Settimana apertasi con novità sull’istruzione. Dopo che lo scorso anno una ricerca aveva rilevato che di oltre 19.000 minori stranieri era sconosciuta la sorte scolastica, l’esecutivo lo scorso martedì ha sottolineato l’esigenza di rafforzare il sistema dei controlli nonché la necessità per gli enti locali di lavorare con associazioni no profit al fine di migliorare l’apprendimento della lingua giapponese.
Il 23 giugno sono state effettivamente approvate delle nuove linee guida.
Sul fronte degli scandali, il settimanale Shukan Bunshun ha pubblicato un’inchiesta che dimostrerebbe che un alto funzionario del Ministero dell’Economia, Commercio e Industria – Yasuhiro Maeda, responsabile dell’Agenzia per le Piccole e Medie Imprese – avrebbe organizzato delle feste del corso di un viaggio di lavoro avvenuto nel 2017 negli Stati Uniti. Il funzionario avrebbe speso 23.400 dollari per l’affitto di un appartamento nel quale sarebbero poi state invitate 40 o 50 persone. Maeda ha negato le accuse affermando di aver agito per fini istituzionali e non privati.
Buone notizie per invece l’ex ministro dell’Economia, Industria e Commercio Isshu Sugawara. Lo scorso mercoledì la Procura di Tokyo non ha chiesto il rinvio a giudizio per il politico liberal-democratico dimessosi dall’incarico il 25 ottobre 2019 per i regali elargiti a propri elettori in violazione della legge. Tra il 2017 ed il 2019 Sugawara avrebbe effettuato regali per 300.000 yen l’anno e dunque al di sotto della cifra, 500.000 yen oltre la quale scatta la punibilità.
Per ciò che concerne l’ex ministro della Giustizia Kawai e la sua consorte, sono diventati numerosi (allo stato 94) i politici conservatori della Prefettura di Hiroshima ad aver ammesso di aver ricevuto denaro dall’ex ministro affinché dirottassero voti su Anri nel corso della campagna elettorale per il rinnovo parziale della Camera dei Consiglieri svoltasi nell’estate 2019 (campagna elettorale sovvenzionata dal PLD nazionale con la cifra mostruosa di 150 milioni di yen).
Tra coloro che hanno ricevuto denaro vi è il sindaco di Akitakata, Hiroshi Kodama, che ha ammesso di aver intascato una bustarella di 600.00 yen, Kazuyuki Sakikawa, Shingo Mito e Toshiharu Aohara (rispettivamente presidente, vicepresidente e membro del consiglio comunale della stessa città), Osamu Taniguchi e Masaaki Okimune (consiglieri comunali di Hiroshima) e Shinji Kosaka, sindaco dimessosi di Akiota e tra i primi nomi venuti fuori dall’inchiesta.
Un terremoto di magnitudo 6.1 ha interessato, lo scorso mercoledì, Tokyo e le Prefetture più prossime. L’evento sismico si è verificato alle 4,47 del mattino ad una profondità di circa 36 chilometri. Nessun allarme tsunami è stato emesso. Sospesa per un breve periodo la circolazione sulle linee gestite dalle Ferrovie del Giappone Orientale nella Prefettura di Chiba.
Frattanto, mentre parte del Giappone è colpito dalle consuete piogge estive (in particolare la Prefettura di Hiroshima), una ricerca ha mostrato come ogni anno l’Arcipelago sia colpito da circa 1.500 frane: il 46,7% in più rispetto a quanto avveniva dieci anni fa.
In campo militare, in un libro da poco pubblicato, il politico statunitense John Bolton ha affermato che il proprio Paese avrebbe chiesto al Giappone di pagare 8 miliardi di dollari l’anno come contributo alla permanenza delle truppe a stelle e strisce nell’Arcipelago. La richiesta sarebbe stata avanzata dallo stesso Bolton lo scorso anno nel corso di un incontro con Shotaro Yachi, consigliere alla Sicurezza Nazionale del governo di Tokyo. Lunedì scorso il Segretario Generale del Gabinetto nipponico, Yoshihide Suga, ha smentito la notizia.
Nel medesimo libro compare anche la notizia secondo la quale il presidente USA Trump avrebbe chiesto all’omologo Abe un ruolo attivo di mediazione nell’abbassare la tensione con l’Iran.
Dopo tre anni di stop ha ripreso l’operatività, raggiungendo la base di Yokosuka, il cacciatorpediniere statunitense John S. McCain. Il bastimento era stato coinvolto nel 2017 in un incidente nel quale vennero uccisi 10 marinai a largo di Singapore.
Lo scorso mercoledì Taro Kono ha chiesto scusa, nel corso di una riunione nazionale del PLD, per il passo indietro circa l’acquisizione ed il posizionamento delle batterie antimissilistiche del sistema nippo-statunitense Aegis. Il giorno precedente il Consiglio Nazionale di Sicurezza ha iniziato la discussione ufficiale circa lo sviluppo di alternative che assicurino, con minori costi (soltanto una nave dotata di batterie di missili PAC-3 prevederebbe costi pari a 170 miliardi di yen) e minori problemi con le comunità locali (soprattutto nella Prefettura di Akita), le medesime prestazioni di difesa.
“Spiegazioni accurate” sulla vicenda sono state chieste dal Presidente del Nuovo Komeito Natsuo Yamaguchi.
Un contratto da 180 miliardi di yen è già stato siglato da Tokyo che ha già erogato agli USA 12,5 miliardi di yen.
Nella settimana appena conclusasi si sono tenute ad Okinawa le commemorazioni della violentissima battaglia che coinvolse la Prefettura settantacinque anni fa. A causa del COVID-19 le cerimonie si sono tenute in forma ridotta. Un messaggio video di commemorazione è stato inviato da Izumi Nakamitsu, responsabile delle Nazioni Unite per il disarmo.
La pandemia sta colpendo anche la memoria dei bombardamenti atomici del 6 e 9 agosto 1945. Ad Hiroshima il museo, riaperto il primo giugno, che ricorda la bomba atomica che distrusse la città ha limitato gli accessi a 100 visitatori ogni 30 minuti per un massimo di 1.800 al giorno. Sarà assente dalle commemorazioni del 6 e del 9 agosto anche il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres.
In politica estera, la Repubblica di Corea, secondo quanto reso noto da media sudcoreani, chiederà all’UNESCO la cancellazione dall’elenco dei patrimoni dell’umanità di alcuni ex impianti industriali nipponici nei quali è avvenuto lo sfruttamento, durante il periodo di colonizzazione della Penisola, di coreani. Secondo quanto affermato dal parlamentare del Partito Democratico Jeon Yong-gi, a fine mese il Ministero della Cultura di Seul invierà una lettera ufficiale contenente la richiesta.
Nonostante quanto sostenuto negli scorsi anni, infatti, Tokyo non ha mai prodotto circa questi siti dei volantini nei quali fosse citato il fenomeno del lavoro forzato né ha mai realizzato degli uffici ove i turisti potessero ottenere informazioni su questa pagina oscura dell’industrializzazione nipponica in epoca Meiji.
In settimana si è tenuta una videoconferenza tra il dirigente Shigeki Takizaki (capo dell’Ufficio per gli Affari Asiatici ed Oceanici degli Esteri di Tokyo) e l’omologo Kim Jun Han nel corso della quale il funzionario nipponico ha espresso una energica protesta.
Frattanto, come già annunciato nelle scorse settimane, la cittadina di Ishigaki, sotto la cui responsabilità ricadono le isole Diayoutai/Senkaku, ha rinominato il distretto che comprende gli isolotti “Tonoshiro Senkaku” aggiungendo quindi il contestato nome ad un’area che prima era nota unicamente come “Tonoshiro”.
Una nota di protesta è stata emessa dal Ministero degli Esteri di Taiwan, che in quanto “Repubblica di Cina” reclama come propria l’area.
Malumori per la decisione sono stati avvertiti anche nella Repubblica Popolare Cinese. “Le Diaoyu Dao (nome in uso per le isole in RPC ndr) e le isole a esse prossime sono territorio della Cina e la Cina è determinata e decisa a salvaguardare la propria sovranità territoriale. L’adozione da parte del Giappone della delibera sul cambiamento del nome è una grave provocazione contro la sovranità territoriale cinese: essa è illegale e nulla. Non può cambiare il fatto che le Diaoyu Dao appartengano alla Cina. Esprimiamo ferma contrarietà a questa mossa presa dal Giappone. Abbiamo emesso una nota di protesta attraverso canali diplomatici e ci riserviamo il diritto di rispondere ulteriormente” ha affermato nella conferenza stampa del 22 giugno il Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino Zhao Lijian.
Per ciò che concerne i rapporti con la Cina, inoltre, il ministro Kono ha affermato, lo scorso martedì, che un sottomarino cinese sarebbe stato individuato in transito a largo della Prefettura di Kagoshima tra il 16 ed il 20 giugno. Il natante non ha violato le acque territoriali nipponiche.
Nuovi malumori potrebbero deteriorare i rapporti con la Russia. La nazione guidata da Vladimir Putin ha infatti notificato a Tokyo la propria intenzione a condurre ricerche geologiche nell’area delle Curili meridionali, isole reclamate dal Giappone ma riconosciute come russe da tutte le altre nazioni.
Per ciò che concerne il nuovo Coronavirus, lo scorso lunedì Michel Mroczek, rappresentante delle imprese europee presenti in Giappone ha chiesto che vengano eliminate le restrizioni ai viaggi d’affari. “Imprenditori che vivono qui non possono andare in Corea o a Singapore e ciò limita fortemente la loro azione” ha segnalato il dirigente.
Ripresi invece parzialmente i collegamenti con il Vietnam. I primi voli, destinati a persone in possesso di visti per lavoro, sono stati organizzati dalla Camera di Commercio e Industria di Tokyo ad Hanoi e dalla compagnia di bandiera vietnamita.
Preoccupazione, invece, circa lo stop ai visti di lavoro da parte degli USA è stata espressa dal numero uno della confindustria nipponica Hiroaki Nakanishi.
Ripartiti anche gli incontri, nello specifico per la ricezione delle credenziali, da parte dell’Imperatore Naruhito con gli ambasciatori stranieri. Dopo circa tre mesi, infatti, lo scorso mercoledì il massimo rappresentante del Sol Levante ha ricevuto le lettere credenziali di due ambasciatori.
Ripreso in settimana anche il campionato femminile di golf anche se a porte chiuse.
La casa farmaceutica Shionigi & Co. ha intanto reso noto, lo scorso lunedì, di aver depositato una domanda di licenza, congiuntamente con tre università (l’Università Nihon, l’Università Medica di Tokyo e l’Università di Gunma), per vendere un test in grado di dare una risposta circa la positività al nuovo Coronavirus in 25 minuti.
Frattanto, il 22 giugno, in appena tre giorni dal lancio, l’applicazione per smartphone (simile all’italiana Immuni) messa a punto dall’esecutivo nipponico è stata scaricata da 2,7 milioni di persone. “Più persone usano l’applicazione più essa sarà efficace” ha ricordato il ministro della Salute Katsunobu Kato.
L’ex ministro della Salute Tamura, oggi responsabile del gruppo di lavoro sul Coronavius all’interno del PLD, ha intanto affermato la necessità di realizzare almeno 100.000 test al giorno contro i 28.000 attuali. Il politico conservatore ha anche reclamato l’esigenza di nuovi strumenti legislativi che consentano un maggiore potere di coercizione da parte del governo nel garantire la chiusura delle attività ed un effettivo obbligo di quarantena.
A Tokyo lo scorso 25 giugno si sono registrati 48 nuovi casi: si tratta dell’ottavo giorno consecutivo con oltre 20 casi quotidiani. Il giorno precedente i casi confermati erano stati 55 mentre venerdì sono stati 54 e sabato 57 (quarto giorno di fila con oltre 50 casi accertati per un totale di persone colpite dal virus pari a 6.054). Il 26 giugno nell’Arcipelago i casi totali hanno superato quota 100 per la prima volta dal 9 maggio.
A Kitakyushu il 23 giugno si è compiuto un mese dal ritorno del nuovo Coronavirus nella cittadina.
“Forse il virus è stato presente a Kitakyushu per più di tre settimane dalla fine di aprile, periodo nel quale non sono state confermate infezioni oppure è stato portato in quel periodo da qualcuno al di fuori della città. O forse sono stati coinvolti entrambi i fattori. Le informazioni a portata di mano suggeriscono solo queste tre possibilità” ha affermato Yusuke Yanagi, docente di virologia all’Università del Kyushu il quale ha invitato alla prudenza, specialmente nelle scuole.
“Con la ripresa graduale della normalità il virus potrebbe diffondersi in maniera simile a prima” ha avvertito Kazuaki Kohriyama, consulente del comune per la gestione delle emergenze.
Della necessità di effettuare almeno 100 test al giorno ha parlato Shigehiko Ito, capo del locale ospedale.
In economia, si è tenuta lo scorso martedì una riunione in videoconferenza dei ministri con delega al commercio dei Paesi che partecipano al Regional Comprehensive Economic Partnership.
L’accordo commerciale, in discussione ormai da anni, coinvolge le dieci nazioni ASEAN, la Repubblica di Corea, il Giappone, l’Australia, la Nuova Zelanda e la Cina. Fino allo scorso anno era parte dei negoziati anche l’India.
I ministri dei quindici Paesi hanno ribadito la comune volontà di siglare l’accordo entro l’anno 2020 e tenuto aperto uno spiraglio per un nuovo ingresso dell’India nei colloqui.
Ritornando nell’Arcipelago, gli ultimi dati sui prezzi (-0,2% a maggio) hanno messo in allarme la Banca del Giappone che in una nota sulle considerazioni espresse dai nove membri del tavolo direttivo ha rilevato come vi sia grande preoccupazione circa l’innescarsi di lunghi periodi deflattivi.
I risparmi delle famiglie sono arretrati dello 0,5% a marzo stando agli ultimi dati resi noti dalla Banca del Giappone. Scesi dell’11,9% le azioni detenute dalle famiglie (che rappresentano il 9,6% del capitale medio di un nucleo nipponico) mentre i contanti sono cresciuti del 2,1%.
Preoccupanti i dati sui sussidi provenienti da Osaka. Nella città guidata da Ichiro Matsui, che si è scusato il 25 giugno, soltanto il 3% delle famiglie hanno ricevuto il contributo una tantum da 100.000 yen disposto dall’esecutivo.
In tema lavoro, la maggiore organizzazione sindacale del Paese, Rengo, ha reso noti i risultati di una ricerca secondo la quale il 52% dei lavoratori che hanno praticato il telelavoro durante la fase più acuta della pandemia hanno lavorato di più. La ricerca ha coinvolto 1.000 lavoratori tra i 18 ed i 65 anni. Circa il 45% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto problemi a separare il lavoro dal resto mentre il 38% di aver provato una senso di mancanza circa il rapporto con i colleghi.
Per marzo 2021 dovrebbero essere realizzate delle nuove linee guida sul lavoro autonomo al fine di migliorarne le tutele pensionistiche e nelle condizioni di lavoro.
La pandemia ha inciso, nel contempo, sulle assunzioni dei lavoratori ultrasessantenni. Stante il fatto che il 18% dei contagiati ospedalizzati è compreso nella fascia d’età tra i 60 ed i 70 anni (e la percentuale è del 16,5% tra coloro che si trovano tra i 70 e gli 80 anni), molte aziende hanno scelto di non rinnovare contratti e collaborazioni con lavoratori ricadenti in quelle decadi o, in altri casi, sono stati gli stessi lavoratori a scegliere di sospendere temporaneamente il lavoro.
Ad aprile il numero di persone che hanno cessato di lavorare è stato pari a 1.070.000 e di esse circa 330.000 erano ultrasessantacinquenni (per un totale di lavoratori anziani pari a 8.770.000).
“Gli anziani hanno scelto di sospendere temporaneamente il lavoro a causa del rischio di contrarre l’infezione. Vorrei creare un ambiente che consenta ad essi di poter tornare a lavorare” ha affermato il ministro per la Rivitalizzazione Economica Yasutoshi Nishimura.
Stando a dati governativi del 2018 gli introiti medi delle famiglie con lavoratori anziani si aggirano intorno ai 3.350.000 yen annui contro una media per tutte le fasce d’età pari a 5.520.000 yen.
Nelle infrastrutture, le Ferrovie del Giappone Centrale non sono certe di riuscire a completare per il 2027 una nuova linea di treni a levitazione magnetica tra Tokyo e Nagoya. A rallentare i lavori un’opposizione da parte del Governatore della Prefettura di Shizuoka Heita Kawakatsu che lamenta un impatto ambientale troppo elevato.
Nell’auto, Toyota spera di recuperare a luglio il 10% della produzione nell’Arcipelago dopo un -40% realizzato a giugno. L’azienda prevede per il prossimo mese uno stop di 16 giorni in tre fabbriche e sei linee produttive totali contro uno stop di 25 linee in 14 impianti (per 133 giorni complessivi) effettuato a giugno. L’azienda ha subito un crollo del vendite nel Sol Levante pari al 25,9% ad aprile (per 218.054 veicoli venduti) ed al 13,2% a marzo (279.065 i mezzi venduti quel mese).
Daihatsu marchio del gruppo Toyota, ha intanto annunciato che per la prima volta venderà in Giappone alcuni modelli realizzati interamente all’estero.
In chiusura di settimana Toyota ha anche annunciato un investimento da 8 miliardi di yen nell’industria aerospaziale in cooperazione con i tre maggiori istituti finanziari del Paese: Sumitomo Mitsui Banking Corporation, Mizhuo Bank e MUFG Bank.
Martedì scorso l’Associazione dei Produttori di Automobili del Giappone ha approvato un piano di prestiti, la cui restituzione è prevista dopo un anno, destinato alle aziende produttrici di componentistica. L’organizzazione guidata da Akio Toyoda prevede di farsi garante di prestiti per 2 miliardi di yen.
Nel settore turistico ben 39 Prefetture hanno avviato piani volti a rilanciare le presenze negli alberghi che prevedono sconti sulle notti trascorse. Ben 25 Prefetture hanno però limitato la possibilità ai residenti locali al fine di evitare di attrarre visitatori da altre aree che potrebbero essere vettori del nuovo Coronavirus.
Potrebbero intanto chiudere, secondo quanto reso noto dalla stessa società, tra le 80 e le 90 agenzie viaggi (un terzo del totale) del gruppo H.I.S., società che ha riportato mercoledì scorso perdite per la prima metà del 2020 pari a 3,45 miliardi di yen.
Dopo quattro mesi di chiusura riaprirà dal primo luglio il parco Disney di Tokyo. Gli accessi saranno limitati e sarà obbligatorio indossare la mascherina.
Nella distribuzione, la popolare catena di supermercati Seven-Eleven ha lanciato una nuova linea di pasti pronti volti a promuovere le specialità delle Prefettura di Toyama: nello specifico gamberi e calamari. Apprezzamento per l’iniziativa è stato espresso dal Governatore della Prefettura. I due prodotti con la chiusura di moltissimi ristoranti hanno subito un crollo delle vendite.
Rimanendo in tale settore, a maggio i piccoli supermercati hanno subito un calo delle vendite del 10,6%: il dato più basso da quando esistono questo tipo di rilevazioni (2005). Secondo quanto reso noto dall’Associazione Giapponese dei Negozi in Affiliazione Commerciale le attività appartenenti alle sette maggiori catene del Paese hanno incassato 809,58 miliardi di yen.
In calo a maggio del 65,6% le vendite realizzate nei grandi magazzini. Il dato segna un lievissimo miglioramento rispetto al -72,8% registrato ad aprile. Tra i prodotti che hanno subito un maggior calo vi sono quelli esenti dai dazi (e non poteva essere altrimenti dato lo stop totale agli arrivi dall’estero) con un -97,5%, gli abiti (-74,1%) e cosmetici e gioielli (-74,5%).
Nell’elettronica, il colosso Toshiba prevede di vendere le proprie azioni (il 40,2% del capitale sociale) in Kioxia Holding Corporation (la ex Toshiba Memory Holding).
“Toshiba non ritiene strategica la permanenza in questo settore” ha affermato lo scorso lunedì l’amministratore delegato dell’azienda Nobuaki Kurumatani.
Nelle telecomunicazioni, SoftBank ha confermato, lo scorso martedì, di voler vendere, al fine di ottenere 21 miliardi di dollari, le proprie azioni nella statunitense T-Mobile. L’operazione si colloca in un piano volto ad ottenere almeno 42 miliardi di dollari: un piano “completato all’80%” secondo quanto affermato da Masayoshi Son lo scorso mercoledì.
Frattanto NTT e NEC hanno raggiunto un accordo per lo sviluppo congiunto di una rete in grado di supportare la nuova tecnologia di connessione 5G. Allo scopo la società telefonica acquisterà 64,5 miliardi di yen di azioni di NEC.
Chiudendo con la ricerca scientifica il supercomputer Fugaku, gestito dall’istituto di ricerca pubblico Riken, si è piazzato al primo posto al mondo nella classifica realizzata dall’associazione TOP500.
(con informazioni di asean.org; ebc-jp.com; yna.co.kr; focustaiwan.tw; shionogi.com; kyodonews.net; nhk.or.jp; mainichi.jp)
Resti degli impianti sull’isola di Hashima. Immagine di Σ64 (dettaglio) da Wikimedia Commons
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