Ripresa, il 4 aprile e dunque ad oltre due settimane di distanza dal terremoto che ha colpito il Tohoku, la circolazione dei treni a levitazione magnetica tra Iwate e Miyagi. La velocità dei mezzi è stata comunque ridotta a 160 chilometri orari. Il giorno successivo, le Ferrovie del Giappone Orientale hanno comunicato che ripristineranno tutte le linee ad alta velocità della regione entro il 14 aprile facendo circolare, sia pure a velocità ridotta, una percentuale compresa tra l’80 ed il 90% dei treni.
Rimanendo nella regione, il numero uno della federazione delle cooperative di pesca (le quali si dedicano essenzialmente alla pesca sotto costa) Hiroshi Kishi, ha incontrato, martedì scorso, il premier ed il ministro all’Economia, Industria e Commercio Koichi Hagiuda, ribadendo l’assoluta contrarietà dei pescatori al rilascio in mare delle acque contaminate da trizio che si trovano attualmente stoccate all’interno dell’ex impianto di Fukushima.
“Speriamo soltanto che coloro che sono impegnati nell’industria della pesca possano continuare a pescare con la mente serena” ha affermato Kishi parlando ai giornalisti al termine dell’incontro.
Il presidente delle cooperative di pesca ha sostenuto che da parte del Governo vi sia la generica disponibilità ad ottenere la comprensione dei pescatori nonché la prossima costituzione di un fondo economico di supporto al settore.
Per quanto concerne l’emergenza Coronavirus, la Prefettura Metropolitana di Tokyo ha continuato, nella settimana appena conclusa, a registrare numeri significativi. La capitale ha segnalato 4.384 casi lunedì, 6.968 martedì, 8.652 mercoledì, 8.753 giovedì, 8.112 venerdì, 8.102 sabato. Al 9 aprile, la capitale ha registrato 1.318.898 casi di contagio e 4.234 deceduti. Alla stessa data, il tasso di occupazione dei posti letto Covid è stato pari al 25,3% (1.832 sui 7.2229 predisposti) mentre nelle terapie intensive la percentuale è stata dell’8,5% (68 occupati su 804 disponibili).
Il virus mostra “segni di risorgenza”, ha affermato – scoprendo l’acqua calda – il capo del Governo lo scorso giovedì.
La percentuale di persone che hanno ricevuto la terza dose è del 44,4%. Nuove misure sono state auspicate da Norio Omagari, capo del Centro per la Prevenzione e Controllo delle Malattie, a fronte della crescita dei casi nella fascia d’età 10-29 anni.
A partire da venerdì sono state eliminate una serie di restrizioni agli arrivi di stranieri non residenti provenienti da 106 nazioni. Rimarrà, comunque, strettamente regolata la concessione dei visti, secondo le norme adottate in questi due anni, al fine di evitare arrivi incontrollati – e potenzialmente forieri di nuovi focolai – dall’estero. Il perdurare dello stop alla concessione di visti turistici è stato confermato da Kishida venerdì.
In politica interna, l’ex premier Shinzo Abe ha fatto appello, lo scorso 3 aprile, a che si cambi l’articolo 9 della Costituzione e cioè quello che assicura il carattere pacifista della politica estera nipponica. L’appello, vecchio cavallo di battaglia del Partito Liberal-Democratico durante gli anni che hanno visto Abe al vertice del partito, è giunto nel corso di una manifestazione elettorale a Yamaguchi. Nello specifico la proposta che i conservatori stanno portando avanti è quella che prevede l’inserimento, nel nono articolo della Carta, dell’esistenza delle Forze di Autodifesa.
Per poter modificare la Costituzione è richiesta la maggioranza qualificata in entrambi i rami del parlamento nonché un referendum popolare.
Una totale opposizione alle politiche di sicurezza nazionale portate avanti dal PLD è stata espressa dal presidente del Partito Comunista Shii. Nel corso di un’iniziativa elettorale ad Osaka, il parlamentare comunista ha affermato che “adesso, approfittando della crisi, c’è un grande coro volto a creare un Paese in guerra. Il PCG è contro ciò e propone di creare un’Asia orientale di pace attraverso la diplomazia ed avvalendosi dell’articolo 9”.
Contro l’idea che il Sol Levante possa rinunciare ai tre principi (non condividere, non possedere, non produrre) di astensione dal nucleare si è pronunciata, il 4 aprile, la campagna ICAN (Campaign to Abolish Nuclear Weapons). Intervenendo da Nagasaki, Akira Kawasaki, uno dei rappresentanti della campagna in Giappone ha affermato che “se un paese usa la minaccia nucleare, un altro potrebbe fare marcia indietro per un brevissimo periodo di tempo, ma se le parti che si confrontano continuano a minacciarsi a vicenda, si potrebbe rischiare una guerra nucleare” e che i politici che hanno iniziato a discutere di questa possibilità sono degli “irresponsabili”.
Giovedì è stata intanto approvata dalla Camera dei Rappresentanti la nuova legge sulla sicurezza economica. Al centro della norma una serie di aspetti che concernono i brevetti, la ricerca scientifica, il potenziamento (mediante generosissimi sussidi pubblici) dell’industria nazionale dei semiconduttori nonché il controllo sulle esportazioni di una serie di prodotti. Il testo è passato con il voto favorevole di PLD, Nuovo Komeito e con quello del Partito Costituzionale Democratico.
La norma è stata aspramente criticata da Shiokawa del Partito Comunista il quale ha messo in luce come si finirà per finanziare con soldi pubblici ricerca a scopi bellici. Il deputato ha anche sottolineato la pericolosa commistione tra politiche pubbliche e interessi di colossi privati citando i casi di cinque dirigenti ex del Ministero dell’Economia che si sono spostati a lavorare per aziende private ed il fatto che circa 500 miliardi di yen finiranno in sussidi ad aziende che producono semiconduttori. Tra gli altri punti sottolineati dal parlamentare vi è il fatto che ben 138 materie sono state demandate, con delega, al Governo.
Rimandata, con il disappunto del Partito Costituzionale Democratico, la discussione sul disegno di legge contro lo spreco di energia nell’edilizia, “Se non sarà approvato dall’attuale sessione della Dieta, la riduzione delle emissioni di gas serra non raggiungerà gli obiettivi previsti per il 2025” ha commentato la segretaria generale del PCD Chinami Nishimura.
Per quanto attiene alle politiche alimentari, intervenendo in Camera dei Consiglieri lo scorso 8 aprile nel merito del disegno di legge volto a coniugare sicurezza alimentare e tutela dell’ambiente, il senatore del PCD Yokozawa ha sottolineato i numerosi problemi che il Sol Levante sta affrontando, come il crollo del tasso di autosufficienza alimentare, l’aumento delle terre abbandonate e la carenza di manodopera nel settore. Il senatore ha ribadito l’esigenza di sostenere la risicoltura e posto una serie di domande, alle quali il ministro dell’Agricoltura ha risposto in maniera piuttosto generica, concernenti la riduzione dell’uso di pesticidi, l’obiettivo delle emissioni zero nella catena di approvvigionamento alimentare ed il raggiungimento, entro il 2030, del tasso di autosuffienza alimentare.
Sulla necessità di ridurre le importazioni di alimenti, anche al fine di ridurre le emissioni, è intervenuta Tomoko Kami del PCG.
Se da un lato l’Esecutivo concede generosi sussidi ai produttori di chip, dall’altro si prepara a cancellare le esenzioni dal pagamento dell’assicurazione sanitaria pubblica per gli evacuati da Fukushima. Entro il 2023, il Governo prevede infatti di porre fine, gradualmente, all’esenzione dal pagamento dell’imposta che copre spese sanitarie ed assistenza infermieristica concessa agli evacuati. La tempistica annunciata dal titolare del dicastero per la Ricostruzione, Kosaburo Nishime, è quella di un ritorno ai normali obblighi fiscali per questi cittadini a partire dal decimo anno di rimozione del divieto di soggiorno nelle aree nelle quali queste persone abitavano prima della catastrofe del 2011.
Per irrobustire le politiche sociali, il leader del PCD Kenta Izumi ha illustrato una proposta per un bilancio suppletivo che destini 14.000 miliardi di yen per la sanità e 7.000 miliardi per l’economia. Tra le misure richieste vi è l’abbassamento al 5% della tassa sui consumi, un sussidio una tantum da 50.000 yen per famiglie a basso redditto, la riduzione o la cancellazione dei debiti contratti dalle aziende verso lo Stato nell’ambito dei prestiti concessi a piccole e medie imprese per attutire gli effetti della pandemia.
Frattanto, un’indagine condotta dal governo ha mostrato come il 6,5% dei minori che frequentano l’ultimo anno della scuola elementare (dunque tra gli 11 ed i 12 anni) abbiano responsabilità nell’accudimento di genitori o altri familiari.
Per quanto concerne il parente assistito, il 71% dei rispondenti ha affermato trattarsi di fratelli e sorelle, il 19,8% della madre, il 13,2% del padre, il 10,3% di una nonna ed il 5,5% di un nonno (le percentuali danno una somma maggiore del 100% in quanto un certo numero di ragazzini si occupa di più di un familiare).
Tra coloro che si occupano dei genitori, un’alta percentuale non ha saputo indicare il motivo alla base della loro assistenza mentre un 10,9% ha indicato le scarse competenze in lingua giapponese dei genitori, l’8,7% ha indicato disabilità mentali e l’8% disabilità fisiche.
Il 70% ha risposto di occuparsi di un parente a partire da un’età compresa tra i 7 ed i 12 anni e ben il 20% ha invece indicato di farlo da prima di aver compiuto sei anni.
Circa il 50% dei rispondenti ha indicato di dedicarsi ad attività di assistenza ogni giorno ed, in media, per 2,9 ore. Poco più del 76% dei ragazzini ha risposto di non aver chiesto aiuto a nessuno.
La ricerca, la prima riguardante questa fascia d’età, ha coinvolto 350 scuole e 9.759 minori. Le precedenti ricerche, svolte nell’anno 2020, avevano riguardato i minori frequentanti la scuola media inferiore (12-15 anni) e quelli della scuola superiore (15-18) mostrando un tasso di partecipazione alle attività di cura rispettivamente del 5,7 e del 4,1%.
“Per i bambini è difficile capire le circostanze che li portano ad assistere un familiare e a diventare consapevoli dei carichi che sopportano. Perciò è essenziale per coloro che li circondano prendere nota della loro situazione al fine di sostenere i bambini. È necessario promuovere consapevolezza tra gli adulti che stanno intorno a quei bambini, inclusi insegnanti, specialisti del welfare e operatori delle comunità”, ha affermato il professor Yoshie Hamashima, responsabile dell’equipe che ha condotto la ricerca. Per Hamashima, inoltre, è necessario ampliare l’assistenza finanziaria per coloro che assistono i genitori o altri parenti nel corso dell’università consentendo così loro di “essere indipendenti” e di “seguire il proprio percorso nella vita anche se hanno familiari che necessitano di cure”.
In politica estera, martedì Kishida ed il presidente turco Erdogan hanno avuto uno scambio telefonico di circa 25 minuti sulla crisi ucraina e sulla eterna questione della riforma delle Nazioni Unite.
Giovedì Kishida ha promesso nuove sanzioni nei confronti della Russia parlando, per la prima volta, di “crimini di guerra” per quanto accaduto in Ucraina. Il medesimo giorno, i Paesi del G7 hanno emesso un comunicato congiunto che impegna le sette nazioni ad aumentare la pressione economica verso la Federazione Russa e che non cita la possibilità di una risoluzione negoziale del conflitto. L’8 aprile il premier ha annunciato alcune nuove misure di pressione verso la Russia: esse includono il congelamento degli asset posseduti in Giappone da Sberbank e da Alfa Bank nonché la sospensione delle importazioni di carbone e vodka. Parlando delle azioni russe come “crudeli e inumane”, Kishida ha promesso di “ridurre la dipendenza energetica dalla Russia anche per quanto riguarda il greggio”.
Attualmente, il 13% del carbone utilizzato dai nipponici per la produzione di energia è importato dalla Russia.
Il medesimo giorno, accodandosi a quanto fatto da altri Paesi, il Sol Levante ha espulso 8 cittadini russi e tra essi degli appartenenti al corpo diplomatico.
Pur nella crisi delle relazioni tra i due Paesi, Giappone e Russia, stando ad indiscrezioni apparse sulla stampa, dovrebbero vedersi a breve per stabilire le quote di pesca di salmoni e trote che dai fiumi russi giungono le Pacifico. Lo scorso anno, le due nazioni si sono accordate per un quota pari a 2.050 tonnellate complessive e per l’ingresso di navi giapponesi nella ZEE russa per un test di un nuovo tipo di tecnica piscatoria.
Frattanto, il ministro Hayashi, intervenendo, giovedì scorso, ad una riunione della NATO (ed il suo invito è da collocarsi nell’ambito di una normalizzazione del militarismo nipponico e dell’accettazione di un Giappone armato), ha fatto appello ad una più stringente cooperazione tra il blocco egemonizzato dagli USA ed il Sol Levante.
In ambito militare, l’8 aprile il ministro delle Infrastrutture Saito ha emesso un ordine di annullamento dell’ordinanza emessa dal governatore di Okinawa Tamaki che bocciava le modifiche progettuali del piano di insabbiamento della baia di Henoko. Purtuttavia, il ministro ha disposto che una modifica progettuale – necessaria dato lo stato eccessivamente soffice dei suoli che impedisce di costruirvici sopra qualcosa – da consegnare entro il 20.
Se da un lato, sia pure con qualche ritrosia, il Sol Levante è disponibile a subire le conseguenze economiche di un taglio dei rapporti economici con la Federazione Russa, dall’altro, appare molto più interessato al contenimento della proiezione – economica, militare, diplomatica – della Repubblica Popolare Cinese in Asia. A tal fine, lo scorso 9 aprile, Fumio Kishida ha ricevuto Teodoro Locsin e Delfin Lorenzana, rispettivamente ministro degli Esteri e della Difesa delle Filippine, e ribadito – con il consueto formulario in “diplomatese” utilizzato dai nipponici – l’impegno per un’area indo-pacifica “libera ed aperta”.
Le Filippine, pur mantenendo solidi rapporti economici con la Cina, mantengono con la stessa alcune rivendicazioni territoriali e sono inoltre interessati ad attrarre investimenti e prestiti dal più ricco arcipelago.
I due ministri filippini hanno poi incontrato gli omologhi giapponesi, Hayashi e Kishi, sottolineando che il Sol Levante è il secondo Paese (il primo sono gli USA) con il quale la repubblica asiatica tiene riunioni nel formato “2+2”.
“Abbiamo gettato le basi per il prossimo decennio della nostra partnership strategica. Abbiamo ottenuto un chiarimento sostanziale su tutte le questioni su molte di esse si è prodotto un consenso. I legami di sicurezza che stiamo sviluppando sono inferiori a quelli di un’alleanza ma molto maggiori di quelli di rapporto cordiale” ha commentato Locsin al termine dell’incontro.
In economia, la confindustria nipponica, la Keidanren, ha chiesto, lo scorso 4 aprile, la totale digitalizzazione di 87 diverse operazioni burocratiche e tra esse le domande per l’ottenimento della patente di guida e la richiesta ed il rilascio dei certificati di stato di famiglia. La richiesta è stata avanzata al coniglio per le riforme amministrative, un tavolo consultivo istituito da Kishida lo scorso novembre.
Sul fronte del debito, per la prima volta da sette anni a questa parte, l’Esecutivo ha innalzato – dallo 0,1 allo 0,2% – il tasso di interesse sui titoli di Stato a dieci anni di nuova emissione.
Frattanto, il Governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha affermato, martedì scorso, che il recente deprezzamento dello yen è stato “alquanto rapido”. La dichiarazione, con la quale si inizia a rompere la narrativa secondo la quale le attuali politiche monetarie sono pressoché perfette, è giunta nel corso di una sessione della Camera dei Rappresentanti nella quale Kuroda è stato chiamato a rispondere alle domande dei parlamentari ed in particolare di Yoshihiko Noda, ex premier e adesso parlamentare progressista.
Sui consumi, la crescita a febbraio è stata dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2021. In termini assoluti, la spesa media dei nuclei di due o più persone è stata di 257.887 yen. Cresciuta dell’1,9% la spesa in bollette e carburante (segno di un inverno più rigido del precedente) e del 5,6% le spese culturali ed in attività di intrattenimento. Su quest’ultimo aspetto occorre ricordare che nel febbraio 2021 molte Prefetture si trovavano in stato di emergenza: il confronto con febbraio 2019 mostra comunque un impietoso -71,3%. Diminuita del 3,6% la spesa in acquisto di alimenti e ristorazione e del 5% quella per mobili ed oggetti di arredamento.
Calato, nel medesimo mese, dello 0,1% anche l’introito medio per complessivi 540.712 yen.
Per quanto concerne l’avanzo delle partite correnti, a febbraio si è avuto un surplus pari a 1.600 miliardi: il 42,5% in meno rispetto allo stesso mese del 2021.
Sempre per il mese in oggetto, le importazioni sono cresciute del 34,2% (per complessivi 7,5 miliardi) trainate dal +93,2% delle spese per il greggio e dal +65,3% di quelle per il gas liquefatto. Cresciuto anche l’export: +19,8% per complessivi 7,3 miliardi.
Il deficit nella bilancia commerciale per il settore merci è stato pari a 176,8 miliardi mentre nei servizi esso è stato pari a 203,5 miliardi.
Nell’auto, Nissan ha annunciato, lo scorso 4 aprile, che non prevede di riprendere a breve la produzione nel proprio impianto di San Pietroburgo sospesa il 14 marzo. A motivare la scelta sono state le difficoltà riscontrate dall’azienda nel procurarsi componenti. La stessa azienda, alcuni giorni dopo, ha invece comunicato che coopererà con la NASA nello sviluppo di una nuova tipologia di batterie che rimpiazzino quelle a ioni di litio.
Sempre in questo settore, Honda e General Motors hanno comunicato, martedì scorso, che aumenteranno la propria collaborazione concentrandosi in particolare sullo sviluppo di veicoli elettrici. Obiettivo delle due aziende è quello di mettere sul mercato statunitense nuovi modelli entro il 2027 nonché di sviluppare la produzione di batterie. “Honda è impegnata nel raggiungimento dell’obiettivo della neutralità delle emissioni su base globale entro il 2050 e ciò richiede di lavorare per l’abbassamento dei costi dei veicoli elettrici rendendo possibile acquistarli per la più ampia fascia di consumatori” ha affermato Toshihiro Mibe, numero uno della casa automobilistica giapponese.
(con informazioni di dfa.gov.ph; global.honda; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.