Nessun progresso è stato raggiunto lo scorso lunedì dai colloqui di Bangkok tra i titolari della Difesa di Giappone e Repubblica di Corea circa la prosecuzione del trattato per lo scambio di informazioni sensibili denominato GSOMIA.
Le due parti “hanno ribadito le proprie posizioni originarie” ha affermato Jeong al termine dell’incontro sottolineando che “il nostro governo era intenzionato fino a giugno a rinnovare il patto ma dopo gli ostacoli alle esportazioni poste dal Giappone, motivate da un danno alla fiducia verso la loro sicurezza, siamo stati costretti a porre fine al GSOMIA”.
A nulla sarebbero valsi, dunque, i tentativi del ministro statunitense Mark Esper il quale, al fine di far riavvicinare le parti, aveva incontrato separatamente Taro Kono e Jeong Kyeong Doo.
“Anche se il GSOMIA dovesse terminare continueremo la cooperazione in materia di sicurezza con il Giappone” ha però chiarito il presidente sudcoreano Moon lo scorso giovedì.
Giappone e Corea del Sud continueranno “a consultarsi regolarmente insieme alle più importanti nazioni” ha affermato il Portavoce della Presidenza sudcoreana Chung Eui-yong al termine della riunione settimanale del Consiglio di Sicurezza Nazionale della RdC.
In chiusura di settimana, con una decisione inaspettata, la Presidenza sudcoreana ha comunicato che rimanderà il proprio piano di porre termine all’accordo permettendo dunque che esso possa proseguire.
“Il nostro governo ha deciso di sospendere la fine del trattato a condizione che il GSOMIA possa essere interrotto in ogni momento” ha comunicato venerdì scorso Kim You Geun.
Soddisfazione è stata espressa da Abe per la “decisione strategica” compiuta dai sudcoreani.
A determinare la svolta è stata, con ogni probabilità, la presa di posizione del parlamento statunitense – che in una risoluzione approvata giovedì scorso afferma come “l’area indo-pacifica sia alla base della sicurezza e della difesa in particolare per contrastare le minacce nucleari e missilistiche” – nonché la telefonata del ministro Pompeo alla controparte sudcoreana avvenuta il medesimo giorno.
Frattanto il
responsabile sudcoreano dei negoziati con il Giappone
all’Organizzazione Mondiale per il Commercio ha ventilato la
possibilità di interrompere i colloqui con la controparte.
“Non
discuteremo tanto per discutere” ha affermato lo scorso giovedì
Chung Hae Kwan al termine del secondo round di negoziati tenutosi a
Ginevra.
In chiusura di
settimana è anche giunta nell’Arcipelago la ministra degli Esteri
della RdC Kang Kyung Wha per partecipare al G20 di Nagoya. Tra i temi
in discussione del summit lo sviluppo dell’Africa nonché le tensioni
commerciali tra Cina e Stati Uniti.
Kang e Motegi nell’incontro
tenutosi ai margine del vertice hanno concordato un prossimo
colloquio, che dovrebbe
svolgersi già a dicembre, tra Shinzo Abe e Moon Jae In.
Il G20 è stata
anche l’occasione per un incontro tra Motegi e l’omologo russo
Sergej Lavrov che è servito a fare il punto sulle numerose
attività economiche congiunte che
sono state avviate nelle Curili meridionali e
nell’Estremo Est russo.
Prima dell’incontro il Portavoce
dell’esecutivo nipponico aveva nuovamente ribadito la posizione di
Tokyo circa la necessità di ridiscutere la sovranità delle isole
Curili più prossime ad Hokkaido.
A questa posizione ha, per
l’ennesima volta, risposto Lavrov: “con tutto il rispetto per il
Segretario Generale del Gabinetto siamo guidati dagli accordi già
raggiunti dal Presidente russo ed il primo ministro giapponese. Essi
hanno deciso di andare avanti nella discussione dei problemi che
rimangono ponendo come base la Dichiarazione del 1956, la quale
afferma chiaramente l’integrità territoriale e la sovranità della
Russia su tutte quelle terre […] riconoscendo così i risultati
della Seconda Guerra Mondiale. A partire da ciò si potrà discutere
tutto il resto”.
Lavrov si è però detto soddisfatto
della partecipazione nipponica ai progetti nel settore degli
idrocarburi (tra questi l’Artic LNG) e per la cooperazione
tecnologica in ambito sanitario.
I due ministri si vedranno
nuovamente a Mosca a metà dicembre. Il 23 novembre, intanto, è
giunto nell’Arcipelago, per una visita programmata da tempo, il Capo
di Stato Maggiore della Marina militare russa, l’ammiraglio Nikolaj
Yevmenov.
Sul nucleare il
Ministero dell’Industria ha sostenuto che lo scarico in mare
dell’acqua contaminata attualmente stoccata all’interno dell’ex
impianto di Fukushima avrebbe un impatto sulla salute umana
“significativamente piccolo”.
L’acqua che viene a
contatto con il materiale radioattivo cresce di giorno in giorno ed
il problema del suo stoccaggio è ancora irrisolto. Stando a quanto
sostenuto dal Ministero l’acqua presenterebbe una contaminazione
inferiore a quella cui naturalmente gli esseri umani sono esposti
quotidianamente.
Opinione identica, ma non poteva essere
altrimenti, è stata espressa da TEPCO in una stima, la prima resa
pubblica, circa il contenuto di trizio presente nell’acqua stoccata e
che sarebbe compreso tra i 27 ed i 106.000 miliardi di becquerel e
dunque inferiore, nella maggior parte dei casi, alle acque
ordinariamente rilasciate in mare dalle centrali.
Suggerite
anche quattro date per il rilascio di quantità di acqua: 2020, 2025,
2030 e 2035. La stima non tiene conto delle acque che quotidianamente
affluiscono nell’impianto e che portano sempre più in là le
quantità immagazzinate.
Una comunicazione ufficiale, nella
quale si ribadisce il “basso rischio” circa il rilascio in
mare di queste acque, è stata fatta dal governo nipponico agli
ambasciatori di 17 Paesi
In tema militare è
iniziata a Chiba, lo scorso 18 novembre, una fiera delle
armi patrocinata dall’Agenzia per le Acquisizioni, Tecnologia e
Logistica del Ministero della Difesa. All’evento hanno preso parte 62
industrie nipponiche e 93 straniere. Circa 400 i manifestanti che
hanno espresso la propria contrarietà e sottolineando come la fiera
violi la Costituzione ed i principi pacifisti che dovrebebro guidare
la politica estera dell’Arcipelago.
Nella settimana appena
trascorsa il Ministero della Difesa ha anche ospitato una conferenza
con rappresentanti di 25 Paesi (tra essi Gran Bretagna, Turchia ed
Indonesia) volta a discutere congiuntamente le contromisure da
affrontare nel caso in cui disastri naturali dovessero colpire
l’Arcipelago nel corso delle prossime Olimpiadi.
Rimanendo in
quest’ambito il Papa ha inviato lo scorso 18 novembre un messaggio al
popolo giapponese esprimendo la condanna della chiesa all’uso
dell’armi atomiche: “insieme a voi tutti prego affinché le
distruttive armi nucleari non sia mai più usate nella storia
dell’umanità. Usare armi nucleari è immorale”.
Il capo
dei cattolici si è recato nell’Arcipelago il 23 novembre visitando
le città martiri di Hiroshima e Nagasaki.
In politica interna
il premier Abe ha finalmente ammesso di aver avuto un ruolo nel
processo di selezione dei, numerosissimi, ospiti alla cerimonia,
pagata con soldi pubblici, che
si tiene in un parco edochiano alla fioritura dei
ciliegi.
Il medesimo giorno il Portavoce dell’esecutivo,
rispondendo al deputato comunista Toru Miyamoto, ha chiarito che
erano circa 1.000 le persone invitate direttamente dagli uffici del
primo ministro, 1.000 quelle invitate da Taro Aso mentre sarebbero
state 6.000 gli invitati da dirigenti e parlamentari del PLD.
Il
19 novembre Hiroshige Seko, ex ministro dell’Economia ed attualmente
capogruppo del PLD alla Camera dei Consiglieri, ha ammesso che il
partito avrebbe suggerito ai parlamentari uscenti, e ricadidati nelle
elezioni dell’estate passata, di predisporre liste di inviti
contenenti elettori del proprio collegio.
Richieste di
partecipazione, stando a documenti pubblicati dal quotidiano
Mainichi, sarebbero state compilati e distribuiti anche da
consiglieri comunali di Shimonoseki, città nella quale risiede il
premier.
Anche per quanto concerne la parziale copertura dei
costi di una cena, tenutasi nel 2015 (e poi ancora nel 2017 e nel
2019) presso l’Hotel New Otani di Tokyo e rivolta a persone invitate
alla manifestazione, documenti mostrati dall’agenzia di stampa Kyodo
fanno emergere il sospetto che i 5.000 yen pagati dai partecipanti
non siano una cifra credibile e rappresentino circa il 40% del costo
reale della cena.
Accuse di insabbiamento sono giunte da
Toru Miyamoto, deputato del Partito Comunista, il quale ha chiesto la
lista degli invitati ed i costi sostenuti lo scorso 9 maggio ma aveva
ricevuto in risposta che i documenti erano stati mandati al
macero.
“I documenti sono stati distrutti affinché i
dirigenti potessero negare i dettagli ai parlamentari?” ha
chiesto Miyamoto a Yukihiro Otsuka, Direttore Generale della
segreteria dell’Ufficio per il Governo, convocato come testimone
dalla Commissione per il Governo della Camera dei Rappresentanti.
Otsuka ha negato che vi sia una relazione tra la richiesta di accesso
agli atti del parlamentare e la distruzione dei documenti. “I
documenti sono stati distrutti per nascondere le prove del fatto che
i partecipanti al sakura(il nome dell’evento ndr)
sono aumentati e ciò ha provocato una crescita dei fondi usati”
ha sottolineato il parlamentare comunista.
Altro elemento
rimarcato da Miyamoto sono gli inviti che sarebbero stati fatti o
suggeriti dalla moglie del premier la quale è, a tutti gli
effetti, una privata cittadina. L’esecutivo, mediante Yoshihide Suga,
ha smentito che Akie Abe abbia emesso inviti per il sakura ed
anzi “non è stata per nulla coinvolta” nella vicenda. Le
dichiarazioni di Suga cozzano però con quanto riferito da Shoji
Onishi, consigliere della Segreteria del Gabinetto il quale,
ingenuamente, si era lasciato scappare che “la signora Abe ha
fornito alcuni nomi”.
Parlando con i
giornalisti mercoledì il premier aveva intanto auspicato che nei due
anni di mandato che gli rimangono alla guida del PLD e del Paese egli
intenda raggiungere gli obiettivi che si è prefissato sin dal 2012 e
principalmente la demolizione dell’articolo 9 della Costituzione
giapponese, quello che assicura il carattere pacifista della politica
estera del Paese.
Il 19 novembre, per la cinquantesima volta, si
è tenuto un sit-in che ha visto la partecipazione di parlamentari
dell’opposizione, contro qualsiasi tentativo di modifica
dell’articolo 9 e per lo stop ai lavori di costruzione della nuova
base USA di Henoko (Okinawa).
“Questa Costituzione è
un’arma di lotta per la gente in difficoltà ed è un incubo che la
si voglia cambiare portando il tema ad ogni sessione della Dieta”
ha affermato la senatrice costituzionale-democratica Sakura Uchikoshi
nel proprio messaggio di saluto.
Sul fronte lavoro
critiche sono state avanzate dalle organizzazioni sindacali alle
bozze di alcune linee guida preparate dal Ministero competente e
volte a ridurre il fenomeno degli abusi commessi dai superiori nei
confronti dei sottoposti. Le misure, presentate il 20 novembre in
sede di Consiglio per le Politiche del Lavoro, “rischiano di
generare abusi ed essere usate dai datori di lavoro come catalogo di
scuse” per Kumie Inoue, sindacalista di Rengo, la maggiore
confederazione sindacale del Paese.
Tra i punti più criticati
vi è il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali
nel processo di riconoscimento dei comportamenti abusanti da parte
dei datori di lavoro e dei dirigenti di azienda.
Critiche sono
avanzate anche dall’Associazione degli Avvocati del Lavoro del
Giappone i quali spingono affinché dalle linee guida siano tolti una
serie di esempi di molestie che possono essere utilizzati dai datori
di lavoro per modellare il proprio comportamento di modo da non
incorrere, ufficialmente, in abusi.
Una richiesta di vigilanza sui Giochi di Tokyo 2020, in particolare per quanto concerne la sicurezza ed i diritti all’organizzazione, è stata inviata dal Sindacato Internazionale dei Lavoratori Edili e del Legno a Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale. Nonostante gli incontri con la Prefettura di Tokyo ed il Consiglio Giapponese per lo Sport “i nostri tentativi di ottenere giustizia non sono andati a buon fine” si legge nella lettera.
Rimanendo in questo
campo è stato riconosciuto dall’Ufficio del Lavoro di Fukuoka che il
suicidio di un dipendente di Mitsubishi Electric avvenuto nel 2017 è
stato un evento lavoro-correlato. L’uomo avrebbe effettuato
infatti oltre 100 ore di straordinario mensili presso l’impianto di
Toyooka (Prefettura di Hyogo).
La vicenda assumerà certamente
contorni politici in quanto il dipendente era in regime di lavoro
discrezionale e cioè il proprio salario, trattandosi di incarico
dirigenziale, non era legato al numero di ore lavorate. Il lavoro
discrezionale è una delle riforme in materia approvata dalla
maggioranza con l’obiettivo dichiarato proprio di ridurre il numero
di ore lavorate da dirigenti ed alte professionalità.
In economia sono state confermate le voci che vedevano Line, società del gruppo SoftBank che si occupa di messaggistica, in trattative per la fusione con Yahoo Japan. Le due società avrebbero un potenziale combinato di oltre 100 milioni di utenti.
In ambito
macroeconomico il segretario del Partito Liberal-Democratico
Toshihiro Nikai ha manifestato lo scorso martedì l’esigenza di
approvare un bilancio aggiuntivo di circa 10.000 miliardi di yen al
fine di rilanciare l’economia investendo in particolare in
infrastrutture. Perplessità sono state espresse dal vicepremier e
ministro delle Finanze Taro Aso.
Il medesimo giorno, intanto, la
Camera dei Rappresentanti ha approvato il trattato commerciale
bilaterale stretto con gli USA. L’approvazione della Camera dei
Consiglieri dovrebbe arrivare entro la chiusura dei lavori della
Dieta prevista per il 9 dicembre.
Contrarie le opposizioni che
hanno nuovamente rilevato come non vi sia nell’accordo alcuna
garanzia circa l’abbassamento da parte statunitense dei dazi sulle
auto nipponiche mentre viceversa il settore agricolo dell’Arcipelago
sarà esposto senza alcuna difesa alla concorrenza dei prodotti
americani. Di “forzatura” ha parlato il segretario
generale del Partito Socialdemocratico Hajime Yoshikawa il quale ha
posto l’accento sul poco tempo concesso ai parlamentari per discutere
dell’accordo: “la Commissione Esteri si è riunita per 11 ore
[…] un tempo incredbilmente breve”.
“C’è la possibilità
che Trump possa reiterare le proprie minacce sui dazi alle auto”
ha rimarcato anche Junichi Sugawara, ricercatore del Mizhuo Research
Institute.
Approvato,
frattanto, dal parlamento un progetto di legge che consentirà la
creazione di un’agenzia nazionale,
che sarà operativa dal prossimo primo aprile, per gestire
le procedure connesse all’esportazione di alimenti
semplificandole e consentendo dunque una loro crescita. La legge
consentirà inoltre a privati che rispondono a determinati criteri di
poter effetuare i controlli sanitari in sostituzione dei competenti
uffici delle Prefetture e del Ministero della Salute.
Il
prossimo anno potrebbero intanto riprendere le esportazioni di carne
bovina verso la Cina ferme dal 2001 a causa di alcuni casi di
encefalopatia spongiforme bovina che colpirono l’Arcipelago.
Nelle esportazioni
globalmente intese si è frattanto registrato un surplus in quelle di
beni per la prima volta negli ultimi quattro mesi per 17,27 miliardi
di yen (a settembre si era avuto invece un deficit superiore ai 124
miliardi).
Le esportazioni calate del 9,2% (in gran parte
a causa deel calo della domanda di veicoli e componentestica dagli
USA e dalla Cina) ma sono crollate anche le importazioni (del
14,8%) in virtù di un abbassamento del prezzo del petrolio e del gas
liquefatto.
Sul fronte
infrastrutturale il Sol Levante ha offerto all’Indonesia
cooperazione nella costruzione della nuova capitale della nazione
asiatica e di conseguenza nella distruzione di parte della
foresta del Borneo dove la nuova città avrà sede.
L’offerta è
stata avanzata da Hiroto Izumi, consigliere economico del premier
Abe, a Luhut Pandjitan, dirigente del Ministero per gli Investimenti
indonesiano nel corso di una tre giorni che Izumi, accompagnato tra
gli altri dall’ex premier Yasuo Fukuda, ha effettuato
nell’arcipelago.
Successi all’estero
anche per un consorzio di aziende nipponiche guidate da Sojitz
Corporation. La società ha vinto, sconfiggendo Huawei e la
sudcoreana KT, un accordo da 7 miliardi di dollari per il
miglioramento delle infrastrutture telefoniche in Myanmar. Tra
le aziende parti del consorzio anche NEC ed NTT Communications.
Obiettivo del committente, le Poste e Telecomunicazioni del Myanmar,
triplicare le connessioni telefoniche tra Yangon, Mandalay e
Naypyitaw.
Sempre nella settimana appena trascorsa Huawei ha
comunicato, mediante il proprio presidente Liang Hua, che i
componenti acquistati da aziende nipponiche nel 2019 hanno raggiunto
la cifra di 1.100 miliardi di yen e cioè oltre il 50% in più
rispetto al 2018. Secondo un rapporto diffuso dall’azienda cinese
Huawei avrebbe creato 46.400 posti di lavoro in Giappone (lo scorso
anno erano 29.200) e generato entrate fiscali per 208 miliardi di yen
(+136% rispetto al 2017).
L’OCSE ha intanto rilasciato le ultime stime di crescita per il Giappone: 1% nel 2019, 0,6% nel 2020 e 0,7% nel 2021. Secondo l’organizzazione internazionale l’impatto negativo sulla domanda interna causato dall’aumento dell’imposta sui consumi sarà parzialmente mitigato dalla ricaduta positiva che avranno i Giochi Olimpici nel 2020.
Nel settore turistico un accordo di cooperazione di 9 anni è stato stretto tra la piattaforma Airbnb, molto criticata in Italia per questioni di ordine fiscale, ed il Comitato Olimpico Internazionale. Una cooperazione ed una conseguente riduzione dei limiti al settore da parte delle amministrazioni locali (le quali in verità hanno poco potere di intervento stando alla legge quadro nazionale di recente approvazione) è stata chiesta anche dal responsabile della filiare nipponica del colosso alberghiero Yasuyuki Tanabe.
Ad ottobre, frattanto, il Giappone ha registrato il più alto calo nel numero di visitatori stranieri negli ultimi sette anni: -5,5% (in termini assoluti 2.496.600 contro i 2.640.610 dello stesso mese del 2018).
Il calo è duvuto in
larghissima misura alle conseguenze del tifone Habigis che ha scosso
l’Arcipelago in quel mese. Le tre compagnie assicurative MS&AD
Insurance Group Holding, Sompo Holding e Tokio Marine potrebbero
sborsare per compensare i propri clienti danneggiati dall’evento una
cifra vicina ai 982 miliardi di yen.
Tra le altre ragioni di
questi numeri anche il crollo nel numero dei turisti sudcoreani che
sono stati il 65,5% in meno rispetto all’ottobre del 2018.
Nell’auto è stato lanciato da Toyota un servizio per il pagamento mediante telefonino di servizi di noleggio di auto. L’applicazione, denominata Toyota Wallet, opererà inizialmente soltanto sugli smartphone di Apple e soltanto a partire dalla prossima primavera su quelli Android.
Nell’elettronica Parasonic ha annunciato lo scorso giovedì che interromperà per il 2021 la produzione di schermi a cristalli liquidi a causa della eccessiva concorrenza cinese e sudcoreana. La società aveva interrotto la produzione di schermi liquidi per televisori nel 2016 ma aveva proseguito in quella per veicoli ed usi industriali.
(con informazioni di yna.co.kr; tass.com; popeinjapan2019.jp; cdp-japan.jp; sdp.or.jp; mainichi.jp; asahi.com)
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