I cartoni animati della Pixar sono da sempre sinonimo di qualità. Toy Story, Cars, Monsters & co, Nemo, Gli incredibili, Inside Out, Wall-E e Up sono alcuni esempi. Oltre ai recenti Soul e Coco. Peccato che ormai da troppo tempo sia stata inghiottita nel tritacarne Disney. Ha lasciato alquanto a desiderare la scelta di far uscire il nuovo magnifico film “Luca” direttamente sulla piattaforma Disney +. Tutta la filiera (lavoratori, consumatori ed esercenti dei cinema) non ha compreso la scelta aziendale della Disney.
“Luca” è uno dei migliori film d’animazione degli ultimi anni. È un’opera semplice, non originale, un’estasi visiva dove scorre vita, diversità. Non esiste felicità senza amore e libertà. Enrico Casarosa, regista e story artist genovese ormai trapiantato in America, lo dice a chiare lettere creando un piccolo microcosmo delle sue radici italiane. Si vede che ne è fiero, per come descrive l’Italia anni ‘50, le corse sulla mitica Vespa (marchio di casa Piaggio), le sue allegre estati con gli amici, le sue “marachelle” di quando era bambino. “Le mie estati sono state trascorse sulle spiagge… è stato lì che ho incontrato il mio migliore amico quando avevo 11 anni. Nel film voglio rappresentare quel tipo di amicizie che ti aiutano a crescere” – ha riferito il regista Casarosa alla presentazione del film.
Vi è mai capitato di gioire in maniera profonda per qualcosa che avete fatto e che pensavate di non saper fare? Ecco in “Luca” c’è tutto questo splendore che fa commuovere, che ci fa apprezzare e ricordare la nostra infanzia. A me questo ennesimo gioiellino di casa Pixar mi ha ricordato tante cose. Visto e considerato che è stato ambientato tra le Cinque Terre e Portovenere. Ebbene sì quella zona a me ricorda diversi episodi della mia vita. Ebbene sì perché al confine tra Liguria e Toscana, da quando sono bambino vado al mare tra la provincia di Carrara e La Spezia. “Luca” per certi versi è anche il riflesso delle mie estati. È stato difficile per me non immedesimarmi, visto che anche nell’estate 2019 ho passato una splendida giornata proprio nelle stradine di Vernazza dove il film è stato girato. Autentici fiori all’occhiello della riviera ligure in provincia della Spezia, Le Cinque Terre (Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore) sono dei piccoli borghi patrimoni dell’Unesco, unici al mondo per come si amalgamano con la terra frastagliata a strapiombo sulle cristalline acque del Mar Ligure. Sono territori con spazi compressi dove si vive essenzialmente di pesca, turismo e agricoltura (i famosi “terrazzamenti” dove viene prodotto, tra le varie cose, il vino DOC tipico della zona, lo Sciacchetrà).
Nel film si parla di un luogo magico dove la famiglia Casarosa portava il giovane Enrico in vacanza. Il luogo citato nel film non esiste. Portorosso, da non confondere con “Porco Rosso” di Miyazaki, è l’unione tra Portovenere e Monterosso. Tuttavia Vernazza è il paese che ha ispirato maggiormente gli artisti della Pixar. I mostri marini presenti nel film sono ispirati a delle “leggende locali sui draghi marini” (potete leggerne una qui). I protagonisti sono un gruppo di perdenti (o di sfigati): Luca Paguro, Alberto Scorfano e Giulia Marcovaldo (guarda caso il titolo di un noto libro di Calvino). Già dai cognomi si capisce qualcosa.
“Luca” è un racconto “ibrido” di formazione non particolarmente originale: una via di mezzo tra “La sirenetta”, “Nemo”, “Avatar”, “Ponyo sulla scogliera” e “Pinocchio”. Tutti quanti quando siamo stati adolescenti ci siamo sentiti pesci fuor d’acqua. Luca prende alla lettera il concetto e lo fa uscire alla luce del sole.
Questo film a me ha ricordato parecchio “Born to run” di Bruce Springsteen: ovvero la fuga giovanile da una città di perdenti. “Questa città ti strappa le ossa dalla schiena, è una trappola mortale, un invito al suicidio. Dobbiamo uscirne fuori finché siamo giovani. Perché i vagabondi come noi, tesoro, sono nati per correre” – dice il Boss in uno dei suoi più grandi classici. Luca e Alberto per certi versi incarnano l’amicizia e la voglia di fuga da una realtà che li opprime. Come Ariel de “La Sirenetta”, sognano di poter andare in superficie alla scoperta del mondo degli umani. A differenza di Re Tritone, c’è un padre assente (come nei film di Wes Anderson) e una mamma apprensiva che ha paura che il figlio finisca a fare quattro salti in padella. Luca non è un bambino come gli altri. E’ un mostro marino con la coda verde e blu quando sta in acqua, ma quando è sulla terraferma appare come un normale bambino. Ricordate Pinocchio? Bambino o burattino? Dimenticate la balena, il Gatto e la Volpe, ma nel trailer c’è la canzone di Bennato. “Quanta fretta, ma dove corri? Dove vai?”
Al loro posto ci sono branzini, aragoste, branzini, mostri marini e altre specie acquatiche. Luca è convinto che il microcosmo terrestre sia migliore di quello subacqueo. Scappa e arriva sulla terraferma. Luca ha le sembianze di un bambino. Conosce Alberto Scorfano, un nome un perché, (omaggio a un amico d’infanzia conosciuto alle Cinque Terre, riferisce Casarosa) e la bambina Giulia. Diventano amici, tre bambini “diversi”, ma perfettamente complementari che si aiutano a superare i rispettivi limiti, senza farsi fregare dalla paura. Così dovrebbe essere la vita, ma sappiamo bene che non è sempre così. Oggi più che mai.
Conosceranno tanti momenti felici, tante gioie. Casarosa omaggia l’Italia, con annessi i tipici stereotipi a stelle e strisce: la pasta col pesto e la focaccia alla genovese, le esclamazioni santa mozzarella e santo pecorino, i gelati, le corse in Vespa con lo scolapasta in testa. Un vero e proprio inno alla vacanza italiana. Il Governo italiano, a livello di marketing, dovrebbe saper sfruttare meglio tali occasioni provenienti dall’estero.
A livello cinematografico è impossibile non cogliere omaggi a Mastroianni, Vittorio De Sica (c’è anche il vicolo), all’amore tra Fellini (forti richiami a I vitelloni) e la sua musa Masina, Luchino Visconti, ma anche a Miyazaki e all’animazione dello Studio Ghibli. Senza dimenticare il gatto di Giulia che si chiama Machiavelli…
La colonna sonora è dominata dalla canzone italiana: Edoardo Bennato, Gianni Morandi, Mina e Rita Pavone. Anche se Casarosa avrebbe voluto Ennio Morricone, a cui il film è stato dedicato dopo la sua morte avvenuta il 6 luglio 2020. Purtroppo però l’Italia non è solo cose belle e il povero Luca dovrà affrontare temi attualissimi come la paura del diverso, il razzismo, la curiosità verso il mondo e l’importanza delle amicizie vere. Stiamo vedendo proprio adesso cosa sta succedendo con l’approvazione del contestato ddl Zan. Il regista Casarosa e la produttrice Warren riferiscono che “ci è sempre piaciuta l’idea che la metafora dell’essere un mostro marino possa applicarsi a così tante cose diverse. C’è il tema dell’apertura, del mostrarsi e dell’accettazione di sé, così come anche l’accettazione della comunità. Confrontandosi anche con l’idea che c’è di più nei mostri marini di quanto ci si possa rendere conto. Sai che l’hanno visto solo attraverso una prospettiva, una sola lente, e quindi penso che questo sia un tema meraviglioso nel film, ovvero che quelle idee non erano giuste e che c’è altro da imparare. Speriamo che il ‘mostro marino’ possa essere una metafora per tutti [i modi] di sentirsi diversi – come essere un adolescente o addirittura un pre-adolescente – in ogni momento in cui ti senti strano. Mi è sembrato un modo meraviglioso per parlarne e dover accettare prima noi stessi, in qualunque modo ci sentiamo diversi”.
Tra le cose che non ho digerito di questo film, ci metto il solito doppiaggio all’italiana con voci sbagliate e sbambagiate. Perché si continua a rovinare un’opera (quasi) perfetta con le voci di Fabio Volo, Orietta Berti, Fabio Fazio e soprattutto la voce stridula di Luciana Littizzetto? Mancavano solo Achille Lauro, Fedez e Mara Maionchi poi eravamo al completo.
Questa pellicola insegna che, dopo tutto, la vera bellezza alberga aldilà delle apparenze. Ma il vero problema che il film mostra, con inappuntabile determinazione, è che l’amicizia, così come la vita, non è sempre rose e fiori. “Ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerete”. Uno dei problemi del mondo odierno è proprio il piacere a tutti a ogni costo, che comporta di trasformarsi in ciò che non si è. Ciò provoca problemi nella realizzazione dell’individuo: determina conformismo e il soffocamento della nostra bellezza, della nostra diversità.
Fonti: Comingsoon, Mymovies, Cinematografo, Venerdì di Repubblica, Best Movie, Onda Cinema
Regia **** Fotografia **** Sceneggiatura ***1/2 Doppiaggio **1/2
LUCA ****
(USA 2021)
Genere: Animazione Digitale
Regia: Enrico Casarosa
Sceneggiatura: Jesse Andrews e Mike Jones
Durata: 1h e 35 minuti
Fotografia: Kim White, David Juan Bianchi
Prodotto da Pixar Studio Animation
Distribuzione: Walt Disney Pictures
Uscita italiana: dal 18 Giugno solo su Disney+
Trailer Italiano qui
La frase: Ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerete
Intervista al regista Luca Casarosa qui
Immagine da rivistastudio.com
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.