Settimana caratterizzatasi dal primo incontro tra il premier nipponico Suga e l’omologo statunitense Biden e sulle ripercussioni di questo summit. In patria i partiti dell’opposizione progressista hanno sollevato numerose critiche. Yukio Edano, numero uno del Partito Costituzionale Democratico ha sottolineato come non fosse il caso di compiere questo viaggio nel mezzo della quarta ondata di contagi da Coronavirus.
“Per quanto riguarda la determinazione espressa al rafforzamento delle proprie capacità di difesa, migliorarle partendo dal presupposto che l’esercizio dei diritti di autodifesa collettiva sia consentito dall’emendamento costituzionale de facto è più che un rafforzamento della deterrenza: c’è il rischio di fornire una scusa alla rapida espansione del potenziale militare nei Paesi vicini” ha sottolineato Edano il quale ha esortato il Governo “a concentrarsi sull’alleviamento delle tensioni con i Paesi vicini senza allontanarsi dalla politica di orientamento esclusivo alla difesa”. Il numero uno del PCD ha comunque riconosciuto la positiva interlocuzione con gli Stati Uniti sulla questione dei cittadini nipponici rapiti da agenti nordcoreani tra gli anni ’70 ed ’80.
Sempre sui contenuti dell’incontro, il presidente del Partito Comunista Kazuo Shii ha affermato che il rafforzamento dell’alleanza Giappone-USA sia “estremamente pericoloso”. “Il governo del Giappone si è impegnato a rafforzare le proprie capacità di difesa e gli Stati Uniti ed il Giappone rafforzeranno le loro capacità di deterrenza e contrasto ed inoltre approfondiranno la cooperazione in materia di difesa in tutte le aree, compresi spazio e cyberspazio. È stato chiarito inoltre che il concetto di la deterrenza estesa e cioè l’ombrello nucleare nucleare dovrebbe essere rafforzato” si legge nel comunicato emesso dal numero uno del PCG al termine della visita di Suga. Shii ha rilevato come sia stato confermato il “sì” alla nuova base di Okinawa e a quella di Mageshima nonché il fatto che “sarà concluso un significativo accordo pluriennale sugli oneri per le spese di stazionamento delle forze statunitensi in Giappone” le quali “sono già di circa 800 miliardi di yen e cioè un importo straordinariamente elevato, senza precedenti nel mondo”. Gli accordi, ha sottolineato ancora Shii “andranno contro la tendenza globale per la pace che si è espressa nel Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e porteranno sacrifici e pesi insopportabili al popolo giapponese”. Il leader comunista ha riconosciuto come “l’egemonia della Cina nel Mar Cinese Orientale e nel Mar Cinese Meridionale e le violazioni dei diritti umani a Hong Kong e nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang devono essere severamente criticate” ma che “allo stesso tempo, la cosa più importante è sottolineare in modo specifico le accuse e le azioni della Cina che violano il diritto internazionale e cercare con calma il rispetto di esso”. Per Shii tale approccio è da estendere anche alla questione di Taiwan, isola menzionata per la prima volta da 52 anni a questa parte, in una dichiarazione congiunta USA-Giappone.
“Gli Stati Uniti chiedono un aumento significativo dell’onere delle spese di stazionamento delle loro forze armate ed il raddoppio della spesa militare giapponese al 2% del PIL. Non si sta andando sulla strada di un’infinita espansione della spesa militare?” ha chiesto in un’interrogazione parlamentare il senatore comunista Inoue.
“Il ruolo del Giappone nel prevenire un’invasione cinese di Taiwan è diventato più importate” ha ammesso candidamente Tsai Ming-yao, vice-rappresentante della Repubblica di Cina nell’Arcipelago.
“Taiwan e le Diaoyu Dao [nome utilizzato in RPC per designare quelle che i giapponesi chiamano Senkaku, ndr] sono entrambe territorio cinese. Le questioni relative ad Hong Kong ed allo Xinjiang sono esclusivamente affari interni della Cina. La Cina ha una sovranità indiscutibile sulle isole del Mar Cinese Meridionale e sulle acque circostanti. La dichiarazione congiunta dei leader USA-Giappone interferisce maldestramente negli affari interni della Cina e viola gravemente le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali. La Cina lo deplora e lo rifiuta. Abbiamo dichiarato la nostra posizione solenne agli Stati Uniti e al Giappone attraverso il canale diplomatico” ha commentato nell’immediatezza il Ministero degli Esteri di Pechino in un comunicato nel quale si sottolinea inoltre che dietro la retorica dell’oceano “libero ed aperto” si nasconde una realtà che vede “Stati Uniti e Giappone alleati per formare cricche e aprire lo scontro tra blocchi”. Per Pechino “questa mossa anacronistica va contro l’aspirazione alla pace, allo sviluppo ed alla cooperazione condivisa dalla stragrande maggioranza dei Paesi della regione e non soltanto di essi. L’unico risultato di ciò è mostrare al mondo, con crescente chiarezza, la natura dannosa dell’alleanza USA-Giappone, la quale tenta di minare la pace e la stabilità regionale. Esortiamo gli Stati Uniti ed il Giappone a prendere sul serio le preoccupazioni della Cina, a rispettare il principio della Cina unica nonché a cessare immediatamente di intromettersi negli affari interni della Cina e di danneggiare gli interessi cinesi. La Cina adotterà tutte le misure necessarie per difendere risolutamente i suoi interessi di sovranità, sicurezza e sviluppo” conclude il comunicato.
La Procura di Tokyo sta intanto indagando un cittadino cinese (la conferma è giunta dal Segretario Generale del Gabinetto), iscritto al Partito Comunista e che sarebbe accusato di aver condotto, tra il 2016 ed il 2017, attacchi informatici verso 200 tra aziende ed istituzioni nipponiche. La tv nipponica NHK ha anche riportato la notizia secondo la quale l’esercito cinese avrebbe incaricato un gruppo di hacker per colpire società ed enti giapponesi.
“Data la natura virtuale del cyberspazio […] è importante disporre di ampie prove quando si indagano e si identificano incidenti legati a quest’ambito. La Cina si oppone fermamente al tentativo da parte di qualsiasi Paese o istituzione di lanciare fango utilizzando come pretesto attacchi informatici o di sfruttare le questioni di sicurezza informatica per servire i loro scopi politici” ha affermato da Pechino il portavoce degli Esteri Wang Wenbin rigettando le accuse.
Sempre in politica estera, l’ambasciata nipponica in Birmania ha reso noto che un cittadino giapponese, il giornalista Yuki Kitazumi, sarebbe stato arrestato dai militari nella città di Yangon.
“Chiediamo al Myanmar di rilasciare il giornalista il più presto possibile” ha dichiarato a nome del governo il segretario generale del Gabinetto Katsunobu Kato.
Andando nella Penisola coreana, mercoledì scorso, la Corte Distrettuale di Seul ha respinto un ricorso civile contro lo Stato nipponico intentato da alcune ex schiave sessuali dell’esercito coloniale nipponico. A gennaio, la stessa Corte – ma con una giuria diversa – aveva invece riconosciuto un risarcimento a 12 donne o a loro eredi. Nel respingere il ricorso, la Corte ha applicato il concetto dell’immunità sovrana mentre a gennaio si era riconosciuto il principio della violazione dei diritti umani come superiore.
Amarezza è stata espressa da Lee Yong Soo, novantaduenne ex schiava ed una delle 20 ricorrenti dell’ultimo caso.
“Il Giappone aveva ripetutamente affermato che il caso doveva essere respinto in quanto il governo giapponese non può essere soggetto alla giurisdizione sudcoreana in base al principio dell’immunità sovrana e se l’ultima sentenza si basa sulla posizione del governo giapponese sull’immunità sovrana la riteniamo appropriata” ha detto da Tokyo Katsunobu Kato.
Nella difesa, le forze di terra delle Forze di Autodifesa terranno un’esercitazione con i colleghi di Francia e Stati Uniti il prossimo 11 maggio.
È intanto emerso da documenti pubblicati negli USA che tra il 1993 ed il 1995 il governo nipponico ha usato buona parte del proprio contributo alla permanenza delle forze armate statunitensi nell’Arcipelago per coprire i costi di spostamento delle esercitazioni: un costo non previsto espressamente nell’accordo bilaterale.
Sul nucleare, non cessano le polemiche dopo l’annuncio da parte nipponica del previsto rilascio in mare delle acque debolmente contaminate da trizio dell’ex centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi. Sulla questione Wang Wenbin ha negato che il rilascio delle acque da parte del Giappone sia simile a quanto fatto da altri Paesi e affermato che tali considerazioni “sono contrarie alla scienza ed estremamente irresponsabili” in quanto “l’acqua contaminata dell’incidente nucleare di Fukushima è sostanzialmente diversa dall’acqua scaricata dal normale funzionamento delle centrali nucleari. […] L’acqua scaricata dal normale funzionamento delle centrali nucleari segue standard internazionali comuni. Viene rilasciata in modo organizzato dopo il trattamento e il test per accertare la conformità agli standard. Non è acqua di scarico radioattiva” mentre l’acqua di Fukushima “è composta da acqua di raffreddamento iniettata nel nocciolo del reattore fuso, nonché da acqua di falda e acqua piovana. Presenta grandi quantità di isotopi radioattivi che vengono creati nel processo di fissione e inesistenti in natura. Non ci sono precedenti a cui fare riferimento e l’impatto sull’ambiente marino e sulla salute pubblica non può essere trascurato. In secondo luogo, sono diverse nel livello di difficoltà del trattamento. […] L’acqua contaminata dall’incidente nucleare di Fukushima deve essere purificata con l’Advanced Liquid Processing System (ALPS), un sistema di rimozione multi-nuclide, ma è necessario verificare se l’acqua trattata sarà conforme agli standard. Un rapporto pubblicato dal Sottocomitato per la gestione dell’acqua trattata dalle ALPS, il 10 febbraio dello scorso anno, mostra come il 73% dell’acqua contaminata trattata supera gli standard giapponesi per lo scarico […]. Secondo i dati diffusi dalla Tokyo Electric Power, l’attività e la densità dello iodio-129 nell’acqua contaminata ha superato gli standard di molte volte anche dopo essere stata filtrata attraverso ALPS. La rivista statunitense Science, una delle riviste accademiche più autorevoli al mondo, ha pubblicato un articolo il 13 aprile sottolineando che gli isotopi più pericolosi con una vita radioattiva più lunga, come rutenio, cobalto, stronzio e plutonio, a volte permangono nonostante il processo ALPS” ha rilevato l’alto funzionario cinese.
In patria, Suga ha inviato offerte rituali al tempio scintoista di Yasukuni mentre l’ex premier Abe vi si è recato. Ovvia la reazione di Corea del Sud e Cina per quella che considerano queste visite e questi omaggi rituali una glorificazione del passato coloniale nipponico.
“Il governo della Repubblica di Corea esprime la propria profonda delusione e rammarico per il fatto che i leader del governo e della Dieta Nazionale del Giappone abbiano nuovamente inviato un’offerta e reso omaggio al Santuario Yasukuni che glorifica la storia giapponese di oppressione coloniale e la guerra di aggressione. Il governo della RdC esorta i leader del Giappone ad affrontare la storia, a dimostrare, attraverso l’azione, la loro umile riflessione ed il loro sincero rimorso per la storia del Giappone tenendo presente che queste sono le basi per uno sviluppo delle relazioni RdC-Giappone orientato al futuro delle relazioni” si legge in un comunicato emesso dal Ministero degli Esteri di Seul.
Sull’emergenza Coronavirus Taro Kono, ministro delegato a seguire la campagna vaccinale, ha sostenuto, lo scorso 18 aprile, che Pfizer venderà dosi supplementari al Sol Levante e che l’Arcipelago avrà abbastanza vaccini, tali da coprire l’intera popolazione, entro fine settembre.
Al 9 aprile il Giappone aveva somministrato almeno una dose di vaccino a 1,1 milioni di persone e cioè lo 0,8% della popolazione.
Ancora non approvato, anche se il governo ha sottoscritto un accordo per la fornitura di 120 milioni di dosi, il vaccino prodotto da AstraZeneca.
Per ciò che attiene alla diffusione dei casi, ad Osaka si sono registrati 1.219 casi il 18 aprile, 719 lunedì (giorno nel quale il governatore Yoshimura ha chiesto al Governo la proclamazione dello stato di emergenza pieno), 1.220 martedì, 1.153 mercoledì, 1.242 giovedì, 1.167 venerdì, 1.097 sabato. Tokyo, divenuto ormai secondo centro di diffusione dell’infezione, ha avuto 543 casi il 18 aprile (in quel giorno la governatrice Yuriko Koike – a fronte delle 1.486 persone ospedalizzate, delle quali 45 in gravi condizioni – ha manifestato la volontà di dichiarare un nuovo stato di piena emergenza), 405 lunedì, 711 martedì, 843 mercoledì, 861 giovedì, 759 venerdì, 876 sabato.
Raddoppiato il numero di persone contagiate da varianti del virus. Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, nella settimana compresa tra il 13 ed il 20 aprile i cittadini nipponici che hanno contratto una variante del virus sono state 505 contro le 255 dei sette giorni precedenti. Alla metà di aprile circa il 90% delle infezioni registrate nella capitale sono state originate da varianti.
Mercoledì scorso il premier Suga ha comunicato, in sede di plenaria della Camera dei Consiglieri, la preparazione di un nuovo stato di emergenza per Tokyo, Osaka, Hyogo e Kyoto.
“È essenziale prendere forti misure” ha dichiarato lo stesso giorno Shigeru Omi, il capo del comitato tecnico-scientifico del Governo, per il quale la nuova dichiarazione di emergenza, la cui preparazione sta occupando un tempo che non tiene conto del reale tasso di diffusione del virus, dovrà durare almeno tre settimane.
La dichiarazione è stata infine emessa lo scorso venerdì e sarà in vigore fino all’11 maggio. Il numero uno del PCG Shii ha sottolineato la lentezza dell’Esecutivo, ribadito il fatto che il numero dei test PCR effettuato è del tutto insufficiente e chiesto nuovi aiuti alle persone colpite economicamente dalle misure restrittive previste.
A partire da lunedì, inoltre, non sarà più concesso a coloro che provengono dall’estero l’arrivo nell’Arcipelago in assenza di un test negativo effettuato almeno 72 ore prima. In precedenza coloro che erano sprovvisti potevano comunque entrare nel Paese dopo una quarantena di tre giorni alla quale seguiva un test effettuato in loco.
Frattanto il distanziamento sociale e le mascherine hanno prodotto un crollo nella diffusione dell’influenza. Stando a quanto rilevato dall’Istituto Nazionale di Malattie Infettive, i casi di influenza stagionale registrati nel corso della stagione nell’Arcipelago sono passati da circa 10 milioni ad appena 14.000.
Sono intanto oltre un milione le firme raccolte in calce ad una petizione che chiede di fermare la proposta di legge che prevede un sostanziale raddoppio degli oneri a carico degli ultra settantacinquenni.
Nell’immigrazione, circa 100 persone hanno manifestato a Tokyo, lo scorso giovedì, contro la bozza di riforma, attualmente in corso di discussione alla Dieta, della normativa che regola il fenomeno. Principale richiesta dei manifestanti, tra essi Maruyama della Federazione delle associazioni forensi ed il parlamentare comunista Fujino, è la chiusura dei centri di detenzione temporanea e la non espulsione dei richiedenti asilo.
In campo ambientale, alla luce degli incontri avuti da Suga con l’omologo statunitense Biden, il Giappone potrebbe produrre un piano per il taglio delle emissioni di CO2 più ambizioso di quanto previsto in precedenza. Secondo quanto riferito da Kato i nuovi obiettivi prevedono, entro il 2030, un taglio delle emissioni superiore al 26% (punto di riferimento sono le emissioni del 2013). Il nuovo obiettivo dei nipponici è un ambizioso 46%. La mossa si colloca nell’ambito di un processo globale: l’UE taglierà le emissioni del 55% rispetto al 1990 rispetto al 40% inizialmente preventivato.
“Senza raddoppiare la quota di rinnovabili non raggiungeremo l’obiettivo” ha sottolineato, lo scorso venerdì, il ministro dell’Ambiente Koizumi.
Nell’istruzione, il Ministero ha cercato di consegnare ad un’azienda registri contenenti informazioni personali degli studenti iscritti in 30 università e che hanno presentato domanda di esenzione dalle tasse universitarie nell’anno fiscale 2020. L’episodio è emerso lo scorso 20 aprile, a seguito di un’interrogazione parlamentare della senatrice comunista Tomoko Tamura, nell’ambito della discussione sul disegno di legge per la riforma digitale che prevede, nelle intenzioni della maggioranza, la creazione di un’agenzia digitale nonché la revisione della legge sulla protezione delle informazioni personali.
I dati rilasciati dalle università, principalmente da quelle di Osaka, Hokkaido e Kyushu, contenevano molte informazioni personali riguardanti il reddito, la disabilità, la struttura familiare. I dati non sarebbero poi stati effettivamente consegnati a privati.
Per il Ministero “i documenti sono alterati in modo tale che non è possibile distinguere individui specifici ed i dati non possono essere ripristinati, il che significa che gli interessi delle persone non saranno violati”.
In settimana è stata anche approvata in prima lettura una contestata riforma del finanziamento del sistema universitario e vi è stato l’appello, da parte del Consiglio delle Scienze, al premier Suga affinché si decida a firmare la nomina di sei membri dell’organismo anche se non votano per il PLD. Da prima della nomina di Suga a premier, infatti, il Consiglio ha sei membri in meno per il rifiuto da parte del capo di governo di sottoscriverne la nomina. Tra le varie azioni di protesta vi è stata anche una petizione, promossa dal meteorologo Yoshinobu Masuda, che ha raccolto oltre 60.000 firme. Masuda, oggi novantasettenne, è stato membro del Consiglio negli anni ’70 e ’80.
Nel campo dei diritti civili sarebbe prossima, secondo indiscrezioni apparse sulla stampa, la richiesta di approvazione, da parte della britannica Linepharma, della propria pillola abortiva destinata alle donne che si trovano entro le nove settimane di gravidanza. “Non ci sono quasi effetti collaterali ed è estremamente sicura. Le donne potranno abortire in modo indipendente, senza intervento chirurgico da parte di un medico” ha affermato Yutaka Osuga, docente presso l’Università di Tokyo e partecipante allo studio clinico del prodotto farmaceutico (conclusosi a fine 2020 con una percentuale, secondo quanto riportato dall’azienda, di aborto pari al 93,3% dei casi).
Attualmente nel Sol Levante l’aborto è possibile in ospedale e per via essenzialmente chirurgica (nel 2019 essi sono stati oltre 156.000). Nel 2012 l’OMS aveva raccomandato la limitazione degli aborti chirurgici a causa dei rischi per la salute delle donne. Tra i problemi connessi anche quello economico: in Giappone l’aborto non è coperto dal sistema assicurativo pubblico e costa tra i 100.000 ed i 200.000 yen.
In economia, una ricerca condotta dall’agenzia di stampa Kyodo tra 110 grandi aziende (tra esse Sony, Toyota, Nintendo, Mizuho Financial Group, Nissan ecc.) ha mostrato come il 22% di esse abbia intenzione di tagliare il numero di neoassunti. 24 aziende stanno ridimensionando le assunzioni per l’anno fiscale 2022 mentre 37 hanno affermato di voler mantenere gli stessi livelli dell’anno fiscale 2021. Solo 19 aziende hanno affermato di voler aumentare il numero di assunzioni mentre 25 sono indecise. Tra le aziende che non hanno apportato modifiche ai loro piani per l’anno fiscale 2022 diverse hanno tagliato le nuove assunzioni in quello appena concluso. Per l’anno fiscale 2021, circa il 46% delle aziende oggetto della ricerca hanno ridotto le nuove assunzioni rispetto al 2020 e soltanto il 12% ha effettuato nuove assunzioni. Tutte le società, tranne tre, hanno dichiarato che terranno colloqui di lavoro da remoto ed il 69% manterranno o amplieranno il lavoro a distanza anche dopo che la pandemia sarà conclusa.
Le esportazioni sono aumentate a marzo del 16,1% rispetto al medesimo mese del 2020 (mentre a febbraio si era avuto un calo del 4,5%). In termini assoluti l’export si è attestato a 7.380 miliardi di yen. A trainare il dato le esportazioni verso la Cina (+37,2% per complessivi 1.630 miliardi).
Prosegue, come è ovvio, il crollo drammatico nel numero dei visitatori stranieri. A marzo essi sono calati del 93,6% rispetto allo stesso mese del 2020 per complessivi 12.300 persone. Comparato con marzo 2019 il calo è del 99,6%. Il dato è comunque migliore di quello di febbraio (mese nel quale i visitatori stranieri sono stati 4.900).
In agricoltura, è in corso il processo di recepimento dell’accordo di libero commercio RCEP. Fortissima la preoccupazione del Partito Comunista che, con Tomoko Kami, ha invitato la Camera dei Consiglieri a respingere la normativa: “dobbiamo rompere con regole commerciali che ignorano la sovranità alimentare” ha sottolineato la parlamentare comunista.
Sempre in questo campo, una proposta di legge per la tutela dei produttori di tè è stata depositata in settimana dal Partito Costituzionale Democratico. Preoccupazione è stata espressa dal deputato Hiroshi Ogushi il quale ha rilevato come l’estensione dei terreni coltivati a tè stia calando del 4% l’anno e ciò potrebbe produrre un dimezzamento della superficie nell’arco di 10 anni.
Nell’auto, Toyota ha comunicato che entro il 2025 immetterà sul mercato 25 modelli elettrici. Sempre in questo settore Renesas ha comunicato che entro maggio spera di riprendere pienamente la produzione di semiconduttori nel proprio impianto nella Prefettura di Ibaraki colpito da un incendio lo scorso 19 marzo.
Cancellato, per ovvi motivi, l’esposizione edochiana di auto prevista per l’autunno. A comunicarlo è stato Akio Toyoda, presidente dell’Associazione Giapponese dei Produttori di Automobili. L’evento si tiene ogni due anni e nel 2019 vide la partecipazione di 1.300.000 persone.
Il 23 aprile, intanto, il presidente di Honda Motor, Toshihiro Mibe, ha annunciato che entro il 2040 l’azienda non produrrà più automobili a benzina, anche ibride. Honda prevede di investire 5.000 miliardi di yen in ricerca e sviluppo di veicoli elettrici.
Nell’elettronica, la società di private equity britannica CVC Capital Partners ha informato Toshiba della sospensione della propria offerta di acquisto. Il 6 aprile scorso CVC aveva presentato un’offerta di acquisto preliminare per circa 2.000 miliardi di yen.
Sempre in questo campo, lo scorso 20 aprile Seven-Eleven ed altre aziende hanno mostrato un robottino in grado di prendere l’ascensore e di consegnare le ordinazioni di cibo o altri oggetti. Il robot, alto 76 centimetri, può trasportare fino a 10 chilogrammi di merce. Il primo esperimento è stato effettuato in gennaio nella sede centrale di Softbank ed è una società del gruppo, Asratec, ad aver sviluppato il mezzo.
Nel commercio, cresciuti a marzo dello 0,7% i consumi nei supermercati. A trainare il dato è stato in larga misura l’acquisto di cibo cresciuto – del 4% – a danno delle spese nella ristorazione. Calate parallelamente del 16,1% le spese in vestiario.
Cresciute dell’1,9% anche le vendite anche nei minimarket: in questo caso si tratta del primo aumento da 13 mesi a questa parte. Anche per questo tipo di attività le vendite, che hanno totalizzato 861,7 miliardi di yen, sono state trainate dalla domanda di cibo ed alcolici.
Nella logistica, il Gruppo Poste del Giappone ha comunicato, lo scorso mercoledì, di aver venduto, per 6,5 milioni di dollari, la controllata australiana Toll Holdings ad un fondo di quel Paese.
(con informazioni di mofa.go.kr; fmprc.gov.cn; covid19-osaka.info; toshiba.co.jp; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di Sonata (dettaglio) da Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.