Settimana iniziata con il viaggio di Shinzo Abe verso New York al fine di partecipare all’Assemblea delle Nazioni Unite e con l’obiettivo di accelerare sul trattato commerciale bilaterale con gli Stati Uniti. Altro obiettivo fondamentale dei nipponici quello di ridurre la tensione tra USA ed Iran, entrambi partner commerciali preziosi ed i cui scontri possono tradursi in un pericoloso aumento del prezzo del petrolio (per inciso l’80% del petrolio importato da Tokyo transita per lo Stretto di Hormuz).
Il premier nipponico ha incontrato nella giornata di martedì il Segretario Generale dell’ONU Guterres con il quale ha affrontato soprattutto la questione nordcoreana.
Il medesimo giorno Abe è intervenuto in Assemblea generale per denunciare come “crimine estremamente spregevole” l’attacco a impianti petroliferi in Arabia Saudita ma senza attribuire alcuna responsabilità all’Iran come invece ha fatto l’omologo statunitense Trump.
Abe ha anche lodato come “prezioso” il pronunciamento della Suprema Guida Ali Khamenei circa il “non possesso, produzione od uso” di armi nucleari.
Nel proprio discorso il premier ha anche reiterato la volontà di incontrare il Presidente nordcoreano Kim Jong Un al fine di risolvere la vicenda dei cittadini nipponici rapiti da agenti della RPDC tra gli anni ’70 ed ’80.
Per quanto concerne
i rapporti con la Corea del Sud il portavoce dell’Esecutivo
Yoshihide Suga ha reso noto lo scorso martedì che la nazione vicina
non sarà invitata ad una rassegna delle marine militari che
si terrà il prossimo 14 ottobre nella baia di Sagami.
Presente
alla manifestazione, per la prima volta, la Cina (le altre nazioni
che parteciperanno sono India, Usa, Australia, Singapore, Canada e
Gran Bretagna).
A New York si sono incontrati per la prima volta
lo scorso giovedì il ministro degli Esteri Motegi e l’omologa
Kang Kyung Wha.
“Nell’incontro con Kang abbiamo
condiviso l’importanza di costruire rapporti orientati al futuro
mediante il confronto delle rispettive posizioni sui problemi che
abbiamo di fronte” ha affermato Motegi. Nel corso del colloquio
il titolare della diplomazia nipponica ha invitato Kang a rinnovare
il trattato per lo scambio di informazioni militari (GSOMIA la sua
sigla in inglese).
Incontro ai margini dei lavori ONU anche tra
Motegi e la controparte russa Sergej Lavrov.
“Le
parti hanno concordato di sviluppare relazioni bilaterali in una
vasta gamma di settori e tra esse la politica, l’economia e la
questione del trattato di pace. Per quanto concerne le attività
congiunte sulle quattro isole settentrionali (le
Curili meridionali ndr) i ministri hanno salutato
favorevolmente i progressi nei settori del turismo e dello
smaltimento dei rifiuti” si legge in un comunicato degli Esteri
di Tokyo.
Il titolare della diplomazia russa sarà in Giappone
per partecipare al prossimo G20 ministeriale di Nagoya a novembre.
Colloquio anche tra
Motegi ed il ministro cinese Wang Yi. “Incrementeremo la
cooperazione e gli scambi in diversi campo costruendo una nuova era
per entrambe le nazioni” ha affermato il titolare degli Esteri
di Tokyo.
“Speriamo di superare le difficoltà e promuovere
stabili e sostenibili rapporti lungo la giusta traiettoria” ha
affermato Wang.
Spazio vi è stato a New York anche per le critiche alla politica ambientale nipponica. Nel corso del Summit delle Nazioni Unite sull’Azione per il Clima tenutosi il 23 settembre Susanne Wong della associazione statunitense Oil Change International ha sottolineato come l’azione del Giappone sia decisiva per giungere ad un’abolizione globale delle centrali a carbone.
Il Sol Levante, insieme all’Australia, è tra i Paesi maggiormente criticati per la propria dipendenza dall’energia elettrica prodotta dalla combustione di carbone.
Il Piano Energetico di Base dell’Arcipelago, rivisto lo scorso anno, ha fissato una percentuale di energia da carbone pari al 26% per il 2030 mentre le energie rinnovabili dovranno raggiungere una quota tra il 22 ed il 24%.
Il Paese si è impegnato a ridurre dell’80% le emissioni per il 2050 e di creare “una società libera dal carbone” ma senza fissare alcuna data e senza stabilire un piano di progressiva chiusura di questi impianti.
“Gli obiettivi del Giappone sono visti come significativamente insufficienti dagli organismi internazionali ed il Paese rimane dipendente dal carbone. La riduzione del 26% delle emissioni rispetto al 2013 (da realizzarsi per il 2030 ndr) è irrealistica” ha sottolineato Masako Konishi nel WWF nipponico.
Nella settimana appena trascorsa la città di Iki (Prefettura di Nagasaki) è stato il primo ente locale nipponico a dichiarare lo stato di emergenza climatica sommandosi ad oltre 1.000 enti locali in giro per il mondo.
Il premier Abe è poi volato nella capitale belga per siglare con l’Unione Europea un accordo per la promozione di infrastrutture nell’Europa dell’Est ed in Africa nel tentativo di controbilanciare la Belt and Road cinese. “Il Giappone e l’UE si adoperano per garantire sinergie e complementarità tra le rispettive collaborazioni in materia di connettività e infrastrutture di qualità con i paesi terzi partner nonché a coordinare le proprie azioni in particolare nelle regioni dei Balcani occidentali, dell’Europa orientale, dell’Asia centrale, dell’Indo-Pacifico ed in Africa” si legge nel documento siglato per l’UE dal Presidente uscente Junker.
Frattanto il
neoministro alla Difesa Taro Kono ha valutato positivamente il primo
ciclo di esercitazioni congiunte delle aviazioni giapponese ed
australiana iniziato l’11 settembre e che terminerà il prossimo 8
ottobre.
“Rafforzare la cooperazione tra Giappone ed
Australia mediante le esercitazioni porterà pace nella regione”
ha affermato Kono dalla base di Chitose nella Prefettura di Hokkaido.
Sempre in ambito militare si è avuta la visita a Tokyo dell’amministratore della NASA Jim Bridenstine il quale ha ribadito la necessità che Stati Uniti e Giappone cooperino nella difesa spaziale. “Tutti i nostri partner ed alleati debbono capire quanto importante sia lo spazio e comprendere cosa dobbiamo fare per preservarlo. Affinchè NASA e JAXA continuino ad esplorare è necessario esso sia sicuro” ha sostenuto l’alto funzionario USA.
La cooperazione USA-Giappone, a quattro anni dall’approvazione delle leggi belliciste, è intanto cresciuta piegando sempre più il Sol Levante alle strategie statunitensi di contenimento cinese. Simbolo di questa politica la conversione in portaerei delle portaelicotteri Izumo (entro il 2020) e Kaga (per il 2022).
Ad Okinawa, nel contempo, un gruppo di cittadini di Ishigaki, ha raccolto delle firme in calce ad una petizione che richiede di poter tenere un referendum circa il prossimo dispiegamento di un’unità di forze missilistiche delle Forze di Autodifesa. Circa il 40% degli elettori della cittadina ha firmato l’appello.
Un altro ente locale, la Prefettura di Tokushima, lancerà prossimamente un sito internet nel quale saranno mostrato fotografie di aerei militari USA che volano a bassa quota. Quest’anno i voli a bassa quota sono durati per 24 giorni tra aprile e settembre contro i 19 del 2018.
Per il mantenimento dell’articolo 9 della Costituzione si è pronunciato anche un peso massimo del PLD, l’ex Segretario Makoto Koga, il quale ha pubblicato un libro dal titolo quanto mai cristallino: “L’articolo 9 della Costituzione è un patrimonio mondiale”.
Tornando
nell’Arcipelago TEPCO ha impiegato tempi biblici per ripristinare la
corrente nelle case della Prefettura di Chiba rimaste al buio
in seguito al passaggio del tifone numero 15. Al 23 settembre ancora
2.600 case non erano state riallacciate alla corrente.
Il 21
settembre nella Prefettura si è recato il leader del Partito
Costituzionale Yukio Edano mentre la scorsa settimana alcuni
rappresentanti del PCD hanno vistato la Prefettura di Shizuoka per
constatare i numerosi danni provocati dal tifone
all’agricoltura.
L’opposizione unita aveva chiesto il 17
settembre scorso un impegno decisivo del governo per aiutare le aree
colpite.
Sempre il PCD ha accolto tra i propri membri, lo scorso 24 settembre, il deputato Hiroshi Ogushi. Il politico era stato eletto nelle liste di Kibo no To e quando gran parte del partito si fuse con quanto rimaneva del Partito Democratico per formare il Partito Democratico del Popolo si era reso indipendente non aderendo nemmeno alla rifondazione di Kibo no To portata avanti da una minoranza del partito.
Rimanendo nel campo
dell’opposizione susciteranno certamente scandalo le parole
pronunciate dal leader del Partito per Proteggere il Popolo
dell’NHK, formazione populista il cui obiettivo principale è
l’abolizione del canone della televisione pubblica.
“Per
dirla in parole povere, dovremmo semplicemente spazzare via le razze
che hanno bambini idioti o qualcosa del genere” ha affermato
Takashi Tachibana in un video pubblicato su youtube nel quale si
poneva il problema della crescita mondiale della popolazione.
Tachibana ha poi proseguito il video sostenendo altre deliranti tesi.
Alle ultime elezioni il suo partito ha ottenuto 980.000 nella quota
proporzionale ed eletto due senatori.
In settimana, intanto, il peridico del Partito Comunista Akahata ha riportato che il neoministro dell’Istruzione Koichi Hagiuda avrebbe ricevuto, durante le politiche del 2017, finanziamenti in violazione della legge sui fondi ai partiti politici. Si tratterebbe di 18,74 milioni di yen raccolti da una federazione del PLD.
Lo stesso dicastero ha annunciato lo scorso 20 settembre che eliminerà gli attuali programmi di supporto economico per gli studenti universitari, programmi indispensabili al pagamento delle tasse per gli studenti con i redditi più bassi, promettendo un nuovo programma per il prossimo aprile. Il nuovo programma lascerebbe però fuori circa 24.000 studenti sui 45.000 che attualmente beneficiano di questo aiuto mentre 11.000 riceveranno cifre inferiori. Per il mantenimento dell’attuale programma si è pronunciata la deputata comunista Kimie Hatano la quale ha rilevato come il Ministero non abbia fornito alcuna spiegazione circa la propria scelta.
Nel contempo un’inchiesta condotta nazionalmente dal dicastero ha mostrato come si sia aggravata la situazione degli alunni stranieri dei quali la frequenza scolastica è sconosciuta. In totale si tratta di 21.000 minori, il 17% del totale.
Nella cultura il
Governatore della Prefettura di Aichi Hideaki Omura ha
annunciato, lo scorso 26 settembre, di voler far causa al
Ministero della Cultura per non aver voluto patrocinare il festival
dell’arte di Nagoya di quest’anno a causa della presenza tra le
opere d’arte di una statua rappresentante il fenomeno della
schiavitù sessuale fatta patire dai soldati nipponici alle donne
coreane e cinesi durante l’occupazione coloniale.
Contro il
dicastero si è schierato tutto il mondo dell’arte nipponica che ha
raccolto 60.000 firme in calce ad una petizione che richiede allo
stesso di finanziare il festival.
In sanità il Ministero competente ha pubblicato lo scorso giovedì una lista di 424 ospedali sottoutilizzati. Obiettivo dell’esecutivo è quello di tagliare i posti letto negli ospedali dagli attuali 1.250.000 a 1.190.000.
In economia, è
stato siglato il 25 settembre a New York da Shinzo Abe e
Donald Trump l’accordo commerciale bilaterale oggetto di
trattative sin dall’elezione del Presidente statunitense.
“I
dazi giapponesi saranno adesso significativamente più bassi o del
tutto eliminati sul manzo, il maiale, il grano, il formaggio, il
mais, il vino e su molto altro. Questa è una vittoria per gli
agricoltori ed allevatori americani” ha affermato soddisfatto
Trump.
L’accordo prevede che il Sol Levante porti i dazi
sulla carne bovina dal 38,5% attuale al 26,6% (gli stessi dazi
previsti per i Paesi del TPP) e poi ulteriormente fino al 9%.
“Il
Giappone è un forte partner commerciale ed amico dell’agricoltura
americana nonché il secondo più grande acquirente di mais dagli
Stati Uniti. L’NCGA ha a lungo sostenuto un accordo con il Giappone
[…] attendiamo ulteriori dettagli ma sembra che questo primo
accordo porterà gli agricoltori di mais a costruire una proficua
collaborazione con il Giappone” ha commentato Lynn Chrisp,
presidente dell’Associazione Nazionale Produttori di Mais degli
USA.
“L’accordo sui dazi firmato oggi dal presidente degli
Stati Uniti Donald Trump e dal primo ministro giapponese Shinzo Abe è
un accordo molto apprezzato e che farà sì che le esportazioni di
grano degli Stati Uniti si dirigano verso un mercato molto ampio e
cruciale per gli agricoltori statunitensi.Questo
accordo riporta il grano degli Stati Uniti su un piano di parità con
il grano proveniente dal Canada e dall’Australia che attualmente ha
un vantaggio tariffario in virtù di un accordo commerciale separato”
ha dichiarato Doug Goyings, presidente dell’associazione dei
produttori di grano USW.
“Risolvere diatribe commerciali
come questa e costruire nuove opportunità per il nostro grano e
altri prodotti agricoli è assolutamente necessario in un momento nel
quale i coltivatori di grano hanno a che fare con un altro anno di
prezzi bassi e un’economia agricola depressa” ha dichiarato Ben
Scholz della associazione di coltivatori NAWG.
Il grano
americano rappresenta il 50% del grano importato ogni anno dal Sol
Levante, destinario del
10% del grano esportato dagli USA, per un valore che si aggira sui
600 milioni di dollari.
Nell’auto gli
Stati Uniti manterranno gli attuali dazi ma il governo nipponico
assicura che nuovi negoziati porteranno giù le tariffe.
“L’industria
dell’auto sta già affrontando grandi difficoltà a causa del rialzo
dello yen e del possibile impatto dell’aumento delle tasse sulle
vendite. Speriamo che il governo capisca la gravità della situazione
e provveda a fornire un ulteriore aiuto all’industria automobilistica
affinché rafforzi la propria competitività e cresca come industria
strategica” ha affermato, evidentemente deluso per i contenuti
dell’accordo, Akio Toyoda, presidente di Toyota e dell’Associazione
Giapponese Produttori di Automobili.
“L’accordo promuoverà
un clima di commercio libero e leale nel settore dei veicoli e della
componentistica e noi lo salutiamo positivamente” ha commentato
il ministro all’Economia, Commercio e Industria Sugawara.
“Per
le automobili, le quali rappresentano oltre il 30% delle esportazioni
dal Giappone verso gli Stati Uniti, si è inclusa l’espressione
‘eliminazione delle tariffe mediante ulteriori negoziati’ ma non si è
indicata una scadenza specifica. Non possiamo negare che si tratti di
una concessione unilaterale” si legge in un comunicato del
Partito Costituzionale Democratico.
Ritornando al
settore automobilistico, Toyota Motor ha presentato negli
Stati Uniti il suo primo yacht a marchio Lexus. Lo LY 650, questo il
nome, costerà 450 milioni di yen, ha una lunghezza di 19,94 metri ed
una larghezza massima di 5,76 metri.
L’azienda ha, intanto,
annunciato lo scorso venerdì che aumenterà la propria
partecipazione in Subaru fino al 20% (attualmente detiene il 16,8%
delle azioni) ed operazione analoga compierà Subaru in Toyota
investendo 80 miliardi di yen. L’alleanza tra le due aziende è in
piedi dal 2005.
Cattive notizie per Nissan la quale
pagherà una sanzione di 15 milioni di dollari (evitando però che
l’affaire finisca in tribunale) alla Commissione per i Titoli e gli
Scambi degli Stati Uniti per non aver vigilato sugli oltre 140
milioni di dollari sottratti agli investitori durante la gestione di
Carlos Ghosn. L’ex amministratore delegato pagherà 1 milione di
dollari mentre l’ex direttore Greg Kelly è stato sanzionato per
100.000 dollari.
“In parole povere, le informazioni di
Nissan sugli emolumenti di Ghosn erano false. Mediante queste
informazioni Nissan ha avallato gli inganni di Ghosn e Kelly
ingannando gli investitori, compresi quelli statunitensi” ha
dichiarato Steven Peikin, condirettore della divisione controllo
della Commissione.
Altra novità nel mondo dei veicoli è giunta dalla riunione ministeriale per l’energia da idrogeno promossa dal Giappone e che ha visto la partecipazione dei titolari all’energia di 30 governi. I Paesi partecipanti hanno concordato circa l’introduzione di sistemi di produzione del gas in grado di alimentare 10 milioni di veicoli, aerei e navi nei prossimi dieci anni.
Nelle
infrastrutture, siglato lo scorso 25 settembre l’accordo tra
Giappone ed Indonesia finalizzato alla realizzazione di una linea
ferroviaria tra Jakarta e Surabaya.
“Si tratta di un
progetto strategico che farà compiere un salto al nostro servizio
ferroviario” ha commentato il ministro ai Trasporti indonesiano
Budi Karya Sumadi. La nuova linea consentirà di ridurre da 9 a 5 ore
e mezza il tragitto tra le due città ed al termine dei lavori
saranno 54 i treni (con 900 persone di portata ciascuno) che le
collegheranno riducendo, secondo uno studio condotto dall’Agenzia
indonesiana per la Valutazione e l’Applicazione della Tecnologia, del
12,4% il numero di viaggiatori che sceglieranno per qualla tratta
l’aereo.
Nella distribuzione
la Coalizione Nazionale delle Associazioni degli Affiliati di
7-Eleven, gruppo statunitense che rappresenta i commercianti
affiliati con il colosso dei supermercati ha manifestato la volontà
di collaborare con i commercianti nipponici per chiedere lo stop
alla politica di apertura per 24 ore consecutive che caratterizza
la catena.
“Vogliamo aiutare i commercianti giapponesi a
fare pressione e formare anch’essi un’associazione” ha
dichiarato il dirigente della Coalizione Jaspreet Dhillon
intervenendo lo scorso martedì in una conferenza stampa a Tokyo.
L’associazione statunitense rappresenta 4.000 operatori.
Nell’elettronica, l’assemblea degli azionisti di Japan Display ha approvato, lo scorso venerdì, il piano di salvataggio dell’azienda reso possibile dalla partecipazione di un fondo di Hong Kong e da altre somme messe a disposizione da Apple. Ritiratosi, inaspettatamente, dal piano l’Harvest Tech Investment Management, il fondo cinese che doveva contribuire maggiormente allo stesso fornendo l’equivalente di 560 milioni di dollari.
In ambito
finanziario due delle maggiori banche del Paese, MUFG Bank e Sumitomo
Mitsui Banking Corporation, hanno iniziato lo scorso 22 settembre a
condividere i propri bancomat al fine di spartirsi anche i costi di
esercizio. Gli ATM messi in comune sono 1.600 per MUFG e 1.200 per
Sumitomo Mitsui.
Rimanendo in campo finanziario il Japan
Exchange Group (possessore delle Borse di Osaka e Tokyo) ha
annunciato lo scorso mercoledì che acquisirà il 97% del Tokyo
Commodity Exchange e che le due società si fonderanno il prossimo
primo ottobre. Il costo dell’operazione è stato di 5,5 miliardi di
yen.
Nel turismo, è
stato reso noto che sono otto le aree che si sono candidate ad
ospitare gli alberghi con annessi casinò (Nagoya, Tokyo, Chiba,
Yokohama, Nagasaki nonché le Prefetture di Hokkaido, Osaka e
Wakayama).
“È incoraggiante che otto enti
intendano ospitare i resort” ha affermato soddisfatto il
neoministro delle Infrastrutture (che ha anche la delega al Turismo)
Kazuyoshi Akaba.
Nell’esplorazione spaziale, lo scorso 25 settembre è partito dal cosmodromo di Tanegashima il vettore H-2B dell’Agenzia Aerospaziale del Giappone diretto verso la Stazione Spaziale Internazionale alla quale è diretto il carico contenuto nella navicella Kounotori8. Si tratta di 5,3 tonnellate di cibo, acqua e materiali per esperimenti che l’Agenzia aveva già provato a lanciare lo scorso 11 settembre salvo rimandare a causa di un guasto ad alcuni motori.
In ambito nucleare l’Alta Corte di Fukuoka ha respinto lo scorso mercoledì un ricorso depositato da 70 cittadini che chiedeva lo stop ai reattori 3 e 4 della centrale di Genkai gestita dalla Kyushu Electric. Per i giudici non vi è alcun rischio che le eruzioni del monte Aso possano in qualche modo coinvolgere l’impianto.
Frattanto uno
scandalo è scoppiato in casa KEPCO. Il presidente della
società, Shigeki Iwane, ed altri 19 dirigenti della stessa hanno
ammesso di aver ricevuto 320 milioni di yen da un ex vicesindaco
della città, ospitante una centrale nucleare, di Takahama
(Prefettura di Fukui): lo scomparso Eiji Moriyama. A scoprire la
transazione, avvenuta a luglio 2018, l’Agenzia delle Entrate. Iwane
ha comunicato di aver restituito la somma.
Di “situazione
grave” ha parlato il ministro dell’Economia Sugawara il quale
ha promesso di “andare a fondo” nella vicenda.
Il
giorno seguente all’ammissione l’Agenzia delle Entrate ha reso noto
che una ditta di costruzioni impegnata in lavori all’interno
dell’impianto, la Yoshida Kaihatsu, avrebbe versato a Moriyama circa
300 milioni di yen rendendo il quadro della vicenda più chiaro.
(con informazioni di Japan Press Weekly 18 – 24 sett. 2019; ncga.com; uswheat.org; tass.com; cdp-japan.jp; jama-english.jp; mainichi.jp; the-japan-news.com)
Immagine di Yerpo (dettaglio) da Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.