816 casi e 101 pazienti con sintomi severi: questa la situazione nella Prefettura Metropolitana di Tokyo al 3 gennaio. La situazione è poi evoluta con 884 casi lunedì (e 108 persone ricoverate con sintomi gravi), 1.278 martedì (e circa 4.900 casi nazionalmente), 1.591 mercoledì (6.004 i casi nazionali dei quali 560 ad Osaka, 394 a Saitama, 364 ad Aichi, 316 a Fukuoka, 311 a Chiba), 2.447 giovedì, 2.392 venerdì (mentre Osaka ha registrato 655 casi), 2.268 sabato (ad Osaka i casi sono stati 647 ed a Hyogo 324).
Il 4 gennaio, in conferenza stampa, il premier Suga ha affermato di valutare la possibilità di una nuova dichiarazione di emergenza che consenta alle Prefetture di applicare misure più stringenti per contenere la diffusione del virus. Nel corso del proprio intervento il capo del Governo ha anche annunciato la campagna di vaccinazioni partirà a fine febbraio.
Circa lo stato di emergenza, la Governatrice di Tokyo si è detta favorevole ed anzi, il 2 gennaio era stata tra coloro che avevano pressato il Governo. Diverso il parere di Hirofumi Yoshimura, Governatore della Prefettura di Osaka, secondo il quale, al momento, non erano necessarie ulteriori restrizioni.
Nell’incontro avuto tra il ministro Yasutoshi Nishimura e i Governatori di Tokyo, Chiba, Saitama e Kanagawa, il membro del Governo aveva chiesto e concesso la facoltà ai massimi rappresentanti di questi enti locali di far chiudere ristoranti e bar alle 20,00 (e non più alle 22,00) con un divieto di servire alcolici dalle 19,00.
“Il sistema sanitario è in sofferenza. È abbastanza dichiarare lo stato di emergenza per Tokyo ed altre tre Prefetture?” si è chiesto, lunedì scorso, il presidente del PCD Edano circa una dichiarazione che non era comunque ancora giunta. “La diffusione dell’infezione è stata causata dalle misure prese dal governo in ritardo” ha sottolineato il giorno successivo il leader dell’opposizione.
“Una chiusura in tutto il Paese delle scuole deve realizzarsi solamente qualora vi sia la necessità di ridurre tutte le altre attività sociali” aveva informato ad inizio settimana il ministro dell’Istruzione Hagiuda intervenendo in conferenza stampa.
Finalmente, il 7 gennaio, il premier Suga ha dichiarato lo stato di emergenza per la Prefettura di Tokyo a partire dal giorno successivo e fino al 7 febbraio. A quella data la Prefettura Metropolitana aveva un tasso di occupazione dei 3.500 posti letto destinati ai pazienti COVID pari all’88%: il dato ha portato l’amministrazione a richiedere agli ospedali la disponibilità di altri 500 posti letto.
“I 3.500 posti letto saranno certamente riempiti in alcuni giorni e la situazione peggiorerà dato che le strutture mediche non potranno ospitare nuovi pazienti, inclusi coloro che non sono afflitti dal coronavirus, e compiere operazioni. C’è una forte stanchezza nel personale sanitario e i servizi medici si trovano in uno stato di crisi peggiore di quanto la gente possa pensare. È necessario ridurre il numero di pazienti in ogni modo” ha affermato Haruo Ozaki, numero uno della federazione edochiana dell’Associazione Medica del Giappone.
Con la dichiarazione dello stato di emergenza è richiesto ai cittadini di evitare gli spostamenti non necessari, si richiede ai bar di chiudere alle 20,00 e di non servire alcolici dalle 19,00 e restrizioni di orario interessano anche palestre e centri commerciali. Per le attività ristorative dovrebbe giungere dal governo centrale un ristoro di 60.000 yen.
“Ridurre al minimo le misure è la peggiore risposta possibile” ha commentato il numero due del Partito Comunista Akira Koike circa la limitazione geografica dello stato di emergenza mentre il leader dello stesso partito, Kazuo Shii, ha chiesto “effettive compensazioni” da destinare alle attività economiche altrimenti “non potranno chiudere nemmeno se volessero”.
Il giorno precedente la dichiarazione per Tokyo si erano mostrati favorevoli ad un provvedimento similare il Governatore di Osaka, Hirofumi Yoshimura, e quello di Aichi, Hideaki Omura.
Situazione critica anche ad Osaka che al 6 gennaio registrava 161 pazienti in condizioni gravi (con un tasso di occupazione dei posti letto nei reparti dedicati pari al 68,2%) mentre il numero cumulativo di morti accertati ha toccato quota 619 (dato simile a quello di Tokyo che il medesimo giorno ha raggiunto i 648 deceduti).
Proprio ad Osaka, il cui Governatore, come detto, si era mostrato scettico circa l’efficacia di una nuova dichiarazione di emergenza, il sistema di tracciamento messo a punto dalla Prefettura ha sostanzialmente fallito con appena 500 utenti, in sette mesi, che hanno segnalato la propria positività al test e nessun allarme per l’individuazione di focolai fino a novembre 2020 (il sistema è stato attivato a maggio).
Venerdì scorso, Osaka, Hyogo e Kyoto, hanno congiuntamente chiesto lo stato di emergenza.
“Se non porremo un freno al numero di persone che bevono e mangiano insieme non saremo in grado di contenere l’infezione” ha affermato il ministro Nishimura in un colloquio con i rappresentanti di Keidanren, della Camera di Commercio e Industria e dell’Associazione Giapponese dei Dirigenti d’Azienda.
Ancora in discussione, ad un anno dall’inizio della pandemia, la possibilità di multare coloro che, positivi al virus, rifiutino l’autoisolamento a casa o il ricovero in ospedale.
Durante le feste di fine anno, stando ai numeri comunicati dalle compagnie ferroviarie, il numero di persone che hanno utilizzato i treni a levitazione magnetica che collegano le maggiori città dell’Arcipelago è comunque calato del 68%, segno inequivocabile della diffusione di un senso di prudenza nella popolazione.
Crollo verticale nella circolazione aerea internazionale: i visitatori stranieri che si sono recati nell’Arcipelago durante le vacanze per il nuovo anno sono calati del 97% rispetto allo scorso anno (36.570 persone in termini assoluti).
Le autorità nipponiche hanno iniziato a richiedere, a partire dal 9 gennaio, un test di negatività al nuovo Coronavirus per tutti coloro che giungono negli aeroporti nipponici fermo restando lo stop alla concessione dei visti che riguardava, a quella data, 152 tra nazioni o regioni di nazioni.
Frattanto la Prefettura di Fukuoka ha annunciato l’avvio di un’indagine interna volta a scoprire le responsabilità circa la permeabilità dei propri sistemi informatici la quale ha consentito la potenziale diffusione di informazioni personali (nome, indirizzo e sintomi) di 9.500 persone che hanno subito ricoveri in quanto colpite da SARS-CoV-2.
Per ciò che attiene alle condizioni meteorologiche, a partire dal 6 gennaio, le Forze di Autodifesa sono state impegnate nella Prefettura di Akita per rimuovere grandi quantità di neve. Particolarmente colpito il comune di Yokote, ove le FA sono state impegnate nella liberazione di 5.000 case e di alcuni edifici pubblici. Quasi 44.000 le abitazioni rimaste senza corrente, l’8 gennaio, tra le Prefetture di Akita e Niigata mentre diverse sono state le cancellazioni alle corse di treni.
L’Agenzia meteorologica ha messo in guardia circa forti nevicate, in particolare per il Giappone centrale, fino al 10 gennaio.
In politica interna, Suga, intervenendo la scorsa domenica in un programma radiofonico, ha dichiarato che nella riforma della legge sulla successione imperiale, che sarà certamente discussa nel corso della prossima sessione della Dieta, andrà privilegiata la successione per linea maschile.
Il numero uno del PLD fissa così al proprio partito i paletti intorno ai quali dovrà essere riformata la norma che ha, come fine ultimo, quello di assicurare una stabile successione stante lo scarso numero di figli (ed in particolare di figli maschi) facenti parte della famiglia imperiale.
Nel campo dei diritti civili, il presidente del Partito Costituzionale Democratico Yukio Edano ha fatto appello alla maggioranza affinché, congiuntamente, si possa presto approvare una riforma del Codice Civile che consenta alle donne di poter mantenere il proprio cognome anche da sposate.
La legge nipponica prevede che una coppia debba scegliere tra uno dei due cognomi (nel 90% dei casi viene scelto quello del marito) ma che non possa mantenere entrambi.
“Nel PLD anche il premier ed alcuni ministri hanno fatto affermazioni che vanno nella direzione del doppio cognome” ha sottolineato Edano.
Per ciò che attiene allo spreco alimentare, nella Prefettura di Fukuoka la locale giunta ed un’associazione hanno promosso un sistema che, sulla base dell’intelligenza artificiale, simula le potenziali vendite di 660 prodotti alimentari consentendo di gestirne in maniera più efficace la produzione riducendo dunque gli sprechi. Il sistema è stato testato in 10 attività commerciali.
Per quanto riguarda invece i rifiuti in plastiche, un tavolo consultivo del Governo ha redatto una proposta, che dovrà andare ad integrare leggi e regolamenti, volta, entro il 2030, a ridurre del 25% l’uso della plastica monouso. Al fine di facilitare il riciclo, gli esperti hanno suggerito la promozione di oggetti composti solamente da plastica.
Attualmente vengono prodotti nell’Arcipelago circa 9 milioni di metri cubi di rifiuti plastici: l’80% del totale provengono dal settore industriale.
Sulle Olimpiadi, il comitato organizzatore di Tokyo 2021 ha comunicato, lo scorso lunedì di aver assoldato 220 hacker al fine di tutelare anche sul fronte informatico la sicurezza dei Giochi.
Deciso, a fronte della diffusione del virus, lo stop alle manifestazioni pubbliche connesse al passaggio della torcia olimpica mentre Suga ha ribadito che la manifestazione si terrà come previsto e che il governo è impegnato a garantirne la sicurezza sul fronte sanitario.
In politica estera, il Portavoce dell’Esecutivo ha condannato l’assalto di manifestanti pro-Trump alla sede del parlamento statunitense: “Speriamo che la difficile situazione che sta affrontando la democrazia statunitense possa essere risolta e che si ristabilisca la stabilità e l’armonia della società affinché si realizza una transizione democratica e pacifica” ha affermato Kato.
“Spero che il Paese marci verso l’unità” è stato l’augurio del premier Suga espresso venerdì scorso.
Sempre in quest’ambito, lo scorso venerdì la Corte sudcoreana di Seul Centro ha condannato il governo nipponico a pagare un risarcimento (100 milioni di won per ciascuna delle 12 ricorrenti, anche se 7 di esse sono decedute nel corso del processo) ad un gruppo di ex “comfort women”, termine col quale vengono designate le donne che furono vittime della schiavitù sessuale durante l’occupazione coloniale della Penisola.
“Le prove, i materiali attinenti e le testimonianze mostrano come le vittime abbiano patito sofferenze fisiche e mentali estreme ed inimmaginabili prodotte da atti illegali degli accusati. Tuttavia nessuna compensazione è stata elargita” si legge nelle motivazioni dell’atto.
Di “sentenza inaccettabile” ha parlato il viceministro degli Esteri Takeo Akiba il quale ha immediatamente inviato una nota di protesta alle autorità sudcoreane mentre il segretario generale del Gabinetto Kato ha precisato che il governo di Tokyo non presenterà appello ma, semplicemente, ignorerà la sentenza.
“Chiedo, con forza, al governo della Corea del Sud di rimediare a questa violazione del diritto internazionale” ha commentato il premier Suga.
Contrarietà alla sentenza è stata espressa anche da Kenta Izumi per il Partito Costituzionale Democratico e da Yasue Funayama del Partito Democratico per il Popolo.
Il giorno successivo il ministro Motegi ha telefonato all’omologa coreana Kang per chiedere, come già aveva fatto Suga, “immediate misure” atte a rimediare a quello che Tokyo considera un atto illegittimo. Da parte sua la titolare della diplomazia sudcoreana ha chiesto al Giappone di evitare “risposte eccessive” e di proseguire sulla strada dei contatti tra i due dicasteri su tutte le questioni sul tavolo “inclusa questa”.
In economia, calato a dicembre al 31.8 dal 33.7 di novembre l’indice di fiducia dei consumatori. Si tratta del primo calo negli ultimi quattro mesi. L’indice aveva raggiunto il minimo ad aprile 2020 con 21.6.
Nel commercio internazionale, i ministri degli Esteri di Giappone e Messico hanno espresso congiuntamente la volontà di voler rafforzare il trattato di libero commercio per l’area del Pacifico denominato CPTPP.
Il giorno successivo il titolare della diplomazia nipponica è poi volato in Uruguay. A Montevideo Motegi e l’omologo Bustillo hanno siglato un accordo di cooperazione per il contrasto al contrabbando e la tutela del diritto d’autore. Nei due Paesi è in corso di approvazione un accordo per evitare la doppia imposizione fiscale e per la prevenzione dell’evasione fiscale.
Motegi ha poi tenuto un colloquio con l’omologo paraguaiano Federico Gonzalez per la definizione della concessione di un prestito, pari ad 89 milioni di dollari, destinato al miglioramento delle infrastrutture elettriche di quel Paese.
Il medesimo giorno Motegi ha incontrato il presidente argentino Alberto Fernandez e l’omologo Felipe Carlos Sola per fare il punto sui numerosi progetti economici congiunti in piedi tra le due nazioni.
Motegi è poi volato a Brasilia dove ha incontrato il presidente Bolsonaro ed il ministro Araujo. Nel corso della visita è stato siglato un memorandum per la cooperazione nella tutela dell’Amazzonia.
Venerdì è stato invece siglato un accordo per la concessione di un prestito da 288 milioni di dollari all’India destinato a combattere il nuovo Coronavirus.
Nell’auto, il 2020 ha segnato un record negativo nelle vendite nell’Arcipelago. Lo scorso anno sono state infatti vendute vetture per l’11,5% in meno rispetto al 2019: il calo più forte degli ultimi 9 anni. In termini assoluti sono state vendute 4.598.615 automobili: un dato non molto lontano dalle 4.210.000 vetture del 2011.
Escludendo i miniveivoli (cioè dei mezzi con cilindrata inferiore a 660) il calo del settore auto è stato del 12,3% (del 10,1% per i miniveicoli). Mitsubishi ha avuto un calo del 41,3%, Nissan del 27,5% e Toyota del 5,8%.
Nel settore alimentare, Takeshi Niinami, presidente di Suntory Holding, azienda produttrice di birra, ha espresso preoccupazione per eventuali nuove dichiarazioni di stato di emergenza: “Le bancarotte aumenteranno”. Il numero uno del colosso ha anche messo in guardia circa la crescita del numero dei suicidi.
(con informazioni di gob.mx; gub.uy; cancilleria.gob.ar; tourism.jp; yna.co.kr; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di Nakashi (dettaglio) da Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.