Le elezioni politiche sono rimaste il tema decisivo della settimana appena trascorsa. Esposto, nella precedente Pillola, il quadro generale, è adesso possibile addentrarci meglio nei risultati.
Nel campo dei conservatori ha confermato il proprio seggio l’ideologo (o ex ideologo da quando è stato eletto Kishida) del Partito Liberal-democratico Taro Aso. L’ex ministro delle Finanze ed ex vicepremier è stato rieletto, per la quattordicesima volta, nel collegio 8 di Fukuoka. Riconfermato a casa propria (il quarto collegio di Yamaguchi) l’ex premier Shinzo Abe mentre a Kanagawa è stato rieletto per la nona volta Taro Kono, già ministro innumerevoli volte e sconfitto da Kishida per un soffio nella corsa alla guida del PLD. Rieletto, senza sorpresa, anche il premier Kishida nel primo collegio di Hiroshima. L’ex ministro dell’ambiente Shinjiro Koizumi ha vinto nell’undicesimo collegio di Kanagawa battendo il principale avversario (Nobuaki Hayashi del Partito Comunista).
Tra le sorprese del voto, Junya Ogawa del Partito Costituzionale Democratico ha prevalso, nel primo collegio di Kagawa, sull’ex ministro alla Digitalizzazione Takuya Hirai. A Niigata, Ryuichi Yoneyama ha sconfitto, da indipendente (in passato è stato membro del PLD, dell’ultradestra del Partito della Restaurazione e del Partito Democratico), Hirohiko Izumida del PLD. Tanto il vincitore quanto il principale avversario hanno ricoperto il ruolo di Governatore della Prefettura.
Sconfitta anche per Akira Amari, da poche settimane Segretario del PLD e politico di lungo corso, che è stato battuto nel collegio uninominale (ma sarà ripescato nel proporzionale) da Hideshi Futori del PCD. Amari è stato due volte ministro: per quattro anni, con Abe, alle Politiche Economiche e Fiscali e per due anni, prima con Fukuda e poi nel primo governo Abe, all’Economia, Industria e Commercio. Il risultato lo ha costretto alle dimissioni; e alla guida della Segreteria Kishida ha nominato il ministro degli Esteri Motegi (che è stato invece rieletto senza sorpresa).
Non eletto anche un ex Segretario del PLD, Nobuteru Ishihara, anch’egli più volte ministro (alle Politiche Economiche e Fiscali, all’Ambiente, alle Infrastrutture ed alle Riforme amministrative) e figlio dell’ex Governatore di Tokyo Shintaro, che ha perso il proprio seggio in favore di Harumi Yoshida, professoressa universitaria candidata dal PCD.
Confermato invece, per la tredicesima volta, Toshihiro Nikai, Segretario del PLD fino al primo ottobre.
Sconfitto, tra i ministri, Kenji Wakamiya, dal 4 ottobre ministro per l’Expo di Osaka del 2025, che non è stato eletto né al proporzionale né all’uninominale. Tra gli ex ministri, hanno perso contro candidati del PCD Ryu Shionoya e Katsutoshi Kaneda e, in uno scontro interno al campo conservatore, anche Takeshi Noda. Niente rielezione anche per Jun Matsumoto, già Presidente della Commissione Nazionale di Pubblica Sicurezza, costretto a lasciare il PLD dopo che erano emerse le sue uscite notturne nel pieno dell’emergenza Coronavirus.
Nell’opposizione, l’ex premier Naoto Kan ha battuto, sotto le bandiere del PCD, Akihisa Nagashima che era appoggiato dal PLD (anche se Nagashima è stato a lungo, e fino a non molto tempo fa, compagno di partito di Kan nelle varie denominazioni assunte dai democratici negli ultimi anni). Senza alcuna sorpresa, il capo dell’opposizione Yukio Edano ha prevalso su Hideki Makihara del PLD.
Sconfitta, invece, Kiyomi Tsujimoto, numero due del Partito Costituzionale Democratico, che non sarà eletta nel maggioritario (dove ha vinto un candidato del Partito dell’Innovazione) né al proporzionale.
Non è riuscito a riconquistare il seggio, a Iwate dove era candidato, anche Ichiro Ozawa, attualmente uno dei maggiori dirigenti del PCD e politico di lunghissimo corso (è stato fondatore e Presidente del Partito Liberale e poi numero uno del Partito Democratico ed in seguito fondatore di altri partiti fino all’approdo prima nel PDP e poi nel PCD). Ozawa è stato ministro agli Affari Interni negli anni ’80 (quando ancora era membro dei liberal-democratici) e parlamentare dal 1969.
Per Reiwa Shinsengumi, Taro Yamamoto, leader carismatico del partito e già senatore, è stato eletto nella quota proporzionale.
Tra i comunisti ha confermato la propria elezione al maggioritario Seiken Akamine, deputato nativo di Naha.
Scarsa in generale la presenza femminile. Le donne elette sono state appena 45 (erano 47 nella Camera uscente). Su 1.051 candidati le candidate erano 186 (il 17,7%). Tra i partiti, il PLD ha eletto 20 donne (molto poche considerando l’ampiezza del suo gruppo) mentre il PCD 13 (il 13,5%).
Molto più ampia la presenza di neofiti: ben 97 neodeputati occupano un seggio per la prima volta (nel 2017 furono 56). Ben 157 deputati sono però stati in passato governatori o membri di assemblee prefettizie mentre 74 sono stati in precedenza membri delle segreterie di altri deputati. 72 i deputati che vengono dalla Pubblica Amministrazione.
Passate poche ore dall’ufficializzazione dei risultati, diversi avvocati hanno depositato, come già avvenne la scorsa volta, diverse cause ai tribunali amministrativi chiedendo l’annullamento delle elezioni per la disparità voti-seggi: un tema sul quale si era espressa – dichiarandola incostituzionale ma senza annullare le consultazioni – la Corte Suprema.
La media di disparità nella distruzione voti-seggi tra i collegi è stata di 2.09 (la volta precedente era stata di 1,98). Le prime due cause sono state depositate presso l’Alta Corte di Sapporo e presso la sezione di Naha dell’Alta Corte di Fukuoka.
Svariati problemi si sono riscontrati anche nel conteggio e nella ripartizione dei voti nella quota proporzionale tra Partito Costituzionale Democratico e Partito Democratico per il Popolo. Entrambi i partiti, nella speranza di prendere i voti degli elettori meno aggiornati, hanno registrato il proprio partito sotto la sigla abbreviata “Minshu-to” (e cioè Partito Democratico, lo stesso soggetto, nato nel 1998, dal quale entrambe le formazioni discendono). Dato che gli elettori sono tenuti a scrivere il nome della lista nella scheda per il proporzionale, e in assenza di una norma che vieti la registrazione con la medesima abbreviazione di due soggetti, molti voti sono stati attribuiti in maniera proporzionale seguendo la percentuale ricavata contando i voti degli elettori che hanno scritto il nome del partito scelto per intero. Complessivamente i voti così redistribuiti sono stati moltissimi (difficile dire quanti ma oltre un milione).
Di risultato “incoraggiante” ha parlato Fumio Kishida commentando a caldo i risultati e sorvolando sulla perdita di 23 seggi rispetto al 2017. Il premier ha promesso che presto sarà predisposto un pacchetto di aiuti per il contrasto alla crisi economica che potrebbe comprendere anche la resurrezione dei bonus vacanza.
Il neosegretario Motegi, entrato in carica ufficialmente il 4 novembre, ha invece immediatamente posto come obiettivo la vittoria nelle elezioni per il rinnovo parziale della Camera dei Consiglieri che si terranno l’anno prossimo e promesso una riorganizzazione del partito finalizzata all’obiettivo.
Il premier ha intanto assunto il portafoglio degli Esteri (lasciato da Motegi che, come detto, è passato alla segreteria del PLD) in attesa di un rimpasto che avverrà ad inizio della prossima sessione della Dieta di novembre.
Nell’opposizione, Edano è si scusato per i risultati, inferiori alle aspettative: il PCD aveva circa 130 deputati nella Camera uscente ma buona parte di essi provenivano non dalla lista del PCD, che ne aveva eletti 55, ma dal disfacimento di Kibo no To e dall’adesione di un certo numero di indipendenti di sinistra che nel 2017 si erano presentati sotto quelle bandiere. Purtuttavia il Presidente del PCD ha confermato la correttezza della propria linea politica che ha consentito all’opposizione di presentare candidati comuni nel 70% circa dei collegi uninominali: senza questa strategia i risultati sarebbero stati ben peggiori. Il segretario del PCD Fukuyama ha sottolineato come in molti collegi il distacco tra progressisti e conservatori è stato inferiore ai 10.000 voti.
Il 2 novembre, al termine di una riunione della segreteria nazionale, Edano e Fukuyama hanno deciso di dimettersi dalla guida del PCD.
“Il risultato è interamente da addebitarsi alle mie insufficienti capacità” ha affermato il capo dell’opposizione comunicando ai giornalisti la propria decisione. Nelle ore successive, su Twitter è diventato di tendenza un “hashtag” che chiedeva al numero uno del PCD di ritornare sui propri passi.
“È significativo che abbiamo combattuto insieme per ottenere un cambio di governo. Non finirà qui. Ci proveremo ancora” ha commentato a caldo il presidente del Partito Comunista Kazuo Shii confermando la linea politica di avvicinamento con le altre forze dell’opposizione.
“Nelle elezioni generali, il Partito Comunista Giapponese ha criticato con tutte le sue forze, dicendo: iniziamo il cambio di potere in una battaglia congiunta con i partiti di opposizione. È un peccato che il governo PLD/Komeito continui ma siamo convinti che questa lotta, questa prima sfida, abbia avuto un significato storico. Non c’è dubbio che la lotta unitaria dei partiti di opposizione in queste elezioni abbia avuto un certo effetto perché ha sollevato la causa di una politica comune e di un accordo di cooperazione per il governo. È stato inoltre dimostrato che in 62 circoscrizioni a livello nazionale, i candidati unitari dell’opposizione hanno vinto un duro scontro e sconfitto molti pesi massimi del PLD e candidati influenti. […] Allo stesso tempo, la lotta unitaria dei partiti di opposizione ha lasciato alcune sfide per il futuro. In particolare, non basta che essi lavorino insieme per sconfiggere i vari attacchi e trasmettere al grande pubblico l’esistenza di una politica comune […]. L’incapacità di trasmettere la causa della lotta unitaria ha contribuito all’espansione di Nippon Ishin no Kai. […] Con l’attuale sistema elettorale, l’unico modo per cambiare la politica del Giappone è combattere insieme. Il nostro partito continuerà a lavorare per sviluppare la via della lotta unitaria. Siamo determinati a fare del nostro meglio meglio per discutere con gli altri partiti di opposizione e con l’unione dei cittadini, trarre lezioni da queste elezioni generali e sviluppare una lotta comune tra i cittadini e l’opposizione” si legge nel comunicato emesso dal PCG a commento del risultato elettorale.
Un misto di soddisfazione ed amarezza è stato espresso dalla presidente del Partito Socialdemocratico Mizhuo Fukushima, la quale ha sottolineato come, nella quota proporzionale, i socialdemocratici abbiano superato il milione di voti e la percentuale del 2017; ma rilevato, altresì, l’elezione di un unico deputato, confermando quindi il seggio uscente (ma occorre ricordare che, lo scorso anno, tre dei quattro parlamentari delle due Camere avevano lasciato il PS per aderire al PCD), nonché la crescita di Nippon Ishin no Kai ed i rischi che i deputati di Matsui si sommino alla maggioranza nelle politiche belliciste.
Nell’opposizione di destra, Nippon Ishin no Kai ha immediatamente smentito una eventuale collaborazione col PLD o ingresso nella maggioranza.
“Non saremo mai in linea col PLD” ha dichiarato il numero uno del partito nonché sindaco di Osaka Matsui il quale ha anche chiuso alla possibilità di entrare nella coalizione dei progressisti: “l’alleanza è stata formata soltanto per le elezioni” ha commentato.
Purtuttavia, secondo un sondaggio tra i neoeletti condotto dal quotidiano Mainichi, il 77% dei membri della nuova Camera dei Rappresentanti sono a favore di una revisione della Costituzione. Si vedrà nei prossimi mesi se l’inserimento delle Forze di Autodifesa all’articolo 9 della Carta (l’ultima tra le proposte avanzate dal PLD) troverà d’accordo maggioranza e Nippon Ishin no Kai.
Tra le categorie produttive, Masakazu Tokura, numero uno della confindustria, si è augurato che “il governo Kishida, che ha guadagnato forte fiducia dalle persone, offra una forte guida per affrontare molte questioni tanto in Giappone quanto all’estero e lavorasse su di esse prontamente”.
“Il Giappone è all’ultima possibilità di invertire la stagnazione che sta vivendo da molti anni vissuto per molti anni. Con questa consapevolezza vorrei che il partito di governo conducesse discussioni politiche audaci con una visione a medio e lungo termine” ha affermato Kengo Sakurada, presidente dell’Associazione dei Dirigenti d’Azienda.
“È estremamente deludente che la mappa del potere della Dieta, che è la stessa dall’inizio del primo governo Abe, non sia cambiata e il sistema dell’alternanza non sia stato realizzato” ha commentato, in una nota, Hideyuki Shimizu, della segreteria nazionale di Rengo, il maggior sindacato del Paese.
Shimizu ha sottolineato come il numero di donne elette sia ancora estremamente basso così come la bassa affluenza al voto la quale mostra “il senso di distanza tra elettori e politica che può essere visto come un segno di sfiducia verso la politica”.
“La Confederazione lavorerà più a stretto contatto con il Partito Costituzionale Democratico e con il Partito Democratico per il Popolo, rafforzerà le relazioni con i candidati e lavorerà alla realizzazione delle politiche che vadano verso una società sicura fondata sul lavoro” si legge ancora nel comunicato.
Proprio giovedì scorso, la Presidente di Rengo, Tomoko Yoshino, è stata intervistata dalla Associated Press. La numero uno della Confederazione ha affermato che l’assenza di lavoro stabile, la quale ha colpito, in questa pandemia, in maniera particolare le donne, deve essere la principale priorità del Paese.
Yoshino ha anche sostenuto che il sindacato debba radicarsi molto di più tra i cosiddetto lavoratori “non regolari” e cioè a tempo determinato, a tempo parziale e liberi professionisti (veri o fittizi). “La questione più urgente è garantire un’occupazione stabile. I suicidi sono aumentati tra le donne e molti lavoratori non regolari temono di perdere il lavoro, mentre molti altri sono stati licenziati e sono finiti in gravi difficoltà dopo aver esaurito i loro risparmi. Per stabilizzare la loro vita quotidiana, dobbiamo affrettarci a proteggere il loro impiego” ha detto la Presidente.
Tra le altre questioni affrontate da Yoshino nell’intervista vi sono la povertà infantile (in crescita nell’Arcipelago ed al livello più alto, tra le nazioni industrializzate, nelle famiglie monoparentali) e la carenza cronica di manodopera che spinge le aziende verso l’automazione e la robotizzazione (anche nei servizi) piuttosto che ad aumentare i salari.
In campo ambientale, il premier Kishida è partito, lo scorso martedì, per la Scozia al fine di partecipare alla riunione del COP26 conclusasi con l’accordo di limitare a 1,5°C l’aumento della temperatura globale. “Voglio trasmettere fermamente al mondo la determinazione del Giappone a esercitare la guida verso lezero emissioni in tutta l’Asia” ha detto il premier prima di partire.
Dalla Scozia Kishida ha offerto la disponibilità ad investire, nei prossimi cinque anni, dieci miliardi di dollari per contribuire alla decarbonizzazione dell’Asia.
Frattanto Kishida ha vinto il “premio fossile del giorno” assegnato dal Climate Action Network, una rete che tiene insieme circa 1.500 associazioni in più di 130 Paesi. A motivare la critica degli ambientalisti è stata la conferma, da parte del premier nipponico, che il Giappone continuerà ad utilizzare il carbone anche oltre il 2030 (una dichiarazione che difficilmente si sposa con l’obiettivo “zero emissioni”).
Sul nucleare, tre ex dirigenti della TEPCO sono stati assolti nell’ambito di un processo che li vedeva imputati per non aver predisposto tutte le misure di sicurezza necessarie a prevenire l’incidente del marzo 2011. I tre sono l’ex presidente Tsunehisa Katsumata, l’ex vicepresidente Ichiro Takekuro e Sakae Muto.
Uscendo dalla politica interna e parlando dell’emergenza Coronavirus, lunedì scorso Tokyo si è svegliata col numero più basso di positivi al SARS-CoV-2 dall’inizio dell’emergenza: appena 9 (e soltanto 86 a livello nazionale). La Prefettura metropolitana ha poi registra 18 casi martedì, 25 mercoledì, 14 giovedì, 25 venerdì, 29 sabato. Al cinque novembre la Prefettura aveva registrato 381.775 casi, 3.155 decessi mentre gli ospedalizzati a quella data erano 105 dei quali 12 in gravi condizioni.
A Tokyo, a partire da questa settimana, mediante l’applicazione di messaggistica Line, sarà possibile ottenere un certificato digitale di completa vaccinazione che potrà poi essere usato in bar e ristoranti tanto per ottenere sconti offerti dai ristoratori quanto per non dover sottostare alla limitazione – rimasta nonostante il mancato rinnovo dello stato di emergenza – che impone un massimo di quattro persone per tavolo.
Venerdì, come era nell’aria da giorni, il Governo ha inoltre deciso di ridurre a tre giorni il periodo di quarantena per coloro che provengono dall’estero e giungono nell’Arcipelago per motivi di lavoro. Il brevissimo periodo di quarantena è applicabile unicamente per coloro che sono vaccinati con un vaccino riconosciuto valido dal dicastero della Salute di Tokyo.
Proprio in campo vaccinale, il primo novembre, Shionogi & Co. ha comunicato di aver iniziato la fase tre dei test clinici del proprio vaccino contro il SARS-CoV-2: il primo, ed unico allo stato attuale, vaccino giapponese. Se tutto andrà come l’azienda spera, la distribuzione del vaccino sarà possibile da marzo 2022.
Il Ministero della Salute ha anche approvato, il 4 novembre, l’uso contro il Covid-19 del Ronapreve (sviluppato da Chugai Pharmaceutical), un cocktail di anticorpi, volto ad evitare l’insorgenza, tra i positivi, di sintomi gravi.
In politica estera, la riunione della COP26 in Scozia è stata l’occasione per un breve incontro tra Kishida e Biden i cui contenuti non sono stati resi noti ma che certamente si inserisce nel rinsaldamento della subalternità nipponica agli USA.
Venerdì scorso, il vicesegretario del Gabinetto Isozaki ha comunicato che entro la fine dell’anno Kishida si recherà negli Stati Uniti in visita ufficiale.
Nella difesa, il ministro Nobuo Kishi ha visitato, lo scorso venerdì, la fregata tedesca Bayern ferma presso il terminal crociere di Tokyo. La visita è finalizzata al rafforzamento delle relazioni bilaterali. La fregata è impegnata, dallo scorso giovedì, in esercitazioni nell’area ed ha cooperato con la marina militare nipponica nella missione, effettuata ad agosto, nel golfo di Aden. Kishi ha approfittato dell’occasione per avere un colloquio con il capo di stato maggiore delle forze armate tedesche Eberhard Zorn.
In economia, i prezzi di diversi alimenti stanno crescendo a causa di un apprezzamento del petrolio. Ajinomoto Frozen Foods, ad esempio, ha deciso di aumentare, dal prossimo febbraio, il prezzo alla vendita di 18 diverse categorie di prodotti (l’aumento sarà compreso tra il 4 ed il 13%).
Un aumento del prezzo della farina, dovuto alla crescita del prezzo del grano, è stato deciso anche da Nisshin Food (l’aumento sarà di 16 yen e partirà da gennaio). Per i medesimi motivi un aumento medio del 7,3% sul pane e su altri prodotti similari sarà operato da Yamazaki Baking.
Calbee aumenterà, tra il 7 e il 10%, invece il prezzo medio di 17 prodotti a base di patate a causa di una contrazione dell’offerta sul mercato globale.
Da gennaio anche Nestle Japan alzerà i prezzi, tra il 10 ed il 20%, di 56 tipi di caffè (anche in questo caso per via di un aumento del prezzo globale del prodotto).
A settembre la spesa media delle famiglie è scesa dell’1,9% rispetto al medesimo mese del 2020 ed il 3% in meno rispetto al mese precedente. In termini assoluti le famiglie di due o più componenti hanno speso, in media, 265.306 yen.
Scese del 6,5% le spese per trasporti e telecomunicazioni, del 3,5% per alimenti, dell’8,6% per l’intrattenimento. Salite invece le spese per gli affitti (5,3%).
Cresciute, del 2,5% (per una media di 481.800 yen), le entrate dei nuclei.
Nell’auto, la vendita di auto nuove è scesa ad ottobre del 31,3% rispetto allo stesso mese del 2020 per complessivi 279.341 veicoli venduti. Il dato segue il -32,2% di settembre. A determinare il crollo è in gran parte la carenza di semiconduttori sul mercato globale che si è riflessa sulla produzione.
Tra le aziende, Toyota ha registrato un -42,2%, Mazda un -25,8% e Nissan -13,9%. Nei miniveicoli Honda ha perso poco meno del 50%, Daihatsu il 45.2% e Suzuki il 23,5%.
Nonostante il calo della produzione, giovedì scorso, Toyota ha rivisto al rialzo (per complessivi 2.490 miliardi di yen) le previsioni di profitto per l’anno fiscale in corso. La precedente previsione era di 2.300 miliardi ma il calo dello yen di questi mesi dovrebbe favorire le esportazioni.
Honda Motor ha invece tagliato gli utili previsti per l’anno fiscale in corso del 17,2% per 555 miliardi di yen complessivi. Nella stessa settimana, l’azienda nipponica ha annunciato l’intenzione di lanciare un servizio di noleggio batterie per taxi elettrici in India.
Sempre in questo campo, la nipponica Itochu ha stretto un accordo con la cinese IAT Automobile Technology. Le due aziende hanno raggiunto un accordo di cooperazione che prevede, tra l’altro, la promozione e la commercializzazione dei veicoli elettrici prodotti dall’azienda cinese al di fuori dell’Impero di Mezzo.
Soltanto settimane prima Itochu aveva annunciato la creazione di un’alleanza con Infostellar nella realizzazione di una rete di stazioni a terra dialoganti con i satelliti a bassa orbita.
Nel trasporto aereo, Japan Airlines ha comunicato, lo scorso martedì, che prevede perdite, per l’anno fiscale 2021, per 146 miliardi di yen. Nonostante una forte crescita del settore cargo ed un massiccio taglio dei costi, l’azienda non prevede di tornare a fare utili anche se le vendite sono previste in crescita di oltre il 56% per 766 miliardi di yen.
Frattanto ANA Holdings e la statunitense Virgin Orbit hanno raggiunto un accordo, lo scorso venerdì, per cooperare nel lancio di satelliti. Le due aziende prevedono di effettuare 20 lanci nei prossimi dieci anni utilizzando come base l’aeroporto di Oita e i vettori di Virgin LauncherOne.
Nelle telecomunicazioni, la giapponese Sojitz acquisterà la maggior parte delle azioni della filippina LBS Digital Infrastructure. L’investimento è pari a 7 miliardi di yen.
Un tavolo consultivo dell’Esecutivo ha intanto proposto l’erogazione di contributi ad aziende ed enti locali al fine di accelerare sulla digitalizzazione rilanciando contestualmente le economie rurali.
Nell’elettronica, Mitsubishi Electric ha annunciato, il primo novembre, che ridurrà la produzione di televisori a cristalli liquidi e che uscirà da questo ramo produttivo entro marzo 2024.
Sempre in questo settore, il calo della produzione dei semiconduttori ha portato Nintendo ad avere un calo del 19% dei profitti nella prima metà dell’anno fiscale in corso (171,8 miliardi di yen contro i 213 incassati nel medesimo periodo del 2020).
Nel commercio internazionale, secondo quanto reso noto dal ministro delegato australiano, Dan Tehan, il RCEP, il trattato di libero commercio che tiene insieme 15 nazioni dell’area Asia-Pacifico (e tra essi Giappone, Cina e Repubblica di Corea) entrerà in vigore il primo gennaio 2022.
“Il RCEP entrerà in vigore 60 giorni dopo la ratifica da parte di almeno sei stati ASEAN e almeno tre stati non ASEAN. Tale traguardo è stato raggiunto il 2 novembre 2021 con la ratifica da parte di Australia e Nuova Zelanda e ciò apre la strada all’entrata in vigore del RCEP il primo gennaio 2022” si legge nel comunicato diffuso dal dicastero australiano.
Il governo giapponese ha stimato, forse con un pizzico di ottimismo, l’impatto del RCEP sulla crescita del Sol Levante come pari al 2,7% del PIL ed il numero di posti di lavoro creati pari a 570.000. In maniera piuttosto grossolana, ma efficace, il Giappone dovrebbe uscire favorito dall’accordo nei settori dell’auto, dei servizi e dei brevetti (dato che la proprietà intellettuale sarà protetta e riconosciuta) ed in alcuni altri settori del secondario mentre dovrebbe soffrire parecchio in campo agricolo.
Proprio nel settore primario, nello specifico nella pesca, il neoeletto deputato comunista Seiken Akamine ha incontrato il vicegovernatore della Prefettura di Okinawa Yoshimi Teruya per chiedere un aiuto urgente ai pescatori dell’area che sono stati duramente colpiti dalle conseguenze dell’enorme quantità di pietra pomice emessa dall’eruzione di un vulcano nei pressi delle isola Ogasawara.
Sempre in questo campo, ma nell’estremo nord, la deputata Tomoko Kami ha chiesto al Governo di indagare la cause della massiccia morte di ricci nonché dello stato delle alghe nelle acque della Prefettura di Hokkaido.
(con informazioni di itochu.co.jp; jtuc-rengo.or.jp; sdp.or.jp; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; apnews.com; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di Ted McGrath (dettaglio) da flickr.com
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.