Settimana iniziata con il cammino della torcia olimpica. Essa è partita regolarmente, il 24 marzo, dalla Prefettura di Fukushima. La torcia era stata esposta al pubblico nella stazione di Sendai (Miyagi) il 21 marzo ed aveva attratto oltre 52.000 persone nonostante i rischi di diffusione del COVID-19 prodotti dagli assembramenti.
Il 22 marzo, intanto, il Comitato Olimpico canadese aveva dichiarato l’indisponibilità ad inviare atleti nel caso i Giochi dovessero svolgersi come previsto mentre da Losanna il CIO si era dato quattro settimane di tempo per decidere circa la sorte della manifestazione.
Il giorno successivo, intervenendo in sede di Commissione Bilancio della Camera dei Consiglieri il premier, per la prima volta ha aperto alla possibilità di rimandare i Giochi. “Se mi si chiede circa la possibilità di ospitare le Olimpiadi nei tempi previsti dovrei dire che non ci sono nel mondo le condizioni perché ciò avvenga”.
“Il Giappone è in una situazione critica, la situazione negli Stati Uniti ed in Europa è al di fuori della normalità. Non siamo così folli da dire che faremo tutto seguendo il nostro piano originario” ha dichiarato poco dopo il Presidente del Comitato Olimpico nipponico Yoshiro Mori.
Revisionare i piani “non è facile” ma il Comitato organizzatore è aperto a “ogni opzione” aveva affermato in conferenza stampa anche Toshiro Muto, capo dell’organismo.
Soltanto la settimana precedente a queste dichiarazioni il premier aveva parlato delle Olimpiadi come di una “sfida dell’umanità per vincere il virus” ma evidentemente, pur essendo lo sport un’attività salutare, i massimi vertici dello Stato si sono resi conto che tenere delle Olimpiadi nel bel mezzo di una pandemia non appare come la risposta più appropriata.
Il 24 marzo, vinto dagli eventi, il premier ha infine chiesto al Presidente del CIO Bach circa la possibilità di rinviare di un anno i Giochi. “Nelle attuali circostanze e sulla base delle informazioni fornite oggi dall’OMS, il Presidente del CIO ed il Primo Ministro del Giappone hanno concluso che i Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo debbono essere riprogrammati ad una data successiva al 2020, ma non oltre l’estate 2021, al fine di salvaguardare la salute degli atleti, di tutti i partecipanti ai Giochi Olimpici e della comunità internazionale” si legge nel comunicato stilato congiuntamente dal Comitato Olimpico Internazionale e dal Comitato organizzatore dei Giochi.
Il giorno successivo Bach ha aperto uno spiraglio circa la possibilità che la manifestazione potesse svolgersi anche prima dell’estate 2021 e che la decisione sarà presa dopo consultazioni con le federazioni sportive internazionali ed i Comitati olimpici delle varie nazioni.
Di “decisione appropriata” ha parlato Yuichiro Tamaki del Partito Democratico per il Popolo.
Rimandare le Olimpiadi (ma anche svolgerle nel bel mezzo di una pandemia) significa, stando a stime accreditate, perdere almeno 9 milioni di biglietti di persone residenti nell’Arcipelago e 300.000 all’estero per un giro economico che Goldman Sachs ha stimato in 150 miliardi di yen.
Sul fronte del
contrasto al virus, la richiesta di quarantena fiduciaria per 14
giorni è stata avanzata dalle autorità nipponiche anche per coloro
che provengono dagli Stati Uniti. Misure simili erano già state
adottate per chi proveniva da gran parte dei Paesi europei,
dall’Iran, dall’Egitto oltre, ovviamente, per coloro che provenivano
da Cina e Repubblica di Corea.
Il 24 marzo è scattato invece il
bando totale all’ingresso per i cittadini di 18 nazioni: Germania,
Italia, Stato di Città del Vaticano, Malta, Slovenia, Svizzera,
Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Norvegia, Francia, Lussemburgo,
Francia, Principato di Monaco, Belgio, Andorra, Spagna, Austria,
Lichtenstein, Estonia e Iran. Le nazioni sono poi salite a 21 il 26
marzo (si sono aggiunte Portogallo, Svezie e Irlanda) mentre a chi
proviene da Indonesia, Singapore ed Israele sarà controllata la
temperatura corporea in aeroporto.
Il Sol Levante aveva già
imposto il divieto d’ingresso per i cittadini di Islanda, San Marino,
per coloro che provenivano dall’Italia settentrionale nonché da
alcune regioni di Cina e Corea del Sud (Paesi verso i quali è stata
estesa al 31 marzo almeno la cancellazione di tutti i visti già
concessi).
Mercoledì il dicastero guidato da Motegi ha anche
sconsigliato ai cittadini nipponici tutti i viaggi all’estero non
essenziali.
La preoccupazione delle autorità sanitarie
nipponiche è che i casi di contagio possano aumentare in conseguenza
dell’arrivo di persone dagli USA, dall’Europa o dall’Asia
meridionale. In ultimo a mettere in guardia circa questi “contagi
di ritorno” è stato il professor Hiroshi Nishimura dell’Università
di Hokkaido.
Migliaia i giapponesi che si trovano all’estero per
ragioni di lavoro, turismo e studio e che sono impossibilitati a
tornare a causa della cancellazione dei voli.
Pubblicato dalla
Società Geriatrica del Giappone un depliant contenente una serie di
consigli per gli anziani costretti in quarantena, in particolare
l’associazione medica consiglia di svolgere semplici esercizi fisici
volti al mantenimento del tono muscolare.
Mercoledì, intanto,
la Governatrice di Tokyo Yuriko Koike ha invitato i propri
concittadini a non uscire di casa nel corso del prossimo fine
settimana (subito seguita dal collega Yuji Kuroiwa di Kanagawa). A
quella data i casi di COVID-19 nella capitale erano 171 (poi saliti,
venerdì, a 299 per oltre 2.200 casi nel Paese). Koike non ha escluso
anche la possibilità che a breve la Prefettura sia bloccata con le
medesime misure adottate dall’Italia e poi imitate da altri
Paesi.
Cresciuto anche il telelavoro, tanto nella Prefettura di
Tokyo quanto in quelle più prossime alla capitale (Saitama, Chiba e
Kanagawa). Hitachi ha utilizzato questa modalità per 50.000
dipendenti e Japan Display ha fatto lo stesso per 250.
Un invito
a non concentrarsi nei supermercati, come accaduto dopo l’annuncio
della Governatrice, è giunto dal governo centrale: “chiediamo
agli abitanti di Tokyo e dell’intera nazione di mantenere la calma”
ha affermato il ministro per la Rivitalizzazione Economica Yasutoshi
Nishimura intervenendo, il 26 marzo, in sede di Commissione Bilancio
della Camera alta. “Il nostro sistema di rifornimento non è in
pericolo di essere colpito da questa situazione. Non bisogna farsi
prendere dal panico ed uscire per comprare cibo. Chiediamo quindi
alle persone di agire con calma” ha sostenuto anche il ministro
dell’Agricoltura Taku Eto.
Che l’epidemia mostra segnali
“dilaganti” di crescita è stato affermato in settimana
anche da un tavolo di esperti del Ministero della Sanità ed il loro
rapporto è stato sottoposto all’esecutivo. “La dichiarazione
dello stato di emergenza avrebbe un grave impatto sulla vita
quotidiana delle persone e dunque il governo necessita di maturare
con cura un giudizio fondato sulle opinioni dei vari esperti”
ha commentato in conferenza stampa il portavoce dell’Esecutivo Suga.
Sulla base di questo rapporto il Governo ha dato vita ad un quartier
generale per affrontare l’emergenza.
Chiusi alcuni dei
parchi più noti, come quello di Ueno a Tokyo, in un periodo nel
quale essi sono di norma affollatissimi per l’inizio della fioritura
dei ciliegi. “I ciliegi fioriranno certamente anche l’anno
prossimo: adesso è il momento di sconfiggere questi tempi difficili”
ha affermato la Governatrice della capitale.
Polemiche circa la
partecipazione della moglie del premier ad una festa per la fioritura
dei ciliegi sono giunte fino in parlamento. A seguito della
pubblicazione di una foto pubblicata dal settimanale Shukan Post
e che ritraeva Akie Abe ad una festa, Hideya Sugio del Partito
Costituzionale Democratico aveva sollevato la questione perché era
evidente il non rispetto della signora Abe delle distanze
sociali.
Centinaia di migliaia, nel contempo, le mascherine
donate al Giappone da enti locali cinesi, le ultime il 24 marzo marzo
dalla città di Cixi ed il giorno successivo da Wuxi.
Per ciò che
concerne la riapertura delle scuole, il 24 marzo il Ministero
dell’Istruzione ha reso note delle linee guida volte ad ridurre il
rischio che gli istituti si tramutino in diffusori del virus. Tra le
misure previste una serie di raccomandazioni circa la distanza
sociale, l’uso di mascherine e la verifica periodica della
temperatura corporea. “La situazione non è migliorata. Vogliamo
preparare le scuole alla riapertura senza abbassare la guardia”
ha dichiarato il ministro Hagiuda.
Yoji Maruyama, responsabile
nazionale dell’Ufficio per le Scuole Elementari e Secondarie, del
dicastero, intervenendo in sede di Commissione bilancio della Camera
dei Consiglieri, ha informato che è stata emessa una raccomandazione
agli istituti scolastici affinché producano e promuovano l’uso delle
mascherine.
In settimana il segretario del Partito
Costituzionale Democratico Tetsuro Fukuyama aveva chiesto maggiori
spiegazioni circa la riapertura delle scuole anche tenendo in conto
gli affollamenti sui mezzi pubblici che questa decisione porta con
sé.
In politica interna, Ikuo Kabashima è stato confermato, domenica 22 marzo, alla guida della Prefettura di Kumamoto per il quarto mandato consecutivo. Kabashima, ufficialmente indipendente, è stato appoggiato dal Partito Liberal-Democratico e dal Nuovo Komeito ed ha ottenuto 437.133 voti distanziando così di molto Seishi Koyama del Partito Socialdemocratico che ha ottenuto 216.569 voti. L’affluenza è stata del 45%.
Nella difesa, un
organismo consultivo della Prefettura di Okinawa sta redigendo un
rapporto che sottolinea la necessità di distribuire
in siti più piccoli sparsi in tutto l’Arcipelago
la
presenza militare
statunitense. Il
rapporto dovrebbe essere presentato al Governo dalla giunta
prefettizia in aprile.
Il 26 marzo, invece, la Corte Suprema ha
respinto l’ennesimo ricorso che la giunta della Prefettura aveva
presentato contro il piano di ricollocazione della base di Ginowan ad
Henoko. Nello specifico l’ente guidato da Denny Tamaki chiedeva di
annullare la decisione del Ministero delle Infrastrutture che aveva
annullato (la vicenda è costellata di queste battaglie circolari sui
cavilli) il ritiro da parte della Prefettura delle autorizzazioni ad
interrare parte della baia di Henoko.
In economia, i
Governatori delle Banche centrali ed i ministri delle Finanze del G20
hanno tenuto un vertice in teleconferenza il 23 marzo per discutere
circa l’impatto sull’economia globale della pandemia del
COVID-19.
Una richiesta per un bilancio suppletivo che si aggiri
intorno al 10% del PIL è stata avanza in settimana dal presidente
del PDP Tamaki.
Sabato il premier ha annunciato un piano “senza
precedenti” di stimoli economici. La misura dovrebbe aggirarsi
complessivamente intorno ai 56.800 miliardi di yen (poco meno di 471
miliardi di euro).
Soltanto il giorno precedente si era avuta
l’approvazione parlamentare della finanziaria per l’anno 2020. La
legge di bilancio contiene spese per 102.600 miliardi di yen (tra le
voci principali: 35.860 in spese sociali, 5.310 per il Ministero
della Difesa, 1.780 in contromisure per alleviare gli effetti
negativi dell’aumento della tassa sui consumi).
In campo finanziario il colosso SoftBank potrebbe acquistare 4.500 miliardi di yen di proprie azioni nell’ambito di una politica di contenimento del debito. Ad annunciarlo lo stesso presidente Masayoshi Son.
Nell’auto Toyota,
Honda, Nissan e Suzuki hanno tutte annunciato lo stop alla produzione
in India a causa della crescita, anche in quel Paese, del nuovo
Coronavirus. Nissan ha annunciato una sospensione della produzione
anche in Messico (da mercoledì fino al 14 aprile) mentre Toyota ha
sospeso la produzione in Brasile dal 24 marzo fino al 3 aprile ed in
Argentina dallo scorso venerdì al 31 marzo.
Mitsubishi ha
invece interrotto le operazioni nel impianto nell’isola di Luzon
(Filippine) il 17 marzo.
Stop da sabato al 30 aprile anche per
Mazda, in due fabbriche giapponesi (ad Hiroshima e Yamaguchi) ed in
due all’estero (in Messico e Tailandia anche se per 10 giorni
soltanto).
Chiusure non direttamente connesse al virus ma
motivate dalle mancate vendite sono state previste per Honda a Sayama
(dal 16 al 18 aprile) e cioè in uno dei maggiori stabilimenti del
gruppo (250.000 veicoli l’anno la produzione) nonché a Kumamoto (dal
13 al 15 aprile in uno stabilimento che produce circa 275.000 tra
auto e moto); Nissan prevede di fermare per 14 giorni dal primo
maggio l’impianto di Tochigi (250.000 i veicoli lì prodotti
annualmente), l’impianto di Fukuoka (per 21 giorni di aprile) ed a
singhiozzo quello di Oppama.
Interrotta da Toyota, a partire da
lunedì e fino al 3 aprile, la produzione in cinque fabbriche su
suolo nipponico e, da martedì scorso fino al 16 aprile, la
produzione in Sudafrica. Il grande gruppo automobilistico, stando ad
indiscrezioni apparse sulla stampa e che la società ha rifiutato di
commentare, avrebbe richiesto a Sumitomo Mitsui Banking ed a MUFG
Bank circa 1.000 miliardi di yen di liquidità per affrontare meglio
la crisi globale scatenata dalla pandemia.
Toyota ha,
frattanto, siglato con Nippon Telegraph and Telephone l’accordo di
costituzione della joint venture che, nelle intenzioni, dovrà
sviluppare una vera e propria cittadina a basso impatto ambientale e
nella quale la tecnologia sarà onnipresente. Ognuna delle due realtà
investirà 200 miliardi di yen. L’insediamento dovrebbe sorgere a
Susono (Prefettura di Shizuoka).
Nella settimana
appena trascorsa NTT è stata anche la prima azienda a lanciare al
pubblico il proprio servizio di connessione internet 5G. Il servizio
sarà disponibile in 150 aree in 29 diverse Prefetture anche se la
società ha assicurato che entro la fine di giugno installerà propri
ripetitori in tutte le 47 province dell’Arcipelago. Il costo mensile
per abbonato è di 7.650 yen (esclusa la tassa sui consumi). In una
fase iniziale il traffico concesso sarà illimitato.
NTT è
stata seguita a ruota dalla concorrente KDDI, la quale offre una
connessione illimitata per 8.650 yen (per entrambe le società vari
sconti possono però far scendere le tariffe a, rispettivamente,
4.800 e 3.460 yen). Il servizio di KDDI è partito soltanto in 15
Prefetture (tra esse ovviamente Tokyo ed Osaka) ma la società
prevede entro il 2022 di installare altri 20.000 ripetitori per
assicurare una maggiore copertura.
Da venerdì anche SoftBank si
è unita alle società presenti nel settore. Il gruppo offrirà il
servizio 5G soltanto in alcune parti di sette Prefetture a partire
dal 31 marzo.
Nell’elettronica,
mercoledì scorso Japan Display ha ottenuto dall’assemblea degli
azionisti l’approvazione del piano di salvataggio che prevede
sostanziosi investimenti da parte del fondo nipponico Ichigo Asset
Management (50,4 miliardi di yen).
Contemporaneamente il fondo
pubblico INCJ (fondo che promuove l’innovazione tecnologica e tutela
le industrie del settore) convertirà il proprio prestito in azioni
della società per 102 miliardi di yen complessivi. Nominato Scott
Callon, amministratore delegato di Ichigo, al vertice anche della
società produttrice di schermi e parte della filiera produttiva di
Apple.
Rimandata per il momento la vendita a Sharp della
fabbrica posseduta da Japan Display nella Prefettura di
Ishikawa.
Sempre in quest’ambito Sony potrebbe rivedere al
ribasso le entrate per il corrente anno fiscale. Soltanto in febbraio
la società aveva rivisto al rialzo i propri dati economici per
l’anno fiscale 2019 ma la pandemia ha già portato alla chiusura
temporanea di uno stabilimento in Gran Bretagna e di altri in
Malesia.
Nell’acciaio, JFE Steel ha annunciato la chiusura di uno dei propri altiforni a causa del calo della domanda nell’Arcipelago. Si tratta dell’impianto di Kawasaki che dovrà cessare la produzione entro marzo 2024. La società ridurrà così la propria produzione di circa il 13% (rimarranno attivi altri sette altiforni). Il gruppo ha rivisto al ribasso di 190 miliardi di yen le proprie entrate per l’anno fiscale che sta per concludersi (la precedente stima prevedeva entrate per 13 miliardi).
A Tokyo ha aperto
nella stazione della metropolitana di Takanawa un negozio totalmente
automatizzato e privo di personale. Una serie di telecamere collegate
alle uscite e dirette dall’intelligenza artificiale serviranno a
prevenire i furti.
Rimanendo nella distribuzione, l’Associazione
dei Grandi Magazzini riporta per il mese attuale un calo delle
vendite prossimo al 40% (dato che raggiunge l’80% sulle vendite dei
prodotti duty-free).
Nel turismo sono ben
443 le visite di navi da crociera cancellate a causa della diffusione
del virus. Per le città che ospitano questi porti i mancati introiti
si stimano, fino ad ora in 10 miliardi di yen.
Richieste di
tutela economica al settore sono arrivate dal PCD in particolare per
interpreti e guide turistiche le cui entrate stanno avviandosi ad
essere prossime a zero.
Tra le aziende maggiormente colpite
dalla pandemia anche le compagnie aeree. L’Associazione delle
Compagnie Aeree del Giappone stima in 1.000 miliardi di yen di
mancati per i prossimi 12 mesi. Soltanto per il periodo che va da
gennaio a maggio si è stimato che le due maggiori compagnie, ANA e
Japan Airlines, perderanno circa 400 miliardi.
Nel Gruppo Poste del
Giappone, la controllata Japan Post Bank ha inviato alla casa madre
una proposta di taglio di 10.000 posti di lavoro (il 5% della forza
lavoro totale) a fronte di un calo dei fatturati.
Nell’ultimo
anno fiscale il settore bancario di Japan Post Holding ha riportato
un -23% mentre quello assicurativo ha registrato un -13%.
In agricoltura, sono state presentate dal Partito Costituzionale Democratico le proposte da inserire nel piano di base per l’alimentazione, l’agricoltura e le aree rurali preparato ogni cinque anni dal Ministero dell’Agricoltura. Tra gli interventi suggeriti: un diverso calcolo del tasso di autosufficienza alimentare (tenendo in conto le calorie piuttosto che le quantità prodotte); aiuto all’agricoltura su piccola scala e su quella che si sposa con altre attività occupando soltanto parzialmente la giornata lavorativa; l’introduzione di misure di sostegno al reddito degli agricoltori che riducano il processo di erosione della base produttiva del Sol Levante nel settore primario.
Sul nucleare TEPCO
starebbe studiando un rilascio di acque contaminate da trizio (ed
attualmente stoccate all’interno dell’ex impianto) che dovrebbe
durare per i prossimi trent’anni ed anche più. Stando alla bozza del
piano il rilascio potrebbe terminare tra il 2041 ed il 2051. Se
l’azienda avrà il via libera dovrà, con ogni probabilità, far
scendere la radioattività del 75% in meno rispetto al limite legale
in Giappone (60.000 becquerel per litro).
Junichi Matsumoto,
responsabile della decontaminazione per TEPCO, non ha tuttavia ancora
escluso la possibilità di rilasciare l’acqua in atmosfera: “non
abbiamo ancora deciso se rilasciarla in mare o in atmosfera”.
Rimanendo sull’energia, JXTG, il maggiore gruppo petrolifero nipponico, ha abbassato, lo scorso giovedì, le proprie previsioni per l’anno fiscale che sta per concludersi di 300 miliardi di yen a causa del crollo del prezzo del petrolio prodottosi nell’ambito dello scontro Russia-Arabia Saudita nonché per l’esplosione della pandemia del Coronavirus. Nella previsione di novembre il gruppo aveva stimato utili per 155 miliardi e vendite per 10.400 miliardi (adesso stimate in 10.050).
In ambito culturale,
nonostante la pandemia, sono moltissimi i volontari che nella
Prefettura di Okinawa cooperano, da lunedì 23 marzo, con i tecnici
dell’Agenzia per il Beni Culturali nel restauro degli oggetti
recuperati dal castello, distrutto il 31 ottobre 2019 dalle fiamme,
di Shuri.
Le autorità auspicano di completare i restauri (e di
fatto la ricostruzione dell’edificio principale) entro il 2026.
Nell’aerospazio, è stata annunciata per il 21 maggio la partenza di un vettore che trasporterà verso la Stazione Spaziale Internazionale un cargo di materiali.
(con informazioni di olympic.org; cdp-japan.jp; dpfp.or.jp; mainichi.jp; japantimes.co.jp; asahi.com)
Immagine da Wallpapersflare
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.