Il 2022 riparte da un grande film d’autore: “Un eroe”. Rappresenterà l’Iran agli Oscar 2022. Decima pellicola della carriera del regista iraniano premio Oscar Asghar Farhadi, che torna a casa dopo la non esaltante parentesi spagnola di “Tutti lo sanno” (recensione qui). Questa è la quarta partecipazione al festival di Cannes dopo Il cliente, Una separazione (che gli fruttò l’Oscar) e il film spagnolo sopra citato. Stavolta si è consacrato con il Gran Premio speciale della Giuria.
Il ritorno a casa ha giovato perché Farhadi raddrizza ciò che invece nel film precedente non era sempre a fuoco. Torna al suo cinema sociale, alla critica della società iraniana. D’altronde la censura del regime lo ha costretto a dire la verità in maniera indiretta. Farhadi si è ispirato a un fatto di cronaca, leggendo i giornali. È una storia vera sempre in bilico, sul filo del dubbio tra realtà e apparenza.
Questa volta l’azione si sposta a Shiraz. Una scelta, quella di distaccarsi da Teheran, che è un allontanamento dal potere centrale e quindi dalla censura del regime. È la storia di un “povero cristo” di nome Rahim (Amir Jadidi), ex pittore e calligrafo. Un giorno viene imprigionato tre anni per debiti che non può ripagare. Il creditore non posso svelarvi chi è, ma lo conosce abbastanza bene. Lavora alla restaurazione delle mura del carcere in cui è detenuto. L’uomo è separato e ha un figlio balbuziente. Nel frattempo ha una nuova fidanzata Farkhondeh e sogna un futuro con lei.
Proprio lei un giorno trova per puro caso sull’autobus una borsa di monete d’oro. Voi cosa fareste? Ma soprattutto vi fidate di Farkhondeh?
La maggioranza starebbe zitta e li prenderebbe. Probabilmente proverebbe a convincere il creditore saldando il debito. Le cose però non andranno come previsto.
Rahim si reca in banca raccontando che quell’oro è un ritrovamento e che sta cercando il legittimo proprietario per restituirlo. La notizia gira e piovono annunci affissi per le strade, una telefonata di una presunta proprietaria, l’orgoglio del direttore del carcere.
Rahim diventa l’eroe del titolo. Dimenticate i supereroi in calzamaglia dei film Marvel o Dc. I media però fiutano la notizia e lo santificano. “In una società c’è sempre la necessità di creare degli eroi. “Ci sono tante trasmissioni che sono fatte apposta con l’intento di far scendere le lacrime. In Iran la tv del dolore è in aumento esponenziale. I sentimenti vengono messi in mostra. E la scena del bambino balbuziente che viene ripreso con la telecamera mentre parla in difesa del padre è in linea con questo.” – dice il regista. Rahim vorrebbe riabilitare il suo nome, ma la sua onestà finirà per ritorcersi contro di lui. Anche la sua famiglia si sente disonorata. Ed emerge un forte dubbio: l’avrà fatto per ripulirsi l’immagine evitando pene severe o è davvero onesto?
Da vittima diventa carnefice di sé stesso. Invidie e sospetti fanno il resto. Ma molte volte queste presunte facce pulite sono quelle che la gente comune considera più di altri. Attorno a Rahim, c’è un Iran contemporaneo e digitale dove le persone vivono alla giornata con pochi soldi, informandosi sui social.
Nulla di nuovo (viene rievocato “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica), ma il regista lo fa con il suo consueto stile. Pertanto attenzione a ciò che vedete: qua e là ci sono trappole e inganni che creano una sorta di effetto domino sulla morale. Il concetto di eroe oggi è variabile come la parola e infatti c’è molta diffidenza: è soggetto alle ingerenze di stereotipi secolari e legato alle tradizioni della società di appartenenza. In questo i media sono capaci come pochi ad inserirsi e a plasmare, in loro favore, una nuova narrazione.
Tutto fila liscio, chi guarda si sentirà immerso in un dramma etico con una domanda preziosa: è davvero così entusiasmante vivere in un mondo globale e digitale, dove l’etica e i valori non contano più nulla? Anche in Iran burocrazia, social, smartphone, tv e telecamere comandano come aveva profetizzato “1984” di George Orwell. L’unica certezza è che la globalizzazione ha di fatto appiattito al minimo le differenze tra la società occidentale e quella mediorientale.
Questo è cinema vero, elegante e socialmente utile. La bravura di Farhadi è di rendere semplici cose molto complicate da spiegare. Non vuole fare la morale, vuole solo porre determinate questioni instillando il dubbio nello spettatore.
Fonti: Comingsoon, Best Movie, Bad Taste, Cinematografo, Movieplayer
Regia **** Interpretazioni ***1/2 FILM ***1/2 Fotografia ***1/2 Sceneggiatura ****
UN EROE
(Iran 2021)
Genere: Thriller, Drammatico
Regia e Sceneggiatura: Asghar Farhadi
Cast: Amir Jadidi, Mohsen Tanabandeh, Sahar Golldoust
Durata: 2h e 7 minuti
Fotografia: Ali Ghazi
Distribuzione: Lucky Red
Nei cinema dal 3 gennaio
Gran premio speciale della giura al Festival di Cannes 2021
Trailer Italiano https://www.youtube.com/watch?v=8jt-AN4G_yE
La frase: Hai rovinato la reputazione della famiglia
Immagine da repubblica.it
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.