I versi hanno modo di dire quel che non può essere detto. Le parole raggiungono una dimensione diversa laddove acquistano ritmo e poesia. La pubblicazione di Sarah Di Piero Reparto da qui affonda le radici nel mondo del disagio psichico, guardando la società al riparo dal ritmo serrato delle frenesia.
Una testimonianza di dolore ed «emozioni plagiate dai farmaci», dalla parte di chi è ritenuto sbagliato e inadeguato. Una forza interiore che più cerca di manifestarsi e più si vede repressa, proprio provando a rinchiudere quei corpi da cui la mente cerca magari di evadere, attraversando confini troppo stretti in cui ci si ritrova legati.
«Emozioni ferite» le chiama Rossella Renzi nella nota a margine che introduce il volume.
Sono sicuramente parole capaci di intaccare il senso di stanca quiete del quotidiano, squarciando il punto di partenza delle nostre vite; noi in quanto soggetti, come persone inquadrate in un mondo dove è normale cercare di ignorare il dolore, non accettando l’esistenza del disagio rispetto ai canoni imposti.
«L’ingiustizia viene dai cuori, i coltelli strappano i fiori» leggiamo in Urlo più di prima, una delle poesie di Reparto da qui.
Si tratta di una lettura a un primo sguardo veloce, di poche decine di pagine, su cui apparentemente si sorvola tra una rima e l’altra, mentre in realtà restano impigliate parti di chi legge. Per ritornare a sentire quello che queste parole trasmettono.
Ci si mette a sedere su «una panchina di fronte al dirupo» e ci si lascia attraversare dal vento di una vita evocata, con i versi, al centro di un’umanità in cui l’unica differenza è tra chi sta fuori le stanze e chi sta dentro. Non sono le distinzioni di nazionalità a contare e nemmeno i diversi orientamenti sessuali, tantomeno sono importanti le singole storie dietro a ogni biografia. Anche la complicità con gli infermieri si interrompe con le veneziane che si abbassano.
Resta una condanna da scontare per quel che si è, senza avere da fuori gli strumenti per affrontare se stessi. Su tutto l’odore di caffè che si dipana come fosse un soffio di speranza…
Sono davvero poesie importanti da leggere, quelle scritte da Sarah Di Piero, direttamente legate a uno di quei mondi di cui la società sembra volersi dimenticare, forse perché teme l’inconsistenza di quelle pareti con cui ci illudiamo di essere estranei da quella che abitualmente etichettiamo come “follia”.
Il libro è edito da ArgoLibri, una rivista fondata nel 2000 e diventata casa editrice in questo 2019. Una realtà indipendente impegnata in una campagna di crowdfunding, su produzionidalbasso.com, in cui si propone l’invio delle prime cinque pubblicazioni con una sottoscrizione di almeno 50 €. Tra i primi libri rientra appunto Reparto da qui, (maggiori informazioni cliccando qui).
Una voce importante e da ascoltare, leggendola. Attraverso le parole della più difficile forma di libertà, quella che nasce nei momenti in cui appare del tutto impossibile scegliere per se stessi, a partire da quello che si è e da dove ci si ritrova costretti.
Immagine Brocken Inaglory da Wikimedia Commons
Classe 1988, una laurea in filosofia, un dottorato in corso in storia medievale, con diversi anni di lavoro alle spalle tra assistenza fiscale e impaginazione riviste. Iscritto a Rifondazione dal 2006, consigliere comunale a Firenze dal 2019.