Risalita dei casi di persone contagiate dal SARS-CoV-2. La Prefettura Metropolitana di Tokyo, area nella quale, quasi sempre, si è registrato il maggior numero di contagi ha avuto 84 positivi domenica 2 gennaio (554 casi nazionalmente e 53 pazienti ospedalizzati con sintomi gravi), 103 lunedì (prima volta, dall’otto ottobre, nella quale si sono superati i 100 casi.
Lo stesso giorno i casi nazionali erano 782, di questi 79 ad Osaka, 56 a Yamaguchi e ben 130 ad Okinawa: numero più alto dal 25 settembre), 151 martedì (oltre mille casi nazionalmente e prima volta da ottobre che si supera tale quota. Ad Okinawa martedì i casi sono stati 225 ma 164 sono avvenuti tra i militari stranieri mentre ad Hiroshima si sono avuti 109 contagi), 390 mercoledì (nazionalmente si sono avuti – per la prima negli ultimi 3 mesi – oltre 2.000 casi dei quale 623 ad Okinawa, 244 ad Osaka e 138 ad Hiroshima). 641 giovedì (ben 980 casi ad Okinawa e 505 ad Osaka), 922 venerdì (oltre 5.000 i casi nazionalmente dei quali 1.414 i casi ad Okinawa, 676 ad Osaka, 307 ad Hiroshima, 180 a Yamaguchi), 1.224 sabato (1.759 casi ad Okinawa, 547 ad Hiroshima e 154 a Yamaguchi).
Al 7 gennaio la Prefettura Metropolitana aveva registrato 386.672 casi da inizio emergenza (3.175 le persone decedute) mentre, sempre a quella data, gli ospedalizzati erano 554 dei quali 3 con sintomi gravi.
Ad Okinawa galoppano i contagi all’interno delle basi militari statunitensi. Il primo dell’anno si sono registrati ben 235 contagi tra le forze armate USA, dato che ha portato il numero totale degli statunitensi positivi nella Prefettura a 3.613 (il giorno successivo si sono aggiunti altri 70 casi e poi, come si diceva, 164).
“Sono indignato perché il forte aumento dei contagi tra il personale militare degli Stati Uniti suggerisce che la loro gestione è insufficiente” ha tuonato il governatore della Prefettura Denny Tamaki nel corso della conferenza stampa del 3 gennaio. Dinnanzi alla crescita dei casi, il Governatore ha chiesto – anche alla luce del tavolo tecnico-scientifico guidato dal professor Jiro Fujita dell’Università delle Ryukyu – al Governo la dichiarazione di quasi emergenza per territorio da lui amministrato.
“Il tempo necessario per raddoppiare il numero di contagiati è di circa 2,8 giorni per la variante omicron, estremamente breve rispetto al periodo di sette giorni per la variante delta. La velocità con cui le infezioni raddoppiano non è normale” ha affermato il Governatore aggiungendo che nella più meridionale tra le Prefetture dell’Arcipelago il numero di casi in rapporto alla popolazione è dieci volte superiore alla media nazionale.
Tamaki ha anche chiesto una revisione del SOFA (lo Status of Forces Agreement, il trattato che regola la condizione giuridica del personale militare a stelle e strisce nell’Arcipelago) che faccia rientrare anche gli occupanti nel quadro delle norme anti-contagio previste per i cittadini nipponici. Sul SOFA Tamaki ha avuto anche uno scambio di idee con Junya Ogawa del Partito Costituzionale Democratico e lo stesso PCD, mediante il senatore Kuniyoshi Noda, ha chiesto, venerdì, che l’accordo sia rivisto.
“Le basi militari statunitensi stanno minacciando la vita dei cittadini della Prefettura” ha affermato Tamaki lo scorso venerdì chiedendo al Governo di accelerare sulla somministrazione della terza dose e di espandere il numero di test tra la popolazione.
Per quanto riguarda la prefettura di Hiroshima, il 4 gennaio sono state confermate 109 nuove infezioni e il governo della prefettura ha inviato una lettera di emergenza a nome del governatore Hidehiko Yuzaki, che contiene richieste indirizzate al comandante della stazione aerea del Corpo dei Marines degli Stati Uniti Iwakuni e al vice capo in carica presso l’Ambasciata degli Stati Uniti in Giappone. La lettera affermava che ci sono molti casi in cui si sospetta fortemente che le attività passate dei pazienti COVID-19 nella prefettura siano collegate alla diffusione delle infezioni nella città di Iwakuni. Tra le richieste, che la base militare rafforzi le misure preventive contro le infezioni. Nella lettera, il governo della prefettura ha affermato di essere fortemente preoccupato per il fatto che le infezioni possano vedere un’improvvisa diffusione nella prefettura. Ha richiesto che le parti interessate indaghino sulla causa del cluster di infezione e forniscano informazioni come le vie di infezione e che il personale militare venga testato all’ingresso e alla partenza dal Giappone, oltre a essere sottoposto a un periodo di isolamento di 14 giorni dopo l’arrivo.
Anche a Yamaguchi sembrerebbe esistere un collegamento diretto tra l’aumento dei contagi ed i militari statunitensi. Il cinque gennaio la Prefettura ha registrato 104 casi e di questi ben 70 erano localizzati ad Iwakuni, città che ospita una base aerea a stelle e strisce. Il giorno successivo, all’interno della base di Iwakuni, sono stati segnalati ben 182 casi. Una lettera, nella quale si chiedevano misure più efficaci per il contrasto al virus, è stata indirizzata al comandante della base ed al viceambasciatore statunitense in Giappone da Hidehiko Yuzaki, Governatore della vicina Prefettura di Hiroshima, il quale si è detto preoccupato di un aumento dei casi che potrebbe, a questo ritmo, far giungere presto ai 2.000 casi giornalieri.
Lo stesso giorno, il comando delle forze armate USA ha ordinato ai propri appartenenti di indossare la mascherina quando escono fuori dalle aree soggette a servitù.
Sulla questione, sempre giovedì, il ministro Hayashi si è finalmente deciso a chiamare l’omologo Antony Blinken per chiedergli di cooperare nel fermare la diffusione dell’infezione.
“Chi ha ricevuto il vaccino non indossa la mascherina” ha dichiarato al quotidiano Mainichi un lavoratore che presta servizio presso la base navale di Yokosuka confermando le scarse contromisure adottate dagli statunitensi. Purtuttavia, Katsuaki Kamiji, sindaco della città, si è detto non preoccupato e certo che la situazione sarà “tenuta completamente sotto controllo”.
“Inutile dire che la causa principale [della diffusione dell’infezione ndr] è l’umiliante accordo sullo status delle forze USA che afferma che il Giappone non ha il diritto ad imporre la quarantena” ha affermato il presidente del Partito Comunista Shii mentre la collega di partito Tamura ha chiesto che venga bloccato del tutto l’arrivo di militari da fuori Arcipelago.
Martedì scorso, al termine di una visita ad un santuario shintoista nella Prefettura di Mie, il premier Kishida ha promesso un’accelerazione nella somministrazione della terza dose di vaccino, nuovi acquisti di farmaci (ed i particolare di un farmaco della Merck nella speranza che si dimostri utile nel trattamento del COVID-19) ed una riorganizzazione delle strutture sanitarie al fine di meglio rispondere alla variante omicron.
A fronte della crescita dei casi, l’Esecutivo ha infine deciso, venerdì scorso, di porre tre Prefetture – Okinawa, Hiroshima e Yamaguchi – in stato di quasi emergenza dal 9 al 31 gennaio. Con la dichiarazione di quasi emergenza, i Governatori possono chiedere a bar e ristoranti di chiudere prima, di non servire alcolici ed in generale di multare coloro che non rispettassero le ordinanze.
“Abbiamo la necessità di considerare che un’ulteriore rapida accelerazione nella diffusione dell’infezione è all’orizzonte” ha dichiarato il ministro Goto comunicando la decisione.
Rimandate o cancellate, in tutto l’Arcipelago, eventi e cerimonie di vario tipo mentre la Procura di Tokyo avrebbe iniziato persino ad effettuare interrogatori a distanza per ridurre spostamenti ed assembramenti.
Nel campo dell’opposizione, per limitare la diffusione del virus, il presidente del Partito Comunista Kazuo Shii ha chiesto di accelerare la somministrazione della terza dose di modo che tutti la possano ricevere a sei mesi dalla seconda, ispezioni regolari nelle case di riposo e negli ospedali nonché un drastico aumento dei test PCR e della spesa sanitaria in generale.
Un aumento dei posti letto destinati ai contagiati dal SARS-CoV-2 è stato chiesto, il 5 gennaio, anche dal presidente del Partito Costituzionale Democratico Kenta Izumi e dal collega di partito Akira Nagatsuma, responsabile del comitato per le contromisure sulla pandemia, il quale ha ribadito che sui test si sono persi due anni di tempo e valutato positivamente la scelta della Prefettura di Tokyo di generalizzarli.
Per evitare un sovraccarico degli ospedali, il governatore di Osaka e leader di Nippon Ishin no Kai, Hirofumi Yoshimura, ha comunicato che i pazienti contagiati dalla variante Omicron ma che mostrano sintomi lievi saranno alloggiati in strutture non ospedaliere.
Rimanendo nella sanità ma fuori dall’emergenza Coronavirus, nella Prefettura di Kumamoto si sarebbe verificato, lo scorso dicembre, il primo caso di nascita di un bambino senza registrazione dei dati della madre. A dare l’annuncio di quello che potrebbe essere il primo caso in Giappone è stato, il 4 gennaio, l’ospedale Jikei. La legge nipponica non prevede la possibilità per la madre di partorire in forma anonima ma diversi ospedali hanno annunciato di offrire questa modalità.
Nella sicurezza stradale, l’Agenzia Nazionale di Polizia ha comunicato, lo scorso 4 gennaio, i dati sugli incidenti stradali avvenuti nel 2021. I deceduti in seguito ad incidenti sulla strada sono stati 2.636: in calo, di 203, rispetto allo scorso anno e quinto anno di fila di numero più basso dal 1948 e cioè da quando esistono questi dati.
La Prefettura che ha registrato il maggior numero di morti è stata Kanagawa (142), seguita da Osaka (140) e Tokyo (133), Il numero di deceduti più basso si è avuto a Shimane: 10. Il 57,7% dei morti aveva più di 65 anni.
Il numero totale di incidenti nei quali è intervenuta la polizia è stato di 305.425 (-3.753 rispetto al 2020) mentre i feriti sono 361.768 (-7.708).
L’Agenzia Nazionale ha anche reso nota la costituzione, in primavera, di un’unità dedicata alla lotta ai crimini informatici con l’obiettivo di realizzare una piena cooperazione con le polizie di altri Paesi. Nella nuova unità saranno allocati circa 200 poliziotti.
La polizia della capitale, in settimana, è anche intervenuta per soccorrere centinaia di automobilisti rimasti bloccati a causa della neve e costretti persino a dormire in macchina. Altre centinaia di persone (almeno 200) sono invece finite in ospedale, sempre nella capitale, per essere scivolate sul ghiaccio.
In politica interna, è stata decisa, in settimana, la convocazione della prossima sessione dei lavori della Dieta. Durante la sessione sarà discussa, principalmente, la finanziaria per l’anno fiscale 2022.
In politica estera, Kishida ha comunicato, il 4 maggio, che ha cancellato le visite che avrebbe dovuto effettuare negli USA ed in Australia per seguire meglio l’emergenza Coronavirus.
La visita in Australia, in particolare, era finalizzata a siglare l’Accordo di accesso reciproco tra Giappone e Australia e cioè un patto di cooperazione militare finalizzato a contrastare la proiezione internazionale della Cina. Kishida e l’omologo australiano Scott Morrison, si sono comunque visti, pur a distanza, per sottoscrivere l’accordo che dovrebbe favorire la cooperazione e gli scambi di personale ed equipaggiamento. L’Australia è il secondo Paese (il primo sono, ovviamente, gli USA) con il quale il Sol Levante stringe un trattato di questo tipo.
Nell’Asia del Nord-Est, lo scorso 5 gennaio, la Repubblica Popolare Democratica di Corea ha effettuato il lancio di un missile balistico a medio raggio.
“Mercoledì, l’Accademia di Scienze della Difesa della RPDC ha testato missile ipersonico. Hanno assistito all’evento i principali funzionari coinvolti del Dipartimento dell’industria delle munizioni del Comitato centrale del Partito dei Lavoratori di Corea e del settore della scienza della difesa nazionale. I successi nei lanci di prova nel settore dei missili ipersonici hanno un significato strategico in quanto accelerano l’obiettivo di modernizzazione delle forze armate strategiche dello Stato presentato all’ottavo Congresso del Partito […]. Nel lancio di prova l’Accademia ha riconfermato il controllo di volo e la stabilità del missile nella fase di volo attivo e valutato le prestazioni della nuova tecnica di movimento laterale applicata alla separata testata planante ipersonica” si legge nel comunicato emesso dall’agenzia KCNA che prosegue affermando che la testata è stata manovrata per 120 chilometri e che ha colpito un obiettivo posto a 700 chilometri. Qualora tali informazioni fossero confermate, la Corea del Nord sarebbe uno dei pochissimi Stati ad essere in grado di mettere in campo missili ipersonici.
Preoccupazione è stata espressa da tutto il campo politico a partire dal premier Kishida e dal leader dell’opposizione Izumi.
“Sono in corso analisi” ha dichiarato il ministro Hayashi giovedì.
Una maggiore cooperazione con gli USA nello sviluppo del nucleare civile è stata invece annunciata, giovedì scorso, dal ministro dell’Economia, Industria e Commercio Koichi Hagiuda al termine di una videoconferenza con la ministra dell’Energia statunitense Jennifer Granholm. Hagiuda ha affermato che spingerà le aziende elettriche a testare piccoli reattori modulari sviluppati da aziende statunitensi quali NuScale Power.
Venerdì scorso, si è tenuto – nel formato 2+2 – un incontro tra i ministri di Esteri e Difesa di Giappone e Stati Uniti. Blinken ha reso noto che i due Paesi sottoscriveranno un accordo sullo sviluppo di tecnologie belliche ed in particolare i missili ipersonici.
Alla luce dell’accordo il Giappone “considera, per la difesa nazionale, tutte le opzioni necessarie, inclusa la capacità di contrastare la minaccia missilistica” ed impegnandosi così a rivedere le linee guida per la sicurezza nazionale prevedendo, stando a quanto dichiarato da Hayashi, “la capacità di attaccare basi nemiche” e dunque di violare l’articolo 9 della Costituzione.
Confermata, inoltre, la costruzione della base di Henoko ove sarà ricollocata quella di Ginowan nonché il volume complessivo del fondo di compartecipazione per la copertura delle spese necessarie ad ospitare le truppe statunitensi.
A difesa del carattere pacifista della Carta, il Partito Comunista ha iniziato una raccolta di firme.
In ambito militare, il governatore di Okinawa Denny Tamaki ha affermato che il 2022 sarà “un anno cruciale” nella lotta contro la costruzione della base militare statunitense di Henoko (Nago). L’attuale anno è anche il 50° del ritorno alla sovranità nipponica dell’Arcipelago.
Nella propria conferenza stampa Tamaki ha anche dichiarato che la ripresa del turismo sarà prioritaria. Il comparto turistico, infatti, è essenziale nell’economia dell’isola ma, a causa della pandemia, nel 2020 si è registrato un calo del 73% delle presenze.
In economia, l’84% delle grandi aziende, stando ad un sondaggio realizzato dall’agenzia di stampa Kyodo, mostra, per il 2022, aspettative di crescita. Delle 106 aziende sentite da Kyodo (tra esse Toyota, Nintendo, ANA Holdings, SoftBank e Panasonic), 13 prevedono che il PIL rimarrà fermo mentre 84 si attendono una crescita moderata. Il 91% ha anche mostrato la convinzione che i consumi cresceranno ed il 35% che a crescere saranno anche gli investimenti.
Gli analisti, intanto, prevedono che per il 2022 l’Arcipelago crescerà, in termini reali, tra il 2 ed 4%. Il governo, da parte sua, prevede un +3,2% per l’anno fiscale che inizierà il primo aprile. Mizuho Research & Technologies ha previsto invece un +2,7%.
Sulle politiche portate avanti dalla maggioranza di governo, il 54% delle imprese appoggia gli investimenti nel digitale avviati (o più spesso annunciati) da Kishida ed il 48% si è dichiarato favorevole alla politica energetica che prevede una forte decarbonizzazione.
Tra le associazioni datoriali, il numero uno di Keidanren, Masakazu Tokura, nel suo messaggio di inizio anno ha parlato della volontà di creare un “capitalismo sostenibile” che possa promuovere “crescita e distribuzione”.
Akio Mimura, Presidente della Camera di Commercio e Industria, ha invece sottolineato che anche le aree al di fuori dalle grandi città e dalla regione della capitale vadano sostenute mentre Kengo Sakurada, Presidente dell’Associazione dei Dirigenti d’Azienda, ha chiesto un ulteriore deregolamentazione.
Drastici aumenti salariali sono stati richiesti dal sindacato Zenroren. Nel corso di una manifestazione a Tokyo, il numero uno del terzo sindacato nipponico, Masako Obata, ha chiesto per il settore infermieristico aumenti tra i 4.000 ed i 9.000 yen al mese. La confederazione, anche quest’anno, porterà avanti la battaglia volta a fissare un salario minimo orario nazionale pari a 1.500 yen.
Mercoledì scorso, Kishida è tornato a chiedere alle aziende robusti aumenti salariali definendoli “di primaria importanza per la futura crescita economica”. La richiesta è giunta nell’ambito di un evento organizzato da Keidanren, dall’Associazione dei Dirigenti d’Azienda e dalla Camera di Commercio e Industria.
Rengo, il maggior sindacato del Paese, ha intenzione di chiedere, nell’ambito delle negoziazioni annuali per i rinnovi contrattuali di primavera, circa un 4% di aumento.
Nel settore dei semiconduttori, uno di quelli che mostrato maggiori problemi negli ultimi anni, l’organizzazione World Semiconductor Trade Statistics prevede per l’anno appena iniziato una crescita dell’8,8% (in termini assoluti oltre 528 miliardi di euro) che segue il +25,6% del 2021.
“Il mercato dei semiconduttori, in generale, non è stato influenzato negativamente dalla pandemia. La solida domanda dei consumatori ha spinto tutte le principali categorie di prodotti, ad eccezione dell’optoelettronica, a tassi di crescita a due cifre” si legge nel comunicato dell’associazione di categoria la quale registra, per il 2021, una crescita del 26,7% nell’area dell’Asia-Pacifico, del 25,6% in Europa, del 24,6% nelle Americhe e del 19,5% in Giappone.
La Banca del Giappone ha, intanto, annunciato, mercoledì scorso, che – alla fine del 2021 – l’ammontare complessivo di titoli di Stato detenuti dall’istituto di immissione è calato per la prima volta negli ultimi 13 anni. Al 30 dicembre la BOJ possedeva 521.120 miliardi di yen e cioè -14.390 miliardi rispetto allo stesso giorno del 2020.
Nei consumi, la spesa media delle famiglie nipponiche è calata – in termini reali – dell’1,3% a novembre. In termini assoluti, i nuclei di 2 o più componenti hanno speso 277.029 yen. Per settori, le spese in cibo fresco sono diminuite del 3% (le spese per mangiare fuori sono cresciute della medesima percentuale mentre ad ottobre si era avuto un -4% ed un -20,1% a settembre), le bollette sono diminuite del 7,1% e del 15,8% quelle per l’abitazione. Le spese per vestiti hanno segnato un -8,9% mentre quelle per i trasporti un -5,8%.
Nel medesimo mese, le entrate delle famiglie sono cresciute dell’1,1% rispetto a novembre 2020 per complessivi 481.838 yen.
Nel commercio estero, il deficit commerciale statunitense col Sol Levante è cresciuto, a novembre, del 17,7% rispetto al mese precedente per complessivi 4,16 miliardi di dollari.
Nell’energia, la Chubu Electric Power ha annunciato, mediante il proprio presidente Kingo Hayashi, che da qui al 2030 saranno investiti 400 miliardi di yen (quasi 3,1 miliardi di euro) all’estero in progetti che favoriscano la riduzione delle emissioni. Circa 250 miliardi saranno investiti in energie rinnovabili.
Nell’auto, Toyota ha superato, nel 2021, General Motors nelle vendite sul mercato statunitense. Il colosso nipponico ha venduto 2.332.262 autovetture (+10,4% rispetto al 2020) togliendo a GM (che ha venduto 2.218.228 auto) un primo posto che conservava dal 1931.
In crescita anche Honda (che ha venduto 1.466.630 auto, +8,9%), Nissan (977.639 e +8,7%), Mazda (332.756 e +19,2%) e Mitsubishi (102.037 e +16,8%). Calo per Subaru che ha venduto 583.810 veicoli (-4,6%).
Complessivamente le case automobilistiche nipponiche hanno venduto l’8,6% in più rispetto al 2020 per un totale di 5.800.000 autovetture.
Aumentate, in Giappone, le vendite di motociclette. Secondo l’Associazione Giapponese dei Produttori di Automobili, tra gennaio e dicembre 2021 sono stati venduti 235.755 motocicli con cilindrata pari o superiore a 51 centimetri cubici (oltre il 20% in più rispetto al 2020). rispetto al corrispondente periodo del 2020. Si tratta del dato più alto dal 1998 quando le motociclette vendute furono 318.080.
Sempre nella mobilità, Sony potrebbe presto iniziare a produrre auto elettriche. L’annuncio è stato dato da Kenichiro Yoshida, amministratore delegato del colosso dell’elettronica e dell’intrattenimento, ad un evento negli USA. Già nel 2020 la società aveva sviluppato un prototipo (il “Vision-S”) che però non venne mai lanciato sul mercato.
Nell’elettronica, la singaporiana 3D Investment Partners, secondo azionista di Toshiba con circa il 7%, ha chiesto, giovedì, che si tenga un’assemblea generale degli azionisti che sovverta il piano che prevederebbe la divisione della società in tre rami: uno che si occuperebbe (residualmente dato che gran parte di questo settore è stato venduto, alcuni anni fa, per ripianare i debiti) di memorie, uno di apparecchi elettronici e l’ultimo di energia ed infrastrutture. Attualmente il colosso è posseduto al 30% da fondi stranieri che mettono in dubbio che tale strategia possa portare utili.
(con informazioni di kcna.kp; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; wsts.org; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine da Wikimedia Commons
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