Settimana iniziata con una notizia poco serena per la famiglia imperiale. È stato infatti accertato che una guardia, della quale non sono state fornite le generalità, ha contratto il virus SARS-Cov-2 anche se nelle ultime settimane non avrebbe avuto contatti ravvicinati con la Casa regnante. Cancellata anche la festa che avrebbe dovuto tenersi nei giardini imperiali per fine maggio.
Trovato positivo al virus anche un parente di un parlamentare che ha soggiornato nella struttura utilizzata dai deputati e senatori che non risiedono a Tokyo.
Frattanto il
crescere dei casi di contagio nell’Arcipelago – circa 7.000 al 13
aprile (2.000 dei quali nella sola Tokyo) saliti a 8.000 al 15 ed a
10.000 il 17 – ha portato la Società Giapponese di Medicina per
Acuti e la Società Giapponese per la Medicina d’Emergenza a stilare
un comunicato congiunto nel quale si esprime preoccupazione per il
rischio di “collasso della medicina di emergenza”.
“Apprezziamo
sinceramente la professionalità di chi continua a lavorare senza
tener conto del rischio di infezione […] Il primo segno di un
collasso delle strutture mediche è il collasso del sistema di cure
di emergenza che già vediamo realizzarsi. […] I pazienti con
febbre e sintomi respiratori hanno maggiori probabilità di essere
rifiutati presso i comuni ospedali e quindi i servizi medici di
emergenza, in particolare le strutture mediche di emergenza iniziale
ed i pronto soccorsi hanno visto crescere in modo significativo
l’onere della gestione dei pazienti ambulatoriali sospetti COVID-19.
Il numero di ospedali che accettano di trasportare pazienti con
febbre e sintomi respiratori è diminuito ed aumentano quindi i casi
di difficoltà nel trasporto dei pazienti in situazione di emergenza.
Di conseguenza, la maggior parte dei pazienti con sospetta polmonite
deve essere accettata presso i centri di terapia intensiva, il che
può comportare l’incapacità di accettare i pazienti già critici”
si legge nel lungo comunicato diffuso dai Presidenti delle due
organizzazioni.
In uno degli ospedali della capitale, l’Egota
del municipio di Nakano, è stato individuato, lo scorso 13 aprile,
un cluster di infezione che avrebbe coinvolto, fino ad ora, 87 tra
medici, infermieri e pazienti con alcuni decessi. Anche all’ospedale
Eiju di Taito si è registrato un cluster con 94 casi accertati di
infezione e 20 pazienti deceduti.
Di fronte al
crescere del numero dei casi, la Prefettura di Hokkaido ha nuovamente
emesso, lo scorso 13 aprile, una dichiarazione di stato di emergenza.
La Prefettura, primo caso nell’Arcipelago, aveva già emesso il 28
una propria dichiarazione che era terminata il 19 marzo.
“Stiamo
affrontando una seconda ondata di diffusione delle infezioni”
ha affermato il governatore Naomichi Suzuki motivando così la
propria scelta. Chiuse dal 14 aprile al 6 maggio le scuole, le quali
avevano ripreso ad aprire, in ordine sparso, appena il 6
aprile.
Misure sono state prese anche dal Governatore di Chiba,
Kensaku Morita, che ha chiesto ai cinema di chiudere dalla mezzanotte
di lunedì scorso. Nessuno stop in quella Prefettura per bar e
ristoranti.
Ad Osaka e Fukuoka è stato invece richiesto ad una
serie di attività, tra cui cinema, locali notturni e sale per il
gioco del pachinko, di chiudere a partire dal 14 aprile e fino
al 6 maggio.
Soltanto la giunta di Tokyo ha, fino ad ora,
previsto forme di compensazione per quanti aderiranno alle richieste
di chiusura avanzate dalla Prefettura.
Ad Okinawa, trovati due
positivi al virus persino nella remota isola di Ishigaki.
Dal 16 aprile,
intanto, tutti i passeggeri, tanto di voli interni quanto
internazionali, in transito da Haneda subiranno il controllo della
temperatura corporea.
Sui luoghi di intrattenimento notturno,
preoccupazione è stata espressa dal governo soprattutto in relazione
alla difficoltà di tracciare gli innumerevoli contatti con i quali
un potenziale positivo può interagire in questi luoghi.
Mitsuru
Murai, presidente della Lega calcistica di serie A, ha avanzato la
proposta di accorciare il campionato e di disputare le partite negli
stessi giorni degli incontri della nazionale così da recuperare il
tempo perduto. Le competizioni non dovrebbero ripartire prima di
giugno o luglio. Tutti i campionati e le coppe organizzate dalla
federcalcio nipponica sono stati sospesi a fine
febbraio.
Nell’istruzione, soltanto il 38% delle scuole ha
elaborato misure per far ripartire l’anno scolastico ad aprile. Il
dato scende al 6% nelle prefetture oggetto della dichiarazione dello
stato di emergenza ed alle quali, comunque, è stata chiesta, o
disposta, la chiusura. L’85,8% delle università e degli altri
istituti di formazione superiore ha deciso di rimandare l’avvio
dell’anno accademico.
Avanzata dal ministro Nishimura la
possibilità che la scadenza delle patenti di guida venga estesa di
sei mesi. In maniera autonoma l’Agenzia Nazionale di Polizia aveva
già disposto un prolungamento di tre mesi per tutte le patenti in
scadenza dal 13 marzo al 31 luglio.
Concessa in via
straordinaria dall’Agenzia per i Servizi Migratori la possibilità
per i tirocinanti stranieri rimasti disoccupati a causa della
pandemia di poter cambiare lavoro.
Rabbia è stata
intanto espressa per il messaggio – “restate a casa” –
diffuso dal premier ad inizio settimana sul proprio profilo twitter.
L’assenza, infatti, di sanzioni così come di un sistema di sostegno
al reddito per quanti dovrebbero astenersi dal lavoro, ha generato
più di una perplessità nell’opinione pubblica. “Se stessi a
casa non riceverei lo stipendio… se realmente vuoi che ognuno stia
in casa dacci dei risarcimenti in contanti. Abbiamo iniziato a vedere
aziende fallire” ha scritto un utente commentando l’invito del
premier.
Chi può ha comunque accolto il messaggio del governo:
sulle principali tratte coperte dai treni a lievitazione magnetica le
prenotazioni sono scese di poco più del 90% rispetto allo stesso
periodo del 2019.
Diverse, inoltre, le compagnie di tassì che
si sono riconvertite avviando servizi di consegna di spesa agli
anziani costretti a rimanere in casa mentre la Prefettura di Tokyo ha
lanciato il 17 aprile una linea telefonica in 14 lingue volta a
fornire informazioni agli stranieri presenti nell’area.
Numerose
le persone che sospettando di avere il virus si autoisolano in
alberghi o altre strutture affrontando da soli i problemi finanziari
ed emotivi connessi a tale scelta. Il numero di test effettuati,
anche a coloro che sono sintomatici, è ritenuto estremamente
contenuto rispetto alle reali necessità e così numerose persone con
sintomi lievi scelgono in via precauzionale di allontanarsi dai
parenti per evitare di contagiarli.
Mercoledì scorso il gruppo
di lavoro istituito dal Ministero della Salute ha messo in guardia il
governo ed affermato che i morti causati dell’epidemia potrebbero
essere oltre 400.000 (ed i malati gravi oltre 850.000) se le misure
di distanziamento sociale non fossero applicate con rigore.
A metà settimana,
per la precisione giovedì, accogliendo le richieste provenienti dal
mondo scientifico e dagli enti locali, il premier ha esteso lo stato
di emergenza a tutto il Paese.
“Ho deciso di porre tutte le
Prefetture in stato di emergenza al fine di appiattire la curva delle
infezioni nelle varie aree ed affinché siano limitati i movimenti
delle persone nel prossimo periodo di vacanza” ha dichiarato
Abe il quale spera di ridurre tra il 70 e l’80% i movimenti della
popolazione in occasione della “settimana d’oro”, cioè il
periodo di vacanze che copre i primi sette giorni di maggio.
Il
giorno successivo l’Associazione dei Governatori, l’ente che
raggruppa i massimi rappresentanti delle Prefetture, ha però chiesto
al governo che preveda significativi risarcimenti (in totale sono
stati chiesti 1.000 miliardi di yen) alle attività economiche che
chiuderanno a seguito della dichiarazione.
Intervenendo venerdì,
il premier ha voluto dire la propria sulle polemiche sorte intorno
alla scelta statunitense di tagliare i fondi all’OMS. Pur ritenendo
che l’Organizzazione necessiti di una riforma, Abe ha chiarito che il
Sol Levante non intende seguire gli USA sulla strada del taglio ai
fondi.
Sul fronte del
contrasto al virus, il numero uno di SoftBank, Masayoshi Son, ha
annunciato che il gruppo, una delle realtà economiche più
importanti del Giappone, lavorerà per produrre, a partire da maggio,
300 milioni di mascherine al mese. I presidi sanitari saranno
prodotti dall’azienda automobilistica cinese BYD.
Il governo Abe
ha un proprio programma di distribuzione di mascherine (due per ogni
cittadino) dal costo di circa 46,6 miliardi di yen anche se i
lavoratori delle strutture sanitarie hanno fortemente criticato
l’iniziativa in quanto si tratta di mascherine in tessuto ritenute
non adatte.
Un invito a sterilizzare e riutilizzare le
mascherine N95, destinate al personale sanitario, è giunto dal
Ministero della Salute. Oltre ai classici metodi di sterilizzazione è
stato suggerito di riusare una mascherina dopo averla riposta in uno
spazio ben ventilato per almeno 72 ore: dopo tale periodo, infatti,
il virus dovrebbe degradarsi naturalmente.
Due milioni di
mascherine sono state donate al Giappone dall’Associazione
Giappone-Taiwan per gli Scambi mentre 100.000 dollari di materiali
medici e 50.000 mascherine sono state donate dal Vietnam.
Il
sindaco di Osaka, Ichiro Matsui, ha intanto invitato i cittadini a
regalare impermeabili di plastica come copertura alternativa a medici
ed infermieri che non dispongono di altro: “se i dottori si
infettano non sconfiggeremo mai il coronavirus” ha affermato il
sindaco.
Diverso l’atteggiamento a Yokohama, dove la sindaca,
Fumiko Hayashi, è stata costretta a confermare che ad un centro di
assistenza diurno è stato chiesto di non comunicare ai parenti degli
assistiti se e quali dipendenti erano stati trovati positivi al
test.
Suntory Holding, società produttrice di liquori, ha
invece parzialmente riconvertito le proprie linee ed iniziato a
produrre disinfettanti a base alcolica.
Nel campo
farmaceutico rimangono vive le speranze di molti nipponici
sull’antivirale Avigan. Il Governatore della Prefettura di Toyama,
Takakazu Ishii, si è messo a disposizione per aumentare la
produzione del medicinale: “se un farmaco prodotto a Toyama può
aiutare il Giappone ed il resto del mondo, faremo tutto ciò che
possiamo” ha affermato Ishii, il quale ha chiesto anche un
sostegno diretto dell’esecutivo nell’acquisto delle materie prime
necessarie alla produzione le quali dovranno essere reperite, a costi
maggiori, nell’Arcipelago a fronte della difficoltà di acquistarle
in Cina.
Fujifilm, la società produttrice dell’antivirale, ha
comunicato mercoledì scorso di aver incrementato la produzione e di
ritenere che per settembre potrà soddisfare le necessità di 300.000
pazienti al mese (e 100.000 a luglio) sempre che la sperimentazione
nazionale avviata il 31 marzo confermi l’efficacia e la sicurezza del
medicinale.
Difficile, stando a quando chiarito dal Portavoce
dell’esecutivo lunedì, che con rapidità si avviino test sierologici
di massa per accertare la presenza di anticorpi tra la popolazione.
A
partire dal 20 aprile, intanto, Shimadzu Corporation metterà in
commercio dei test per accertare la presenza del virus in grado di
fornire una risposta in circa un’ora e mezza. La società ha
annunciato di essere in grado di produrre 100.000 test al mese.
Uscendo per un
attimo dalla catastrofe Coronavirus, problemi permangono su un’altra
disgrazia che ha recentemente colpito il Sol Levante. Il 12 aprile
erano infatti passati sei mesi dal tifone Hagibis il quale ha
lasciato 10.350 persone (in 11 diverse Prefetture) costrette ad
affrontare l’emergenza COVID-19 in case temporanee. Lungaggini
riguardano anche la circolazione ferroviaria: ben 4 tratti di linee
ferroviarie (ad Ibaraki, Nagano, Kanagawa e Fukushima) saranno
riaperti nell’estate 2021.
Per ciò che concerne un’altra
catastrofe, il terremoto di Kumamoto di quattro anni fa, la cerimonia
che doveva ricordare l’accaduto si è svolta in forma ridottissima
(appena 26 persone) all’interno della sede centrale della Prefettura.
“Il nuovo Coronavirus potrebbe impedire i
progressi nei lavori di ricostruzione” ha constatato amaramente
Kazufumi Onishi, sindaco del capoluogo. Diverse le persone che ancora
vivono in abitazioni temporanee mentre la riapertura di un tratto
della linea ferroviaria Hoshi è previsto per agosto.
Partita, intanto, il
14 aprile la campagna elettorale, certamente la più inusuale dal
dopoguerra, per le elezioni suppletive per un seggio della Camera dei
Rappresentanti di Shizuoka. Il seggio è rimasto vacante a seguito
della morte di Yoshio Mochizuki, già ministro dell’Ambiente in due
governi Abe.
A contendersi il seggio saranno soprattutto Yoichi
Fukazawa (sostenuto da PLD e Nuovo Komeito) e Ken Tanaka (sostenuto
da PCD, PDP, comunisti e socialdemocratici). Tra i candidati minori
un altro Ken Tanaka sostenuto dal Partito per Proteggere il Popolo
dall’NHK: per distingue i due candidati gli elettori saranno invitati
a scrivere l’età a fianco del nome (il candidato progressista ha 42
anni mentre quello populista 54).
Ha raggiunto,
invece, le 300.000 firme la petizione che chiede la costituzione di
un tavolo investigativo indipendente per far chiarezza sulle
circostanze che hanno indotto al suicidio un funzionario del
Ministero delle Finanze coinvolto nella falsificazione di alcuni
documenti inerenti lo scandalo di Moritomo Gakuen.
La petizione
è stata lanciata dalla vedova di Toshio Akagi, dirigente
dell’Ufficio delle Finanze del Kinki il quale, prima di togliersi la
vita, aveva accusato i propri superiori di avergli ordinato la
falsificazione di alcuni documenti inerenti la svendita del terreno
demaniale all’associazione, prossima alla famiglia del premier, la
quale ha poi edificato sul terreno un asilo.
Nella difesa, il
comandate delle forze armate USA nell’Arcipelago, Kevin Schneider, ha
dichiarato lo stato di emergenza per tutte le truppe stanziate nel
Paese. “Le Forze Armate proseguiranno nell’applicazione di
misure preventive e continueranno ad incoraggiare severe misure
igieniche e di distanziamento sociale al fine di ridurre il rischio
di trasmissione” si legge in un comunicato diffuso dal
Comando.
Frattanto le forze nipponiche impegnate a Gibuti
rischiano di non ricevere il cambio questo mese mentre nel Paese
africano il numero dei casi sta aumentando ed è stato perciò
disposto un rigido distanziamento dai cittadini non giapponesi. Tra i
marinai presenti anche i 200 membri dell’equipaggio del
cacciatorpediniere Takanami, dislocato a fine febbraio, ai quali è
stato ordinato di non scendere dalla nave.
Il ministro Kono ha
intanto rivelato, lo scorso 16 aprile, di aver inviato una nota di
protesta agli Stati Uniti per la dispersione, avvenuta il 10 aprile,
di sostanze chimiche adoperate nello spegnimento degli incendi che si
trovavano all’interno della base di Ginowan. La comunicazione è
avvenuta a seguito di un’interrogazione parlamentare del senatore
comunista Satoshi Inoue. In totale 143.830 litri di PFOS sono
fuoriusciti dalle strutture nelle quali erano contenuti e soltanto
83.270 litri sono stati recuperati.
Il giorno seguente sul sito
è intervenuta una squadra di ispettori inviati dai dicasteri di
Difesa e Ambiente.
“Questo è un incidente segue un altro
dello scorso dicembre. Tutto ciò ci rende estremamente ansiosi siamo
profondamente delusi” ha dichiarato il vicegovernatore Kiichiro
Jahana.
In ambito pensionistico, il Partito Costituzionale Democratico, i socialdemocratici, il Partito Democratico per il Popolo, il Partito Comunista e l’Assemblea Nazionale per la Ricostruzione della Sicurezza Sociale (cioè alcuni parlamentari ex Kibo no To che non hanno aderito al PCD, al PDP o al ricostiuito raggruppamento centrista) hanno presentato una proposta di legge congiunta volta a riformare il Fondo di Investimento Pensionistico del Giappone. Cuore del progetto di riforma una gestione indipendente dell’organismo, l’aumento dei periodi soggetti a contribuzione figurativa destinati alle lavoratrici nel corso della crescita dei figli nonché un aumento base delle pensioni di 6.000 yen al mese.
In economia,
l’esecutivo ha valutato, nel corso della settimana, l’erogazione di
un contributo da 100.000 yen (in sostituzione ai 300.000 yen
destinati alle famiglie in difficoltà e presenti nel pacchetto di
misure già approvate) senza tenere in conto del reddito. A ventilare
questa ipotesi all’interno della maggioranza era stato il Nuovo
Komeito. “È importante che il popolo giapponese
riceva il messaggio che il governo è pronto a rispondere a tutto in
maniera rapida” ha affermato il presidente del partito
Yamaguchi.
La richiesta dei 100.000 yen ed una revisione del
contributo da 300.000 era stata avanzata anche da tutti i partiti
dell’opposizione lo scorso 14 aprile in commissione e nuovamente,
questa volta dai presidenti di tutti i partiti della minoranza, il
16.
Il giorno successivo il vicepremier Taro Aso ha sostenuto
che il contributo sarà erogato il prossimo mese mentre il 18 aprile
Abe, in conferenza stampa, ha annunciato la cancellazione del
contributo da 300.000 yen e la sua sostituzione con l’erogazione una
tantum dei 100.000. Il premier si è quindi scusato per l’enorme
confusione che questa marcia indietro ha provocato.
Intanto, secondo il
Centro Giapponese per la Ricerca Economica il PIL nipponico scenderà
del 4,06 e dell’11,08% nei trimestri gennaio-marzo ed
aprile-giugno.
“Questi sono tempi altamente incerti per
l’economia globale e la regione dell’Asia e del Pacifico non è
un’eccezione. L’impatto del coronavirus nella regione sarà senza
precedenti. Non è tempo per fare affari come se fossero tempi
normali. Le nazioni asiatiche hanno bisogno di usare tutti gli
strumenti politici che hanno a disposizione” ha
messo in guardia la scorsa settimana Changyong Rhee, Direttore del
Dipartimento Asia e Pacifico del Fondo Monetario Internazionale.
Nel settore
alberghiero, cattive notizie per il gruppo SoftBank che aveva
investito, nove mesi fa, 2 miliardi di dollari nella Oyo Hotels &
Homes. L’azienda – il cui giovane fondatore, oggi ventiseienne,
sarebbe diventato per Son “il re degli alberghi nel mondo”
– ha sospeso gran parte delle proprie operazioni.
La società ha
comunicato che chiuderà il bilancio per l’anno fiscale 2019 con 750
miliardi di yen di perdite. Tra le maggiori difficoltà vissute dal
colosso finanziario e delle telecomunicazioni vi è stato il crollo
di WeWork, società statunitense specializzata nell’affitto di luoghi
di lavoro.
Lo scorso mese gli
stranieri che hanno visitato il Giappone sono stati 152.100: -94%
rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Un appello ai
turisti affinché non escano è giunto da Takashi Matsuo, sindaco di
Kamakura, popolare località della Prefettura di Kanagawa.
Promesso dalla
Prefettura Metropolitana di Tokyo un sostegno agli artisti locali.
Contributi da 100.000 yen saranno erogati ad artisti che compariranno
in video distribuiti dall’ente.
La Prefettura ha stanziato in
totale 96 miliardi di yen per quelle realtà produttive, tra le quali
rientrano anche quelle che si occupano di arte, che chiuderanno i
battenti accogliendo l’invito della giunta locale.
In settimana
il presidente del Partito Costituzionale Democratico Yukio Edano ed
il segretario generale Tetsuro Fukuyama hanno incontrato in
videoconferenza i primi firmatari di un appello per salvare i
lavoratori del settore cinematografico e teatrale.
Nell’elettronica,
Hitachi ha inglobato la malese FusioTech Holding, azienda che opera
nel settore dell’intelligenza artificiale e che ha nell’area oltre
11.000 piccole e medie aziende tra i propri clienti.
Resi noti,
frattanto, i dati di bilancio per il periodo compreso tra aprile e
dicembre 2019 di Japan Display: la società ha riportato perdite per
110,89 miliardi di yen. Dopo mesi di trattative con fondi cinesi la
società, inserita nella catena produttiva di Apple, ha ricevuto 50,4
miliardi di yen dal fondo Ichigo Asset Management e la conversione di
102 miliardi di yen di debiti in azioni da parte del fondo a
partecipazione pubblica INCJ.
Nell’auto, Mitsubishi Motor ha ottenuto dal Tavolo per gli Investimenti della Tailandia l’approvazione di un piano per l’impiego di 5.480 miliardi di baht volto a rinnovare la produzione in uno degli impianti del colosso. Mitsubishi prevede di produrre nel Paese 39.000 veicoli elettrici ed ibridi.
Nell’edilizia
Shimizu Corporation, uno dei maggiori general contractor
dell’Arcipelago, ha annunciato, lo scorso 13 aprile, di aver
pianificato la sospensione dei lavori in circa 500 cantieri.
In
questi cantieri attualmente lavorano circa 20.000 persone e 2.000
sono dipendenti diretti di Shimizu. Nei giorni scorsi è emerso che
uno di questi lavoratori è deceduto a causa del nuovo Coronavirus.
Nell’energia, Mizhuo Financial Group, una delle maggiori banche del Paese, ha comunicato, lo scorso 15 aprile che non finanzierà più progetti di costruzione di nuove centrali a carbone.
Chiudendo con la
demografia, gli ultimi dati afferenti lo scorso anno mostrano un calo
rispetto all’anno precedente di 276.000 unità: il calo più marcato
dal 1950.
Al primo ottobre dello scorso anno la popolazione
dell’Arcipelago ammontava 126.170.000 persone (delle quali
123.730.000 giapponesi). In crescita gli stranieri: 2.440.000
(+211.000).
La popolazione in età lavorativa (15-64 anni)
ammontava a 75.070.000 persone pari al 59,5% del totale, ennesimo
record negativo, mentre quella ultrasessantacinquenne era pari al
28,4% (soltanto gli ultrasettantacinquenni erano il 14,7% della
popolazione totale).
(con informazioni di jsem.me; cdp-japan.jp; japantimes.co.jp; mainichi.jp; asahi.com; asia.nikkei.com)
Immagine di Chris Gladis (dettaglio) da flickr.com
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.