Il Giappone, ed in particolare i cittadini del Tohoku, hanno rivissuto, mercoledì scorso, l’incubo tsunami. Un forte terremoto – occorso quel giorno a largo della costa di Fukushima (7,4 l’intensità nella scala sismica nipponica) intorno alle 11,30 di sera – ha prodotto la morte di tre persone ed il ferimento di altre 180. Inviate sul posto, dal Ministero della Difesa, alcune truppe con compiti di protezione civile.
Tra gli effetti del sisma il deragliamento di un treno a levitazione magnetica (ma, fortunatamente, nessuna delle 78 persone a bordo si è ferita) nonché il temporaneo stop alla fornitura di corrente in 2,2 milioni di case. Interrotta, in diverse aree delle Prefetture di Fukushima e Miyagi, anche la fornitura idrica. Al 18 marzo, ancora 43.000 abitazioni rimanevano prive di allaccio ai sistemi pubblici di erogazione dell’acqua.
Nessuna anomalia, secondo quanto comunicato dall’Agenzia Regolatrice per il Nucleare, è stata individuata nell’ex centrale di Fukushima, anche se il sistema di raffreddamento delle piscine contenenti combustibile esaurito proveniente dai reattori 2 e 5 non ha, temporaneamente, funzionato. Problemi ai sistemi di raffreddamento delle piscine si sono avuti anche alla centrale di Onagawa (Miyagi).
Chiuse in via precauzionale numerose imprese (anche nelle Prefetture di Ibaraki e Gunma e tra queste l’azienda produttrice di chip Renesas Electronics) mentre società di trasporti e logistica come la Yamato Transport e le stesse Poste del Giappone hanno scelto di rimandare le consegne nelle aree maggiormente colpite.
Per quanto attiene alla pandemia, i casi di contagio da SARS-CoV-2 sono in calo. Nella capitale, centro che ha registrato da inizio emergenza il numero più alto di casi, si sono avuti 4.836 contagi lunedì, 7.836 martedì, 10.221 mercoledì, 8.461 giovedì, 7.825 venerdì, 7.444 sabato. Al 18 marzo, la capitale aveva registrato un tasso di occupazione dei 7.229 posti letto Covid pari al 34,7% (2.505 persone) mentre nei reparti ove sono accuditi i pazienti in gravi condizioni il dato era pari al 18,5% (149 posti occupati sugli 804 predisposti).
Mercoledì, il premier ha comunicato che lo stato di quasi emergenza in vigore in 18 Prefetture (e tra esse Tokyo ed Osaka) non sarà rinnovato. Tra le scelte dell’Esecutivo vi è anche un allentamento delle misure di tracciamento sui contatti stretti di un positivo. Kishida ha annunciato, infatti, che non sarà più chiesto alle aziende di fornire i nomi dei lavoratori che sono stati a stretto contatto di un dipendente positivo. A motivare la decisione, il fatto che la variante Omicron sembrerebbe dare sintomi più lievi che non necessitano l’ospedalizzazione.
Nonostante l’ottimismo del Governo, il tasso di occupazione dei posti letto Covid ad Osaka si è mantenuto, nell’ultima settimana, sopra il 50%.
Pur in vista della fine dello stato di quasi emergenza, la giunta di Tokyo ha invitato i propri cittadini dall’astenersi dal partecipare alle feste che di solito si tengono in occasione della fioritura dei ciliegi (iniziata, nella settimana appena terminata, in diverse aree dell’Arcipelago).
Per accelerare sulla somministrazione delle dosi di richiamo (ed in vista potenzialmente di una quarta dose), lo Stato giapponese acquisterà altri 75 milioni di dosi da Pfizer e 70 da Moderna.
Sempre in campo vaccinale, nella settimana appena conclusasi si sono avuti i risultati di due studi. Il primo, condotto su un migliaio di medici, ha mostrato un aumento degli anticorpi dopo la somministrazione del richiamo di oltre 38 volte. Il secondo, invece, ha mostrato che la percentuale di reazioni avverse tra i minori di età compresa tra 5 ed 11 anni è simile a quella della popolazione adulta. All’11 marzo circa 35.000 bambini sotto i 12 anni hanno ricevuto almeno una dose.
Frattanto, è incerta la sorte occorsa a 530.000 mascherine ordinate dal governo Abe e di cui non si trova più alcun riscontro sulla destinazione (non è quindi chiaro se siano state consegnate, ed eventualmente a chi, o se siano ancora tra le 82.720.000 stoccate e non distribuite). A rendere noto l’accaduto è stato, lo scorso 18 marzo in sede di Commissione Bilancio della Camera alta, il ministro della Salute Goto dopo che Maiko Tajima del Partito Costituzionale Democratico aveva sollevato il tema.
In politica interna, il premier Kishida è intervenuto, in qualità di numero uno del Partito Liberal-Democratico, alla convenzione nazionale dei liberal-democratici convocata in previsione delle prossime elezioni che porteranno al rinnovo di metà della Camera dei Consiglieri. Kishida si è appellato all’unità del partito e confermato come strategica l’alleanza con il Nuovo Komeito ma ha ugualmente aperto al sindacato Rengo – tradizionalmente, ed anche alle prossime elezioni, alleato dei democratici – sottolineando l’intervento del Governo affinché crescano i salari.
In tribunale, come annunciato alla fine della scorsa settimana, la Procura di Tokyo ha ufficialmente inquisito 34 politici di Hiroshima (consiglieri del capoluogo, dei comuni dell’area o prefettizi) che hanno ricevuto somme di denaro dai due coniugi Kawai (per questo già condannati) in cambio di pacchetti di voti che avrebbero assicurato, come poi in effetti è avvenuto, l’elezione della signora Kawai alla Camera alta. L’ex ministro della Giustizia, Katsuyuki, e la moglie Anri hanno consegnato circa 28,7 milioni di yen a 100 esponenti locali del PLD che, a luglio del 2021, quando si concluse il processo a carico dei due, non vennero inquisiti: decisione che all’epoca scatenò diverse polemiche.
Tra le persone coinvolte, 25 si sono dimesse o hanno annunciato di farlo.
Ricevere somme di denaro in cambio della promessa di voti è punito, dalla legge sull’elezione dei pubblici rappresentanti, con una pena fino a tre anni o una multa fino a 500.000 yen.
In ambito sociale, lo scorso 15 marzo sono stati forniti dal Ministero della Salute i dati definitivi sui suicidi occorsi lo scorso anno. Il numero totale di persone che hanno scelto di togliersi la vita è stato pari 21.007 e cioè 74 in meno rispetto al 2020. Purtuttavia il calo della popolazione ha prodotto una crescita, in termini percentuali, del numero di suicidi per 100.000 abitanti dello 0,1 per complessivi 16,8. In quest’ultimo indice, il vertice è stato rappresentato da Aomori e Yamaguchi (23,7 suicidi ogni 100.000 abitanti).
Divisi per sesso, gli uomini sono stati 13.939 (-116 rispetto al 2020 e dodicesimo anno di calo dei suicidi tra i maschi) mentre le donne 7.068 e cioè 42 in più dell’anno precedente e secondo anno consecutivo di crescita di questo numero. Tra le cause maggiori che hanno portato queste persone a togliersi la vita vi sono “problemi mentali” (9.860 i casi registrati con questa motivazione) e “problemi finanziari ed altri problemi della vita” (per 3.376 casi).
Nell’immigrazione, un cittadino vietnamita di cinquant’anni, Nguyen Van Hung, ha accusato il centro di detenzione per immigrati di Omura di non aver consentito il suo trasferimento in ospedale per il trattamento di un tumore alla tiroide. L’uomo è giunto in Giappone nel 1989 e nel 1992 gli venne riconosciuto lo status di rifugiato Tuttavia, dopo una condanna al carcere conseguente ad un furto di cibo, nel 2016 è stato trasferito al centro di espulsione di Omura. L’anno seguente, nonostante la scoperta del tumore, il centro gli negò il trasferimento in ospedale cosa che produsse una crescita della massa tumorale. L’uomo è uscito dal centro il 15 marzo di quest’anno dopo sei anni di detenzione. Appare evidente che a regolare i diritti civili dei migranti in Giappone sono i posizionamenti geopolitici del momento presi dal governo di Tokyo.
A Hokkaido, il sindaco di Sapporo, Katsuhiro Akimoto, ha comunicato ai giornalisti che la città non effettuerà un referendum per chiedere ai propri cittadini se sono favorevoli a che la città ospiti i Giochi Olimpici Invernali del 2030 ai quali si è candidata insieme a Vancouver (Canada), al capoluogo dello Stato USA dello Utah e a Barcellona. I costi stimati dal comitato organizzatore sono recentemente saliti di 200 milioni di dollari a 2,6 miliardi.
In politica estera, intervenendo il 14 marzo in sede di commissione Bilancio della Camera dei Consiglieri, il premier Kishida ha affermato di “non avere al momento alcun piano” circa una revisione dei rapporti economici con la Federazione Russa.
Per tentare di sondare le disponibilità di petrolio dal Medio Oriente, il premier ha reso noto di aver telefonato al principe emiratino Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan. L’esponente del regime dispotico mediorientale ha assicurato che gli Emirati Arabi Uniti sono impegnati ad assicurare la sicurezza e la stabilità dei mercati energetici mondiali.
Venerdì Kishida ha anche telefonato ad un altro esponente di un brutale regime: il principe Mohammed bin Salman (conosciuto in Italia per le lodi dedicategli dall’ex premier Renzi ed internazionalmente per l’omicidio ed il depezzamento del cadavere del giornalista Jamal Khashogi). Il capo del governo di Tokyo ha auspicato la “forte guida” del regime saudita nell’operare per evitare carenze di greggio sui mercati globali.
Il tasso di autosufficienza energetica del Giappone è di poco superiore al 10% ed il Paese, al 2021, ha importato dalla Russia il 3,6% del greggio consumato e l’8,8% del gas naturale liquefatto. Il governo nipponico e le aziende private Itochu e Marubeni possiedono circa il 30% delle azioni della Sakhalin Oil and Gas Development (impegnata nel progetto “Sakhalin 1” e che fornisce greggio al Sol Levante dal 2006) mentre Mitsui & Co. e Mitsubishi Corporation detengono rispettivamente il 12,5 ed il 10% del progetto Sakhalin 2 (si tratta di un rigassificatore che esporta verso il Giappone dal 2009).
In previsione di future instabilità sui mercati dei combustibili fossili ed al fine di raggiungere la soglia zero nelle emissioni nette di CO2, il governo nipponico ha manifestato, venerdì scorso, la volontà di proseguire nella costruzione di parchi eolici al largo delle coste nipponiche. “A seguito della crisi in Ucraina stiamo affrontando la necessità di accelerare l’introduzione di energie rinnovabili quali fonte nazionale di energia che vada verso la decarbonizzazione. Ciò è anche vitale ai fini della sicurezza energetica” ha dichiarato il ministro all’Economia, Industria e Commercio Hagiuda.
Un taglio della cooperazione russo-nipponica è stato chiesto dal segretario del Partito Comunista Giapponese Akira Koike, partito che si è posizionato con nettezza contro l’intervento della Russia nella guerra civile ucraina.
Per quanto concerne le sanzioni, lunedì l’Esecutivo ha chiesto alle società che si occupano dello scambio di criptovalute di sospendere le transazioni con aziende (al momento dieci russe e quindici bielorusse) o persone fisiche (quarantaquattro russe e diciannove bielorusse) oggetto di restrizioni.
Martedì, il Sol Levante ha vietato l’esportazione verso Russia e Bielorussia di 266 categorie merceologiche afferenti tecnologia e comunicazioni nonché qualsiasi tipo di esportazione verso 49 aziende ed enti russi e bielorussi. Nel 2021 il Giappone ha esportato in Russia beni per un valore pari ad 860 miliardi di yen.
Frattanto, da Mosca, la Portavoce del dicastero guidato da Lavrov, Maria Zakharova, ha denunciato, lo scorso 17 marzo, che il Giappone consente che propri cittadini partano per l’Ucraina come mercenari e che “tale comportamento mette in dubbio l’indipendenza del Giappone nel sistema delle relazioni internazionali”. “Secondo i media giapponesi, l’ambasciata ucraina a Tokyo sta reclutando cittadini giapponesi per partecipare alle ostilità sul territorio dell’Ucraina. Le autorità giapponesi, di fatto, non interrompono tali attività ma si limitano a raccomandazioni generali sul non recarsi in quel Paese” ha affermato la funzionaria per la quale “in ogni caso, il Giappone si assumerà la responsabilità delle vite dei suoi compatrioti cinicamente attirati nella zona di combattimento dagli “amici ucraini””.
Al 13 marzo erano 47 i cittadini ucraini giunti nell’Arcipelago. In via eccezionale, il dicastero della Giustizia (responsabile anche per l’immigrazione) ha reso noto che ai rifugiati in arrivo da quel Paese sarà concesso lavorare e potranno rimanere in Giappone un anno.
Venerdì è stata concessa, ai cittadini ucraini che intendono lasciare il Paese, la possibilità di emigrare in Giappone, ottenendo visti brevi, anche in assenza di un garante (un parente o un’azienda) nell’Arcipelago. Ad annunciarlo era stato il ministro degli Esteri Hayashi durante un intervento in Camera dei Consiglieri.
Sempre in tema diplomazia, il premier Kishida ha iniziato, il 19 marzo, un breve tour che durerà fino al 21 in India e Cambogia. Il capo del governo nipponico ha incontrato, lo scorso sabato, l’omologo indiano Modi per riaffermare la cooperazione nel contenimento della proiezione internazionale della Cina nonché per convincere l’India ad assumere una posizione più dura nei confronti della Russia dato che il gigante asiatico ha scelto di non imporre sanzioni in conseguenza alla Russia. Tra gli altri argomenti in discussione vi è un piano di investimenti da 5.000 miliardi di yen nel Subcontinente (soldi che saranno destinati a progetti infrastrutturali) nonché un rafforzamento della cooperazione militare conseguente all’accordo del 2020 che ha generato, almeno sulla carta, un’integrazione nel settore logistico tra le forze armate dei due Paesi. Nel corso della visita sono stati siglati sei accordi bilaterali che coprono diverse aree: tra esse sicurezza informatica e trattamento delle acque.
In ambito militare, il 13 marzo sono iniziate delle esercitazioni congiunte nippo-statunitensi. Le manovre dureranno fino al 25 marzo e coinvolgono i marines a stelle e strisce (circa 600 uomini) e la brigata anfibia “gemella” creata dalle Forze di Autodifesa di Tokyo (che parteciperà con 400 effettivi).
Un’altra esercitazione congiunta tra le forze armate degli USA e quelle giapponesi si è svolta il 10 marzo (ma lo si è saputo soltanto cinque giorni dopo). In quest’ultimo caso si è trattato della prima esercitazione che ha coinvolto i caccia F-35A posseduti da entrambe le aviazioni.
Martedì, intanto, la Camera dei Rappresentanti ha approvato il nuovo “sympathy budget”: il fondo a carico dei contribuenti giapponesi per la compartecipazione ai costi di stazionamento delle forze armate USA nell’Arcipelago. L’accordo copre un periodo di cinque anni a partire dal 2022 e comporterà un aggravio pari a 75 miliardi di yen rispetto a quello che scadeva quest’anno. I costi complessivi dello Stato nipponico saranno, dunque, di 1.050 miliardi di yen.
Sempre in campo militare, il 17 marzo, è stata ufficialmente istituita l’unità delle Forze di Autodifesa che si occuperà della sicurezza informatica. Il personale allocato, al momento della costituzione, è di 540 soldati.
In economia, a febbraio il deficit nella bilancia commerciale per quanto concerne le merci è stato pari a 668,3 miliardi di yen. Si tratta del settimo mese consecutivo con il segno meno. Nel mese in esame, le importazioni sono cresciute – e si tratta del 13° mese consecutivo – del 34% (per 7.900 miliardi di yen complessivi). A trainare quest’ultimo dato sono stati i prodotti legati all’energia: il valore delle importazioni di greggio, ad esempio, è cresciuto del 93,2% (808,6 miliardi). Cresciute anche le esportazioni: +19,1% (7.200 miliardi di yen totali e dodicesimo mese consecutivo di crescita). A crescere maggiormente sono stati i prodotti legati all’acciaio (verso la Corea del Sud) e le auto (soprattutto verso gli USA).
Nell’industria, gli ordinativi del settore meccanico sono calati, a gennaio, del 2% rispetto al mese precedente: si tratta del primo dato col segno meno degli ultimi cinque mesi. In termini assoluti, gli ordini del settore (tolti elettricità e cantieristica navale) sono stati pari a 899,6 miliardi di yen.
Nei consumi, i prezzi di febbraio sono cresciuti dello 0,6% rispetto allo stesso mese del 2021: si tratta del sesto mese consecutivo con un segno positivo (a gennaio la crescita era stata dello 0,2%).
A trainare l’inflazione sono stati i prezzi delle bollette della luce (+19,7% ed aumento percentuale più alto dal 1981), della benzina e del costo più generale dell’energia (+20,5% ed anche in questo caso percentuale record da 41 anni a questa parte), del cherosene (+33,5%).
Cresciuti dell’1,6% i prezzi degli alimentari, anche se la stangata vera e propria dovrebbe arrivare ad aprile (con un aumento del prezzo del grano importato che sarà di poco superiore al 17%).
Nella politica monetaria, mantenuta, come era ovvio, l’attuale linea di allentamento da parte del tavolo direttivo della Banca del Giappone. L’istituto guidato da Kuroda ha lasciato, al termine della due giorni del vertice, i tassi per i titoli a breve termine ad un -0,1% ed i titoli a lungo termine allo zero. Decisa anche la prosecuzione nella politica di acquisto degli exchange-traded funds con un limite annuo fissato a 12.000 miliardi di yen.
Nell’auto, martedì scorso Toyota ha annunciato un ulteriore taglio della produzione, dal 22 marzo a fine mese, nel Sol Levante a causa della carenza sul mercato globale di chip. Il taglio si somma a quello già annunciato (del 20%) per i mesi di aprile, maggio e giugno. In conseguenza del terremoto, inoltre, l’azienda guidata da Akio Toyoda ha deciso di sospendere per tre giorni la produzione in metà delle proprie linee di assemblaggio dei veicoli (18 linee in 11 impianti) nonché di chiudere temporaneamente due fabbriche che si trovano nell’area colpita dal sisma. Soltanto questa decisione comporterà ritardi nella produzione di circa 20.000 veicoli.
I problemi agli approvvigionamenti conseguenti al terremoto hanno portato anche Subaru a decidere di sospendere per due giorni (a partire dal 18 marzo) la produzione nelle tre fabbriche possedute nella Prefettura di Gunma.
Nel turismo, come ovvio, continua la serie di dati drammatici. Gli stranieri giunti nel Paese a febbraio sono stati il 99,4% in meno rispetto allo stesso mese dell’ultimo anno pre-pandemia (il 2019). In termini assoluti, sono arrivate nell’Arcipelago 16.700 persone (2.600 da Vietnam, 2.400 dalla Cina, 1.700 dall’India e 1.000 dalle Filippine).
Viceversa è cresciuto dell’89,1% – rispetto a febbraio 2020 – il numero di giapponesi che sono andati in vacanza all’estero. Si tratta, in termini assoluti, di un numero comunque piccolissimo: appena 46.900 persone e cioè il 96,9% in meno del febbraio 2019.
(con informazioni di narendramodi.in; tass.com; wam.ae; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.