Settimana iniziata con una nuova comunicazione agli ambasciatori accreditati in Giappone circa le opzioni che l’esecutivo sta vagliando per il rilascio dell’acqua contaminata stoccata all’interno dell’ex impianto di Fukushima.
Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti di 23 diversi Paesi (tra essi anche l’Italia).
Sempre
in politica estera si è svolto l’annuale
evento irredentista,
promosso dal governo nipponico dal 1982, per rivendicare la sovranità
sulle due isole dell’arcipelago delle Curili
più prossime al territorio metropolitano del Giappone.
Anche
quest’anno il premier, che quasi certamente parteciperà al prossimo
Den Pobedy a Mosca, ha evitato di definire come occupazione illegale
la sovranità russa sulle isole.
L’evento, chiamato
ufficialmente Manifestazione nazionale per il ritorno dei Territori
del Nord (termine utilizzato in Giappone per definire le Curili
meridionali), si tiene il 7 febbraio a ricordo del Trattato
nippo-russo di Shimoda del 1855.
Il 2019 è stato un anno ricco
di accordi e complessivamente positivo secondo l’ambasciatore russo a
Tokyo Mikhail Galuzin.
“L’anno
scorso abbiamo assistito a una serie di eventi significativi i quali
hanno dimostrato che l’interesse reciproco e le prospettive di
reciproco profitto generate dalla cooperazione ci spingono a siglare
nuovi ed importanti progetti comuni” ha affermato Galuzin
sottolineando in particolare gli importanti accordi nel settore
dell’energia. Tra i contratti siglati da aziende russe e giapponesi
il più importante è senza dubbio quello sottoscritto da Novatek ed
un consorzio di imprese capeggiate da Mitsui & Co e Jomec per
l’esplorazione nella penisola di Yamal.
In
politica interna il deputato conservatore Tsukasa
Akimoto
ha ricevuto lo scorso 3 febbraio una nuova
accusa di corruzione
dalla Procura di Tokyo. Secondo i magistrati il parlamentare avrebbe
ricevuto denaro e altre utilità (gli sarebbero stati pagati dei
viaggi) da una società cinese interessata ad aprire casinò
nell’Arcipelago.
Inquisiti anche un ex dirigente e due ex
consultenti della società in questione nonché Akhiro Toyoshima, ex
collaboratore del deputato.
Sullo
scandalo
del sakura,
Kiyomi Tsujimoto, deputato del Partito Costituzionale Democratico, ha
interrogato il premier Abe, nel corso della seduta del 3 febbraio
della Commissione Bilancio della Camera bassa, rimarcando lo sperpero
di denaro pubblico connesso alle migliaia di inviti emessi dal
governo e dai pariti della maggioranza ed in particolare ha
sottolineato la violazione di diverse norme circa una cena, tenutasi
in un hotel nel 2018, per centinaia di partecipanti all’evento. Nello
specifico gli invitati avrebbero pagato per la cena 5.000 yen a
persona: una cifra che, stando al menù, è ritenuta irrealistica
dalle opposizioni.
Il 6 febbraio Abe
ha ammesso,
dopo
aver negato fino al giorno precedente ogni coinvolgimento, che
propri collaboratori raggiunsero un accordo con l’hotel
per circa 800 invitati. Anche se non sarebbero stati utilizzati fondi
pubblici l’accordo e le – certe ancorché negate – spese sostenute
dal PLD per coprire parte dei costi della cena non figurano in nessun
bilancio che i parlamentari ed i partiti politici sono obbligati a
presentare.
Per ciò concerne il nuovo coronavirus, il premier Abe ha sostenuto che coopererà con l’Organizzazione Mondiale della Sanità al fine di ridurre al minimo il rischio di diffusione dello stesso in occasione delle prossime Olimpiadi che si terranno quest’estate.
Proprio la malattia potrebbe causare un crollo nel numero dei viaggiatori mandando in fumo molte delle previsioni sullo sviluppo avanzate dall’esecutivo negli scorsi anni.
L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive ed altre istituzioni pubbliche stanno intanto lavorando ad un kit per accertare rapidamente se una persona è portatrice o meno del virus.
Lo scorso 3 febbraio una nave da crociera – con a bordo 2.500 passeggeri e circa 1.000 membri dell’equipaggio – è stata messa in quarantena a largo del porto di Yokohama in quanto uno dei passeggeri aveva contratto il virus (probabilmente ad Hong Kong). Nel corso della settimana il numero degli infettati è salito a 20 e poi ha superato i 60 ed i passeggeri, inizialmente posti in quarantena all’interno della nave, sono stati condotti in strutture sanitarie della Prefettura di Kanagawa. Il Ministero della Difesa ha inviato a bordo della nave cento uomini e tra essi due medici.
Possibili, intanto, nuove restrizioni ai viaggi dalla Cina al Giappone anche per altre regioni della RPC (per l’area di Hubei il divieto è già in essere): “stiamo analizzando i dati sui pazienti insieme alla Cina per determinare quale aree sono a rischio” ha detto il premier intervenendo alla Camera dei Rappresentanti.
Il 7 febbraio altri 200 cittadini nipponici sono stati riportati in Giappone con un volo speciale partito da Wuhan.
Yukio Edano ha, intanto, chiuso la porta alle proposte provenienti da esponenti del PLD di modificare la Costituzione, introducendo la possibilità di dichiarare lo stato di emergenza, utilizzando il virus come arma propagandistica a sostegno della cosa: “è un abuso cercare di legare questioni costituzionali con la vita umana”.
Le opposizioni hanno, frattanto, sottolineato (portavoce della posizione si è fatto Jun Azumi del PCD che ha incontrato Hiroshi Moriyama del PLD) come l’emergenza richieda fondi, in particolare per il sostegno alle attività turistiche colpite dal crollo dei visitatori, ed offerto di discutere ed eventualmente approvare congiuntamente nuove spese volte ad attutire i danni economici nonché a contenere la diffusione del virus.
Sabato 8 febbraio il Ministero degli Esteri ha comunicato la morte di un cittadino nipponico residente a Wuhan che potrebbe essere deceduto a causa del virus.
Sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, dopo che il premier, rispondendo ad una interrogazione dell’opposizione aveva affermato che occorreva cambiare la Costituzione per consentirlo, è giunta la risposta del PCD, mediante il Presidente Edano: “il matrimonio gay non era previsto quando la Carta venne approvata. Non era previsto ma non era vietato […]. Chiunque affermi il contrario non ha una buona conoscenza giuridica”.
Polemiche
sono state sollevate dalle opposizioni, in primo luogo da Shu
Watanabe del Partito Democratico per il Popolo, circa la proroga,
disposta dall’esecutivo, all’incarico di Hiromu
Kurokawa,
Sovraintendente della Procura di Tokyo: “sembra
che la proroga sia legata a facilitare la nomina di Kurokawa a
Procuratore Generale”
ha affermato il parlamentare.
Il magistrato ha ottenuto una
norma ad personam che ne posticipa il pensionamento di sei mesi.
Kurokawa è ritenuto vicino
al Partito Liberal-Democratico.
“Il
signor Kurokawa ha guidato l’amministrazione giudiziaria seguendo i
voleri del governo Abe”
ha affermato Yukio Edano per il PCD.
Dal Ministero della
Giustizia Masako Mori ha difeso la scelta legandola ad alcune
indagini in corso che vanno completate.
Rimanendo
in campo giudiziario, il numero di interpreti nei tribunali continua
a scendere nonostante quello degli stranieri sia in costante aumento.
Se nel 2010 i tribunali potevano contare su 4.076
professionisti essi erano diventati 3.586 nel 2019.
A
determinare questa moria sono prevalentemente
i bassi compensi ed una serie di prestazioni non retribuite
come la traduzione di documenti scritti.
In
ambito militare, lo scorso 2 febbraio il cacciatorpediniere
Takanami
ha lasciato la base di Yokosuka per dirigersi verso il Golfo
di Aden
nell’ambito della missione portata avanti nell’area dalle Forze di
Autodifesa.
Ufficialmente le navi effettueranno attività di
“ricerca
e raccolta di informazioni”
ma in realtà esse offrono una certa copertura alle possibili, e non
auspicabili, attività della Marina militare USA nello Stretto di
Hormuz.
Frattanto
il Ministero della Difesa ha comunicato lo scorso giovedì che
l’azienda siderurgica Kobe
Steel
e quella operante nel settore dei dati per satelliti Pasco
hanno subito attacchi
informatici.
Gli
attacchi, consistenti in una serie di accessi non autorizzati a dati
riservati, sono avvenuti
tra l’agosto 2016 ed il maggio 2018.
Nelle scorse settimane
attacchi informatici avevano colpito Mitsubishi Electric e NEC.
In economia, è stato licenziato dal governo un disegno di legge che consentirà, su base volontaria, di lavorare fino a 70 anni. La normativa attuale fissa il limite in 65 anni.
Dati negativi sui consumi delle famiglie si sono registrati a dicembre: -4,8% rispetto allo stesso mese del 2018. La spese delle famiglie con due o più componenti è stata in media di 321.380 yen. Il dato è soltanto leggermente migliore di quello di ottobre (-5,1%), mese nel quale l’IVA è aumentata dall’8 al 10%.
In
calo,
secondo quanto emergerebbe dai primi dati forniti dall’esecutivo,
anche
i salari reali
che sarebbero stati nel 2019 pari ad una media di 322.689 yen: lo
0,3% in meno in termini nominali e lo 0,9% in meno rapportandoli con
l’inflazione.
Il dato è in gran parte correlato con il
costante aumento
del lavoro a tempo parziale
che coinvolge ormai il 31,53% dei lavoratori (+0,65% rispetto al
2018).
La paga base è scesa dello 0,1% (in media 244.485 yen
mensili) mentre gli introiti da straordinari non programmati sono
stati dello 0,8% in meno. Un -0,9% anche sul totale dei bonus
erogati.
Analizzando soltanto i salari del lavoratori a tempo
pieno si è invece registrata una crescita dello 0,3% (per una media
di 425.288 yen mensili).
Nel
commercio internazionale è stata confermata dall’Indonesia l’assenza
di funzionari indiani alla riunione preparatoria del summit
ministeriale del RCEP
che si è svolta a Bali. Molto probabile che dunque il prossimo
marzo, quando a Danang (Vietnam) si incontreranno i titoli dei
dicasteri competenti, i partecipanti saranno 15 e non più 16.
Il
Regional Comprehensive Economic Partnership è un accordo di libero
scambio in discussione
dal 2013 che coinvolge le 10 nazioni ASEAN (Filippine, Indonesia,
Vietnam, Brunei, Laos, Cambogia, Malesia, Singapore, Tailandia e
Myanmar) nonché Giappone, Repubblica di Corea, Cina, Australia,
Nuova Zelanda e fino a qualche mese fa anche l’India, Paese che il
Giappone vorrebbe tenere a tutti i costi all’interno dell’accordo (un
invito in tal senso era giunto da Motegi lo scorso dicembre quanto il
titolare della diplomazia nipponica si recò in visita a Nuova
Dheli). In caso di approvazione questo accordo sarà uno dei più
importanti al mondo per la quota del PIL globale coinvolta.
Nel commercio con gli USA si è avuta per il Sol Levante una conferma della robustezza delle proprie esportazioni. Stando ai dati comunicati la scorsa settimana dal Dipartimento al Commercio statunitense nel 2019 il Giappone è stato il terzo Paese, in termini di valori assoluti, nella classifica dei Paesi verso i quali gli USA sono in deficit: vi è stata infatti una crescita del surplus nipponico verso gli States del 2,7% per complessivi 68,98 miliardi di dollari.
Una
relazione privilegiata
potrebbe instaurarsi tra il Giappone e la Gran Bretagna: appena
uscita dall’UE ed in disperata ricerca di accordi commerciali. In tal
senso i ministri degli Esteri dei due Paesi, Toshimitsu Motegi e
Dominic Raab, si sono incontrati lo scorso sabato a Tokyo iniziando
una discussione che potrebbe portare anche all’inclusione
del Regno Unito nel CPTPP.
“Il
Giappone è un grande amico e il nostro partner sulla Difesa più
vicino in Asia. Ora che abbiamo lasciato l’UE possiamo sfruttare
appieno le opportunità che ci sono aperte: commercio, investimenti,
innovazione tecnologica e cooperazione in materia di sicurezza” ha
affermato Raab.
Fallito
invece l’obiettivo di esportare nel 2019 almeno 1.000 miliardi di yen
di prodotti agricoli.
I primi dati forniti dall’esecutivo, che aveva in quella cifra il
proprio obiettivo per l’anno appena trascorso, l’export è cresciuto
dello 0,6% (+3,8% per i prodotti della terra ma -5,2% nei prodotti
ittici) ma si è fermato a 912,1 miliardi.
Tra i mercati che
hanno registrato un calo maggiore vi è stato quello sudcoreano
(-21%) a causa, in gran parte, del boicottaggio, politicamente
motivato, portato avanti da molti consumatori di quel Paese.
Cresciuto invece l’export alimentare verso la Cina (+14,9%) e gli USA
(+5,2%).
In
campo farmaceutico, il colosso Takeda Pharmaceutical ha visto al
rialzo, per l’anno fiscale 2019, i propri profitti operativi e le
proprie proiezioni di vendita mentre di contro le perdite nette sono
stimate in calo.
Escludendo i costi per l’acquisizione
dell’irlandese Shire (6.200 miliardi di yen: uno dei più grandi
acquisti di sempre compiuti da un’azienda del Sol Levante), Takeda
prevede di realizzare entro marzo, termine dell’anno fiscale 2019,
950 miliardi di yen di profitti operativi contro i 930 ipotizzati ad
ottobre.
Da 273 a 162 i miliardi di perdite (il ricalcolo è
dovuto ad una diversa valutazione di quanto posseduto da Shire)
mentre le vendite dovrebbero passare dagli stimati 3.260 a 3.290
miliardi.
Nell’elettronica
profitti in calo per il periodo aprile-dicembre dello scorso anno
sono giunti da Panasonic. La società ha riportato un -17,8% per un
totale negli utili operativi di gruppo pari a 2,2 miliardi di
dollari.
Profitti in aumento sono stati stimati da Sony. La
società prevede di chiudere l’anno fiscale 2019 (che terminerà a
maggio) con 590 miliardi di utili contro i 540 della precedente
stima. A determinare la previsione l’aumento delle vendite di sensori
per fotocamere che annullerebbe i dati sui profitti del periodo
aprile-dicembre 2019 nei quali si è potuta vedere una crescita
inferiore del 31,2% rispetto allo stesso periodo del 2018 (569,55
miliardi in termini assoluti). La società prevede di riaprire i
propri impianti in Cina il prossimo 10 febbraio.
Nel
turismo, a Sapporo, capoluogo dell’isola di Hokkaido, si è aperto il
4 febbraio il festival della neve, colpito quest’anno dal rischio del
coronavirus che ha ridotto le presenze e con un inverno abbastanza
caldo. Lo scorso anno ben 2.740.000 turisti cinesi hanno visitato la
più settentrionale delle isole nipponiche.
Il calo
dei visitatori
ha avuto un impatto anche nei duty free. A gennaio Takashimaya, Sogo
& Seibu e J. Front Retailing hanno riportato cali nelle vendite
per questo settore specifico rispettivamente del 14,7, 15 e 5%.
Per
attrarre maggiori turisti molte aziende nipponiche stanno sempre più
investendo sul settore
ferroviario.
Lo scorso 5 febbraio la Kintetsu Railway, azienda di Osaka, ha
presentato il proprio treno, con vetrate panoramiche, Hinotori. A
partire dal 14 marzo il treno percorrerà la tratta tra Osaka e
Nagoya in due ore e cinque minuti.
Frattanto
Haruhiko Kuroda, numero uno della Banca del Giappone, ha dichiarato,
lo scorso martedì, che è “troppo
presto”
per stimare quali saranno gli effetti dell’epidemia sull’economia
nipponica.
“Prenderemo
le misure che saranno necessarie”
ha rassicurato il Governatore.
Dati poco rassicuranti sono stati
invece forniti in settimana da SMBC Nikko Securities. La società ha
previsto che le aziende nipponiche (escluse dal computo le società
finanziarie e quelle elettriche e delle telecomunicaizoni)
guadagneranno nel 2020
per una serie di cause (tra le quali rientra il coronavirus ma anche
la tensione commerciale USA-Cina) il 9,6% in meno.
I maggiori
cali dovrebbero riguardare gli utili del manifatturiero (-16,1% se
confrontati con il 2018) ed in particolare del settore siderurgico
(-70,3%), automobilistico (-31,5%) e meccanico (-30%).
Tra le
aziende da cui giungono i primi dati sull’impatto negativo del virus
vi è Shiseido (cosmetici) che ha registrato un -55% delle vendite
nel corso del capodanno lunare di quest’anno.
Nonostante ciò
l’azienda prevede utili netti per l’anno fiscale 2019 pari a 705
milioni di dollari (+5,4% rispetto al 2018) anche se l’amministratore
delegato Masahiko Uotani ha precisato che la previsione potrebbe
essere suscettibile di cambiamenti alla luce del virus che ha colpito
il Paese nel quale Shinseido vende il 20% dei propri prodotti.
Cali
certi anche per il colosso dell’abbigliamento Uniqlo che ha chiuso la
metà dei propri negozi nel Paese.
Nell’auto,
Nissan
ha rimandato
fino al 14 febbraio la riapertura del proprio impianto nella
provincia cinese di Hubei
mentre altre fabbriche riavvieranno la produzione il 10. A gennaio
Nissan ha riportato un -11,8% nelle vendite in Cina.
Toyota
ha invece annunciato lo scorso mercoledì le nuove stime sugli utili
per l’anno fiscale 2019. I nuovi dati prevedono che la società
chiuda l’anno fiscale 2019 con 2.350 miliardi di yen di utili netti
(+2,15% rispetto alla precedente stima). Preoccupazione è stata però
espressa dai vertici della società per quanto sta avvenendo in Cina
e per i possibili
risvolti negativi in termini di fornitura di componenti. La società
ha esteso al 17 febbraio la chiusura dei propri impianti cinesi.
Nel
settore aereo è stato ufficialmente comunicato da Seiji Izumisawa,
amministratore delegato di Mitsubishi Heavy Industries, che SpaceJet
M90, l’aereo passeggeri di medie dimensioni che la controllata
Mitsubishi Aircraft doveva lanciare nel 2013, subirà nuovi ritardi
nel suo debutto.
A causa di nuove
certificazioni e di dubbi sollevati dal Ministero dei Trasporti di
Tokyo alcune parti del velivolo andranno modificate. Secondo il nuovo
annuncio, il mezzo sarà pronto per la primavera del 2021: si tratta
del sesto rinvio.
Per
ciò che riguarda le politiche energetiche il
Sol Levante non sembra intenzionato ad uscire dal carbone
nonostante gli impegni presi alle conferenze internazionali tra cui
quella di Parigi, con la quale il Paese si era impegnato, entro il
2030, a tagliare del 26% le emissioni.
Attualmente è in
costruzione una nuova centrale a carbone a Yokosuka mentre altre 22
dovrebbero vedere la luce
nei prossimi 5 anni.
“Il
Giappone aveva promosso delle Olimpiadi a basse emissioni, ma nello
stesso anno in cui i giochi si terranno partiranno cinque nuove
centrali elettriche a carbone che emetteranno molte volte più
anidride carbonica di qualsiasi cosa che delle Olimpiadi a basse
emissioni possano compensare” ha affermato Kimiko Hirata, del
gruppo ambientalista Kiko Network.
“Il
Giappone è un’anomalia tra le economie sviluppate. L’era del carbone
sta finendo ma per il Paese si sta rivelando molto difficile la
rinuncia ad una fonte di energia sulla quale si fa affidamento da
molto tempo”
ha sottolineato Yukari Takamura dell’Università di Tokyo.
Di
segno opposto, invece, la decisione di Marubeni Corporation e di
altre 12 società, di edificare a
largo della Prefettura di Akita il primo campo eolico
(installando, quindi, un numero considerevole di pale) in mare del
Paese. I costi di realizzazione sono stati stimati in 100 miliardi di
yen in gran parte frutto di prestiti di società finanziarie
nipponiche ed internazionali.
Il campo sarà realizzato nelle
acque poco distanti il porto di Akita e nei pressi di quello di
Noshiro ed avrà una capacità di 140 megawatt.
Tra le aziende
che accompagneranno Marubeni vi sono: Akita Bank, la società di
costruzioni Obayashi nonché le società elettriche Chubu Electric
Power, Tohoku Electric Power e Kansai Electric Power.
Il
progetto è stato favorito da una legge dell’aprile 2019 che concede
per un periodo di trent’anni una serie di facilitazioni alle aziende
che intendono investire in questo settore.
Chiudendo con lo spazio sarà lanciato il 9 febbraio il vettore H2A sviluppato da Mitsubishi Heavy Industries. Il vettore, il cui lancio era stato previsto il 28 gennaio, partirà dal cosmodromo di Tanegashima e trasporterà satelliti militari.
(con informazioni di gov.uk; cdp-japan.jp; dpfp.or.jp; tass.com; mainichi.jp; asahi.com;
Immagine di Gabriel Synnaeve (dettaglio) di Wikimedia Commons
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.