Non si può sfidare il destino fino all’infinito, specialmente sa la vita è una corsa solitaria da affrontare con una racchetta in mano, con cui colpire duramente gli ostacoli.
Per il Francese è giunto il momento di affrontare il momento più difficile della sua esistenza. Si chiama Toni Zanchetta, da qualche tempo si è messo in proprio e di lavoro fa il macrò nel nord-est italiano. Una delle “sue” donne sparisce, poco dopo essere scesa dalla macchina del suo protettore: non risulta essere mai entrata nell’albergo in cui la aspettavano i clienti. L’ultimo ad averla vista diventa automaticamente il principale sospettato, specialmente se per vivere sfrutta il corpo di altre persone.
La maison di prostitute è motivo di vanto per il Francese, che si ritiene persona corretta e persino generosa. Nella solitudine ci si può raccontare qualsiasi cosa si voglia, ma nei momenti di difficoltà capita di dover fare i conti con il giudizio e il pregiudizio della società.
Le indagini si muoveranno tra criminalità organizzata e discutibili metodi delle forze dell’ordine, in un territorio dove i codici legali e illegali si incrociano sistematicamente, confondendo i confini che solo l’ipocrisia dell’opinione pubblica percepisce distinti. La mentalità criminale è diffusa e dove non arriva risulta comunque accettata.
Il nuovo personaggio di Massimo Carlotto dovrà imparare nuovamente a stare al mondo, in un contesto che si fa ostile, dopo averlo avuto complice. L’autore, un “seminatore di inquietudini”, ci offre un protagonista deprecabile che si fa vittima, destinato a essere lapidato da stampa e tribunali, messo all’angolo, ma pronto a usare ogni mezzo per difendersi, dovendo fare i conti con quanto ha costruito negli anni, in una “prateria di solitudini” che segna le nostre città.
La pandemia non fa parte di questo universo narrativo, per scelta esplicitata dallo scrittore: manca ancora il giusto distacco per inserirla nelle storie, ci riguarda ancora troppo da vicino. Al centro però c’è una vita atomizzata e mercificata, dove un velo di apparenza rende non visibile la concretezza delle nostre quotidianità. Si sopravvive fino a che si riesce, con la massima determinazione autodifensiva.
Il denaro e la reputazione sono ciò che contano, il resto può venire sistemato in qualche modo. L’importanza è alimentare il sistema, trovare il proprio posto, evitare che la giostra possa fermarsi, o di esserne gettati fuori: capire cosa vendere, quale è il servizio che si può offrire per avere un ruolo (e una retribuzione).
Il Francese esce per Il Giallo Mondadori in un 2022 in cui è prevale ancora lo spaesamento e ci introduce in una realtà che il sistema di informazione e politico non vuole vedere, nonostante la sua prossimità al mondo ufficiale. Si tratta di un romanzo che parla anche delle donne e del modo in cui si impedisce loro di poter scegliere liberamente del proprio corpo. Il tutto con lo stile duro ed efficace con cui Carlotto sa muoversi nel mondo del crimine.
Se siete certe e certi di essere migliori di Toni Zanchetta, ricordate l’alta stima che il protagonista ha di sé. Magari a fare la differenza è solo non aver avuto l’occasione di usare la racchetta per finalità non sportive?
Intanto un benvenuto al Francese. Che francese non è.
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Classe 1988, una laurea in filosofia, un dottorato in corso in storia medievale, con diversi anni di lavoro alle spalle tra assistenza fiscale e impaginazione riviste. Iscritto a Rifondazione dal 2006, consigliere comunale a Firenze dal 2019.