Sono 66 i casi di positività al Sars-Cov-2 registrati a Tokyo, centro dove l’infezione è più presente (26.000 i casi in città dall’inizio dell’emergenza), al cinque ottobre. In settimana si sono avuti 177 casi martedì, 142 mercoledì, 248 giovedì, 203 venerdì, 249 sabato.
Sono 28, invece, le soldatesse nipponiche, in servizio presso la base di Camp Asaka, trovate positive al virus. Le militari, provenienti da 16 diverse Prefetture, avrebbero contratto l’infezione nel corso di una festa.
Ripresi in settimana i voli tra Giappone e Corea del Sud ma la possibilità di partire sarà accordata soltanto a coloro che hanno esigenze lavorative. Coloro che avranno necessità di trattenersi per brevi periodi non dovranno osservare la quarantena di 14 giorni purché nelle settantadue ore precedenti all’arrivo a destinazione abbiano effettuato un test, con esito negativo, volto ad accertare la presenza del Sars-Cov-2.
“Il programma di accesso facilitato aiuterà gli imprenditori dei due Paesi nella costruzione di legami d’affari” si legge in un comunicato della confindustria sudcoreana la quale sottolinea come “le restrizioni all’ingresso sono state un ostacolo importante per le loro attività commerciali”.
Martedì Suga ha avuto un colloquio con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per discutere di cooperazione sul fronte dello sviluppo e della distribuzione di vaccini contro il nuovo Coronavirus mentre il giorno seguente il premier nipponico ha fatto il punto con l’omologo italiano Conte. Si è trattato del primo colloquio tra i due capi di governo dall’insediamento del gabinetto Suga.
Il Sol Levante si è intanto impegnato a contribuire con 130 milioni di dollari all’alleanza per un accesso equo al vaccino contro il Sars-Cov-2.
Frattanto, un’inchiesta condotta dall’associazione edochiana Bond Project su 1.000 donne tra i dieci ed i ventinove anni che vivono situazioni di fragilità, ha mostrato come il 90% di esse abbia visto un aggravamento dei propri problemi mentali o fisici a causa della pandemia e circa il 70% ha mostrato intenzioni suicidarie mentre il 61% delle rispondenti si sono mostrate preoccupate circa la propria situazione reddituale.
La pandemia sta colpendo duramente anche l’istruzione. L’Università di Tokyo ha reso noto, lo scorso giovedì, che emetterà 20 miliardi di euro di titoli di debito al fine di coprire le spese di una serie di progetti.
A partire dal 16 ottobre, quando l’ateneo inizierà a collocarli sul mercato, l’Università arriverà ad un’esposizione debitoria superiore ai 100 miliardi di yen. I titoli saranno a scadenza quarantennale ed il tasso d’interesse sarà dello 0,823%.
Nel welfare, l’Esecutivo lancerà a breve un’inchiesta volta a comprendere quanti minori si trovano nella situazione di dover assistere un familiare malato o disabile con pregiudizio, in primo luogo, dello studio. Inchieste simili sono già state realizzate in passato ma si sono limitate a singoli territori.
In politica interna, continua a far discutere il rifiuto da parte del Governo di nominare sei dei centocinque nomi presentati dal Consiglio delle Scienze per il rinnovo di metà dei propri membri. Di “rifiuto che non ha precedenti sovrapponibile al periodo prebellico, quando la maggior parte degli studiosi partecipò alla guerra e fece carriera nella guerra” ha parlato il professore emerito dell’Università di Nagoya Shoji Sawada, intervenuto ad un volantinaggio promosso dal Partito Comunista nel capoluogo della Prefettura di Aichi.
“È chiaro che il governo Suga è pericoloso quanto quello Abe. Il suo scopo è quello di eliminare gli studiosi che si oppongono alla guerra. Si ritiri questo provvedimento illegale” ha affermato il parlamentare comunista Yukihiro Shimazu.
Frattanto secondo un’interpretazione emessa dall’Ufficio Legislativo del Governo nel 1983 e ritrovata negli archivi da giornalisti del periodico del PCG Akahata, la nomina da parte dell’Esecutivo degli accademici sarebbe un puro atto formale e non vi sarebbe dunque la possibilità da parte del gabinetto di sindacare sui nomi proposti dal Consiglio come invece sostenuto dal segretario generale del Gabinetto Kato.
“Dalla legge emerge con chiarezza che gli accademici siano nominati sulla base della proposta e non vi è una discrezionalità. È chiaro che il testo della legge è scritto in maniera tale che il Presidente del Consiglio non possa sindacare sui nomi e ritengo che si tratti di un atto illegale” ha dichiarato il presidente del Partito Costituzionale Democratico Yukio Edano.
La vicenda “non ha nulla a che fare con la libertà accademica” ha affermato, lunedì scorso, il premier Suga difendendo la propria scelta. Suga ha precisato che posizioni politiche espresse dagli accademici “non sono in alcun modo correlate” con la mancata nomina ma non ha fornito alcuna altra motivazione per una scelta senza precedenti nel Giappone democratico.
Il 7 ottobre si è svolta a Tokyo una manifestazione di protesta di fronte agli uffici dell’Esecutivo. “Questa è una questione che coinvolge non soltanto il mondo accademico giapponese ma l’intera popolazione. Non dovremmo mai cedere al governo l’indipendenza del Consiglio delle Scienze o il diritto di selezionarne i membri” ha affermato alla manifestazione Ryuichi Ozawa, professore di diritto costituzionale presso l’Università Jikei di Tokyo ed uno degli esclusi.
“Il governo ha sostenuto che l’interpretazione non sia cambiata ma ciò non è vero” ha affermato Edano il medesimo giorno rimarcando come la tradizionale interpretazione legislativa era quella che vedeva nella nomina da parte del premier dei membri del Consiglio una pura formalità.
“Il rifiuto alla nomina viola la libertà accademica garantita dall’articolo 23 della Costituzione ed in ultima analisi mina gli interessi del popolo” ha affermato, in una dichiarazione ufficiale, Yuko Tanaka, Presidente dell’Università Hosei, la stessa nella quale si è laureato Suga.
“Posso solo dire che è sbagliato. Non può adempiere alla sua responsabilità di primo ministro senza fornire le ragioni del rifiuto” ha affermato Seigo Hirowatari, ex Presidente del Consiglio delle Scienze, sentito in parlamento su richiesta dell’opposizione.
“Qualora il primo ministro rifiutasse la nomina dei candidati applicando criteri di selezione diversi da quelli adottati del Consiglio sarebbe una violazione della legge che disciplina l’organismo” ha sostenuto un altro ex Presidente, Takashi Onishi.
In ambito amministrativo, nel corso di una riunione di un tavolo consultivo del Governo sulle riforme amministrative, il capo del Governo ha proposto che si stabilisca una minore diffusione dell’uso dell’hanko (un tipo di timbro). La mossa, inutile dirlo, va incontro alle raccomandazioni degli esperti che invitano a digitalizzare il più possibile le procedure per la legalizzazione di atti al fine di non incentivare i contatti fisici.
Attualmente l’hanko è usato su circa 10.000 tipi di atti diversi e, secondo quanto affermato dal ministro titolare della materia Taro Kono, nel 90% dei casi sarebbe eliminabile. L’uso del timbro potrebbe essere eliminato sugli atti di matrimonio e divorzio, secondo quanto affermato dalla ministra della Giustizia Kamikawa.
In politica estera, il Ministero degli Esteri di Tokyo ha emesso una nota di protesta all’indirizzo della Repubblica Popolare Cinese per l’inclusione, effettuata da un museo digitale, delle Isole Diaoyutai/Senkaku come parte del territorio cinese.
Il giorno successivo il titolare degli Esteri del Sol Levante, Toshimitsu Motegi, ha incontrato, nella capitale nipponica, l’omologo statunitense Pompeo per ribadire i legami militari e politici tra le due nazioni i quali sono “base di sicurezza e prosperità”.
Il premier Suga ha avuto, invece, un colloquio telefonico, lo scorso lunedì, con l’omologo francese Macron volto a rafforzare i legami bilaterali e, non stupirà questa vera e propria ossessione nipponica, a garantire “un’area indo-pacifica libera ed aperta” e cioè, nel concreto a contestare punto su punto la proiezione cinese in Asia.
Per un contenimento della presenza cinese sta lavorando anche il parlamentare liberaldemocratico Keiji Furuya, responsabile del consiglio consultivo parlamentare Giappone-RdC il quale ha richiamato la necessità di una maggiore cooperazione con Stati Uniti e Taiwan.
Il contenimento della Cina è stato anche al centro dell’incontro tra Motegi e Suga per il Giappone, il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar, l’omologo statunitense Pompeo e quello australiano Marise Payne. Si è trattato della prima riunione di questo formato (denominato “Quad”) svoltasi in presenza dall’inizio della pandemia.
Di “malevola attività cinese nella regione” hanno parlato, nel loro colloquio a due, i ministri di USA ed Australia.
“Negli ultimi anni l’ordine internazionale esistente è stato messo in discussione in varie aree. Lo scoppio del COVID-19 sta accelerando questa tendenza. Le nostre quattro nazioni credono nei valori fondamentali della democrazia, dello stato di diritto e della libertà economica. Crediamo di avere una responsabilità regionale e condividiamo l’obiettivo di rafforzare un ordine internazionale che sia libero, aperto e basato sulle regole. L’iniziativa per una area indo-pacifica libera ed aperta gioca un ruolo importante per il raggiungimento di questo obiettivo” ha dichiarato Motegi al termine del vertice.
L’incontro è stato anche l’occasione per Motegi per discutere con Payne circa una ripresa dei voli nonché per un colloquio con Jaishankar al quale il titolare degli Esteri di Tokyo ha chiesto un’accelerazione sulla linea ferroviaria ad alta velocità Mumbai-Ahmedabad. La linea, circa 500 chilometri, sarà completata nel 2028 e cioè cinque anni dopo rispetto al progetto iniziale. La tecnologia scelta dall’India per far viaggiare i treni sarà la nipponica shinkansen.
Nella medesima giornata, titolare della diplomazia nipponica ha comunicato che visiterà la Mongolia e che avrà colloqui con l’omologo e con il presidente Khaltmaa Battulga per discutere di Corea del Nord. Giappone e RPDC non hanno rapporti diplomatici e comunicano utilizzando la Cina o la Mongolia.
Nel corso dell’incontro, svoltosi lo scorso venerdì, Motegi ha offerto un prestito da 25 miliardi di yen per aiutare la nazione asiatica ad affrontare le conseguenze economiche della pandemia.
In chiusura di settimana il ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese, Wang Yi, ha confermato la propria disponibilità a recarsi presto in Giappone e Corea del Sud sottolineando lo “sviluppo positivo” delle relazioni con questi due Paesi le cui economie, al netto delle isterie nazionaliste, sono legatissime a quella cinese.
Nella difesa, il neoministro Nobuo Kishi ha avuto, mercoledì scorso, un colloquio con l’omologo statunitense Mark Esper nel corso del quale i due hanno discusso di alternative al sistema antimissilistico Aegis dal quale i nipponici hanno comunicato mesi fa l’uscita.
Il medesimo giorno, il governatore della Prefettura di Okinawa Denny Tamaki ha rinnovato al premier Suga la richiesta di uno stop ai lavori della costruzione della base a stelle e strisce di Henoko (Nago).
Kishi ha poi avuto uno scambio di vedute, il primo dalla sua nomina, con il capo delle forze armate USA nell’Arcipelago, il tenente generale Kevin Schneider il quale si è detto soddisfatto dalla cooperazione tra i due Paesi. Il ministro ha ribadito che il trasferimento della base USA di Ginowan nel sito di Nago è “l’unica soluzione”.
Sul nucleare, i sindaci di Kamoenai e di Suttsu nelle Prefettura di Hokkaido hanno annunciato che daranno il via libera agli studi circa la possibilità di realizzazione di un deposito per scorie nucleari nel proprio territorio. La mossa dovrebbe portare nelle casse dei due comuni entrate sicure ma è osteggiata da una parte della popolazione.
Venerdì scorso, il sindaco di Suttsu, Haruo Kataoka, ha ufficialmente depositato la richiesta per realizzare un sito di stoccaggio. Gratitudine è stata espressa dal presidente dell’Organizzazione per la Gestione dei Rifiuti Nucleari Shunsuke Kondo che ha parlato di “atto coraggioso”.
“Ci sforzeremo al massimo affinché la popolazione comprenda” ha dichiarato il ministro all’Economia, Industria e Commercio Hiroshi Kajiyama.
Rimanendo in questo campo, nella settimana appena trascorsa Hiroshi Kishi, Presidente delle Federazione Nazionale delle Cooperative di Pesca (JF Zengyoren), organizzazione fino a non molto tempo fa avente uno statuto semipubblico (era necessario iscriversi ad una cooperativa prefettizia per poter ottenere una licenza per la pesca costiera), si è fatto portavoce della contrarietà del mondo ittico al rilascio in mare delle acque radioattive attualmente stoccate all’interno dell’ex impianto di Fukushima.
“Si diffonderebbero inevitabilmente voci e complessivamente coloro che operano nel settore della pesca sono assolutamente contrari al rilascio in mare” ha affermato, l’8 ottobre, Kishi.
In economia, dicasteri ed agenzie nazionali hanno compilato richieste, volte ad essere incluse nel bilancio di previsione per il prossimo anno fiscale, pari a 105.410 miliardi di yen (oltre 845 miliardi di euro).
Quasi 33.000 miliardi sono stati richiesti dal Ministero del Lavoro e della Solidarietà Sociale (gran parte sono, ovviamente, spese pensionistiche), mentre la Difesa ha chiesto la cifra record di 5.490 miliardi. La cifra chiesta dal dicastero oggi guidato dal fratello di Abe smentisce totalmente gli auspici, risalenti ad alcuni mesi fa, di Taro Aso il quale aveva sottolineato che esigenze di bilancio suggerivano una politica militare più sobria.
In crescita, stando ai dati diffusi dall’esecutivo giovedì, i sentimenti degli operatori economici cosiddetti “sensibili” (lavoratori della ristorazione, tassisti ecc.). L’indice è salito a settembre di 5,4 punti rispetto ad agosto toccando quota 49,3.
Il medesimo giorno la Banca del Giappone ha migliorato, nel proprio rapporto periodico sulle economie regionali, le prospettive di otto delle nove regioni statistiche nelle quali è diviso il Paese. Le condizioni rimangano “gravi” ma quasi tutte le regione “hanno iniziato ad avere e mostrare segni di ripresa”.
Sempre in settimana la BOJ ha comunicato che il prossimo anno inizierà uno studio di fattibilità sull’uso di criptovalute. “La Banca ritiene importante prepararsi accuratamente a rispondere ai cambiamenti” si legge in un comunicato. L’istituto di emissione non prevede però, come hanno già fatto altre banche centrali, l’emissione in proprio di una criptovaluta.
Per ciò che concerne il surplus commerciale esso è sceso ad agosto dell’1,5% per complessivi 2.100 miliardi di yen.
Le esportazioni sono scese del 15,5% (5.120 miliardi di yen) con una lieve ripresa dopo il -19,6% a luglio e il -25,1% a giugno. Diminuite anche le importazioni: -22,0% (4,71 trilioni di yen). Il dato sulle importazioni è in gran parte dovuto al crollo dei prezzi del petrolio.
Sui consumi, la spesa delle famiglie è scesa ad agosto del 6,9% rispetto allo stesso mese del 2019. La media in termini assoluti per i nuclei composti da due o più componenti è stata pari a 276.360 yen. Si tratta dell’undicesimo dato consecutivo con il segno meno.
Tra le spese maggiormente in calo vi sono stati, ovviamente, gli acquisti di pacchetti turistici (-87,3%), dei biglietti ferroviari (-79%) e di quelli aerei (-95,9%), dei consumi al bar (-64,7%) e dell’acquisto di vestiti e scarpe (-20,2%).
Nell’energia, Tokyo Gas ha stretto un accordo con la filippina First Gen con il quale si realizzerà un terminale per il gas naturale liquefatto che avrà sede nell’isola di Luzon. La società nipponica ha acquistato per 300 milioni di dollari il 20% del progetto.
Nel trasporto aereo, dopo oltre sette mesi di stop, Singapore Airlines ha annunciato, martedì scorso, la ripresa dei voli con Fukuoka per il 5 novembre.
Il giorno precedente ANA Holding, dopo sei mesi di stop, aveva annunciato, invece, la ripresa dei voli verso le Hawaii a partire dal 19 ottobre.
Un’uscita dal mercato nipponico, dal prossimo 5 dicembre, è stata invece comunicata dalla malese AirAsia, compagnia low cost che ha la propria base nella Prefettura di Aichi.
Rimanendo nei trasporti, ma spostandosi su quelli ferroviari, lo scorso martedì Toyota Motor, le Ferrovie del Giappone (che investiranno 4 miliardi di yen) e Hitachi, hanno comunicato la volontà di sviluppare congiuntamente treni mossi da idrogeno. Le tre aziende prevedono già i primi test, sulle linee Tsurumi e Nambu, già nel marzo 2022.
Toyota e Hino, intanto, si sono impegnate allo sviluppo di batterie per camion elettrici da impiegare negli Stati Uniti.
Sull’automazione, a Kamikoani, comune di 2.200 abitanti nella Prefettura di Akita, il prossimo mese compirà un anno il veicolo semi-autonomo, sviluppato da Yamaha Motor, che opera come pullman per trasportare la popolazione da una frazione all’altra. Si tratta del primo mezzo di questo tipo in servizio attivo e non sperimentale.
Sempre in questo campo, mercoledì scorso nella capitale, il Gruppo Poste del Giappone ha presentato alla stampa un robottino a guida autonoma che avrà, nelle intenzioni della società, il compito di consegnare la corrispondenza. Il mezzo, denominato DeliRo, è progettato dalla ZMP ed è stato già sperimentato su strada ad Hokkaido ed il 18 settembre nella capitale. DeliRo può trasportare 30 chilogrammi di posta e viaggiare ad una velocità di 6 chilometri orari.
Nella pesca, il Sole Levante nell’ambito della Commissione per la Pesca nel Pacifico Occidentale e Centrale ha cercato di aumentare la quota di tonno pinna blu catturabile del 20%. L’organismo aveva approvato, nel 2017, la riduzione del 20% entro il 2034 al fine di poter favorire il recupero della popolazione ittica.
Stando alle stime, le misure di protezione hanno parzialmente avuto effetto: si è passati da una biomassa ipotizzata pari a 10.837 tonnellate nel 2010 a 28.000 nel 2018 ma il dato è immensamente più basso delle 62.784 stimate nel 1995.
Nell’intrattenimento, aprirà ad Osaka, nella primavera 2021, un parco a tema dedicato ai giochi Nintendo. Il parco, costato 568 milioni di dollari, doveva essere aperto nell’estate appena trascorsa in concomitanza con le Olimpiadi.
Rimanendo in questo campo, sono oltre 140 i nuovi prodotti frutto della collaborazione tra Disney Japan e le aziende artigianali di Kyoto vittime, come tutte le attività artigianali, di un calo di interesse verso questo tipo di produzioni.
Chiudendo con il settore finanziario, il colosso Sumitomo Mitsui Banking ha comunicato, il 7 ottobre, che inizierà a far pagare delle commissioni sui clienti tra i 18 ed i 74 anni che apriranno un conto a partire dall’aprile 2021 e che non utilizzano i servizi bancari mediante internet. Il costo di tenuta conto sarà di 1.100 all’anno. La mossa si colloca nell’ambito di una politica di taglio dei costi e dunque delle filiali.
(con informazioni di mea.gov.in; state.gov; global.toyota; tokyo-gas.co.jp; yna.co.kr; aninews.in; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi,com; )
Immagine 内閣官房内閣広報室 (dettaglio) da Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.