomiche.
Per quanto attiene agli scandali che periodicamente coinvolgono la maggioranza, lunedì scorso, l’Alta Corte di Osaka ha condannato i coniugi Yasunori e Junko Kagoike (amici dell’ex premier Abe e responsabili di un’associazione coinvolta nell’istruzione) sono stati condannati – rispettivamente a cinque e due anni di prigione – per frode allo Stato. L’associazione da essi gestita, Moritomo Gakuen, ha ricevuto 56,44 milioni di yen dal Governo per realizzare una scuola elementare a Toyonaka (Osaka) sull’ormai celeberrimo terreno ex demaniale svenduto dal Ministero delle Finanze. I coniugi Kagoike sono stati anche condannati per aver ricevuto, senza averne diritto, 120 milioni di yen da comune e Prefettura di Osaka.
Nell’immigrazione, il premier Kishida ha affermato che il Ministero della Giustizia starebbe studiando l’introduzione di uno status di “quasi rifugiato” per meglio rispondere a crisi improvvise come quella ucraina.
Ad Osaka, sono oltre 110.000 le firme raccolte in calce ad una petizione che chiede di fermare il progetto di costruzione di un hotel con casinò. Oltre ai problemi ambientali (sarà infatti necessario espandere un’isola artificiale), i comitati civici che si battono contro l’opera hanno evidenziato i costi a carico delle casse pubbliche: almeno 79 miliardi di yen oltre ai costi per la realizzazione di infrastrutture che potrebbero superare i 175 miliardi.
Il contratto con l’operatore scelto dalla Prefettura – della durata di 35 anni – prevede inoltre che eventuali costi prodotti da cedimenti dei suoli ed i mancati incassi conseguenti saranno a carico del proprietario del terreno: la stessa Prefettura.
Un’altra Prefettura invece, quella di Wakayama, ha respinto, lo scorso mercoledì, la mozione emanata dalla giunta di governo dell’ente volta a cercare investitori interessati a presentare progetti nel settore del gioco d’azzardo. Favorevolmente al progetto si sono espressi 18 consiglieri e contrari 22. Tolto il Partito Comunista, il quale ha votato compattamente contro, pro e contro i casinò si sono ritrovati in entrambi gli schieramenti.
Nell’energia, il 18 aprile il presidente del Partito Costituzionale Democratico Kenta Izumi ha visitato un impianto per la produzione di energia eolica collocato, in mare, nella Prefettura di Chiba. Il leader dell’opposizione progressista ha denunciato i gravi ritardi nella promozione di questo tipo di energia prodotti dalle politiche del PLD ed affermato l’impegno del PCD affinché si crei un mercato.
Sempre in questo campo, lo scorso mercoledì, un comitato civico ha presentato all’Agenzia Regolatrice per il Nucleare una petizione con 41.136 firme che chiede lo stop al processo di riattivazione della centrale di Kashiwazaki-Kariwa. “Occultamento attivo dei guasti, falsificazione dei dati di ispezione: le frodi si ripetono” ha dichiarato il senatore del Partito Comunista Takeda, che era presente alla consegna, ribadendo l’opposizione del proprio partito alla riattivazione dell’impianto.
Per assicurarsi impegni alle forniture di greggio e per tentare di contenere l’aumento dei prezzi sul mercato globale, tra il 20 ed il 21 aprile, il ministro degli Esteri giapponese Hayashi ha avuto dei colloqui telefonici con gli omologhi di Oman, Sayyid Badr bin Hamad al Busaidi, e Kuwait, Ahmad Nasser Al-Mohamed Al-Sabah.
Accogliendo le richieste dell’Agenzia Internazionale per l’Energia e degli Stati Uniti, il Sol Levante venderà, il prossimo 10 maggio, altri 4,8 milioni di barili di greggio provenienti dalle proprie riserve. Kishida si è impegnato a rendere disponibili 15 milioni di barili (di questi 9 saranno venduti nei prossimi mesi).
Sul COVID-19, la Prefettura Metropolitana di Tokyo, centro che ha quasi sempre registrato il maggior numero di contagi, ha registrato 3.479 casi lunedì, 5.583 martedì, 6.776 mercoledì, 6.713 giovedì, 5.396 venerdì, 5.387 sabato. Al 23 aprile, la capitale aveva avuto 1.407.320 contagi, 4.305 deceduti mentre il tasso di occupazione dei posti letto Covid per i pazienti con sintomi moderati è stato pari al 24,1% (1.742 su 7.229 posti disponibili) mentre quelli con sintomi gravi del 5,2% (42 su 804).
Sui vaccini, il Ministero della Salute nipponico ha approvato, martedì scorso, il vaccino Novavax. I primi lotti, che saranno prodotti in Giappone dalla nipponica Takeda Pharmaceutical, dovrebbero essere consegnati ai centri vaccinali a fine maggio. Il governo ha stretto un accordo con l’azienda farmaceutica per la fornitura di 150 milioni di dosi.
A fine aprile, invece, dovrebbe iniziare la terza fase di sperimentazione il vaccino sviluppato dalla nipponica KM Biologics. Oltre che a 1.500 adulti di età compresa tra 18 e 40 anni, il vaccino sarà somministrato a 600 minori di 18 anni. Se il ritrovato si dimostrerà efficace, sarà sottoposto all’approvazione in settembre. KM Biologics, azienda sita nella Prefettura di Kumamoto, ha dichiarato una capacità produttiva compresa tra le 15 e le 20 milioni di dosi all’anno.
Il 21 aprile è stato, intanto, annunciata la donazione – da parte del gruppo “Quad” e cioè Giappone, Australia, India e USA – alla Tailandia di 200.000 dosi di vaccino.
La pandemia ha avuto anche un forte impatto sulle motivazioni degli studenti. Secondo un’indagine condotta dal Benesse Educational Research and Development Institute e dall’Istituto di Scienze Sociali dell’Università di Tokyo su 10.000 studenti (di elementari, medie e superiori) – nonostante in Giappone le chiusure siano state meno rigide che in Europa – il 54,3% dei giovani ha perso le motivazioni a studiare. Nel 2019 la percentuale era significativamente più bassa – il 45,1% – mentre nel 2020 era stata del 50,7%.
In economia, prosegue senza pausa la debolezza dello yen. Martedì scorso, la moneta nipponica ha toccato quota 128 sul dollaro: record negativo dal 2002.
“Il governo comunicherà con gli Stati Uniti ed altre autorità monetarie e risponderà in maniera appropriata” si è limitato a commentare, il medesimo giorno, il segretario generale del Gabinetto Matsuno.
“La stretta comunicazione con autorità monetarie quali quelle statunitensi è necessaria” ha affermato anche il ministro delle Finanze Shunichi Suzuki poco prima della partenza per Washington nell’ambito di un visita preparata nelle scorse settimane.
Giovedì, comunque, il Governo ha segnalato, per la prima volta negli ultimi quattro mesi, miglioramenti nello stato dell’economia. “L’economia giapponese mostra segni di miglioramento” si legge nel rapporto mensile stilato dall’Esecutivo.
L’aumento dei prezzi delle materie prime sta producendo, secondo quanto rilevato da Zenshoren (la Federazione Nazionale delle Associazioni di Commercio e Industria), seri problemi per almeno l’85% delle imprese. “L’impatto dell’impennata dei prezzi del carburante e di altri materiali riguarda tutti i settori” ha commentato, presentando i risultati dell’indagine che ha riguardato oltre 500 imprese, Nakayama di Zenshoren.
A marzo, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,8%: l’aumento più alto degli ultimi due anni. Purtuttavia, escludendo i prezzi dell’energia (+20,8%), del cherosene (+30,6%) e della benzina (+19,4%) e dei cibi freschi (a causa della volatilità dei loro prezzi al consumo), il tasso d’inflazione ha subito una contrazione dello 0,7%.
Il G20 dei titolari delle Finanze si è intanto concluso senza un comunicato comune a fronte delle diverse posizioni adottate dai vari Paesi circa il conflitto in Ucraina. Pur avendo assunto sulle sanzioni una posizione comune con gli Stati Uniti ed i Paesi satelliti in Europa, il ministro delle Finanze nipponico Suzuki ed il governatore della Banca del Giappone Kuroda non si sono accodati ai loro colleghi euro-nordamericani nell’abbandonare la sala durante il discorso tenuto dal ministro russo Anton Siluanov.
L’esigenza di un bilancio supplementare è stata ribadita, il 20 aprile, dal presidente del PCD Kenta Izumi. I costituzional-democratici hanno presentato un pacchetto di proposte da 21.000 miliardi di yen destinati a ridurre al 5% l’imposta sui consumi, al congelamento delle tasse sulla benzina, l’erogazione di un contributo una tantum da 50.000 yen ai lavoratori poveri, sussidi per gli studenti lavoratori che hanno perso l’impiego a causa della pandemia nonché il dimezzamento delle tasse universitarie e l’abbuono del rimborso del prestito scolastico.
Giovedì, la maggioranza ha raggiunto un accordo per un bilancio suppletivo da 2.500 miliardi da sottoporre al parlamento a fine maggio. Secondo le indiscrezioni apparse sulla stampa, il pacchetto di misure comprenderà un sussidio una tantum da 50.000 yen destinato alle famiglie che più necessitano e che sarà però erogato – casualmente – prima delle elezioni per il rinnovo parziale della Camera dei Consiglieri.
Sull’utilizzo, invece, da parte del Governo dei fondi di riserva per fronteggiare il caro carburante e non soltanto per il Coronavirus, si espresso il segretario del Partito Comunista Koike, il quale ha rilevato che l’affidamento al Governo – senza che vi sia un passaggio parlamentare – di una sorta di finanziaria alternativa “distrugge la democrazia sui temi di bilancio e nega la democrazia parlamentare”.
Nell’edilizia, nonostante la crisi economica prodottasi con la pandemia e proseguita con gli alti costi dell’energia, i prezzi medi delle unità abitative di nuova costruzione nell’area metropolitana di Tokyo hanno toccato, nel 2021, la cifra record di 63,6 milioni. Si tratta della cifra più alta dal 1990. Nei 23 municipi centrali della città, il prezzo medio ha toccato quota 84,49 milioni (quasi il 12% in più rispetto all’anno precedente) ma al di fuori di essi si ha avuto un calo del 5,1% (51,37 milioni in media). A Saitama la crescita è stata del 7,8% (49,29 milioni); a Kanagawa si è avuto un -5,5% (52,09 milioni) mentre a Chiba il calo è stato dello 0,5% (43,83 milioni). Nella regione della capitale, i nuovi palazzi destinati alla vendita sono stati 32.872: il 13,2% in più rispetto al 2020.
A Shanghai, sono intanto diverse le aziende giapponesi colpite dalle severe misure restrittive volte a contenere il virus adottate dalle autorità locali. Ryohin Keikaku ha chiuso, ad esempio, 50 dei 300 negozi gestiti in Cina; il colosso dell’abbigliamento Fast Retailing ha chiuso invece tutti e 86 i propri negozi nella città cinese mentre la catena della GDO Lawson ha chiuso oltre l’80% dei propri mille minimarket gestiti nella metropoli.
Interrotti da Japan Airlines e da ANA i voli cargo da e verso la città mentre nell’Arcipelago, Mazda ha temporaneamente chiuso due fabbriche a causa della impossibilità di ricevere componenti prodotte nell’area.
Nell’industria, il colosso Taiwan Semiconductor Manufacturing ha iniziato la costruzione del proprio impianto per la produzione di chip nella Prefettura di Kumamoto. L’azienda, la quale per costruire la fabbrica ha ricevuto enormi aiuti dallo Stato nipponico, prevede di iniziare la produzione nel 2024. A gestire la fabbrica sarà la Japan Advanced Semiconductor Manufacturing: posseduta al 50% dal governo nipponico e per il resto dall’azienda taiwanese e dalle giapponesi Denso e Sony.
Nell’auto, Toyota ha annunciato il lancio di un modello di auto elettrica di alta gamma. Il modello, una versione di lusso della Lexus, è il primo veicolo destinato a clienti facoltosi a trazione elettrica prodotto dalla casa guidata da Akio Toyoda. La società prevede di vendere 33.000 di questi veicoli all’anno e di questi 18.000 in Cina.
Chiudendo con la pesca, nonostante le tensioni e le reciproche ripicche economiche, Giappone e Russia hanno concordato – sulla base di quanto previsto dalla Convenzione ONU sul Diritto del Mare – sulla quantità di salmoni e trote che i nipponici hanno diritto di prelevare nonché sul contributo economico che sarà corrisposto. Il contributo economico è compreso tra i 200 ed i 300 milioni di yen (la cifra è influenzata dalla quantità effettivamente pescata legalmente) mentre l’ammontare complessivo di pescato ha come tetto le 2.050 tonnellate.
(con informazioni di mofa.go.jp; kcna.kp; xinhuanet.com; yna.co.kr; tass.com; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp)
Immagine di L26 (dettaglio) da Wikimedia Commons
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