Settimana apertasi con la richiesta, da parte del governatore di Okinawa Denny Tamaki, di maggiori misure di prevenzione dal SARS-CoV-2 alla luce delle notizie che ad inizio settimana vedevano oltre 60 militari statunitensi dispiegati nella Prefettura (il numero è poi stato aggiornato a 95 ed a 136 mercoledì) come positivi al virus.
Nella serata dell’undici luglio Tamaki aveva telefonato al tenente generale Herman Stacy Clardy, comandante della III Marine Expeditionary Force, chiedendo maggiori misure di prevenzione e tra esse lo stop all’invio di soldati dal territorio continentale degli USA verso la Prefettura.
“Abbiamo una serie di problemi e necessitiamo di controllare maggiormante la situazione” ha ammesso il giorno seguente all’appello di Tamaki il ministro Kono.
Il numero dell’ente locale ha comunque deciso, lo scorso 16 luglio, di volare a Tokyo per colloqui diretti con Kono e con il titolare degli Esteri Motegi.
Kono ha sostenuto, lo scorso venerdì, di aver chiesto alle forze USA di effettuare i test per tutto il personale militare in partenza per l’Arcipelago.
A fornire i dati peggiori circa la diffusione della malattia è però la Prefettura di Tokyo nella quale si sono riportati 206 casi il 12 luglio, 119 il 13, 143 il 14, 165 il 15 (455 i positivi quel giorno nel Paese), 286 giovedì (622 i positivi totali), 293 venerdì e 290 sabato (650 i casi totali). Circa 4.000 i test effettuati giornalmente nella Prefettura. A preoccupare anche la diffusione del virus avvenuta in un teatro cittadino nel quale sono stati individuati 27 positivi che, a loro volta, avrebbero avuto contatti con 850 persone.
Il ministro Nishimura ha intanto suggerito che potrebbe essere nuovamente chiesta, ma senza alcun obbligo o sanzione, la chiusura dei locali notturni della capitale: la Prefettura di Saitama il 13 luglio si è già mossa in questo senso. “Siamo preoccupati per il graduale aumento delle persone di mezza età risultate infette” ha dichiarato Nishimura giovedì mentre acqua sul fuoco ha gettato Shigeru Omi, capo del tavolo consultivo nazionale, per il quale “non c’è una diffusione esplosiva dell’infezione”.
Diverso il parere di Yoshihiro Yamaguchi, capo del reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Universitario Kyorin, che nel corso di una riunione, lo scorso 15 luglio, ha affermato che “il tasso di aumento dei nuovi di COVID-19 ha superato quello di predisposizione di letti vuoti atti ad accogliere i pazienti”. La Prefettura ha sostenuto di avere a disposizione per l’emergenza Coronavirus 2.800 posti ma secondo Yamaguchi “nei fatti abbiamo a disposizione soltanto circa 1.500 letti”.
La Prefettura guidata da Koike, il 15 luglio, ha autonomamente disposto lo stato di allerta più alto.
Anche se con numeri più limitati i casi sono in crescita anche a Chiba e Kanagawa. I dati sulla diffusione dell’infezione hanno spinto Yukio Edano, Presidente del Partito Costituzionale Democratico, a chiedere lo stato di emergenza per Tokyo e le Prefetture confinanti: “è inaccettabile che non si faccia nulla” ha dichiarato il leader dell’opposizione progressista.
Il 13 luglio, intanto, il segretario generale del Gabinetto Yoshihide Suga ha reso noto che non di tutte le persone individuate come positive nella Prefettura Metropolitana si conosce la loro attuale localizzazione. A quella data, infatti, nella capitale vi erano 651 contagiati in ospedale, 80 in isolamento fiduciario in camere d’albergo, 258 isolate in case di cura e 396 persone non incluse nelle categorie precedenti (in genere perché testate soltanto il giorno prima) e che non sempre le autorità sanitarie sono riuscite a ricontattare.
Negli aeroporti internazionali, a partire già da settembre, il numero di test condotti sui viaggiatori in arrivo potrebbe arrivare a 13.000 al giorno (dagli attuali 9.000).
Il ministro con delega al Turismo, Kazuyoshi Akaba ha intanto chiarito che soltanto le strutture che adotteranno misure efficaci di contenimento del rischio di infezione (assicurando distanziamento interpersonale e sanificazione, ad esempio) potranno ricevere i sussidi previsti dalla campagna “Go To Travel”.
A giugno il numero di visitatori stranieri è calato del 99,9% rispetto allo stesso mese del 2019. Si tratta del nono mese consecutivo di calo.
“Vogliamo rivitalizzare le economie locali aiutando le comunità a venir fuori da questa grave situazione supportando il turismo ed i ristoranti” ha affermato il Portavoce dell’esecutivo Suga in merito alla campagna “Go To Travel” la quale, a fronte della crescita dell’infezione, sta trovando sempre più oppositori.
“Dobbiamo fermarla e ripensarla” ha sostenuto dall’opposizione Yukio Edano ed anche dal mondo scientifico, Toshio Nakagawa, Presidente dell’Associazione Medica del Giappone, ha invitato l’esecutivo a muoversi con “estrema prudenza”.
Akaba ha chiesto, in chiusura di settimana, a chi si muove in grandi gruppi, di non utilizzare i buoni previsti dal governo e dunque, in sostanza, di cercare di evitare la formazione di grandi comitive. L’esecutivo non ha ancora preso una decisione circa i limiti numerici per i gruppi ma si sta orientando su un tetto massimo di 50 persone.
In chiusura di settimana la Prefettura di Tokyo è stata esclusa da quelle nelle quali i residenti potranno beneficiare dei bonus. Il Portavoce dell’esecutivo si è scusato con coloro che avevano già pianificato delle vacanze ma ha spiegato che il lancio della campagna “Go To Travel” e l’esplosione dei casi a Tokyo hanno più o meno coinciso nei tempi.
Sul fronte del vaccino, lo scorso giovedì il premier Abe ha tenuto un colloquio in videoconferenza con la cancelliera tedesca Merkel. I due capi di governo hanno concordato di cooperare nello sviluppo di un vaccino mediante il quadro comune, denominato “ACT-Accelerator”, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Per ciò che concerne le piogge torrenziali che hanno colpito il Kyushu provocando l’esondazione di 105 tra fiumi e torrenti (in 14 diverse Prefetture) nonché 66 morti (62 nella sola Prefettura di Kumamoto), il premier ha deciso di recarsi nelle aree colpite per meglio seguire i lavori di ricostruzione.
Abe ha anche visitato la casa di riposo travolta dall’esondazione del fiume Kuma e nella quale hanno perso la vita 14 persone. Proprio quest’ultimo fiume ha raggiunto nel corso dell’emergenza una profondità di 4,3 metri (il dato più alto dal 1965): a renderlo noto uno studio condotto da Masahide Matsumura, responsabile del laboratorio per la mitigazione delle catastrofi presso l’Università di Kumamoto.
Alla ricostruzione saranno assegnati 400 miliardi di yen (circa 3,3 miliardi di euro) mentre 2,2 miliardi sono stati assegnati martedì per le prime attività di emergenza connesse all’acqua potabile, a letti smontabili nonché per le mascherine.
Esondazioni hanno riguardato, il 14 luglio, anche il fiume Gono nella Prefettura di Shimane mentre l’Agenzia Meteorologica ha messo in guardia, per i giorni 14 e 15 luglio, la popolazione del Giappone sudoccidentale circa i rischi di frane. Proprio il 14 luglio una frana ha ucciso altre due persone nella Prefettura di Hiroshima.
Cinquantaquattro i siti culturali danneggiati nel Kyushu, tra essi anche alcuni siti UNESCO: le miniere di carbone di Miike e siti cristiani a Nagasaki.
Per ciò che attiene alla politica interna, il 12 luglio scorso Koichi Shiota ha vinto le elezioni per il rinnovo della carica di Governatore della Prefettura di Kagoshima.
Shiota – ex funzionario del Ministero dell’Economia, Industria e Commercio e candidatosi come indipendente – ha ottenuto 222.676 voti (33,86%) contro i 195.941 (29,80%) di Satoshi Mitazono, Governatore uscente appoggiato dal PLD e dal Nuovo Komeito ed i 132.732 (20,18%) del candidato appoggiato dal Partito Costituzionale Democratico Yuichiro Ito (Governatore tra il 2004 ed il 2016 quando venne sconfitto per l’appunto da Mitazono).
Molto distanziata la dottoressa Fumiko Yokoyama del Partito Comunista che con 27.404 voti (pari al 4,17%) è finita quinta dietro anche alla candidata indipendente e giornalista Ryuko Aoki che ha totalizzato 56.297 voti (8,56%).
In calo, al 49,84%, l’affluenza (era stata del 56,77% nel 2016).
Venerdì scorso, nell’ambito di una riunione plenaria dei parlamentari del Partito Costituzionale Democratico, il suo presidente Edano ha ribadito la volontà di giungere ad una fusione con gli ex compagni (erano insieme nel vecchio Partito Democratico) del Partito Democratico per il Popolo. I due partiti hanno già costituito un gruppo parlamentare comune.
“Sono d’accordo” ha affermato il presidente del PDP Yuichiro Tamaki per il quale “il nome del nuovo partito, anche se già avanzato, dovrà essere nuovo se i nostri partiti si scioglieranno e nascerà un altro soggetto”. Il nuovo nome dovrebbe essere in realtà l’attuale nome del PCD anche se nell’uso pubblico Edano ha proposto di utilizzare semplicemente la dicitura “Partito Democratico”.
In settimana, per la precisione il 14 luglio, si è anche avuta la nomina del nuovo capo dell’Alta Procura di Tokyo. A ricoprire l’incarico sarà Makoto Hayashi il quale prende il posto che avrebbe dovuto essere assegnato a Hiromu Kurokawa, magistrato considerato vicino ai conservatori e per il quale era stata predisposta una controversa interpretazione autentica di una norma che consentisse un allungamento “ad personam” (in attesa di una legge per tutti i magistrati) che ne allungasse l’età pensionabile.
Passando da uno scandalo ad un altro, è emerso in settimana che un altro deputato, Takaki Shirasuka del PLD, sarebbe coinvolto nell’affaire che già vide protagonista Tsukasa Akimoto, sotto processo con l’accusa di aver ricevuto denaro da un’azienda cinese interessata a costruire casinò nel Paese. Tanto Akimoto quanto Shirasuka sono stati due grandi sostenitori della legge che ha consentito l’apertura dei “resort integrati” e cioè degli alberghi con annessi casinò prima vietati nel Paese. Il deputato ha diffuso un comunicato stampa nel quale dichiara di aver “sinceramente cooperato con gli investigatori ai quali ha spiegato nel corso dell’interrogatorio che nessuna delle sue azioni ha costituito qualcosa di illegale”.
Respinta in settimana la richiesta di rimozione delle misure cautelari per i coniugi Kawai. I due senatori sono rinviati a giudizio per violazione dei tetti sulle spese elettorali.
Ad Osaka è iniziato mercoledì scorso il processo civile intentato da Masako Akagi, vedova di Toshio, funzionario dell’Ufficio delle Finanze del Kinki suicidatosi nel marzo 2018. L’uomo, stando a quanto affermato dalla moglie, si sarebbe tolto la vita dopo un forte periodo di stress connesso alle falsificazioni di documenti inerenti la svendita di un terreno demaniale all’associazione, prossima al premier Abe, Moritomo Gakuen.
La signora Akagi, la quale ha chiesto 110 milioni di yen di risarcimento, ha accusato Nobuhisa Sagawa, all’epoca responsabile del patrimonio demaniale, di aver ordinato al marito di falsificare i documenti della trattativa tra l’Ufficio del Kinki e l’operatore scolastico al fine di nascondere il trattamento di favore riservato all’associazione.
Sull’immigrazione, un tavolo consultivo del dicastero della Giustizia ha inserito in una propria bozza di proposte (proposte sulla base delle quali il Ministero presenterà al parlamento un proprio disegno di legge di riforma della materia) l’introduzione di sanzioni penali per gli stranieri che non si allontanano dal Paese a seguito di un decreto di espulsione. Qualora tale proposta divenisse legge sarebbero a rischio, e punibili per complicità in un reato, quei volontari di associazioni religiose o laiche che forniscono assistenza agli immigrati irregolari.
Nessuna proposta è stata invece presentata circa i limiti temporali entro i quali è possibile detenere in un centro d’espulsione un immigrato, ciò nonostante le gravi e più volte denunciate violazioni dei diritti umani di questi detenuti i quali, non di rado, tentano il suicidio o muoiono a seguito di proteste. Il tavolo consultivo, per ironia della sorte, venne proprio istituito a seguito della morte, avvenuta nel giugno 2019 dopo un lungo sciopero della fame, di un cittadino nigeriano incarcerato nel centro di espulsione di Omura (Nagasaki).
In politica estera, il Sol Levante monitorerà maggiormente le attività condotte dalla Cina nelle acque prossime all’Arcipelago: attività che avrebbero come obiettivo quello di “cambiare lo status quo” rispetto alla sovranità delle isole Senkaku. L’impegno è contenuto nell’ultimo libro bianco stilato dal Ministero della Difesa di Tokyo nel quale si afferma, tra l’altro, che la RPC stia “avvantaggiandosi” presso paesi terzi grazie agli aiuti forniti per il contrasto alla pandemia. Anche nel Mar Cinese Meridionale la Cina si starebbe “muovendo verso una militarizzazione” il cui scopo sarebbe quello di “cambiare lo status quo con la forza e creare così un fatto compiuto”.
Un capitolo del libro bianco è dedicato, ovviamente, alla Corea del Nord, Paese rispetto al quale non si può escludere che “il test del settembre 2017 sia stato di una bomba a idrogeno”.
Nel rapporto si sottolinea la necessità di portare avanti le politiche di sicurezza nazionale che hanno caratterizzato gli ultimi anni: più soldi alla difesa, investimenti nella sicurezza spaziale, cyberspaziale ed elettromagnetica; difesa dello spazio marittimo ed aereo che “includa le capacità dell’aviazione e della missilistica”.
“Il libro bianco 2020 della Difesa del Giappone è pieno di parzialità contro la Cina e false informazioni. […] Essendo la Cina un grande Paese, responsabile e fermamente impegnato a perseguire una diplomazia con i vicini volta a costruire amicizie e partnership nonché a sostenere una politica di sicurezza nazionale di natura difensiva, essa ha salvaguardato, costruito e contribuito alla pace, alla stabilità e alla prosperità del mondo. Allo stesso tempo, la Cina è instancabile nel sostegno ai propri interessi sulla sovranità, la sicurezza e lo sviluppo. Il Giappone dovrebbe collaborare con la Cina al fine di edificare relazioni di sicurezza costruttive nonché svolgere un ruolo positivo nella salvaguardia della pace e della stabilità regionale” ha affermato da Pechino il Portavoce degli Esteri Zhao Lijian.
Le rivendicazioni sulle isole Dokdo, un gruppo di isolotti amministrati dalla Repubblica di Corea dal 1945, hanno ovviamente suscitato (in un certo senso chiamato) le proteste del Ministero degli Esteri di Seul che in un comunicato rivendica le isole come “chiaramente parte integrante del territorio del RdC in termini storici, geografici e per il diritto internazionale”. “Il governo giapponese dovrebbe essere consapevole del fatto che ribadire rivendicazioni ingiuste e assurde nei confronti di Dokdo non contribuisce in alcun modo alle relazioni RdC-Giappone. Il governo della RdC, ancora una volta, chiarisce che le ingiuste affermazioni del governo giapponese non hanno alcun impatto sulla sovranità da parte della RdC sulle Dokdo […] e che risponderà con forza a qualsiasi provocazione su Dokdo” si legge ancora nella dichiarazione.
Il ministro Kono ha intanto firmato 23 note di biasimo a carico di altrettanti ufficiali ed ex ufficiali delle Forze di Autodifesa assunti dal settore privato in violazione delle norme. Tra i nomi dei sanzionati vi è anche quello di Koji Yamazaki, Capo della Stato Maggiore Congiunto delle FA.
Frattanto Katsutoshi Kawano, già capo dello Stato Maggiore Congiunto delle FA, nel corso di un’intervista con il quotidiano Asahi ha definito “irresponsabile” il ritiro da parte del Giappone dal progetto Aegis che prevedeva l’installazione di batterie antimissilistiche (tanto a terra quanto su navi) in funzione anti-RPDC. “Quando ero in servizio [tra il 2014 ed il 2019 ndr] non ho mai sentito che il dispiegamento delle batterie potesse costituire un problema” ha affermato Kawano. “Il Giappone dovrebbe considerare la possibilità di costruire sistemi per colpire le basi nemiche, le quali possono essere i luoghi da cui partono i lanci, senza dipendere dagli Stati Uniti” ha aggiunto il militare dimostrando il suo scarso interesse per il carattere pacifista della Costituzione nipponica.
Il ritiro del Giappone dal progetto è motivato oltreché da costi anche, pare, da alcuni difetti del software.
In economia, è terminato lo scorso mercoledì il summit del consiglio direttivo della Banca del Giappone. L’organismo prevede una contrazione del PIL nipponico pari al 4,7% ed un calo dello 0,5% del tasso d’inflazione per l’attuale anno fiscale. Il PIL dovrebbe però tornare a crescere, per rimbalzo, del 3,3% nel 2021. “L’economia nazionale si riprenderà lentamente ma stabilmente nel 2021 ed oltre” si afferma nel comunicato finale del vertice.
Il 18 luglio si è invece svolto in videoconferenza il G20 dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche Centrali.
Nell’auto, Toyota sta lentamente riprendendo la produzione all’estero dopo oltre cinque mesi di stop (non totali), eccezion fatta per il Venezuela, paese nel quale sono state intensificate le misure per il controllo del virus. Lo scorso anno circa il 66% delle auto a marchio Toyota era state prodotte fuori dall’Arcipelago.
In calo del 68% le vendite di auto nipponiche nelle Filippine nel secondo quadrimestre dell’anno. Stando ai dati resi noti dall’Associazione dei Produttori di Camion e dalla Camera dei Produttori del Settore Auto delle Filippine, nel periodo in esame sono state vendute soltanto 18.046 vetture prodotte da aziende giapponesi. I dati appaiono più positivi se si segue l’aumento mese per mese: se ad aprile si erano vendute appena 100 auto a maggio il dato è schizzato a 4.067 ed a 13.879 a giugno.
Buone notizie in casa Hitachi. La società si è aggiudicata una gara d’appalto in India per la fornitura di 400 trasformatori per locomotive: un contratto da 15,9 milioni di dollari.
Affari all’estero anche per Toray Industries: la società fornirà materiali a base di fibra di carbonio all’azienda tedesca Lilium la quale sta sviluppando, con l’obiettivo di lanciarla sul mercato nel 2025, delle auto volanti.
Nella cosmesi, la Shiseido ha annunciato che a partire da agosto inizierà la vendita al pubblico di disinfettante per le mani dopo aver, già tre mesi fa, iniziato la distribuzione negli ospedali. L’azienda prevede di produrre 100.000 litri al mese in quattro impianti dell’Arcipelago.
Nell’elettronica, NEC ha iniziato un esperimento, che nell’ottica dovrà riguardare 100.000 impiegati, volto a trasferire sempre più attività verso il telelavoro o, quando è necessario il lavoro in sede, a toccare il numero minore possibile di cose. Tra le misure approntate infatti dall’azienda nella sua sede centrale vi sono dei tornelli che riconoscono il viso del dipendente.
Nell’aviazione ANA Holding ha annunciato, lo scorso 14 luglio che ritornerà ad effettuare, a partire da agosto, il 90% dei voli nazionali.
Nella salute, la Federazione dei Sindacati dei Lavoratori della Sanità, ha recentemente reso noto un sondaggio, condotto su 338 istituzioni sanitarie, dal quale emerge come 115 di esse vogliano tagliare i bonus ai dipendenti perché pressate economicamente dall’emergenza COVID-19.
I due terzi degli ospedali nipponici, stando ad un rapporto diffuso a giugno dell’Associazione Giapponese Ospedali, stanno operando in deficit e la percentuale cresce al 90% per le strutture ospedaliere che hanno accolto pazienti contagiati dal nuovo Coronavirus.
Nell’edilizia, dati estremamente negativi provengono dalla capitale. Nella prima metà del 2020 il numero di nuovi palazzi posti in vendita è calato del 44,2% per un totale di 7.497 unità. Si tratta del numero più basso dal 1992 (quell’anno furono venduti poco meno di 11.000 palazzi).
Cresciuto dell’8,7% (per complessivi 66,68 milioni di yen) il prezzo medio dei singoli appartamenti.
Chiudendo con l’ambiente, lo scorso venerdì il ministro dell’Economia, Industria e Commercio, Hiroshi Kajiyama, ha affermato che il Giappone punterà nei prossimi anni con molta più decisione sulla produzione di energia elettrica da eolico raggiungendo, è questo l’auspicio, 30 gigawatt per il 2040. La produzione attuale è di appena 20.000 kilowatt.
Rimanendo in tale campo, ma spostandoci di continente, la Banca Giapponese per la Cooperazione Internazionale ha annunciato di aver concesso congiuntamente ad altri istituti, un prestito da 14,4 miliardi di dollari per lo sviluppo di un progetto connesso all’estrazione ed all’invio di gas naturale liquefatto in Mozambico. A partecipare al progetto vi sono anche la Banca per le Esportazioni ed Importazioni degli USA, Export Finance (Gran Bretagna), la Banca per le Esportazioni ed Importazioni della Tailandia nonché le tre maggiori banche nipponiche: Mizuho Bank, MUFG Bank e Sumitomo Mitsui. Il Sol Levante, maggior acquirente mondiale del prodotto, spera in tal modo di diversificare le importazioni riducendo la dipendenza dai Paesi del Medio Oriente.
(con informazioni di fmprc.gov.cn; mofa.go.kr; bundesregierung.de; mod.go.jp; pref.kagoshima.jp; jbic.go.jp; dpfp.or.jp; toray.com; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di Sanjo (dettaglio) da Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.