Nel 2011 il film di Soderbergh profetizzava quello che accade oggi.
Le novità cinematografiche sono sospese in Italia, almeno fino al 3 aprile. Così ho deciso di tirar fuori alcuni film da rivalutare. Uno è questo ed è più che mai attualissimo. Settembre 2011. Il film di apertura della Mostra del Cinema di Venezia era “Contagion” di Steven Soderbergh. All’epoca la pellicola venne bollata come l’ennesima “americanata” sulla pandemia globale. Sulla scia di “Virus letale”, questo thriller però si discosta molto perché è più un racconto morale sulle relazioni umane, affettive e sociali.
La fotografia del film in tal senso rende benissimo l’idea con l’uso del bianco e del giallo desaturati che rendono l’idea di freddezza. Anche lo scheletro narrativo ha un suo perché. È un’abile struttura circolare che porta a farsi una domanda inquietante: ma in America sapevano già tutto allora? Vedendo il finale i dubbi aumentano.
Soderbergh è un regista molto intelligente che ha sempre alternato nella sua carriera film ad alto budget (la trilogia partita con Ocean’s Eleven) passando per storie d’autore come il doppio film su Che Guevara, Traffic, Effetti collaterali, The informant o Panama Papers. Sia a livello di tecnica sia a livello di linguaggio, Soderbergh è un regista che vuole sperimentare. Anche se fa un film su commissione per gli studios. È una qualità rara. Nel 2011 il film fu bollato come “conservatore” perché per lunghi tratti Soderbergh calcava la mano sul blogger alternativo (interpretato da Jude Law) che era legato a loschi movimenti che speculano sulle cure da dare alla gente.
“Contagion” è un’opera corale (con un cast di star come Paltrow, Fishburne, Damon, Cotillard, Winslet e Law non usati con eguale spazio) con diverse voci di gente comune e scienziati che lottano contro un terrificante virus che miete vittime a più non posso. Rispetto al classico film di genere, anche Contagion si può considerare diverso. È un’opera difficile da catalogare e da afferrare. Con l’arrivo del Coronavirus, il film è balzato in testa alle classifiche di vendita soprattutto nei digital store in Cina (ma sta tornando in auge anche in Europa). Pertanto fa effetto rivedere “Contagion” nel 2020.
La patologa veterinaria Tracey McNamara, consulente scientifica che aiutò Scott Z. Burns all’epoca della stesura del copione, ha detto che “se la gente lo sta rivisitando, spero che si rendano conto che il film parlava di quello che può accadere con una nuova minaccia pandemica, e penso che avrebbero dovuto prenderlo più sul serio al momento dell’uscita, perché era un avvertimento rivolto al governo: questo può accadere, e bisogna essere preparati”. Ispirandosi in parte alla vera epidemia di SARS del 2003 e avvalendosi della consulenza di diversi esperti nel campo, Contagion è diventato profetico. Prendete ad esempio l’invito a non toccarsi la faccia con le mani che vale anche oggi con il Covid-19.
Veniamo alla trama. Il film parte dal giorno 2. Beth (G.Paltrow) fa scalo a Chicago, di ritorno da un lungo viaggio di lavoro a Hong Kong. Dopo 2 giorni la donna muore misteriosamente. È l’inizio del contagio. A Chicago, Londra, Parigi, Tokyo ci sono altri morti. Come Beth, avevano tutti febbre alta, tosse, attacchi ischemici ed emorragia cerebrale. Una malattia del tutto simile all’influenza suina. Solo alla fine del film scopriremo da dove viene il virus (questo è l’inquietante). La pandemia è inarrestabile e dilaga il panico in tutto il mondo.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) inizia un percorso per trovare la cura. Il dottor Ellis Cheever (L.Fishburne di “Matrix”) incarica la collega Ally Hextall di indagare sui primi casi di contagio, mentre la dottoressa Leonora Orantes (Marion Cotillard, all’epoca delle riprese incinta di 6 mesi) si reca in Cina per scoprire l’origine della nuova malattia.
Approfittando del panico generale, il blogger cospirazionista Alan Krumwiede (J.Law) diffonde false notizie per curare il virus. L’obbiettivo è approfittare della situazione per fare tanti soldi. Il dottor Ian Sussman (Elliott Gould) riesce a isolare il virus per poi produrre un vaccino su larga scala, mentre la dottoressa Erin Mears (K.Winslet) subisce il contagio. Così mentre Krumwiede diffonde le fake news, i medici cercano di trovare una cura al virus. Il tutto diventa una lotta contro il tempo.
Il ritmo del film è inizialmente lento, ma poi diventa altissimo per dare l’idea dello sviluppo della pandemia inarrestabile.
Ma la cosa che fa impressione è la descrizione della paura annidata nella società: le città in quarantena (come in Cina e non come in Italia) e dove non puoi uscire dalla “zona rossa”, il cibo che scarseggia, l’ostilità verso gli altri considerati potenziali “untori” di manzoniana memoria (in tal senso è efficace Matt Damon), la paura del contatto e dei colpi di tosse. Il perché di tutto ciò arriva prima dei titoli di coda. Non pensate a cose troppo difficili. Ed ecco che gli umani mostrano la loro vera faccia: gli egoismi si accentuano, gli atti di coraggio diminuiscono, la disonestà e lo sciacallaggio aumentano. I legami affettivi, i contatti casuali, le relazioni sociali sono quasi totalmente azzerati.
L’intento di Soderbergh è il realismo (infatti ha scritto la sceneggiatura con qualificati esperti scientifici): basta notare la scena dell’autopsia di Beth. Il film ha il merito di sollevare questioni più vaste: l’uso dei media per alimentare la pandemia, ma soprattutto l’effetto collaterale della globalizzazione. Su “Repubblica” hanno definito il coronavirus “il cigno nero”. L’effetto sulle nostre economie, legate con un piccolo filo in ogni parte del mondo, sarà tale da far rivedere e ripensare l’intero scenario? La tesi che, secondo me sostiene anche questo film, è che la globalizzazione è il cosiddetto paziente zero.
Perché il Coronavirus, probabilmente, ha fatto esplodere il Sistema, ormai arrivato al capolinea, contro cui moltissimi hanno puntato e tutt’ora puntano il dito (vedi qui). A rivedere questo film oggi, fa impressione soprattutto per questi motivi. Pur non essendo un capolavoro, “Contagion” merita un’approfondita visione.
Regia ***1/2 Interpretazioni ***1/2 Sceneggiatura ***1/2 Fotografia ****
CONTAGION ***1/2
(USA 2011)
Genere: Thriller
Regia e Fotografia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Steven Soderbergh, Scott Z. Burns
Cast: Marion Cotillard, Laurence Fishburne, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Matt Damon, Kate Winslet
Durata: 1h e 46 minuti
Prodotto e distribuito da Warner Bros
Uscita: 9 settembre 2011 in Italia
Budget: 60 milioni di dollari
Incasso: 135 milioni di dollari nel mondo
Immagine da www.nypost.com
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.