Anche questa settimana inizia con il prosieguo dell’emergenza Coronavirus. La Prefettura Metropolitana di Tokyo, area nella quale da inizio della pandemia si sono registrati il maggior numero di casi, ha avuto 11 casi lunedì, 38 martedì, 40 mercoledì, 37 giovedì, 39 venerdì, 38 sabato. Sempre nella Prefettura, al 22 dicembre, erano oltre 2.300 le persone che erano venute in contatto con persone risultate positive alla nuova variante omicron.
Diffusione della variante anche ad Osaka ove, secondo quanto comunicato mercoledì dal ministro Goto, si è anche avuto il primo caso accertato di diffusione domestica della stessa. Il 23 dicembre è stato confermato un secondo caso di contagio interno – questa volta nella Prefettura di Kyoto – mentre il giorno successivo si è avuta la conferma di un caso a Tokyo.
“Al momento non stiamo pensando di apportare alcuna modifica circa l’allentamento delle restrizioni alle attività ma prevediamo di poter rispondere rapidamente lavorando con i comuni e con gli esperti tenendo conto della diffusione dell’infezione” ha dichiarato il segretario generale del Gabinetto Hirokazu Matsuno, lo scorso giovedì, in risposta ad una eventuale reintroduzione dello stato di emergenza.
Il 20 dicembre, il Governo ha reso disponibile l’applicazione per smartphone con la quale si può dimostrare di essere stati vaccinati.
Sulle milioni di mascherine ordinate da Abe ad inizio pandemia e non ancora distribuite, il premier Kishida ha dichiarato, lo scorso martedì, che, al fine di limitare i costi di deposito, il Governo sta predisponendosi alla loro distribuzione.
Estesa, il 22 dicembre, a tutti i viaggiatori provenienti dagli USA la quarantena di tre giorni.
Ad Okinawa, intanto, il segretario generale del Gabinetto Hirokazu Matsuno ha comunicato che nella base USA di Camp Hansen risultavano contagiati dal SARS-CoV-2 almeno 180 militari.
In relazione all’alto numero di casi, lo scorso martedì, il Governatore della Prefettura, Denny Tamaki, ha inviato il Ministero degli Esteri ad emettere un’ordinanza che impedisca a quanti prestano servizio nella base di uscire.
Sul tema, il ministro Hayashi ha affermato di aver inviato una forte protesta a Ricky Rupp, comandate delle forze armate statunitensi in Giappone, il quale ha promesso maggiori controlli.
Sul tema della contagiosità degli appartenenti alle forze armate statunitensi, lo scorso venerdì, il ministro Hayashi ha reso noto che – incredibilmente – a partire dal passato 3 settembre, tutti i cittadini USA che si sono recati nell’Arcipelago per prestare servizio nelle basi militari sono stati esentati, dalla loro amministrazione, dal fare il test. Il ministro ha affermato che la pratica va contro quanto chiesto dalle leggi che regolano, da due anni a questa parte, i controlli alla frontiera. Secondo quanto riferito dallo stesso ministro, da parte loro le forze armate USA hanno giustificato questo loro comportamento alla “marchese del Grillo” (“io so io e voi nun siete un…”) con l’alto tasso di vaccinazione raggiunto tra i militari statunitensi.
Gli USA, responsabili secondo gli accordi della quarantena per i loro cittadini di stanza nelle basi, hanno anche accorciato, dal primo ottobre, il periodo di isolamento a 10 giorni e lo hanno mantenuto nonostante il Giappone, dal primo dicembre, lo abbia portato a 14.
Proprio ad Okinawa, il 23 dicembre i parlamentari comunisti Akamine e Tamura hanno partecipato al sit-in contro la base di Henoko. La manifestazione è al suo 2.727 giorno.
Sempre ad Okinawa, il 21 dicembre, un marine statunitense di stanza a Camp Hansen è stato arrestato per guida in stato di ebrezza mentre il giorno successivo quattro cittadini statunitensi – tre militari ed un civile – sono stati fermati, all’interno di un gruppo di 12 persone, per spaccio di droga. I quattro sono accusati di aver importato cannabis (circa 2 chilogrammi) e cocaina (2,25 chilogrammi per un valore sul mercato pari 45 milioni di yen) dagli USA utilizzando il servizio postale.
Spostandoci in ambito criminale, l’ex Presidente dell’Università Nihon, Hidetoshi Tanaka, è stato ufficialmente inquisito, lo scorso 20 dicembre, dalla Procura di Tokyo per evasione fiscale. L’uomo è accusato di non aver dichiarato ben 118 milioni di yen (sui quali doveva pagare 52 milioni di imposte) negli anni tra il 2018 ed il 2020.
Altri due membri del consiglio di amministrazione, Tadao Inoguchi e Masami Yabumoto, sono invece accusati di aver prodotto perdite all’ateneo per 420 milioni di yen nell’ambito di un progetto che prevedeva la ristrutturazione di un ospedale universitario.
Il 21 dicembre Tanaka ha pagato la cauzione – fissata in 60 milioni di yen – ed è uscito di prigione.
In settimana sono stati anche condannati due ex funzionari del Ministero dell’Economia, Industria e Commercio. I due erano stati accusati di essersi intascati 15,5 milioni di yen dei sussidi destinati alle imprese in crisi per la pandemia.
A Yamaguchi, invece, lo scorso giovedì, il vicegovernatore Kazuhiro Komatsu è stato ascoltato dalla magistratura per un presunto reclutamento, in violazione delle norme elettorali, di propagandisti che avrebbero lavorato per la campagna elettorale di Yoshimasa Hayashi. Da parte sua il ministro ha negato la possibilità di dimissioni in relazione al caso.
Venerdì Komatsu è stato multato per 300.000 yen.
Una truffa ai danni dello Stato è stata ammessa dalla catena di agenzie di viaggio H.I.S. L’azienda, mediante il proprio amministratore delegato Hideo Sawada, ha ammesso che due controllate (la Japan Holiday Travel e la Miki Tourist) hanno percepito, comunicando numeri falsi circa l’occupazione delle stanze d’albergo, 683 milioni di yen di bonus “Go To Travel”.
Rimanendo nella cronaca, lo scorso martedì, sono state eseguite tre condanne a morte. Si tratta delle prime dal 2019. Due dei condannati erano in carcere dal 2003 ed il terzo dal 2004.
“Non sarebbe appropriato abolire la pena di morte in quanto continuano a verificarsi crimini efferati” ha commentato, dando la notizia, il vicesegretario del Gabinetto Seiji Kihara.
Sul nucleare, il comitato per l’abolizione delle centrali creato dal sindacato Zenroren ha tenuto, lo scorso 18 dicembre, una riunione alla quale hanno partecipato rappresentanti della Federazione Giapponese delle Associazioni Mediche Democratiche. Nel corso della riunione si è ribadito il sostengo alle forze di opposizione per le prossime elezioni per il rinnovo parziale della Camera dei Consiglieri e confermando il netto giudizio negativo sull’operato del governo nella ricostruzione delle aree colpite dalla catastrofe del 2011. Presenti alla riunione anche Akira Kasai del Partito Comunista e Emi Kaneko del Partito Costituzionale Democratico.
Il 21 dicembre, intanto, TEPCO ha depositato domanda formale all’Agenzia Regolatrice per il Nucleare, per il rilascio in mare – mediante un tunnel da costruire lungo un chilometro – delle acque contaminate attualmente stoccate all’interno dell’ex impianto di Fukushima. La società spera di ottenere l’approvazione entro aprile 2023. Attualmente l’ex centrale ospita 1,29 milioni di tonnellate di acqua (in parte piovane ed in parte filtrate dal terreno).
“La Cina è seriamente preoccupata e si oppone fermamente alla decisione unilaterale del Giappone di scaricare in mare l’acqua contaminata nonché al loro procedere con i lavori preparatori. Dall’aprile di quest’anno, la comunità internazionale ha sollevato al Giappone preoccupazioni circa la legittimità dello scarico in mare, la razionalità del piano di scarico, la credibilità dei dati sull’acqua contaminata nonché sull’affidabilità delle apparecchiature utilizzate per purificare l’acqua contaminata da radioattività. I lavori del gruppo di lavoro tecnico dell’AIEA sulla gestione dell’acqua contaminata di Fukushima sono ancora in corso. In totale disprezzo della legittima e ragionevole preoccupazione della comunità internazionale, il Giappone continua, da solo, con i preparativi – politici e tecnologici – per il rilascio. Ovviamente, il Giappone vuole imporre la sua decisione sbagliata all’intera comunità internazionale mentre tutti i Paesi che si affacciano sul Pacifico dovranno correre il rischio di una tale mossa. […] Negli ultimi otto mesi, il Giappone ha costantemente cercato di difendere la decisione sostenendo che il rilascio è sicuro. Tuttavia, molti Paesi ed i gruppi ambientalisti internazionali lo hanno messo in dubbio. Se l’acqua è davvero innocua, perché i giapponesi non la scaricano nei laghi o non la riutilizzano a livello nazionale, invece di rilasciarla nell’oceano? Perché non cercano di costruire più serbatoi di stoccaggio per l’acqua? Come può la comunità internazionale fidarsi delle parole del Giappone riguardo alla sicurezza o meno dell’acqua da rilasciare? Il Giappone dovrebbe dare risposte responsabili a tutte queste domande fondamentali. Voglio sottolineare ancora una volta che la gestione dell’acqua contaminata dal nucleare di Fukushima non è mai stata una questione privata del Giappone. Al contrario, essa riguarda l’ambiente marino e la salute pubblica di tutto il mondo. Il Giappone dovrebbe ascoltare e rispondere agli appelli dei Paesi vicini e della comunità internazionale annullando la decisione sbagliata di rilasciare l’acqua in mare. Il Giappone non deve avviare arbitrariamente il rilascio nell’oceano senza aver prima raggiunto il consenso con le parti interessate e delle istituzioni internazionali competenti mediante una consultazione completa” ha affermato, il 24 dicembre, da Pechino il portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese Zhao Lijian.
Nell’immigrazione, il consiglio comunale di Musashino (Tokyo) ha bocciato la proposta, che era stata approvata in commissione, che avrebbe concesso il diritto di voto per i referendum agli stranieri residenti (circa 3.000 su una popolazione di 150.000).
A Tokyo, la Prefettura Metropolitana ha comunicato di aver prenotato 1.000 camere d’albergo, per il periodo compreso tra il 27 dicembre ed il 5 gennaio, al fine di assicurare una sistemazione al caldo ai tanti senzatetto della capitale il cui numero è aumentato a causa della pandemia.
Nella protezione civile, l’Esecutivo ha reso noto un rapporto che mira a prevedere i danni che un terremoto con una magnitudo di 9 nella scala nipponica potrebbe provocare qualora occorresse nel settentrione dell’Arcipelago, al largo della Fossa del Giappone. Il rapporto stima un numero di morti pari a 199.000 in sette diverse Prefetture, la distruzione di 220.000 edifici e l’evacuazione di 901.000 persone. In termini economici il danno ammonterebbe a 31.300 miliardi di yen.
Sulla base delle previsioni, l’Esecutivo elaborerà dei piani di riduzione degli effetti di un eventuale sisma. Lo stesso organismo che ha elaborato le stime ha suggerito che la costruzione di edifici più sicuri potrebbe ridurre il numero dei morti a 30.000.
Sul gioco d’azzardo, la Prefettura di Osaka ed il comune capoluogo (entrambi guidati da esponenti di Nippon Ishin no Kai) hanno progettato la costruzione di un’isola artificiale al fine di attirare operatori internazionali intenzionati ad aprire casinò nell’area. Il progetto mira ad attirare 20 milioni di persone l’anno (tra turisti interni e stranieri) mentre i costi a carico della collettività potrebbero ammontare a 79 miliardi di yen.
L’area dove dovrebbe sorgere il nuovo casinò è di proprietà del comune e sarà affidata per 35 (con la possibilità di estendere il contratto di altri 30) ad MGM Resorts International e ad Orix. L’investimento delle due aziende, le sole che hanno partecipato alla manifestazioni di interesse indetta dal comune, sarà pari a 780 miliardi.
Contro il progetto si è formato un comitato di associazioni che contesta tanto lo sperpero di denaro pubblico quanto i danni ambientali che l’infrastruttura provocherebbe.
A Sapporo, la città ha deciso di tagliare il bilancio per i Giochi Invernali del 2030 – per 90 miliardi – a causa delle enormi spese (1.453 miliardi) che gravano sul bilancio in relazione agli eventi delle ultime Olimpiadi che si sono tenuti nel capoluogo di Hokkaido.
In politica interna, il tavolo tecnico creato dall’Esecutivo per l’elaborazione di proposte di modifica della Legge sulla Casa Imperiale – guidato da Atsushi Seike, ex Presidente dell’Università Keiko – ha depositato, mercoledì scorso, due proposte atte ad assicurare una più stabile successione al trono imperiale contrastando la diminuzione dei membri della famiglia regnante. La prima proposta prevede che una donna della famiglia che sposi un “comune mortale” non perda il proprio status e non esca dalla Casa Imperiale mentre la seconda prevede la possibilità di ingresso all’interno della famiglia regnante di membri maschi di rami cadetti.
In settimana il Partito Comunista ha lanciato un comitato promotore per la raccolta di firme contro un’eventuale modifica dell’articolo 9 della Costituzione. L’obiettivo è quello di raggiungere dieci milioni di firme.
In politica estera, il comitato che raduna le associazioni che si battono per l’abolizione delle armi atomiche ha avuto un incontro al Ministero degli Esteri per ribadire che, nel corso della prossima sessione di revisione del Trattato di non proliferazione che si terrà il 4 gennaio, il Sol Levante prenda finalmente una posizione non ambigua sul tema. Il 21 dicembre, Nihon Hidankyo ha consegnato al Ministero guidato da Hayashi 657.174 firme in calce ad una petizione che chiede che il Sol Levante aderisca al trattato per il bando totale delle armi atomiche.
Il portavoce dell’Esecutivo Matsuno ha intanto confermato che, accogliendo parzialmente le forti pressioni giunte dal governo Biden, il Giappone parteciperà ai Giochi Invernali di Pechino ma non invierà ministri alla cerimonia di apertura.
Per irritare maggiormente la Repubblica Popolare, venerdì scorso, parlamentari conservatori giapponesi e omologhi taiwanesi hanno tenuto una riunione che aveva al centro il rafforzamento delle relazioni economiche tra l’Arcipelago e la provincia ribelle la quale è estremamente interessata ad entrare nell’accordo di libero commercio dell’area del Pacifico (il CPTPP). Su questo punto Masahisa Sato, responsabile esteri del Partito Liberl-Democratico, ha espresso il proprio appoggio alle aspirazioni di Taiwan.
Nella difesa, una commissione interna al Partito Liberal-Democratico ha iniziato la discussione circa la modifica della Strategia Nazionale di Sicurezza, il piano che serve da linea-guida per le politiche in materia. Tra gli argomenti che più stanno solleticando l’ultradestra interna (e che potrebbero trovare, in parlamento, la convergenza di Nippon Ishin no Kai) vi sono la possibilità di colpire basi nemiche (acquistando quindi sistemi missilistici ed ingrassando così l’industria bellica statunitense).
Su questo punto Itsunori Onodera, già ministro della Difesa e attualmente coordinatore della commissione, ha già lasciato intendere che l’opzione – la quale viola l’articolo 9 della Costituzione – è largamente considerata opportuna.
Sempre in quest’ambito, Stati Uniti e Giappone hanno trovato un accordo circa il rifinanziamento del fondo di compartecipazione che copre le spese di stazionamento delle forze armate statunitensi nell’Arcipelago.
Il cosiddetto “simpathy budget” (questo il nome inglese del fondo) dovrebbe raggiungere, nel 2022, quota 1.050 miliardi di yen (9,2 miliardi di dollari) – spalmati su cinque anni – e quindi aumentare del 5%, 75 miliardi, rispetto al quinquennio precedente. Annualmente, quindi, i contribuenti giapponesi spenderanno circa 211 miliardi.
Tra i costi del nuovo piano vi sono circa 20 miliardi destinati allo sviluppo di sistemi che consentano esercitazioni congiunte virtuali (mediante l’utilizzo dell’intelligenza artificiale) nonché le spese per il ricollocamento di militari ed attrezzature da Okinawa all’Alaska.
Documenti resi accessibili mercoledì scorso hanno intanto mostrato come, nel 1990, l’allora presidente degli Stati Uniti Bush (padre) avrebbe chiesto al Giappone supporto logistico per la guerra di aggressione che gli USA portarono avanti nei confronti dell’Iraq. La richiesta, diretta all’allora premier Toshiki Kaifu ed in violazione tanto della Costituzione giapponese quanto della Dichiarazione di Potsdam, mirava al dispiegamento di dragamine nipponiche nel Golfo Persico. Secondo i telegrammi declassificati Kaifu rispose che il Paese aveva bisogno di tempo in quanto sarebbe stata la prima volta, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, che truppe nipponiche sarebbero state schierate all’estero.
I documenti oggi pubblici testimoniano anche che il contributo economico del Sol Levante alla coalizione fu portato a 13 miliardi di dollari dai 4 inizialmente previsti su richiesta esplicita dell’allora ministro del Tesoro USA Nicholas Brady.
Venerdì, intanto, il Governo ha dato il via libera al bilancio per la difesa che sarà incluso nella prossima finanziaria. Per l’ottavo anno di fila si assisterà ad una cifra record: 5.400 miliardi di yen (quasi 41,5 miliardi di euro). Tra le spese previste vi sono 291,10 miliardi destinati alla ricerca (+79,6 miliardi rispetto all’anno fiscale precedente e nonostante una serie di norme proibiscano ai ricercatori di essere coinvolti in progetti che abbiano risvolti bellici), quasi 86 miliardi sono destinati alla progettazione di un caccia nazionale, 39,3 miliardi all’acquisto di missili a medio raggio raggio, 127,8 miliardi saranno spesi per 12 nuovi caccia F-35 e 10,2 miliardi per ‘acquisto di naviglio di piccolo e medio tonnellaggio per la difesa delle isole delle isole remote. Ancora, in questa lista della spesa della morte, figurano 52 miliardi per l’aggiornamento tecnico di 70 caccia F-15, 5,8 miliardi per la modifica dei sistemi radar connessi all’ombrello antimissile Aegis, 117,7 miliardi per lo sviluppo di armi ipersoniche connesse con i satelliti e 7,2 miliardi per la sperimentazione di sistemi anti-drone.
Junya Ogawa nella propria dichiarazione di voto sul testo a nome del Partito Costituzionale Democratico, pur riconoscendo un aggravamento delle tensioni nell’area, ha sottolineato come non esista alcun sistema di verifica circa l’opportunità delle spese effettuate.
In economia, la Dieta ha approvato il bilancio suppletivo per l’anno fiscale 2021. Le dimensioni totali della mini-finanziaria sono pari a 36.000 miliardi di yen. 18.600 miliardi sono stati destinati alla sanità (di questi 2.000 miliardi per la predisposizione di nuovi posti letto Covid), 1.300 miliardi saranno utilizzati per il programma vaccinale, 601,9 miliardi per l’acquisto di antivirali, 1.200 miliardi serviranno per l’erogazione del bonus una tantum da 100.000 yen destinato ai minori, 268,5 miliardi finiranno al finanziamento del programma “Go To Travel” (i contestatissimi bonus vacanza), 617 miliardi andranno a finanziare la produzione nazionale di semiconduttori (ma saranno erogati in forma di sussidi ad aziende private e principalmente alla Taiwan Semiconductor Manufactoring), 773,8 miliardi per le spese belliche.
“Mentre i benefici per cittadini e imprese sono insufficienti questo bilancio sostiene la corsa agli armamenti e specifiche aziende” ha affermato Yamazoe del Partito Comunista nella propria dichiarazione di voto sottolineando come le spese militari supereranno i 6.000 miliardi di yen ed il fatto che una sola azienda riceverà immensi contribuiti pubblici.
Il Partito Costituzionale Democratico ha, intanto, chiesto che le regole del bonus una tantum (la cui corresponsione interamente in cash o metà in bonus è lasciata alla decisione dei comuni) siano riviste al fine di evitare che le coppie divorziate risultino escluse se uno dei due ha percepito assegni di mantenimento da settembre 2021 in poi.
Proprio in settimana è uscito uno studio, condotto dal Governo su un campione di alcune migliaia di famiglie (2.715 le risposte valide), che ha mostrato come il 51,8% delle famiglie monogenitoriali viva in condizioni economiche stabilmente sofferenti (l’11,3% ha dichiarato di avere difficoltà a comprare il cibo) mentre un altro 30% ha comunicato di sperimentare regolarmente carenze. Tra le nazioni industrializzate, il Giappone ha un tasso significativamente alto di povertà infantile: il 14% (per un confronto, la Germania ha l’11,1 mentre il Canada l’11,4%).
Giovedì scorso, l’Esecutivo ha inoltre rivisto al rialzo, dal 2,2 della precedente stima al 3,2%, la crescita del PIL per il 2022. In termini assoluti, il governo stima che il prodotto interno lordo raggiungerà i 556.800 miliardi superando di 2.500 il 2018.
Rivisto anche al rialzo, per la prima volta negli ultimi 17 mesi, lo stato economico del Paese per dicembre. Nel rapporto mensile sulle condizioni economiche redatto dal Governo si segnalano “movimenti al rialzo dato che la grave situazione prodotta dalla pandemia sta gradualmente migliorando”.
Le aspettative sulle entrate fiscali per il 2022 hanno avuto come conseguenza il fatto che, per la prima volta negli ultimi tre anni, l’emissione di titoli di Stato diminuirà (di 20.970 miliardi rispetto al 2021 per complessivi 215.040 miliardi di emissione).
All’interno della maggioranza è stato, inoltre, trovato l’accordo per la finanziaria del 2022. L’importo totale della manovra sarà di 107.600 miliardi di yen. Le nuove spese dovrebbero essere parzialmente coperte dall’emissione di nuovi titoli di Stato per circa 40.000 miliardi (3.000 in meno di quanto inizialmente previsto) mentre le entrate fiscali dovrebbero raggiungere quota 65.000 miliardi.
Il Governo ha dato via libera alla manovra, che passerà, nella sessione di gennaio, all’approvazione – scontata e senza modifiche, come è ormai usuale nei Paesi liberali – del parlamento.
All’interno del bilancio, oltre alle spese militari ricordate prima, vi sono 36.270 miliardi destinati alla spesa sanitaria, sociale e pensionistica (+440 miliardi rispetto al precedente anno fiscale), 24.340 miliardi sono le somme destinate a pagare gli interessi sul debito (oltre mezzo miliardo in più rispetto al 2021) mentre 5.000 miliardi saranno accantonati per eventuali ulteriori risposte alla pandemia.
Per il Partito Comunista, il segretario Koike ha sottolineato come l’aumento delle spese sociali sia inferiore a quanto inizialmente proposto dallo stesso Governo (660 miliardi) e che rimangono in piedi alcune norme particolarmente contestate come l’aumento, dal 10 al 20%, del contributo dovuto per le spese mediche dagli anziani che hanno entrate superiori ai due milioni di yen annui. Il numero due del PCG ha anche sottolineato come il fondo per spese straordinarie di contrasto ala pandemia sia troppo ridotto e che quello per Okinawa sia giunto a 268,4 miliardi (il 10% in meno rispetto al 2009): un provvedimento che – come sottolineato anche da Ogawa del PCD – sa tanto di punizione e di avvertimento ai cittadini della Prefettura che ormai da anni assicurano una maggioranza ai progressisti.
In settimana, il parlamento ha anche approvato la norma per la promozione del 5G ed anche in tal caso il Partito Comunista, questa volta con la senatrice Iwabuchi, ha espresso la propria contrarietà e sottolineato come la quota nipponica di semiconduttori presenti sul mercato mondiale sia scesa dal 50,3% del 1988 al 10% del 2019 e che in tale discesa abbia giocato un ruolo deciso l’accordo sui semiconduttori siglato con gli USA nel 1986.
Sul generoso sussidio è intervenuta, alla Camera dei Rappresentanti, anche Noriko Ishigaki per Partito Costituzionale Democratico la quale ha sottolineato che non si tratta di spese urgenti e che quindi vi sarebbe una violazione dell’articolo 29 della legge che definisce i limiti dei bilanci suppletivi.
In campo salariale, durante un incontro con i rappresentanti di Keidanren, il premier Kishida ha invitato le imprese a corrispondere aumenti salariali nel corso delle prossime negoziazioni con i sindacati per i rinnovi contrattuali. La scorsa primavera gli aumenti medi furono dell’1,78%.
Frattanto, la pandemia ha prodotto – a causa delle minori spese in vacanze, ristoranti, intrattenimento e dei minori investimenti finanziari – un aumento dei patrimoni delle famiglie nipponiche pari a 1.999.800 miliardi di yen (circa 15.910 miliardi di euro) e cioè il 5,7% in più rispetto al 2020.
I depositi ed i contanti sono cresciuti del 3,7% per complessivi 1.072.000 miliardi (il 53,6% del totale), 218.000 miliardi sono invece azioni (il 28,6%).
Cresciuti, del 4,4%, anche i patrimoni in contanti e depositi delle aziende non finanziarie che hanno toccato quota 321.000 miliardi (il 25,6% del totale posseduto da queste aziende che è pari a 1.250.000 miliardi e cioè l’8,3% in più del 2020).
Per quanto riguarda l’inflazione, essa è cresciuta dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2020. A trainare il dato vi è stato un +15,6% nell’energia, +36,2% nel cherosene, +27,1% nella benzina. Scesi, del 53,6%, i prezzi delle tariffe telefoniche.
Nell’edilizia, il 20 dicembre si è tenuta un’assemblea dei lavoratori edili Zenken Soren con la presenza di parlamentari dei partiti dell’opposizione. Il sindacato ha ribadito la necessità di abbassare l’imposta sui consumi al 5% al fine di far ripartire il settore.
Nell’auto, un ramo di Hitachi – Hitachi Astemo – ha ammesso, mercoledì scorso, di aver avuto a partire dal 2000 errori nel processo di ispezione di componentistica e di aver avuto falsificazioni sui test effettuati su sospensioni e sistemi frenanti prodotti. Ad essere coinvolti, secondo quanto comunicato dall’azienda, sarebbero 57.000 sistemi frenanti e 10 milioni di componenti per le sospensioni. I prodotti fallati sono stati consegnati, negli anni, a 16 diverse case automobilistiche.
Problemi anche per Nissan e Mitsubishi che, venerdì scorso, hanno interrotto la produzione di alcuni miniveicoli (tre modelli prodotti nella Prefettura di Okayama) per alcuni problemi agli airbag.
Sempre in quest’ambito, Toyota ha comunicato alcuni stop alla produzione di gennaio che porteranno all’uscita, da sei diversi impianti, di 22.000 auto in meno.
In campo finanziario, SBI Holdings, mediante il suo amministratore delegato Yoshitaka Kitao, ha comunicato, mercoledì scorso, che il gruppo bancario è pronto a far uscire dalla quotazione in borsa Shinsei Bank al fine di sistemarne i conti e di restituire il prestito pubblico concesso negli anni ’90. Kitao ha dichiarato che la banca è pronta a vendere 350 miliardi di asset.
In campo alimentare, il produttore di birra Kirin Holdings potrebbe chiedere l’aiuto del Governo nell’ambito del processo generatosi in Myanmar dopo che la società nipponica ha avviato le procedure per uscire dalla joint venture lì creata con la società statale Myanmar Economic Holdings Public. Il colosso giapponese è entrato nel mercato birmano nel 2015 a seguito di un accordo che normalizzò le relazioni tra i due Paesi.
In agricoltura, i parlamentari comunisti Tamura e Kami hanno chiesto, lo scorso 22 dicembre, al Ministero dell’Agricoltura di fornire maggior sostegno al settore lattiero-caseario che si trova travolto dalla concorrenza prodotta dalle importazioni dall’UE o dall’Asia (importazioni favorite dagli accordi commerciali degli ultimi anni) nonché dall’aumento del costo dei mangimi che non è coperto a sufficienza dai sussidi statali e dalla pandemia che ha prodotto il crollo degli ordini nei ristoranti.
Chiudendo con l’esplorazione spaziale, l’Agenzia Aerospaziale del Giappone ha iniziato, lo scorso lunedì, le procedure per l’assunzione di nuovi cosmonauti. Si tratta delle prime assunzioni degli ultimi 13 anni. L’Agenzia prevede di completare le procedure entro febbraio 2023.
(con informazioni di fmprc.gov.cn; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di Wiiii (dettaglio) da Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.