Dopo un paio di anni sono tornato a Lucca. Ormai la città toscana è una delle migliori negli investimenti culturali: dal Film Festival al Lucca Comics, senza dimenticare il Summer Festival. La centralissima Piazza Napoleone, sita all’interno delle mura, a me rievoca notti leggendarie: da Mark Knopfler a Bryan Adams, da Alanis Morissette a Eric Clapton, da Ennio Morricone ai Rolling Stones, dai Litfiba ai Cranberries. Senza dimenticare il grande Joe Cocker. Solo per citarne alcuni. Un’altra serata di grandi emozioni mi aspetta.
Anche quest’anno di occasioni ce n’erano tantissime, ma ho preferito qualcuno che non avevo ancora visto. Ovviamente non parlo del Jova Beach Party, ma dell’unica data italiana degli Scorpions.
Gruppo heavy metal e rock and roll nato a Hannover (Germania) nel lontano 1965, capace di vendere oltre 100 milioni di dischi in tutto il mondo. Hanno pubblicato 19 dischi in studio, 4 live e 26 raccolte in 52 anni di carriera. Influenzata dal rock anni 60, la band tedesca è sul pezzo da oltre 50 anni. Ha scritto pagine indelebili della musica europea, soprattutto con la leggendaria “Wind Of Change”. Una canzone che parla degli avvenimenti che portarono alla caduta del Muro di Berlino divenendo emblema della riunificazione tedesca. Quest’anno a novembre cadrà il 30°anniversario e ancora oggi è un pezzo fondamentale della storia del rock. Proprio questa canzone lanciò l’album “Crazy World”. Gli Scorpions, dopo 30 anni, sono ancora in tour a promuovere i brani di quell’incredibile album.
I componenti storici (i chitarristi Jabs e Schenker e la voce di Klaus Meine) sono accompagnati dal basso di Buchholz e dalla batteria di un memorabile Mikkey Dee. L’età media è molto alta e si avvicina ai 70 anni (Meine e Schenker alzano la media).
Ma veniamo al concerto di Lucca.
Sabato 27 Luglio. Penultima data del Summer Festival 2019 (due giorni dopo chiuderà Sting). In un’estate a dir poco torrida, naturalmente, piove a dirotto. Fino alle 19.30 l’organizzazione ancora non si pronuncia. L’evento rischia di saltare. Poi finalmente aprono i cancelli. Il concerto si farà. La gente è fradicia di pioggia. Neanche gli ombrelli riescono a risolvere il problema. Io francamente sono felice: nella mia vita ho assistito a diversi concerti sotto acquazzoni furibondi. In condizioni sicuramente non banali, ho trovato in queste serate qualcosa di epico che ricorderò a lungo. Sicuramente meglio di 45 gradi sotto il sole, pigiati come sardine in salamoia. La cosa sicuramente più bella è il palco: allestito in maniera spettacolare con la batteria imponente e rialzata rispetto al resto della band. Dietro un maxischermo con video ed effetti “speciali”, ai lati due schermi con zoom dei primi piani dei protagonisti del concerto.
Dopo una lunga attesa, alle 21.40 i 5 vecchietti terribili del rock tedesco arrivano sul palco di Piazza Napoleone. Crazy world fa da sottofondo. Nonostante il meteo, ci sono oltre 8000 persone. Quasi tutto esaurito per l’unica data italiana degli Scorpions. Il rock scorre a fiumi come le emozioni. L’inizio è in salita per la voce di Meine, ma si rifarà molto presto. Piove ancora a dirotto alle prime 5 canzoni: Going out with a bang, il classico Make it real, lo straordinario successo di Is there anybody there?, The zoo e Coast to coast. La pioggia magicamente termina qui.
Klaus Meine anticipa un medley degli anni 70: Top of the Bill, Steamrock fever, Speedy’s coming e Catch your train.
Il pubblico non crede alle sue orecchie. Il concerto è splendido ed è un continuo andirivieni temporale. Gli Scorpions live sono delle macchine. Infatti poi arriva l’ultimo singolo del 2015: We built this house. Tutti cantano nonostante non sia il pezzo più famoso che esista. Poi Jabs sale in cattedra con Delicate Dance.
È quasi passata un’ora del concerto e siamo quasi a metà. Non me ne ero nemmeno accorto. La seconda parte della serata diventa magica. Si sente odor di vacanza e spunta fuori Holiday in versione acustica. Meine fa cantare il pubblico che non si fa attendere. Mentre la gente si aspetta altre bombe rock ad alto volume, ecco la sorpresa. Di solito gli artisti si lasciano i cavalli di battaglia alla fine. Gli Scorpions no. Parte “Send me an angel”, indimenticabile capolavoro scandito da un Klaus Meine assolutamente in grande forma. La batteria di Dee è rustica, potente stile anni 70, le chitarre soliste vibrano e mandami in estasi il pubblico. Il testo è pura poesia: parla di luci e tenebre. La canzone sembra una parabola tra un uomo qualsiasi che chiede al Saggio come fare a raggiungere la strada per la Luce. L’uomo chiede che gli venga inviato un angelo che gli faccia da Virgilio come a Dante nella Divina Commedia. Ma il Saggio gli ribadisce che deve credere in se stesso e nel suo cuore. Solo allora troverà la chiave di volta e quindi la strada giusta. Un po’ di sereno fa capolino tra i nuvoloni neri. È il magic moment della serata lucchese. I gufi sono serviti.
Subito dopo, signori e signore, arriva un singolo da miliardi di emozioni: “Wind Of Change”. La voce della gente sovrasta tutto. Un’emozione incredibile. La pelle d’oca è nuovamente tra noi o meglio non ci ha mai abbandonato. Specie i tanti tedeschi presenti che ricordano le emozioni di quei fatti storici di cui parlavo all’inizio dell’articolo. Dopo un uno di due di tale portata, immaginavo che il concerto calasse. Invece, come per magia, il Dio del rock è ancora lì e dà forza ai 5 vecchietti. Parte un trittico di grande potenza: Bad boys running wild, I’m leaving you e Tease me please me. Mr Dee (ricordate i Motorhead?) lascia il segno e si prende la scena in un epico assolo terra aria solo di batteria. Gli altri rifiatano per il gran finale. Arrivano due pezzi pazzeschi: una potentissima “Blackout” che scalda gli animi passando per nuove magiche “Big City Nights”.
Il concerto sarebbe finito. C’è la solita pagliacciata di rito. La band esce dal palco, la gente li richiama a gran voce sul palco per i bis. Non piove più, finalmente circola più aria. Ma è soprattutto il grande rock a far da padrone. Qualche coppia si bacia.
È il loro momento. Arriva “Still Loving You” e tutti vanno in brodo di giuggiole. Klaus Meine saluta il pubblico ringraziando tutti per esser stati ad attendere sotto l’acqua per ore. Il riferimento è chiaro: il pezzo finale è Rock you like a hurricane.
Un monumento per chi ama il rock e la sua storia. Dopo 2 ore scarse di musica, il concerto termina. Purtroppo manca all’appello No one like you. Sarà per la prossima volta. Se all’inizio avevo qualche perplessità sulla tenuta del gruppo, adesso vi dico andate a vedere gli Scorpions. Sono sicuro che non ve ne pentirete. Is there anybody there?
Scaletta del concerto:
- Going Out With a Bang
- Make It Real
- Is There Anybody There?
- The Zoo
- Coast to Coast
- Top of the Bill / Steamrock Fever / Speedy’s Coming / Catch Your Train
- We Built This House
- Delicate Dance
- Holiday
- Send Me an Angel
- Wind Of Change
- Bad Boys Running Wild / I’m Leaving You / Tease Me Please Me
- Drum Solo
- Blackout
- Big City Nights
- Still Loving You
- Rock You Like a Hurricane
Due estratti dal concerto qui e qui
Consiglio la visione del concerto di Monaco del 2012 da qui
Immagine di Kikapress da www.tg24.sky,it
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.