Settimana iniziata con la conferma di una tendenza alla diminuzione dei casi attivi di persone venute a contatto con il SARS-CoV-2.
Nella Prefettura Metropolitana di Tokyo, quella che ha registrato più casi tra le 47 dell’Arcipelago, ha segnalato 8 casi lunedì, 21 martedì e stesso numero mercoledì, 11 giovedì, 14 venerdì, 19 sabato.
Il 30 novembre è stato confermato, all’aeroporto di Tokyo Narita, il primo caso di variante Omicron nel Sol Levante (un uomo proveniente dalla Namibia); e il giorno successivo è stato confermato un secondo caso (sempre all’aeroporto di Narita ma in questo caso la persona proveniva dal Perù).
Per limitare il più possibile gli assembramenti, il 2 dicembre, l’Agenzia per la Casa Imperiale ha comunicato che, per il secondo anno di fila, l’accesso che usualmente è concesso al pubblico ai giardini del Palazzo Imperiale in occasione del primo dell’anno, non sarà consentito.
Per frenare l’ingresso della nuova variante Omicron, intanto, il Governo ha deciso, lo scorso 29 novembre, il blocco per un mese degli arrivi dall’estero. Inoltre, 14 nazioni sono state aggiunte alla lista di Paesi per i quali, pur essendo concesso l’ingresso agli stranieri residenti in Giappone ed i cittadini nipponici da lì provenienti, si impongono rigide misure di quarantena (a seconda del Paese: due settimane, dieci o sei giorni anche se vaccinati).
Poche ore prima della decisione, una delegazione del Partito Costituzionale Democratico guidata da Osaka e Nagatsuma aveva incontrato il ministro della Salute chiedendo misure urgenti per monitorare l’eventuale diffusione della variante in Giappone e per limitare le possibilità di ingresso.
“Sono pronto ad affrontare le critiche di chi sostiene sia stato troppo prudente” ha dichiarato il premier difendendo la decisione.
Lo scorso mercoledì la misura è stata rafforzata con il divieto di reingresso nel Paese anche dei residenti permanenti nell’Arcipelago (ma non dei cittadini nipponici) che siano stati di recente in dieci nazioni (Sudafrica, Namibia, Zimbabwe, Zambia, Lesotho, Angola, Malawi, Eswatini, Botswana e Mozambico).
Il 2 dicembre il Governo è comunque tornato parzialmente sui propri passi, non imponendo alle compagnie aeree di non accettare più prenotazioni sui voli internazionali (venerdì, effettivamente, le compagnie hanno ripreso ad accettare prenotazioni).
La decisione è stata, inoltre, considerata discriminatoria. Michael Ryan, responsabile del Programma per le Emergenze dell’OMS, ha dichiarato che “da un punto di vista epidemiologico trovo difficile comprendere il principio utilizzato. Il virus legge i passaporti? Il virus conosce la tua nazionalità o dei sei residente legalmente?” si è chiesto il funzionario ONU.
Numerosi i problemi che debbono affrontare, a questo punto, le scuole e le università che avevano iniziato, dopo l’allentamento delle contromisure dell’otto novembre, ad accogliere ed invitare alunni stranieri.
In ambito vaccinale, il primo dicembre è ufficialmente iniziata la somministrazione della dose di richiamo. Le prime persone a ricevere la terza dose sono stati 18 tra medici e infermieri di un ospedale di Tokyo.
Il ministro Horiuchi non ha commentato circa l’efficacia del vaccino somministrato (Pfizer) rispetto contro la variante Omicron ma ha comunque sottolineato i benefici apportati dalla dose di richiamo.
Fino al primo dicembre, il dicastero della Salute prevedeva di somministrare la terza dose ad otto mesi dalla seconda ma, in seguito, pur in mancanza al momento di un atto ufficiale, l’Esecutivo ha deciso di accorciare il periodo di copertura a sei mesi. Al fine di assicurare sufficienti dosi di richiamo il governo nipponico ha siglato contratti con Pfizer (per 120 milioni di dosi) e con Moderna (50 milioni).
Al 30 novembre 97 milioni di cittadini giapponesi avevano completato la vaccinazione.
Frattanto, il Ministero della Salute ha mostrato ai fotografi del quotidiano Mainichi le 82.720.000 mascherine comprate a inizio pandemia e rimaste nei magazzini della protezione civile.
In un report di fine 2020 il difensore civico nazionale ha sollevato perplessità circa gli acquisti, il processo di distribuzione delle mascherine ed i costi di stoccaggio.
In ambito criminale, il Presidente del consiglio di amministrazione dell’Università Nihon, Hidetoshi Tanaka, è stato arrestato, lo scorso lunedì, con l’accusa di aver evaso tasse sul reddito per 53 milioni di yen. Tanaka è accusato di aver dichiarato meno di quanto effettivamente percepito negli anni tra il 2018 ed il 2020.
Altri due membri del massimo organismo direttivo, Tadao Inoguchi e Masami Yabumoto, sono stati indagati con l’accusa di aver causato un danno all’ateneo da 420 milioni di yen nell’ambito di un progetto per la costruzione di un ospedale connesso alle attività dell’università.
L’ex numero uno dell’ateneo ha rassegnato le proprie dimissioni il primo dicembre.
Nei trasporti, il dicastero competente ha annunciato, lo scorso venerdì, che – a seguito dell’attacco avvenuto su un treno il 31 ottobre – obbligherà gli operatori ferroviari a installare telecamere di sicurezza sui vagoni. Già da luglio di quest’anno, le aziende di trasporto ferroviario cooperano con le forze di polizia nelle ispezioni dei bagagli.
“Imparando lezioni dall’incidente, studieremo le possibilità connesse alle telecamere di sicurezza e ragioneremo su come condividere i costi di installazione” ha affermato il ministro Tetsuo Saito.
In campo olimpico, la città di Sapporo ha deciso un taglio del 20% (90 miliardi di yen) ai fondi destinati alla realizzazione di infrastrutture per i prossimi Giochi invernali del 2030.
La città prevede comunque di coprire tutti i costi a proprio carico mediante gli sponsor e la vendita dei biglietti.
In politica interna, la maggiore forza politica dell’opposizione, il Partito Costituzionale Democratico, ha eletto il nuovo Presidente. Il successore di Yukio Edano, dimessosi dopo che il risultato elettorale era stato meno roseo del preventivato, è Kenta Izumi.
Izumi è stato eletto al ballottaggio, in una sfida con Seiji Osaka, dopo che al primo turno nessuno dei quattro candidati (oltre a Izumi e Osaka, aspiravano alla guida del partito Junya Ogawa e Chinami Nishimura) aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei delegati. Al primo turno, infatti, tra i 572 elettori (tra questi 280 tra deputati e senatori, 143 membri delle amministrazioni locali ed altrettanti eletti dalle federazioni) Izumi aveva ottenuto 189 voti, Osaka 148, Ogawa 133 e Nishimura 102.
Al ballottaggio Izumi ha avuto il sostegno di 205 delegati mentre Osaka di 128.
Nato nel 1974, Izumi è deputato dal 2003 ed è stato membro del Partito Democratico del Giappone, del Partito Democratico (cioè del soggetto nato dalla fusione di coloro che nel PDG non hanno preso parte alla fondazione del PCD con parte del Partito dell’Innovazione), di Kibo no To (cioè del soggetto nel quale il PD è confluito) e, fino allo scorso anno del Partito Democratico per il Popolo.
Primo atto del nuovo Presidente è stato il coinvolgimento dei candidati sconfitti nel governo del Partito ed in particolare di Nishimura che è stata nominata Segretaria Generale.
Sempre in politica interna, il deputato del Partito Liberal-Democratico ed ex governatore della Prefettura di Niigata Hirohiko Izumida, ha dichiarato, via twitter, che qualcuno – non ha detto chi – gli ha chiesto di pagare una tangente nel corso dell’ultima campagna elettorale che lo ha visto come candidato, sconfitto dall’indipendente Ryuichi Yoneyama ma ripescato al proporzionale, nel quinto collegio di Niigata.
In un breve messaggio sulla popolare rete sociale, Izumida ha dichiarato che gli è stato chiesto di pagare “20-30 milioni di yen” e che avrebbe perso le elezioni se non avesse pagato.
Potrebbe ammontare a 107.000 miliardi di yen la finanziaria per l’anno fiscale 2022: si tratta del decimo record di fila.
Sul nucleare, la Shikoku Electric, ha annunciato, dopo due anni di stop, la riattivazione della centrale di Ikata. Il terzo reattore dell’impianto, quello che è stato riattivato giovedì scorso, era stato bloccato da un provvedimento emesso dall’Alta Corte di Hiroshima che aveva valutato come insufficienti le misure di prevenzione prese dall’azienda in relazione all’eventualità che il vulcano Aso (che si trova a 130 chilometri di distanza) potesse eruttare. In seguito l’azienda ha avuto altre criticità connesse ad alcune uscite, non autorizzate e dunque problematiche sul piano della sicurezza che per questi impianti deve mantenersi a livelli altissimi, di un suo dipendente.
In politica estera, il premier Kishida e il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel hanno avuto, lo scorso lunedì, un colloquio telefonico nel quale hanno confermato la comune volontà di assicurare “un’area indo-pacifica libera e aperta” e cioè, fuori dal linguaggio diplomatico, di cooperare per frenare la proiezione internazionale della Cina. Tra gli altri argomenti di discussione vi è stata anche la Corea del Nord.
In settimana, il ministro Hayashi ha comunicato che creerà, all’interno del proprio dicastero, un ufficio responsabile per il controllo dei diritti umani. Scopo dell’ufficio, il cui lavoro si legherà a quello di Gen Nakatani, nominato consigliere delegato alla materia del premier, è quello di mantenere alta la pressione sulla RPC intervenendo su questioni che attengono gli affari interni della Cina (quali la situazione nello Xinjiang o a Hong Kong) al fine di denunciare vere o presunte violazioni dei diritti umani.
A mantenere sempre calda la pentola della tensione con la Repubblica Popolare ci ha pensato, nella settimana appena trascorsa, anche l’ex premier Abe. Intervenendo ad una conferenza organizzata da un ente taiwanese, Abe ha sostenuto che il crescere della tensione tra la Cina continentale e la sua provincia ribelle rappresenta un’emergenza anche per il Giappone e per l’alleanza nippo-statunitense.
“Una evenienza che occorresse in Taiwan sarebbe una evenienza anche per il Giappone. In altri termini, essa sarebbe anche un’evenienza per l’alleanza Giappone-USA. La gente a Pechino, ed in particolare il presidente Xi Jinping, non dovrebbero farsi un’idea sbagliata di ciò” sono state le testuali, ed alquanto minacciose, parole pronunciate dall’ex premier.
“Con totale mancanza di riguardo per le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali nonché dei principi dei quattro documenti politici tra Cina e Giappone, l’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe ha spudoratamente balbettato assurdità e ha lanciato critiche arbitrarie sulla questione di Taiwan e ha fatto commenti presuntuosi sugli affari interni della Cina. La Cina deplora e rifiuta ciò ed ha presentato, mediante i canali diplomatici, forti rimostranze al Giappone. Taiwan è territorio sacro della Cina e nessuna interferenza esterna sarà tollerata. Durante il suo dominio coloniale, durato mezzo secolo, su Taiwan, il Giappone ha commesso innumerevoli crimini, per i quali porta gravi responsabilità storiche nei confronti del popolo cinese. Nessuno dovrebbe sottovalutare la forte risolutezza, la determinazione e le capacità del popolo cinese di salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale. Coloro che osassero perseguire la vecchia via del militarismo e sfidare i nostri principi si troveranno in rotta di collisione con il popolo cinese” ha risposto da Pechino il portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare Wang Wenbin.
“Il governo non è nella posizione di poter fornire una spiegazione sulle dichiarazioni di qualcuno che ha lasciato il governo,” ha risposto, comprendendo che l’ex premier l’ha sparata grossa e che la cosa potrebbe avere importanti ripercussioni, il segretario generale del Gabinetto nipponico Matsuno. “Riguardo alle questioni che concernono Taiwan, c’è la necessità che la Cina comprenda che questi pensieri [quelli espressi da Abe ndr] sono diffusi. Non possiamo accettare affermazioni unilaterali da parte della Cina” ha aggiunto il Portavoce dell’Esecutivo.
Un colloquio notturno, tenutosi poche ore dopo le dichiarazioni dell’ex premier, è stato chiesto ed ottenuto dalla funzionaria degli Esteri cinese Hua Chunying. L’alta dirigente cinese ha incontrato, virtualmente, Hideo Tarumi del corrispondente dicastero nipponico, manifestando l’irritazione di Pechino.
In ambito militare, un caccia statunitense F-16 di stanza presso la base di Misawa (Aomori) ha lasciato andare, in volo, un serbatoio di carburante prima di effettuare un atterraggio di emergenza. L’incidente è avvenuto lo scorso martedì e non avrebbe causato danni o ferito persone. Il giorno successivo, in risposta a quanto avvenuto, il ministro Kishi ha chiesto alle forze armate USA di non far volare gli F-16 dislocati nell’Arcipelago. Il titolare della Difesa ha anche annunciato un’inchiesta per accertare le cause dell’incidente.
Una “forte protesta” è stata espressa dal governatore della Prefettura Shingo Mimura.
Nonostante la richiesta di Kishi, lo stop ai voli è durato un giorno o poco più dato che il 2 dicembre essi hanno ripreso a volare. “È estremamente disdicevole che i voli siano ripresi senza che si siano fornite spiegazioni circa le misure di sicurezza applicate in relazione all’incidente” ha affermato Kishi il quale ha espresso il proprio disappunto anche all’omologo a stelle e strisce Lloyd Austin.
Per ciò che attiene alla questione dei cittadini giapponesi rapiti tra gli anni ’70 ed ’80 da agenti della RPDC, lo scorso 3 dicembre, la polizia di Osaka ha annunciato di aver ritrovato una donna scomparsa 41 anni fa e che era stata inclusa nella lista di persone che potevano essere state rapite da agenti nordcoreani.
In economia, al 26 novembre, secondo quanto comunicato dalla Banca del Giappone, gli asset posseduti dall’istituto di emissione avevano toccato la quota record di 724.060 miliardi di yen (circa 5.570 miliardi di euro) e cioè il 4,9% rispetto all’anno precedente. Diminuiti, dello 0,4% per complessivi 528.030 miliardi, i titoli di Stato mentre gli ETF (Exchange Traded Funds) sono aumentati del 5,9% toccando quota 36.210 miliardi. Cresciuti, del 32%, i prestiti concessi ai privati che sono stati pari a 138.420 miliardi.
Frattanto, lo scorso mercoledì, Seiji Adachi, membro del tavolo direttivo della Banca del Giappone, nel corso di un intervento tenuto nella Prefettura di Oita, ha dichiarato che l’istituto di emissione dovrà monitorare con attenzione lo sviluppo e la diffusione di nuove varianti e che la BOJ è pronta a nuove misure di allentamento monetario qualora la situazione lo richiedesse. Adachi ha anche sottolineato come sarebbe “troppo ottimistico” sperare che i consumi tornino presto al livello prepandemico soltanto perché non è più in vigore, in alcuna Prefettura, lo stato di emergenza.
La pandemia ha inoltre cancellato tutti gli obiettivi economici che Governo e BOJ si erano dati negli ultimi anni ed in particolare il raggiungimento della salute fiscale per il 2025 e l’aumento al 2% del tasso d’inflazione. Su quest’ultimo indicatore, i dati di ottobre hanno mostrato una crescita dei prezzi all’ingrosso dello 0,1% rispetto allo scorso anno: ben al di sotto di quanto si sta vivendo nelle altre economie avanzate.
Rimanendo in ambito macroeconomico, gli investimenti in conto capitale delle aziende nel periodo luglio-settembre hanno registrato un +1,2% rispetto al medesimo intervallo del 2020. In termini assoluti, gli investimenti di tutte le realtà non finanziarie sono stati pari a 10.930 di yen. Nel non manifatturiero la crescita è stata dell’1,4% (7.010.000 miliardi) mentre nel manifatturiero è stata dello 0,9% (3.920 miliardi).
Secondo Yoshimasa Maruyama, economista capo della SMBC Nikko Securieties, per il trimestre in oggetto si avrà una contrazione annualità del PIL pari al 3,4%. Purtuttavia, un sondaggio condotto dall’Esecutivo su 32.460 aziende con capitalizzazione superiore ai dieci milioni di yen, ha ipotizzato un aumento dei profitti ante imposte del 35,1% (per 16.750 miliardi di yen) con un aumento delle vendite del 4,6%.
Per ciò che attiene alla produzione industriale, essa è cresciuta, a ottobre, dell’1,1% rispetto a settembre. Fatta 100 la produzione del 2015, l’indice elaborato dal Ministero dell’Economia, Industria e Commercio ha registrato 90,5.
Per il medesimo mese, il tasso di disoccupazione è sceso dello 0,1 rispetto a settembre toccando quota 2,7%. Calata, tuttavia, la disponibilità di posti di lavoro: da 1,16 a 1,15 (cioè per ogni 100 persone che cercavano lavoro ad ottobre vi erano disponibili 115 posti di lavoro). Diminuito del 10,7% rispetto allo stesso mese del 2020 il numero di lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione (per complessivi 3.660.000 lavoratori), del 10,6% quello dei lavoratori dell’intrattenimento, del 3% nel commercio mentre è cresciuto del 9,9% il numero degli impiegati nelle telecomunicazioni e dell’1,8% di quello dei lavoratori della sanità. In termini assoluti gli occupati sono diminuiti di 240.000 unità per complessivi 66.240.000 lavoratori attivi mentre i disoccupati sono stati 1.820.000: di questi 700.000 persone si sono dimesse (+10.000 rispetto a settembre), 480.000 (-60.000) sono state licenziate o i loro contratti non sono stati rinnovati e 490.000 (+10.000) sono stati coloro che per la prima volta cercavano lavoro.
Frattanto, lo scorso lunedì, il governatore della BOJ Kuroda ha sottolineato come la sfida al cambiamento climatico non vada vista come un costo ma ha anche sottolineato come i settori che incontrano più difficoltà nel processo di decarbonizzazione debbano ricevere “supporto stabile” affinché possano realizzare quei cambiamenti strutturali che il contenimento delle temperature globali richiede loro.
Mercoledì invece, l’OCSE ha rivisto al ribasso, rispetto alla previsione di settembre, le prospettive di crescita dell’economia globale. Secondo l’ente con sede a Parigi, nel 2021 la crescita globale sarà del 5,6% (-0,1) mentre rimasta invariata (al 4,5%) la crescita per il 2022. La crescita del Giappone è stata stimata dell’1,8% nel 2021 (-0,7 rispetto alla stima di settembre e peggior dato tra le economie avanzate) e del 3,4% (+1,3) nel 2022 e dell’1,1% nel 2023.
“La reintroduzione e l’allargamento del quarto stato di emergenza, a luglio, hanno frenato la ripresa economica. I significativi progressi nella vaccinazione ed il calo del tasso di infezione stanno ora supportando la ripresa dei consumi e l’aumento degli investimenti, ove risolte le interruzioni della catena di approvvigionamento. […] Con la ripresa che deve ancora affermarsi, il sostegno politico resta importante, soprattutto per le famiglie e le imprese più colpite. Il sostegno fiscale può anche migliorare il welfare e le prospettive a lungo termine, ad esempio mediante il rafforzamento del sistema medico e l’investimento in risorse umane, tecnologia ed infrastrutture. Lungo queste linee, il nuovo pacchetto economico di aiuti stimolerà l’economia nel breve periodo e sosterrà la crescita a lungo termine. Una volta assicurata la ripresa, il governo dovrebbe riprendere gli sforzi di consolidamento fiscale per garantire la sostenibilità a lungo termine. La crescita è rallentata dalle misure di contenimento ma riprenderà quando esse saranno revocate L’introduzione e poi l’estensione di un quarto stato di emergenza – dovuto all’aumento dei contagi della variante Delta – ha frenato, a metà anno, la ripresa dei consumi, provocando un calo del PIL nel terzo trimestre. Tuttavia, il successivo miglioramento della situazione sanitaria grazie alla rapida vaccinazione ha permesso di rimuovere gradualmente, a partire da ottobre, le misure di confinamento. In effetti, adesso il tasso di vaccinazione supera quello di molti dei Paesi che avevano già avviato le campagne vaccinali. Le attuali interruzioni della catena di approvvigionamento, in particolare tra i principali partner commerciali, hanno pesato sulla produzione e sul commercio e hanno fatto salire i prezzi alla produzione” si legge, nel paragrafo dedicato al Sol Levante, del rapporto stilato dall’OCSE.
Sul fronte salariale, in previsione dei prossimi negoziati per i rinnovi contrattuali (che di solito si svolgono in primavera), Rengo ha manifestato la volontà di chiedere almeno un 4% di aumento dei salari base. Lo scorso anno l’aumento medio fu dell’1,78%.
“I salari in Giappone hanno raggiunto il picco nel 1997 e da allora sono appena aumentati e sono, adesso, al livello più basso tra i Paesi sviluppati. I salari non hanno tenuto il passo con la crescita della produttività ed è difficile dire che sia avvenuta una redistribuzione adeguata ai lavoratori” ha affermato in apertura dell’ultimo comitato centrale della Confederazione la presidente nazionale Tomoko Yoshino. “Sarà una lotta nel contesto della catastrofe della pandemia che si è protratta per due anni consecutivi e, sebbene alcune industrie siano ancora in una situazione difficile, riconosciamo che la situazione è molto diversa dall’anno scorso” ha aggiunto Yoshino la quale ha anche chiesto agli altri sindacati di allinearsi alla richiesta di Rengo e di condurre con essa una battaglia comune. “Oltre all’aumento dei salari anche il miglioramento delle condizioni di lavoro, come l’equilibrio tra orari di vita e di lavoro e la parità di trattamento sul posto di lavoro, continuano ad essere questioni importanti” ha sottolineato la dirigente sindacale rimarcando poi la necessità, per i sindacalisti, di utilizzare la campagna per i rinnovi contrattuali anche come strumento per far aumentare l’interesse verso il sindacato e far crescere il tasso di sindacalizzazione che è attualmente al 17,1%. “Le sfide sono quelle affrontate da varie forme di lavoro, compreso il lavoro non regolare [cioè precario o a tempo parziale ndr], l’impatto del disastro della pandemia che ha colpito molti lavoratori e le loro famiglie nonché l’occupazione, i salari e le condizioni di lavoro che continuano a essere minacciati. D’altro canto, la vulnerabilità degli ammortizzatori sociali è diventata più evidente. In particolare, si trovano in una situazione difficile molti compagni che sono lavoratori part-time, con contratti a tempo determinato, con contratti a termine, i lavoratori autonomi, le donne, gli stranieri e gli studenti. Penso che sia necessario prestare maggiore attenzione alla crescita dell’intera confederazione ascoltando un’ampia gamma di lavoratori, le loro opinioni ed i loro suggerimenti” ha ulteriormente sottolineato la dirigente comprendendo un problema che è comune a tutte le organizzazioni sindacali dei Paesi economicamente avanzati.
Yoshino ha anche commentato, brevemente, le recenti elezioni politiche che hanno visto la Confederazione appoggiare ufficialmente 213 candidati dello schieramento progressista dei quali però soltanto 99 (lo stesso numero delle precedenti consultazioni) sono stati eletti, annunciando l’avvio di una campagna di ascolto interna al sindacato che dovrà contribuire, nelle intenzioni, ad un risultato migliore nelle prossime elezioni per il rinnovo della Camera alta.
Per quanto riguarda il petrolio, il ministro dell’Economia, Industria e Commercio Hagiuda ha affermato, lo scorso venerdì, che nonostante il relativo calo dei prezzi del greggio registratosi negli ultimi giorni, il piano – coordinato con gli USA – di immissione sul mercato di parte delle riserve statali stoccate, non sarà cambiato.
Nell’industria automobilista, la produzione di Toyota è calata a ottobre del 25,8% rispetto allo stesso mese del 2020 per complessivi 627.452 veicoli. Calate, del 20% per poco più di 677.000 veicoli totali, anche le vendite. A determinare il dato è stata in gran parte la carenza di semiconduttori sul mercato internazionale. Il colosso, purtuttavia, prevede di recuperare a novembre (con 850 o 900.000 veicoli da produrre) ed a dicembre (con 800.000) parte della contrazione prodottasi negli ultimi mesi giungendo, a fine anno a 9 milioni di vetture (contro i 9,3 previsti ad inizio anno).
Sempre in questo campo, Nissan ha annunciato che investirà 2.000 miliardi di yen nei prossimi cinque anni nell’auto elettrica. L’azienda spera, entro il 2030, di giungere a produrre almeno un 50% di veicoli elettrici.
Nell’istruzione, la nipponica Gakken Holdings ha stretto un accordo con la vietnamita KiddiHub Education Technology Joint Stock al fine di espandersi in quel Paese. Le due aziende svilupperanno congiuntamente contenuti per scuole ed asili.
Nell’automazione, un ristorante di Sapporo ha iniziato, lo scorso 28 novembre, la sperimentazione di un cameriere robot. Il macchinario, chiamato “Bella Bot” misura 129 centimetri di altezza e 55 di larghezza ed è in grado di portare autonomamente i piatti ai tavoli.
A Tokyo, invece, lo scorso 2 dicembre, è avvenuta la sperimentazione di due robot in grado di effettuare consegne. I mezzi, sviluppati da quattro aziende (tra esse Kawasaki Heavy Industries), viaggiano ad una velocità ridotta (3 o 4 chilometri al secondo) ed hanno effettuato un percorso di circa 2 chilometri.
Nei trasporti, ANA e Japan Airlines, hanno comunicato, lo scorso mercoledì, di aver sospeso la possibilità di prenotare sui voli internazionali in risposta, evidentemente, al blocco delle frontiere imposto dal governo dopo l’emersione della variante omicron del SARS-CoV-2.
Nelle telecomunicazioni, il Ministero responsabile ha stabilito, il 3 dicembre, che le aziende televisive debbano comunicare, con regolarità, la composizione del proprio azionariato, al fine di facilitare il lavoro di monitoraggio del dicastero circa il rispetto o meno dei limiti di possesso del capitale azionario delle stesse da parte di stranieri. Il limite è attualmente fissato nel 20% delle azioni. In caso di superamento del tetto, il dicastero non revocherà la licenza ma imporrà alle aziende di regolarizzare la propria posizione entro un certo termine.
In ambito alimentare, la quantità di cibi ancora eduli che sono finiti nella spazzatura è scesa, nel 2019, a 5,7 milioni di tonnellate: record in positivo e quarto anno consecutivo di calo. Secondo quanto reso noto dal governo lo scorso martedì, sono state sprecate 300.000 tonnellate in meno rispetto al 2018. 2,61 milioni di tonnellate di alimenti sono state gettate dalle famiglie e 3,09 dalle attività economiche.
Sempre in questo settore, nel 2021, pur essendo l’anno non ancora concluso, le esportazioni nipponiche di prodotti alimentari supereranno, per la prima volta i 1.000 miliardi di yen (ad ottobre si era arrivati a 973,4 miliardi di yen con un aumento rispetto al 2020 del 28%).
A Okinawa, Governo e maggioranza hanno deciso l’eliminazione graduale delle agevolazioni fiscali in vigore da circa cinquant’anni sugli alcolici prodotti nella Prefettura.
Per l’awamori, andando incontro alle richieste dei produttori, il Governo ha stabilito che l’agevolazione non sarà cancellata tutta in un’unica soluzione ma che sarà gradualmente ridotta dal prossimo anno e fino al 2032. L’abbassamento sarà rimodulato sulla base della dimensione dell’impresa e la riduzione sarà meno brusca per le piccole imprese.
Nella birra, invece, le agevolazioni saranno eliminate entro il 2026. La Prefettura di Okinawa beneficia di un regime fiscale agevolato sugli alcolici dal 1972, anno nel quale il governo nipponico ripresa la piena sovranità delle isole dagli USA.
L’imposta sull’awamori è, ad oggi, del 35% inferiore a quella nazionale mentre quella sulla birra è inferiore del 20%.
Chiudendo con l’esplorazione spaziale, Nissan Motor ha mostrato alla stampa, lo scorso giovedì, il prototipo del proprio mezzo per l’esplorazione del suolo lunare progettato per l’Agenzia Aerospaziale del Giappone.
(con informazioni di fmprc.gov.cn; oecd.org; jtuc-rengo.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di Kentaro Iemoto da flickr.com
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.