Ben 23 persone fatte sbarcare dalla nave da crociera Diamond Princess non sono state testate per accertare la presenza o meno del nuovo coronavirus. Ad annunciare questa gigantesca falla nei controlli il il ministro della Salute Katsunobu Kato lo scorso 22 febbraio. “Esamineremo cosa è andato sbagliato e non ripeteremo il medesimo errore” ha affermato Kato.
Il giorno seguente è stata data la notizia che una donna, fatta sbarcare proprio sabato 22, è risultata infetta nonostante il test avesse dato esito negativo.
Un’altra delle persone sbarcate è invece deceduta in ospedale il 23 febbraio (si tratta di un uomo giapponese di circa 80 anni) mentre un’altra si è spenta il 25. Gli ultimi decessi hanno fatto salire a quattro il numero di contagiati all’interno della nave che hanno perso la vita.
“La nave non era progettata per essere un ospedale. La nave è una nave – ha rilevato Shigeru Omi, ex funzionario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità -. Ovviamente l’isolamento non poteva essere l’ideale come ci si aspetterebbe invece da un ospedale, quindi a mio avviso, sebbene l’isolamento sia stato in qualche modo efficace, in larga misura non è stato perfetto”.
Il 27 febbraio, finalmente, sono sbarcati dalla nave anche i primi membri dell’equipaggio: si tratta di 91 persone che proseguiranno la quarantena presso una struttura pubblica di Saitama.
Frattanto il
Ministero degli Esteri degli Stati Uniti ha emesso un’allerta
circa i voli provenienti dal Giappone, Paese che a questo punto
si sta rivelando come uno dei più colpiti dal virus.
Restrizioni
all’ingresso dal Giappone sono state poste anche da Israele, Stati
Federati di Micronesia, Kiribati, Tuvalu, Comore, Isole Salomone e
Samoa.
Nuove politiche base
per affrontare l’emergenza sono state predisposte lo scorso martedì.
Tra le misure previste vi sono l’accoglienza nelle strutture
ospedaliere di tutti i pazienti che mostrano sintomi associabili alla
malattia.
Il medesimo giorno il ministro dell’Istruzione
Koichi Hagiuda ha affermato di valutare la chiusura delle scuole in
caso di sensibile aumento dei contagiati.
La Prefettura di
Hokkaido, nella quale si sono registrati fino ad ora 39 casi (tra
essi un autista di bus scolastici ed un insegnante), ha
immediatamente dato seguito alle parole di Hagiuda chiudendo
temporaneamente 1.600 istituti scolastici. Ad Hokkaido si è avuto,
lo scorso mercoledì, un ulteriore decesso: il sesto avvenuto
nell’Arcipelago. Per far fronte alla crisi il Governatore di Hokkaido
ha dichiarato il 28 febbraio lo stato di emergenza.
Decisa
la chiusura delle scuole
anche dalla città di Osaka fino al 13 marzo mentre il 27 febbraio la
città di Nagoya ha disposto lo stop a tutte le attività scolastiche
(compresi gli asili).
Una chiusura di tutte le scuole è
stata, infine, richiesta anche dal premier a partire dal prossimo
lunedì e fino a data da destinarsi (ma almeno per un mese). La mossa
del premier ha suscitato perplessità tra i funzionari del Ministero
dell’Istruzione nonché tra le amministrazioni locali. Di rischio di
“blocco per la società giapponese” ha parlato Toshihito
Kumagai, sindaco di Chiba.
Il ministro Hagiuda ha invitato le
famiglie alla cooperazione e chiesto che i bambini siano tenuti in
casa per il prossimo mese. Spetterà comunque ai singoli uffici
scolastici locali decidere se, come e per quanto tempo chiudere gli
istituti. “Si tratta di una decisione politica e non di una
proposta basata su evidenze scientifiche” ha commentato Masaki
Yoshida, docente della Università Jikei di Medicina ed a capo della
Società Giapponese per il Controllo e la Prevenzione delle
Infezioni.
Tra le misure
adottate in settimana vi sono anche una serie di divieti, che saranno
flessibili e suscettibili di continue mutazioni, agli ingressi nel
Paese da zone considerate a rischio (possibilità già prevista
dal comma 14 dell’articolo 5 della legge sull’immigrazione) nonché
la possibilità di costringere qualcuno ad entrare in quarantena
reinterpretando le normative attualmente in vigore.
L’esecutivo
ha chiesto alle organizzazioni pubbliche e private di evitare, per
quanto possibile, gli eventi che comportano grandi concentrazioni
di persone (come ad esempio i concerti: molti già annullati).
Rimarrà chiuso, tra gli altri, il parco di divertimento Disney di
Tokyo (almeno fino al 15 marzo) ed il parco a tema di Hello Kitty (in
questo caso fino al 12).
Per ciò che
concerne i Giochi Olimpici il capo del Comitato organizzatore,
Toshiro Muto, ha voluto smentire le voci circa l’annullamento delle
Olimpiadi di Tokyo 2020 a causa dell’epidemia. “Noi ci muoviamo
con la precondizione che i Giochi si terranno come previsto” ha
affermato Muto il 27 febbraio.
Il Comitato Olimpico
Internazionale è “interamente impegnato affinché i Giochi
Olimpici di Tokyo inizino il 24 luglio” ha affermato, lo scorso
giovedì, anche Thomas Bach, Presidente del CIO.
In politica interna, Mizuho Fukushima è stata rieletta alla guida del Partito Socialdemocratico. Fukushima, che ha già guidato il Partito tra il 2003 ed il 2013, sostituisce Seiji Mataichi. Principale dibattito che ha animato la forza politica in questi mesi è stata la proposta di fusione proveniente dal Partito Costituzionale Democratico.
La ministra della
Giustizia, Masako Mori, ha frattanto salvato il posto. Una
mozione di sfiducia presentata dall’opposizione è stata bocciata lo
scorso giovedì. La ministra era finita nell’occhio del ciclone per
aver sostenuto la proroga del mandato del supervisore della Procura
Generale Hiromu Kurokawa il quale sarebbe dovuto andare il
pensione.
In settimana la ministra ha anche disposto l’invio in
Libano del viceministro Hiroyuki Yoshiie per colloqui con le autorità
di quel Paese circa la vicenda di Carlos Ghosn. Appare comunque
improbabile che, stante l’assenza di un trattato di estradizione tra
le due nazioni, l’ex manager sia rimandato a Tokyo.
Nissan
è stata, intanto, multata lo scorso venerdì per 2,42 miliardi di
yen per non aver riportato, come richiesto dalla legge, le esatte
remunerazioni dell’ex numero uno.
Per ciò che
concerne la finanza pubblica, il 28 febbraio la Camera dei
Rappresentanti ha approvato il bilancio di previsione per il 2020.
Si tratta, come oramai i governi Abe hanno abituato, di un bilancio
record: 102.660 miliardi di yen.
Il bilancio comprende 5.310
miliardi di spese militari, 1.780 miliardi di stimoli ai consumi
(spese motivate dal contraccolpo prodotto dall’aumento della tassa
sui consumi)
Sul fronte immigrazione, una ricerca condotta dal quotidiano Mainichi sui dati dell’ultimo censimento nazionale mostra come il 7,7% degli stranieri tra i 15 ed i 19 anni non studiano e non lavorano. Il dato è oltre il doppio di quello dei cittadini giapponesi compresi nella medesima fascia d’età: il 3,1%.
In politica estera,
il ministro nipponico Motegi e l’omologo cinese Wang Yi, hanno
convenuto – nel corso di una conversazione telefonica avvenuta
mercoledì scorso – di proseguire il dialogo in previsione di una
prossima visita del Presidente cinese Xi nel Sol
Levante.
Venerdì scorso Motegi ha incontrato, sempre
nell’ambito della preparazione della visita di Xi, anche l’alto
funzionario cinese Yang Jiechi, membro dell’Ufficio Politico del
Partito Comunista Cinese.
“Al momento non prevediamo cambi
circa la visita” ha affermato il titolare della diplomazia
nipponica confermando quindi che in aprile il massimo rappresentante
cinese visiterà l’Arcipelago.
In ambito militare,
il cacciatorpedienere Takanami ha iniziato il 26 febbraio la propria
missione di raccolta informazioni e monitoraggio nel Golfo di
Aden.
La missione è stata attentamente preparata nei mesi
scorsi dal premier Abe il quale si è assicurato che le nazioni
nell’area, Iran in primis, non avessero nulla da ridire.
In economia il
Giappone e la Malesia potrebbero presto avviare una cooperazione
nella produzione di velivoli.
Il settore muove nel Sol Levante
circa 1.800 miliardi di yen ma l’esecutivo intende portare il giro
d’affari ad una cifra prossima ai 3.000 miliardi. Aziende come Wada
Aircraft Technology, Imai Aero-Equipment ed Asahi Aero Group
acquistano nel Paese componentistica.
Per ciò che attiene
a dati macroeconomici, il tasso di disoccupazione è cresciuto a
gennaio dello 0,2% rispetto al mese precedente, toccando quota 2,4%.
Lo scorso mese, in termini assoluti i disoccupati sono stati
1.640.000.
La disponibilità di posti di lavoro è stata di
1,49: in calo rispetto a 1,57 di dicembre.
Sempre a gennaio si è
registrata una crescita dello 0,8% della produzione industriale che è
stata in gran parte trainata dal settore automobilistico.
Dal G20 dei ministri
delle Finanze e dei Governatori delle banche centrali è giunta,
intanto, la critica esplicita del Giappone,
espressa dal vicepremier Taro Aso, circa l’atteggiamento
assunto dagli Stati Uniti riguardo alla tassazione dei giganti del
web.
Tutti gli altri Paesi che hanno partecipato al summit
hanno infatti espresso la volontà di aumentare il livello di
tassazione verso questi operatori e di evitare fenomeni di elusione
fiscale. Diversa la posizione degli USA e del governo Trump che, al
contrario, intendono tutelare queste società che sono, nella
stragrande maggioranza dei casi, statunitensi.
Per ciò che
concerne gli effetti del nuovo coronavirus
sull’economia, il Governatore della Banca del Giappone Kuroda ha
rassicurato affermando che il proprio istituto è “totalmente
preparato a prendere tutte le misure necessarie”.
“Siamo
pronti a prendere ulteriori misure per rispondere a questo rischio”
si legge anche nel comunicato finale del G20 di Riad.
Nel
commercio alcuni economisti prevedono mancati incassi per 2.000
miliardi di yen a causa del virus. Il negozio Matsuya di Ginza
(tra le aree più ricche di Tokyo) ha riportato tra il primo ed il 26
di febbraio cali nelle vendite del 30%.
Un calo del 4% (tra
il primo ed il 23 di febbraio) è stato registrato anche dalla
società autostradale del Giappone centrale.
Crollate (-22%) le
azioni di Tokyo Dome (società che opera nel settore del baseball)
nonché quelle di Toho, Toei e Shochiku, società di produzione
teatrale e cinematografica, che hanno registrato un calo tra il 21 ed
il 24%.
Intanto, dopo che un
suo dipendente è stato contagiato, il colosso della pubblicità
Dentsu ha avviato politiche
di telelavoro per 5.000 propri lavoratori.
Ha chiuso
invece i battenti un noto hotel di Gamagori (Prefettura di Aichi)
dopo che le continue cancellazioni, soprattutto di turisti cinesi,
hanno lasciato le camere vuote.
Due settimane fa un centro
commerciale aveva avviato un piano di prepensionamenti proprio
a causa di un drammatico calo delle vendite.
Nell’auto, Toyota
ha annunciato un investimento da 400 milioni di dollari nella società
Pony.ai, azienda cinese impegnata nello sviluppo di veicoli a guida
autonoma.
La stessa società, stando ad indiscrezioni apparse
sulla stampa, potrebbe, inoltre, presto investire 130 miliardi di
yen, nella città cinese di Tianjing, per la costruzione di una
fabbrica dedita alla produzione di veicoli elettrici.
Nelle telecomunicazioni, la società di messaggistica Line ha comunicato, lo scorso venerdì, che ben 4.225 account sono stati violati da hacker mediante pratiche di cosiddetto “phishing”. Quasi tutti gli account violati sono di utenti giapponesi.
Chiesto, lo scorso 28 febbraio, da parte dell’antitrust nipponica l’intervento della magistratura sulle politiche contrattuali di Rakuten. Pomo della discordia l’obbligo, inserito dalla piattaforma, di condivisione con i singoli venditori dei costi di spedizione offerti gratuitamente ai clienti.
Sul nucleare, si è
avuta, lo scorso 25 febbraio, la visita nell’Arcipelago di Rafael
Mariano Grossi, Direttore Generale dell’Agenzia Internazionale
per l’Energia Atomica. Grossi, incontrando il premier Abe, ha
promesso il sostegno del proprio ente ai lavori di decommisionamento
dell’ex centrale di Fukushima i quali si protrarranno per i
prossimi 30 o 40 anni.
“La mia più grande priorità, ad
inizio del mio mandato, era quella di venire in Giappone. L’AIEA ed
il Giappone intrattengono rapporti eccellenti ed intensi e mi
propongo di consolidarli negli anni a venire. Questa visita mi ha
permesso di stabilire buone relazioni personali con i più alti
livelli governo giapponese” ha affermato Grossi.
Grossi ha
anche dato via libera al rilascio controllato in mare dell’acqua
contaminata da trizio attualmente stoccata all’interno dell’impianto.
“È ovvio che ogni metodo può essere criticato ma
ciò che vogliamo affermare, da un punto di vista tecnico, è che
questo comportamento è in linea con le pratiche internazionali. […]
Ciò che l’AIEA può fare è, su richiesta del Giappone, fornire
aiuto e consigli quando il processo partirà. Questo aiuto può
assumere diverse forme, per esempio, possiamo assistere nel
monitoraggio delle acque prima del loro rilascio controllato
nell’ambiente” ha sostenuto il funzionario.
Dopo aver
visitato il sito di Fukushima Grossi ha anche invitato a “non
fare una corsa contro il tempo. È molto di più una
corsa per la sicurezza”.
Frattanto la centrale,
danneggiata dallo tsunami del 2011, di Onagawa, di proprietà
della Tohoku Electric Power, ha ottenuto il primo via libera alla
riapertura da parte dell’Agenzia Regolatrice per il Nucleare.
Rimanendo nell’energia, Panasonic ha comunicato la scorsa settimana che è uscita dal progetto di sviluppare un’azienda per la produzione di pannelli solari in cooperazione con Tesla. L’azienda avrebbe dovuto sorgere nello Stato di New York. Panasonic fermerà la propria produzione di pannelli solari nella fabbrica di Buffalo il prossimo maggio.
(con informazioni di iaea.org; bloomberg.com; the-japan-news.com; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine Shibuya 246 (dettaglio) da flickr.com
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.