Numerose le associazioni che quest’estate hanno assicurato il pranzo ai bambini in condizione di povertà e che in assenza del pasto assicurato dalla mensa scolastica si troverebbero in uno stato di ulteriore difficoltà.
La Banca del Cibo di Komae (Tokyo) ha iniziato a fornire questo servizio lo scorso anno distribuendo ai minori che lo necessitavano pacchi da 3 chilogrammi contenenti riso e noodles disidratati. “La fornitura di riso rende possibile spendere più denaro per comprare gli ingredienti e realizzare una grande varietà di piatti. Ciò mi è di grande aiuto” ha dichiarato al quotidiano Asahi una madre che usufruisce della solidarietà dell’associazione e che spende circa metà delle proprie entrate per pagare l’affitto.
Stando ad una ricerca condotta dal comune di Komae nel 2017 il 40% delle famiglie monogenitoriali ha affermato di non avere denaro sufficiente ad assicurarsi un’alimentazione appropriata.
Anche a Yamanashi, già dal 2015, è attivo un servizio di assistenza alimentare che questa estate ha interessato 624 famiglie e 1.312 minori.
“Molti insegnanti mi hanno detto di aver notato che alcuni bambini al ritorno dalle vacanze estive sono più magri. La nostra attività è essenziale sebbene non elimini le cause del fenomeno” ha affermato Hitoshi Koyama, rappresentante dell’Unione delle Cooperative di Consumo di Ibaraki e promotore, quest’anno, di un banco alimentare che ha assistito 241 famiglie.
Lo stato di sofferenza alimentare di molti minori nel corso delle vacanze estive è stato confermato da una ricerca condotta nel 2017 dal professor Nobuko Murayama dell’Università di Niigata. La ricerca coinvolse 836 studenti delle scuole elementari divisi in due gruppi a seconda delle entrate dei genitori ed accertò che nei periodi di non frequenza della scuola i bambini del gruppo a più basso reddito consumavano il 10,4% in meno di frutti di mare, il 5,7% in meno di verdure ed ingerivano il 5,3% in meno di proteine.
Rimanendo nel
welfare tra il 2009 ed il 2017 è aumentato di otto volte il
numero di ultrasettantacinquenni che hanno subito confische ai propri
beni per non essere riusciti a pagare i premi assicurativi. Il
dato è contenuto in un documento ufficiale del Ministero della
Salute richiesto dalla senatrice comunista Tomoko Tamura. Tra coloro
che non riescono a pagare i premi assicurativi molti anziani che
ricevono prestazioni pensionistiche ridicole (inferiori ai 130
euro).
In aggiunta a ciò l’esecutivo sta progettando di
abbassare dall’attuale 90% al 70% lo sconto applicabile ai premi
assicurativi sanitari per gli ultrasettantacinquenni in difficoltà.
Frattanto il
fondo pensioni pubblico (il Government Pension Investment Fund)
ha visto ridursi le proprie entrate nell’ultimo anno fiscale di
ben 8.000 miliardi di yen rispetto all’anno precedente.
Il
fondo, uno dei più grandi al mondo, possedeva a marzo 2019 asset per
159.215,4 miliardi di yen. Il 25,53% degli asset sono costituiti da
titoli azionari esteri, il 23,55% da azioni di aziende giapponesi (e
sono stati quelli che più hanno perso valore), il 26,3% da titoli di
Stato nipponici mentre il 16,95% da titolii di Stato esteri.
Per quanto concerne
lo scandalo Moritomo Gakuen nonostante la decisione della
Procura di Osaka di non richiedere il rinvio a giudizio per Nobuhisa
Sagawa (a capo dell’Agenzia delle Entrate quando avvenne la vendita
del terreno) molte domande rimangono senza risposta.
In primo
luogo non è stata fornita alcuna spiegazione da parte dell’Ufficio
delle Finanze del Kinki, l’organismo che ha materialmente venduto il
terreno demaniale, circa uno sconto concesso all’associazione
affinché vi costruisse sopra un asilo pari all’86% del prezzo di
mercato. L’unica ragione è stata individuata in svariate
tonnellate di spazzatura interrate sul sito quando fu usato come
discarica ma la cui quantità è stata enormemente sovrastimata
contribuendo così alla svendita del patrimonio demaniale.
Altro
punto oscuro concerne i verbali di riunioni tenute negli uffici
locali del Ministero che sono finiti distrutti. Un’indagine
interna a marzo 2019 ha asserito che non è credibile che Sagawa
fosse estraneo alla sparizione dei documenti come da lui dichiarato
nel 2018 testimoniando nella commissione d’inchiesta parlamentare.
Sul fronte climatico
mentre prosegue l’ondata di caldo – che ha condotto, fino ad
ora, a 23 morti (dal 29 luglio al 14 agosto) e 12.751 ricoveri in
ospedale nella sola settimana intercorsa tra il 5 ed il 14 agosto – i
cittadini dell’Arcipelago hanno dovuto anche subire anche i danni del
tifone Krosa che ha portato alla sospensione, il 15 agosto, di
molti treni ad alta velocità nella regione di Osaka (tenendo conto
di tutte le linee sono stati 200.000 i passeggeri che hanno subito
disagi).
Cancellati il 15 agosto oltre 400 voli mentre le
persone temporaneamente evacuate sono state oltre 7.000.
Frattanto
a Yukuhashi (Fukuoka) è stato lanciato dal locale Dipartimento
Anticendio un servizio telefonico per le chiamate di emergenza con
operatori in grado di comunicare in sette diverse lingue (tra esse
vietnamita e coreano). L’iniziativa è l’ennesima presa localmente da
istituzioni pubbliche al fine di rispondere con sempre maggiore
efficacia ad una popolazione residente o di turisti sempre più
eterogenea (in un caso per le nuove politica sui visti di lavoro e
nel secondo caso in virtù della promozione del turismo) anche se le
misure prese appaiano spesso confuse e prive di una legge quadro
nazionale.
Il 15 agosto si è intanto celebrato il 74° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. La cerimonia ufficiale si è tenuta al Nippon Budokan di Tokyo ed ha visto la partecipazione dell’imperatore Naruhito e del premier.
“Sono trascorsi settantaquattro anni dalla fine della guerra. Il nostro Paese, grazie agli incessanti sforzi compiuti dal popolo giapponese, oggi gode di pace e prosperità. Quando ripenso agli sforzi compiuti dal popolo non posso fare a meno di essere travolto da profonda emozione. Ripensando al lungo periodo di pace postbellica, riflettendo sul nostro passato e mantenendo sentimenti di profondo rimorso, spero sinceramente che le devastazioni della guerra non si ripetano mai più. Insieme a tutto il nostro popolo rendo il mio sincero omaggio a tutti coloro che hanno perso la vita durante la guerra, tanto sui campi di battaglia quanto altrove, e prego per la pace nel mondo e per il continuo sviluppo del nostro Paese” ha affermato nel suo breve discorso Naruhito.
Per non fare mancare
anche quest’anno la consuenta provocazione il
premier Abe ha inviato in occasione dell’anniversario
della fine del conflitto la propria offerta rituale allo Yasukuni
Shrine, il tempio che celebra i caduti per l’Imperatore e tra
essi numerosi criminali di guerra.
L’offerta è stata portata a
nome del premier dall’ex ministra della Difesa Tomomi Inada ed il
Portavoce dell’esecutivo Yoshihide Suga ha sottolineato che il
premier ha reso omaggio ai caduti come privato cittadino.
“Il
governo esprime profonda preoccupazione per il fatto che importanti
membri del governo e del parlamento giapponese abbiano ancora una
volta inviato offerte e portato il proprio omaggio allo Yasukuni
Shrine, tempio che glorifica il passato coloniale del Giappone, la
guerra di invasione e consacra dei criminali di guerra” si
legge in una nota del Ministero degli Esteri sudcoreano nella quale
si ribadisce che “relazioni orientate al futuro” possono
svilupparsi soltanto a seguito di una “profonda riflessione”
da parte dei politici giapponesi circa il passato del proprio Paese e
soltanto tramite questa riflessione il Sol Levante potrà “ottenere
fiducia dalla comunità internazionale”.
Circa 2.000
cittadini coreani hanno manifestato a Seul per chiedere che il
Giappone si assuma pienamente la propria responsabilità circa il
passato coloniale, tra essi Lee Chun-sik, uno degli ultimi ex
forzati di guerra ancora in vita.
“Il governo Abe si sta
concentrando a cancellare i crimini e l’aggressione economica quando
invece dovrebbe scusarsi“ ha affermato in una
manifestazione separata (che ha visto la partecipazione di circa
5.000 persone) Kim Myung-hwan, Presidente della Confederazione dei
Sindacati sudcoreani.
L’offerta di Abe al tempio “riflette
ancora una volta l’atteggiamento sbagliato verso la storia di alcuni
importanti politici giapponesi. Esortiamo il Giappone ad onorare il
proprio dovere e ad intraprendere azioni concrete atte a
riconquistare la fiducia dei propri vicini asiatici e non” ha
commentato la Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino Hua
Chunying.
Oltre 50 parlamentari si sono recati in visita al
tempio (tra essi il Segretario del PLD Hagiuda ed il parlamentare
Shinjiro Koizumi, figlio dell’ex premier Junichiro) mentre il premier
dal 2013 preferisce evitare al fine di non esacerbare ulteriormente
le relazioni con i Paesi vicini.
“Nell’ultima
guerra il popolo ha rischiato di non sopravvivere ed il dominio
coloniale e l’aggressione hanno causato danni e gravi sofferenze a
popoli di molti Paesi, in particolare asiatici. Dobbiamo dedicarci a
riflettere ed imparare dal passato in modo che la devastante guerra
non si ripeta più” ha affermato nella propria nota di
celebrazione dell’anniversario il leader dell’opposizione Yukio Edano
per il quale “oggi il Giappone si trova ad un importante
crocevia. Il governo Abe, che ha imposto la forzatura del diritto
all’autodifesa colletiva ed una nuova normativa di sicurezza
nazionale, è ora invitato a partecipare ad operazioni nello Stretto
di Hormuz e sta tentando spostarci verso una posizione che non potrà
essere invertita”.
“Con la Izumo, una portaerei de
facto che ci discosta dalla difesa convenzionale, e con il bilancio
della Difesa che continua a crescere a scapito di altre voci le
politiche di sicurezza nazionale stanno finendo fuori controllo. Il
governo Abe, inoltre, sta ora cercando di spingere verso un
cambiamento costituzionale che ignori il pacifismo ed il
costituzionalimo, due valori sono stati coltivati e protetti dai
giapponesi e che si trovano ora a rischio” ha aggiunto il
Presidente del Partito Costituzionale Democratico assicurando che il
proprio partito “tenendo conto della lezione della storia
contribuirà alla pace ed alla prosperità della comunità
internazionale aderendo alle posizioni diplomatiche e di sicurezza
fondamentali che il Paese ha coltivato dopo la guerra vale a dire
cooperazione e difesa internazionali”.
“Il governo
Abe manca della giusta comprensione della storia. La politica estera
ed interna sono ostacolate. I movimenti civici e dei lavoratori
stanno lottando contro la povertà e la diseguaglianza, contro lo
svuotamento dell’articolo 9, contro la nuova base di Okinawa nonché
per la promozione della solidarietà con la Corea”
ha affermato Shingo Fukuyama nella cerimonia di Chiyoda (Tokyo)
organizzata dal Forum per la pace, i diritti umani e
l’ambiente.
“Siamo convinti che il percorso segnato dal
pacifismo costituzionale sia il cammino giusto e del quale andare
orgogliosi” ha affermato per il Partito Democratico per il
Popolo Yuichiro Tamaki.
In politica estera
la Repubblica di Corea ha confermato lo scorso 12 agosto la
rimozione del Giappone dai Paesi (in
totale 29 nazioni) verso i quali è possibile esportare in
maniera facilitata. A dare l’annuncio il ministro al Commercio
sudcoreano Sung Yun-mo.
“Dobbiamo costruire un sistema di
controlli considerando le difficoltà di lavorare in maniera profonda
con una nazione che frequentemente viola le regole base dei controlli
sulle esportazioni o che opera al di fuori della legge” ha
spiegato il ministro.
Il nuovo sistema di controlli prevede che
una serie di materiali e prodotti considerati strategici siano
soggetti ai fini dell’esportazione ad una procedura di
autorizzazione: questa misura ritarderà, si stima, di 15 giorni
l’effettiva esportazione di un prodotto verso l’Arcipelago.
Secondo
il viceministro Park Tae-sung altre nazioni potrebbero essere
inserite in questa nuova categoria, probabilmente nazioni del tutto
marginali per il commercio sudcoreano ed inserite al fine di non far
apparire la misura come un atto di risposta alle misure nipponiche
cosa che invece, con ogni evidenza, è.
Di mossa “totalmente
non chiara” ha parlato la controparte nipponica Hiroshige Seko
il giorno successivo. Il 15 agosto il massimo rappresentante della
RdC Moon Jae-in ha affermato che il proprio Paese “tenderà
la mano” ai giapponesi se essi sceglieranno la via del dialogo
e della cooperazione ponendo fine alle restrizioni
commerciali.
“Speriamo che il Giappone giochi insieme a noi
un ruolo guida nella creazione di pace e prosperità in Asia anziché
contemplare un passato che ha portato sventura ai Paesi vicini”
ha aggiunto Moon sottolineando che “con la divisione
internazionale del lavoro se una nazione militarizza un settore nel
quale ha un vantaggio l’ordine pacifico e libero del commercio
inevitabilmente ne soffrirà”.
Per quanto concerne le proteste ad Hong Kong il dicastero degli Esteri di Tokyo ha emesso un’allerta 1 invitando i cittadini nipponici a prestare attenzione nel muoversi nella regione. Diverse le aziende giapponesi che hanno inviato i propri dipendenti a lavorare da casa mentre alcune attività commerciali possedute da società del Sol Levante hanno temporaneamente disposto la chiusura.
In economia i dati
dei primi sei mesi sulle esportazioni alimentari recentemente resi
noti dimostrano il totale fallimento (o meglio la
sostanzale inesistenza) delle politiche agricole
portate avanti dai conservatori. L’esecutivo aveva auspicato di
raggiungere nel 2019 l’obiettivo di vendere all’estero alimenti per
1.000 miliardi di yen tuttavia nel periodo gennaio-giugno si è avuto
un modesto aumento (del 2,9%) nelle esportazioni del settore primario
per un totale in termini assoluti pari a 448,6 miliardi di
yen.
Complessivamente le esportazioni nipponiche di alimenti
hanno avuto in questi anni risultati molto diversi con un picco
negativo il 2012, quando l’export si fermò a 450 miliardi di yen, ed
uno positivo, il 2018 con 906,8 miliardi di yen ed una crescita nel
primo semestre del 15% rispetto al 2017.
Le esportazioni ad Hong
Kong, il principale mercato per gli alimenti dell’Arcipelago, sono
cresciute del 2,7% ma quelle verso Taiwan, Corea del Sud e Tailandia
sono scese rispettivamente del 4,4, del 2,7 e del 6,5%.
Tra i
prodotti che hanno subito i cali maggiori vi sono le fragole
(-18,7%), le capesante (-30%) e le mele (-8,9%).
Nell’auto Honda Motor ha comunicato lo scorso mercoledì che il prossimo anno cesserà di produrre autoveicoli in Argentina. Lo scorso anno nel Paese sudamericano l’azienda ha prodotto, presso la fabbrica di Campana (Buenos Aires) 10.000 vetture HR-V e 100.000 motociclette. A motivare la scelta il calo del peso argentino che ha aumentato i costi di importazione nel Paese di componentistica. La fabbrica, che conta circa 1.000 dipendenti, continuerà nella produzione delle due ruote.
La tensione con
la Corea del Sud colpirà anche il settore dei rifiuti nipponico.
Lo scorso venerdì è stato infatti annunciato dal Ministero
dell’Ambiente di Seul il rafforzamento dei controlli sul livello di
radiazioni sui rifiuti plastici, gli pneumatici e le batterie
importate dal Giappone (ma anche dalla Russia) che saranno effettuati
una volta al mese anziché una volta ogni tre.
Nel 2018 la RdC
ha importato dal Giappone 66.000 tonnellate di plastica e 6.900 di
pneumatici. Lo scorso 8 agosto lo stesso dicastero aveva annunciato
maggiori controlli sulle importazioni di cenere proveniente dalle
centrali termoelettriche del Sol Levante.
Nella distribuzione
le due catene di farmacie Matsumotokiyoshi Holdings e Cocokara
Fine hanno comunicato lo scorso 16 agosto di aver firmato un
memorandum per iniziare i colloqui volti alla fusione
delle rispettive società. La prima società ha ottenuto il
diritto di trattare in esclusiva per la fusione fino al gennaio del
2020. Il giro di affari delle due realtà si aggira intorno ai 1.000
miliardi di yen.
Nello scorso anno fiscale il volume totale
delle vendite delle farmacie dell’Arcipelago è stato di oltre 7.000
miliardi di yen anche grazie alla vendita di cibo ed altri prodotti
non legati alla salute.
Tra il 2000 ed il 2018 il numero delle
farmacie è raddoppiato superando le 20.000 unità.
Sempre in tale
ambito i grandi magazzini non legati a grandi catene
nazionali sono sempre più a rischio chiusura. A determinare la
crisi il calo della popolazione e la concorrenza delle realtà più
grandi. Un grande magazzino a Yonezawa (Prefettura di Yamagata) ha
chiuso la scorsa settimana mentre il Daiwa Takaoka, sito nell’omonima
città della Prefettura di Toyama chiuderà, dopo 76 anni di
attività, il prossimo 25 agosto. Altri negozi, siti in piccole
cittadine, hanno già chiuso a Kitakyushu, nella Prefettura di
Kanagawa e ad Hokkaido. Stando ad una ricerca condotta da Tokyo Shoko
Research in 78 di questi grandi magazzini le vendite dello scorso
anno hanno segnato un +0,1% mentre in 27 altri casi le vendite hanno
avuto un segno meno ed in 13 casi i bilanci delle società sono in
perdita.
“Con il mercato che si contrae ed i cali di
manodopera non vediamo nessuna luce in fondo al tunnel. Penso che i
grandi magazzini locali hanno superato il limite entro il quale
potevano sopravvivere” ha dichiarato Toru Nabeyama
dell’Istituto Giapponese di Ricerca Economica.
“I grandi
magazzini nelle aree urbane con grande popolazione e presenza di
turisti stranieri possono sopravvivere ma la situazione nelle aree
rurali peggiorerà in quanto essi non hanno peculiari attrattive da
offrire” ha commentato il professor Yuji Yano dell’Università
Ryutsu Keizai.
Nel turismo sono
prossimi al termine i lavori di rinnovo dell’aeroporto di Aomori
iniziati nel maggio 2018 e costati circa 4 miliardi di yen. Lo
scalo, aperto nel 1987, ha adesso un’area per i voli internazionali
più grande ed una nuova barriera per i controlli di polizia che sarà
utilizzata esclusivamente per i voli diretti all’estero.
“Ci
impegneremo affinché l’aeroporto sia popolare e che sia utilizzato
come principale accesso al Tohoku settentrionale ed all’area del
Senkai” ha dichiarato Tetsuo Hayashi, presidente dello scalo.
Lo scorso anno l’aeroporto ha visto transitare poco più di un
milione e duecentomila passeggeri.
In ambito macroeconomico il Giappone è diventato il maggior possessore di titoli di Stato statunitensi superando la Cina. Secondo quanto comunicato lo scorso giovedì dal Dipartimento al Tesoro della nazione nordamericana il Sol Levante possiede titoli per un valore di 1.122 miliardi di dollari contro i 1.112 della Cina. Non è la prima volta che il Giappone supera i cinesi in questa classifica, era già successo infatti nel maggio 2017.
Forti investimenti all’estero per SoftBank: la società ha investito, mediante il Vision Fund, nella svizzera Energy Vault (azienda che opera nelle tecnologie per la conservazione di energia) 110 milioni di dollari.
Nel lavoro gli
ultimi dati comunicati dal dicastero competente circa le violazioni
delle norme sull’orario sono segnalate in aumento per il
quarto anno consecutivo nella società di trasporti su gomma, autobus
e tassì.
Secondo la ricerca resa nota l’undici agosto 5.424
aziende (l’80% del totale) hanno commesso violazioni delle norme:
nnel 55,5% dei casi sull’orario di lavoro e nel 21,1% sulle norme che
regolano gli straordinari.
4.0006 aziende (il 61,3%) ha fatto
lavorare i propri conducenti non rispettando le leggi che pongono i
lavoratori al riparo dai rischi per la salute derivanti da eccessivi
turni di lavoro: nel 46,6% le violazioni hanno riguardato l’orario
giornaliero mentre nei restanti casi i periodi di riposo tra i turni.
In campo scientifico una equipe di ricerca nipponica avrebbe sviluppato un metodo per manipolare il DNA di ratti e bovini al fine di determinare il sesso degli animali in fase di impianto degli embrioni. “C’è la possibilità in futuro che anche aziende private ed allevatori riescano a selezionare il sesso degli animali” ha affermato Masayuki Shimada, membro del team di ricerca e docente all’Università di Hiroshima.
In un campo completamente diverso un gruppo di ricercatori dell’Università Keyo di Tokyo ha sviluppato una coda robotica che potrebbe in futuro aiutare gli anziani con difficoltà di equilibrio o i lavoratori costretti a dover trasportare oggetti pesanti.
Frattanto il
supercomputer “K” sviluppato dall’istituto di ricerca
Riken a partire dal 16 agosto non è più utilizzato per scopi
accademici o di ricerca privata e si avvia a diventare una gigantesca
memoria per dati. L’istituto e Fujitsu stanno sviluppando una nuova
generazione di elaboratori denominata “Fugaku” che entro il
2021 dovrebbe sostituire i computer “K”.
Lo sviluppo del
supercomputer “K” iniziò nel 2006 e si concluse nel 2012.
L’elaboratore è stato utilizzato in oltre 11.000 ricerche e da circa
200 aziende private.
In tema ambientale
vari esperti hanno mostrato preoccupazione circa il progressivo
ritirarsi delle spiagge sabbiose
nell’Arcipelago. Il peggioramento della qualità delle spiagge
ha avuto anche un effetto sul numero di bagnanti sceso dai 37,9
milioni del 1985 ai 6,6 del 2017.
Secondo uno studio di Keiko
Udo, professore associato di ingegneria costiera all’Università del
Tohoku, l’estensione media delle spiagge è scesa, in gran parte a
causa di progetti edilizi ed alla presenza di cave, dai 70 metri del
1900 ai 43 del 1990 ed il riscaldamento globale non potrà che far
peggiorare ulteriormente lo stato delle aree costiere.
“Una
spiaggia sabbiosa si basa su un equilibrio di afflusso e perdita di
sabbia ed una volta persa una quantità considerevole di sabbia una
spiaggia è difficilmente ripristinabile” ha affermatto
Udo.
Oltre ad attrarre turisti, ad ospitare numerose specie di
rettili ed uccelli le spiagge sabbiose riducono l’impatto delle
onde rivelandosi particolarmente benefiche in caso di catastrofi
naturali.
La legge sul monitoraggio delle coste del 1990 così
come i costosi interventi volti a creare barriere che trattengano la
sabbia hanno sostanzialmente fallito.
Chiudendo con il
lento recupero dalla catastrofe del 2011 una buona notizia giunge
dalla distilleria Suzuki Brewery, attualmente sita a Nagai
(Yamagata), la quale ha intenzione di produrre sake a Namie
(Prefettura di Fukushima) entro i prossimi due anni ed impiegando
riso locale.
La società, che operava ad Ukedo sin dall’Epoca
Edo, ha avuto un proprio sito di stoccaggio danneggiato dallo tsunami
che uccise circa il 10% della popolazione di quella località.
(con informazioni di Japan Press Weekly 7 – 13 ago. 2019; fmprc.gov.cn; treasury.gov; gpif.go.jp; yna.co.kr; cdp-japan.jp; dpfp.or.jp; global.honda; asahi.com; mainichi.jp; the-japan-news.com)
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