Settimana iniziata con una serie di record negativi legati alla pandemia destinati, con ogni probabilità, a crescere. Al principio della settimana appena trascorsa il numero dei casi di infezione da COVID-19 aveva superato la soglia dei 3.000 (saliti, giovedì, a 4.768) mentre i deceduti erano arrivati a 100. Il 60% dei casi ed il 70% dei deceduti sono di sesso maschile.
L’emergenza è quindi diventata anche sanitaria con Kaori Muto, docente di sociologia medica all’Università di Tokyo e membro del tavolo consultivo messo in piedi da governo per affrontare l’emergenza, che ha iniziato a mostrare preoccupazioni per la tenuta dei reparti di terapia intensiva. “È estremamente difficile prendere la decisione su chi assistere in via prioritaria dato che la scelta spetta al solo medico. Dobbiamo essere preparati anche emotivamente” ha commentato il docente mostrando come, in sostanza, tutti i temi già affrontati nel nostro Paese sono oggetto di discussione, con qualche settimana di ritardo, anche nell’Arcipelago.
Oltre ai ventilatori polmonari, gli esperti di terapia intensiva del Paese ripongono grandi speranze nelle apparecchiature ECMO, ma esse sono appena 1.400: un numero ritenuto insufficiente.
Sul fronte degli antivirali non è esclusa, stando ad indiscrezioni apparse sulla stampa, la triplicazione delle scorte di Avigan, farmaco prodotto da Fujifilm Holding e del quale il Sol Levante dispone in una quantità bastevole a 700.000 pazienti.
Il 7 aprile è stato
finalmente dichiarato lo stato di emergenza nelle prefetture di
Tokyo, Kanagawa, Chiba, Saitama, Osaka, Hyogo e Fukuoka. La
dichiarazione, valida fino al 6 maggio, consentirà ai Governatori
delle Prefetture interessate di imporre misure restrittive per le
scuole ed altri luoghi pubblici.
“Non pianifichiamo di
portare avanti una chiusura simile a quella di altre nazioni e
manterremo il più possibile servizi come i trasporti pubblici che
sono necessari alla nostra economia ed alla nostra società” ha
dichiarato Abe annunciando la misura.
La decisione del governo è
giunta “troppo tardi” per il presidente del Partito
Costituzionale Democratico Yukio Edano e parole identiche sono state
usate dall’omologo del Partito Democratico per il Popolo Yuichiro
Tamaki. Che la dichiarazione sia stata fatta in ritardo è stato
anche il giudizio di Hiroaki Nakanishi, Presidente di Keidanren.
La
dichiarazione è giunta tardi anche per il mondo scientifico. “Avevo
chiesto al governo di rispondere con decisione e rapidità alla
pandemia: finalmente lo hanno fatto” ha commentato amaramente
Yoshitake Yokokura, capo dell’Associazione Medica del Giappone. Di
decisione presa “con due settimane di ritardo” ha parlato
Tetsuya Matsumoto, docente di malattie infettive presso l’Università
Internazionale di Salute e Welfare.
Perplessità sono
state sollevate prevalentemente dai partiti dell’opposizione per la
mancata inclusione della Prefettura di Aichi, seconda per deceduti
soltanto a Tokyo, nella dichiarazione dello stato di emergenza. Il
ministro Nishimura, intervenuto alla seduta del 7 aprile della
Commissione competente della Camera dei Consiglieri, ha sostenuto che
lì il tasso di contagiati è raddoppiato in 23 giorni e che dunque
l’esecutivo non ha ritenuto utile includerla tra quelle nelle quali
si è proclamato uno stop.
Takashi Kawamura, sindaco di Nagoya,
il medesimo giorno ha sostenuto che chiederà l’inclusione della
propria città nello stato di emergenza ed altri sindaci hanno
mostrato i medesimi dubbi circa le scelte del governo.
Lo scorso
giovedì il Governatore, Hideaki Omura, ha avanzato formale richiesta
di inclusione del proprio territorio nella dichiarazione dello stato
d’emergenza e predisposto una propria dichiarazione entrata in vigore
il 10 aprile.
Nella Prefettura, il 7 aprile, 100 agenti di
polizia sono entrati in isolamento fiduciario dopo che un cluster è
stato individuato in una palestra di arti marziali nella quale si
allenavano.
Venerdì mattina il Portavoce dell’esecutivo ha
affermato che il governo dovrà sentire gli esperti prima di decidere
se includere o meno la Prefettura nella dichiarazione.
Il medesimo giorno
il Governatore di Kyoto, Takatoshi Nishiwaki, ed il sindaco del
capoluogo, Daisaku Kadokawa, hanno rivolto al governo la stessa
richiesta avanzata dalla Prefettura di Aichi.
Nel pomeriggio del
10 marzo, seguendo l’esempio di Aichi, anche i Governatori di Gifu e
Mie hanno emesso proprie dichiarazioni anche se esse sono
necessariamente meno coercitive della, già blanda, dichiarazione
predisposta dal governo centrale.
Nella Prefettura di Yamanashi,
confinante con Kanagawa e Saitama, il Governatore, Kotaro Nagasaki,
si è fatto portavoce delle preoccupazioni degli abitanti della
Prefettura per il rischio che molti residenti delle Prefetture sotto
stato d’emergenza si riversino in altre località per non incontrare
i disagi del blocco.
Un appello a non recarsi nella Prefettura
in vacanza è giunto dal governatore di Okinawa Denny Tamaki.
Nell’economia della Prefettura il turismo riveste un ruolo importante
ma “proteggere la vita e la salute degli abitanti di Okinawa è
la priorità” ha affermato Tamaki lo scorso otto aprile. A
quella data la Prefettura contava 39 positivi.
Una richiesta
identica è stata rivolta dai Governatori di Hokkaido e Iwate,
quest’ultima Prefettura, all’otto aprile, non aveva nessun caso di
contagio accertato.
Diverse le
associazioni di volontariato che si stanno facendo carico dei
senzatetto ma anche di lavoratori precari rimasti senza reddito a
causa del crollo degli arrivi turistici per la chiusura di attività
ricreative fornendo loro mascherine e cibo tanto a Tokyo quanto a
Nagoya.
Migliaia sono anche gli edochiani che rischiano di
finire in strada qualora agli internet cafè nei quali
abitano, e che offrono loro delle stanze a basso costo nonché bagni
e docce comuni, venisse chiesto di chiudere. “Le persone,
comprese le vittime di violenza domestica o coloro che non hanno un
posto in cui si sentono al sicuro, spesso finiscono negli internet
cafè. Qualora si chiedesse a queste
aziende di chiudere temporaneamente le strutture ricettive dovrebbero
essere assicurati altri luoghi destinati a queste persone” ha
messo in guardia Kaori Muto, docente all’Istituto di Scienze Mediche
dell’Università di Tokyo.
Nella capitale, intanto, l’albergo
Toyoko Inn Tokyo-eki Shin-ohashi Mae è stato preso in affitto dalla
Prefettura Metropolitana per ospitare i pazienti contagiati dal virus
ma che mostrano sintomi tali da non richiedere
l’ospedalizzazione.
Attivata dall’associazione AMDA una linea
telefonica in otto lingue destinata a fornire informazioni di
carattere sanitario agi stranieri presenti nel Paese.
Richiesta dalla
Governatrice di Tokyo la chiusura di bar e ristoranti alle otto di
sera mentre, anche nella capitale, i barbieri non subiranno altre
restrizioni se non quelle date dal distanziamento sociale.
Sabato
mattina il premier ha confermato che i Governatori potranno chiedere
alla gente di non recarsi nei bar e nei locali notturni ma non è
prevista per essi alcuna chiusura obbligatoria.
Oltre 11.000 dall’inizio dell’emergenza le telefonate ricevute dal Centro Nazionale che si occupa della tutela dei consumatori per segnalazioni di truffe o tentate tali. Si tratta per la maggior parte di tentativi di truffa ai danni degli anziani (richiesta di dati bancari con la scusa di accredito degli aiuti stanziati dal governo o tentativi di introdursi in casa). Diversi anche i casi segnalati di pedofili che hanno tentato di avvicinarsi a bambini sostenendo che dovevano eseguire su di essi test medici.
Sospesa a Fukushima l’assurda esposizione al pubblico della torcia olimpica prevista per il 7 aprile. Il simbolo dei Giochi avrebbe dovuto essere esposto per un periodo imprecisato all’interno di una struttura calcistica.
Rimandate a data da destinarsi anche le cerimonie imperiali previste per il 19 aprile (e già destinate ad essere svolte a porte chiuse) del Rikkoshi no rei. La cerimonia serve a sancire il ruolo di Akishino come nuovo principe ereditario dopo l’avvenuta intronizzazione di Naruhito.
Nel contrasto al
virus non si arrestano, anche nella settimana appena trascorsa, le
speranze sull’antivirale Avigan. Il ministro degli Esteri Motegi ha
dichiarato, lo scorso 7 aprile, che il farmaco, prodotto dalla
giapponese Fujifilm Holding, sarà inviato gratuitamente in 20
nazioni: tra esse l’Iran, Paese colpito oltreché dal virus anche
dalle sanzioni statunitensi.
Motegi ha anche annullato la
conferenza stampa di venerdì mattina (la stessa è stata spostata al
pomeriggio) a causa dei contatti, anche se non stretti, avuti con un
funzionario del Ministero risultato positivo al test.
Sviluppata
e presentata alla stampa dall’Università di Gunma e dall’azienda
manifatturiera Meisei Industry, un tipo di mascherina provvisto di un
foglio di rame che sarebbe in grado di fermare meglio il virus.
Il
Ministero della Salute ha anche autorizzato l’invio di ricette per
email ed i consulti telefonici al fine di ridurre i rischi di
propagazione del virus nelle strutture ospedaliere e tra i medici. Il
servizio sarà soltanto parzialmente coperto dall’assicurazione
pubblica.
Uscendo dall’emergenza Coronavirus e tornando alla cronaca: è stato condannato a cinque anni di carcere Hisashi Takahashi, un contadino di 83 anni della Prefettura di Iwate. Lo scorso 10 dicembre l’uomo aveva sparato all’ex ministro dell’Agricoltura Tokuichiro Tamazawa ferendolo alle gambe. A generare l’odio nell’uomo una vicenda di denaro non legata alla politica.
Frattanto, nella
settimana appena trascorsa il sindaco di Akiota (Prefettura di
Hiroshima), Shinji Kosaka, ha rassegnato le proprie
dimissioni.
L’uomo aveva reso noto di aver ricevuto, dopo un
primo rifiuto, una busta di denaro – che avrebbe poi versato come
donazione ad un’associazione collaterale al partito – dall’ex
ministro della Giustizia Kawai il quale cercava il supporto
dell’amministratore per dirigere parte dei voti dei conservatori
della zona sulla moglie, Anri, candidata al Senato lo scorso luglio
ed eletta.
Nella Difesa, sarà
scelto entro la fine di quest’anno il socio con il quale sviluppare
congiuntamente il nuovo caccia che manderà in pensione, entro il
2035, gli F-2. Tra le aziende più quotate a lavorare nel progetto vi
sono Lockheed Martin, azienda per conosciuta nel nostro Paese, Boeing
e la britannica BAE Systems.
Per portare avanti il progetto,
all’inizio di questo mese, il Ministero ha creato all’interno
dell’Agenzia per le Acquisizioni, la Tecnologia e la Logistica una
squadra di 30 tecnici.
Sul fronte economico, al fine di mitigare gli effetti della pandemia, il governo ha varato, il 7 aprile, un piano di stimoli da 108.000 miliardi di yen.
Tra le misure vi è un contributo una tantum destinato alle famiglie che hanno dimezzato i propri redditi a causa del virus (ma non è chiaro come tali perdite andranno dimostrate). I contributi alle famiglie ammonteranno complessivamente a 6.000 miliardi di yen mentre i fondi per la gestione dell’emergenza ammontano a 39.500 miliardi.
A copertura del piano vi è, tra le altre misure, l’emissione di titoli di Stato per 14.480 miliardi.
Abe ha comunque respinto la richiesta dell’opposizione, ed in particolare del PCD, di indennizzare le aziende che hanno subito danni anche se esenzioni fiscali sono previste per quelle imprese i cui fatturati sono calati di più della metà a causa del virus (anche se è prevedibile sorgeranno problemi burocratici connessi all’accertamento tanto delle perdite quanto della causa di esse).
“La richiesta del governo di chiudere e gli indennizzi sono due facce della stessa medaglia” ha sottolineato anche Hirofumi Yoshimura, Governatore di Osaka.
“Lo stato di dichiarazione di emergenza, fatto per salvare vite umane, non può essere autorizzato a mettere in pericolo vite e mezzi di sussistenza” ha affermato il segretario del Partito Comunista Akira Koike che insieme al leader del Partito Costituzionale Democratico ha chiesto, nella sostanza, un reddito una tantum per tutte le persone colpite nel reddito dalla pandemia.
“L’ammissibilità [al contributo una tantum ndr] è troppo limitata e applicata ingiustamente. In un momento in cui tutti abbiamo bisogno di incontrarci, questo piano è del tipo peggiore” ha commentato il presidente del PCG Kazuo Shii.
Certo un rallentamento dei consumi che avrà effetti anche sulla produzione. “Il mercato del lavoro subirà una grande pressione” ha dichiarato Hideo Kumano, economista capo al Dai-ichi Life Research Institute. Di “effetti devastanti per l’economia” ha parlato anche Shunsuke Kobayashi del Daiwa Institute of Research.
Il numero dei lavoratori a tempo parziale è già sceso a febbraio dello 0,31% (per una percentuale attestatasi al 31,58% della forza lavoro totale) anche se non è ancora chiaro se vi sia un legame tra questi numeri e la pandemia. Nel medesimo mese si è registrata una crescita del 2,8% rispetto al mese precedente.
Gli ordini nella meccanica sono cresciuti del 2,3% a febbraio ma un calo per marzo appare certo.
Nelle Filippine, frattanto, la quasi certa estensione delle misure di blocco potrebbe portare svariate aziende nipponiche a riconsiderare la propria presenza nel Paese.
Aumentato fino a toccare quota 3.170 miliardi di yen a febbraio: si tratta del dato più alto dal marzo 2018. Il dato è in gran parte dovuto al calo delle importazioni e del prezzo del gas australiano e del petrolio.
Nonostante il piano del governo, Goldman Sachs ha stimato in 25% il calo del PIL per questo trimestre. Le esportazioni potrebbero calare del 60%.
In calo la fiducia dei consumatori: l’indice che misura questo dato ha raggiunto quota 30,9. Si tratta della cifra più bassa dal 2009 ad oggi.
La spesa media delle famiglie è, intanto, scesa a febbraio, ultimo mese disponibile, dello 0,3%.
In termini assoluti la spesa media è stata di 271.735 yen a famiglia.
Nell’energia,
venerdì scorso, il G20 dei ministri competenti, svoltosi in
teleconferenza, ha discusso di un taglio della produzione al fine di
far crescere il prezzo del greggio caduto in queste settimane.
Il
summit non ha però prodotto nulla di significativo rispetto
all’accordo di massima raggiunto il giorno precedente in sede OPEC
che prevede che saranno estratti 10 milioni di barili in meno al
giorno tra maggio e giugno, -8 milioni tra luglio e dicembre e -6 tra
gennaio 2021 ed aprile 2022.
Nella distribuzione
le principali imprese che operano nel settore alimentare nelle sette
Prefetture oggetto dello stato di emergenza, ed alle quali non sarà
richiesto di chiudere, hanno assicurato che continueranno a svolgere
i propri servizi anche se saranno possibili riduzioni di
orario.
Tutte le maggiori catene si stanno comunque adeguando
alle misure limitando gli accessi ai punti vendita e ponendo
separatori alle casse per agevolare il mantenimento della distanza di
un metro.
A ristoranti ed alberghi, invece, la Prefettura di
Tokyo ha già chiesto di chiudere i battenti ma essi non saranno
obbligati a farlo (la catena di caffè lungo Starbucks Coffee ha
annunciato che chiuderà i propri 850 locati situati nelle sette
Prefetture; McDonald’s chiuderà soltanto alcune delle proprie
paninerie mentre in altre saranno operate riduzioni di
orario).
Barbieri e saloni bellezza rimarranno anch’essi aperti
in quanto essi sarebbero “necessari a mantenere
una vita ordinaria” secondo quanto dichiarato dal ministro alle
Politiche Economiche e Fiscali Nishimura. C’è da dire che l’assenza
di sanzioni nei confronti dei cittadini che si trovano fuori senza
una ragione non è certamente un incentivo a che gli stessi evitino
uscite non legate a necessità indifferibili.
Frattanto,
un’iniziativa interessate è stata presa da una cooperativa della
grande distribuzione di Kobe che ha introdotto un orario di apertura
differenziato (30 minuti dopo) per gli anziani al fine di evitare che
essi si accalchino insieme agli altri clienti durante l’orario di
apertura.
Venerdì scorso,
intanto, un’organizzazione sindacale che opera nel colosso della
mobilità Uber ha chiesto all’azienda dispositivi di protezione
individuale per i lavoratori delle consegne ed un’indennità di
rischio di 300 yen ad ordine.
“Stiamo mettendo la nostra
salute in prima linea per l’attività di consegna di cibo
dell’azienda” ha dichiarato in conferenza stampa il
vicepresidente del sindacato Kento Suzuki.
Nonostante
l’emergenza la circolazione ferroviaria operata dalle Ferrovie del
Giappone Orientale prosegue mentre le Ferrovie del Giappone Centrale
hanno tagliato svariate corse degli shinkansen tra Tokyo,
Osaka e Nagoya e lo stesso hanno fatto le Ferrovie del Kyushu.
Un
calo del 33% dei pendolari si è comunque verificato nelle maggiori
aree urbane del Paese a causa della chiusura di molte aziende o del
lavoro da remoto chiesto agli impiegati.
Un calo del 60% dei
passeggeri, rispetto allo stesso giorno del 2019, è stato registrato
da Tokyo Metro l’otto aprile.
Chiusa da domenica 12 aprile una
delle piste dell’aeroporto di Narita: è la prima volta dal 1978 che
ciò accade.
Nell’auto, Nissan,
Mitsubishi e Mazda potrebbero lasciare a casa 20.000 dipendenti
nell’Arcipelago chiedendo loro di prendere le ferie o proponendo
riduzioni dei salari.
All’estero, la sola Nissan prevede di
sospendere temporaneamente 10.000 contratti o prestazioni di lavoro
in aggiunta ai 6.000 posti già tagliati nel Sunderland (Gran
Bretagna) ed i 3.000 in Spagna. Alcuni mesi fa, molto prima che
l’attuale epidemia scoppiasse, Nissan aveva presentato un piano di
riduzione del 10% della propria forza lavoro globale (per un totale
di circa 12.500 persone).
Venerdì scorso Akio Toyoda, numero
uno di Toyota e capo dell’Associazione dei Produttori di Automobili
del Giappone, ha assicurato la volontà del comparto di cooperare nel
bloccare l’infezione e di evitare la perdita di posti di lavoro. “Se
i nostri ospedali saranno riempiti fino al punto di crollo allora il
Giappone non sarà mai in grado di riprendersi” ha affermato
Toyoda nel corso di un vertice dell’associazione nel quale si è
deciso il lancio di un fondo a sostegno di quanti perderanno il posto
a causa della fortissima contrazione nelle vendite.
Possibile,
anche a causa della pandemia, un futuro decollo di quelle aziende che
operano nello sviluppo di macchine azionabili senza contatto con le
mani. L’azienda elettronica NEC, ad esempio, il 23 marzo ha
installato nella propria sede centrale dei tornelli che consentono
l’accesso agli impiegati senza l’uso di cartellini. Anche Fujitec,
azienda che produce ascensori, si è lanciata in questo particolare
settore e da questo mese ha messo in vendita ascensori che si
attivano con i comandi vocali.
Nella telefonia, la piattaforma di vendita e di fornitura di servizi televisivi Rakuten è diventata lo scorso mercoledì anche una compagnia di telecomunicazioni. Il piano tariffario proposto prevede chiamate illimitate e servizio di trasmissione dati a Tokyo, Nagoya ed Osaka (realtà nelle quali Rakuten ha installato propri ripetitori).
Chiudendo con l’esplorazione spaziale, il cosmonauta nipponico Soichi Noguchi tornerà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale utilizzando un vettore della società statunitense Space X anche se non è stata resa nota la tempistica.
(con informazioni di cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di Nakashi (dettaglio) da Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.