Iniziamo anche questa Pillola con le notizie di politica estera. Per ciò che concerne i rapporti tra Giappone e Corea del Sud, il 9 maggio, il ministro degli Esteri nipponico Hayashi ha incontrato a Seul, ove si trovava per partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente Yoon Suk-yeol, il prossimo omologo della RdC, Park Jin. L’incontro è servito, essenzialmente, a ricostruire delle relazioni bilaterali meno gelide di quelle che si sono avute negli ultimi anni sotto la presidenza Moon. “Le due parti hanno convenuto sul fatto che un rafforzamento del coordinamento tra Corea del Sud e Giappone e poi gli Stati Uniti è ancora maggiormente essenziale nell’ambito dei cambiamenti nella Penisola coreana e nell’ordine internazionale” si legge in comunicato del dicastero degli Esteri di Seul.
Park ha affermato la necessità di ritornare allo spirito della Dichiarazione sottoscritta tra Kim Dae-jung e Keizo Obuchi del 1998 nella quale i nipponici esprimevano “profondo rimorso” per l’occupazione coloniale della Penisola. Hayashi, da parte sua, ha riaffermato la validità dell’accordo del 1965 (che chiudeva le dispute sui risarcimenti dovuti dai giapponesi per l’occupazione) e di quello del 2015 (che chiudeva, per il Giappone almeno, la questione delle schiave sessuali dell’esercito coloniale giapponese).
Il medesimo giorno, il premier Kishida ha espresso la forte convinzione che con la nuova presidenza sudcoreana si potranno ricostruire solide relazioni. “Dovendo affrontare una situazione che può scuotere i fondamenti dell’ordine internazionale, nuovamente sostengo con forza l’importanza della cooperazione tra Giappone e Corea del Sud e tra Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud” ha dichiarato il capo del governo giapponese.
Per quanto riguarda il nord della Penisola, il 12 maggio, secondo quanto annunciato dal ministro della Difesa nipponico Nobuo Kishi e, contestualmente, dal comando militare sudcoreano, la RPDC ha lanciato tre missili balistici i quali avrebbero raggiunto un’altitudine di 100 chilometri e percorso, in direzione est, circa 350 chilometri. Si tratta del sedicesimo lancio effettuato da Pyongyang dall’inizio dell’anno.
Nei rapporti con la Federazione Russa, al rientro dal proprio lungo tour internazionale e, soprattutto, dall’incontro avuto con l’omologo inglese Johnson, Kishida ha promesso una riduzione graduale delle importazioni di petrolio russo ma confermato, al momento, la partecipazione giapponese ai progetti congiunti di produzione di greggio e di gas (in particolare il progetto Sakhalin 2 ove aziende nipponiche detengono un’importante partecipazione azionaria). La dichiarazione del premier nipponico è giunta al termine di un G7 – tenutosi da remoto – convocato per organizzare meglio l’aggressione economica alla Federazione Russa al fine di aiutare gli Stati Uniti nella loro proiezione d’interesse nell’Est europeo.
“Si tratta di una decisione molto difficile ma l’unità del G7 è molto importante adesso” ha affermato Kishida spiegando una decisione che in realtà i nipponici stanno disperatamente tentando di evitare. Il Sol Levante importa dalla Russia il 3,6% del greggio (il 90% circa arriva invece da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Qatar) e l’8,8% del gas liquefatto. “Faremo i passi che consentiranno un’uscita in una maniera tale da minimizzare gli effetti negativi sulla vita del popolo giapponese e sulle attività delle aziende ma il nostro piano che prevede il mantenimento dei nostri interessi nel progetto rimane immutato” ha precisato Kishida riferendosi al progetto di rigassificazione sull’isola di Sachalin. Il Giappone ha già annunciato una prossima sospensione delle importazioni di carbone russo.
Sulla questione è nuovamente intervenuto, in sede del G7 dei ministri competenti svoltosi il giorno successivo, il ministro all’Economia, Industria e Commercio Koichi Hagiuda il quale ha illustrato le difficoltà per il Sol Levante di trovare fornitori alternativi per il gas. “Se tutti i membri [del G7 ndr]adottassero simultaneamente questa azione senza assicurarsi forniture alternative, l’economia mondiale, ed il settore dell’energia, entreranno nel caos” ha affermato Hagiuda.
Sul fronte più strettamente economico dei rapporti con la Russia, giovedì è stato portato a termine il congelamento degli asset posseduti in Giappone dalle banche russe Sberbank e Alfa Bank. Il governo nipponico ha contestualmente vietato investimenti da parte di privati che possano condurre al possesso di più del 10% di una società registrata in Russia nonché i prestiti ad aziende russe con termini superiori all’anno di durata.
A partire dal 20 maggio, inoltre, altri 14 prodotti (tra cui stampanti 3D, microscopi elettronici ed alcuni componenti per l’industria petrolifera) saranno inseriti nella lista di beni non esportabili verso la Federazione Russa.
Le sanzioni alla Russia hanno prodotto, stando a report realizzati dalle società colpite, mancati introiti per le sette maggiori aziende che si occupano di commercio (tra esse Marubeni, Sumitomo, Mitsui, Mitsubishi e Itochu) che, al 31 marzo, superavano i due miliardi di dollari.
L’undici maggio, in ottemperanza a quanto chiesto ma non ancora formalizzato dal Governo, la compagnia petrolifera Idemitsu Kosa, per bocca del suo amministratore delegato Shunichi Kito, ha annunciato che nel prossimo futuro la società non acquisterà più petrolio russo. Per l’azienda giapponese, il greggio della Federazione Russa rappresenta il 4% del totale importato.
Sono, frattanto, oltre 700 le persone (tra essi ministri, capi di Stato, funzionari pubblici) oggetto di sanzioni da parte del Giappone dopo che, il 10 maggio, sono stati aggiunti altri 130 cittadini di Russia, Bielorussia e delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk.
Venerdì, il ministro Hayashi ha incontrato a Weissnhaus (Germania) l’omologo ucraino Kuleba. Durante il colloquio, il titolare della diplomazia nipponica ha promesso nuove sanzioni alla Russia. Nel corso della visita in Germania, Hayashi ha anche avuto uno scambio con l’omologa tedesca Baerbock e con Nicu Popescu, ministro degli Esteri della Moldova.
Il contrasto alla Russia è stato anche al centro dell’incontro, svoltosi a Tokyo l’undici maggio, tra Kishida e la premier finlandese Sanna Marin. Ad accompagnare Marin anche una delegazione di imprenditori. Tra gli altri temi di confronto tra i due capi di governo vi è stata anche la cooperazione nel settore della digitalizzazione. “Sia il Giappone che la Finlandia hanno competenze digitali affermate a livello mondiale. Questa è una risorsa in quanto il mondo diventa sempre più digitale” ha sottolineato Marin.
Scontata anche la riaffermazione della comune linea diplomatica in riferimento all’oceano Pacifico che vuole quell’area “libera ed aperta” (cioè senza cinesi).
Gli stessi temi, isolamento della Russia e contrasto alla presenza cinese in Asia, sono stati affrontati nell’incontro, svoltosi a Tokyo giovedì, tra Kishida, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
La numero uno dell’UE ha rassicurato il premier nipponico circa un – improbabile a dire il vero – “più attivo ruolo” delle istituzioni europee nell’area indo-pacifica; mentre nel comunicato congiunto si è fatto esplicito riferimento alle Senkaku ed alla preoccupazione del blocco europeo e del Giappone per le attività cinesi in quella zona di mare. Von der Leyen ha anche espresso – nascondendo piuttosto maldestramente la nostalgia per un’epoca nella quale la politica internazionale era solo affare dei “bianchi” – preoccupazione per le relazioni sino-russe ed il loro impegno per un mondo multipolare ritenuto dalla leader UE come portatore di “relazioni internazionali nuove e molto arbitrarie”.
Su quanto detto in riferimento alla Cina nel corso dell’incontro tra i due leader europei e Kishida, ha risposto a stretto giro il Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino Zhao Lijian. “Il Giappone e l’UE hanno reso note questioni legate alla Cina durante la riunione con lo scopo di offendere e denigrare la Cina, di interferire nei suoi affari interni e di alimentare lo scontro nella regione. La Cina respinge fermamente tutto ciò ed ha presentato una protesta formale alle parti interessate. Le Diaoyu Dao [nome dato alle Senkaku nella Cina continentale ndr] e le sue isole prossime sono territorio afferente la Cina. Non importa ciò che gli altri dicano o facciano, il fatto che Diaoyu Dao facciano parte della Cina non potrà mai essere cambiato. Per quanto riguarda le questioni marittime, la Cina sostiene risolutamente l’integrità territoriale e i diritti e gli interessi marittimi. Nel contempo, la Cina è pronta a risolvere in maniera corretta le controversie, attraverso negoziati e consultazioni con i paesi interessati salvaguardando la pace e la tranquillità regionale. Le questioni relative a Taiwan, Hong Kong e Xinjiang sono tutti affari interni della Cina che non tollerano interferenze straniere. Esortiamo i Paesi interessati a concentrarsi su come ottenere ordine in casa propria e a distogliere la mente dagli affari interni cinesi” ha affermato Zhao il quale ha proseguito sottolineando la volontà cinese di costruire pace e sviluppo. “Lo sviluppo della Cina è un’opportunità importante per il mondo. Negli ultimi anni, la Cina ha contribuito a circa il 30% della crescita economica mondiale ed ha raggiunto risultati strategici nel controllo della COVID-19, dando un importante contributo alla lotta globale contro il virus e mantenendo la stabilità delle catene di approvvigionamento globali. La Cina ha presentato una serie di proposte tra cui la comunità con un futuro condiviso per l’umanità, la Global Development Initiative e la Global Security Initiative, che ha ottenuto un ampio encomio e una risposta calorosa in tutto il mondo. La Belt and Road Initiative sta offrendo benefici a più di 180 Paesi e organizzazioni. Tutti questi fatti hanno sfatato la teoria della minaccia cinese, la quale ora non gode di popolarità. In un momento nel quale il mondo deve affrontare le molteplici sfide presentate dalla recrudescenza della COVID-19 e la lenta ripresa economica, abbiamo più che mai bisogno di solidarietà, cooperazione e di una risposta comune. Speriamo che il Giappone e l’UE possano evitare di tracciare confini ideologici e che smettano di perseguire politiche di blocco e giochi a somma zero. Debbono, invece, rispondere all’aspirazione comune della comunità internazionale per la pace, la cooperazione e lo sviluppo praticando un vero multilateralismo” ha concluso l’alto funzionario della RPC.
Sempre per quanto riguarda le relazioni con la Cina, nella conferenza stampa di lunedì mattina, il segretario generale del Gabinetto Hirokazu Matsuno ha segnalato attività condotte da navi militari della RPC. Una flottiglia cinese – guidata dalla portaerei Liaoning e comprendente dei mezzi di difesa missilistica e navi appoggio – ha infatti attraversato, nella settimana precedente, il braccio di mare che separa la maggiore delle isole di Okinawa e Miyako.
Il medesimo giorno, il Governo ha inviato una nota di protesta alle autorità cinesi lamentando l’ingresso di navi della Guardia Costiera di Pechino in acque territoriali giapponesi nei pressi delle contese Diaoyutai/Senkaku.
In ambito militare, lo scorso 7 maggio ed in previsione dell’anniversario dei 50 anni del ritorno al Giappone della sovranità sull’arcipelago meridionale, il Governatore della Prefettura di Okinawa, Denny Tamaki, ha chiesto nuovamente al Governo di fermare il piano di ricollocazione della base di Futenma da Ginowan ad Henoko. Tamaki ha anche ricordato che la Prefettura da lui amministrata ospita il 70,3% delle servitù militari statunitensi nel Sol Levante: la percentuale era inferiore al 60% nel 1972. Nel 2019 si tenne un referendum sulla nuova base ed il 70% degli abitanti della Prefettura rigettò il piano di ricollocazione.
Nonostante il volere degli abitanti della Prefettura, tuttavia, la Prefettura rimane centrale nei tentativi statunitensi di contenere la proiezione cinese nell’area ed in particolare nell’ambito della politica volta ad impedire la riunificazione tra la Cina continentale e Taiwan. Tamaki ha ribadito la posizione della giunta prefettizia lo scorso martedì.
Il 14 maggio, per le strade del capoluogo Naha, si è svolta una manifestazione per chiedere i militari statunitensi se ne vadano.
Sempre in questo campo, gli equipaggiamenti militari forniti all’Ucraina suscitano perplessità non soltanto tra le forze politiche ma anche tra i giuristi.
“La Dieta dovrebbe condurre una discussione approfondita sull’adeguatezza nella fornitura di tali attrezzature e sulle misure per frenare tali mosse. A seconda delle forniture e del modo in cui vengono utilizzate, il Giappone potrebbe essere qualificato come cobelligerante” il parlamento “dovrebbe tener conto di tale possibilità e stabilire criteri espliciti, compresa la verifica di come saranno utilizzate le sue forniture” ha affermato Kyoji Yanagisawa, ex funzionario della segreteria del Gabinetto ed dirigente del Ministero della Difesa in riferimento agli equipaggiamenti bellici che il Giappone, quasi certamente in violazione della propria Carta ma certamente in violazione della Dichiarazione di Potsdam, sta fornendo all’Ucraina ed in particolare ai droni consegnati alle forze armate di Kiev (e contestualmente ai gruppi di nazionalisti).
Prima del pacchetto di modifiche approvato nel 2014 (le cosiddette “leggi belliciste”) il Sol Levante non avrebbe potuto cedere ad un Paese terzo nemmeno equipaggiamenti non offensivi quali giubbotti antiproiettile anche se, anche prima di questa data, la normativa è stata più volte aggirata. In realtà, anche le modifiche del 2014 non consentirebbero la cessione di materiale bellico all’Ucraina in quanto Paese coinvolto in un conflitto: quest’ultimo punto è stato però aggirato dal governo nipponico sulla base di un’interpretazione cavillosa di come definire un Paese in conflitto.
Nella bozza, diffusa alla stampa, del prossimo rapporto annuale del Ministero della Difesa, si fa intanto riferimento esplicito alla Russia quale minaccia e si qualificano le Curili meridionali come “illegalmente occupate” Mosca.
Per ciò che attiene al disarmo, lunedì scorso, il sindaco di Nagasaki Tomihisa Taue ha annunciato che parteciperà al primo incontro dei Paesi firmatari del trattato ONU per il bando totale delle armi atomiche che si terrà a giugno nella capitale austriaca.
Il medesimo giorno è stata lanciata in città una petizione indirizzata al governo per chiedere la firma da parte nipponica del trattato.
In politica interna, Yasuo Yamashita, ex senatore del Partito Costituzionale Democratico, è stato fermato con l’accusa di frode a danno delle Ferroviere del Giappone Centrale. L’ex parlamentare, residente nelle Prefettura di Gifu e membro degli organismi dirigenti del PCD locale, ha viaggiato in prima classe su un treno a levitazione magnetica asserendo di essere ancora membro della Dieta. Yamashita è stato fermato dalla polizia l’8 maggio ed espulso dal partito il giorno successivo.
Il 10 è maggio è stata invece comunicata la sospensione per un mese dal PCD del deputato e vicecoordinatore della segreteria, Shinji Oguma. A motivare la sanzione, il fatto che il parlamentare ha visitato l’Ucraina, e nello specifico la città di Leopoli, senza averlo comunicato alla Dieta o al dicastero degli Esteri.
Sempre nel campo dell’opposizione, la segretaria del PCD Nishimura ha incontrato, il 9 maggio, l’omologo del Partito Comunista, Akira Koike per concordare candidati e programma in vista delle prossime elezioni per il rinnovo parziale della Camera dei Consiglieri. Nessun accordo è stato ancora raggiunto circa un’eventuale partecipazione del Partito Comunista anche ad un eventuale, ma allo stato piuttosto improbabile, governo progressista.
Sul nucleare civile, il deputato comunista Akira Kasai è intervenuto in parlamento per esprimere le perplessità della propria forza politica sullo sviluppo di un reattore insieme alla Francia senza che alla Dieta sia data sostanziale facoltà di monitorare il progetto. Dal 2007, il Ministero dell’Economia, Industria e Commercio ha investito quasi 80 miliardi di yen nel progetto.
Il 10 maggio è intanto proseguita in sede di commissione economia e industria della Camera dei Consiglieri la discussione sul testo di legge per la razionalizzazione della produzione dell’energia. Tomo Iwabuchi del PCG ha sottolineato come, allo stato attuale della proposta avanzata dai conservatori, almeno 40 centrali a carbone rimarranno in funzione fino al 2050.
Nei trasporti, un’equipe dell’Istituto di Tecnologia di Saitama ha testato un veicolo anfibio a guida autonoma con l’obiettivo di utilizzarlo, in futuro, per attività di salvataggio in mare. Il mezzo è lungo 12 metri e pesa circa 11 tonnellate. A finanziare il progetto è stata la Prefettura.
Investimenti nella guida autonoma anche per le Ferrovie del Giappone Orientale. La società ha reso noto che, a partire da ottobre, sulla linea Yamanote di Tokyo saranno sperimentati treni a guida autonoma. L’azienda prevede di avere pienamente operativi sulla linea convogli privi di personale alla guida entro il 2028.
Mercoledì, con il voto favorevole della Camera dei Consiglieri, è stata intanto approvata la legge sulla sicurezza economica. Al centro della norma vi sono generosi sussidi e tutela fornita dallo Stato alla produzione domestica di semiconduttori e di altri prodotti ritenuti strategici (come minerali rari e prodotti farmaceutici), la ricerca nell’intelligenza artificiale nonché la segretezza assicurata ad alcuni brevetti (uno degli aspetti maggiormente criticati dal Partito Comunista). In caso di diffusione di brevetti per i quali è stato imposto il segreto, è prevista una pena che può giungere a due anni di carcere ed un milione di yen di multa. Con la norma, inoltre, i brevetti sottoposti a segreto negli Stati Uniti lo saranno anche in Giappone.
Sui diritti civili, il 10 maggio si è svolta, davanti alla sede della Dieta, una manifestazione di vittime della legge sulla sterilizzazione forzata. I manifestanti – tra essi alcuni parlamentari e disabili vittime della norma abrogata, incredibilmente, soltanto nel 1996 – chiedono che lo Stato non faccia ricorso (come ha invece fatto in almeno un caso) nelle diverse cause che, al primo grado, lo hanno già condannato a pagare risarcimenti. Le persone ancora in vita ad aver subito questa mutilazione sono ancora 12.000.
Lo stesso giorno, parlamentari di PCD, PCG, socialdemocratici, Reiwa Shinsengumi e il gruppo parlamentare “Vortice di Okinawa” hanno depositato un progetto di legge per la tutela dei rifugiati e per la modifica della legge sull’immigrazione. Sulla prima questione, la proposta mira ad allineare il Giappone agli altri Paesi democratici mentre sulla seconda si ha l’obiettivo di evitare che persone malate possano essere detenute nei centri di espulsione.
Nel 2021, il Sol Levante ha riconosciuto lo status di rifugiato a 74 persone. Il numero, incredibilmente ridicolo, rappresenta comunque un record per il Paese. Dei 74 fortunati, 32 provenivano dal Myanmar, 18 dalla Cina, 9 dall’Afghanistan, 4 dall’Iran, 3 dallo Yemen, 2 dall’Uganda e 2 dal Camerun ed uno ciascuno da Iraq, Ghana, Sudan del Sud e Pakistan. Sono state, invece, 580 le persone ospitate per motivi umanitari ma senza il riconoscimento dello senza status di rifugiato: un numero molto più alto del 2020 quando furono appena 44.
L’Agenzia Nazionale di Polizia ha intanto emesso una circolare nella quale si richiede agli ufficiali di astenersi da pratiche che potrebbero essere viste come schedature su base etnica. La circolare è la risposta ad una segnalazione pubblica fatta, lo scorso dicembre, dall’ambasciata statunitense a Tokyo nella quale si riportavano i sospetti di alcuni cittadini in merito. Segnalazioni di comportamenti razzisti da parte della polizia erano emersi anche da un sondaggio condotto dall’Associazione Forense di Tokyo e che ha coinvolto circa 2.000 persone di origine straniera.
Sulle questioni connesse all’infanzia, il presidente del Partito Costituzionale Democratico Kenta Izumi ha espresso le perplessità del proprio partito circa l’istituzione di un’Agenzia nazionale che si occupi del tema e sottolineato che occorrerebbero misure concrete quali la rimozione del tetto reddituale per la ricezione degli assegni familiari prolungandone inoltre la durata fino al diploma di scuola superiore.
Inoltre i deputati Kii e Hiroyuki hanno rilevato come vi sia molta propaganda nelle dichiarazioni del Governo: se, da un lato, Kishida ha sostenuto un probabile rinnovo dei fondi per l’infanzia, la ministra Noda (delegata al tema del contrasto al declino demografico) non vi ha invece fatto cenno.
Il PCD ha votato contro l’istituzione dell’Agenzia dopo che il Partito Liberal-Democratico ha respinto non soltanto la proposta alternativa dell’opposizione ma anche degli emendamenti al testo predisposto dai conservatori.
Per ciò che concerne la pandemia, la Prefettura Metropolitana di Tokyo, centro ove da inizio emergenza si è registrato il maggior numero di casi, ha registrato 3.011 casi lunedì, 4.451 martedì, 4.764 mercoledì, 4.216 giovedì, 4.109 venerdì, 3.799 sabato. Al 14 maggio, Tokyo aveva un tasso di occupazione dei posti letto Covid per pazienti non gravi pari al 15,4% (1.110 su 7.229) e del 3,2% (26 su 804) per quelli in condizioni critiche. Alla stessa data, la capitale aveva accumulato 1.488.435 contagi e 4.393 deceduti.
Sulle contromisure per ridurre la diffusione del virus, mercoledì il portavoce del governo Matsuno ha comunicato che, alla luce del rischio di colpi di calore, non sarà più necessario indossare la mascherina all’aperto qualora sia assicurata una adeguata distanza interpersonale.
Al 4 maggio, secondo dati comunicati Takaji Wakita, numero uno del comitato tecnico-scientifico del Governo, il 96% dei casi di nuovi contagi hanno riguardato la subvariante della omicron BA.2.
Per meglio aiutare nazioni economicamente più deboli a sviluppare contromisure per ridurre gli effetti negativi della pandemia, Kishida ha promesso, venerdì scorso, aiuti per circa 5 miliardi di dollari. La dichiarazione è giunta nell’ambito di un summit promosso da Stati Uniti, Senegal, Belize, Germania e Indonesia. Nel proprio messaggio alla conferenza, il premier edochiano ha specificato che l’equivalente di 200 milioni di dollari sarà fornito in aiuti a nazioni africane affinché possano predisporre tecnologie e strutture per la produzione di vaccini ed altri farmaci.
In economia, i debiti a lungo termine del Paese hanno sorpassato, nell’anno fiscale appena terminato, il milione di miliardi di yen (oltre 7.278 miliardi di euro). Si tratta del diciottesimo anno consecutivo di crescita. Rispetto al 2020 la crescita del debito è stata di 44.000 miliardi. Sommando ai debiti dello Stato, quello degli enti locali (193.000 miliardi) si giunge alla cifra record di 1.210.000 miliardi. Negli ultimi vent’anni, il debito è più che raddoppiato.
Sulle politiche monetarie, venerdì scorso, il Governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda ha ribadito che non vi sarà, a breve, alcun cambiamento sulla linea di allentamento monetario.
Per ciò che concerne i consumi, a marzo, la spesa delle famiglie è scesa del 2,3% (primo calo rispetto ai tre mesi precedenti) rispetto allo stesso mese del 2021 (quando si ebbe un +6,5% sul 2020). In termini assoluti, la spesa media dei nuclei di due o più componenti è stata pari a 307.261 yen. Nel medesimo mese, trainati dall’aumento dei costi dell’energia, l’inflazione è salita dello 0,8%. Per le diverse categorie, le spese per alimenti sono diminuite del 2,5% e quelle per le bollette di energia ed acqua del 3,2%. La media delle entrate è stata pari a 503.128 yen (+2,3%).
Nell’anno fiscale 2021, la spesa media delle famiglie è cresciuta dell’1,6%: il primo aumento rispetto ai tre anni precedenti ma al di sotto dell’ultimo anno pre-pandemico.
Martedì si è intanto svolta, con la partecipazione del premier, una riunione di un tavolo consultivo del Governo al termine della quale sono venute fuori diverse proposte per il sostegno al reddito degli studenti ed in particolare di quelli che scelgono facoltà scientifiche o di quelli che provengono da famiglie con tre o più figli.
Diffusi, giovedì, i dati sull’avanzo delle partite correnti nel 2021. Il dato segna un drammatico -22% rispetto all’anno fiscale precedente per complessivi 12.640 miliardi di yen. A determinare numeri così problematici è stato, in gran parte, l’aumento del greggio e degli altri prodotti del comparto energia nonché la debolezza dello yen (nel 2021 il valore di scambio col dollaro è stato in media di 112,38 a 1) che rende più costose le importazioni.
Proprio l’import, nell’ultimo anno fiscale è cresciuto, in valore, del 35% per complessivi 87.150 miliardi. Cresciute, del 25,1%, anche le esportazioni (in termini assoluti 85.500 miliardi di yen) che sono state trainate dal settore del semiconduttori.
La bilancia commerciale ha quindi registrato un passivo pari a 1.650 miliardi di yen. Nel precedente anno fiscale si era invece registrato un surplus pari 3.780 miliardi.
Cresciuto – dai 3.540 miliardi del 2020 ai 4.800 del 2021 – anche il deficit del settore dei servizi, del trasporto passeggeri e del settore cargo.
Nei rapporti economici con la Cina, il premier della RPC Li Keqiang ha rimandato l’incontro, che doveva svolgersi lunedì da remoto, con i rappresentanti delle imprese nipponiche.
Giovedì si è invece tenuto il vertice ASEAN (allargato a Giappone, Cina e RdC) dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali. Nel comunicato di fine vertice, i leader delle finanze del blocco hanno espresso preoccupazione per gli eventi in Europa e per le ricadute di questi sulla crescita dell’Asia. Riaffermata, in un periodo di estrema volatilità di alcune monete, l’importanza della Chiang Mai Initiative, una sorta di portafoglio che consente ai Paesi aderenti di poter ottenere dollari in cambio delle loro monete nazionali in caso di crisi improvvise di liquidità in valuta forte. Ribadito anche l’apprezzamento dei fondi ASEAN su infrastrutture e sviluppo verde.
Nell’intrattenimento, Nintendo ha comunicato, martedì scorso, che le vendite globali della consolle Switch sono calate, nel 2021, del 20% rispetto all’anno precedente (23,06 milioni contro 28,83). I profitti netti dell’azienda nello scorso anno fiscale sono calati dello 0,6% per complessivi 477,69 miliardi di yen (erano stati 480,38 nel 2020). I profitti operativi hanno registrato un -7,5% (592,76 miliardi). Nelle previsioni di bilancio per l’anno fiscale 2022, la società ha previsto un calo degli utili del 28,8% (340 miliardi in termini assoluti).
Utili in crescita, del 67%, nell’ultimo trimestre dell’anno fiscale 2021 per Sony. In termini assoluti, il gigante dell’intrattenimento ha incamerato profitti per 111,1 miliardi di yen. Sempre per il medesimo periodo, le vendite sono salite dell’1% (2.260 miliardi) e sono state trainate dal settore telediffusione e dal comparto musicale. Per tutto l’anno fiscale 2021, i profitti sono stati pari a 882 miliardi e cioè il 14% in meno rispetto al 2020. Per l’anno fiscale corrente, la società prevede utili in crescita anche grazie alla debolezza dello yen che rende più competitive le esportazioni.
Sempre nel campo dell’elettronica, il 13 maggio, Onkyo Home Entertainment, società produttrice di apparecchi audio, ha dichiarato ufficialmente bancarotta dopo aver accumulato passività per 3,1 miliardi di yen.
Nelle telecomunicazioni, la società Nippon Telegraph and Telephone, principale operatore telefonico dell’Arcipelago, ha annunciato, il 9 maggio, una ristrutturazione delle proprie partecipate all’estero che saranno poste sotto l’ombrello della controllata NTT Data (ramo d’azienda che si occupa della digitalizzazione) che subentrerà a NTT Incorporated. NTT Data trasferirà poi, entro luglio 2023, le proprie attività entro i confini giapponesi ad una società che sarà istituita allo scopo. Nell’ambito di questo processo di riorganizzazione, NTT riacquisterà dal mercato azioni di NTT Data (oggi posseduta per il 54%) per circa 100 miliardi di yen.
Giovedì la società ha anche nominato il nuovo presidente. Si tratta dell’ex vicepresidente Akira Shimada che prende il posto di Jun Sawada. Il medesimo giorno, la società ha comunicato i dati di bilancio. Nell’anno fiscale 2021, NTT ha ottenuto profitti per 1.180 miliardi di yen: il 28,9% in più rispetto al 2020 e prima volta nella quale la società supera i 1.000 miliardi di utili.
Nel settore finanziario, il colosso SoftBank ha comunicato, giovedì scorso, i dati di bilancio dell’anno fiscale 2021 riportando perdite nette per 1.710 miliardi. Si tratta della seconda perdita in assoluto per un’azienda nipponica (il precedente è quello di Mizuho Financial Group che nel lontano 2033 riportò perdite per 2.380 miliardi).
I dati del gruppo guidato da Son sono in controtendenza rispetto al 2020 quando la società registrò 4.999 miliardi di utili.
Nell’auto, a Fuchu (Hiroshima), riaprirà, il prossimo 23 maggio, il museo della Mazda dopo gli importanti lavori di riallestimento subiti. Il museo ha aperto nel 1994 e si estende su circa 3.600 metri quadri. Nel 2019 venne visitato da circa 1.760.000 persone.
Sempre in questo campo, mercoledì scorso, Toyota Motor ha comunicato i dati consolidati di bilancio sull’anno fiscale terminato a marzo. Il gruppo guidato da Akio Toyoda ha registrato profitti operativi per 3.000 miliardi di yen (+36,3% sul 2020) e utili netti per 2.850 miliardi (+26,9%). A trainare i profitti record è stata la debolezza dello yen e la conseguente competitività sul mercato nordamericano. Cresciute, del 15,3%, le vendite per complessivi 31.380 miliardi. La pandemia, l’aumento dei costi delle materie prime, la carenza di chip ed i problemi di approvvigionamento globali di componenti sono ritenuti da Toyota tra i principali fattori che limiteranno gli utili nel 2022. Proprio il giorno precedente, a conferma della validità di queste preoccupazioni, il colosso dell’auto ha comunicato lo stop a 14 linee produttive in otto impianti nell’Arcipelago a causa del blocco di Shanghai e delle conseguenti carenze di componentistica provenienti da quella zona della Cina. L’azienda prevede che la produzione di maggio scenderà dalle 750.000 vetture previste a 700.000.
Utili anche per Nissan. Nell’ultimo anno fiscale, la società ha avuto utili per 215,5 miliardi di yen (lo scorso anno le perdite erano state pari a 448,7 miliardi). Cresciute, del 7%, le vendite (per 8.400 miliardi). A contenere la crescita è stato l’aumento del costo dei materiali e le costanti difficoltà sul fronte dell’approvvigionamento di chip.
(con informazioni di asean.org; ac.europa.eu; valtioneuvosto.fi; fmprc.gov.cn; yna.co.kr; tass.com; group.ntt; global.toyota; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp)
Immagine di Yang Dong Wook/DEMA Defense Media Agency (dettaglio) da Wikimedia Commons
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