Iniziato dall’Università Doshisha di Kyoto un progetto per lo sviluppo di batterie ad ampia capacità e dai bassi costi di produzione utilizzando zinco e nichel. Il gruppo di ricerca spera di completare un prodotto entro tre anni.
“Una batteria zinco-nichel usa una soluzione acquosa alcalina come elettrolita e non vi è dunque rischio di combustione. Queste batterie possono espandere di una volta e mezza, due o anche di più le capacità delle batterie utilizzate nelle auto ibride e su altri prodotti” ha affermato il professor Morimitsu, responsabile del progetto.
Rimanendo in ambito scientifico, lo scorso martedì, Toshiba e l’Università del Tohoku hanno annunciato di essere riusciti a trasmettere i dati sul genoma di 24 persone utilizzando un sistema crittografico basato sulla fisica quantistica.
Annunciato invece venerdì dal ministro Kajiyama che il
premio Nobel Akira Yoshino guiderà un
centro internazionale di ricerca, di nuova istituzione, destinato a trovare alternative ai combustibili fossili.
“Farò dell’impossibile possibile” ha
detto Yoshino accettando di guidare l’organismo che dovrebbe coinvolgere anche
Germania, Francia e Stati Uniti.
In politica interna, mentre un sondaggio condotto
dall’agenzia di stampa Kyodo conferma come la
maggioranza dei giapponesi sia contrario all’apertura dei casinò, un tavolo
consultivo del dicastero della Salute (il Consiglio Centrale per le
Assicurazioni Mediche e Sociali) ha suggerito di coprire con l’assicurazione
sanitaria pubblica le cure necessarie ai dipendenti dal gioco d’azzardo.
Secondo una stima del Ministero ben 700.000 giapponesi sarebbero dipendenti dal
gioco d’azzardo.
Frattanto Tsukasa Akimoto, il
parlamentare conservatore che secondo la Procura di Tokyo avrebbe ricevuto
denaro da una società cinese, la 500.com, interessata al business dei,
recentemente legalizzati, casinò, ha ricevuto un nuovo mandato di arresto con l’accusa di aver percepito altri 2 milioni
di yen in contanti (oltre ad un milione e mezzo pagati per una vacanza) che
si aggiungerebbero ai 3 milioni (più 700.000 yen per un altro viaggio)
contestati al parlamentare alcune settimane fa.
L’opposizione, il 16 gennaio, ha nuovamente chiesto, alla luce dei numerosi
scandali, di fermare la legge.
In settimana perquisizioni sono avvenute anche negli uffici dell’ex ministro Giustizia Katsuyuki Kawai. L’accusa è che abbia speso più del consentito nella campagna elettorale per il rinnovo del Senato svoltasi a luglio. I due, entrambi parlamentari, hanno smentito, lo scorso mercoledì, di volersi dimettere.
Taro Aso,
intanto, ha “vinto” nuovamente il “premio” assegnato dal gruppo civico “No a tutti i discorsi sessisti” per una
sua dichiarazione, risalente a febbraio 2019, circa coloro che non fanno figli
e che sarebbero “il vero problema”
della nazione. Per la cronaca Shinzo Abe si è piazzato al secondo posto.
Per non smentirsi Aso ha anche rilasciato in settimana una dichiarazione razzista, non la prima per lui, della quale si è poi
scusato. Per il vicepremier il Giappone ha avuto un’unica etnia e lingua negli
ultimi 2.000 anni. L’affermazione, rilasciata nel corso di un comizio nella
Prefettura di Fukuoka lo scorso lunedì, ignora però del tutto l’esistenza del popolo
Ainu.
Ancora stallo, invece, per quanto concerne la fusione tra il Partito Costituzionale Democratico ed il Partito Democratico per il Popolo. In conferenza stampa Yuichiro Tamaki del PDP ha confermato la volontà del proprio partito a creare una cosa nuova con il raggruppamento di Edano ma i tempi si preannunciano lunghi (Tamaki intende prima riunione i parlamentari e poi avviare un confronto nelle federazioni prefettizie). “Sarà importante tenere le discussioni su un piano di parità, in particolare sul nome del partito, sulla sua filosofia, sulle politiche e sull’organizzazione” ha affermato Tamaki respingendo la semplice confluenza del suo partito nel PCD.
Nelle telecomunicazioni, a partire da aprile, la televisione di Stato NHK sarà finalmente autorizzata a poter trasmettere in diretta on line i propri programmi.
In politica estera, la scorsa domenica premier Abe è giunto in Arabia Saudita, prima tappa del proprio tour in Medio Oriente. Il
capo dell’esecutivo nipponico ha incontrato il principe Mohammed bin Salman
esprimendo la propria preoccupazione per i venti di guerra che agitano la
regione e lodando il ruolo del regime saudita quale garante della stabilità.
Abe ha poi incontrato il Re, Salman bin Abdulaziz Al Saud, per fare il punto
sulla cooperazione economica tra i due Paesi in particolare nei settori del turismo,
delle forniture di materiale bellico
e delle energie alternative.
Seconda tappa del tour mediorientale del premier sono stati
gli Emirati Arabi Uniti. Qui Abe ha
incontrato il principe Sheikh Mohamed bin Zayed al Nahyan al fine di ottenere
il consenso degli Emirati sulla missione
militare nipponica e per fare il punto circa la stabilità, anche in questo
momento di tensione internazionale, delle forniture
petrolifere dirette all’Arcipelago: siglato, in tal senso, un accordo di cooperazione sull’energia
tra il Supremo Consiglio per il Petrolio di Abu Dhabi e l’Agenzia per le
Risorse Naturali e l’Energia del Giappone che prevede l’invio in Sol Levante ed
il relativo stoccaggio di 8 milioni di barili di greggio. L’accordo rappresenta
una modifica, con un sostanziale aumento di volumi, di un altro siglato lo
scorso anno.
“Gli Emirati sono stati per lungo tempo
uno dei più importanti fornitori di greggio verso il Giappone. Il progetto
congiunto per lo stoccaggio del petrolio è altamente simbolico e portatore di
benefici per entrambe le nazioni. Esso contribuirà a migliorare la sicurezza
energetica del Giappone così come l’accesso degli Emirati ai mercati asiatici.
Data la corrente situazione geopolitica mondiale è un buon periodo per
espandere il nostro progetto. Spero veramente che le nostre reazioni possano
rafforzarsi mediante il progetto” ha affermato il ministro dell’Industria
di Tokyo Makihara.
Il Giappone importa il 25% del proprio petrolio dagli Emirati e rappresenta il
primo cliente per tale prodotto e per il gas del monopolista emiratino ADNOC.
Tra il 2015 ed il 2018 l’azienda nipponica INPEX si è aggiudicata, inoltre,
diverse quote di sfruttamento di tre diversi giacimenti petroliferi.
Terzo appuntamento quello in Oman. A Muscat, lo scorso mercoledì, Abe ha avuto colloqui con il
successore del defunto sultano Qaboos, Sayyid Fatik bin Fahr Al-Said ,
assicurandosi anche in questo caso il via libera della monarchia dispotica alla
missione militare della Marina
nipponica.
“Ogni confronto militare nella regione
che includesse l’Iran avrebbe un impatto non soltanto sulla pace e la stabilità
della regione ma su quella dell’intero mondo” ha affermato Abe.
A Tokyo, intanto, l’opposizione ha chiesto di fermare la missione i cui presupposti giuridici sono per altro abbastanza malfermi. Ufficialmente, infatti, la missione ha lo scopo di raccogliere informazioni ed effettuare ricerche anche se essa è, con ogni evidenza, legata al dispiegamento di naviglio militare USA in funzione anti-iraniana.
Un invito agli Stati Uniti a sedersi intorno ad un tavolo con l’Iran, rispettando l’accordo sul nucleare del 2015, ed una condanna fortissima all’omicidio del generale Soleimani, è arrivato dal Presidente del Partito Comunista Kazuo Shii per il quale la missione nipponica “esaspera le tensioni” nell’area.
“È incredibile che il governo usi una via così sotterranea per inviare le Forze di Autodifesa in Medio Oriente” ha ribadito il collega di partito Akira Koike.
All’interno dell’Arcipelago schierata per la pace è anche la Conferenza Episcopale. Il capo dei cattolici nipponici, l’arcivescovo di Nagasaki Takami Mitsuaki, ha fatto appello al governo affinché firmi il trattato ONU per il bando totale delle armi atomiche. Stessa richiesta è venuta dal Consiglio Giapponese contro le Bombe A e H che ha iniziato il 6 gennaio scorso la prima raccolta di firme in calce ad una petizione da inviare all’esecutivo.
Tornando in Asia orientale, soddisfazione è stata espressa
dal Portavoce dell’esecutivo di Tokyo Suga per la rielezione di Tsai Ing-wen a Presidente della non riconosciuta,
ufficialmente nemmeno dal Giappone, Repubblica di Cina.
Taiwan è “un importante partner e
prezioso amico” del Giappone ha affermato Suga confermando la cooperazione
con la nazione insulare anche al netto delle proteste cinesi.
Volato invece negli Stati Uniti Taro Kono. Il ministro della Difesa, lo scorso lunedì, ha visitato – accompagnato da John Hill, Direttore dell’Agenzia per la Difesa Missilistica degli USA – il sito di Kauai (Stato delle Hawaii) nel quale sono ospitate batterie del sistema antimissilistico Aegis.
“Con il sistema Aegis renderemo più sicuro il Giappone dalla minaccia missilistica nordcoreana” ha affermato Kono.
Il sistema Aegis è al centro dell’opposizione dei pacifisti nipponici (che vedono, ed a ragione, nel dispiegamento di missili una violazione dell’articolo 9 della Costituzione) e di alcune comunità locali (come la Prefettura di Akita) che ospiteranno le batterie. Lo scorso anno il Ministero ha dovuto ammettere però numerosi errori, e persino l’utilizzo di Google Earth quale strumento di misurazione dell’altitudine delle montagne, nel valutare i siti candidati.
Kono ha poi incontrato Philip Davidson, comandante delle forze armate USA nell’area indo-pacifica, per discutere del piano di ricollocazione della base di Iwoto a Mage.
Il 14 gennaio Kono ha raggiunto gli Stati Uniti continentali per colloqui con l’omologo Mark Esper. Qui il ministro, galvanizzato probabilmente dalla presenza del collega, ha affermato che il Sol Levante non può accettare le ripetute violazioni delle proprie acque territoriali da parte di navi cinesi. La Cina deve “lavorare a fondo” per risolvere il problema o “altrimenti non si avrà un clima facile” nell’ambito della prossima visita del presidente Xi nell’Arcipelago. Positivo il giudizio di Esper circa la missione nipponica nel Golfo di Aden: “al fine di far avanzare i nostri obiettivi di sicurezza continueremo a condividere informazioni ed a cooperare nelle operazioni in Medio Oriente nonché a promuovere la libertà di navigazione e di commercio”.
Lo scorso mercoledì, la Difesa di Tokyo, ha anche comunicato l’invio di 70 uomini e due aerei da trasporto C-130 in appoggio agli sforzi del governo australiano per spegnere gli incendi che stanno colpendo duramente il continente.
Ultima novità in campo militare è stato l’arresto di un ex ufficiale dell’aviazione nipponica, l’ex colonnello So Kanno, che è sospettato di aver acquisito dati militari sensibili nel corso del proprio servizio presso la base di Iruma. I fatti risalirebbero al 2013. Kono si è detto certo, però, che nessun dato militare è stato ceduto a Paesi terzi.
Oltre a Kono, presente negli States è stato anche il ministro degli Esteri Motegi il quale, lo
scorso martedì, ha incontrato l’omologo Pompeo
per tentare di capire, in soldoni, se gli Stati Uniti hanno intenzione di far
scoppiare o meno la terza guerra mondiale. “Condividiamo
con gli USA che l’Iran non debba possedere l’arma atomica nonché la promozione
della pace e della stabilità nella regione” ha affermato il ministro
nipponico in perfetto diplomatese.
La visita di Motegi è stata anche l’occasione per un trilaterale che ha
coinvolto anche la ministra sudcoreana
Kang Kyung-wha per fare il punto sulla denuclearizzazione della Penisola.
La titolare degli Esteri di Seul ha comunque sottolineato che non tutti i
problemi con il Giappone sono risolti e che “le restrizioni alle esportazioni (verso la RdC ndr) debbono essere ritirate quanto prima”
chiedendo anche “un’ulteriore
accelerazione al dialogo tra le autorità che controllano l’export” di
entrambi i Paesi.
Presenti al trilaterale anche i responsabili della trattativa sulle questioni
commerciali delle due nazioni (Kim Jung-han per la RdC e Shigeki Takizaki per
il Giappone) i quali hanno ribadito le posizioni fin qui tenute dai due Paesi
anche sulla vicenda delle aziende giapponesi condannate da tribunali sudcoreani
a pagare risarcimenti agli ex forzati di guerra sfruttati durante l’occupazione
coloniale nipponica della Penisola.
Il 17 gennaio i ministri di Esteri e Difesa dei due Paesi hanno celebrato il 60° anniversario della firma dell’accordo
militare tra le due nazioni (accordo sulla base del quale attualmente
54.000 soldati americani stazionano nell’Arcipelago). “Mentre rendiamo onore ai risultati ottenuti negli scorsi 60 anni,
ribadiamo l’impegno irremovibile, a rafforzare l’alleanza ed a portare avanti
nel futuro i nostri comuni valori e principi” si legge nel comunicato.
Nuovi problemi sono, intanto, sorti a largo di Hokkaido. Le autorità di frontiera di Mosca hanno infatti nuovamente posto sotto sequestro un peschereccio nipponico che avrebbe violato le condizioni dell’accordo che consentono a queste imbarcazioni di pescare in acque russe (in concreto era presente del pescato non segnato sul libro di bordo).
In economia il miso – un condimento a base di soia fermentata, tipico della cucina nipponica – continua a registrare una crescita nelle esportazioni. Nel 2018 sono state infatti vendute all’estero ben 17.000 tonnellate (erano meno di 10.000 nel 2008) mentre nel 2019 (i dati si fermano però ad ottobre) sono state inviate nei principali mercati di destinazione (Stati Uniti, Cina e Tailandia) 15.024 tonnellate. Principali aree di produzione sono le Prefetture di Nagano ed Aichi.
In crescita nel 2019,
ed è la prima volta da 11 anni a questa parte, le bancarotte. Secondo una
ricerca del Tokyo Shoko Research fallimenti di attività economiche con debiti
pari o superiori a 10 milioni di yen sono aumentati dell’1,8% rispetto al 2018.
Circa il 90% di questi fallimenti hanno riguardato imprese con meno di dieci
dipendenti.
In totale contrasto il totale delle passività: 1.420 miliardi di yen e cioè il
4,2% in meno rispetto al 2018 e dato più basso degli ultimi 30 anni.
La maggiore crescita nel numero dei fallimenti è stata riscontrata nel settore
primario, in seconda posizione il commercio ed in terza i trasporti.
Per ciò che riguarda l’inflazione, secondo quanto comunicato dalla Banca del Giappone, nel 2019 si è registrato un +0,2%. Si tratta del terzo anno di aumento ma la cifra rimane sideralmente lontana dal 2%: obiettivo inseguito da anni dall’istituto guidato da Kuroda.
Sul lavoro anche quest’anno Zenroren, terza confederazione sindacale del Paese, ha avviato una propria campagna per gli aumenti salariali. Cuore della proposta l’aumento a 1.500 yen l’ora del salario minimo orario. Nel Sol Levante il salario minimo non è uniforme ma varia, con grandi differenze, da Prefettura a Prefettura.
Il 2019 è stato un anno record nel turismo. Gli ultimi dati, diffusi dall’esecutivo venerdì scorso, hanno mostrato come nell’anno appena trascorso i visitatori stranieri abbiano speso 4.810 miliardi di yen e cioè il 6,5% in più rispetto al 2018. Numericamente i turisti sono cresciuti soltanto del 2,2% (31.880.000 in termini assoluti) causa delle tensioni politiche con la Corea del Sud (i turisti sudcoreani sono diminuiti del 25,9% rispetto al 2018).
Nell’auto, confermata
da Nissan la volontà di proseguire nell’alleanza con Renault e Mitsubishi.
La società ha voluto smentire, con un comunicato, un articolo del Financial Times di lunedì nel quale si
affermava che alti dirigenti del gruppo avevano elaborato piani per una
potenziale autonomia della casa giapponese dopo le turbolenze seguite al caso
Ghosn.
La società, in un recente comunicato, ha ribadito che l’ex numero uno avrebbe
utilizzato denaro dell’azienda per eventi privati. Tra le novità concernenti
questo caso internazionale si è avuto, in settimana, il ritiro dal collegio
difensivo di uno degli avvocati (Junichiro Hironaka) e le dichiarazioni del presidente
francese Macron (Ghosn ha, infatti, anche il passaporto della Republique): “ho detto diverse volte ad Abe che le
condizioni detentive di Carlos Ghosn non mi sono parse soddisfacenti” ha
affermato il capo di Stato parlando con dei giornalisti.
Nissan si appresta intanto a richiamare altre 346.000 vetture negli USA a causa
degli airbag difettosi prodotti da Takata.
Investimenti congiunti sono stati annunciati lo scorso
mercoledì da Honda e Isuzu. Le due
aziende hanno raggiunto infatti un accordo che le porterà a sviluppare camion alimentati ad idrogeno. L’iniziativa
“porterà prosperità all’industria della
logistica” auspicano le due aziende in un comunicato.
Il medesimo giorno un altro colosso dell’industria automobilistica nipponica,
Subaru, si è augurata di far crescere nel 2020 la propria produzione dell’11%
rispetto al 2019 arrivando a 1.100.000 veicoli (dei quali 690.000 in Giappone e
410.000 all’estero).
Rimanendo nel settore della mobilità, Toyota ha annunciato di aver investito 394 milioni di dollari in Joby Aviation, azienda statunitense che sta sviluppando automobili in grado di volare.
Nelle infrastrutture SoftBank ha intenzione di investire tra i 30 ed i 40 miliardi di dollari nello sviluppo della nuova capitale indonesiana (che sorgerà sull’isola del Borneo) voluta dal Presidente Joko Widodo. L’offerta è stata comunicata da Masayoshi Son allo stesso Presidente incontrato a Jakarta. “Il Presidente prenderà una decisione in febbraio” ha affermato Luhut Pandjaitan, responsabile per gli investimenti.
Sul commercio internazionale, il 14 gennaio i delegati alla materia di Giappone (Hiroshi Kajiyama), Stati Uniti (Robert Lighthizer) ed Unione Europea (Phil Hogan) hanno stilato un comunicato congiunto nel quale si auspicano nuove regole volte a contrastare le “distorsioni del mercato”. La mossa è indirizzata ad irritare la Cina, anche se il gigante asiatico non viene menzionato espressamente, ed in particolare i tre Paesi auspicano lo stop ai sussidi di Stato verso aziende che non dimostrano di avere piani di risanamento credibili.
Nuovo presidente per la Banca Asiatica per lo Sviluppo. L’ente, con sede centrale a Manila, sarà guidato da Masatsugu Asakawa, già viceministro delle Finanze. Asakawa sostituisce Takehiko Nakao che aveva guidato la banca dal 2013.
Nell’Arcipelago una cooperazione è stata annunciata da SBI
Holdings (società finanziaria che opera nell’on line) e la banca regionale
Chikuho. SBI acquisterà il 3% delle azioni dell’istituto con sede a Kurume
(Fukuoka).
Chikuko, fondata nel 1952, lo scorso anno ha riportato profitti per 835 milioni
di yen con un calo del 31,8% rispetto al 2018. Il declino demografico e la
concorrenza dei grandi gruppi nazionali hanno messo in crisi le piccole banche
su base regionale.
In campo nucleare,
la scorsa settimana, per la prima volta è stata effettuata una rimozione di combustibile esaurito MOX da
una centrale, quella di Ikata (Prefettura di Ehime) di proprietà della
Shikoku Electric. La società ha intenzione, nell’ambito di una serie di lavori
di manutenzione, di rimuovere tutte e 16 le barre di MOX (misto di uranio e
plutonio) presenti nell’impianto. Il terzo reattore, quello oggetto della
complessa operazione di rimozione, è stato riattivato, tra le proteste, nel
2018 dopo essere stato fermato dalle nuove regole dell’Agenzia Regolatrice per
il Nucleare conseguenti all’incidente di Fukushima.
“Dal punto di vista della sicurezza non è
la migliore soluzione che un alto numero di barre di combustibile siano
stoccate” ha però rimarcato Toyoshi Fuketa, Presidente dell’Agenzia,
preoccupato per lo stoccaggio a lungo termine di questo materiale.
La Federazione delle società elettriche prevede di utilizzare il MOX per alimentare
ben 16 reattori nell’Arcipelago e l’Agenzia per le Risorse Naturali e l’energia
ha destinato per il biennio 2019-2020 1,4 miliardi di yen per ricerche connesse
all’uso di questo materiale.
Con un colpo di scena, in chiusura di settimana, l’Alta Corte di Hiroshima ha ordinato lo stop all’operatività della
centrale di Ikata ribaltando una sentenza di grado inferiore che aveva
invece dato disco verde alla Shikoku Electric. A motivare la decisione la
vicinanza (130 chilometri) dell’impianto al monte Aso, un vulcano attivo: “le ricerche sulle faglie attive ed il
giudizio dell’Agenzia Regolatrice per il Nucleare che queste non siano un
problema è errato” si legge nella sentenza firmata il 17 gennaio dal
giudice Kazutake Mori.
(con informazioni di Japan Press Weekly 25 dic. 2019 – 14 gen. 2020; defense.gov; ustr.gov; mofa.go.kr; spa.gov.sa; wam.ae; kuwaittimes.net; global.nissannews.com; isuzu.co.jp; asahi.com; mainichi.jp)
Immagine Kaijō Jieitai/Japan Maritime Self-Defense Force (dettaglio) da Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.