Per
fortuna la moda di dover far gli alternativi a tutti i costi per
Natale sta scemando di anno in anno. Tutti quei baldi eroi
dell’irriverenza che cominciavano mesi prima a dove ribadire quanto
fastidio gli procuri l’unico motivo valido per cui possa esistere
l’inverno non li ho mai sopportati. Esercizio di un cinismo sciatto
per un evento mal che vada ti porti a casa un regalo. Da tenere o
riciclare, ma va bene così.
Non mi par il momento di analizzare
la festività del Natale da un punto di vista religioso o
anticapitalista. Certo da quando gli americani ci hanno messo le mani
sopra, rendendola una festa alla stregua del Giorno del
Ringraziamento, il Natale è diventato un po’ la festa del
consumo compulsivo. Però, è anche il giorno in
cui ci si ritrovata parenti, si mangia (spesso bene) si danno e
prendono regali, e se vissuta bene è un momento di pace e sottile
armonia. Non è poco visto i tempi.
Per
quanto riguarda mi piace regalare libri o cd, insomma qualcosa di
artistico e che possa emozionare, divertire, intrattenere bene la
persona a cui ho fatto il dono.
In fin dei conti non c’è
niente di più bello che veder la felicità negli occhi di una
persona a cui vuoi bene, la sua sorpresa e gioia quando scartando un
pacco scopre che il regalo è quell’oggetto che tanto desiderava.
Poi, per carità, nessuno nega che il pensiero possa bastare e che
preferiamo far regali tutto l’anno senza l’obbligo di Natale.
Sono tutte cose dette da gente che non regala nulla da decenni.
Il
rito del dono invece è un gesto d’amore, attenzione, un
ringraziamento per quelle persone che ci sostengono, ci sopportano e
supportano. Tutto qui.
Ora so che ci sono sempre i ritardatari,
quelli che il 24 dicembre alle ventuno li trovi in fila nei negozi in
preda a deliri e crisi mistiche nella vana speranza di trovar
qualcosa, per questo mi prendo la briga di consigliarvi qualche buon
regalo natalizio. Opere letterarie o cd, forse se sono in vena anche
un film, che possa anche magari regalare emozioni o momenti di relax,
sano e buon intrattenimento.
Non saranno molti, un paio di libri
e non so che altro, dipende dalle forze che mi rimangono a
disposizione visto che sto scrivendo in una situazione fisica non
brillantissima.
Dunque
a mio avviso presentarsi alla cena della vigilia o al pranzo di
Natale con un pacchetto regalo che contiene Il
Signor Diavolo di Pupi Avati è una mossa
azzeccata, in particolare qualora doveste esser circondati da parenti
boriosi che hanno scoperto di aver fatto lo scientifico (con mediocri
risultati) o fratelli e sorelle sbarazzini e libere convinti che non
vi sia mai una conseguenza alle cose che facciamo e diciamo. Visto i
presupposti basterebbe vivere in una casa borghese, quelle con le
cose che non di devono dire altrimenti sai lo scandalo, quelle dei
sorrisi e dei discorsi insulsi, banali che non sia mai dover
scontrarci con la natura reale delle persone. Per cui direi mezza
Italia. Questo libro è una splendida storia horror, anzi folk horror
con grosse influenze anche gotiche (si sarebbe un gotico padano ma
non vorrei che venisse confuso con la militanza pro Salvini).
Questa
opera non è stata capita e in molti hanno pensato che fosse
un’accusa alla società rurale, oscurantista, che minaccia la
civiltà e il progresso, o un’accusa al potere politico della DC.
Perché queste cose, in particolare la seconda, ci sono
effettivamente. Ma narra di altro, di una cosa che non vogliamo
sentire, non tanto perché legata alla religione, ma alla nostra idea
di società liquida, in cui il bene e il male non sono distinguibili,
il che non vuol dire creare un pensiero accogliente e responsabile
dal punto di vista individuale e sociale, ma trovar rifugio nelle
giustificazioni delle nostre debolezze e non renderci conto che non
siamo soli, ma ogni nostro gesto ricade su altri, per cui
siamo responsabili del dolore altrui e della nostra rovina.
Il
protagonista del libro è un uomo mediocre che ha qualche ambizione
lavorativa (lavora per il ministero degli interni) è un impiegato
invisibile, poco o nulla considerato da principali e colleghi, con
dei sogni infranti, nonostante si professi cattolico egli spinge la
moglie a compiere una scelta ignobile, che sarà la fine del suo
matrimonio. Costui si troverà solo a vivere una vita di rara
mediocrità. Fino a quando lo spediscono in un paesino alle porte di
Venezia. Questo caso che potrebbe esser l’occasione di tutta una
vita, potrebbe nasconder ben altro.
Cosa c’è di meglio che
regalare a Natale una storia da Antico Testamento, una storia sulla
dannazione, la condanna, la punizione? Niente direi.
Il libro è
davvero bellissimo, il modo in cui Avati costruisce il paesaggio,
descrive gli abitanti e rappresenta il protagonista è assai ben
fatto. Una lettura avvincente e angosciante, ottimo regalo da fare se
siete di quelli che non amano l’eccessiva bontà nei giorni delle
feste, o anche per non farvi invitare mai più e risparmiare sui
regali. Scherzo, vi suggerisco l’acquisto perché è un’opera
eccezionale e vale la pena leggerla.
Sempre
rimanendo in ambiti narrativi vi suggerisco un ottimo regalo per quel
parente o amico che si sta avvicinando al npir, thriller, misteri, ma
ha la mente inflazionata da serie tv o libri fin tropo commerciali.
La scelta è azzardata, ma esattamente come nel caso di Avati, qui
c’è un libro che ha il coraggio di mostrare certe cose, di
spingerti a pensare certe cose.
Appuntamenti
in nero di Cornell Woolrich
è uno splendido romanzo d’amore che si tinge di nero e di rosso
(non diventa milanista grazie a dio si parla di sangue) la storia è
quella di un altro uomo invisibile che vive una vita piccola
e che non balza agli occhi degli altri, fino a quando non si innamora
di una donna e tutto cambia. L’amore delle persone normali è
quella destinata a sopravvivere, si basa su cose concrete e su
affetti profondi. Tutto sembra andar per il verso giusto fino a
quando lei muore. Uccisa da una bottiglia lanciata da un piccolo
aeroplano.
L’uomo
per molto tempo continua a recarsi sul posto dove avevano
l’appuntamento sperando di rivederla, fino a quando non può più
fingere e decide di vendicarsi.
Woolrich scrive un ottimo
romanzo thriller che riflette su come l’amore
sia la nostra salvezza e anche la nostra dannazione.
Il protagonista si trasforma da uomo mite e buono in un feroce
assassino che non indietreggia davanti a nulla, anche ammazzare
persone innocenti pur di vendicarsi. Sicuramente è il cattivo più
umano che ci possa capitare di trovare in un libro di codesto
genere.
Tutto il romanzo è amarissimo, toccante, malinconico.
Elementi che per me rendono il genere consigliabile e ottimo. Per cui
dopo averlo regalato potreste azzardare una discussione, magari dopo
l’ennesimo brindisi o la visione di un film Disney, su cosa faremmo
noi in una situazione simile. Così per rendere la cena o il pranzo
allegro e garantista.
O
forse, cosa in cui credo, il miglior regalo è accogliere gli ospiti,
ridere con i bambini quando ci raccontano cose
surreali e meravigliose, rendersi conto che non
siamo davvero così soli,
che i nostri parenti inclusi quelli acquisiti sono adorabili persone.
Non c’è solo il male là fuori. Ci sono tanti piccoli episodi di
gentilezza, partecipazione, empatia.
Non costano nulla e donarli
agli altri renderà il vostro natale meraviglioso.
Davide Viganò nasce a Monza il 24/07/1976: appassionato di cinema, letteratura, musica, collabora con alcune riviste on line, come per esempio: La Brigata Lolli. Ha all’attivo qualche collaborazione con scrittori indipendenti, e dei racconti pubblicati in raccolte di giovani e agguerriti narratori.
Rosso in una terra natia segnata da assolute tragedie come la Lega, comunista convinto. Senza nostalgie, ma ancor meno svendita di ideali e simboli. Sposato con Valentina, vive a Firenze da due anni