Settimana iniziata con i risultati elettorali di tre consultazioni parlamentari suppletive: due seggi della Camera dei Consiglieri ad Hiroshima e Nagano ed un seggio della Camera dei Rappresentanti ad Hokkaido. Il seggio di Hiroshima si è reso libero dopo la condanna in tribunale alla sua occupante, Anri Kawai, per aver elargito somme di denaro ad esponenti del PLD affinché dirottassero voti su di lei. A Nagano invece la rielezione si è tenuta in conseguenza della morte, causata dal COVID-19, del senatore Yuichiro Hata del Partito Costituzionale Democratico. Ad Hokkaido il seggio di deputato era rimasto vacante dopo le dimissioni di Takamori Yoshikawa, ex ministro dell’Agricoltura e finito sotto processo per del denaro che avrebbe ricevuto da un’azienda che produce uova.
Il risultato delle elezioni è stato poco felice per i conservatori: ad Hiroshima, Haruko Miyaguchi (sostenuta dal Partito Costituzionale Democratico, dal Partito Democratico per il Popolo, dal Partito Comunista e da quello Socialdemocratico) ha sconfitto Hidenori Nishita (sostenuto da PLD e Nuovo Komeito); a Nagano, Jiro Hata (fratello dello scomparso senatore e sostenuto da tutti i partiti dell’opposizione progressista) ha sconfitto l’ex deputato Yutaka Komatsu (PLD-Nuovo Komeito); in ultimo ad Hokkaido il PLD non ha presentato candidati ed il seggio è stato vinto da Kenko Matsuki del PCD che ha sconfitto altri cinque candidati.
“Il governo Suga è stato giudicato in maniera estremamente severa dagli elettori” ha commentato Tetsuro Fukuyama, Segretario del PCD.
Per quanto riguarda gli scandali che coinvolgono la maggioranza, lo scorso venerdì la Procura di Tokyo ha chiesto una condanna a 4 anni per l’ex ministro della Giustizia Katsuyuki Kawai, sotto processo con l’accusa di aver elargito somme di denaro atte a comprare pacchetti di voti da esponenti del PLD di Hiroshima funzionali all’elezione al senato della moglie Anri.
Sempre lunedì, i sei candidati al Consiglio delle Scienze del Giappone hanno esortato l’Ufficio di Gabinetto a ratificare la loro nomina dopo che lo scorso ottobre il premier Suga non ne aveva firmato l’ingresso nell’organismo arrampicandosi più volte sugli specchi (prima sostenendo il non obbligo di ratifica dei nomi sottoposti dal Consiglio stesso, poi affermando che i sei nomi non erano presenti nella lista sottoposta per la firma ecc. ecc.). Due dei bocciati, il professor Masanori Okada dell’Università Waseda ed il professor Ryuichi Ozawa della Scuola di Medicina dell’università Jikei, hanno tenuto una conferenza stampa sostenendo che la decisione del governo è illegale.
In previsione delle prossime elezioni politiche, la scorsa settimana si sono tenuti incontri tra Yukio Edano del PCD, Mizuho Fukushima del Partito Socialdemocratico, Kazuo Shii del Partito Comunista e Yuichiro Tamaki del Partito Democratico per il Popolo.
Per ciò che attiene all’emergenza Coronavirus, sono scattate il 25 aprile le misure di contenimento del virus previste dalla nuova dichiarazione dello stato di emergenza nelle Prefetture di Tokyo, Osaka, Kyoto e Hyogo. Le misure coincidono con la cosiddetta “settimana d’oro” e cioè il periodo di vacanza che si ha ogni anno tra fine aprile ed inizio marzo. Al 28 aprile nella capitale erano 94 le attività ristorative multate perché trovate aperte dopo le 8 di sera.
Per ciò che concerne il numero di casi, Tokyo ha registrato 425 casi lunedì (al giorno precedente il numero totale di persone contagiate nelle Prefettura è stato di 135.598, il numero di deceduti pari a 1.876 mentre le persone attualmente ricoverate sono state 1.812 delle quali 50 in gravi condizioni), 828 martedì, 925 mercoledì (5.793 casi nazionalmente, dato record degli ultimi tre mesi), 1.027 giovedì, 698 venerdì, 1.050 sabato.
Ad Osaka, Prefettura che ha ormai superato Tokyo nel numero di casi registrati nella terza ondata, si sono avuti 924 casi lunedì, 1.230 martedì, 1.260 mercoledì, 1.172 giovedì, 1.043 venerdì, 1.262 sabato (41 le persone decedute quel giorno il che ha portato a 1.497 il numero di morti totali nella Prefettura).
I quattro Governatori dell’area metropolitana della capitale (Tokyo, Chiba, Saitama e Kanagawa) hanno tenuto una videoconferenza, lo scorso mercoledì, mostrando la propria preoccupazione per eventuali movimenti di persone in occasione della settimana di vacanza di fine aprile ed inizio maggio.
L’Università di Hokkaido e quella di Osaka hanno frattanto sviluppato un test PCR in grado di identificare con maggiore precisione le varianti del virus.
Nonostante l’appello del Governo, la quota di lavoro impiegatizio svolto da remoto non è mai stata lontanamente al 70% auspicato. Stando a dati resi noti dal Centro Giapponese per la Produttività il tetto massimo di telelavoro è stato del 31,5% a maggio 2020, del 20,2% a luglio e da allora sempre intorno al 20% nei mesi seguenti (ad aprile è stato, ad esempio, del 19,2%).
Il 30 aprile, il governo nipponico ha intanto disposto l’erogazione di 500 milioni di yen, prelevati dai fondi di riserva, per il sostegno alle attività economiche colpite dalla pandemia.
Disposta, lo scorso martedì, la creazione a Tokyo di un centro vaccinale in grado di effettuare almeno 10.000 inoculazioni al giorno. Il centro aprirà il 24 maggio e sarà gestito dal Ministero della Difesa. Di “grande confusione” ha parlato il Presidente del PCD Edano ritenendo non realistico l’obiettivo di vaccinare i 36 milioni di ultrasessantacinquenni entro luglio e di “improvvisazione” il collega di partito Fukuyama affermando che non è ancora chiaro dove saranno indirizzati gli anziani, se nei centri vaccinali messi in piedi dalla Prefettura o in questo.
Allo scorso mercoledì le persone vaccinate nell’Arcipelago erano 2.350.000: la quasi totalità sono lavoratori del settore della salute.
Commentando il fatto che non esista un vaccino nipponico, Shin Miyakawa, deputato del Partito Costituzionale Democratico, intervenendo in plenaria della Camera dei Rappresentanti ha affermato che “il Giappone non ha ancora un ambiente per supportare un’attività di questo tipo”.
Venerdì è invece arrivato ad Osaka il primo carico di vaccini Moderna. Il vaccino non ha ancora ricevuto il via libera da parte del Ministero della Salute ma il Sol Levante ha comunque stretto un accordo con l’azienda statunitense per 50 milioni di dosi.
Possibile, frattanto, l’ipotesi che anche il Sol Levante emetta un certificato vaccinale: “altre nazioni lo stanno facendo e quindi il Giappone deve considerare di farlo” ha affermato, lo scorso mercoledì, in parlamento Taro Kono.
Il medesimo giorno è stato disposto un rafforzamento delle restrizioni per coloro che provengono dagli Stati statunitensi di Minnesota, Florida, Michigan e Tennessee nonché da Perù e India. Le persone che provengono da questi luoghi dovranno effettuare una quarantena in luoghi designati ed effettuare un test per il SARS-CoV-2 al terzo giorno di arrivo nell’Arcipelago. Anche se questo test dovesse risultare negativo, la persona dovrà comunque effettuare altri 14 giorni di quarantena fiduciaria.
Sul nucleare, Marcos Orellana, Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulle sostanze tossiche ed i diritti umani, ha affermato che lo smaltimento delle acque contaminate di Fukushima nell’Oceano Pacifico porterà un’enorme incertezza riguardo al potenziale impatto della decisione sull’ambiente globale. “In questo momento gli scienziati stanno avvertendo che i rischi di alcune sostanze radioattive, come il trizio, che sono presenti nelle acque di Fukushima, sono stati sottostimati”, ha affermato Orellana all’agenzia di stampa cinese Xinhua. Orellana ha sottolineato che il sostegno dell’AIEA alla decisione “non implica che il Giappone sia esonerato dai suoi altri obblighi legali internazionali” e che “il Giappone deve fare tutto quanto nelle sue capacità e capacità per prevenire danni ad altri Paesi e all’ambiente marino”. Per l’esperto gli standard dell’AIEA “potrebbero non offrire una protezione adeguata” ed il sistema di trattamento delle acque denominato ALPS “non rimuove alcune sostanze radioattive, come il trizio ed il carbonio-14”.
“Nonostante i dubbi e l’opposizione all’interno ed all’estero, il Giappone ha deciso unilateralmente di rilasciare in mare l’acqua contaminata dal nucleare di Fukushima prima di esaurire tutte le modalità di smaltimento sicure, senza divulgare in maniera le informazioni rilevanti o consultarsi pienamente con i Paesi vicini e la comunità internazionale. Ciò è estremamente irresponsabile, poiché non solo danneggia direttamente gli interessi immediati delle persone nei Paesi vicini al Giappone, ma mette anche in pericolo l’ambiente marino globale e la salute e la sicurezza pubblica internazionale” ha sottolineato Wang Wenbin rispondendo ad una domanda circa l’eventuale partecipazione cinese ad un tavolo di monitoraggio ed assistenza dell’AIEA sul tema. “La Cina è favorevole alla rapida istituzione di un gruppo di lavoro tecnico dell’AIEA che includa membri provenienti dalla Cina ed altre parti interessate per svolgere il lavoro sul piano dello smaltimento […]. L’AIEA sta lavorando a questo gruppo di lavoro tecnico e ha confermato alla Cina che inviterà esperti cinesi ad unirsi al gruppo di lavoro” ha confermato l’alto funzionario cinese.
Sempre in questo campo, lo scorso 28 aprile, il Governatore della Prefettura di Fukui, Tatsuji Sugimoto, ha accordato il proprio via libera alla riattivazione del terzo reattore della centrale di Mihama. L’impianto ha oltre 40 anni di età. Il via libera è giunto dopo una conversazione tra il Governatore ed il ministro Kajiyama.
Mercoledì scorso TEPCO ha intanto nominato il suo nuovo presidente. Si tratta di Yoshimitsu Kobayashi, ex numero uno dell’Associazione Giapponese dei Dirigenti d’Azienda.
Venerdì scorso, intanto, il premier Suga e l’Inviato Speciale per il Clima delle Nazioni Unite Michael Bloomberg hanno tenuto una conversazione nella quale il capo del governo ha ribadito il nuovo, ambizioso, obiettivo del 46% di taglio sulle emissioni di CO2 rispetto al 2013.
In politica estera, il primo ministro Suga, lo scorso lunedì, ha espresso telefonicamente all’omologo indiano Modi la propria preoccupazione per la presenza cinese nei mari meridionali. “La Cina ha continuato ad intensificare, unilateralmente, i propri tentativi di cambiare lo status quo nel Mar Cinese Orientale ed in quello Meridionale” ha affermato Suga.
Nel comunicato emesso dalla presidenza indiana si sono invece sottolineati i progressi nella cooperazione economica ed in particolare nel campo della operatività dell’accordo bilaterale sul lavoro dei lavoratori altamente specializzati e nella realizzazione della linea ad alta velocità Mumbai-Ahmedabad (linea che utilizzerà tecnologia nipponica).
A fronte della grave emergenza sanitaria che sta colpendo il gigante asiatico, il governo giapponese ha deciso l’invio nel Paese di 300 respiratori e di altrettanti macchinari per la produzione di ossigeno.
Frattanto, il Ministero cinese delle Risorse Naturali ha pubblicato, lo scorso lunedì, un rapporto sulla morfologia delle isole Senkaku. L’indagine è stata compiuta utilizzando gli strumenti satellitari. Immediato è stato l’invio di una nota di protesta da parte del dicastero agli Esteri di Tokyo.
Lo stesso dicastero, il giorno seguente, ha pubblicato il rapporto 2021 sulla diplomazia nipponica. Nel testo si è espressa preoccupazione per la proiezione della RPC nei Mari Cinese Meridionale ed Orientale, l’importanza per il Giappone delle riunioni nel formato Quad (oltre al Sol Levante, India, Stati Uniti ed Australia), le presunte violazioni dei diritti umani nella Regione Autonoma dello Xinjiang e ad Hong Kong ma nessun cenno è stato fatto a Taiwan. Nel rapporto si è anche parlato di Corea del Sud, Paese che è stato criticato per le sentenze emesse dal suo apparato giudiziario contro lo Stato nipponico e contro aziende giapponesi per le note vicende storiche che risalgono all’occupazione coloniale della Penisola.
Il Ministero degli Esteri di Seul ha convocato, per protestare in maniera ufficiale, Hirohisa Soma, vicecapomissione dell’ambasciata giapponese in RdC, in riferimento alla affermazione di sovranità, contenuta nel rapporto, sulle isole Dokdo (chiamate isole Takeshima in Giappone).
“Abbiamo espresso chiaramente, ancora una volta, che il governo risponderà ad ogni sorta di provocazione portata avanti dal Giappone sulle Dokdo” ha affermato Choi Young-sam, Portavoce del Ministero degli Esteri sudcoreano.
La cooperazione trilaterale tra Corea del Sud, Cina e Giappone è ad un “bivio tra un balzo o la stagnazione” ha detto il medesimo giorno il viceministro degli Esteri di Seul Choi Jong-moon. Il discorso è stato tenuto in occasione dell’anniversario di fondazione del Segretariato Trilaterale per la Cooperazione.
Nelle Filippine, un gruppo di apolidi, discendenti di cittadini giapponesi e residenti nell’Arcipelago, ha depositato un rapporto al locale ufficio dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati invitandolo a fare pressione sulle autorità locali per la concessione della cittadinanza. Secondo il rapporto vi sono circa 3.800 cittadini in tale condizione dei quali 910 vivono attualmente nelle Filippine.
“Poiché sono diventati bersaglio di ritorsione a causa delle atrocità giapponesi durante la guerra, molti discendenti di giapponesi sono fuggiti in luoghi remoti ed hanno nascosto il loro status e distrutto i documenti e le immagini che indicavano la loro origine giapponese” si legge nel rapporto.
Nella difesa, il senatore comunista Satoshi Inoue ha criticato la scelta del Governo di investire nella creazione di una rete di satelliti con funzioni di monitoraggio da incursioni missilistiche. Per l’anno fiscale 2021 sono stati allocati 170 milioni di al progetto. Per Inoue, che ha chiesto la cancellazione della misura, si tratta di una politica che può potenzialmente condurre ad aggredire basi nemiche (violando così l’articolo 9 della Costituzione) e che condurrà ad una corsa agli armamenti con Russia e Cina in quanto, singolarmente e nonostante la smentita del ministro Kishi, la misura si pone in piena sintonia con il piano statunitense del 2019 che prevedeva la messa in orbita di 1.000 mini-satelliti con le medesime funzioni.
Il Ministero della Difesa ha, intanto, annunciato che si terranno manovre congiunte con il Regno Unito che coinvolgeranno il gruppo di portaerei guidato dalla Queen Elizabeth. Il gruppo di portaerei visiterà 40 nazioni e condurrà, nel tragitto, esercitazioni con mezzi canadesi, danesi, italiani, israeliani, greci ed emiratini.
In economia, la Banca del Giappone, concludendo martedì scorsi una due giorni del tavolo direttivo, ha deciso il mantenimento delle attuali politiche di allentamento monetario e confermato l’irrealistico obiettivo, inseguito da ormai otto anni, del 2% del tasso d’inflazione.
“L’allentamento monetario è operato per intercettare la domanda potenziale che si presume esista. Se diventa più facile raccogliere fondi dove c’è domanda potenziale essa emergerà e porterà al consumo. Ciò rivitalizzerà l’economia e, di conseguenza, porterà a prezzi più alti. Ma il punto è che non c’è domanda potenziale” e ciò è dovuto al fatto che “il tasso di natalità è in calo, la società invecchia e la popolazione è in declino” e che ciò si unisce a “bassi redditi, aumento della diseguaglianza e volatilità dell’occupazione” ha commentato Yukio Edano.
Mercoledì scorso ha intanto ottenuto il via libera da parte della Dieta nipponica il trattato commerciale denominato Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP). L’accordo, arrivato al termine di anni di negoziati, comprende Giappone, Cina, RdC, Australia, Nuova Zelanda e le 10 nazioni ASEAN (Vietnam, Laos, Singapore, Tailandia, Myanmar, Cambogia, Filippine, Indonesia, Brunei, Malesia). I PIL combinati di queste nazioni superano il 30% di quello globale. Il trattato prevede, in linea di massima, l’abbattimento del 91% dei dazi doganali nonché un quadro comune per la tutela del diritto d’autore.
Per il Partito Comunista, Satoshi Inoue ha mostrato una stima sugli effetti del RCEP elaborata dal professor Nobuhiro Suzuki dell’Università di Tokyo, nella quale si mostra una diminuzione della produzione agricola pari a 560 miliardi di yen; per la collega di partito Tomoko Kami “il RCEP non è un accordo reciproco ma un accordo per le aziende che vogliono stabilire una divisione ottimale del lavoro oltre i confini nazionali”. In riposta, Toyohisa Aoyama, vicedirettore generale del ministero dell’Agricoltura ha affermato che secondo il dicastero “non c’è un impatto particolare” e che però “non è stato effettuato un calcolo”.
Sempre in ambito macroeconomico, sono stati resi noti, lo scorso venerdì, i dati sulla produzione industriale dell’anno fiscale 2020. Complessivamente il parametro ha visto un calo del 9,5%: il dato più pesante dal 2013.
Calata, come è ovvio, anche la disponibilità di posti di lavoro. Nel 2020, tale indice ha toccato quota 1.10 (e cioè per ogni cento persone che cercano lavoro vi sono 110 posti di lavoro) con un calo dello 0.45 rispetto all’anno precedente: si tratta del calo più forte del 1974 (quell’anno si registrò, in rapporto al 1973, un calo dello 0.76).
Cresciuta dello 0,6% (raggiungendo il 2,9%) la disoccupazione. In termini assoluti i senza lavoro sono stati 1.980.000 (+360.000 rispetto al 2019). Calato di 690.000 unità il numero degli occupati (che sono stati, alla fine dell’anno, 66.640.000). Il calo degli occupati ha interessato principalmente i lavoratori a tempo parziale e/o precari che sono diminuiti di 970.000 unità raggiungendo quota 20.660.000: si tratta del primo calo dal 2014 ad oggi.
La crisi determinata dalla pandemia ha comportato anche un calo, compreso tra l’1 ed il 3%, dei bonus estivi.
Frattanto i ministri dell’Economia di Giappone, India e Australia hanno convenuto, lo scorso giovedì, di istituire un quadro comune che eviti il blocco delle catene di approvvigionamento in alcuni settori industriali tra cui auto e prodotti medicali.
Nel settore chimico, Mitsui Chemicals incrementerà la produzione di alcuni materiali come il poliuretano, in Corea del Sud mediante la Kumho Mitsui Chemicals, joint venture tra la società nipponica e la sudcoreana Kumho Petrochemical. L’investimento volto ad aumentare la produzione sarà pari a 40 miliardi di yen.
In campo aereo, All Nippon Airways ha reso noto che a partire da agosto il pranzo servito sui propri aeromobili sarà erogato in contenitori non plastici. La misura si colloca nell’ambito di una politica di riduzione della plastica nel comparto. La società prevede di abbattere i propri rifiuti plastici di 317 tonnellate l’anno. ANA Holdings, società del gruppo, ha anche reso noto un proprio piano che punta ad avere zero emissione nette di CO2 entro il 2050. In settimana l’azienda ha anche reso noto il bilancio dell’anno fiscale conclusosi a marzo e nel quale sono riportate perdite per 404,62 miliardi di yen.
Sempre in quest’ambito, l’aeroporto di Kitakyushu allungherà una delle proprie piste da 2.500 a 3.000 metri. Il costo complessivo dell’operazione, che dovrebbe completarsi nel 2027, si aggira intorno ai 13 miliardi di yen.
Nell’auto, Toyota, la sua controllata Daihatsu, Suzuki, Subaru e Mazda hanno comunicato che svilupperanno congiuntamente strumenti per la connettività dei veicoli. Le cinque società “pur incorporando le proprie tecnologie” in quelle “di base sviluppate da Toyota, costruiranno insieme sistemi per le auto connesse di prossima generazione con specifiche di connessione comuni […] stabilizzando ulteriormente la qualità della comunicazione tra i veicoli ed il centro dei dispositivi di comunicazione del veicolo” e ciò renderà possibile “fornire servizi di connessione più convenienti ai clienti” e allo stesso tempo “ridurre gli oneri di sviluppo di ciascuna delle aziende partecipanti semplificando il funzionamento del sistema e gli aggiornamenti delle versioni che includono nuove funzioni aggiuntive, ottimizzando così risorse come le strutture ed il personale” si legge nel comunicato emesso da Toyota.
La stessa Toyota ha annunciato di aver trovato un accordo per l’acquisizione di una parte della società di noleggio con conducente statunitense Lyft. L’acquisto, il cui costo si aggira intorno ai 550 milioni di dollari, riguarda il ramo della società che si occupa di veicoli a guida autonoma.
La società ha comunicato per il mese di marzo una crescita delle vendite pari al 44,2% rispetto allo stesso mese del 2020 per complessivi 982.912 vetture. A trainare le vendite la ripresa del mercato cinese e statunitense. L’azienda ha anche comunicato in settimana un investimento da 803 milioni di dollari negli USA per la produzione di SUV. L’investimento produrrà nello Stato USA dell’Indiana 1.400 posti di lavori.
Suzuki ha invece reso noto lo stop di tre impianti in India a causa della pandemia. Suzuki produce nel Subcontinente dell’ossigeno ai fini del processo produttivo delle auto ma il crescere dei casi di persone che hanno contratto il SARS-CoV-2 ha reso necessario il dirottamento del gas ai servizi medici.
Nel comparto industriale, Hitachi ha comunicato, lo scorso 28 aprile, entrate record per l’anno fiscale 2020: 501,61 miliardi di yen. Gran parte degli utili sono stati determinati dalla vendita, per 278,8 miliardi, della controllata Showa Denko (chimica). Il medesimo giorno il colosso ha annunciato la vendita di oltre il 50% delle azioni (per 382 miliardi di yen) un ramo di Hitachi Metals al fondo statunitense Bain Capital.
Nell’intrattenimento, Sony ha riportato per il periodo gennaio-marzo, utili per 107 miliardi di yen. A trinare le vendite sono stati in gran parte i videogiochi. Lo scorso anno fiscale la società ha avuto utili pari 1.170 miliardi (+582 miliardi rispetto all’anno precedente).
Nelle comunicazioni, un tavolo consultivo del Ministero degli Interni e Comunicazioni ha suggerito il taglio del 75% delle cabine telefoniche stante la massiccia diffusione di telefonia cellulare. Attualmente vi sono 109.000 cabine di “tipo uno” (installate obbligatoriamente da Nippon Telegraph and Telephone) che diventano 151.000 considerando quelle installate volontariamente. L’uso delle cabine è sceso da 1,18 miliardi di chiamate del 2002 a 40 milioni del 2019.
In campo alimentare, il ministro dell’Ambiente Koizumi ha reso noto che nel 2018 si è ridotto di 120.000 tonnellate lo spreco di cibo. Gli alimenti ancora edibili gettati nella spazzatura sono stati 2,76 milioni di tonnellate in ambito privato (-80.000 tonnellate) e 3,24 milioni nella ristorazione e nel commercio (-40.000 tonnellate).
Nella distribuzione, Mitsui Fudosan ha aperto, lo scorso mercoledì, il primo centro commerciale all’estero. Il nuovo LaLaport, questo il nome della catena, sarà pienamente operativo dall’autunno, avrà una superficie di 55.000 metri quadri ed ospiterà 180 tra negozi, ristoranti e cinema.
(con informazioni di narendramodi.in; fmprc.gov.cn; royalnavy.mod.uk; xinhuanet.com; yna.co.kr; jpc-net.jp; covid19-osaka.info; global.toyota; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi,com)
Immagine di Ryo Matsubara (dettaglio) da Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.