Dopo Star Wars 8, Rian Johnson, attingendo da Agatha Christie, produce una spiazzante black comedy in salsa gialla.
Quando nel 2018 uscì Star Wars: Gli Ultimi Jedi, pochissimi pensavano che Rian Johnson riuscisse a ribaltare delle strutture ormai consolidate (per non dire classiche e collaudate). Invece ci riuscì e molti fan della saga creata da George Lucas storsero il naso.
La stessa cosa si può dire per Cena con delitto. Prendendo spunto da vecchi film gialli nati dai libri di Agatha Christie (un esempio è il recente Assassinio sull’Orient Express di Kenneth Branagh), Rian Johnson ribalta tali modelli intrecciando vari temi della società americana, un po’ di umorismo, diverse star del cinema e molti dialoghi stile commedia inglese. Una pellicola se vogliamo diversa e dal gusto sovversivo in versione vintage.
Il cambiamento si avverte nella prima scena: cani lupo che scappano da una villa testimoniano che gli esseri umani possono essere più bestie… delle bestie stesse. E poi si va negli interni: l’inquadratura di una tazza con la scritta “la mia casa, le mie regole, il mio caffè”. L’omaggio a Agatha Christie è servito (il titolo italiano richiama Invito a cena con delitto), ma non c’è solo lei.
Vengono citati autori come Arthur Conan Doyle, Dennis Lehane (Mystic River, Shutter Island), ma anche personaggi televisivi come la Signora in giallo, il Tenente Colombo o CSI.
Il montaggio del film non è lineare, ma vivi di continui salti temporali e, come in Assassinio sull’Orient Express, la scena del delitto viene fatta vedere attraverso l’ottica dei vari personaggi. Sembra di essere quasi in Rashomon di Akira Kurosawa in versione gioco da tavolo stile Cluedo. Il film pare concludersi dopo appena mezz’ora, ma è solo una mera illusione. Il vero gioco della storia è far passare il tempo, capire i vari incastri, il ruolo dei personaggi.
Solo alla fine, quando tutti i pezzi saranno andati a posto, capirete il nesso.
Veniamo al film. Un ricco e rinomato scrittore di gialli, Harlan Thrombley (Christopher Plummer) compie 85 anni. I familiari organizzano la sua festa di compleanno nella sua villa in stile gotico.
Durante questa serata, però accade qualcosa di incomprensibile: il festeggiato viene ritrovato con la gola tagliata. Il suo corpo viene ritrovato dalla giovane infermiera Marta Cabrera (Ana De Armas, già vista in Blade Runner 2049).
La stragrande maggioranza opta per il suicidio, ma iniziano le indagini e ci sono diverse incongruenze. Assieme alla polizia, collabora al caso l’investigatore privato Benoit Blanc (Daniel “007” Craig). Un detective che somiglia a Poirot e a Colombo con accento del sud. Nemmeno lui sa perché è lì. L’unico movente è che qualcuno gli ha lasciato una busta piena di soldi. Iniziano le indagini e tutti i familiari e i collaboratori di Harlan vengono messi sotto torchio. E sotto menzogne nascoste sotto il tappeto, emergono vari indizi con una sceneggiatura che funziona perfettamente come una bomba ad orologeria. Non a caso, il titolo originale del film è Knives Out (ovvero fuori i coltelli).
Blanc nota che ogni familiare non è quasi per niente turbato dalla morte di Harlan. Usando abilmente la metafora della ciambella con il buco che, a sua volta, ha al suo interno un’altra ciambella con buco, Blanc si accorge che c’è qualcosa che non va. Non è che sotto sotto tutti speravano di vivere di rendita con l’eredità dello scrittore?
È proprio il personaggio di Craig il vero mattatore del film insieme alla protagonista vera della storia: l’infermiera Marta Cabrera. Ana De Armas, sguardo angelico e occhi espressivi perennemente sgranati, non è più una novità, è una splendida e brava attrice. Già ai tempi della recensione di Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, avevo intuito che sarebbe andata a ruba. Infatti a novembre la vedremo nel nuovissimo 007 – No time to die. Dove, guarda caso, James Bond sarà interpretato per l’ultima volta da Daniel Craig. È lei il vero antidoto della vicenda: è una giovane donna fragile, decisa, tenace ed intelligente, ma è l’unica a non avere una visione patriarcale. Ma ha un punto debole non da poco: vomita quando dice le bugie.
Tutti gli altri protagonisti, detective e poliziotti esclusi, sono fagocitati dal carisma della figura di Harlan. Nessuno di loro produce, sono sanguisughe avide e passive che vogliono continuare a mantenere un alto tenore di vita senza muovere un dito. Il patriarca Harlan parla più con lei che con i suoi familiari, ma non sa nemmeno di che nazionalità sia. Perché gli immigrati sono immigrati, indipendentemente dalla loro provenienza. Il conflitto razziale e di classe è tangibile in tutta la storia.
Il bersaglio di Johnson sono l’America e i suoi vizi. Accanto a Craig, De Armas e Plummer, ci sono parenti serpenti, finti innocenti a cui piace essere colpevoli di qualcosa. Non a caso sono stati ingaggiati attori carismatici in ruoli minori, ma molto importanti per la riuscita della storia: da Jamie Lee Curtis a Michael Shannon, da Toni Collette a Don Johnson (il Big Daddy di Django Unchained firmato da Quentin Tarantino), passando per Christopher Plummer e Chris Evans. Quest’ultimo è il più spiazzante visto che ultimamente lo abbiamo visto in diversi (forse troppi) cinecomics come I fantastici 4 e nel famigerato ruolo di Captain America di casa Marvel/Disney.
Cena con delitto non sarà sicuramente catalogabile come originale, ma ha il suo innegabile fascino perché sfugge continuamente a generi predefiniti. Un film impeccabile, con una solida sceneggiatura che, senza dubbio, diverte eccome. E alla fine anche un giallo può divenire il più improbabile delle black comedy.
Il merito va a Rian Johnson che, ancora una volta, dimostra che il cinema odierno ha bisogno non necessariamente di originalità, ma di idee. E lui pare averne. Grande successo di pubblico anche in Italia (oltre 5 milioni di euro di incasso). Il sequel è, inevitabilmente, già in cantiere.
Cena
con delitto
****
(USA
2019)
Titolo originale:
Knives
Out
Genere:
Thriller/Commedia nera
Regia e Sceneggiatura: Rian
JOHNSON
Fotografia: Steve YEDLIN
Cast: Daniel CRAIG, Ana DE
ARMAS, Chris EVANS, Christopher PLUMMER, Jamie LEE CURTIS, Michael
SHANNON, Don JOHNSON, Toni COLLETTE
Durata: 2h e 10 minuti
Distribuzione italiana: 01 Distribution
Uscita: 5 Dicembre
2019
Budget: 40 milioni di dollari
Qui
il trailer italiano
La
frase:
“Ognuno
dei parenti ha un possibile movente. Tutti mi hanno mentito.”
Regia
***1/2
Interpretazioni
****
Sceneggiatura ****
Fotografia ****
Immagini 01 Distribution
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.