Settimana iniziata
con il bilancio del tifone Hagibis. L’evento atmosferico, che
ha colpito l’Arcipelago tra il 12 ed il 13 ottobre, ha provocato la
morte di 77 persone e l’evacuazione di altre 38.000 in 17
Prefetture (poi scese a 4.400 il 16 ottobre ed a 3.900 al venerdì).
27.000 gli uomini delle Forze di Autodifesa e dei Vigili del
Fuoco impegnati nelle operazioni di salvataggio e di limitazione dei
danni. 520.000 le abitazioni rimaste senza corrente (di queste 17.000
fino a martedì) e circa 14.000 quelle che lunedì sono state private
di allaccio all’acqua corrente (il numero è poi salito al 15 ottobre
a 133.000 in ben 12 Prefetture).
Nella Prefettura di
Fukushima sono finiti in un fiume alcuni dei numerossimi
(2.677 in totale) sacchi contenenti suoli ed altri materiali
contaminati. A darne notizia il sindaco del comune di Tamura,
città nella quale questi rifiuti sono ospitati.
Interpellato
dal Segretario del PCD Fukuyama il ministro Koizumi ha negato che i
sacchi dispersi (pare dieci ma non vi è certezza sul numero)
costituiscono un problema per l’ambiente.
Interruzioni alla circolazione ferroviaria si sono avute in buona parte dell’Arcipelago ed il fiume Chikumagawara ha letteralmente sommerso, uscendo dal proprio letto il 13 ottobre, i treni a lievitazione magnetica della stazione di Nagano.
“I fiumi sono difficili, condurremo una ricerca per accertare le specifiche cause del collasso” ha dichiarato Toshiyasu Yoshida, funzionario dell’autorità che sorveglia il fiume. Lavori per l’innalzamento degli argini erano stati effettuati nel 1984 e poi ancora nel 2007.
In totale si sono rotti gli argini di 52 fiumi in 73 punti diversi secondo quanto riferito lo scorso martedì dal Ministero delle Infrastrutture. Numerose frane (146) si sono avute in 19 Prefetture mentre sono 10.000 circa le abitazioni danneggiate dalle acque (1.700 quelle andate distrutte).
Servirà un “tempo considerevole” per ristabilire il collegamento ferroviario dei treni shinkansen tra Tokyo e Kanazawa secondo quanto reso noto dalle Ferrovie del Giappone Orientale.
Sospesa dalle Ferrovie del Sanriku anche la circolazione, ristabilita lo scorso marzo dopo la catastrofe del 2011, tra Kuji e Kamaishi nella Prefettura di Iwate.
Allagamenti si sono avuti anche nel quartiere Setagaya di Tokyo, nella Prefettura di Shizuoka ed in quella di Saitama.
Rilasci di acqua per evitare danni alle dighe si sono avute nelle centrali idroelettriche di Shiobara (Tochigi), Mizunuma e Ryujin (Ibaraki) e Sugadaira (Nagano).
Di danni “considerevoli ma accettabili” ha parlato il Segretario del PLD Toshihiro Nikai subito criticato dal Presidente del Partito Comunista Akira Koike: “gravi danni sono tollerabili? Va bene avere questa idea?” ha twittato il leader del PCG.
Annunciato, lo scorso 16 ottobre, lo stanziamento di 710 milioni di yen per finanziare i primi interventi.
Interrotta da Subaru
la produzione di automobili nella propria fabbrica nella Prefettura
di Gunma. La produzione ripartirà il prossimo 25 ottobre.
Rimandata
la parata prevista per l’intronizzazione di Naruhito prevista per
il 22 ottobre. L’evento, che prevede l’accompagnamento della macchina
imperiale da parte di poliziotti in moto, si terrà il 10 novembre.
Alla cerimonia saranno presenti rappresentanti di 170 nazioni.
Polemiche vi sono
state a Tokyo ed a Nagano per il fatto che moltissimi
cittadini delle aree poi allagatesi non si sono
recati in quelle sicure in quanto ignoravano l’esistenza delle
mappe (realizzate dall’Autorità Giappone per Informazioni
Geospaziali) delle aree sicure in caso di alluvione.
Inoltre
tra le vittime il 40% è morto mentre si trovava in casa ed il 27%
mentre era alla guida: segno che le misure di avviso alla
popolazione non hanno funzionato a dovere.
“Mi scuso
dal profondo del mio cuore per aver fallito nel comunicare importanti
informazioni ai residenti ai fini dell’evacuazione” ha
dichiarato il ministro delle Infrastrutture Kazuyoshi Akaba.
Lo scorso 18 ottobre è stata intanto resa nota una prima stima da parte del Ministero dell’Agricoltura circa i danni provocati al settore dal tifone: 38,3 miliardi. Particolarmente colpiti i produttori di mele di Nagano e Fukushima nonché i produttori di riso nel Giappone centrale ed orientale.
In politica interna
si è avuta lo scorso mercoledì una sentenza, l’ennesima di questo
tipo, che ha dichiarato, pur non annullandone i risultati, in uno
“stato di incostituzionalità” le elezioni
per il rinnovo parziale della Camera dei Consiglieri di luglio a
causa della dispartità seggi/voti necessari.
Il tribunale che
ha accolto il ricorso di un gruppo di cittadini è stata l’Alta Corte
di Takamatsu ma sentenze fotocopia sono state emesse in questi anni
da corti sparse in tutto il Paese ed anche dalla Corte Suprema.
L’intronizzazione di
Naruhito, intanto, sarà accompagnata da un provvedimento di amnistia
che potrebbe riguardare circa 550.000 persone. A rivelare le
intenzioni dell’esecutivo è stato Shunichi Suzuki, presidente del
Consiglio Generale del Partito Liberal-Democratico. Il provvedimento
sarà limitato all’ottenimento di licenze (come quella di infermiere)
e qualifiche il cui accesso è interdetto a coloro che hanno
riportato condanne penali. Nel 65,2% dei casi le persone che hanno
subito questo tipo di interdizione hanno commesso reati stradali.
In
chiusura di settima la notizia è stata ufficialmente confermata.
In parlamento ha
dovuto difendersi dall’accusa di aver comprato voti il
ministro dell’Economia, Industria e Commercio Isshu Sugawara.
Il ministro, eletto nel collegio n. 9 di Tokyo, è sospettato di aver
regalato meloni e crostacei ad elettori della propria circoscrizione.
Ad accusare il ministro il senatore del Partito Costituzionale
Democratico Hideya Sugio il quale ha diffuso un audio contenente una
conversazione avuta con l’ex segretario di Sugawara.
In politica estera, lo scorso martedì è arrivata la risposta del Giappone alla richiesta di danni avanzata dalla Corea del Nord a seguito della collisione tra un mezzo della Guardia Costiera di Tokyo ed un peschereccio nordcoreano avvenuta il 7 ottobre a 350 chilometri dalla Penisola di Noto.
Nei rapporti con l’altra Corea è stato nominato lo scorso martedì il nuovo ambasciatore nipponico. Si tratta di Koji Tomita, già a capo dell’Uffico per gli Affari Nordamericani del Ministero degli Esteri ed ex ambasciatore in Israele.
Tomita sostituisce Yasumasa Nagamine che andrà a guidare l’ambasciata nipponica di Londra.
Da Seul è stata intanto confermata la presenza del premier Lee Nak Yon alla cerimonia di intronizzazione di Naruhito (il quale ha già preso possesso del trono lo scorso maggio) che si terrà il 22 ottobre.
“Credo nel dialogo e non vogliamo sprecare questa occasione” ha affermato, intervenendo in Commissione Bilancio del Senato, il premier Abe.
“Ascolterò con animo sincero le parole di Abe e farò del mio meglio per spiegare i miei pensieri e quelli del Presidente Moon” ha dichiarato Lee all’agenzia di stampa Kyodo.
Lo scorso mercoledì, frattanto, si sono incontrati Kim Jung Han, Direttore Generale dell’Ufficio per gli Affari Asiatici e Pacifici del Ministero degli Esteri di Seul e la controparte nipponica Shigeki Takizaki.
Per non far mai
mancare polemiche con i vicini, in particolare con la Cina e la Corea
del Sud, lo scorso giovedì il ministro per Okinawa ed i Territori
del Nord, Seiichi Eto, si è recato in visita allo Yasukuni Shrine,
il tempio scintoista che celebra i caduti per l’Imperatore e tra essi
numerosi criminali di guerra. Si tratta della prima visita negli
ultimi due anni di un ministro in carica.
Immediata la condanna
del governo sudcoreano che ha espresso “profondo rammarico”
per la visita e sottolineato che “solo quando i leader
giapponesi dimostreranno, attraverso le azioni, la loro sincera
riflessione ed il rimorso per la storia il Giappone potrà
contribuire ad uno sviluppo orientato al futuro nelle relazioni
RdC-Giappone e guadagnare la fiducia dei propri vicini e della
comunità internazionale”.
“Vorrei sottolineare che
il Santuario di Yasukuni, nel quale sono onorati 14 criminali di
guerra di classe A, è strumento spirituale nonché simbolo della
guerra di aggressione condotta dai militaristi giapponesi. La visita
da parte di alcuni politici giapponesi mostra nuovamente
l’atteggiamento erroneo del Paese nei confronti della sua storia di
aggressione. Sollecitiamo i giapponesi ad onorare lealmente le
proprie dichiarazioni ed impegni nell’affrontare e riflettere circa
le passate aggressioni al fine di ottenere la fiducia dei suoi vicini
asiatici e del mondo” ha dichiarato Geng Shuang, Portavoce del
Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese.
Il Giappone
potrebbe dispiegare mezzi della propria marina militare nello Stretto
di Hormuz ma senza partecipare, al fine di non guastare i
rapporti con l’Iran, alla missione militare che gli USA hanno
intenzione di avviare nell’area.
Secondo quanto riferito dal
Portavoce dell’esecutivo lo scorso venerdì il premier Abe avrebbe
dato mandato al Consiglio Nazionale di Sicurezza di studiare quasta
possibilità.
Il dispiegamento di truppe così lontano dalle
acque nipponiche sarebbe certamente foriero di una battaglia in
parlamento e nelle piazze in quanto si tratterebbe di una mossa
totalmente anticostituzionale.
In economia, sabato
12 ottobre si sono riuniti a Bangkok i ministri dell’Economia
delle 16 nazioni che partecipano ai negoziati dell’accordo
commerciale denominato RCEP (Regional Comprehensive Economic
Partnership) accordandosi per terminare quest’anno i negoziati.
“Abbiamo fatto progressi in molti settori” ha
commentato soddisfatto il ministro nipponico Isshu Sugawara. Un
prossimo vertice ministeriale si terrà, sempre nella capitale
tailandese, il prossimo primo novembre ed un incontro tra i capi di
governo avverrà tre giorni dopo.
Il RCEP è in discussione dal
2013 e tiene insieme i dieci Paesi dell’ASEAN ed altre sei nazioni
(Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda, Cina ed India).
Queste nazioni rappresentano il 50% della popolazione mondiale ed il
30% del commercio globale.
Il 15 ottobre
l’esecutivo ha frattanto licenziato il disegno di legge di
recepimento dell’accordo commerciale bilaterale stretto con gli Stati
Uniti lo scorso 25 settembre. Il testo è adesso sottoposto all’esame
del parlamento.
Per le opposizioni non è chiara la natura
stessa del testo, in particolare per quanto concerne i dazi sulle
auto nipponiche importate negli USA per i quali si rimanda ad
ulteriori negoziati.
“Qual è la traduzione ufficiale in
giapponese del governo? È quella secondo la quale l’eliminazione
delle tariffe sarà negoziata ulteriormente o quella secondo la quale
l’eliminazione delle tariffe dipenderà da ulteriori negoziati?”
si è chiesto Yuichi Goto del Partito Democratico per il Popolo.
“Gli
Stati Uniti possono affermare a livello interno che l’eliminazione
dei dazi sulle auto non è stata promessa mentre i giapponesi possono
dire che la questione non è se ma quando verranno abbassate”
ha rilevato Junichi Sugawara, ricercatore presso il Mizuho Research
Institute, circa l’ambiguità di fondo dell’accordo del 25
settembre.
“Da dove viene la sua percezione che il trattato
sia vincente per entrambe le nazioni?” ha chiesto al premier il
Capo della Segreteria comunista Akira Koike per il quale
“l’approvazione di questo accordo è inaccettabile e distruggerà
la sovranità giapponese in agricoltura e nell’economia nel suo
complesso”.
In politica
monetaria il Governatore della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda ha
dichiarato lo scorso martedì che il proprio istituto dovrà prestare
“grande attenzione” nel cercare di ottenere l’impossibile
2% di tasso di inflazione.
“Le circostanze sono tali
che una grande attenzione si è resa necessaria” ha affermato
Kuroda ad una riunione con i capidipartimento dell’istituto
sottolienando anche i rischi connessi alle tensioni commerciali
USA-Cina, al conflitto economico-diplomatico in corso tra il Sol
Levante e la RdC nonché i danni all’economia prodotti dai tifoni che
colpisocno in maniera sempre più violenta l’Arcipelago.
Frattanto
il basso prezzo del petrolio ha contribuito anche nel mese di
settembre al contenimento dell’inflazione (-6,9% il prezzo della
benzina, -2,6% quello del cherosene, -0,3% quello del gas).
Di
parere opposto l’esecutivo che, stando a stime diffuse dallo stesso
venerdì, prevede un aumento del PIL dello 0,8% soprattutto grazie
all’accordo, piuttosto fumoso, stilato con gli USA. Il governo stima
anche la creazione di 280.000 posti di lavoro in conseguenza del
trattato commerciale.
Con un pizzico di onestà il governo ha
però stimato che il prossimo anno il settore agricolo subirà un
calo compreso tra i 60 ed i 110 miliardi di yen a causa dell’accordo.
In particolare ad essere colpiti saranno la produzione di carne
bovina (per la quale ci si attende un calo della domanda pari a 47,4
miliardi) e dei prodotti lattiero-caseari (-24,6 miliardi).
“Vediamo
un ritardo nella ripresa dell’economia mondiale” ha
riconosciuto il ministro delle Finanze Taro Aso presente a Washington
al vertice ministeriale del G20.
La riunione del G20 ha
anche espresso la contrarietà dei Paesi partecipanti alle
criptovalute, mettendo in guardia circa i rischi per i
consumatori e l’economia legale, ed auspicato la formazione di un
quadro globale di tassazione dei giganti del web che riduca il
fenomeno dell’elusione praticato da queste aziende.
Nelle tecnologie si
è aperta a Chiba, lo scorso 14 ottobre, la CEATEC, fiera del
settore. Presenti 787 aziende espositrici (250 sono aziende estere
provenienti soprattutto da USA, Cina ed India) operanti nei settori
dell’edilizia, meccanica, salute, interni domestici, turismo e
mobilità. Presenti per la prima volta all’evento la compagnia aerea
ANA Holding e le aziende di noleggio auto DeNA e Japan Taxi.
Sony
esporrà le proprie produzioni nel settore della salute (display
utilizzabili in sala operatoria e microscopi) mentre Sharp presenterà
elettrodomestici collegati ad internet.
Lo scorso anno sono state presenti alla fiera 725 aziende mentre i visitatori sono stati poco più di 156.000.
Frattanto Parasonic ha annunciato lo scorso giovedì che entro il 2021 lancerà un proprio servizio di auto a noleggio utilizzando veicoli a guida autonoma. Prime cavie della sperimentazione gli stessi dipendenti della società che nella sede centrale di Osaka saranno trasportati su mezzi a guida autonoma che percorreranno alla velocità di 20 chilometri orari un percorso di 2,4 chilometri.
In casa Japan
Display il presidente Minoru Kikuoka ha mostrato in settimana
ottimismo prevedendo profitti nella seconda metà dell’anno fiscale
che si concluderà a marzo 2020.
Nel periodo aprile-giugno la
società ha registrato perdite per 83,27 miliardi di yen ed avviato
un piano di ristrutturazioni che metterà fuori dalla porta 1.200
lavoratori.
La società doveva subire una sostanziale iniezioni
di capitali dal fondo cinese Harvest Tech Investment Management
(circa 80 miliardi di yen di investimento) ma il gruppo ha dato
forfait. Rimangono della partita il fondo di Hong kong Oasis
Management ed Apple (società che è rifornita da Japan Display) che
investiranno circa 430 milioni di dollari nella società.
Rimanendo in ambito
tecnologico, la scorsa settimana il fondatore di Huawei Ren
Zhengfei ha auspicato la cooperazione del Giappone in un
periodo non particolarmente felice per la società cinese a causa
della guerra scatenata contro di essa dal governo degli Stati Uniti.
“La Cina ha un certo grado di competitività. Il Giappone
ha un’eccellente scienza dei materiali ed artefici eccezionali.
Abbiamo investito molto in Giappone e approfondiremo la nostra
cooperazione con le aziende giapponesi” ha dichiarato il
dirigente d’azienda cinese.
Vendite all’estero per il colosso Toshiba Infrastructure System che ha ricevuto dall’Amministrazione delle Ferrovie di Taiwan un ordine di 68 locomotive elettriche per un valore di 40 miliardi di yen.
Le locomotive saranno consegnate tra aprile 2022 e marzo 2026.
Nel turismo i
cattivi rapporti con la Corea del Sud continuano a produrre danni per
il settore nell’Arcipelago. Gli ultimi dati riportati dall’Agenzia
per il Turismo, riferiti al mese di settembre, hanno mostrato un calo
del 58,1% (che segue il calo del 48% di agosto) del numero dei
visitatori provenienti dalla Penisola: in termini assoluti i
sucoreani che hanno visitato l’Arcipelago il mese scorso sono stati
201.200.
Il numero complessivo dei turisti è però salito del
5,2% grazie ad un aumento del 25,5% del numero dei turisti cinesi che
hanno raggiunto le 819.100 unità.
In aumento (del 14,3% per
una cifra assoluta di 376.000) anche i turisti taiwanesi e quelli
provenienti da Hong Kong (155.900 e +23,6%). In totale 2.272.900
stranieri hanno visitato il Sol Levante a settembre. Nei primi nove
mesi dell’anno i turisti stranieri sono stati 24.420.000 (+4%
rispetto al medesimo periodo del 2018).
Chiudendo con l’esplorazione spaziale, lo scorso giovedì è giunto dall’esecutivo il via libera alla partecipazione al programma spaziale statunitense Gateway che dovrebbe condurre astronauti sulla luna nel 2024 (anche se la data, prevista inizialmente, del 2026 appare più probabile).
(con informazioni di Japan Press Weekly 09 – 15 ott. 2019; fmprc.gov.cn; mofa.go.kr; mainichi.jp; asahi.com; the-japan-news.com)
Immagine 国土地理院 (GSI) (dettaglio) da Wikimedia Commons
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