“Questa norma avrebbe chiuso GKN, e non avrebbe reso possibile nemmeno l’articolo 28 per comportamento antisindacale. Il governo sta al di sotto di quanto fatto da un semplice Collettivo di Fabbrica”. È una motivata bocciatura quella delle tute blu di Campi Bisenzio, dopo l’annuncio di un emendamento dell’Esecutivo alla legge di bilancio in tema di delocalizzazioni.
“Si tratta di una norma che semplicemente le ‘proceduralizza’ – osserva Dario Salvetti del Collettivo – e in tutto questo ci chiediamo dove sia lo Stato, dove le politiche industriali. Il punto non è solo cosa fa la multinazionale che scappa, ma che cosa fa lo Stato che resta”.
Anche i parlamentari che hanno presentato la “legge operaia”, redatta da un gruppo di giuristi progressisti, bocciano l’emendamento Orlando-Todde-Giorgetti: “Si tratta di una foglia di fico per salvare le apparenze – commenta Yana Ehm del misto – ma che non modifica di una virgola la situazione”.
Ai parlamentari si rivolge Nicola Fratoianni di SI: “Poiché il governo ha prodotto una norma che non è contro le delocalizzazioni, mi rivolgo ai senatori progressisti: sostenete l’emendamento con la proposta dei lavoratori GKN”.
Apparso su Il Manifesto in data 19.12.2021
Scelgono l’iconico Morpheus di Matrix le tute blu GKN, per denunciare l’affossamento della “legge operaia” sulle delocalizzazioni, e la parallela approvazione dell’emendamento governativo che il Collettivo di Fabbrica giudica addirittura dannoso: “Non si tratta di una norma anti delocalizzazioni, anzi con questa legge ci avrebbero già chiuso”.
Non si fermano quindi le polemiche, all’indomani del voto in commissione bilancio del Senato che ha dato il via libera all’emendamento battezzato “Orlando-Todde-Giorgetti”. Con il voto contrario delle destre (FI-Lega-FdI), del PD e anche di Vasco Errani di LeU, la commissione ha invece respinto l’emendamento con il disegno di legge redatto da un gruppo di giuristi progressisti, approvato dall’assemblea operaia, e ben più efficace per contrastare la chiusura delle fabbriche da parte della multinazionale di turno.
Dall’opposizione parlamentare al governo Draghi si fa sentire Nicola Fratoianni di Sinistra italiana: “La norma approvata è solo una grande presa in giro, non serve né a prevenire né a impedire alcuna delocalizzazione. Licenziare diventa una mera questione di soldi e bon ton, e con un minimo aumento delle indennità passa il messaggio che i licenziamenti te li puoi comprare, delocalizzando come e quando vuoi”.
Lo stesso presidente toscano Eugenio Giani, alla vigilia del voto, aveva ammesso che l’emendamento governativo, pur ritenuto “un passo avanti” nella discussione sulle delocalizzazioni, era carente su tutta una serie di questioni: “In particolare – aveva osservato il dem Giani – credo vada posta l’attenzione sulle potenziali implicazioni dell’emendamento per quanto riguarda il diritto dei lavoratori a difendersi attraverso norme contrattuali, o facendo ricorso alla magistratura”.
Anche l’ex parlamentare pentastellato Matteo Mantero, oggi in PaP e primo firmatario in Senato della “legge operaia”, non le manda a dire: “Va notato il silenzio di Confindustria sull’emendamento del governo – puntualizza – che nei fatti accoglie tutte le sue richieste. E anche dove si prevede un piano per la mitigazione degli effetti sociali della delocalizzazione, per l’impresa ci sarebbe una multa ridicola di 3.300 euro a lavoratore”.
Più in generale l’inazione di governo e maggioranza, sul tema cardine della transizione ecologica nel comparto automobilistico, allarma sempre più la FIOM CGIL, che con Michele De Palma e Simone Marinelli è esplicita: “Si sta perdendo l’ennesima possibilità di rilanciare il settore promuovendo una mobilità sostenibile, rinnovando le flotte pubbliche e private con veicoli ecologici prodotti nei nostri stabilimenti. Siamo l’unico Paese europeo che non ha un piano di politica industriale e incentivi per il rinnovo del parco circolante, quando invece occorre incentivare la ricerca e lo sviluppo, l’acquisto di auto elettriche ed ecologiche, e la trasformazione della produzione di componenti e veicoli, in cui sono occupati più di 300mila metalmeccanici”.
Apparso su Il Manifesto in data 23.12.2021
Immagine (dettaglio) della pagina Facebook “Insorgiamo con i lavoratori GKN“
Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco.