Iniziamo questa Pillola con la politica estera. Il 22 maggio, infatti, è giunto nell’Arcipelago il Presidente statunitense Joe Biden. Il numero uno degli Stati Uniti è arrivato con il proprio aereo nella base militare di Yakota, uno dei punti di attrito esistenti tra la popolazione giapponese, almeno di coloro che vivono in quell’area, e gli USA.
Al centro della visita vi è il coordinamento nippo-statunitense rispetto al contenimento della Repubblica Popolare Cinese (particolarmente per ciò che attiene a Taiwan) nonché l’aggressione economica alla Federazione Russa: tema sul quale gli Stati Uniti si attendono molto di più dal Giappone.
“Dato che il clima di sicurezza nella regione diventa più pesante, riaffermo con il Presidente Biden la necessità di rafforzare velocemente le capacità di deterrenza e di risposta dell’alleanza Giappone-USA” ha affermato Kishida al termine del primo colloquio con l’omologo.
Nel comunicato congiunto, sull’ingresso della Russia nella guerra civile ucraina, i due leader hanno parlato di “grande sfida” all’ordine internazionale ed un riferimento è stato fatto anche alla RPDC.
“I due leader hanno condannato l’avanzo della Corea del Nord nello sviluppo nucleare e missilistico ed ai lanci di missili balistici intercontinentali. Essi hanno riaffermato il proprio impegno alla completa denuclearizzazione della Penisola coreana in accordo con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniti ed esortano la Corea del Nord a rispettare i propri obblighi ai sensi di queste risoluzioni” si legge nel comunicato.
In sede di conferenza stampa, rispondendo ad una domanda circa l’ingresso degli USA in guerra qualora la RPC volesse riprendere il controllo sulla “provincia ribelle”, Biden ha risposto “sì”.
“La Cina esprime forte insoddisfazione e ferma opposizione alle osservazioni statunitensi. C’è una sola Cina nel mondo, Taiwan è parte inalienabile del territorio cinese ed il governo della Repubblica Popolare cinese è l’unico governo legale che rappresenta l’intera Cina. Su ciò esiste un consenso da parte della comunità internazionale ed un impegno politico degli Stati Uniti nei confronti della Cina. La questione di Taiwan è unicamente un affare interno della Cina che non consente alcuna interferenza straniera. Per quanto riguarda la sovranità e l’integrità territoriale della Cina nonché altri interessi fondamentali, la Cina non ha spazio per compromessi. Nessuno dovrebbe sottovalutare la forte determinazione e la capacità del popolo cinese nel salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale. Nessuno dovrebbe opporsi a 1.4 miliardi di cinesi. Esortiamo gli Stati Uniti a rispettare il principio di una sola Cina e le disposizioni presenti in tre comunicati congiunti, ad onorare il proprio impegno a non sostenere l’indipendenza di Taiwan, a parlare ed agire con prudenza sulla questione, ad evitare di inviare qualsiasi segnale sbagliato sulla “indipendenza di Taiwan” alle forze separatiste affinché non si mini seriamente la pace nello Stretto di Taiwan e le relazioni Cina-USA. La Cina intraprenderà azioni ferme per salvaguardare la propria sovranità e gli interessi in materia di sicurezza. Noi parliamo sul serio” ha risposto da Pechino, il Portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin.
Tra gli altri temi oggetto di discussione tra Kishida e Biden vi è stata anche la cooperazione in materia economica, in particolare dopo l’annuncio di un nuovo trattato commerciale per l’area del Pacifico preparato a Washington e che potrebbe porsi in competizione con il CPTPP: l’Indo-Pacific Economic Framework.
Il nuovo accordo, che tiene insieme nazioni che rappresentano il 40% del PIL mondiale, comprende, oltre agli Stati Uniti ed al Giappone, India, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Brunei, Tailandia, Filippine, Repubblica di Corea, Malesia, Singapore, Vietnam ed Indonesia.
Obiettivo del trattato, per adesso privo di conseguenze pratiche dato che si tratta unicamente dell’inizio di un percorso, la cooperazione in termini di catene globali di approvvigionamento, commercio elettronico, anti-corruzione ed energie rinnovabili.
Il lancio dell’iniziativa a guida statunitense è stato salutato positivamente da Masakazu Tokura, numero uno di Keidanren, e da Kengo Sakurada, presidente dell’Associazione dei Dirigenti d’Azienda.
Un breve colloquio di cortesia è stato intrattenuto da Biden anche con l’Imperatore Naruhito.
Il benvenuto a Biden è stato dato anche dal leader dell’opposizione Izumi, il quale, pur riaffermando la necessità dell’alleanza tra Giappone e Stati Uniti per meglio contrastare Russia e Cina ha, al contempo, chiesto una modifica dello Status of Forces Agreement (in sigla SOFA, l’accordo che disciplina lo status giuridico del personale militare e civile statunitense dislocato nell’Arcipelago) ed una revisione delle servitù militari nella Prefettura di Okinawa.
Rispetto all’iniziativa economica promossa dagli USA, Izumi ha sottolineato che il nuovo quadro di cooperazione multilaterale deve integrarsi con il CPTPP e con il RCEP mentre, sempre nell’interesse del Sol Levante, andrà affrontata la questione dei dazi doganali sulle auto applicati negli USA.
Contro la costruzione della base di Henoko, per la cancellazione dei voli Osprey e per la riforma del SOFA sono state presentate alla Dieta, il 25 maggio, oltre 76.000 firme in calce a tre diverse petizioni.
Giappone, USA ed altre nazioni (tra esse Canada, Australia e Nuova Zelanda) si sono assentati, durante una riunione APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) durante l’intervento del rappresentante russo. La riunione si è svolta a Bangkok il 21 ed il 22 maggio.
Sul fronte della cooperazione militare con Australia, Stati Uniti e Gran Bretagna nel cosiddetto formato AUKUS, il premier Kishida ha affermato di “valutare positivamente gli obiettivi” di questo quadro di cooperazione ma, altresì, sostenuto che, almeno per il momento, “il Giappone non intende entrare in questa struttura”.
Nell’ambito dei colloqui nippo-statunitensi è stato deciso che la città di Hiroshima ospiterà il primo G7 dei capi di governo del 2023.
Una forte condanna ai colloqui Biden-Kishida è giunta dal Presidente del PCG Shii. Il numero uno dei comunisti ha espresso contrarietà all’idea che il contrasto alla Russia vada effettuato rafforzando le capacità di deterrenza dell’alleanza nippo-statunitese: aspetto su quale Kishida ha ribadito la necessità per il Giappone di avere armi e norme che consentano di “colpire una base nemica”.
“Forte preoccupazione”, è stata intanto espressa dal Segretario Generale del Gabinetto, Hirokazu Matsuno, per i voli, effettuati complessivamente da sei bombardieri strategici cinesi e russi, sopra il Mare dell’Est, il Mar Cinese Orientale e l’Oceano Pacifico nelle stesse ore del summit Quad di Tokyo. Di “crescita del livello di provocazione” ha parlato il ministro della Difesa Kishi.
“Il recente pattugliamento aereo strategico congiunto condotto delle forze aeree cinesi e russe non prende di mira terze parti e non ha nulla a che fare con l’attuale situazione internazionale e regionale” ha risposto, a stretto giro, Wu Qian, Portavoce del Ministero della Difesa Nazionale della Repubblica Popolare Cinese.
“Nell’adempimento dei propri compiti, gli aerei di entrambi i Paesi hanno operato rigorosamente rispetto delle disposizioni del diritto internazionale. Non ci sono state violazioni dello spazio aereo di Stati stranieri” ha ribadito anche il Ministero della Difesa di Mosca.
“Le autorità giapponesi hanno affermato il loro desiderio di unirsi al blocco militare-tecnologico AUKUS, esaminato le prospettive di dispiegamento di missili a medio e corto raggio statunitensi sul proprio territorio e ricorso ad altre azioni provocatorie che rappresentano una seria sfida e una potenziale minaccia per la sicurezza della Russia in Estremo Oriente. Allo stesso tempo, l’establishment politico giapponese, che apparentemente ha dimenticato la tragedia di Hiroshima e Nagasaki, si discute circa la fattibilità della partecipazione del Giappone a missioni nucleari congiunte con Washington. Da parte nostra, abbiamo ripetutamente avvertito che osserviamo da vicino tali attività ostili del governo giapponese e ci riserviamo il diritto di adottare misure corrispondenti al fine di rafforzare le capacità difensive del nostro Paese” ha invece affermato la Portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
Frattanto, seguendo l’esempio di Hiroshima, la città di Nagasaki ha deciso di non invitare Michail Galuzin, ambasciatore russo a Tokyo, alle celebrazioni del 9 agosto.
Giovedì, intervenendo in parlamento, Kishida ha parzialmente ammorbidito il confronto con la Cina e sostenuto la necessità di un dialogo con Xi Jinping.
L’importanza di “comunicare con la Cina ad ogni livello” è stata sottolineata anche da Akira Nagatsuma del PCD.
Per ciò che concerne la Corea del Nord, le forze armate della RdC hanno reso noto che, il 25 maggio, la RPDC ha lanciato tre missili balistici in direzione del Mar dell’Est. I missili, partiti dall’area di Sunan, sono caduti al di fuori della Zona Economica Esclusiva nipponica percorrendo tra i 360 ed i 760 chilometri e raggiungendo un’altitudine tra i 20 ed i 540 chilometri.
In risposta al lancio, il giorno successivo, caccia statunitensi F-16 e nipponici F-15 hanno effettuato un’esercitazione congiunta sui cieli sopra il Mar dell’Est.
Puntuale, ed usuale, il solito balletto di condanne mentre, dall’opposizione, Suematsu del PCD ha chiesto un maggior coordinamento con Stati Uniti e Corea del Sud e Shii, a nome del PCG, ha chiesto di “avviare seri negoziati diplomatici” per attenuare il confronto con la RPDC.
Sempre in tema di politica estera, il 26 maggio, Kishida ha incontrato a Tokyo l’omologo tailandese Prayut Chan-o-cha. Il primo ministro tailandese ha affermato che il proprio Paese condivide la medesima posizione del Giappone sulla questione ucraina ma ha, altresì, sottolineato l’esigenza di sforzi diplomatici tesi a porre termine agli scontri. Lo Stato del Sud-Est asiatico non ha aderito ai diversi pacchetti di sanzioni promossi dai Paesi NATO.
Tra gli altri temi discussi dai due leader nell’ambito del 27° Nikkei Forum vi è stato l’Eastern Economic Corridor nonché la cooperazione bilaterale. Il Giappone è per la Tailandia il secondo partner commerciale. Nel 2021, il commercio bilaterale ha avuto un volume superiore ai 60 miliardi di dollari.
Kishida ha anche incontrato l’omologo malese Ismail Sabri Yaakob con il quale ha affrontato tutte le questioni calde di politica estera: dalla crisi in Ucraina alla presenza cinese nell’Asia meridionale fino al programma missilistico nordcoreano.
In ambito militare, l’Associazione Giapponese degli Avvocati per la Libertà ha tenuto, il 22 ed il 23 maggio, una due giorni di forum per ribadire l’opposizione di questa parte del mondo forense ad ogni modifica dell’articolo 9 della Carta: quello che assicura il carattere pacifista della politica estera nipponica.
La contrarietà alla riforma della Costituzione, è stata espressa anche da Zenshoren, la Federazione Nazionale delle Associazioni di Commercio e Industria, che ha tenuto, il 22 maggio a Tokyo, la propria cinquantacinquesima riunione annuale.Tra gli altri temi dai 650 delegati (tra presenti e collegati da remoto) vi sono stati l’aumento delle spese militari e la tassa sui consumi. Su quest’ultimo punto, l’associazione continua a chiedere un deciso intervento per l’abbassamento dell’imposta con il fine di sostenere la domanda interna di beni e servizi.
“Se raddoppiamo il bilancio per la difesa la tensione nell’Asia del Nord-Est aumenterà” ha affermato, in sede di Camera dei Rappresentanti, Shinkun Haku del Partito Costituzionale Democratico.
“Non è ancora chiaro cosa sarà aumentato e quanto saranno queste spese. Continueremo a chiedere quali siano le realistiche necessità” ha affermato il Presidente del PCD Kenta Izumi.
La violazione dell’articolo 9 nella sua versione attualmente in vigore è stata sottolineata anche da Seiken Akamine il quale ha sottolineato come le Forze di Autodifesa siano, di fatto, integrate all’interno della strategia militare degli Stati Uniti.
Per ciò attiene all’emergenza coronavirus, la Prefettura Metropolitana di Tokyo ha registrato 3.317 casi domenica 22 maggio, 2.025 lunedì, 3.271 martedì, 3.929 mercoledì, 3.391 giovedì, 2.630 venerdì, 2.549 sabato.
Al 28 maggio, la capitale aveva accumulato 1.534.499 contagi e 4.489 decessi mentre gli ospedalizzati erano 1.093 con sintomi lievi e 16 con sintomi gravi (per un tasso di occupazione dei posti letti designati pari, rispettivamente, al 15,1 ed al 2%).
Confermato, intanto, da Kishida – a partire dal primo giugno – l’innalzamento a 20.000 del numero di arrivi giornalieri nonché la concessione, a partire dal 10 dello stesso mese, di visti turistici.
Il premier ha chiarito, in chiusura di settimana, che i turisti stranieri dovranno conformarsi alle regole contro il SARS-CoV-2 previste per i giapponesi.
Giovedì, sono stati intanto allentati gli avvisi per i viaggiatori diretti in 36 nazioni (tra esse USA, Canada e la regione cinese di Hong Kong).
In campo vaccinale, il 25 maggio sono iniziate le somministrazioni delle quarte dosi di richiamo. Ad essere interessati dalla campagna sono gli ultrasessantenni o coloro che, pur avendo meno di sessant’anni, abbiano particolari patologie che li designano come persone a rischio di sviluppare sintomi gravi in caso di contagio.
Venerdì, il dirigente di Moderna Paul Burton, ha dichiarato che l’azienda statunitense prevede di consegnare al Sol Levante le prime dosi di un vaccino specifico per la variante omicron entro questo aututnno.
Per ciò che attiene alle contromisure, il ministro dell’Istruzione, Shinsuke Suematsu, ha dichiarato che andrà raccomandato ai bambini di non indossare le mascherine nel tragitto da e per la scuola. A determinare l’allentamento delle misure connesse all’uso di mascherine vi sono le alte temperature che si raggiungono usualmente nell’Arcipelago nei mesi estivi.
Sempre nella sanità ma fuori dall’emergenza, un tavolo consultivo del dicastero della Salute ha stilato un rapporto che raccomanda la legalizzazione della cannabis per la produzione di farmaci.
In politica interna, il 22 maggio si è svolto un grande comizio in vista delle elezioni per il rinnovo della carica di Governatore della Prefettura di Niigata. All’evento hanno partecipato oltre a Naomi Katagiri, la candidata scelta dai progressisti per tentare di succedere a Hideyo Hanazumi (appoggiato da PLD e Nuovo Komeito). Nella manifestazione – alla quale hanno partecipato i parlamentari Mori, del PCD, e Inoue del PCG – cuore delle questioni sollevate è stata la riattivazione della centrale di Kashiwazaki-Kariwa, questione verso la quale anche il Governatore uscente si è mostrato cauto, posizione che ha sicuramente contribuito alla sconfitta della candidatura progressista nel 2018.
Lo stesso giorno, il Presidente del PCG, Kazuo Shii è intervenuto ad un comizio a Matsumoto (Nagano) per ribadire i punti principali della proposta programmatica dei comunisti per le elezioni per il rinnovo parziale della Camera dei Consiglieri: mantenere l’articolo 9 così com’è, abolire le norme belliciste, una nuova politica che affronti con serietà il tema del deprezzamento dello yen, la riduzione al 5% della tassa sui consumi, una fortissima politica di decarbonizzazione.
Proprio sulle politiche dell’energia, Shii ha sottolineato come tra le 36 nazioni che fanno parte dell’OCSE, il Giappone si piazzi trentacinquesimo per tasso di autosufficienza energetica con appena il 10% dell’energia prodotta con risorse interne al Paese.
Shii ha fatto anche appello per un forte sostegno alla produzione domestica di cibo (attualmente il 37% del fabbisogno nazionale è soddisfatto con alimenti prodotti in Giappone), pesantemente messa a rischio dagli accordi commerciali che hanno aperto il mercato giapponese agli alimenti prodotti in UE e nei Paesi del CPTPP.
In settimana, una delegazione di giovani dei “Venerdì per il futuro” nipponici ha incontrato Akira Kasai, responsabile delle politiche energetiche del PCG, il quale ha ribadito le posizioni dei comunisti in tema: abolizione dell’uso del carbone entro il 2030 e 100% di energia da rinnovabili entro il 2050.
“Chiediamo un cambiamento dalla politica di deprezzamento dello yen. Proteggeremo la vita delle persone fornendo sussidi, tagli alle tasse ed aumenti salariali al fine di stimolare il consumo interno che rappresenta 60% del PIL” ha dichiarato, da Kyoto, l’ex Segretario del Partito Democratico Costituzionale Tetsuro Fukuyama.
In settimana, il Partito Comunista ha anche presentato una proposta di legge, la quale sarà certamente bocciata dalla maggioranza, per vietare il finanziamento ai partiti da parte di imprese e gruppi di pressione.
Per ciò che attiene agli scandali che coinvolgono, con cadenza regolare, la maggioranza, il 26 maggio è stato condannato a 2 anni e sei mesi di carcere (con pena sospesa per quattro anni) l’ex ministro dell’Agricoltura Takamori Yoshikawa. La Corte Distrettuale di Tokyo ha stabilito che l’ex ministro ha ricevuto – tra novembre 2018 e agosto 2019 – dall’allora presidente di Akita Foods (azienda produttrice di uova) 5 milioni di yen. All’epoca dell’episodio di corruzione, Yoshikawa era in carica ed era in discussione, negli uffici del dicastero, una nuova normativa sul trattamento degli animali. Nella sentenza è scritto che l’ex ministro era “consapevole della possibilità che i soldi a lui dati includesse aspettative ed intenzioni connesse ai suoi doveri come ministro dell’Agricoltura”.
Nel welfare, una ricerca – condotta, tra ottobre e novembre 2021, su 14.237 studenti della Prefettura di Wakayama – ha mostrato come un adolescente su 23 svolge ruoli di assistenza a familiari. L’84,2% di questi, inoltre, non ha mai richiesto aiuto. Per classi d’età, i giovani che prestano aiuto a familiari sono il 4,7% tra coloro che frequentano il secondo anno delle scuole medie e il 3,9% di coloro che sono iscritti al secondo anno delle superiori (la percentuale schizza al 13.8% tra coloro che frequentano le superiori in scuole serali). La maggior parte dei casi riguarda l’assistenza a fratelli o sorelle (42,8%) seguiti da genitori (36,7%) e nonni (23,8%). Il locale assessorato all’istruzione ha manifestato la volontà di condurre ricerche di questo tipo due o tre volte l’anno.
Sempre in questo settore, il 19 maggio la Camera dei Rappresentanti ha approvato, all’unanimità, una norma per l’erogazione di sussidi destinati all’acquisto di strumentazioni per i disabili. Toru Miyamoto del PCG, pur esprimendo parere favorevole, ha sottolineato come la norma escluda dall’erogazione dei sussidi per l’acquisto e la riparazione di apparecchi le persone sorde in conseguenza dell’età avanzata nonché i costi di riparazione dei lettori per non vedenti.
Un incontro tra parlamentari del PCD ed una rappresentanza di avvocati guidata dal Presidente della Federazione Giapponese delle Associazioni Forensi Kobayashi si è svolta lo scorso 24 maggio. Il numero uno degli avvocati nipponici ha sottolineato l’esigenza di modificare le normative sull’immigrazione e sul diritto d’asilo nonché di un allargamento delle possibilità di patrocinio gratuito.
Sempre a nome del PCD, Kenta Izumi ha chiesto, interrogando il premier Kishida, misure concrete per evitare che l’aumento del tasso d’inflazione continui ad erodere le pensioni e sottolineato che il bilancio suppletivo non incida in maniera specifica per la tutela delle condizioni di vita dei pensionati.
Contro la riduzione, in media dello 0,4% a partire dal 15 giugno, delle pensioni, il sindacato Zenroren ed il Sindacato Giapponese dei Pensionati hanno presentato alla Dieta oltre 51.000 firme in calce ad una petizione che chiede l’abolizione della norma che lega l’importo delle pensioni ad una serie di indicatori macroeconomici.
“Ci sono i soldi per aumentare le spese militari ma poi si tagliano le pensioni. Cambiamo la terribile politica del Giappone che non si preoccupa della sicurezza sociale” ha affermato, presentando le firme, Hiroshi Maeda, vicepresidente di Zenroren.
A Kumamoto, i magistrati hanno intanto accolto il ricorso di 36 cittadini che ritenevano illegale la riduzione dei sussidi a loro erogati dalla Prefettura per l’attenuazione del disagio economico.
Sul nucleare, il 23 maggio, TEPCO ha annunciato i risultati dell’indagine condotta con un robottino all’interno dell’ex primo reattore dell’impianto di Fukushima rendendo noto che è possibile che il nocciolo, parzialmente fuso, precipiti ulteriormente a seguito di un crollo dato che la struttura in calcestruzzo che lo ospita mostra, parzialmente, il ferro dove prima era presente oltre un metro di cemento.
Sono intanto più di 210.000 le firme in calce ad una petizione, elaborata da un ombrello di associazioni, in calce ad una petizione che chiede la cancellazione del piano di rilascio in mare delle acque contaminate stoccate all’interno dell’ex centrale.
Nella protezione, un rapporto, consegnato in settimana alla Governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, sostiene che più di 6.100 persone perderebbero la vita nella capitale qualora si verificasse un terremoto, con epicentro a sud del centro della città, di magnitudo 7,3.
Il dato è inferiore del 30% stimato in un rapporto realizzato dieci anni fa. A rendere possibile questa stima al ribasso sono state le migliorie introdotte nelle tecniche costruttive che rendono i palazzi della capitale più sicuri nonché l’abbattimento e la ricostruzione, con nuovi criteri, di migliaia di edifici. “Anche se il numero dei morti previsti si è ridotto, perdite superiori alle 6.000 persone non possono essere accettate” ha affermato Naoshi Hirata, docente emerito dell’Università di Tokyo e coordinatore dello studio.
Se il numero di morti potrebbe essere contenuto, tuttavia, oltre 4,5 milioni di persone potrebbero non poter tornare a casa per lungo tempo e circa 220.000 persone, sulle 660.000 prive di altra alternativa abitativa, rimarrebbero fuori dalle strutture di emergenza che la protezione civile è, ad oggi, in grado di creare.
Sulla giustizia, la Corte Suprema ha sentenziato, lo scorso 25 maggio, l’incostituzionalità della norma che restringe il diritto di voto per la rimozione dei giudici. La Corte, per l’undicesima volta, ha ritenuto che la norma che impedisce ad un residente all’estero di partecipare alle consultazioni per la rimozione dal proprio incarico di questi pubblici ufficiali viola l’articolo 15 della Carta.
In economia, un ufficio dell’Agenzia per i Servizi Finanziari ha dato il proprio benestare alla possibilità che le aziende quotate rendano noto ogni eventuale divario salariale all’interno della propria forza-lavoro al fine di individuare eventuali discriminazioni basate sul sesso dei dipendenti.
Sulla base della proposta di regolamento, le circa 4.000 aziende quotate in Borsa dovranno inserire nei propri bilanci i salari di uomini e donne nonché la percentuale di uomini che utilizzano i riposi previsti per l’assistenza dei figli.
L’esecutivo ha intenzione di creare un sito web ove vengano mostrati questi dati ed estendere la normativa a tutte le aziende con più di 300 dipendenti.
Il 26 maggio, l’Associazione delle Donne ha presentato in parlamento oltre 356.000 firme in calce a quattro petizioni: la prima per chiedere la ratifica della Convenzione ONU per l’eliminazione delle discriminazioni di genere; la seconda per un revisione del codice civile; la quarta per riaffrontare la questione delle schiave sessuali sfruttate dall’esercito coloniale giapponese e l’ultima per una riforma della tassazione sui redditi.
Per ciò che attiene alla stabilità finanziaria del Paese, il ministro delegato, Shunichi Suzuki, ha espresso preoccupazione per le prospettive di recupero dell’economia giapponese a causa dell’aumento del prezzo di molte materie prime. “L’incertezza sulle prospettive economiche è cresciuta a seguito della destabilizzazione dei prezzi e dell’offerta di greggio e grano” ha affermato il ministro spiegando la necessità dell’ultimo bilancio suppletivo da 2.700 miliardi volto a coprire parzialmente un pacchetto di altre spese pari a 6.200 miliardi.
Per un bilancio molto più alto e nel quale sia previsto l’abbassamento dell’IVA al 5% si è appellato Shinkun Haku nel proprio intervento, durante la plenaria della Camera bassa, del 25 maggio.
Di un bilancio arrivato tardi, piccolo e vuoto, ha parlato anche il collega di partito Shigetoku.
Stessa posizione quella di Kazuo Shii che, per il PCG, ha anche sottolineato la necessità di una nuova politica monetaria di segno opposto a quella attuale di costante deprezzamento.
Sempre in macroeconomia, gli asset posseduti all’estero da privati, governo ed aziende ha superato, nel 2021, i 400.000 miliardi di yen posizionando il Giappone in testa, per il 31° anno consecutivo, nella classifica dei Paesi creditori superando la Germania (315.720 miliardi se riportato in yen) ed Hong Kong (242.750 miliardi). L’aumento, in un anno, è stato pari a 56.150 miliardi.
Calati, a chiusura dello scorso anno fiscale anche la quantità di titoli di Stato detenuti dalla Banca del Giappone. L’istituto guidato da Kuroda aveva infatti in portafoglio 526.170 miliardi di yen in titoli di Stato: l’1,1% in meno rispetto all’anno precedente.
Ad essere calati sono stati i titoli a medio termine, infatti, i titoli a lungo termine posseduti dalla Banca del Giappone sono cresciuti del 3,1%.
Aumentati, tuttavia, gli asset totali della BOJ che hanno raggiunto la mostruosa cifra di 736.250 miliardi.
Nell’agricoltura, il governo nipponico, nel proprio report annuale sul tema, ha sostenuto la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento di alimenti a fronte della crescita dei prezzi (per i quali sussiste la necessità di “continuare il monitoraggio con attenzione”), del conflitto in Europa e del perdurare della pandemia.
Sempre secondo il report, nel 2021, le importazioni di alimenti sono state pari a 7.040 miliardi di yen (52,26 miliardi di euro). Al primo posto tra i Paesi fornitori di alimenti vi sono stati gli USA (1.640 miliardi di yen) seguiti dalla Cina (711,2 miliardi). Le prime sei nazioni della classifica assicurano il 60% delle importazioni mentre per il solo grano, le prime due assicurano quasi il 90%.
“La struttura delle importazioni del Giappone rimane altamente dipendente da alcune specifiche nazioni” si sottolinea nel documento. Il tasso di autosufficienza alimentare è stato pari, come si ricordava poco sopra, al 37% e cioè lo stesso dato (record negativo) del 2018.
Il 18 maggio, intervenendo in commissione agricoltura della Camera bassa, Takaaki Tamura del PCG ha inoltre sottolineato un punto di cui poco parlano governo e stampa. Se è infatti vero che le esportazioni di prodotti agricoli siano in costante crescita, nel solo 2021 esse sono state sostenute da oltre 1.000 miliardi di yen di importazioni di materie prime. Se l’export alimentare è raddoppiato dal 2009 ad oggi, il reddito degli agricoltori è invece diminuito. Il 40% del valore totale delle esportazioni è rappresentato da dolci ed alcolici: due settori fortissimamente dipendenti dalle importazioni.
In settimana, intanto, gli agricoltori della Prefettura di Aichi hanno chiesto un sussidio urgente all’esecutivo per i danni subiti a causa della rottura di un sistema idrico nel comune di Toyota e chiesto anche spiegazioni circa la priorità assicurata al governo nelle forniture di acqua alle industrie invece che alle imprese agricole locali.
Preoccupazione per l’aumento dei costi dell’energia è stato espresso dal G7 dei ministri delegati al tema svoltosi a Berlino venerdì scorso. Tanto Hagiuda quanto il collega con delega all’Ambiente Yamaguchi non hanno partecipato al vertice perché impegnati nei lavori della sessione ordinaria della Dieta.
In ambito finanziario, Rakuten Group ha comunicato, martedì scorso, che sta predisponendo la quotazione in Borsa del proprio ramo di azienda che si occupa di investimenti in titoli – Rakuten Securities – al fine di ottenere dal mercato capitali. Rakuten Securities ha circa 7.680.000 clienti.
Nel turismo, nonostante le forti restrizioni agli arrivi dall’estero determinati dalla pandemia, il Sol Levante ha raggiunto, nel 2021, nella testa di classifica sulle destinazioni turistiche stilata dal Forum Economico Mondiale. Il Giappone si è quarto nella classifica sui servizi aeroportuali e sulle risorse culturali, sesto in quella su strade e servizi portuali e dodicesimo in quella sulle risorse naturali.
Nell’elettronica, il comitato indipendente nominato da Mitsubishi Electric ha trovato nuovi casi di falsificazione dei dati sulle prestazioni dei propri prodotti. Lo scandalo, emerso lo scorso anno, si allarga dunque e coinvolge il 70% delle fabbriche dell’azienda nell’Arcipelago. Le falsificazioni, in almeno un caso, quello della fabbrica di Ako (Hyogo) che produce trasformatori, sono andate avanti per circa 40 anni. Il comitato, nominato dall’azienda al fine di riguadagnare la fiducia di consumatori ed investitori, doveva concludere i propri lavori in aprile.
Lo scandalo che ha colpito Mitsubishi Electric è soltanto l’ennesimo che ha avuto come protagoniste aziende nipponiche. Lo scorso 9 maggio, ad esempio, Japan Steel Works, aveva reso noto che, per 24 anni, erano stati falsificati, da dipendenti che intendevano raggiungere gli obiettivi fissati dall’azienda, i test su componenti di turbine per centrali elettriche. L’azienda ha comunque rassicurato che nessun problema sarebbe emerso nelle apparecchiature consegnate.
(con informazioni di thaigov.go.th; fmprc.gov.cn; mod.gov.cn; tass.com; yna.co.kr; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
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