È di almeno 9 morti morti e 130 case distrutte il bilancio della frana che ha colpito Atami (Prefettura di Shizuoka) lo scorso 3 luglio. Circa 21.000 persone hanno ricevuto un ordine di evacuazione mentre le case che hanno subito danni riparabili sono state più di 300.
Sono 21 le persone ancora disperse mentre 23 sono state estratte vive dalle macerie. I residenti nell’area colpita sono 64. Le attività di soccorso hanno coinvolto 1.100 tra poliziotti, vigili del fuoco e militari.
La frana, stando a quanto dichiarato dal vicegovernatore di Shizuoka Takashi Namba, sarebbe stata originata da lavori di costruzione eseguiti in violazione delle norme.
Per errore, intanto, i residenti a Fuchu, città nella Prefettura di Tokyo, hanno ricevuto un ordine di evacuazione riservato ai cittadini dell’omonima città di Fuchu nella Prefettura di Hiroshima. A commettere l’errore è stato l’operatore telefonico Rakuten.
Un reale ordine di evacuazione, emesso l’8 luglio alle ore 9, ha invece riguardato circa 1.300.000 persone nelle regioni del Kinki, di Shikoku ed in particolare di Chugoku.
Il 10 luglio altre 245.000 persone hanno ricevuto un messaggio di allerta in varie località delle Prefetture di Kumamoto, Miyazaki e Kagoshima.
Frattanto, secondo quanto pubblicato dal quotidiano Asahi sono 1.064 le persone evacuate – ad Okayama, Hiroshima ed Ehime – in conseguenza delle piogge torrenziali del 2018 che ancora vivono in case temporanee. Lo scorso anno il numero era ancora più alto: 4.000.
In politica interna, le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea della Prefettura Metropolitana di Tokyo hanno visto la conferma della frammentazione esistente nell’elettorato della capitale. Con poco più del 42% di affluenza (in calo di otto punti rispetto al 2017) il Partito Liberal-Democratico ha conquistato la prima posizione ottenendo 1.192.796 voti (il 25,69%) ed eleggendo 33 consiglieri (ne aveva eletti 23 nel 2017 con il 22,53%). Al secondo posto, con 1.034.778 voti (il 22,28%) si è piazzata la lista della governatrice Yuriko Koike Tomin First no Kai che ha ottenuto 31 seggi (alle precedenti elezioni ne aveva eletti 49 con il 33,68% dei voti). Al terzo posto si sono piazzati gli alleati del PLD (ma che spesso hanno cooperato con la Governatrice in carica) del Nuovo Komeito che hanno ottenuto 630.810 voti (il 13,58% mentre nel 2017 avevano ricevuto il 13,13%) e confermato i 23 eletti dell’assemblea uscente.
A brevissima distanza, con 630.158 voti (il 13,57%), il Partito Comunista del Giappone che pur avendo perso qualche decimale (alle precedenti elezioni aveva ottenuto il 13,83%) ha eletto un consigliere in più per un totale di 19. Dietro i comunisti, al quinto posto si è affermato il Partito Costituzionale Democratico (che nel 2017 non esisteva ancora) che con 573.086 voti (il 12,34%) ha ottenuto 15 consiglieri (ne aveva 7 – provenienti dal vecchio Partito Democratico da cui ha origine – nell’assemblea uscente). Con il 3,57% (165.850 voti in termini assoluti) ha confermato il proprio eletto il Partito dell’Innovazione del Giappone anche se in termini percentuali la crescita è stata netta avendo ottenuto alle precedenti consultazioni appena lo 0,97%. Ultima forza politica ad aver ottenuto un seggio è stata Tokyo Seikatsusha (centro-sinistra) che, anch’essa, ha confermato un eletto ottenendo l’1,25% (poco più di 61.000 voti). Zero seggi per due partiti rappresentati in parlamento: Reiwa Shinsengumi (37.299 voti) e Partito Democratico per il Popolo (31.101).
I dati politici più significativi consegnati dalle elezioni risiedono nel calo contenuto del partito che esprime la giunta nonché nel fallimento di PLD e Nuovo Komeito nell’ottenere una maggioranza in assemblea così da condizionare Koike.
“Accetto umilmente il fatto che non siamo riusciti a ottenere la maggioranza come avevamo promesso. La nostra federazione di Tokyo analizzerà il risultato e si preparerà per la prossima volta” ha commentato il premier e presidente del PLD Yoshihide Suga.
Soddisfazione è stata manifestata dal segretario del Partito Costituzionale Democratico Tetsuro Fukuyama il quale ha espresso l’idea che queste elezioni siano un primo campanello di allarme per le forze della maggioranza in vista delle prossime elezioni per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti.
L’opposizione ha intanto ribadito, lo scorso 8 luglio, l’esigenza di tenere una nuova sessione della Dieta prima dell’apertura delle Olimpiadi. Yukio Edano per il PCD ha criticato, in particolare, il fatto che il Governo ha reintrodotto lo stato di emergenza a Tokyo non ascoltando l’opinione dell’opposizione che aveva chiesto di non rimuoverla.
All’interno del PLD, lo scorso giovedì, Wataru Takeshita, uno dei maggiori capicorrente del partito, ha reso noto che non si ricandiderà alle prossime elezioni previste per l’autunno. Takeshita, 74 anni, è stato due volte ministro per la Ricostruzione ed ha ricoperto diversi altri incarichi. Dal 2019 sta affrontando un tumore che lo ha tenuto più volte lontano dall’attività partitica e parlamentare.
Mercoledì scorso, Koji Yano, già consigliere di Suga e direttore dell’Ufficio Bilancio del Ministero delle Finanze, è stato nominato viceministro del dicastero guidato da Taro Aso in sostituzione di Mitsuru Ota. Contestualmente Masato Kanda, direttore dell’Ufficio Internazionale dello stesso dicastero, è stato promosso a viceministro con delega sempre agli affari internazionali. Comunicata, contestualmente, anche la nomina di Junichi Nakajima (attualmente capo dell’Ufficio per le Strategie di Sviluppo ed il Management) alla direzione dell’Agenzia per i Servizi Finanziari in sostituzione di Ryozo Himino.
Per ciò che attiene gli scandali che coinvolgono la maggioranza, la Procura Distrettuale di Tokyo ha reso noto di non aver inquisito tutti coloro che hanno ricevuto denaro dai due coniugi, già condannati, Katsuyuki e Anri Kawai. In totale si tratta di 100 persone: 44 tra sindaci e consiglieri prefettizi di Hiroshima (collegio dove Anri venne eletta), 50 persone legate al comitato elettorale della futura senatrice e 6 dipendenti della campagna. Tra gli inquisiti, quello che ha intascato di più ha ottenuto 3 milioni di yen e quello che ne ha ricevuto meno 50.000.
A Nagoya è stata cancellata, lo scorso 8 luglio, la contestatissima mostra (che originariamente doveva terminare l’11 dello stesso mese) contenente una statua raffigurante una “comfort woman” e cioè una schiava sessuale dell’esercito coloniale nipponico. La mostra – che aveva già dovuto cambiare sito dopo che i gestori ne avevano negato la disponibilità – ha dovuto chiudere i battenti in conseguenza della ricezione di un pacco contenente del materiale esplosivo.
Lo scorso 8 luglio, intanto, i sei accademici la cui nomina all’interno del Consiglio delle Scienze è stata rifiutata dal premier Suga hanno chiesto di conoscere le motivazioni alla base della decisione. Il premier ha sempre negato vi fossero dei motivi politici alla base della scelta ma non ha fornito alcuna altra motivazione valida.
“Dobbiamo scoprire la ragione del rifiuto illegale di nominarci” ha affermato uno dei sei, il professore di diritto amministrativo Masanori Okada.
Sul nucleare, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha comunicato, lo scorso 8 luglio, di aver raggiunto un accordo con il Giappone per fornire assistenza tecnica nel monitoraggio e nell’eventuale aggiornamento delle procedure nel programmato rilascio in mare delle acque contaminate stoccate nell’ex impianto di Fukushima.
“L’AIEA giocherà un ruolo essenziale nel monitoraggio e nell’aggiornamento dei piani giapponesi. Come testimoni della comunità internazionale, gli esperti dell’AIEA potranno verificare che il rilascio dell’acqua sia condotto in sicurezza. Questo è di fondamentale importanza per rassicurare le persone in Giappone e in altre parti del mondo, in particolare quelle dei Paesi vicini, circa il fatto che queste acque non rappresentano per loro una minaccia” ha affermato il numero uno dell’organismo ONU Rafael Mariano Grossi.
Sempre in quest’ambito, secondo quanto reso noto dall’Esecutivo, nel 2020 il Sol Levante deteneva 46,1 tonnellate di plutonio tra quello stoccato in patria e quello ospitato all’estero. Il dato è superiore di 0,6 tonnellate rispetto all’anno precedente. Il plutonio può essere mischiato con l’uranio per produrre il cosiddetto MOX e fungere ancora da combustibile nucleare, tuttavia lo scorso anno il Giappone non aveva attiva nessuna centrale operante a MOX.
Allo scopo di riciclare combustibile nucleare è stato predisposto il sito di Rokkasho (Prefettura di Aomori) che dovrebbe essere operativo dal 2023.
Per quanto concerne l’emergenza Coronavirus, la Prefettura Metropolitana di Tokyo continua a rappresentare il centro nel quale più circola il patogeno. La capitale ha avuto 342 casi lunedì, 593 martedì, 920 casi mercoledì, 896 giovedì, 822 venerdì, 950 sabato. Al 9 luglio la capitale aveva registrato 181.024 infezioni da inizio emergenza e 2.248 morti. Sempre a quella data vi erano 1.795 persone ospedalizzate delle quali 62 con sintomi gravi.
Lanciata a livello nazionale un’indagine clinica su 10.000 persone che hanno contratto la malattia. Coinvolte nella ricerca oltre 50 istituzioni mediche ed universitarie in tutto l’Arcipelago.
In campo vaccinale, il ministro responsabile per la materia, Taro Kono, ha reso noto lo scorso martedì che sono stati consegnati soltanto il 34% dei vaccini Moderna previsti per giugno (da 40 a 13,7 milioni di dosi). Kono ha negato che il taglio – che sarebbe stato deciso tra aprile e maggio in accordo con l’azienda – sia dietro i ritardi nella campagna vaccinale. Sempre Kono ha annunciato la consegna di 11,7 milioni di dosi di vaccino Pfizer agli enti locali. Kono ha reso noto che da luglio fino a settembre saranno consegnate dosi ogni due settimane.
Il 6 luglio anche l’Imperatore Naruhito ha ricevuto la prima dose di vaccino. L’Imperatore Emerito Akihito e la consorte si erano vaccinati lo scorso mese.
Rimanendo in tale campo, l’azienda farmaceutica nipponica Shionigi & Co. ha reso noto di essere in grado di produrre 120 milioni di dosi annualmente del proprio vaccino. Se approvato (gli studi clinici sono iniziati lo scorso dicembre) si tratterebbe del primo vaccino contro il SARS-CoV-2 sviluppato in Giappone.
L’Esecutivo ha intanto stabilito un rafforzamento delle misure di controllo verso coloro che provengono dall’estero.
A partire da venerdì, coloro che hanno soggiornato in Zambia dovranno effettuare 10 giorni di quarantena (prima non prevista) mentre il periodo di isolamento sarà esteso da sei a dieci giorni per chi viene dall’Indonesia e da tre a dieci per quanti provengono dalla repubblica ex sovietica.
Previsti tre giorni di quarantena per chi arriva da Bielorussia, dalle regioni russe di Carelia, Saratov e Gorkij, dagli Stati americani di Wyoming, Utah e Nuovo Messico, da Cuba, Uruguay, Trinidad e Tobago, Venezuela, Turchia, Ecuador, Libia, Suriname, Colombia, Cile, Bolivia, Seychelles e Paraguay.
In controtendenza, è stato abbassato da sei a tre giorni il periodo di isolamento per chi viene dall’Egitto.
Frattanto, come si vociferava ormai da giorni, durante le Olimpiadi la Prefettura di Tokyo sarà soggetta alle contromisure previste dallo stato di emergenza. Le misure scatteranno il 12 luglio e si protrarranno fino al 22 agosto. Cancellati, in virtù dell’emergenza, anche gli ultimi tratti di corsa con la fiaccola olimpica.
Criticata da Jun Azumi del Partito Costituzionale Democratico la decisione che limita la chiusura degli eventi olimpici al pubblico alla sola area della capitale: “le norme circa l’assenza degli spettatori debbono essere coerenti ed applicarsi anche alla maratona di Sapporo” ha affermato.
Il Partito Comunista ha ribadito, con Tomoko Tamura, la necessità di cancellare del tutto i Giochi.
Lo stato di quasi emergenza è stato esteso, anche in questo caso fino al 22 agosto, per le Prefetture di Osaka, Saitama, Chiba e Kanagawa. Nelle Prefetture di Aichi, Hokkaido, Kyoto, Hyogo e Fukuoka, invece, le disposizioni in vigore termineranno l’undici luglio come previsto.
Finito travolto dalle polemiche il ministro Yasutoshi Nishimura dopo che lo stesso aveva dichiarato che le banche non dovrebbero finanziare i bar e i ristoranti che non applicano le misure previste per la somministrazione di alcolici. Immediata è stata la presa di distanza del premier Suga.
In politica estera, il Sol Levante continua ad usare i vaccini come efficace arma diplomatica. In settimana è stato annunciato che ulteriori 1.130.000 dosi del preparato di AstraZeneca saranno donate a Taiwan.
Sul tema dei rapporti con Taiwan è intervenuto in settimana anche il vicepremier Taro Aso. “Dovremmo difendere Taiwan” ha affermato il numero due dell’Esecutivo aggiungendo che se Taiwan dovesse affrontare gravi problemi “non sarebbe esagerato dire che ciò si presenterebbe come una minaccia alla sua sopravvivenza”.
Immediata è stata la risposta di Pechino. “Queste affermazioni sono estremamente sbagliate e pericolose in quanto violano gravemente i principi stabiliti nei quattro documenti politici sottoscritti tra Cina e Giappone e minano le fondamenta politiche delle relazioni Cina-Giappone. La Cina le condanna e le respinge ed ha presentato formale protesta al Giappone. Il militarismo giapponese ha commesso numerosi crimini nell’aggressione contro la Cina, tuttavia, alcuni politici, ancora oggi, desiderano Taiwan. Ciò dimostra pienamente che essi non hanno appreso la lezione dalla storia. La Cina di oggi non è più quella di allora. Non permetteremo mai a nessuno, in alcun modo, di immischiarsi nella questione di Taiwan. Nessuno dovrebbe sottovalutare la risolutezza, la volontà e la capacità del popolo cinese di difendere la propria sovranità nazionale ed integrità territoriale” ha affermato Zhao Lijian, Portavoce del Ministero degli Esteri della RPC.
Mercoledì scorso è stato intanto realizzato il primo programma strategico per la cybersicurezza. Entro settembre il progetto dovrebbe essere approvato ufficialmente dal governo. Tra le nazioni oggetto di attenzione vi sono, nessuna sorpresa, Russia e Cina.
In economia, lo scorso mercoledì l’Esecutivo ha approvato le linee guida destinate ai dicasteri per la compilazione del bilancio di previsione per l’anno fiscale 2022. Anche il prossimo anno, per l’ottavo anno consecutivo, il bilancio supererà i 100.000 miliardi.
Frattanto l’avanzo delle partite correnti di maggio ha segnato un +85,3% rispetto al medesimo mese del 2020. Il saldo delle partite correnti in termini assoluti è stato pari a 1.980 miliardi di yen e terzo mese consecutivo di crescita.
Nelle merci il surplus è stato pari a 2 miliardi (lo scorso anno si era registrato un -512,5 miliardi) e ciò è stato possibile grazie ad una crescita del 46% nelle esportazioni (pari a 6.180 miliardi). Cresciute, del 30,6% per complessivi 6.180 miliardi, anche le importazioni.
Nell’occupazione, un recente rapporto stilato dal Governo ha messo in luce come nell’anno 2020 soltanto il 5,9% degli incarichi dirigenziali della pubblica amministrazione centrale erano assegnati a donne contro l’obiettivo auspicato del 7%.
I dati peggiori provengono dalla Commissione Nazionale di Pubblica Sicurezza (1,4%) mentre quelli migliori dall’Autorità Nazionale per il Personale (13,1%).
In chiusura, la nuova dichiarazione di emergenza potrebbe costare al PIL nipponico 1.200 miliardi di yen secondo Toshihiro Nagahama, capo economista del Dai-ichi Life Research Institute mentre Takahide Kiuchi del Nomura Research Institute ha stimato una perdite per 1.030 miliardi.
(con informazioni di iaea.org; fmprc.gov.cn; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
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