Settimana caratterizzatesi, e non è una sorpresa, per l’emergenza Coronavirus. La Prefettura di Tokyo, centro nel quale maggiormente si è diffusa l’infezione, ha registrato 986 casi domenica 24 gennaio (con 94.000 casi e 782 deceduti da inizio emergenza e con 2.798 posti letto occupati), 618 casi lunedì, 1.026 martedì, 973 mercoledì, 1.064 giovedì, 868 venerdì (a quella data i contagiati da inizio emergenza erano 99.000 ed i deceduti 864 mentre i ricoverati erano 2.903 e di questi 147 con sintomi gravi), 769 sabato.
Il COVID-19, insieme alla crisi economica da esso prodotta, è certamente tra le cause del rallentamento dell’afflusso di popolazione nella capitale. Nello scorso anno il numero di persone che si sono trasferite nella Prefettura metropolitana ha sorpassato di 31.000 unità quello di coloro che hanno invece abbandonato l’area ma il dato è di oltre 50.000 persone in meno rispetto al 2019.
Intanto secondo un’inchiesta realizzata dall’agenzia di stampa Kyodo, al 24 gennaio vi erano 15.058 persone, in 11 Prefetture coperte dallo stato di emergenza, in attesa di un ricovero dopo aver ricevuto notizia di positività al virus. Oltre 7.500 (quasi cinque volte coloro che erano in attesa al 19 dicembre) sono abitanti della Prefettura di Tokyo, 2.328 abitano a Chiba e 1.410 ad Osaka.
Un maggiore impegno sulle visite domiciliari è stato chiesto dalla deputata comunista Nobuko Motomura mentre il PCG di Tokyo ha chiesto un intervento finanziario più consistente nel corso del dibattito sul bilancio prefettizio per il 2021.
L’associazione dei medici delle assicurazioni Hodanren ha raccolto 170.000 firme contro la riforma che ha aumentato del 10% (portandolo così al 20) l’onere di compartecipazione alle spese sanitarie per gli ultrasettanciquenni con redditi superiori ai 2 milioni di yen.
In un’altra inchiesta, la stessa agenzia ha mostrato come 38 Prefetture (e cioè l’80%) abbiano mostrato preoccupazioni circa la prossima campagna vaccinale. I timori più diffusi riguardano il mantenimento delle adeguate temperature per le fiale nonché l’individuazione di siti adatti alla vaccinazione di massa.
Chiarito in settimana dall’Esecutivo il fatto che il vaccino sarà legato al contestato sistema “My number” (l’equivalente, potenziato, del codice fiscale italiano).
Iniziate in settimana anche le procedure per l’acquisto di 20.000 congelatori mentre il Portavoce del Governo, lo scorso 28 gennaio, ha informato che AstraZeneca produrrà 90 milioni di dosi del proprio vaccino nell’Arcipelago.
Sempre in ambito farmaceutico, Shionogi ha venduto alla statunitense BioAge Labs i propri diritti sul BGE-175, uno dei farmaci sviluppati sperimentalmente per il contrasto al nuovo Coronavirus.
Martedì, rispondendo a Kiyomi Tsujimoto del PCD, il premier ha ammesso che il sistema sanitario nipponico non si è dimostrato sufficientemente preparato per affrontare la pandemia.
“Non siamo stati in grado di fornire le cure necessarie e riconosco che a causa di questo i giapponesi sono preoccupati” ha riconosciuto Suga.
A fallire non è stato soltanto il sistema sanitario ma anche le misure di prevenzione come il lavoro da casa. Da un incontro tenutosi venerdì tra il ministro Nishimura e la dirigenza di Keidanren è emerso come soltanto il 37% delle aziende sia effettivamente riuscito a tagliare le interazioni del 70% come raccomandato dal Governo.
Per ciò che attiene ai Giochi Olimpici, il governo nipponico, per bocca del portavoce Kato, ha affermato lo scorso lunedì che i preparativi andranno avanti con l’obiettivo di avere “un ambiente sicuro e protetto come priorità guardando allo stato delle infezioni qui e all’estero”. L’ipotesi in campo è infatti quella di avere eventi sportivi con una ridotta, o assente, presenza di pubblico.
Pochi giorni prima, il numero uno del CIO, Thomas Bach, aveva affermato che indicazioni più precise saranno fornite “al momento adeguato”.
A chiedere esplicitamente il rinvio delle Olimpiadi è stato invece il Partito Comunista.
A Tokushima, polemiche ha suscitato l’installazione artistica che ricrea, con luci LED, un castello. La struttura, costata 20 milioni di yen, è stata infatti pagata con i fondi destinati per l’emergenza Coronavirus.
“Le cicatrici dell’economia si faranno più profonde se cancelliamo tutto, quindi abbiamo bisogno della forte volontà di andare avanti con ciò che è possibile fare” ha dichiarato il sindaco Sawako Naito.
Polemiche, ed immediate scuse del premier a nome della maggioranza, per due parlamentari, Jun Matsumoto del PLD e Kiyohiko Toyama del Nuovo Komeito, che hanno trascorso, separatamente, una serata per i bar del popolare quartiere edochiano di Ginza dopo le 20, violando quindi le raccomandazioni (non si tratta di obblighi) del Governo e della Prefettura volte a ridurre le interazioni sociali e con esse la circolazione del virus.
Toyama ha rassegnato in settimana le proprie dimissioni da segretario generale facente funzioni del Nuovo Komeito dopo che è emerso che nel 2019 almeno una visita ad un hostess bar venne registrata come cena rimborsabile per motivi legati al mandato parlamentare.
L’Accademia Giapponese di Pubblica Sanità e Cura, l’Associazione Giapponese delle Istituzioni di Istruzione di Sanità e Cura e l’Associazione Giapponese degli Accademici nel settore sanitario hanno emesso un comunicato congiunto contro l’imposizione di una sanzione a carico di coloro che dovessero rifiutare l’autoisolamento o il ricovero in caso di positività al nuovo coronavirus in quanto ciò potrebbe portare ad un aumento di coloro che rifiuteranno il test o nasconderanno i sintomi.
La maggioranza ha accolto, lo scorso 28 gennaio, le sollecitazioni dell’opposizione e deciso di ritirare, dal disegno di legge volto a regolare l’emergenza, la multa.
Venerdì, la Camera dei Consiglieri ha, intanto, dato il via libera al terzo bilancio supplementare dell’anno fiscale 2020 che dà via libera a spese per 19.180 miliardi. 1.030 miliardi sono stati destinati alla campagna “Go To Travel” mentre 4.360 miliardi destinati ai ristori per le attività colpite economiche nonché agli ospedali.
In settimana, una delegazione di parlamentare del PCD, aveva incontrato la viceministra del Lavoro e Salute Junko Mihara per chiedere un deciso impegno sul sostengo ai lavoratori a tempo parziale rimasti, nei fatti disoccupati.
Nell’istruzione, la deputata comunista Kimie Hatano ha invece presentato un’interrogazione al ministro Hagiuda chiedendo di rivedere la proposta che mira a creare un fondo di investimento per il finanziamento della ricerca. La parlamentare ha sottolineato come il fondo pensioni pubblico abbia, ad esempio, perso 8.000 miliardi di yen nel 2019.
La stessa Hatano ha chiesto, inoltre, un maggiore sostegno agli studenti universitari citando un sondaggio che mostra come oltre il 43% di essi abbia subito a causa della pandemia una riduzione del proprio reddito.
Sul nucleare, un robot, chiamato Mehikari e realizzato da un istituto tecnologico di Fukushima, ha vinto un premio destinato agli sviluppatori dei migliori sistemi per la rimozione delle scorie radioattive. Alla competizione, alla sua quinta edizione, hanno partecipato 14 gruppi di studenti iscritti in diversi istituti tecnologici del Paese.
Proprio a Fukushima un rapporto dell’Agenzia Regolatrice per il Nucleare mostrerebbe nuove contaminazioni provenienti dagli ex reattori 2 e 3. La dispersione di radioattività è un problema “molto serio” per Toyoshi Fuketa dell’Agenzia, il quale ha messo in guardia circa il rischio che i lavori per la rimozione delle 900 tonnellate di nocciolo fuso o parzialmente fuso potrebbero richiedere più tempo del preventivato.
Spostandosi alle conseguenze di altri eventi nucleari, ad Hiroshima, lo scorso 27 gennaio i giornalisti hanno potuto vedere la campagna di restauro delle memorie del bombardamento atomico. I lavori di restauro, eseguiti per la quinta volta, sono iniziati a settembre 2020 e saranno completati a marzo 2021.
A Okawa (Prefettura di Miyagi), è stata invece completata ed è prossima alla riapertura una scuola elementare nella quale, durante lo tsunami del 2011, persero la vita 70 studenti e 10 lavoratori. Quattro studenti risultano, ad oggi, ancora dispersi. 108 bambini e parte del personale ricevettero istruzione di rimanere all’interno dell’istituto per 50 minuti dopo la scossa che diede inizio all’evento catastrofico. Nel 2014 le famiglie di 23 vittime fecero causa al comune ed alla Prefettura ottenendo un risarcimento di 1,43 miliardi di yen e la conferma che le autorità locali non predisposero un piano adeguato per rispondere a questi eventi.
In politica interna, un gruppo di parlamentari conservatori ha nuovamente proposto, lo scorso 26 gennaio, un disegno di legge che mira punire il vilipendio alla bandiera con due anni di prigione o una multa da 200.000 yen. La proposta, non nuova dato che già nel 2012 ne era stata avanzata una simile, è stata elaborata da Sanae Takaichi ma ha ottenuto l’appoggio anche del responsabile del programma del PLD, Hakubun Shimomura.
Un altro gruppo di deputati, guidati dall’ex ministro della Difesa Gen Nakatani ma appartenenti anche all’opposizione, ha invece promosso un disegno di legge simile al “Magnitisky Act” statunitense. La norma mira a punire coloro che compiono vere o presunte violazioni dei diritti umani e consente, negli USA, anche il sequestro di beni.
La norma è sostanzialmente una violazione del diritto internazionale in quanto punisce azioni svoltesi all’estero. Negli USA tale legge venne introdotta come una delle armi per colpire la Russia mentre nel caso nipponico l’obiettivo è quello di danneggiare la Cina.
Per ciò che attiene l’assistenza economica a coloro che da questa crisi sono usciti più poveri, il premier Suga, rispondendo ad un’interrogazione di Michihiro Ishibashi del Partito Costituzionale Democratico, ha chiarito che “in primo luogo la gente deve fare quel che può col suo, se questo non funziona per nulla allora il governo farà un passo per aiutare nella sicurezza sociale”.
In ambito militare, secondo indiscrezioni apparse sulla stampa, il governo nipponico e quello statunitense avrebbero raggiunto un accordo, non reso ufficiale, già nel 2015, circa la dislocazione dei marines del Sol Levante a Camp Schwab, la nuova base in costruzione delle forze armate USA ad Henoko (Okinawa). Attualmente i marines, stanziati nel 2018, stazionano a Sasebo (Nagasaki).
Il portavoce dell’Esecutivo Kato ha negato che una decisione in merito sia già stata presa.
Di accordo “inaccettabile” ha parlato il Governatore della Prefettura, che da sola ospita il 70% della presenza USA nell’Arcipelago, Denny Tamaki.
Il ministro Nobuo Kishi ha intanto avuto un colloquio con il nuovo omologo USA Lloyd Austin. Nel corso della telefonata i due hanno ribadito le comuni posizioni di contrasto alle rivendicazioni territoriali cinesi sulle isole Senkaku.
Un colloquio telefonico si è avuto, lo scorso martedì, anche tra Suga ed il neoeletto presidente USA Biden. Anche in questo caso argomento prevalente della telefonata è stato il contenimento della Cina oltre, come di consueto, le politiche comuni verso la Corea del Nord.
In politica estera, il ministro Motegi ha partecipato, lo scorso lunedì, ad una riunione del Consiglio per gli Affari dell’Unione Europea. Nel corso dell’incontro Motegi ha ribadito le preoccupazione per la proiezione internazionale della Cina nell’area indo-pacifica ed i supposti rischi alla libertà di navigazione ad essa connessi.
Lo stesso Motegi, al pari del collega Kishi, ha tenuto, lo scorso mercoledì, un colloquio con il nuovo ministro degli Esteri degli USA Antony Blinken. Tema del colloquio, nessuna sorpresa, la prosecuzione della politica di contenimento degli interessi cinesi.
Sulle questioni attinenti alla Cina, il ministro è poi tornato per esprimere un avviso verso la RPC circa una normativa, approvata il 22 gennaio, che amplia le possibilità per la Guardia Costiera di Pechino di utilizzare armi da fuoco.
“L’importante è che la legislazione non violi il diritto internazionale” ha affermato il ministro preoccupato del fatto che, alla luce delle nuova normativa, si possano avere incidenti nell’area delle Senkaku.
Motegi è poi intervenuto, in settimana, per chiedere la liberazione del politico russo Navalny e di coloro che sono stati arrestati nel corso di manifestazioni non autorizzate in suo sostegno.
In economia, e segnatamente nei consumi, le apparecchiature elettriche vendute nel 2020 hanno raggiunto il record dal 1996. Complici le raccomandazioni a stare il più possibile in casa, lo scorso anno sono state venduti prodotti per 2.500 miliardi di yen: +1% rispetto al 2019.
Cresciute del 25,1% anche le vendite di computer stante l’esplosione del telelavoro per gli impiegati. In totale si sono venduti 8,9 milioni di computer. In calo però il valore monetario delle vendite che si sono attestate ad un -0,2%, frutto della scelta di computer di basso prezzo. Calata del 41,5% (1,5 milioni di pezzi) la vendita di computer fissi. In termini monetari, le vendite di queste apparecchiature hanno superato il -55% rispetto al 2019.
In ambito lavorativo, diverse aziende stanno iniziando a sperimentare settimane lavorative corte. Nel Sol Levante, in campo finanziario, diversi rami del gruppo Mizhuo Financial hanno iniziato lo scorso mese a concedere settimane lavorative di tre o quattro giorni corrispondendo salari tra il 60 e l’80% rispetto all’orario pieno.
Sono intanto iniziati lo scorso martedì i tradizionali colloqui tra sindacati ed associazioni datoriali per discutere dei rinnovi contrattuali. Rengo, il maggior sindacato del Paese, ha già chiesto, come lo scorso anno, un aumento medio del 2% dei salari che è già stato ritenuto obiettivo “non realistico” da parte di Keidanren.
“Spero che i dirigenti delle aziende ed i sindacati non discutano solamente di salari e benefit ma anche della costruzione di un percorso di crescita per ogni azienda” ha affermato il numero uno della confindustria nipponica Hiroaki Nakanishi.
In caso di mancati aumenti dei salari, il rischio più grande è rappresentato dalla deflazione, motivo per il quale il Governo da tempo ha chiesto alle aziende di adoperarsi in tal senso.
“I consumatori stanno intenzionalmente riducendo l’uso di servizi in presenza al fine di prevenire le infezioni, ciò produce una differenza rispetto ad altre cadute della domanda avvenute in altri tempi” ha sottolineato il Governatore della Banca centrale.
Lo stesso Kuroda, lo scorso martedì si è detto preoccupato per la salute fiscale del Paese e chiarito che gli acquisti di titoli di Stato da parte dell’istituto (236.010 miliardi nel 2021 secondo quanto chiesto dal Ministero delle Finanze) si collocano nell’ambito delle politiche di allentamento monetario ma non sostituiscono il raggiungimento di politiche fiscali oculate. Il numero uno della BOJ ha riconosciuto che le politiche portate avanti dal proprio ente hanno comunque fallito nel tentativo di raggiungere il 2% di inflazione.
L’istituto si attende, a dirlo è stato sempre Kuroda, 13.000 miliardi di yen di mancati profitti dai fondi ETF (exchange-traded funds).
Il Fondo Monetario Internazionale ha reso note, il 27 gennaio, le prospettive per l’economia globale per il 2021. Il PIL mondiale dovrebbe crescere del 5,5% secondo l’ultima previsione (+0,3% rispetto alle prospettive diffuse ad ottobre) ed il Giappone del 3,1% (+0,8 rispetto alla precedente previsione). L’ottimismo sparso la scorsa settimana dall’istituto è motivato da alcuni pacchetti di stimoli messi a punto o che saranno messi a punto (vedi il caso degli USA) dagli Stati.
Nell’auto, Toyota sta predisponendosi per produrre in toto le batterie dei propri vecioli. In tal senso, una società del gruppo, Toyoda Gosei, ha, allo scopo, investito 12 miliardi di yen per l’apertura di una fabbrica nella Prefettura di Mie. L’azienda, intanto, ha chiuso il 2020 conquistando, per la prima volta negli ultimi cinque anni, il primo posto globalmente in termini di veicoli venduti: 9.530.000 (ma 11.300.000 contando i marchi Hino e Daihatsu) de quali 2.160.000 in Giappone ed il resto sul mercato estero. L’azienda ha prodotto 9.210.000 autovetture: -14,1% rispetto al 2019.
Tra i concorrenti, Volkswagen ha venduto 9.310.000 vetture e l’alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi 7.800.000.
Anche Nissan punta decisamente sull’elettrico. La società che fu di Carlos Ghosn ha annunciato che produrrà entro il 2030 soltanto veicoli elettrici o ibridi. Sempre Nissan ha annunciato il ritiro di 354.000 SUV Pathfinder per alcuni problemi sulle luci di stop.
Sempre nell’industria, il ministro Hiroshi Kajiyama ha chiesto a Taiwan di spendersi per rafforzare la propria produzione di semiconduttori la cui richiesta è aumentata anche in relazione allo sviluppo delle tecnologie 5G e di una ripresa delle vendite nel settore auto.
Nel 2020 la produzione industriale nipponica è calata del 10,1% rispetto al 2019 e ciò ha avuto un riflesso anche sulla disponibilità di posti di lavoro che, con 1.18 (cioè per ogni 100 persone che cercano lavoro vi sono 118 posti disponibili) ha registrato il calo più forte dal 1975 (il dato più basso, con 1.09 è stato invece quello registrato nel 2014). La disoccupazione è stata del 2,8%: lo 0,4 in più rispetto al 2019 ed il primo aumento di questo dato dal 2009.
In termini assoluti i disoccupati sono cresciuti di 290.000 unità per complessive 1.910.000 persone. Calato di 480.000 unità (per totali 66.760.000 persone) il numero di occupati.
Tra gli occupati 20.900.000 persone sono precari o lavoratori a tempo parziale mentre 35.390.000 sono lavoratori a tempo pieno (rispettivamente -750.000 e +360.000 rispetto al 2019).
Record dal 1968, anno dal quale sono disponibili questo tipo di dati, nel numero dei licenziati: +800.000 per complessivi 2.560.000 lavoratori. Ben 290.000 lavoratori in meno conta il settore della ristorazione e dei servizi alberghieri (che a fine 2020 impiegava quindi 3.910.000 persone).
Proprio gli hotel, secondo dati resi noti venerdì scorso dall’Agenzia per il Turismo, hanno registrato un tasso di occupazione delle stanze del 48,6% in meno rispetto al 2019. In totale si sono avute 306.180.000 notti: il dato più basso dal 2007 e cioè da quando questo tipo di dati sono disponibili.
Nel settore aereo, uno dei più colpiti dalla crisi, ANA Holdings ha annunciato, lo scorso martedì, lo stop, a partire da fine marzo, a 16 rotte internazionali a causa della scarsa domanda prodotta dalla pandemia. L’azienda offrirà, l’annuncio è di martedì, due anni di aspettativa non retribuita (sarà corrisposto soltanto un incentivo di 200.000 yen) ad un certo numero di dipendenti (potenzialmente 15.000) al fine di ridurre le spese in attesa che lentamente il mercato dei voli riprenda a crescere.
Venerdì scorso la società ha riportato, per il periodo aprile-dicembre 2020, perdite nette pari a 309,58 miliardi di yen. Calate del 93,6% le entrate dai voli internazionali (il numero dei passeggeri si è ridotto del 95,9% per complessivi 321.000 passeggeri).
Altro settore particolarmente colpito dalla pandemia è quello dell’intrattenimento. Oriental Land, società che gestisce il parco divertimenti di Tokyo Disney ha riportato per gli ultimi nove mesi del 2020 perdite pari a 28,7 miliardi di yen.
Anno peggiore di sempre, almeno dal 1955 (anno dal quale iniziano le statistiche), per i cinema. Lo scorso anno sono stati staccati 106.140.000 biglietti per entrate complessive pari a 143,29 miliardi di yen: -45,1% rispetto al 2019.
Nell’editoria, le vendite dei periodici sono calate nel 2020 dell’1% per complessivi 1.220 miliardi di yen. Il calo, il più contenuto dal 2006, è stato ridotto nella sua ampiezza grazie alle vendite del fumetto Demon Slayer (che ha venduto quasi 4 milioni di copie). Cresciute le vendite di ebook (che hanno raggiunto il 24,3% del totale) e di libri: il settore complessivamente ha registrato un +4,8% per complessivi 1.620 miliardi. A fornire i dati è stato l’Istituto di Ricerca sull’Editoria di Tokyo.
Nel commercio estero, lo Stato di Israele ha rimosso, nella settimana appena conclusa, le restrizioni alle importazioni di alimenti dal Sol Levante introdotte dopo la catastrofe di Fukushima. Israele aveva limitato le importazioni di cereali, frutti di mare e funghi provenienti dalle Prefetture di Gunma, Chiba, Tochigi, Miyagi e Iwate.
Nell’abbigliamento, il museo del Louvre ha raggiunto un accordo con Uniqlo per la produzione di magliette che saranno poi vendute, per adesso online, dal negozio del museo.
“Sono onorato di questa collaborazione. […] Ci auguriamo che la nostra collaborazione con il museo possa consentire a quante più persone di sperimentare e apprezzare la bellezza universale dei capolavori presenti nella sua collezione” ha affermato l’amministratore delegato di Fast Retailing, società proprietaria del marchio Uniqlo, Tadashi Yanai.
(con informazioni di louvre.fr; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; shionogi.com; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di Amagase da Wikimedia Commons: presenza militare USA a Okinawa
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.